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#Chiara Lagani
uselessmuseum · 1 year
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Elena Ferrante / Chiara Lagani . Mara Cerri, L’Amica Geniale / My Brilliant Friend, 2023
https://en.wikipedia.org/wiki/Elena_Ferrante
http://archivio.bilbolbul.net/2012/en/dettMostre.php?var=10
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goldencrownofsorro · 1 year
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#66
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renatomorselli · 2 years
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IL VENERDI' 11 novembre 2022 da Renato Morselli Tramite Flickr: Una mia foto, del 2015, sulla rivista "Il Venerdì" della Repubblica
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Chiara Lagani and Mara Cerri come together for this gorgeous graphic novel adaptation of My Brilliant Friend by Elena Ferrante, translated by Ann Goldstein. They tell a condensed version of this story, still as poetic and lovely as the original, but accompanied by gorgeous drawings of shadowy painted scenes, depicting beautifully the emotions on the faces of the two protagonists, the exposing feeling of growing into a woman's body in a world of sexual harassment and leers, the mix of uncertainty and familiarity that lights their world. Fans of the Neapolitan novels will have to get their hands on this adaptation!
Content warnings for sexual assault, sexual harassment.
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lamilanomagazine · 6 months
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Vicenza: Angelo Petrosino e Daniela Palumbo vincono la terza edizione del Campiello junior
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Vicenza: Angelo Petrosino e Daniela Palumbo vincono la terza edizione del Campiello junior La terza edizione del Premio Campiello Junior, nato dalla collaborazione tra la Fondazione Il Campiello, Pirelli e la Fondazione Pirelli, ha decretato i suoi vincitori nel corso di un evento nella Sala del Ridotto del Teatro Comunale di Vicenza. Nella categoria 7-10 anni, il premio è stato assegnato a Angelo Petrosino per il libro "Un bambino, una gatta e un cane" (Einaudi EL/Einaudi Ragazzi/Emme Edizioni). Per la categoria 11-14 anni, invece, ha trionfato Daniela Palumbo con il libro "La notte più bella" (PIEMME). Il Premio investe nel futuro dei giovani con l'obiettivo di promuovere la lettura come strumento pedagogico dal forte valore educativo. Un progetto per riscoprire la bellezza della narrativa italiana dedicata ai più piccoli e un'occasione unica per valorizzare il talento e la capacità di veicolare messaggi importanti attraverso la scrittura ad un pubblico di giovanissimi. Protagonisti della mattinata sono stati gli autori finalisti delle due categorie in gara e alcuni componenti della Giuria di Selezione del Premio, composta da: Pino Boero, già professore ordinario di Letteratura per l'infanzia dell'Università di Genova e Presidente di Giuria, Chiara Lagani, attrice e drammaturga, Michela Possamai, docente presso l'Università IUSVE di Venezia, già membro del Comitato Tecnico del Campiello Giovani e David Tolin, libraio e membro del direttivo di ALIR. Sono intervenuti, inoltre, Giacomo Possamai, sindaco di Vicenza, Lara Bisin, Vicepresidente di Confindustria Vicenza, Enrico Carraro, presidente della Fondazione Il Campiello e Antonio Calabrò, direttore della Fondazione Pirelli. In sala erano presenti anche l'assessore alla cultura, al turismo e all'attrattività della città Ilaria Fantin e l'assessore all'istruzione Giovanni Selmo. «E' stato un piacere e un onore ospitare il premio Campiello Junior a Vicenza - ha commentato il sindaco Giacomo Possamai -. Mi congratulo con i vincitori che con i loro libri doneranno momenti di gioia e di riflessione ai giovani lettori. L'evento di oggi è stato particolarmente apprezzato dalle classi presenti che hanno partecipato con entusiasmo. Mi auguro che per loro sia stata un'occasione di avvicinarsi ancor di più alla lettura, magari scegliendo proprio i libri finalisti che sono stati presentati dai sei autori presenti in sala al Ridotto del Comunale. L'obiettivo con Fondazione Il Campiello, con Pirelli, con Confindustria è di rendere Vicenza la sede stabile del Campiello Junior e stiamo lavorando insieme proprio per raggiungere questo obiettivo. E' nostra intenzione continuare a promuovere la cultura e in modo particolare dare una spinta alla lettura e alla voglia di leggere nelle giovani generazioni perché riteniamo sia un aspetto fondamentale per la loro formazione». Enrico Carraro, presidente della Fondazione il Campiello ha dichiarato: «Il Campiello Junior rappresenta un altro importante tassello nella filiera di divulgazione della cultura di cui il Premio si occupa da sempre. Un progetto che rinsalda il legame tra mondo imprenditoriale e cultura, investendo nella formazione dei bambini e dei ragazzi, le future generazioni di cittadini. La città di Vicenza ha accolto con grande entusiasmo la finale di questa edizione fornendo un contesto affascinante grazie al suo patrimonio artistico e culturale. Ringrazio Pirelli e Fondazione Pirelli per la sempre preziosa collaborazione nella realizzazione di questo riconoscimento che valorizza chi, con il talento e la creatività, si occupa anche della formazione dei nostri figli». Pino Boero, presidente della Giuria di Selezione, ha aggiunto: «L'ottima qualità dei testi presentati e ammessi alla selezione dimostra l'acquisita autorevolezza del Premio e indica ancora una volta le potenzialità della letteratura per l'infanzia e l'adolescenza: divertire ed educare nello stesso tempo non è una contraddizione ma è una possibilità perché nei libri fantasia e razionalità viaggiano insieme; di questo si sono accorti i giovani giurati che hanno svolto con piacere e intelligenza l'impegnativo compito della scelta dei vincitori e hanno confermato che l'attenzione e il coinvolgimento delle giovani generazioni voluto da Fondazione Il Campiello, Pirelli e Fondazione Pirelli è la scelta giusta, capace di guardare al futuro». Antonio Calabrò, direttore della Fondazione Pirelli ha concluso: «L'impegno comune del Premio Campiello e della Fondazione Pirelli va avanti. Si rafforza e trova nuovi spazi e più solide occasioni di coinvolgimento di territori e scuola, come indica la presenza a Vicenza, grazie all'impegno del sindaco e del Comune, che ringraziamo di cuore. Stimolare la scrittura di buoni libri per bambine e bambini e favorire la lettura fin dalle prime classi della scuola elementare significa fare crescere la sensibilità per la fantasia, l'avventura, il viaggio di scoperta. Aiutare a vivere nuove storie, appassionarsi a nuovi personaggi. Porre le basi, insomma, attraverso il piacere delle parole ben scritte, per una migliore convivenza civile e un intreccio più equilibrato di relazioni culturali e sociali». I libri premiati hanno ottenuto rispettivamente 67 voti su 112 e 75 su 113 (di cui 1 bianca) espressi dalle due Giurie Popolari dedicate, ciascuna composta da 120 ragazzi provenienti da tutte le Regioni d'Italia e dall'estero grazie alla collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri e delle Cooperazione Internazionale. Ad avere l'ultima parola sulla scelta dei vincitori sono stati, quindi, i ragazzi dell'ultimo anno delle scuole primarie per la categoria 7-10 anni e del triennio delle scuole secondarie di primo grado per la categoria 11-14 anni. Al secondo posto per la categoria 7-10 anni, si è classificato Fabrizio Silei "Il Grande Discorso di Cocco Tartaglia" (Emme Edizioni) con 25 voti, al terzo posto Elisa Ruotolo "Il lungo inverno di Ugo SInger" (Bompiani) con 20 voti. Per la categoria 11-14 anni, invece, Alice Keller con il libro "Fuori è quasi buio" (Risma Editore) si aggiudica 22 voti, mentre Andrea Molesini con il libro "Storia del pirata col mal di denti e del drago senza fuoco " (HarperCollins Italia) ne ottiene 15. La finale, condotta da Valentina De Poli, per undici anni direttrice di Topolino, insieme all'autore e regista Davide Stefanato, è stata accompagnata dalle letture dell'attore Piergiorgio Piccoli. Alla mattinata a teatro hanno partecipato alcune scuole di Vicenza - l'Istituto comprensivo 5, con la scuola secondaria di secondo grado Giuriolo, e l'8, con la scuola secondaria di primo grado Ghirotti, la Fondazione Levis Plona, -, l'Istituto comprensivo 2 Marco Polo di Montecchio Maggiore, la scuola primaria Opla Scs di Padova. I vincitori saranno celebrati sabato 21 settembre durante la Cerimonia di Premiazione del Campiello 2024 che si terrà al Teatro La Fenice di Venezia.        ... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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My Brilliant Friend (2023) Chiara Lagani (writer) and Mara Cerri (illustrator) (translated by Ann Goldstein) (256 pages)
I read this in the space of one beer at Brew Works. That meant with my second beer I sat and had nothing to read.
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noisynutcrusade · 9 months
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We are not children of choices
A blonde woman, dressed in black, appears on stage: «My name is Sheila Heti, I'm forty-eight years old and I'm pregnant». Which of these statements is a lie? The woman is probably forty-eight years old. She doesn't appear pregnant, but we can't rule it out. She certainly isn't called Sheila Heti. She is Chiara Lagani, we know this because we chose to see her show. We also know that Sheila Heti is…
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marcogiovenale · 3 years
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esce "il verri" n. 78, fascicolo dedicato a carmelo bene
esce “il verri” n. 78, fascicolo dedicato a carmelo bene
https://www.ilverri.it/index.php/la-rivista-del-verri/edizione-dal-1996/bene-non-comune-detail Andrea Cortellessa: la conversazione con Jean-Paul Manganaro leggibile su Antinomie: https://antinomie.it/index.php/2022/03/16/il-fenomeno/ _
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pangeanews · 7 years
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Elena Ferrante secondo Fanny & Alexander. Così bello che è meglio vedere lo spettacolo a occhi chiusi…
Si sta diffondendo sempre più la “brutta abitudine” – spacciata dagli artisti di sinistra come “innovazione o “favore” – di organizzare a fine spettacolo un “momento” di incontro con la compagnia che sino a qualche minuto prima era impegnata a “realizzare” uno spettacolo. Un attimo che dura minuti e minuti, farcito di “domande” inutili e fintamente “radical chic” (quelle cioè che vengono poste per far credere agli altri spettatori e agli attori stessi, che solitamente davanti a questioni sulla drammaturgia contemporanea gongolano, che chi le pone sia del tutto conficcato “dentro” al fatto teatrale) e di altrettante risposte poetiche che, de facto, altro non è che una profonda offesa. Offesa verso la compagnia (se hai bisogno di “spiegare” il tuo lavoro significa che quel tuo lavoro non è abbastanza chiaro né tantomeno sufficientemente “comunicativo”) ma anche verso la platea “bue”, intellettivamente e intellettualmente (all’apparenza) non in grado di capire cosa avviene in scena. In questa trappola “mortale” e noiosa – quando la luce torna in scena, il primo pensiero è quello di alzarsi e uscire – ci è cascato anche Da parte loro nessuna domanda imbarazzante, il “dialogo” ospitato al Teatro degli Atti di Rimini il 21 dicembre e che, se andiamo a analizzare con attenzione il titolo, nulla si può dire se non che vi sia grande coerenza: Fiorenza Menni e Chiara Lagani, intervistate da Laura Gemini, non hanno posto domande ma donato solamente risposte. Il testo di base, quel misterioso “L’amica geniale” di Elena Ferrante che racconta la storia di due bambine (Elena e Lila) che lanciano le proprie bambole (Tina e Nu) in una cantina e che poi non ritrovano più, incolpando del mancato ritrovamento Don Achille, un orco partenopeo forse pedofilo, è un terreno straordinario di indagine. Indagine che, scenicamente, rimane però incompiuta: la storia, potenzialmente, dà spazio a grandi soluzioni e accorgimenti che però Fanny & Alexander (Chiara Lagani e Luigi De Angelis che ha firmato la regia) e Ateliersi (Fiorenza Menni) sembrano quasi ignorare, previlegiando l’azione e i due colori primari: il bianco (degli abiti delle bambine) e il nero (della scena): il “pacchetto” risulta quasi amatoriale (vestiti semplici, luci abbastanza fisse, attrici microfonate e cuffiate), nonostante l’eccezionale bravura vocale di Chiara Lagani, capace di “evocare” spettri e mostri oscillando con professionalità dal ruolo di bambina a quello finale di bambola. Uno spettacolo da vedere ad occhi chiusi: per entrare nel flusso narrativo ed emotivo dei racconti delle due bambine (tra le due, la meno incisiva è Fiorenza Menni) non occorre guardare quello che avviene sul palcoscenico ma lasciarsi trasportare dalla deliziosa partitura di parole che si sormontano, intervallate e attraversare da un tappeto musicale indovinato.
Alessandro Carli
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iopensomanonsono · 3 years
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I nostri telefonini! Che meraviglia… quando qualcuno si avvicina, se ci sentiamo osservati… tac! Ci mettiamo a leggere un messaggio, ascoltare la musica, guardare un video… È cambiato il nostro modo di comunicare! Adesso è tutto piú immediato, piú igienico, piú sicuro. Mandiamo un cuoricino, una faccetta, un pollicione… se dobbiamo fare le condoglianze a qualcuno mandiamo la faccetta che piange: non c’è piú bisogno di esporsi, di provare imbarazzo o vergogna… parliamo solo con chi vogliamo! E ce li abbiamo sempre a portata di mano i nostri amici, i nostri gruppi, i nostri followers, sono tutti sempre con noi, non ci manca davvero piú niente e nessuno. Certo, uno potrebbe obiettare, cosí ci stiamo sempre piú distaccando dal mondo reale… ma meno male, dico io! Con quello che è diventato il mondo reale! Non c’è piú da fidarsi della gente nel mondo reale, signori: le persone intorno a noi sono tutte potenzialmente pericolose! Ma non lo vedete cosa è diventato tutto? Tutti cercano di fregarti, sempre, di venderti qualcosa, anche tra amici, tra parenti: è un tutti contro tutti generale! Siamo tutti concorrenti, ormai, tutti in competizione, l’uno contro l’altro. Poi dice che uno è stressato! (Risate). Già veniamo giudicati in continuazione: per come ci vestiamo, per la musica che ascoltiamo, per il taglio di capelli che portiamo, per la macchina che abbiamo comprato… Oggi dobbiamo curare la nostra immagine, sia quella reale che quella virtuale, il nostro profilo; il nostro futuro dipende dal nostro appeal, dalla nostra credibilità, dobbiamo convincere, piacere a tutti, ottenere consenso. Perfino in famiglia, con gli amici… per non parlare del lavoro! Siamo in una continua campagna elettorale! No? Piú «mi piace» ti mettono, piú ti condividono, piú vali: altrimenti non sei nessuno, nemmeno esisti. Questo è il mondo che stiamo costruendo: il mondo della gente che piace, non della gente che vale! Non è vero? E c’è una bella differenza. Alla fine ce la prendiamo sempre con la politica e con i politici, ma abbiamo finito per essere tutti come loro, fateci caso, abbiamo tutti contratto la stessa malattia. Elio Germano, Chiara Lagani - La mia battaglia - Einaudi (2021)
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sguardimora · 4 years
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16/07/2020 - 31/07/2020 #Comaneci+Mara Cerri
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Inizia oggi la residenza creativa per la ricerca e la composizione del concerto di Comaneci e Mara Cerri
Anguille è un progetto di residenza condiviso da L’arboreto – Teatro Dimora | La Corte Ospitale ::: Centro di Residenza Emilia-Romagna.
L’anguilla rappresenta un enigma. È pesce ma anche altro, serpente, verme, mostro marino. La sua enigmaticità muove curiosità e diventa eco di interrogativi comuni a molti. La figura dell’anguilla spinge a perseverare nella ricerca, a prescindere da quanto tempo sia necessario o da quanto disperata sia l’impresa. La sua vita è un dilemma che spinge i ricercatori all’ostinatezza.
I lavori di Comaneci e Mara Cerri sono accomunati da una suggestione onirica, che conduce il fruitore in una dimensione altra, nella quale poter vagare tra forme note e illusioni, tra il tangibile e il subcosciente. Il progetto di collaborazione nasce dalla volontà di trovare punti di contatto tra musica, parole e immagini in movimento, in cui i rispettivi immaginari possano coesistere, contaminarsi a vicenda, e creare un territorio comune. Il lavoro mira all’elaborazione di forme sottilmente illusorie, all’apparizione di pareidolie momentanee e in costante movimento, le quali anziché risolvere l’ambiguità del presente lo rendano ancora più misterioso.
Muovendo da queste suggestioni Comaneci e Mara Cerri lavoreranno insieme all’elaborazione di nuovi materiali per la creazione di un concerto spettacolo audiovisivo.
Comaneci formazione musicale che nasce nel 2005 a Ravenna fondata da Francesca Amati, alla quale dal 2009 si affianca Glauco Salvo con chitarra e banjo. Seguono una lunga serie di concerti in Italia e all’estero accompagnati tra il 2009 e il 2012 dalla produzione di due dischi. Dal 2017 il batterista Simone Cavina entra in pianta stabile nella formazione.
Mara Cerri è una illustratrice nata a Pesaro nel 1978. Tra gli albi illustrati che ha pubblicato con la casa editrice Orecchio acerbo: Via Curiel 8 e A una stella cadente di cui è autrice anche dei testi, Il nuotatore di Paolo Cognetti, La pantera sotto il letto di Andrea Bajani, E non mi fermo di Albino Pierro. Occhi di vetro dei Fratelli Mancuso per Else Edizioni e La spiaggia di notte di Elena Ferrante per E/O edizioni. Per Einaudi ha illustrato il Millennio dal titolo I libri di Oz, tradotti e raccontati da Chiara Lagani. Il corto animato Via Curiel 8, realizzato in collaborazione con Magda Guidi, ha vinto nel 2011 la sezione Corti Italia del Torino Film Festival. Per il cinema ha disegnato il manifesto del film di Alice Rohrwacher Lazzaro felice e A sud di Pavese di Matteo Bellizzi.
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redazionecultura · 6 years
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Conferenza spettacolo: "I libri di Oz" di e con Chiara Lagani
Conferenza spettacolo: “I libri di Oz” di e con Chiara Lagani
Domenica 10 giugno in occasione del finissage della mostra “La Linea d’ombra“, andrà in scena alle ore 21.00 la conferenza-spettacolo “I libri di Oz” della compagnia di ricerca teatrale Fanny & Alexander. La conferenza-spettacolo, curata e tradotta da Chiara Lagani per I Millenni di Einaudi, si ispira alla pubblicazione de Il Mago di Oz, un classico della letteratura per l’infanzia che unisce, per…
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ilcorpoperformativo · 4 years
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Sei meglio te!
Laboratorio di ricerca performativa condotto da Lorenzo Giansante
SOTTOTESTO Voglia di far riemergere la gioia, la libertà, l'ironica imprevedibilità della danza, rispettandoci e "limitandoci" come ci richiedono questi tempi difficili
DOMANDE - ci manca davvero il contatto fisico? non era gia' da un po' che ne facevamo a meno? - mentre viviamo una vita di continue sottrazioni, ci diamo una scossa piu' invidiando o criticando gli altri? - siamo cosi' soli che rinunciamo anche a pensare pur di sentirci parte di una qualsiasi comunità?
FOCUS - la relazione con gli altri corpi attraverso lo spazio - entrare in contatto senza il contatto fisico - la tensione (attrazione e repulsione) verso gli altri corpi - L'eco, la scia, l'unisono, l'appropriazione, cosa mi offre e cosa mi toglie la relazione
CORNICE Ripensando i corpi in movimento come rivelatori di un spazio-materia (che li determina mentre ne viene determinato), porteremo alla luce danze personali e non scontate, libereremo blocchi, riconosceremo abitudini e incoraggeremo scoperte.
SCOPO Formare un gruppo di lavoro in cui maturi un confronto artistico, sperimentando insieme un’ipotesi di struttura performativa.
PUNTI FERMI 1) Il lavoro è centrato sulle persone, sul loro potenziale fatto di rischi, errori, sorprese e mondi creativi che si attiva attraverso un percorso di indagine individuale messo a disposizione dell’opera artistica. 2) Alleneremo una prospettiva comune di utilizzo del corpo: partendo da semplici e basilari elementi come il respiro, il peso, gli appoggi, il rilasciamento delle parti separate ma collegate del nostro organismo, andiamo ad acquisire la consapevolezza di trasformare lo spazio, per sorprenderci a generare un immaginario dal corpo stesso, e per instaurare ascolti profondi con gli altri. 3) Il lavoro è orientato alla scena: l’improvvisazione su regole condivise, usata sia come pratica per l’emersione di materiali drammaturgici che come elemento strutturale dell’andata in scena, nutre un corpo aperto, attore e regista allo stesso tempo, che rischia rimanendo immerso nel “qui ed ora”. Un corpo capace di trovare e seguire in ogni istante il “filo rosso” dell’opera, senza perdere un suo personale senso.
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Durata del laboratorio: 12 incontri da 90 minuti ciascuno dal 2 ottobre al 18 dicembre 2020 Ogni venerdì dalle 18.45 alle 20.15 Il sole e la luna - danza, in Via Casilina Vecchia 115, Roma (Metro C Pigneto)
per partecipare o richiedere informazioni scrivere a: [email protected]
Gli incontri si svolgeranno nel pieno rispetto della normativa anti-contagio, come disposto dal DPCM 11 giugno 2020.
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Lorenzo Giansante Regista, performer e danzatore. Inizia la sua esperienza teatrale studiando con Giuliano Lenzi, all’interno dell’Università di Siena e collaborando come attore con laLut. In seguito si trasferisce a Roma e firma due regie: Devozione e In una Capsula. Nel 2006 studia con Danio Manfredini, è performer per Alfonso Benadduce e danzatore per la coreografa Simona Lobefaro del gruppo di danza di ricerca MAddAI (Time Remap, finalista Premio Equilibrio 2008; Sak, 2010; Io sento solo da lontano, 2011). Nel 2010 realizza la regia di Oggi, un’incursione performativa replicata in vari non-luoghi della Capitale e con la sua performance Tourist è finalista al Premio NET di Roma. Arricchisce la sua esperienza frequentando workshop con Chiara Lagani, Michele Di Stefano, Cesare Ronconi, Roberto Castello, Daniele Ninarello e Damiano Bigi, Nacera Belaza. Nel 2012 realizza la performance CONDOMINIUM con diverse tappe in Italia. Nel 2014 fonda insieme al danzatore Giordano Novielli e al performer Matteo Bifulco un collettivo di ricerca performativa chiamato Cadavre Exquis giunto al suo terzo lavoro, Bared (in collaborazione col Centro Ricerche Musicali dell'Accademia di Santa Cecilia), dopo essersi esibiti in Italia e all'estero. Nel 2016 realizza con la danzatrice e coreografa Maria Elena Curzi un progetto di videodanza sugli spazi incompiuti chiamato Away from Gablur, che con il suo primo video ha partecipato, tra gli altri, al festival Athens Video Dance Project e al festival Espressioni 2017. Attualmente, dopo aver tenuto un seminario esperienziale sull’Improvvisazione presso l’Università Sapienza di Roma, porta avanti la sua ricerca e continua a studiare e a collaborare con le coreografe Alessandra e Antonella Sini del gruppo sistemi dinamici altamente instabili. inoltre e cofondatore del progetto SiR_SharingInRoma che offre incontri orizzontali fra professionisti delle arti performative con l’intento di rinforzare la comunità artistica nel territorio romano e laziale.
foto di Yoriyas
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chez-mimich · 2 years
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ROMEO E GIULIETTA
È tradizione ormai inveterata che tutti i registi teatrali, a cominciare dai più grandi, quando devono cimentarsi con un testo classico del teatro, cerchino nelle loro messe in scena di darne una versione “attualizzata”, cerchino insomma di ambientare l’azione nella contemporaneità. Sono pochi i registi che hanno resistito a questa tentazione. Così anche Mario Martone, uno dei più celebrati registi italiani (non solo teatrale, s’intende), ha ceduto al richiamo del “hic et nunc”, nella sua prima regia per il Piccolo Teatro di Milano, dove ha portato in scena “Romeo e Giulietta” di William Shakespeare, scritta presumibilmente tra il 1594 e il 1597. L’operazione, come è facilmente immaginabile comporta dei rischi notevolissimi: opere tanto perfette, fatte di equilibri delicati, orditi e trame calibratissime e veicolatrici di messaggi profondi, di morali solenni o di dubbi amletici, se non maneggiate con cura possono trasformarsi in patetiche boiate o ridicole rappresentazioni. Credo si possa dire che Mario Martone abbia superato più che brillantemente la prova che si presentava piuttosto ardua. L’apertura del sipario con il disvelamento della scena, ha subito fatto ben sperare: un colossale intreccio di rami di un gigantesco albero (o forse l’intersecarsi di più alberi), popolato dai protagonisti del dramma shakesperiano, con una carcassa d’auto e altre tipologie di rifiuti urbani, introducono Montecchi e Capuleti, molto più simili a due gang giovanili che non alle due storiche famiglie veronesi. Il rischio era elevato, non v’è dubbio, ma fin dai primi dialoghi, la bellezza del testo (voglio solo ricordare le funamboliche parole di uno strepitoso Mercuzio, (interpretato da Alessandro Bay Rossi), sembra valorizzata da questa ambientazione che, se da un lato propone una bucolica visione naturale, dall’altro sottolinea la crudezza della cultura urbana nella durezza delle dialettiche famigliari, tematica ben presente nel testo di Shakespeare, come sottolinea lo stesso Martone. Anche l’adattamento dell’opera originale, con ampi inserti di frasi e gesti idiomatici della nostra contemporaneità utilizzati da Chiara Lagani, non solo quindi semplice traduttrice, rende il testo agibile al presente. Se sulla trama è inutile indugiare, trattandosi di un capolavoro della letteratura e del teatro, è certamente utile interrogarsi sulla sontuosa scenografia di Margherita Palli. L’imponente albero, che deve molto alle “macchine ronconiane”, quasi un bosco in sospensione, permette agli attori di muoversi ed agire sui giganteschi rami utilizzati come spazi e camminamenti, mettendo quindi la “natura” del sentimento in luogo della “cultura” della città, quella Verona che fa da sfondo alla vicenda dei due giovani innamorati. Un po’ una contraddizione se vogliamo, anche in considerazione del fatto che gli scontri tra i componenti delle due famiglie sono di natura prettamente urbana. Trenta gli attori, quasi tutti giovani o giovanissimi sulla scena, un formicaio brulicante dove su tutti, non potevano che brillare i due eccezionali protagonisti Romeo (Francesco Gheghi) e Giulietta (Anita Serafini, 15 anni). Una recitazione intensa e mai forzata, un mondo d’amore disperato, ma sempre protetto dall’ostile mondo circostante. Allo Streheler di Milano fino al 6 aprile, disponibile per chi non si voglia perdere un “quasi-capolavoro”.
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sciscianonotizie · 5 years
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Teatro Tram, Elio Germano protagonista di ‘Segnale d’allarme’
Doppia programmazione a ingressi limitati in sala (35 persone a rappresentazione) Sabato 29 febbraio e domenica 1 marzo al Teatro TRAM va in scena “Segnale d’Allarme”, trasposizione in realtà virtuale dello spettacolo di Elio Germano e Chiara Lagani “La mia battaglia”. Doppia rappresentazione (sabato ore 19 e ore 21; domenica ore 17 e ore 19) per questo straordinario esperimento che l’attore...
Source
source http://www.ilmonito.it/teatro-tram-elio-germano-protagonista-di-segnale-dallarme/
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