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#La storia della principessa splendente
gonagaiworld · 2 years
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Una proiezione speciale dei film di Isao Takahata si terrà al Grand Cinema Sunshine Ikebukuro di Tokyo #IsaoTakahata #Lastoriadellaprincipessasplendente #PandaGoPanda #StudioGhibli
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babbooette · 5 years
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Kaguya-hime no monogatari
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frasimangaanime · 3 years
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Ma io, su questa Terra, cosa mai mi sono messa a fare? Solo stizzirmi, dicendo "No" al divenire proprietà di qualcuno, ho soltanto calpestato i desideri di mio padre, ingannando il mio stesso animo con piccoli campi e monti fasulli. Però, ora che sono giunta a dover tornare sulla Luna, mi sono finalmente ricordata... Ma io come mai, a quale scopo ero discesa su questa Terra? E poi ancora, perché una canzone di questa sconosciuta Terra, quella canzone, perché la conoscevo da tanto tempo prima?
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~ La storia della principessa splendente
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universalmovies · 7 years
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[Recensione] La Storia della Principessa Splendente, il cartoon firmato Studio Ghibli
[#Recensione] La Storia della Principessa Splendente, il #cartoon firmato #StudioGhibli
La Storia della Principessa Splendente, è un film dello Studio Ghibli risalente al 2014. Diretto da Isao Takahata,il film trasporta lo spettatore in un mondo poetico e onirico, dove l’animazione prende un’aspetto diverso da quello a cui siamo abituati. Lo stile dei disegni ci riportano in mente gli acquerelli e quei bei quadri giapponesi ritraenti la vita e le gesta degli eroi più valorosi del…
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mywords-myworld · 2 years
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Film Anime
-Studio Ghibli:
Nausicaä della valle del vento 
Laputa il castello nel cielo 
Il mio vicino Totoro 
Kiki consegne a domicilio 
Pioggia di ricordi 
Porco rosso
Si sente il mare
Pom Poko 
I sospiri del mio cuore
Princess Mononoke 
I miei vicini Yamada 
La città incantata 
La ricompensa del gatto 
Il castello errante di Howl 
I racconti di Terramare 
Ponyo sulla scogliera 
Arrietty – Il mondo segreto sotto il pavimento 
La collina dei papaveri 
Si alza il vento 
La storia della principessa splendente 
Quando c’era Marnie 
Il ragazzo e l'airone
-Aesthetic & Good Vibes:
5 cm al secondo 
I bambini che inseguono le stelle
Bubble
Your Name
Children of the sea
Miyo un amore felino
Tokyo Godfathers
La ragazza che saltava nel tempo 
Wolf Children
Belle
-Fantascienza & Azione:
Perfect Blue 
Paranoia Agent 
Paprika
Akira
Patema Inverted
Jin-Roh Uomini e lupi 
Viaggio verso Agartha
Tekken - The Animation
-Varie:
Batman Ninja
-Spin-off di serie:
Demon Slayer the Movie: Mugen Train
My Hero Academia: Two Heroes
My Hero Academia Heroes: Rising
 My Hero Academia: World Heroes’ Mission
1. Ghost in the Shell
2. Ghost in the Shell – L’attacco dei cyborg
3. Ghost in the Shell: The Rising
Neon Genesis Evangelion: Death
The End of Evangelion
Evangelion: 1.11 You Are (Not) Alone
Evangelion: 2.22 You Can (Not) Advance
Evangelion: 3.33 You Can (Not) Redo
Evangelion: 3.0+1.0 Thrice Upon a Time
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levysoft · 3 years
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Al netto di alcune sorprese (il colpo di scena finale per quanto riguarda la statuetta per il miglior attore protagonista), l'edizione degli Academy Awards conclusasi qualche ora fa è stata abbastanza prevedibile, e tra le categorie più prevedibili c'era quella del miglior film d'animazione, dove ha trionfato Soul di Pete Docter. Su venti edizioni di quel premio specifico, si tratta dell'undicesima vittoria della Pixar, un evento talmente ricorrente che per non spuntarla in quella categoria occorre quasi che lo studio fondato da John Lasseter non abbia film in gara quell'anno (aspetto su cui ritorneremo), e le vittorie davvero meritate ne risultano quasi inevitabilmente annacquate. È una questione che vogliamo approfondire in questa sede, facendo il punto della situazione su una categoria degli Oscar che da sempre è oggetto di controversie.
Questione di cifre
L'Oscar per il miglior film d'animazione è stato formalmente istituito nel 2001, valido quindi a partire dall'edizione 2002 degli Academy Awards. In precedenza, c'erano stati altri tentativi, tutti andati a rotoli perché il consenso generale tra le alte sfere dell'Academy era che sarebbe stata una competizione poco variegata, dato il sostanziale monopolio della Disney sul territorio nordamericano fino a qualche decennio fa. Il cambio di rotta c'è stato con l'ingresso o l'evoluzione di nuove realtà come la Pixar (all'epoca legata sì alla Disney ma solo tramite un accordo di distribuzione), la DreamWorks Animation e la Aardman, rendendo più variegato il campionario di film papabili (senza dimenticare un gigante internazionale come Studio Ghibli). Fin dall'inizio, però, sono stati imposti dei paletti, di cui uno ancora in vigore: qualora il numero di film eleggibili sia inferiore a sedici, la tradizionale cinquina sarà ridotta a un gruppo di tre titoli. Fino al 2019, inoltre, era previsto che il premio non venisse assegnato in anni in cui uscivano meno di otto film ammissibili.
Siamo quindi arrivati a venti edizioni del premio, con undici vittorie targate Pixar, da Alla ricerca di Nemo a Soul. E nei nove anni in cui lo studio non ha vinto, sei erano dovuti al fatto che non ci fosse un titolo Pixar in gara, o per assenza di uscite in quell'anno (come accaduto nel 2002, nel 2005 e nel 2014) o per mancata nomination. Per l'esattezza, su venti film realizzati dalla Pixar da quando esiste la categoria del lungometraggio animato, solo cinque sono stati scartati già in sede di nomination: Cars 2, Monsters University, Il viaggio di Arlo(uscito però lo stesso anno di Inside Out, che ha vinto), Alla ricerca di Dory e Cars 3 (ma in quell'anno è uscito anche Coco , che ha ricevuto la statuetta). I tre casi rimanenti sono quelli di Monsters & Co., Cars - motori ruggenti e Gli Incredibili 2, battuti rispettivamente da Shrek, Happy Feet e Spider-Man: Un Nuovo Universo. E a voler essere davvero pignoli, si può anche menzionare che dal 2006 la Pixar appartiene interamente alla Disney, e fino al 2018 entrambi gli studios d'animazione erano gestiti da John Lasseter, il che rende indirettamente pixariani i trionfi di Frozen - Il regno di ghiaccio, Big Hero 6 e Zootropolis(guarda caso in anni in cui la Pixar vera e propria mancava all'appello).
Il problema di chi vota
Una presenza così preponderante non è sorprendente a puro livello di candidature, data la mole di film prodotti dallo studio (seguono a ruota, per motivi simili, la DreamWorks e la Walt Disney Animation, rispettivamente con dodici e undici nomination) e la composizione del gruppo votante: salvo Miglior Film, le candidature per le singole categorie sono decise dai membri di quelle stesse categorie, e in quelle dell'animazione è inevitabile che chi è legato alle aziende in questione possa votare per se stesso o per i colleghi (ma da alcuni anni la possibilità di votare per le nomination in ambito animato è stata concessa a chiunque voglia partecipare, a prescindere dalla categoria di competenza). Il vero problema si manifesta quando bisogna scegliere il vincitore, ed è un problema che è da anni oggetto di scherno da parte di coloro che leggono gli articoli a tema dell'Hollywood Reporter. La celebre rivista di settore pubblica, infatti, ogni anno almeno un pezzo intitolato Brutally Honest Oscar Ballots, dove anonimi membri dell'Academy spiegano i motivi delle loro scelte prima della cerimonia.
Al netto di alcuni momenti di onestà davvero encomiabili, come chi afferma di non aver votato in quelle che all'epoca erano le due categorie legate al sonoro perché non capiva esattamente cosa volessero dire (da quest'anno è categoria unica), ciò che emerge il più delle volte è una totale noncuranza nei confronti dell'animazione, bollata come perdita di tempo e categoria non degna di attenzione da parte degli adulti: quasi tutti gli intervistati ammettono candidamente di non aver visto tutti i film della categoria e/o di aver votato in base alle preferenze dei figli. A volte questa ammissione è accompagnata da neanche tanto velata xenofobia, come quando uno degli intervistati nel 2014 disse di aver allegramente saltato i "due film cinesi di cui non importa niente a nessuno", riferendosi presumibilmente ai due non americani in gara, ossia La canzone del mare (in lingua inglese ma di produzione irlandese) e La Storia della Principessa Splendente (film targato Ghibli, quindi giapponese).
Cosa fare?
Recentemente, un articolo su questo tema a firma del giornalista americano Sam Adams (con il titolo molto schietto "Non dovete dare l'Oscar alla Pixar ogni anno") ha generato un po' di sana discussione su Twitter, con più di un collega che si è espresso sull'argomento proponendo che la categoria sia assegnata a un gruppo ristretto di membri votanti (forse addirittura i soli membri del settore animazione dell'Academy), i quali si impegnerebbero a guardare tutti i candidati e votare in base alle proprie considerazioni qualitative. Sarebbe una strategia ragionevole per restituire un senso a una categoria che, da circa quindici anni, ha portato alla concretizzazione del timore del monopolio di una singola casa di produzione. Intendiamoci, non c'è nulla di male a premiare opere notevoli come WALL·E o Toy Story 3 - La grande fuga. Ma quando la vittoria è praticamente automatica e, come evidenziato altrove in questo articolo, serve quasi una scusa per non votare Pixar, i trionfi davvero meritevoli ne escono diluiti, perché il sospetto che fossero le scelte di default, dettate da un pregiudizio nei confronti dell'animazione come medium, è difficile da ignorare. Perché guardare Wolfwalkers, ritenuto dai più uno dei migliori film del 2020, quando basta controllare se tra i candidati c'è almeno un Pixar? Ecco, sarebbe forse il caso di rivedere la procedura, per far sì che d'ora in poi una domanda simile non sia necessaria.
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effykaligaris · 3 years
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Film animazione poco noti
Ride your waves
Ocean waves
Maquia
Big Fish e Begonia
Doukyuusei
Belladonna of Sadness
Klaus
La storia della principessa splendente
Kirikù e la strega Karabà
La mia vita da zucchina
I figli del mare
Song of the sea
I segreti di Kells
Il pianeta selvaggio
La tartaruga rossa
Ho perso il mio corpo
Summit of the gods
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daisyofthegalaxy · 4 years
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Ieri ho letto tutto il santo giorno in balcone. Ieri sera ho continuato fino alle 2 perché la storia mi aveva conquistata e dovevo finire il libro. Mi serviva un libro che mi prendesse, che scorresse liscio come l'olio nella lettura perché sto leggendo un altro romanzo che mi sta dando il tormento da un mese. Ogni giorno mi dico che arriverò all'ultima pagina e invece non ci riesco, lo leggo ad alta voce perché mi aiuta a concentrarmi ma poi al massimo leggo 20 pagine a fatica. Forse oggi è il giorno buono, non ho intenzione di mollarlo, ormai l'ho preso come una sfida. Se lo finisco sarò libera (di vagare dentro casa con un altro libro in mano).
Comunque penso di essere io un po' tormentata ultimamente perché tutto mi angoscia. È successo anche con il finale del libro di ieri sera. Sapevo dalla prima pagina che si sarebbe concluso in quel modo, eppure quando mancavano un paio di pagine ancora speravo in una svolta. Continuavo a pensare quasi con orrore non voglio una vita così, non voglio essere così. Ora mi sembra sciocco, era la storia di una vita come tante altre, forse la mia è pure peggio. Ho riletto stamattina le ultime righe e in realtà dovrebbero farmi acquietare, è tutto molto calmo, sono proprio io il problema. Qualche giorno fa mi è successa la stessa cosa con un film. Mi sono innervosita con il finale della Principessa splendente che era sicuramente triste, ma dalla tristezza all'angoscia ce ne vuole. Invece sono andata a letto incazzata. Almeno nei film e nei libri ora cerco un finale che senza dubbio sia felice e che cazzo. Ma penso di essere io
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bardoubriaco · 5 years
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—Cosa nascondi, cavaliere
Dietro tutta quella dura, splendente armatura?
—Mio principe, sono onorato
Della domanda sul mio fato,
Non so chi ero, nè chi saró
Ma al tuo fianco qui resteró
Il giovane mago, dall'ombra in cui era
Si occupò della vera identità
Del cavaliere dall'armatura seria
Per poter difendere al meglio l'arteria
Del regno
Senza mostrarne la vulnerabilità
Intanto il tramonto
Ormai, era sera
Una principessa
Il cavaliere doveva salvare
Ma non da draghi o da streghe cattive
Solo da specchi di acqua di vite
Il riflesso della luna gentile
Apriva la porta per altri portali
Ed altri regni
Con oscuri disegni
Mandavano forze,
Su forze, su forze
Ma la principessa tutti bloccava
Delle fate, la sua lama di lava
Un ultimo dono
Le fate
Avevano per loro
E no, non mille
Cascate d'oro
Ma solo un fiume
Di nero orologio
Che fece a tutti scordare
In quel regno
La storia della principessa guerriera
Giunta da terre lontane quando ancora
Nessuno non era
Se non un'amica fedele
Di un gruppo che ormai è leggenda
phto by:
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neovallense · 7 years
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gonagaiworld · 8 months
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The Boy and The Heron dello Studio Ghibli potrebbe essere il film giapponese più costoso mai realizzato, secondo il produttore Toshio Suzuki La storia della Principessa Splendente del 2013 aveva un budget di produzione di 5,15 miliardi di yen. Info:--> https://www.gonagaiworld.com/the-boy-and-the-heron-dello-studio-ghibli-potrebbe-essere-il-film-giapponese-piu-costoso/?feed_id=393686&_unique_id=64e3462e42fe5 #HayaoMiyazaki #StudioGhibli #TheBoyandTheHeron #ToshioSuzuki
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newsintheshell · 4 years
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ECCO LE NOVITÀ ANIME AGGIUNTE OGGI IN CATALOGO DA NETFLIX!
Seconda tranche di film targati Sudio Ghibili, disponibili sia in lingua originale con sottotitoli, sia doppiati in italiano: ✅ I miei vicini Yamada ✅ Arietty - Il mondo segreto sotto il pavimento ✅ Nausicaä della valle del vento ✅ Principessa Mononoke ✅ La città incantata ✅ La storia della principessa splendente ✅ La ricompensa del gatto
Arrivano anche le prime due serie de “Le Bizzarre Avventure di JoJo”, in lingua originale con sottotitoli in italiano:
✅ Le Bizzarre Avventure di JoJo ✅ Le Bizzarre Avventure di JoJo: Stardust Crusaders
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iridediluce · 2 years
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Il racconto della principessa Kaguya: divinità, libertà e felicità
Il racconto della principessa Kaguya: divinità, libertà e felicità
Diretto nel 2013 e basato sull’antico racconto popolare Taketori monogatari, conosciuto in Italia con il nome de “Storia di un tagliatore di bambù”, La storia della principessa splendente è una narrazione delicata che cela un significato complesso e a cui si è dedicata troppa poca attenzione.  Dire che l’arte di questa animazione è bella e fresca è un eufemismo. Lo stile del pennello acquerello…
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Quali sono i migliori anime di tutti i tempi?
Difficile dirlo e probabilmente i più grandi appassionati avrebbero da ridire su qualunque scelta venisse fatta. Ma per chi non conosce molto il genere può essere utile sapere da cosa iniziare e poi, perché no, farsi una cultura e stilare la propria lista personale. E allora vediamo insieme qualche titolo cult:
Cominciamo con Ghost in the Shell (1995) di Mamoru Oshii. Tratto dall’omonimo manga di Masamune Shirow, ambientato in un Giappone futuristico (Port City 2029). La Sezione 9 della polizia indaga sui crimini informatici. Tra le sue fila spicca la figura del Maggiore Motoko Kusanagi, donna cyborg con corpo e cervello completamente cibernetici, che si confronterà con un’intelligenza artificiale (“Signore dei Pupazzi”) in grado di mettere in discussione la sua intera esistenza. 
Nel 2017 ne è stato fatto un remake cinematografico con Scarlett Johansson nel ruolo del maggiore, che pare però non aver riscosso molti consensi tra gli appassionati del manga e dell’anime originale.
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Agli amanti di questo genere cyberpunk consigliamo anche: Appleseed e  Appleseed Alpha di Shinji Aramaki sempre tratti da un manga di Masamune Shirow e Metropolis (2001) di Rintarō, sull’omonimo manga di Osamu Tezuka (1949), a sua volta liberamente ispirato al film di Fritz Lang (1927). Metropolis è una città su più livelli, dove i cittadini incolpano i robot di tutto quello che va male. Il film è molto esplicito, persino crudo, nel mostrare il rapporto tra uomini e macchine, ma soprattutto tra uomini e uomini, ancora più problematico e spietato. 
Per i più sognatori e amanti di un genere più fantasy, quasi fiabesco, suggeriamo invece Wolf Children  (2012) di Mamoru Hosoda, un film in grado di commuovere chiunque per la tenerezza e la poesia con cui racconta una storia di puro amore, quello di Hana, che alleva tra mille difficoltà i suoi due bambini-lupo, Yuki (neve) data alla luce in un giorno nevoso e il minore Ame (pioggia) nato invece in una giornata uggiosa, trasferirsi in un piccolo villaggio rurale per proteggere il segreto del suo nucleo famigliare.
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O ancora La storia della principessa splendente (2013) di Isao Takahata è un vero capolavoro da maestro. Un film di estrema poesia, quasi un dipinto in cui nulla è lasciato al caso e che tiene attaccati allo schermo col groppo alla gola fino alla fine. Un anime che avrebbe meritato decisamente di vincere l’Oscar ma perse, nel 2015, contro Big Hero 6. La trama è ispirata a uno dei più popolari racconti giapponesi (Taketori monogatari, Il racconto di un tagliabambù), narra le vicende di Kaguya, minuscola creatura arrivata dalla Luna e trovata in una canna di bambù da un vecchio tagliatore. Accolta come una figlia dall’anziana coppia la bambina cresce velocemente fino a trasformarsi in una meravigliosa donna piena di pretendenti, ma nessuno è in grado di portarle ciò che davvero desidera, neppure l’imperatore…
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A questo punto se ancora vi rimane qualche lacrima da versare potete tentare la visione del meraviglioso Una tomba per le lucciole.
In questo filone ovviamente possiamo inserire anche tutti i capolavori di Hayao Miyazaki, ma è talmente conosciuto che mi è sembrato quasi superfluo consigliarlo. Chi non li conoscesse però deve assolutamente recuperare! La visione de La città incantata per me rimane imprescindibile!
Dulcis in fundo, cambiamo genere e passiamo a qualcosa di più psicologico: Perfect Blue (1997) di Satoshi Kon, è un thriller psicologico molto legato alla percezione del corpo e dell’identità femminile, con uno sguardo sulla società usa e getta. La storia riguarda Mima, ex cantante che si reinventa attrice, ma che viene stalkerizzata da un suo fan e ripudiata da altri fino a farle mettere in discussione sé stessa e sviluppare una seconda personalità in cerca di vendetta. Una storia che a tratti ricorda il Cigno nero di Darren Aronofsky che nel suo Requiem for a Dream aveva già fatto delle citazioni dell’anime giapponese. Su questa somiglianza uno youtuber spagnolo ha anche fatto un video:
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Vi auguriamo una buona visione e aspettiamo la vostra classifica.
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levysoft · 4 years
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A partire dal 1 febbraio 2020
“Il castello nel cielo” (1986), “Il mio vicino Totoro” (1988), “Kiki – Consegne a domicilio” (1989), “Pioggia di ricordi” (1991), “Porco Rosso” (1992), “Si sente il mare” (1993) e “I racconti di Terramare” (2006).
A partire dal 1 marzo 2020
“Nausicaä della Valle del vento” (1984), “Principessa Mononoke” (1997), “I miei vicini Yamada” (1999), “La città incantata” (2001), “La ricompensa del gatto” (2002), “Arrietty – Il mondo segreto sotto il pavimento” (2010) e “La storia della Principessa Splendente” (2013).
A partire dal 1 aprile 2020
“Pom Poko” (1994), “I sospiri del mio cuore” (1995), “Il castello errante di Howl” (2004), “Ponyo sulla scogliera” (2008), “La collina dei papaveri” (2011), “Si alza il vento” (2013) e “Quando c’era Marnie” (2014).
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bergamorisvegliata · 3 years
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LO SPAZIO DELLA PEDAGOGISTA
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Prosegue la collaborazione che Rita, la pedagogista, fornisce a "bergamo risvegliata", attraverso piccoli incisi, brevi consigli, utili suggerimenti e altre perle di saggezza.
Qui di seguito alcune delle sue frasi che potrete trovare all'interno della pagina-facebook
https://www.facebook.com/pedagogistarita
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IN CONSAPEVOLEZZA
Un Atto Educativo si può definire tale solo e solamente quando è agito da uno Spazio di Consapevolezza.
In assenza di questo Spazio di Consapevolezza non possiamo chiamare tale nessuna 'azione' educativa.
Per rendere una Azione Veramente Educativa e Consapevole devo sgomberare in me giudizi, pregiudizi, manuali, ricette, convinzioni, credenze, emozioni, interpretazioni, superiorità, conoscenza formale.
Quando avrò fatto Vuoto dentro di me, allora potrò dirmi Capace di Atti Educativi perché diverro' Calice e non considererò più imbuto coloro su cui poso il mio sguardo.
Pedagogista Rita Scognamiglio #pedagogia #educazione #consapevolezza #bambinoattivo #insiemenelprocesso
Per una Pedagogia della Consapevolezza Per una Ricerca Attiva
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"Ci preoccupiamo di ciò che il Bambino diventerà domani ma ci dimentichiamo che lui è Qualcuno Oggi"
S. Tauscher
Pedagogista Rita Scognamiglio #ricordidinfanzia #vedereilbambino #bambinipersone
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L'UOMO DEL KAMISHIBAI
Vi propongo la lettura di questo splendido Albo Illustrato di Allen Say, edito da Artebambini:
"L'Uomo del Kamishibai".
Narra la storia di un uomo anziano che dopo tanto tempo decide di tornare in città per far rivivere il suo "Teatro di Carta". Si accorge al suo arrivo che sia la città sia i Bambini sono cambiati e l'espandersi delle tv hanno catturato l'attenzione di tutti. Ma... L'Uomo del Kamishibai farà un Incontro "Antico" che cambierà lo sguardo di tutti e Restituirà a lui ed al "Teatro di Carta" un nuovo posto speciale.
Come avrete capito il "Kamishibai" è un tipo di Narrazione Teatrale che utilizza illustrazioni su carta.
Nasce nell'Antico Giappone, nei Templi Buddisti, i cui Monaci facevano uso per raccontare e trasmettere alle persone non alfabetizzate insegnamenti di vita.
Il "Kamishibai" è un meraviglioso e creativo strumento narrativo che Vive Grazie ad un Cantastorie e a dei Bambini e degli Adulti che mentre ascoltano posso ammirare le splendide illustrazioni che vengono inserite al suo interno.
È un "Teatro Portatile" in legno.
Ha la forma di una "casetta" che apre all'esterno le sue ante come un sipario e mostra le meravigliose illustrazioni a corredo della storia narrata.
È semplice, anche con materiale come cartone resistente, poterlo costruire anche da sé.
Una delle storie che vengono narrate attraverso il "Kamishibai" è "La Principessa Splendente di Bamboo", di cui vi è anche il film animato e di cui si parla all'interno dell'Albo.
Se questo libro vi ha incuriosito...
Buona Lettura!!!
Fatemi sapere poi se vi piace!
Pedagogista Rita Scognamiglio #lettura #letturaperbambini #letturaadaltavoce #letturachepassione #albiillustrati #kamishibai #teatrodicarta
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