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#Inventario Privato
marcogiovenale · 5 months
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22 aprile, accademia di brera: primo incontro di francesca marica sulla pratica di scrittura poetica
Inventario Privato, Accademia di Brera, aula 8.Ospite del Prof. Pasquale Polidori e del suo corso di Arti Pittoriche, domani mattina Francesca Marica terrà un primo incontro sulla pratica di scrittura poetica analizzata lungo tre direttive variabili e scalari: soggettività/ linguaggio ed elemento spaziale.Lo spazio è uno degli argomenti centrali del corso di studi di questo anno e sul concetto di…
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ma-pi-ma · 1 year
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Hai fatto burrasca e hai fatto sereno, fai sereno e burrasca perché ti amo ti tocca questo che tu voglia o no, io approderò nel tuo porto.
Elio Pagliarani, Inventario privato
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winckler · 4 years
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Se facessimo un conto delle cose che non tornano, come quella lampada fulminata nell'atrio alla stazione e il commiato allo scuro, avremmo allora già perso, e il secolo altra luce esplode che può farsi per noi definitiva. Ma se ha forza incisiva sulla nostra corteccia questa pioggia nel parco da scavare una memoria - compresente il piano d'assedio cittadino in tutto il quadrilatero - e curiosi dei pappagalli un imbarazzo ci rende, per un attimo, dicendoti dei fili di tabacco che hai sul labbro, e perfino una scoperta abbiamo riserbata: anche a te piace camminare? (e te non stanca? che porti tacchi alti, polsi, giunture fragili che il mio braccio trova a fianco, il tuo fianco, le mani provate sopra i tasti milanese signorina) se ci pare che quadri tutto questo con l'anagrafe e il mestiere, non il minimo buonsenso un taxi se piove / separé da Motta Ginepro e Patria / poltrone alla prima ci rimane, o dignità, se abbiamo solo in testa svariate idee d'amore e d'ingiustizia.
–  Elio Pagliarani (da “Inventario Privato”,1959)
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Amore, la tua angoscia trasparente, «potrei perdere le mani, gli occhi» dicevi, trasparente timore dell’amore.
Elio Pagliarani, Inventario privato.
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rettabaleno · 3 years
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Se facessimo un conto delle cose che non tornano, come quella lampada fulminata nell'atrio alla stazione e il commiato allo scuro, avremmo allora già perso, e il secolo altra luce esplode che può farsi per noi definitiva. Ma se ha forza incisiva sulla nostra corteccia questa pioggia nel parco da scavare una memoria - compresente il piano d'assedio cittadino in tutto il quadrilatero - e curiosi dei pappagalli un imbarazzo ci rende, per un attimo, dicendoti dei fili di tabacco che hai sul labbro, e perfino una scoperta abbiamo riserbata: anche a te piace camminare? (e te non stanca? che porti tacchi alti, polsi, giunture fragili che il mio braccio trova a fianco, il tuo fianco, le mani provate sopra i tasti milanese signorina) se ci pare che quadri tutto questo con l'anagrafe e il mestiere, non il minimo buonsenso un taxi se piove / separé da Motta Ginepro e Patria / poltrone alla prima ci rimane, o dignità, se abbiamo solo in testa svariate idee d'amore e d'ingiustizia.
Elio Pagliarani, da Inventario privato 
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myborderland · 5 years
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Ti dicevo al telefono (di cui più mi prendono le pause, gl'imbarazzi docili, e se ci udiamo respirare) ti dicevo al telefono un amore che urge, e perché.
(Elio Pagliarani  da Inventario privato, 1959)
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poegrasia · 5 years
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A dirli questi mesi sembra agevole con il margine di rischio necessario a chiamare la vita col suo nome: primavera invocata tempestiva fu tempesta, e in vista della terra il naufragio balordo; giugno vissi per rassegnarmi a perderti; è di luglio la più cupa speranza di riuscire a fare della morte un'abitudine.
Elio Pagliarani • da: Inventario privato Gli Amanti senza volto by Jarek Puczel
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Concluso da Disma il lavoro di descrizione e riordino dell’archivio privato di Mario Rigoni Stern, donato dalla famiglia dello scrittore al Comune di Asiago nel 2020 e ora conservato presso la biblioteca comunale di Asiago.
L’archivio contiene oltre 36 metri di documentazione raccolta dallo scrittore asiaghese lungo tutto l’arco della sua vita: bozze e manoscritti letterari si accompagnano a documenti e materiale visivo, nonché al ricco epistolario, di natura sia personale che professionale.
L’intervento è risultato nel riordino e ricondizionamento della documentazione e nella redazione di un inventario analitico, il cui contenuto e struttura saranno disponibili su piattaforma xDams.
Il prosieguo della collaborazione con il Comune di Asiago prevede un’ulteriore fase di studio, volta alla valorizzazione dell’archivio nella cornice delle celebrazioni per il centenario della nascita dello scrittore.
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Nuovo post su https://is.gd/szFC6J
Liborio Salomi e il capodoglio di Punta Palascia (I parte)
di Riccardo Carrozzini
Liborio Salomi (Carpignano Salentino, 1882 – Lecce 1952) è lo scienziato / geologo / naturalista / tassidermista, amico e collaboratore di Cosimo De Giorgi, al quale succedette nella cattedra di Scienze naturali e nella direzione del Museo – Gabinetto di Scienze presso l’Istituto “O. G. Costa” di Lecce. Di lui mi sono occupato nel volume Liborio Salomi, un illustre salentino quasi sconosciuto [1]. Ne riporto di seguito uno stralcio, che vede coinvolti gli addetti al Faro di Punta Palascia (Otranto), in ciò stimolato da Cristina Manzo, che ci delizia con i suoi bellissimi articoli sui Guardiani del mare (https://www.fondazioneterradotranto.it/2020/08/07/i-guardiani-del-mare-si-raccontano-e-i-piu-belli-sono-nel-salento-iv-parte/). E che in quello del 7 agosto parla proprio di quel faro, che sul web (non ricordo dove) ho trovato essere stato costruito nel 1869, sul luogo di una delle nostre tante torri cinquecentesche, all’epoca già allo stato di rudere, che fu interamente demolita. Ho un po’ ridotto e adattato il testo alle esigenze di questo sito: si tratta della vicenda (che vide Salomi protagonista nel 1902-1903) del recupero dello scheletro di un capodoglio, la cui carcassa in decomposizione venne avvistata proprio dai soldati del semaforo. Sarei curioso di sapere se esistono i diari dell’attività di quel faro (allora era presidiato) e, in caso affermativo, se in quello del 1902 la vicenda è stata riportata.
  Poco più che diciannovenne, da studente del secondo Liceo dell’Istituto “Capece” di Maglie, Liborio Salomi mise già alla prova tutte le sue capacità partecipando attivamente al recupero e alla preparazione dello scheletro di un grosso capodoglio morto, il cui corpo venne avvistato al largo di Otranto il 18 gennaio 1902 [2].
Il corpo di questo enorme pesce (che in realtà, come si sa, è un mammifero), visto in lontananza, fu scambiato, dai “soldati del semaforo, addetti al servizio di Otranto, in località così detta Palascia”, per il profilo di un natante naufragato; alcuni gruppi di pescatori si diressero perciò, a bordo di sette imbarcazioni, verso questa sagoma indistinta visibile al largo, sperando di trovarvi chissà quale bottino.
Rivelatosi per quello che era, il corpo del cetaceo, già in stato di decomposizione, venne trainato a Otranto, da dove il Sindaco dell’epoca ordinò che venisse rimosso e spostato in località “Rinule” [3], a causa del fetore che emanava, in attesa che chi di dovere decidesse il destino di quella enorme carcassa. Esiste una foto, in possesso di Teresa Salomi (figlia dello scienziato, ancora vivente), appena leggibile e che, malgrado ciò, ho pensato ugualmente di pubblicare, del corpo del cetaceo trasportato nel porto di Otranto.
Fig. 1 – Il capodoglio nel porto di Otranto; sul molo un gruppo di curiosi (Foto da Teresa Salomi)
  Frattanto la notizia era giunta a Maglie, dove il Presidente del Consiglio d’Amministrazione del Liceo Capece, avv. Raffaele Garzia, si interessò alla questione, manifestando il suo interesse anche presso il Ministero della Marina. Questo, con telegramma in data 24 gennaio, concesse il cetaceo al Ministero dell’Istruzione e per esso al Preside del Liceo Capece a “scopo scientifico”. Con telegramma del giorno successivo il Sindaco di Otranto comunicava al Preside che il Prefetto lo aveva reso partecipe di quanto sopra e che pertanto il cetaceo recuperato era nella disponibilità del Liceo Capece “subordinatamente intero pagamento spesa ricupero ed in caso rifiuto lo abbandoni ricuperatori”. Lo stesso giorno (25 gennaio) il Consiglio d’Amministrazione del Liceo Capece, convocato in via d’urgenza, adottava la deliberazione n. 51, con la quale si stanziavano £. 150,00 per l’acquisto “dello scheletro del cetaceo giacente nelle acque di Otranto”.
Il Salomi, già conosciuto nella sua scuola per la sua competenza e per gli interessi nel settore della preparazione di animali imbalsamati e scheletri, fu incaricato di recuperare, per l’Istituto “Capece”, lo scheletro del cetaceo, e si recò dove il corpo era stato portato, procedendo [4] alla rimozione di tutte le carni e le parti molli in decomposizione [5] e al dissezionamento dello scheletro; organizzò e sovrintese anche al trasporto dello scheletro stesso, ormai privato degli organi interni e in gran parte ripulito dalle masse carnose, a Maglie, dove le ossa vennero seppellite nella calce viva per una loro completa ripulitura.
Tra la documentazione reperita vi è poi una lettera del Presidente Garzia al prof. Giuseppe Consiglio [6] con la quale il docente veniva pregato “di compiacersi procedere al diseppellimento delle ossa del cetaceo, e provvedere per pulirle, facendosi aiutare da qualche alunno, se lo crede, per evitare spese all’Istituto”. Qui rientra in gioco il Salomi, che effettua la pulizia finale delle ossa dissotterrate e procede alla ricomposizione dello scheletro, come testimonia la fig. 5, in possesso della figlia Teresa e già pubblicata (sia pure in una versione “speculare” fornita dalla pronipote di Liborio dott. Elena Valsecchi) nell’articolo Braschi – Cagnolaro – Nicolosi (si veda la nota 2); la foto mostra lo scheletro, sommariamente ricomposto a Maglie, con accanto la figura inconfondibile del giovane Salomi [7].
Fig. 2 – Il frontespizio del fascicolo che contiene tutti i documenti della vicenda (archivio Fondazione “Capece”, Maglie)
  Non si capisce bene perché, ma le originarie motivazioni dell’acquisto, di cui si trova traccia nella delibera n. 51 (“per arricchire il materiale scientifico dei nostri Gabinetti”), vennero successivamente meno, tanto che venne deciso –credo unicamente per motivi economici, ma non ho trovato documentazione che confermi questa mia supposizione- di alienare lo scheletro, forse al miglior offerente, inoltrando la relativa offerta anche oltr’alpe.
Fig. 3 – La deliberazione n. 51 (Archivio Fondazione “Capece”)
  A tal proposito si segnala una lettera a stampa in lingua francese, su carta intestata, anch’essa in francese, non si sa se mai spedita (è, infatti, senza indirizzo), che trascrivo integralmente nella mia traduzione:
“Data del timbro postale – Il nostro Istituto ha acquisito, da qualche mese, lo scheletro di un capodoglio, restituito morto dal mare Adriatico nei pressi di Otranto il 19 gennaio 1902. Si tratta di un physiter macrocephalus femmina, il cui scheletro raggiunge la lunghezza di 15 metri [8] e la circonferenza di 7 metri all’altezza della parte anteriore del tronco. Non è ancora montato, ma tutti i suoi pezzi – mancano solo 8 dei 25 denti della mandibola destra – sono stati scarnificati con cura e seccati con la calce. Desideriamo venderlo o scambiarlo con altro materiale scientifico di zoologia in buono stato. In attesa di ricevere proposte, siamo pronti a fornirvi eventuali chiarimenti richiesti (foto, inventario dei pezzi, ecc.). Il Presidente dell’Istituto Raffaele Garzia.” La lettera è indirizzata, sempre a stampa, “ai Signori Direttori d’Istituti di scienze naturali, di Musei zoologici, etc.”, senza ulteriori specificazioni.
Fig. 4 – La lettera al prof. Consiglio (Fondaz. “Capece”)
  (continua)
  Note
[1] R. Carrozzini, Liborio Salomi, un illustre salentino quasi sconosciuto, Ed. Milella, Lecce 2015, ISBN 978–88–7048–581–3. Chi volesse saperne di più può cercare Liborio Salomi tra gli articoli della Fondazione Terra d’Otranto.
[2] Nell’archivio della Fondazione “Capece”, la cui sede è ubicata nello stesso stabile dell’omonimo Liceo, a Maglie, si trova, nella busta n. 9, un fascicoletto con la documentazione relativa a questa vicenda; in altre buste vi è anche traccia di alcuni mandati di pagamento relativi alla stessa. Ringrazio il Presidente della Fondazione dott. Dario Vincenti e l’addetta all’archivio dott. Giovanna Ciriolo per la grande disponibilità dimostrata e per l’autorizzazione a pubblicare la documentazione in loro possesso. Altro doveroso ringraziamento al prof. Roberto Barbuti, vice-Direttore del centro Interdipartimentale – Museo di Storia Naturale e del Territorio dell’Università di Pisa per le foto dello scheletro, l’articolo sullo stesso (S. Braschi,     L. Cagnolaro, P. Nicolosi, Catalogo dei Cetacei attuali del Museo di Storia Naturale e del Territorio                       dell’Università di Pisa, alla Certosa di Calci. Note osteometriche e ricerca storica, in Atti Soc. tosc. Sci. nat., Mem., Serie B, 114, 2007) ed altre notizie fornite. Ringrazio infine il dott. Nicola Maio dell’Università di Napoli, studioso dello scheletro dei cetacei dei musei italiani, con il quale ero in contatto per altre vicende relative al Salomi e che mi ha permesso di trovare e pubblicare la lettera/relazione di Salomi che si può leggere in questo articolo.
[3] Piccola cala ubicata circa 650 metri a nord della “punta” posta sulla costa a nord dell’insenatura principale della città di Otranto, ossia dopo l’odierna Riviera degli Haethei.
[4] Con l’aiuto di manovalanza non particolarmente qualificata, vedere relazione di Salomi trascritta più oltre.
[5] Il lavoro durò complessivamente tredici giorni; Teresa Salomi riferisce di aver appreso direttamente da suo padre che in quella occasione qualcuno gli insegnò a fumare il sigaro toscano, il cui “odore” riusciva in qualche modo a coprire o almeno a mitigare gli effetti dei miasmi nauseabondi emanati dall’enorme carcassa in decomposizione.
[6] prot. n. 110 in data 31 maggio 1902, fig. 4
[7] Si vedano anche le figg. 5a, 5b, 5c, 5d e 5e che raffigurano particolari dello scheletro prima del suo assemblaggio.
[8] I pochissimi articoli finora pubblicati sul Salomi, ed anche quanto riferitomi dalla figlia Teresa, in realtà concordavano sul fatto che la lunghezza del capodoglio sarebbe stata di 22 metri; la cosa mi insospettì fin da subito per due ordini di motivi: per quanto a mia conoscenza 22 metri era una dimensione più che rispettabile persino per una balenottera (i capodogli, più piccoli, non credevo arrivassero a tale misura), ed inoltre dalla fig. 5, in cui è visibile anche il Salomi, si desume facilmente che la lunghezza doveva essere notevolmente inferiore; il prof. Barbuti mi ha scritto infatti, il 15 gennaio 2013, che “non è lungo 22 metri bensì 12,57 metri”, evidentemente così com’è ancora esposto a Pisa; nella lettera riprodotta nella fig. 6 si parla di una lunghezza di 15 metri; Salomi nella sua relazione (ved. oltre) parla di una lunghezza massima di 12 metri.
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cutulisci · 7 years
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(via Come sono fatti certi libri, 27 / “Inventario privato”, di Elio Pagliarani)
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fratur · 8 years
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Se domani ti arrivano dei fiori sbagli se pensi a me (io sbaglio se penso che il tuo pensiero a me si possa volgere, come il volto tuo serrato con mani troppo docili a carpire quando sulle tue labbra m’era dato baci dalla città) non so che fiori siano: te li ha mandati per amore d’amore uno incontrato in trattoria dove le mie parole spesso s’urtano con la gente di faccia. ::::::Che figura t’ho data, quali fiori può accordare nella scelta all’immagine riflessa di te? Non devi amarmi se ti sbriciolo su una tovaglia lisa: e non mi ami
Elio Pagliarani, Se domani ti arrivano dei fiori, da Inventario Privato, Veronelli, 1959 (ora in Tutte le poesie, Garzanti)
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ma-pi-ma · 5 years
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Ti ho perduta per troppo amore, come per fame l’affamato che rovescia la ciotola col tremito.
Elio Pagliarani, da Inventario privato
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Ti dicevo per telefono (di cui più mi prendono le pause, gl'imbarazzi docili, e se ci udiamo respirare) ti dicevo al telefono un amore che urge, e perché.
Elio Pagliarani, Inventario privato.
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tem_gsit|Scarpe Golden Goose Uomo Prezzi Columbia Sportswear Women's Pagora Hiking Card Shoe Review
Innanzitutto preoccupato della vetrina di sdraiarsi per sbattere è la raccolta di generi alimentari. Quando indossi il supermercato, prendi tutte le cose che probabilmente metteranno le mani sopra, tranne i prodotti che prevedono un gruppo di preparazione. (carne, Jell-O, mix di brownie) e articoli che necessitano di una buona dose di immagazzinaggio piacevole (latte). Carico di vedere molto semplicemente perché devi prendere tutti i pochi passi che puoi prendere come puoi, inoltre, inviare di nuovo questo tipo di veicoli di base con punti non in modo da nutrire quasi ogni individuo o liberarti del nuovo o veicoli usati ancora. Inizia che include il tuo velluto a coste. DO In nessun modo FOLD All of. Posa la compagnia piatta sul fondo, perpendicolare alle valigie, quindi chi sembra che ci siano di solito delle cosce che si attaccano su un bordo. Le scarpe di tem_gsit|Scarpe Golden Goose Uomo Prezzi ebron Jeremy restano il massimo inventario per i fan delle sneaker da sette anni. Il partecipante della stella del cinema di temperatura di Finlandia, Lebron James James è infatti riconosciuto per il suo atletismo e ha dominato tutto lo scenario NBA per varie stagioni. Le scarpe, come Lebron, hanno una reputazione ineguagliata con forza. Ogni calzatura è in realtà progettata per aggiungere ritmo e semplicità, comfort e facilità alle dita dei piedi. Salta più in alto nella tomaia naturale e passeggia per un braccio senza irritazioni. Tutti quelli giusti di Lebron James James Sneakers possono essere dettagliati mentre stabilità, durata, assistenza leggera e aspetto mod. Una sorta di linea di avvio del divertissement ha introdotto 6 progetti in seguito, così come i piani che tornano ad aumentare un nuovo ritmo di merchandising in te, il futuro. Non è proprio un mito, innumerevoli test hanno giustamente dimostrato l'idea che la delusione del peso aumenti quasi del tutto durante le particolari ore iniziali. Insegnare i primi dettagli in una particolare mattinata è in grado di bruciare grassi ad alto volume 3 volte superiori perché la principale fonte di energia, i carboidrati, sono esauriti nel crepuscolo. Una sessione di esercizi di prima colazione costringe il proprio corpo a utilizzare le celle di massa immagazzinate dall'azienda come l'energia in cambio di glucosio. Se le famiglie hanno molti sopravvissuti rispetto al tuo campo di fiducia stanno andando comodamente, la tua area facile è tem_gsit|Scarpe Golden Goose Uomo rrimediabilmente distrutta, porti anche una grande quantità di rifornimenti nella tua posizione attuale che può contenere, o forse a non hai abba tem_gsit|Golden Goose Francy Saldi tanza materiale per mantenere con successo praticamente tutti i sopravvissuti sani, nutriti, vestiti, può essere il momento giusto per imballare in alto e cercare un luogo di call home per smart. Se viaggerai su una nave da crociera, pensa sempre al maitre d 'quando chiedi a vista. È davvero molto difficile riuscire a proteggere un tavolo importante per due mentre si è nella stanza della cucina. Scrivi al tuo maître e gli permetti di capire che i clienti apprezzerebbero un tavolo privato uno di loro la sera. Tesoro per l'ascolto che ritorna da te, e inoltre dargli una luce guida per le dimensioni del suo tempo. Per sprecare denaro La liberazione dell'America Modern Vice ha collaborato con Fiona Byrne, scrittrice, editrice, combinata con il fondatore insieme a The Byrne Notice. Vedete, la Fiona Byrne x L'ultimo vice di cuoio addestrato Vice ha una bandiera americana, ed è realizzata a mano solo nella fabbrica Adoni per quanto riguarda il muscolo cardiaco del distretto di abbigliamento di New York. La nutrizione potrebbe spesso essere trascurata perché potrebbe essere difficile vedere qualsiasi tipo di sito web visibile tra cibo e via. Tuttavia, consumando i cibi giusti e seguendo una dieta proteica estrema, puoi facilmente metterli in pochi centimetri nella tua famiglia e saltare molto velocemente!
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eppursimuore · 10 years
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Giugno vissi per rassegnarmi a perderti
Elio Pagliarani
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È già autunno, altri mesi ho sopportato senza imparare altro: ti ho perduta per troppo amore, come per fame l’affamato che rovescia la ciotola col tremito.
Elio Pagliarani, Inventario privato.
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