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#Davide Marotta
gbhbl · 6 months
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Horror Movie Review: Phenomena (1985)
Jennifer arrives at a boarding school, where someone is kidnapping and murdering girls. After her roommate Sophie is killed, Jennifer uses her telepathic connection to insects to find the killer.
Phenomena is a 1985 Italian giallo-horror film directed and co-written by Dario Argento. After missing a bus in the Swiss countryside, a 14-year-old Danish tourist, Vera Brandt, tries looking for help. She comes across a cottage and is attacked and beheaded by a stranger. Eight months later, her case is being inspected by forensic entomologist John McGregor and Inspector Rudolf Geiger of the…
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astralbondpro · 5 months
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Gowan // (You're a) Strange Animal
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mychameleondays · 10 months
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Yoko Ono: Feeling The Space
Gatefold Sleeve, Coloured Vinyl
Secretly Canadian/Chimera SC284/SC284, 2017
Originally released: November 16, 1973
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spilladabalia · 2 years
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Peter Gabriel - Games Without Frontiers
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garadinervi · 1 year
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Vitalità del negativo nell'arte italiana 1960/70, Texts by Achille Bonito Oliva, Giulio Carlo Argan, Alberto Boatto, Maurizio Calvesi, Gillo Dorfles, Filiberto Menna, and Cesare Vivaldi, Centro Di Edizioni, Firenze, 1970 [Exhibition: Palazzo delle Esposizioni, Roma, November, 1970 – January, 1971] [L'Arengario Studio Bibliografico, Gussago (BS)]. Feat. Vincenzo Agnetti, Carlo Alfano, Getulio Alviani, Franco Angeli, Giovanni Anselmo, Alberto Biasi, Alighiero Boetti, Agostino Bonalumi, Davide Boriani, Enrico Castellani, Mario Ceroli, Gianni Colombo, Gabriele De Vecchi, Luciano Fabro, Tano Festa, Giosetta Fioroni, Jannis Kounellis, Francesco Lo Savio, Renato Mambor, Piero Manzoni, Gino Marotta, Manfredo Massironi, Eliseo Mattiacci, Fabio Mauri, Mario Merz, Maurizio Mochetti, Giulio Paolini, Pino Pascali, Vettor Pisani, Michelangelo Pistoletto, Domenico Rotella, Paolo Scheggi, Mario Schifano, Cesare Tacchi, Giuseppe Uncini, Gilberto Zorio
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projazznet · 3 months
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Tropea ‎– Short Trip To Space (1977)
Bass – Richard Davis , Will Lee Drums – Rick Marotta , Steve Gadd Guitar – David Spinozza , John Tropea Keyboards – Don Grolnick Organ – Leon Pendarvis Percussion – Ralph MacDonald, Rubens Bassini Reeds – George Young , Lew Delgatto, Lou Marini, Michael Brecker Trombone – Dave Taylor , Sam Burtis Trumpet – Alan Rubin, Jon Faddis, Randy Brecker Tuba – Tony Price Vibraphone – Mike Mainieri
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diceriadelluntore · 1 year
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Storia Di Musica #290 - Steely Dan, Gaucho, 1980
Devo ammettere che la fine di questo percorso sulle storie musicali alla ricerca del suono perfetto non poteva che fermarsi a questi due. Che in un decennio dove nella musica sono successe infinite cose, gli anni ’70, sono passati tranquilli e inscalfibili a diffondere qualcosa di completamente diverso. E per molti versi inclassificabile. Walter Becker e Donald Fagen sono probabilmente i musicisti più maniacali, quasi in senso patologico, che io conosca nella storia della musica pop occidentale. Siamo davvero ad una sorta di mania di perfezionismo che nasce in un momento preciso. Infatti i loro Steely Dan (dal nome di un dildo meccanico a vapore citato da William Burroughs ne Il Pasto Nudo) all’inizio erano un gruppo, formato dal duo (che sanno fare tutto, ma si dividono tra voci e chitarra) con Denny Dias insieme a Jim Holder alla batteria, Jeff Baxter alla seconda chitarra, e David Palmer. Il loro esordio è già fenomenale: Can’t Buy A Thrill (1972) vola subito nella Top 20 e frutta due canzone mito degli anni ’70 come Do It Again e Reeling The Wheel. Già è presente il mix, a tratti soprannaturale, di stili, un pop venato di jazz, rock, soul, fatto di sovrapposizioni di strumenti, intrecci vocali, perfezione esecutiva a cui sia accompagna una ironia sfacciata nei testi. Con Pretzel Logic, del 1974, un capolavoro, hanno addirittura una hit single, nella perfetta Rikki Don’t Lose That Number (omaggio a Horace Silver, grande jazzista), ma durante il tour che segue Fagen ha un attacco di panico sul palco e decide di non esibirsi più. La decisione successiva è di sciogliere il gruppo, di diventare un duo e per compensare il mancato contatto con il pubblico, quello di scrivere canzoni perfette. Una perfezione esecutiva, compositiva e di registrazione, diventando in questi tre rispettivi campi dei punti di riferimento assoluti. Decidono quindi di chiedere servizi ai più bravi e famosi sessionisti in tutto il mondo, di usare il meglio della tecnologia e di cercare la perfezione sonora. Già con Aja, del 1977, toccano vette assolute, ma i due attraversano un periodaccio. Quando iniziano a pensare al nuovo disco Becker viene investito sotto casa, nell’Upper East Side, e si frattura diverse ossa e passa settimane in ospedale, ma ha voglia di non perdere tempo, tanto che sviluppano le idee del disco e della sua evoluzione via telefono con Fagen (tuttavia non suona in molti brani dell'album). Tra l’altro, la sua fidanzata, Karen Roberta Stanley morirà per complicazioni dell’abuso di stupefacenti, appena finite le registrazioni del nuovo disco. La famiglia della ragazza, accusando Becker di esserne stato l’iniziatore, chiese un risarcimento da milioni di dollari, ma una sentenza di qualche anno più tardi scagionò il musicista. Tutto questo non impedì che per Gaucho, che esce nei negozi di dischi il 21 Novembre del 1980, abbiano fatto ruotare nei soli 7 brani 62 musicisti, tra i più famosi del mondo, tra batteristi, chitarristi, percussionisti, sassofonisti, coristi e ben 11 ingegneri del suono.
Basta dire che fecero provare per ore Bernard Purdie, leggenda vivente del jazz e inventore del Purdie Shuffle (terzine nel tempo tagliato) le sue parti nei brani. Tutti i batteristi, tra i più grandi di sempre (ricordo Steve Gadd, Jeff Porcaro dei Toto, Rick Marotta e altri ancora) passarono ore a provare il tocco che volevano quei due, che non contenti chiesero a Roger Nichols, uno dei più grandi ingegneri del suono americani, di creare una drum machine particolare che li aiutasse: con un investimento di 150 mila dollari (una follia per l’epoca) Nichols portò loro Wendel, che per quanto fosse il massimo di sofisticatezza del tempo, per difficoltà nella programmazione fu usata pochissimo. Ma c’è un particolare simpatico: quando l’album divenne disco di platino, un disco celebrativo fu regalato persino a Wendel in quanto “artefice” del successo. Chi altro poteva chiedere a Mark Knofler, in quei mesi il chitarrista più famoso del mondo per quel pezzo leggendario che fu Sultans Of Swing, di provare ore intere un assolo da 40 secondi per Time Out Of MInd? O chi poteva pensare di passare per 55 tentativi prima di centrare la voluta dissolvenza finale di Babylon Sisters?
Tutte le canzoni sono dei gioielli in un disco che racconta di hipster un po’ in là con gli anni in cerca di divertimento: Babylon Sisters ne è l’essenza, quasi a disegnare un sogno californiano che finisce a bere un kirschwasser from a shell; oppure la famosissima Hey Nineteen (che si dice fosse piaciuta tantissimo a John Belushi che ne voleva fare un soggetto per un film) dove un attempato conquistatore rimane basito che la sua nuova conquista diciannovenne non conosca Aretha Frankiln (Hey Nineteen/ That’s ‘Retha Franklin/ She don’t remember the Queen of Soul/ It’s hard times befallen/ The sole survivors/ She thinks I’m crazy/ But I’m just growing old), in una sorta di incomunicabilità generazionale (No, we got nothin’ common/ No, we can’t dance together/ No, we can’t talk at all) e che finisce in una probabile ritiro tra Cuervo Gold (una famosa marca di tequila), Fine Colombian (che non è cioccolato bianco) e Make tonight a wonderful thing tra il sibillino e una solitaria sconfitta sentimentale. Glamour Profession racconta la vita scintillante di uno spacciatore, raccontata con dovizia di particolari; Gaucho, altro classico, una storia d’amore gay mandata in frantumi da un gigolò che veste i panni bizzarri di un gaucho, un uomo in spangled leather poncho che riesce a distruggere la quiete domestica della coppia entrando dentro la loro preziosa dimora, la leggendaria custerdome (uno dei luoghi steelydaniani per eccellenza, che non ha una traduzione letterale soddisfacente) e fu scritta pensando a Long As You Know You're Living Yours di Keith Jarrett, dal suo disco del 1974, Belonging. Jarrett ottenne il riconoscimento come autore e il relativo pagamento di diritti d’autore (nelle moderne ristampe compare come autore del brano). Time Out Of Mind è probabilmente il racconto di un primo racconto con l’eroina, a inseguire “dragoni” fino a Lhasa. My Rival è la storia intrigante di un tradimento, ma visto attraverso gli occhi di un investigatore privato con l’apparecchio acustico (He’s got a scar across his face/ He wears a hearing aid) sulle tracce di qualcuno da smascherare (Sure, he’s a jolly roger/ Until he answers for his crimes/ Yes, I’ll match him whim for whim now). E l’ultima canzone è un altro colpo da KO: Third World Man è un'accusa niente affatto sottintesa al falso interesse per le questioni sociali dei paesi in via di sviluppo, che ha perfino un verso cantato in italiano da Fagen (è l’era del terzo mondo, scritto con Victor di Suvero, poeta italiano naturalizzato americano) e ha l’ultima pazzia: l’assolo, meraviglioso, di Larry Carlton fu ripescato dalle registrazione di The Royal Scam (del 1976) e ricostruito per quella canzone, tanto che Carlton nemmeno sapeva fosse presente nei crediti del disco. Sulla musica di questi brani, lascio a voi scoprire tutte le meraviglie sonore, di ricercatezza, gli effetti da sentire e risentire, ma molti se ne accorsero presto, perché vinse il Grammy Award del 1981 per la migliore registrazione non classica. Dopo tutto questo, gli Steely Dan si sciolgono. Fanno in tempo a scrivere, a nome solo di Fagen, quell’altro capolavoro che è The Nightfly (1982, con la copertina più bella di tutti i tempi – andatela a vedere) e a ritornare, dopo 21 anni, con Two Against Nature che, come potrebbe raccontare un testo delle loro canzoni perfette, li fa conoscere ad una nuova e giovane generazione, ammaliata da quel tocco incredibile che la leggendaria rivista jazz Downbeat una volta descrisse così: Non c’è nulla che suona così bene come un disco degli Steely Dan.
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burlveneer-music · 3 days
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Tony Levin - Bringing It Down to the Bass - Single Edit - a sample of his forthcoming solo album, sounding like a jazzier King Crimson (imagine!) (video reeks of AI though)
The first single and title track "Bringing It Down to the Bass" features Manu Katché (drums), Dominic Miller (guitar), Pete Levin (keyboards), and Alex Foster (sax). Tony Levin's new solo album Bringing It Down to the Bass will be available September 13th from Flatiron Recordings. Special guest on the album include Robert Fripp, Mike Portnoy, David Torn, Jerry Marotta, Larry Fast, Steve Gadd, Steve Hunter, Pat Mastelotto, L. Shankar, Gary Husband, Jeremy Stacey, Colin Gatwood, Markus Reuter and Vinnie Colaiuta.
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Un Disco per la Pausa Pranzo no. 3 - 14 Settembre 2017 - Peter Gabriel - So - 1986
Canzoni:
Red rain
Sledgehammer
Don't give up
That voice again
In your eyes
Mercy Street
Big time
We do what we're told (Milgram's 37)
This is the picture (Excellent birds)
Canzone preferita: Tutte! Beh, forse la più originale: We do what we're told (Milgram's 37)
Musicisti:
Peter Gabriel: Voce, CMI, Prophet (tranne 5 e 7), Pianoforte (tranne 7 e 9), Linn 9000 (3 e 7), Percussioni (4), Yamaha CS-80 (6), LinnDrum (9), Synclavier (9), Sintetizzatori (5 e 7)
Tony Levin: Basso elettrico (1-5), Drumstick Bass (7)
David Rhodes: Chitarre (tranne 6 e 9), Cori (tranne 1 e 5)
Jerry Marotta: Batteria (1 e 8), Batteria aggiunta (5) Basso elettrico (7)
Manu Katché: Batteria (2-5), Percussioni (3-5), Talking Drum (5 e 9)
Chris Hughes: Percussioni elettroniche, Programmazioni (1)
Stewart Copeland: Hi-Hat (1), Batteria (7)
Daniel Lanois: Chitarra (1, 2 e 4), Tamburello (2), Chitarra surf (7), Chitarra a 12 corde (9)
Wayne Jackson: Tromba (2 e 7), Cornetta (7)
Mark Rivera: Sassofono tenore (2 e 7), Sassofono preparato (6), Sassofono contralto, Sassofono baritono (7)
Don Mikkelsen: Trombone (2 e 7)
P.P. Arnold: Cori (2 e 7)
Coral Gordon: Cori (2 e 7)
Dee Lewis: Cori (2 e 7)
Richard Tee: Pianoforte (3, 5 e 6)
Simon Clark: Tastiere, Cori (3), Organo Hammond, Programmazioni, Basso elettrico (7)
Kate Bush: Voce (3)
L. Shankar: Violino (4 e 8)
Larry Klein: Basso elettrico (5 e 6)
Youssou N'Dour: Cori (5)
Michael Been: Cori (5)
Jim Kerr: Cori (5)
Ronnie Bright: Voce basso (5)
Djalma Correa: Surdo, Congas, Triangolo (6)
Jimmy Bralower: Programmazioni, Gran Cassa (7)
Bill Laswell: Basso elettrico (9)
Nile Rodgers: Chitarra (9)
Laurie Anderson: Sintetizzatori e Voce (9)
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im-tryingtoloveyou · 4 months
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Isak (o un David o uno Zirkzee) qui verrebbe a fare il titolare con Thuram, in più hai Taremi e un profilo che abbia la qualità di Gudmundsson (non necessariamente lui come detto, sono d'accordo). Hai un attacco abbastanza giovane, futuribile, di qualità e che sopperirebbe a Lautaro perché uno come Isak garantisce gli stessi gol, in champion è una scommessa ma tanto lo stesso Lautaro non è che sia mai stato determinante. Uno come Isak lo paghi con Lautaro, un Gudmundsson sui 25 mln + i 20 di Bento con il resto delle cessioni.
La questione difensori la trovo preoccupante perché i due centrali sono due cariatidi. Bisseck non credo sia pronto per fare il titolare e soprattutto non al centro, ieri era sempre o in ritardo o fuori posizione e deve migliorare dietro, il difensore deve saper difendere per prima cosa. Forse Pavard può andare al centro ma non penso che Inzaghi lo veda perché non è un marcatore puro, penso voglia continuare ad averlo braccetto con Bisseck ottimo sostituto. Comunque le possibilità per puntellare la rosa ci sono, io oggi Lautaro non lo trovo assolutamente insostituibile. Anzi lancio la provocazione, tra i top è quello di cui mi priverei a cuor leggero. Pesa perché è il capitano, ma pazienza non è il primo né l'ultimo. chiedere quei soldi da un anno significa a priori non pensare alla permanenza come l'unica scelta possibile tanto.
Non voglio passare per una Inzaghi hater, giuro, ma questi giovani giocherebbero titolari con Limone? C'è anche questo da chiedersi. Perché la scusa del "non conosce la serie A", "non ha esperienza", "è giovane ancora, c'è tempo" è stata usata in passato e non vorrei che la società spendesse 40 milioni o più per poi ritrovarsi il giocatore sempre in panchina.
Marotta e Ausilio devono essere bravi a saper vendere gli esuberi questa estate (Correa, Carboni, anche Arnautovic non sarebbe male) per ricavare almeno 40 milioni per poter prendere un altro attaccante e Bento (sempre se Oaktree non ci frega facendoci coprire la perdita del bilancio e lì un altro big lo devi cedere sicuro).
In difesa possiamo stare certi che i due centrali che abbiamo non reggeranno un'altra stagione, molto più lunga stavolta. L'ideale sarebbe prendere un p0 che può farti anche da braccetto (Bastoni avrebbe bisogno di un vice, perché Carlos è il vice di Dimarco, ma vabbè, ci si arrangia così) e sbolognare uno tra Acerbi e de Vrij in estate.
A me umanamente dispiacerebbe tanto, c'è stato questo odio/amore sin da subito con Lautaro, ma forse anche per l'età che ha è meglio lasciarlo andare adesso e ricavarci 90-100 milioni da poter reinvestire.
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x----tine · 4 months
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THE WHITNEY REVIEW Of New Writing Issue 002 Winter 2023/2024
THE SECOND ISSUE OF THE WHITNEY REVIEW OF NEW WRITING
Issue 002 Winter 2023 / 2024
THIS ISSUE IS ABOUT DESPERATION, EXCESS, ROMANCE, AND GRIEF
A collection of original author interviews, book reviews, and essays from the sharpest cultural commentators including:
MCKENZIE WARK X JOURNEY STREAMS MICHELLE TEA X CASEY JANE ELLISON TRAVIS JEPPESEN X SLAVA MOGUTIN ESSAYS BY EM BRILL, DAVID FISHKIND, AND STEVEN PHILLIPS HORST
POETRY BY CRISTINE BRACHE AMALIA ULMAN ON NATASHA STAGG REVIEWS BY A. S. HAMRAH, DIAMOND STINGILY, DREW ZEIBA, JOHANNA FATEMAN, MAYA MARTINEZ, GEOFFREY MAK, RACHEL OYSTER KIM, LILY MAROTTA, PAUL KOPKAU, JUSTIN MORAN, JOHN BELKNAP, PHILIPPA SNOW, COLLEEN KELSEY, TAMARA FAITH BERGER, KAWAI SHEN, VIVIEN LEE, NATE LIPPENS, HALEY MLOTEK, ALISSA BENNET, ESRA SORAYA PADGETT, T. AMOLO OCHIENG' NYONG'O, MAX STEELE, TONY JACKSON, NABEN RUTHNUM, AND MORE...
READ ABOUT IT IN OFFICE MAGAZINE
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linguistlist-blog · 6 months
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Confs: Linguistica Oggi e Domani
Giovedì 18 aprile 2024 ore 15:00 Saluti istituzionali ore 15:15 Giovanna Marotta, Università di Pisa Linguistica ieri, oggi e domani ore 15:30 Marco Mancini, Sapienza Università di Roma Spie, forme, congetture: storia linguistica e filologia ore 16:15 Elisabetta Magni, Università di Bologna Immaginare il mutamento: le metafore della linguistica storica, tra passato, presente e futuro ore 17:00 Pausa caffè ore 17:15 Davide Crepaldi, SISS http://dlvr.it/T47H1t
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whileiamdying · 7 months
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House of Blues honors the late Sharon Jones with artist mural on Lansdowne Street
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By Michael O'Connor Marotta on January 17, 2017
Few people know this, but on the morning of June 1, 2014, the House of Blues on Lansdowne Street momentarily stood without a roof. That’s because Sharon Jones & The Dap-Kings played the rock club the night before — and proceeded to tear that sucker right off.
This week, the House of Blues has honored Jones — who passed away in November at the age of 60 after a battle with pancreatic cancer — with a fitting mural. It’s located near the entrance of the Foundation Room, is part of the venue’s #hobbostonart campaign, and was created by Meghan Pierce, Molly Kafka, and Hannah Earley.
Pierce and Earley were two of the creative talents behind the House of Blues’ previous tribute mural, of David Bowie and Prince, which first went up on Lansdowne last summer. The pieces on display are not permanent, and this looks like it will be an ongoing, rotating series by the venue to honor late musical heroes.
And Jones is no stranger to the House of Blues.
In addition to the May 2014 show (the Dap-Kings DJ’d Cambridge dance party Soulelujah afterwards), Jones played the room a handful of times, including an explosive May 2010 gig and a Big Brothers Big Sisters of Massachusetts Bay “Big Night” fundraiser in February 2013. At that February show, Jones’ Dap-Kings were unable to get to Boston due to the blizzards that hit the area, so, as the Globe reported at the time, the powerful and charismatic soul singer performed with fellow headliners Grace Potter & the Nocturnals.
She is truly missed.
Take a look at the mural below.
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mychameleondays · 11 months
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John Lennon: Mind Games
Music For Pleasure 1A022-58136, 1980
Originally released: 29 October 1973
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alessandro54-plus · 9 months
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Marotta prende le distanze da possibili favoritismi e rivendica i meriti dell'Inter
articolo: Marotta prende le distanze da possibili favoritismi e rivendica i meriti dell’Inter (90min.com) Le dichiarazioni di Giuseppe Marotta, ad dell’Inter, nella sede della Lega Serie A. L’Inter, nell’ultimo turno di campionato, ha battuto il Verona per 2-1: a decidere la sfida ci ha pensato Davide Frattesi al 94‘. Il centrocampista nerazzurro si è lasciato andare poi in un’esultanza…
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reginadeinisseni · 11 months
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Ginger e Fred Official Trailer #1 - Marcello Mastroianni Movie (1986)
TONINO GUERRA Federico Fellini2 BALLERINI: QUANDO SI SEPARERANNO L UOMO ANDRA' IN MANICOMIOSoggetto Federico Fellini, Tonino Guerra. Sceneggiatura Federico Fellini, Tonino Guerra, Tullio Pinelli Produttore Alberto Grimaldi Fotografia Tonino Delli Colli, Ennio Guarnieri Montaggio Nino Baragli, Ugo De Rossi, Ruggero Mastroianni Effetti speciali Adriano Pischiutta Musiche Nicola Piovani Scenografia Dante Ferretti Trucco Amedeo Alessi Interpreti e personaggi Giulietta Masina: Amelia Bonetti/Ginger Marcello Mastroianni: Pippo Botticella/Fred Franco Fabrizi: Aurelio, il presentatore Ezio Marano: scrittore Totò Mignone: Totò Jacques Henri Lartigue: Frate Gerolamo Augusto Poderosi: Evelina Pollini Friedrich von Ledebur: ammiraglio Aulenti Friedrich von Thun: Armando Bissanti Antonino Iuorio: ispettore di produzione Fabrizio Fontana: Floris Tartarina Barbara Scoppa: Barbara, giornalista di gossip Elisabetta Flumeri: giornalista Claudio Botosso: giornalista nello studio televisivo Salvatore Billa: Clark Gable Leonardo Petrillo: Marcel Proust Daniele Aldrovandi: Marty Feldman Eolo Capritti: Telly Savalas Ginestra Spinola: chiromante Sergio Ciulli: figlio della chiromante Elena Cantarone: infermiera Alex Partexano: marinaio Stefania Marini: Stefania Roberto Accornero: autista pulmino Francesco Casale: Catanzaro, il mafioso Rosario Galli: Angelo Stefano Gragnani: De Nittis Ennio Antonelli: il facchino Giorgio Juorio: Salvatore Gianfranco Alpestre: avvocato rapito Franco Marino: impresario nani Davide Marotta: un nano Ivano Marescotti: un uomo del presidente Doppiatori originali Alberto Lionello: presentatore Tv Gianni Bonagura: Totò Mario Maranzana: Frate volante Corrado Gaipa: L'ammiraglio Aulenti Marco Bresciani: Travestito Oreste Lionello: presidente della rete televisiva, Woody Allen, scrittore Claudio Capone: un intervistatore Enzo Liberti: cameriere Pino Ammendola: onorevole Tartina Pino Insegno: cameriere Oreste Rizzini: presidente TV Solvejg D'Assunta: signora Silvestri, attrici, donna con corona Carlo Croccolo: signor Guadascone, frate guardiano Mario Maranzana: frate Gerolamo Piero Tiberi: Angelo HD
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