un-intruso-nel-mondo · 2 years ago
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Siete tutte uguali voi o troppo diverso io?
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uno-spazio-nell-oblio · 1 year ago
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Etichette scomode, verità libere
Possiamo esser tutto, possiamo esser niente, puoi dare delle etichette
Le parole ci vincolano, ci definiscono, ma non possono mai contenere
L intricato sentire dell'essere umano
Possiamo esser tutto, nel calore di un abbraccio,
nella dolcezza di un bacio o nel sorriso di un amico.
Possiamo esser niente, nell'ombra del silenzio,
nell'assenza di un gesto, nel vuoto di un momento.
Ma le etichette, ah, le etichette, che ci incollano addosso,
cercando di ridurci a un'unica forma, a un solo sguardo.
Etichette che imprigionano, limitano e confondono,
che sottraggono alla nostra vita il suo vero significato.
Siamo mosaici di esperienze, di emozioni e di pensieri,
sfaccettature iridescenti di un'unica anima.
Siamo più di ciò che ci si aspetta, più di un'identità prefabbricata,
siamo un universo di possibilità in movimento.
E lasciate che le nostre storie si intreccino senza limiti, senza etichette né confini.
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cosevita · 2 years ago
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Giovanni fatica a trovare le parole per dire la sua su cosa è vita, ma non solo perché l'italiano non è la sua lingua madre. Lui è un ultrasettantenne che non ha avuto un'educazione decente e da molti anni vive sulle strade.. In più, ebbe numerosi figli di cui perse traccia; vedi la sua storia completa - e tante altre - iscrivendoti al canale YouTube:
» https://www.youtube.com/@cos_e_vita?sub_confirmation=1
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falcemartello · 2 months ago
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Non so se tutti si rendono conto delle dimensioni del disastro del settore automobilistico in Europa: gigantesco, epocale.
La causa non è la tecnologia, o i mancati investimenti (oddio un po’ sì, ma solo in parte): la causa è la forte crisi della domanda: in un mercato già in fase calante (per fattori economici, demografici, di stili di vita) la decisione di FISSARE una data (oltretutto stringente) per lo stop alla vendita delle auto termiche (unici al mondo) ha portato una tale incertezza negli acquirenti (cosa, come, ma soprattutto QUANDO comperare) che ha bloccato la domanda.
Provate a pensare all’effetto di milioni di cittadini che ritardano, anche solo di 1 anno, l’acquisto di un auto nuova, magari perché vogliono capire meglio che direzione prendere. Ne deriva un mercato dove la domanda va a intermittenza, o a piccoli strappi (tipo quando vengono reintrodotti gli incentivi per le auto elettriche). Il tutto con effetti devastanti sulla pianificazione industriale di un settore che ha cicli molto lunghi e investimenti enormi da fare per allestire gli impianti di produzione.
Un settore che occupa 13 milioni di lavoratori e vale l’8% del PIL europeo. Si stimava, l’anno scorso, che i posti a rischio fossero 1,5 milioni, ora sono molti di più. Volkswagen, ad esempio, ha appena rescisso il contratto collettivo sulla garanzia del lavoro: da gennaio i licenziamenti. Bosch a luglio ha raggiunto un accordo sindacale per un centinaio di esuberi in Italia, vediamo quanto dura.
Vorrei che fosse chiara una cosa però: il problema non è auto elettrica vs auto termica, quindi evitiamo di far partire la solita diatriba tra opposti supporter: il problema è aver messo una DATA DI SCADENZA. Una data di scadenza ha impatti forti sulla domanda di qualsiasi prodotto, figuriamoci su quella di un bene che rappresenta un investimento pluriennale.
Se una tale decisione fosse stata presa da un CdA ora i componenti sarebbero tutti a spasso, invece i politici che l’hanno presa sono ancora più o meno tutti lì, continuano a pontificare, e quel che è peggio, parte dell’elettorato gli dà ancora credito.
Voi direte: ma a suo tempo nessuno ha detto niente? Per la verità qualcuno, lato industria, ci fu, che disse che era una scelta folle, ma venne emarginato e bollato con lo stigma del “sei contro il progresso” (es. Tavares) ma ci fu anche chi sposò con entusiasmo l’idea, come il CEO di Volkswagen Diess, che è stato fatto fuori (anche) per questo.
Pagheremo a caro prezzo il fatto che nessuno abbia saputo fermare una decisione del genere, ma quel che è peggio è che non sembra proprio che abbiamo ancora sviluppato gli anticorpi per contrastare le follie ideologiche, che trovano invece ancora largo seguito.
Spiace pensare che solo una crisi profonda, che pagheranno tutti i cittadini, ci aiuterà, forse, a non commettere di nuovo certi errori.
Mauro Rizzi
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abr · 2 months ago
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Ieri sera si sarebbe dovuta giocare la partita Belgio-Israele qui a Bruxelles. Ma le autorità hanno preferito dire di no per "ragioni di sicurezza", tra rischio attentati e di sommosse. Il match è stato spostato a Debrecen, Ungheria, dove non hanno questi problemi. Chissà mai perché. In modo del tutto scorrelato, l'Ungheria continua ad essere nel mirino dell'Europa sul piano dei "diritti".
Adattato da https://x.com/LeonardoPanetta
Non ci sono più scuse per ignorare la correlazione tra IMMIGRATI ISLAMICI AGGRESSIVI e PALESTOFANTI. La si può vedere come la vedono i woke, fruttifera, oppure al contrario, ma non si può fingere di non vedere.
Quanto all'Ungheria: mi fa tornare alla memoria un bidello della scuola elementare dei miei tempi, emarginato, addirittura minacciato dai colleghi inviperiti con lui, perché identificava da solo le cose giuste e urgenti da fare senza attendere ordini, le faceva bene e in tempi rapidi, insomma risolveva problemi ... pàrdon, metteva tutti gli altri sindacalizzati in cattiva luce. Non v'è chi non veda come si comportasse in modo non solidale per competitività capitalishta materialishta, maledettoh.
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thelastdinner · 6 days ago
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Emarginato dalle spire del Tempo, letto solo per quello che sono: un fulmineo quanto innocuo punto a capo.
Trasfigurato dal giudizio degli occhi, considerato solo per poche sillabe scomposte su queste superfici schermate, di me si smarrisce sempre la capacità di essere rispetto a quella di sembrare.
Azeruel
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untuffonelpassato · 2 months ago
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Continuerò a dire ciò che penso anche se non ho mai avuto nessuno dalla mia parte, sono cambiati tutti quelli che si consideravano miei amici, neanche conoscenti erano, alla fine lo sai, l’unico che ti sta accanto fino al tuo ultimo respiro sei tu stesso, possiamo raccontarcela, ma non negare la realtà, qui ormai ho 30 anni, e trovare qualcuno che abbia una sua mentalità è come trovare qualcuno che ti ascolti e non si limiti a sentire la tua voce, non stupirti di quello che sto scrivendo, so che fa male leggere cose sensate ogni tanto, e mi fa sempre piacere quando vi sentite presi in causa, e mi sta sul cazzo quando sento dire che è colpa dei genitori…scuse, ho fatto una scuola dove la maggior parte dei ragazzi venivano da situazioni assurde in casa, eppure quest’ultimi hanno sempre avuto un rispetto esemplare, a voi piace vivere di scuse, arrampicarvi sugli specchi, mi domando come fa certa gente a vantarsi di avere “tanti amici” quando li ha solo per non rimanere emarginato. Viviamo ormai tutti, ognuno nella propria finta realtà, perché questa società ci ha fatto credere una cosa che poi era un’altra, (come fanno tutti quelli che ci circondano), ci ha distrutti interiormente, chi più chi meno, e ahimè nessuno si salva.
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telefonamitra20anni · 7 months ago
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Esistenzialismo, alienazione, incongruenza.
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Lo straniero.
Meursault è un uomo apatico e distaccato, un antieroe sociale, incapace di provare emozioni genuinamente profonde o di conformarsi a schemi dogmatici e labili consuetudini sociali. La sua indifferenza nei confronti degli eventi più cruciali della sua vita lo lascia inerme, inetto, conducendolo a compiere scelte del tutto discutibili, culminando nella sua condanna a morte per omicidio.
Marcello cattura in modo straordinario e fervente l'essenza di questo personaggio così complesso e controverso trasmettendo al pubblico la sua apatica freddezza, adornata da un' inquietante calma, anche dinnanzi alla tragedia e all'ingiustizia, contribuisce al dono di un contrasto acceso, sottolineando un tratto di fatua e delicata sensibilità.
Lo straniero è un excursus esplorativo attraverso temi profondi come l'alienazione, l'assurdità distopica della vita e la mancanza di senso nell'esistenza umana e delle sue discutibili convenzioni sociali, nei suoi confini emarginati in regole da perseguire, per porsi il "dovere di essere" perfino quello che non si sente di essere. Mersault, resta ben lontano da tutto questo, scegliendo distintamente di camminare controcorrente, trascinato, emarginato, inetto, a suo modo elucubrante di un concetto ben più semplice, più asciutto, avulso da ogni sovrastruttura esistenziale, del tutto conscio di non essere l'unico a permeare il ruolo di un uomo alienato in una convenzione sociale e morale.
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catsloverword · 1 year ago
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E ti insegnano a scuola che quando esci dallo studio devi chiudere la porta e lasciare lì il lavoro, le sue emozioni.
A volte riesco. A volte no. Spesso non voglio farlo!
Ti insegnano questa cosa perché lavori col dolore e non puoi fartene carico e non puoi portarlo a casa.
Un pò sbagliano secondo me.
Non puoi portarti a casa il dolore: giusto!
Ma non puoi lasciare dietro una mandata di chiave quello che hai ricevuto.
Ho visto un sorriso tra le lacrime.
Ho visto un bambino andare via grato di essere stato ascoltato e creduto per una volta almeno.
Ho visto un senso di colpa sparire.
Ho visto un depresso trovare la luce per qualche momento.
Ho visto due genitori sperare.
Ho visto un emarginato capire che non è lui quello sbagliato.
Ho visto un criticato capire che il problema è di chi critica.
Ho visto attimi di speranza!
Ho visto i miei studi, ma anche il mio soffrire, a servizio.
Ho visto che tutto torna, tutto quadra, sempre.
Perché chiudere lì tutto questo?
No, questo invece lo porto a casa!
Grata!
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fallimentiquotidiani · 9 months ago
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E fa l' alternativo per scopare. Lo facevano anche ai miei tempi
Ma guarda che adesso scopa solo chi guarda Sanremo, chi non lo guarda è un cazzo di emarginato della società.
Siamo nel 2024, anni in cui se non lo guardi sei out, non siamo più nel 2003, anni in cui se lo guardavi eri un coglione supremo.
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uno-spazio-nell-oblio · 2 years ago
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“Non si deve mai stare al centro. È molto meglio stare di lato perché si vedono meglio le cose. Io sono da sempre un'outsider, credo sia una condizione di privilegio.”
YOKO ONO
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rotta-in-mille-pezzi · 3 months ago
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Era nel buio che si nascondeva chi viveva da emarginato. Chi costruiva tetti con la solitudine, per ripararsi dalle gocce di dolore. Chi si nutriva di isolamento e si abbigliava di maschere di dissimulata socievolezza.
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francescosatanassi · 2 years ago
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È DIFFICILE
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Una cosa difficile che proverò a spiegare: l’idea di sconfiggere la criminalità isolando per sempre un essere umano in una cella, privandolo della dignità che ogni essere vivente dovrebbe avere e dei rapporti sociali alla base della vita stessa, non ha alcun senso. Il carcere dice di voler rieducare a non commettere più il reato per il quale una persona è stata condannata, ma ancora oggi appare come uno strumento quasi esclusivamente punitivo e vendicativo. Quindi chi sbaglia non deve pagare? Forse la domanda è sbagliata. Dovremmo chiederci: chi sbaglia deve subire per tutta la vita una punizione fine a se stessa o va aiutato a fare in modo che lui e altri non commettano più quel reato fino alla scomparsa del reato stesso? La stragrande maggioranza di chi entra in carcere né esce (se esce) distrutto, etichettato come sbagliato, emarginato, isolato, e torna recidivo nello stesso reato o in reati più gravi. Il carcere così com’è strutturato non funziona, non ha la funzione che dice di avere. Ma il mafioso? Il pedofilo? Lo stupratore? Bisogna capire se cerchiamo vendetta o se vogliamo trasformarci in una società migliore. È difficilissimo immaginarlo, io sono il primo a non riuscirci, perché la vendetta è il primo desiderio che ci assale, ma è un desiderio imposto, si accende in noi perché così è più semplice, è un metodo accettato: chi sbaglia, paga. Lo sciopero della fame di Alfredo Cospito va guardato sotto questa lente: gli anarchici sognano una società senza carcere non perché i delinquenti possano girare indisturbati, ma perché credono in una società dove la criminalità non esiste, che si autogoverna con la solidarietà, dove gli uomini provvedono ai proprio bisogni senza farli propri in modo illecito. La maggior parte di chi finisce in carcere ha commesso reati per necessità, se creiamo una società che soddisfa i bisogni di tutti, senza una gestione del potere che ci divide in sfruttati e sfruttatori, la necessità di agire in modo illecito sparirà, e sparirà anche il reato. Un'utopia, ma la costruzione di un mondo migliore è ancora possibile? Forse solo come illusione, ma può essere utile allargare lo sguardo e continuare a porsi la domanda.
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matto77 · 1 year ago
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Domani, questo regime bacato crolla e ci ritroveremo nel paradiso capitalista; su quelle gradinate saliranno miliardari, star del cinema, politici abbronzati... E nel recenito degli intellettuali, Jean-Paul Sartre, per esempio. No, è appena morto, beh, ci metteranno un altro. Ma sa qual è la cosa pià buffa? Che la folla sfilerà ugualmente, come niente fosse. Già, perchè non le importa granchè di sapere chi occupa le tribune, l'importante è che qualcuno le occupi. E' questo che dà un senso alla vita del nostro formicaio umano. Sì, invece della statua di Lenin si potrebbe immaingare un playboy in smoking. Un giorno succederà. E di nuovo sfileranno quelle tre categorie: una grande maggioranza di placidi sonnambuli, i cinici e qualche ribelle emarginato..."
Andrei Makine - il libro dei brevi amori eterni
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ilblogdellestorie · 2 years ago
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È morto a 85 anni l’autore di manga e anime giapponese Leiji Matsumoto, conosciuto in Italia soprattutto per l’anime Capitan Harlock, che andò in onda dalla fine degli anni Settanta ai primi anni Duemila.��Matsumoto iniziò a lavorare come fumettista, specializzandosi presto in trame di fantascienza come quella di Capitan Harlock, ambientato nell’anno 2977 e il cui protagonista è un militare emarginato ribellatosi al governo della Terra e diventato un pirata spaziale alla guida di un’astronave, l’Arcadia. Tra gli altri suoi lavori più famosi c’è anche Galaxy Express 999, che andò in onda anche in Italia ed è ambientata nello stesso universo narrativo di Capitan Harlock. Matsumoto ha anche lavorato a diversi video animati dei Daft Punk, il noto gruppo francese di musica elettronica, compreso quello della canzone One more time.
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a-differentmind · 6 months ago
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Al concerto della terra quando si è esibito Pietro Morello ha chiesto a tutti "alzi la mano chi almeno una volta nella vita si è sentito solo,indifeso emarginato,diverso e non capito".
Ho alzato la mano e cosi un sacco di altre persone compresa la ragazza vicino a me...e nulla qualche anno fa questo non sarebbe successo.
Arrivare ad una consapevolezza di se stessi,non vergognarsi di dire/pensare le cose è una delle vittorie più preziose a livello personale.
Bisogna essere sempre contenti di cio che siamo,nonostante la nostra mente cerchi di sabotarci continuamente.
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