Tumgik
#Mandarino Di Sicilia
persolaise · 5 months
Text
Charlotte Tilbury Perfume Collection, Acqua Di Parma Mandarino Di Sicilia, Ormonde Jayne Vanille Des Afriques and other reviews - 2024
Lots of new releases from: Acqua Di Parma, Francesca Bianchi, Jo Loves and Narciso Rodriguez. Oh, and from Charlotte Tilbury we have More Sex.
Trust Charlotte Tilbury to come up with perfume names like More Sex, Cosmic Power and Love Frequency… and trust her to make the scents more interesting than they have any right to be. I’m informed by those who have greater knowledge of such matters than I do that despite her borderline-trashy packaging and her over-the-borderline-unhinged marketing, Tilbury’s makeup products are excellent. It…
Tumblr media
View On WordPress
0 notes
angelitam · 1 month
Text
La mandarine et la clémentine en parfumerie
Pour l’été, mandarine et clémentine apportent de la fraîcheur aux fragrances. Mandarino Di Amalfi de Tom Ford Les parfums d’été ont du pep’s avec la mandarine et la clémentine. Pourtant, ce sont des fruits associés à l’hiver, à Noël quand ils sont confits. La mandarine et la clémentine en parfumerie La mandarine et la clémentine sont les stars des senteurs estivales, joyeuses, acidulées et…
Tumblr media
View On WordPress
0 notes
Text
Questo è un migrante di successo. Solanum tuberosum. La patata.
È arrivata ai primi del Seicento dal Sudamerica, il suo nome comune viene dal quechua, la lingua degli Inca. Insieme al suo compagno di viaggio, il pomodoro, ha rivoluzionato l’alimentazione in Europa e in Italia, salvando dalla carestia milioni di persone.
Entrambi, patata e pomodoro, ci hanno messo più di un secolo per entrare nell’uso comune. All’inizio sembravano stranezze esotiche, cose mai viste e mai mangiate, forse pericolose, forse velenose. Nessuno le voleva mangiare.
Molte fonti sostengono che fu Federico il Grande, re di Prussia, a metà del Settecento, a sdoganare definitivamente la patata. Con un espediente geniale. Cominciò a coltivare patate nell’orto reale e mise guardie armate a proteggerle, così tutti cominciarono a pensare che le patate fossero preziose, un cibo da re. Di notte andavano a rubarle e impararono a mangiarle e a piantarle.
Gli agrumi invece sono arrivati dall’Asia. I romani conoscevano il cedro, il limone e l’arancio amaro, che è quello più antico. La coltivazione dell’arancio moderno, simbolo della Sicilia, viene introdotta in Europa dai portoghesi solo nel Millecinquecento. Il mandarino arriva in Italia solo nell’Ottocento.
Nei giorni scorsi ci sono state polemiche molto accese sulla cucina tradizionale italiana, sulla sua identità. Tradizione e Identità sono temi molto cari a questo governo. Come si addice a un governo nazionalista, intende battersi per l’italianità del cibo, della lingua, dei costumi, contrapposta a quelli che un progetto di legge di Fratelli d’Italia per la difesa della lingua chiama “forestierismi”. Forestiero è un termine che non sentivo da un bel pezzo. Significa: gente o roba che viene da fuori.
Eppure la patata, che fu forestiera per eccellenza, ormai è italianissima. E lo è perché l’identità e la tradizione, che sono cose importanti, mutano. Si evolvono. Si adattano. Si arricchiscono attraverso l’esperienza, la contaminazione, il cambiamento.
L’idea che l’identità, della cucina italiana come dell’Italia intera, sia qualcosa di definitivo, di cristallizzato, qualcosa che può addirittura essere stabilita per legge, non è neanche sbagliata. È insensata. È come voler mettere in un museo qualcosa di vivo. È come cercare di imbalsamare qualcosa che si muove.
Marcello Veneziani, un intellettuale di destra come ce ne sono pochi, purtroppo, dice che “la tradizione non è culto del passato, ma senso della continuità e gioia delle cose durevoli”. La definizione è bellissima. A patto che la si esponga, la gioia delle cose durevoli, al sole e al vento, la si faccia respirare, e non la si lasci ammuffire in fondo a un cassetto.
La cucina italiana, intesa come insieme di ricette, ingredienti, cultura del convivio, è una delle meraviglie del nostro Paese. Dobbiamo difenderla. Ma non la si difende trasformandola in un pezzo da museo. La si difende prima di tutto avendo cura - e questo è compito della politica - che i contadini non siano sfruttati, o derubati dalla grande distribuzione. Poi facendo attenzione a cosa mettiamo nel piatto, alla qualità degli ingredienti, alla quantità di chimica e di farmaci che rischiamo di ingoiare se non stiamo in guardia.
Io mi sento italianissimo anche quando mangio il sushi, con il quale non bevo il saké giapponese, ma Vermentino sardo, o Ribolla del Friuli. Contaminazione, appunto. La farina di insetti, criminalizzata dal governo come accadde, quattro secoli fa, alla patata, in sé non mi fa nessuna paura, è un cibo naturale quanto i gamberetti. Proteine disponibili in natura. Mi fa molta più paura avere paura dei forestieri, delle persone e delle cose che arrivano da fuori. È una paura sterile, gretta, poco vitale. Blocca lo stomaco, blocca l’appetito. Se Federico il Grande si presenta alle prossime elezioni, con la patata nel simbolo, io voto per lui.
Michele Serra
3 notes · View notes
ypsilonzeta1 · 2 years
Text
"Nella Italia contadina – e ancora oggi in alcune contrade isolate, se è mai possibile immaginare ancora una contrada isolata – in qualche luogo fuori dal nostro mondo, forse solo come un pallido ricordo o un vuoto omaggio alla tradizione, i doni dei bambini – provate a pensare a qualche biscotto, due canditi, poche caramelle, un mandarino e quattro noci – non li portava Gesù Bambino, né Santa Claus, sbarcato com’è noto nella nostra penisola nel golfo di Bari e sotto falso nome. E neppure San Silvestro allo scoccare del nuovo anno, o la celebre Befana, o il Befanone San Giuseppe. In alcune parti della Sicilia, sfruttando la lunghissima notte del 13 dicembre, se ne occupava ancora Santa Lucia, siracusana doc. Eppure nei tempi andati, prima di tutti i santi e gli eroi ricordati, gli ufficiali incaricati alla consegna erano altri. Portare i doni ai bambini era un appuntamento importante, una data da segnare sul calendario appeso in cucina. Allora, sconosciuti gli ipermercati e prima dell’era delle svendite online, a questa meritoria e ora negletta occupazione, si applicavano i morti. Cioè i trapassati. Cioè i fantasmi."
Francesco Monini
5 notes · View notes
javierfashionbazar · 3 months
Video
youtube
SÓLO PARA AMANTES DE LA MANDARINA ACQUA DI PARMA MANDARINO DI SICILIA
0 notes
lamilanomagazine · 4 months
Text
Verona, torna nei quartieri il Festival Lirico
Tumblr media
Verona, torna nei quartieri il Festival Lirico Anche quest'anno la magia del festival lirico arriva nei quartieri. Dopo il successo di pubblico e gradimento che l'iniziativa ha riscosso nella prima edizione dell'anno scorso, viene riproposta con una format più ricco e più diffuso. La prima della Turandot di sabato 8 giugno potrà essere vissuta anche fuori dall'Arena, nelle piazze e nei giardini della città scelti per ospitare maxi schermo e posti a sedere, offrendo così l'opportunità di partecipare gratuitamente all'evento. Un progetto del Comune di Verona e Fondazione Arena di Verona realizzato in collaborazione con Rai Cultura. Rispetto all'anno scorso aumentano le location scelte per ospitare l'iniziativa, che passano da 4 a 5. L'8 giugno il titolo scelto per celebrare il centenario pucciniano potrà essere visto per la prima volta al parco di Santa Marta (Provianda), e poi in piazza del Popolo a San Michele Extra, al parco San Giacomo in Borgo Roma, al parco dei Cantori veronesi in Borgo Venezia e in piazza Marinai d'Italia in Borgo Milano. Qui verranno posizionati i maxi schermo e un numero di sedie sufficiente per accogliere veronesi ma anche visitatori e turisti che vorranno vivere una serata senza precedenti. L'anno scorso l'iniziativa, proposta per la prima volta su volontà dell'Amministrazione, aveva registrato il sold out (200 posti a disposizione in ogni location) in tutti e quattro i quartieri allestiti, un'opportunità accolta con entusiasmo dai veronesi e dalle veronesi. Da qui la decisione dell'Amministrazione di ampliare l'iniziativa aumentando i luoghi e variandoli rispetto a quelli già proposti, ciò per consentirne la più ampia diffusione sul territorio. Un progetto promosso dagli assessorati alla Cultura, al Decentramento e ai Tributi, con Fondazione Arena, che si propone come una vera e propria festa della musica e della città in cui emozioni e amore per il bel canto, quest'anno patrimonio immateriale dell'Unesco. Un progetto che si arricchisce nella seconda edizione con note introduttive che precederanno lo spettacolo. A partire dalle ore 21, su ogni maxischermo saranno proiettati alcuni brevi contributi video per spiegare al pubblico il mondo del canto lirico. Curiosità e aneddoti sul compositore Giacomo Puccini, di cui si celebra il centenario, sui librettisti veronesi di Turandot, genesi e trama dell'opera saranno raccontate dai musicologi, docenti e giornalisti Alberto Mattioli, Davide Annachini e Fabio Sartorelli. Alle 21.30, in Arena e nei quartieri, si alzerà il sipario su Turandot, nella versione curata dal regista Franco Zeffirelli, première operistica del 101° Festival 2024: protagonista sarà Ekaterina Semenchuk, al debutto areniano nei panni della "principessa di gelo", amata e sfidata dal principe ignoto interpretato dal tenore Yusif Eyvazov, beniamino areniano. Insieme a loro saranno impegnati Mariangela Sicilia nella parte di Liù e Riccardo Fassi come Timur. I tre ministri imperiali Ping, Pang e Pong saranno rispettivamente Youngjun Park, Matteo Macchioni e Riccardo Rados, il Mandarino sarà Hao Tian mentre, nel cameo dell'imperatore Altoum, farà il suo ritorno Piero Giuliacci, applaudita voce areniana. Il palcoscenico ricreerà una Cina "ai tempi delle favole" come da libretto, pullulando di vita e di folla, con i movimenti coreografici di Maria Grazia Garofoli, mimi, acrobati e figuranti. L'Orchestra di Fondazione Arena, assieme al Coro preparato da Roberto Gabbiani, saranno diretti da Michele Spotti. Il Maestro Spotti, classe 1993, direttore dell'Opera di Marsiglia, ha guidato per la prima volta i complessi artistici veronesi pochi mesi fa in occasione del prestigioso Concerto di Natale in Senato e, con l'ultimo capolavoro di Puccini, fa il suo atteso esordio in Arena. Il finale dell'opera sarà eseguito nel tradizionale completamento di Franco Alfano sugli appunti di Puccini sotto la supervisione di Arturo Toscanini, primo esecutore. Dopo la prima, Turandot replicherà il 15, il 22 e il 29 giugno con un cast di grandi voci: Yeajin Jeon e Olga Maslova nel ruolo del titolo, Gregory Kunde come Calaf, Maria Agresta e Daria Rybak come Liù. Ma le chicche non finiscono qui, da non perdere sarà l'innovativa e immersiva proposta The Arena Experience che, tramite la realtà virtuale, permetterà ai visitatori di vivere in prima persona attraverso la realtà virtuale la messa in scena di una delle opere più celebri e amate del festival areniano, Carmen. L'esperienza sarà fruibile con appositi visori che si troveranno negli Info Point itineranti che saranno dislocati in centro e nei punti nevralgici della città, tra cui Ponte Crencano, Mercato Piazza Santa Toscana e Mercato dell'Antiquariato a San Zeno, e che forniranno informazioni sulla programmazione del Festival Lirico areniano. In piazza Bra, il Social led Wall proietterà per tutta estate contenuti video esclusivi realizzati ad hoc da Fondazione Arena: approfondimenti, video promo, interviste ai protagonisti del Festival, così come contenuti generati dalla community online per generare senso di partecipazione e di appartenenza. Mentre sul Palazzo della Gran Guardia e lungo il Liston, stendardi e gonfaloni annunceranno le opere in programma per tutta l'estate. Quattro punti cardine della città si coloreranno di elementi scenografici di uno degli allestimenti più celebri della storia del Festival: Aida nell'Egitto dorato e immaginifico secondo Franco Zeffirelli. All'esterno di Porta Nuova, nel piazzale della Stazione ferroviaria, alla base di Torre Pentagona e, per la prima volta, all'Aeroporto Catullo le installazioni saranno accompagnate dall'hashtag #inarena per la diffusione social di scatti e selfie. Protagonista l'illuminazione che renderà l'esperienza fruibile e ancor più spettacolare in orario serale. Tutte queste iniziative si sono rese possibili grazie al sostegno del Comune di Verona che ha destinato al progetto parte degli introiti derivanti dalla tassa di soggiorno, anche per volontà degli stessi albergatori e delle categorie turistiche. Inoltre, a completare il progetto è l'allestimento del Cantiere Arena e delle isole sceniche presenti in piazza Bra, dove le varie scenografie vanno a formare un percorso armonioso ed evocativo, con informazioni sugli allestimenti areniani, lessico e aneddoti del mondo dell'opera. Il 101° Arena di Verona Opera Festival 2024, che si inaugura con l'evento La Grande Opera Italiana Patrimonio dell'Umanità promosso dal Ministero della Cultura e realizzato in collaborazione con Fondazione Arena, propone 50 irripetibili serate di opera, concerti e balletti in scena fino al 7 settembre. Dopo il successo della prima edizione, l'iniziativa si arricchisce e quest'anno proporrà cinque postazioni in città dalle quali sarà possibile assistere all'opera. Elemento di novità sarà l'introduzione di un video a presentazione dell'opera con curiosità e aneddoti su Turandot e Puccini, di cui ricorre il centenario della morte. "Questo progetto è frutto di un lavoro di squadra che oltre a Comune e Fondazione Arena coinvolge anche le categorie economiche cittadine – afferma l'assessora alla Cultura-. L'iniziativa diffusa ha lo scopo di far vivere la magia dell'opera non solo ai melomani e ai tanti appassionati, ma anche ai veronesi e alle veronesi che ancora non si sono avvicinati agli spettacoli lirici in Arena". "Abbiamo individuato nuovi luoghi la cui dislocazione copre tutto il territorio comunale – spiega l'assessore all'Arredo Urbano-. La volontà è quella di invertire il meccanismo e far sì che i cittadini possano godere di iniziative e occasioni di intrattenimento nei loro quartieri, a pochi passi da casa". L'assessora ai Tributi ha ricordato come il progetto diffuso 'Verona città dell'Opera' sia finanziato con una quota parte degli introiti dell'imposta di soggiorno che, per volontà delle categorie economiche cittadine da qualche anno a questa parte viene destinata ad interventi in materia di turismo e promozione della città. "Sarà un'esclusiva per veronesi e turisti – afferma il vicedirettore artistico di Fondazione Arena di Verona Stefano Trespidi-. Mentre l'anno scorso Aida era anche in diretta televisiva, quest'anno solo chi sarà in Arena e ai giardini potrà godere la magia di Turandot, spettacolo sold out da diverse settimane. L'opera è per tutti, non serve essere esperti o appassionati. Nell'800 era il corrispettivo della nostra televisione. Invitiamo pertanto i veronesi a partecipare alle numerose iniziative e a lasciarsi emozionare".  ... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
0 notes
perfumestars · 4 months
Link
0 notes
beautyscenario · 6 years
Text
Una collezione che celebra tre agrumi italiani: Bergamotto di Calabria, Cedro di Diamante e Mandarino di Sicilia. Un imprenditore illuminato, il più importante naso italiano e l’azienda calabrese leader nell’estrazione e lavorazione di oli essenziali di bergamotto e agrumi italiani. Scopriamo insieme, con i tre protagonisti, la White Collection di Perris Montecarlo: ovvero gli agrumi come non li avete mai sentiti…
GIAN LUCA PERRIS FOUNDER E DIRETTORE CREATIVO DI PERRIS MONTECARLO
Come nasce White Collection di Perris Montecarlo? Avevo in mente da tanto tempo di creare una collezione che parlasse delle materie prime italiane. L’occasione è nata quando il Sig. Capua mi ha presentato delle materie prime eccezionali: primo tra tutti il bergamotto spugna, che ha caratteristiche qualitative e olfattive uniche. Capua 1880 non é solo tradizione ma tanta innovazione, è per questo che ho dedicato la prima collezione delle materie prime Italiane agli agrumi e a Capua 1880.
Prima memoria olfattiva legata agli agrumi. L’odore del mandarino. E’ un frutto che mi piace tantissimo, piace credo a tutti i bambini, perché é più dolce di tanti agrumi e mi ha accompagnato per molto tempo. Ad esso sono legati i ricordi di infanzia e soprattutto di scuola, quando giocavo con la buccia e spruzzavo l’olio negli occhi dei compagni.
Prima fragranza agrumata. La mia famiglia é proprietaria di Houbigant, storica maison francese di profumi, e per tanto tempo ho indossato il loro Fougere Royale, che ha inaugurato la famiglia dei fougère. Il bergamotto é il principe di quel profumo insieme al geranio e la lavanda. Un odore elegantissimo.
La White Collection di Perris Montecarlo celebra tre agrumi. Sì, Bergamotto di Calabria, Cedro di Diamante, Mandarino di Sicilia, che nascono da una collaborazione fatta esclusivamente con materie prime di Capua 1880, una delle più grandi eccellenze che abbiamo in Italia. Oltre il 90% del bergamotto usato nella profemeria mondiale proviene dalla Calabria, e Capua è il più grande produttore di olio essenziale di bergamotto al mondo.
Da chi sono state create le fragranze? Da me e Luca Maffei. Entrambi abbiamo inziato a formulare su tutte e tre le materie prime. Luca ha scritto subito una formula sul cedro che mi è piaciuta tantissimo. Il profumo al mandarino è una mia formula: ovvero l’interpretazione della maturazione del frutto sull’albero. Sono partito dalla frazione verde e fiorita che fa Capua per portarlo poi a diventare maturo e dolce nel fondo, passando per la frazione verde completa. Si sente un mandarino che parte verde e fiorito per poi diventare completo, maturo e solare, era l’idea che avevo in mente dall’inizio. Per Bergamotto di Calabria sia Luca che io abbiamo provato a fare cose ma non ne venivamo a capo.  Il bergamotto è usato tantissimo nella profumeria, ma mai come attore protagonista, per via della sua volatilità. L”idea era prendere le caratteristiche bergamotto spugna e trasportarle anche nella vita del profumo. Avevo scritto una formula che in certe cose mi piaceva ma non riusciva ad esprimersi come volevo, a questo punto Luca si è offerto di rivederla e di interpretarla e ha chiuso il progetto, che é cofirmato da entrambi. Luca e io siamo molto amici e quando lavoriamo insieme ci scambiamo informazioni, nel caso del bergamotto é una formula iniziata e chiusa da un’altra persona e questo non è facile, non mi è mai successo.
Ci descrive le tre fragranze con degli aggettivi? Bergamotto di Calabria é la freschezza ed eleganza. Spezie, iris, muschi sul fondo, una parte legnosa gli conferiscono quell’eleganza tipica di questa nota. Mandarino di Sicilia fa pensare all’estate, anche se un agrume invernale, perché é luminoso con note fresche e agrumate, ma anche dolci e fruttate. Il cedro ha la freschezza ed eleganza tipica degli agrumi ma è privo di acidità. Ha freschezza ed eleganza ed una dolcezza inaspettata.
Come li indosserebbe? Bergamotto di Calabria é l’abito elegante estivo. Mandarino di Sicilia con un abito casual. Cedro di Diamante con la sua dolcezza sensuale lo vedo con uno smoking per via della nota fumosa nell’accordo e la parte speziata che da carattere, tra tutti è quello secondo me più maschile.
LUCA MAFFEI, NASO E AD DI ATELIER FRAGRANZE MILANO
Ricorda la prima volta che ha sentito il bergamotto? La prima volta che ho sentito il bergamotto naturale è stato alla scuola di profumeria, quando mi hanno insegnato a riconoscere le materie prime della profumeria, ed era il bergamotto italiano di Capua.
E’ la prima volta che hai usato il cedro per realizzare un profumo? Sì. E’ stato amore a prima vista. La prima volta che l’ho sentito è stato un paio di anni fa, ero in Osmothèque per una conferenza sulle materie prime usate nei profumi storici di Houbigant e ne sono rimasto molto colpito. Ha una sfumatura olfattiva che nessun altro agrume ha.
Che apporto danno gli agrumi ad una fragranza? Aprono le note di testa e conferiscono freschezza, luminosità, ed energia.  Il limone e la limonetta per esempio sono esplosivi. Il limone da una carica fresca, energizzante e frizzante. Il bergamotto per me è luce, è come se desse un bagliore alla nota di testa, la illumina. Arancio e mandarino conferiscono dolcezza, morbidezza, rotondità, sono estremamente confortevoli. Il cedro mi piace tanto perché ha sia la parte frizzante nella scorza ma da anche una scarica di freschezza.
Quale tra gli agrumi consumi regolarmente a tavola? Il mandarino mi piace da morire se usato nei profumi femminili, per dare dolcezza legato alle resine come il benzoino, ma non mi piace per niente come frutto perché non amo il suo gusto. Consumo regolamente il pomplemo, nei succhi o nelle insalate, ma nei profumi mi delude sempre perchè rende poco.
Quale tra tutti gli agrumi è più difficile da lavorare? Il bergamotto sembra il più semplice ma è molto difficile da lavorare, soprattutto nel caso di Bergamotto di Calabria. Volevo che ce ne fosse dentro il meno possibile, quasi il 50 per cento della composizione, e che uscisse l’aspetto naturale, ma é stato difficilissimo a causa di questa sua particolarità della nota di testa, quando è così sovradosato e difficile da far sentire in maniera corretta.
Cosa puoi dirci della fragranza Cedro di Diamante? Non succede quasi mai ma qualche volte capita che senti una materia prima e ti trasporta subito olfattivamente. Mi ha ispirato ed è venuto bene quasi alla prima prova. Il cedro con la sua nota frizzante mi ha portato ad usare il ginger fresh, gustativo, il cardamomo per un contrasto speziato, il pepe di Sichuan che con la sua nota limonosa spinge l’aspetto della nota verde della scorza, e poi dei muschi per dare volume. Ho notato che il cedro gonfia i muschi, ad alta concentrazione amplifica il volume dei muschi.
Ci descrive Cedro di Diamante con degli aggettivi? Un posto caldo, marino, possibilmente mediterraneo, in una giornata afosa, Cedro di Diamante è una secchiata ghiacciata che ti rinfresca.
Come indosseresti Cedro di Diamante? Con un abito sartoriale dai toni chiari.
LUCA BOCCA OZINO,SALES ACCOUNT MANAGER DI CAPUA 1880
Ci parla del bergamotto a spugna? Cosa ha di diverso? E’ un tipo di estrazione storica che oggi non si fa più, tranne in casi eccezionali. Le quantità prodotte sono minime e la qualità dell’olio essenziale è diversa da quello classico. Tutto viene fatto a mano da due signori molto anziani, i fratelli Amodeo, gli unici ancora in grado di farlo. La frutta é tagliata in loco, il bergamotto viene spolpato, per evitare il contatto con il succo, e la scorza viene messa in acqua. La fase successiva vede schiacciare la scorza su una spugna di mare precedentemente fissata su una barra di legno. La buccia schiacciata sulla spugna di mare rilascia l’olio essenziale che viene assorbito dalla spugna, una volta che questa si riempie, gocciola in un coppo di trerra cotta. Grazie all’acqua che è rimasta nella scorza si forma una doppia fase che viene separata manualmente soffiando sulla superfice con la bocca. L’essenza rimane in alto e l’acqua per via del peso scende in basso. L’olio viene fatto colare poi in un altro contenitore di terracotta. La qualità dell’olio essenziale estratto con questo metodo è altissima e l’odore è più vicino al frutto, in quanto non entra in contatto con l’acciaio, come nell’estrazione classica fatta delle macchine industriali, che comunque sono aggressive. L’odore risulta molto più delicato, meno pungente, e secondo i commenti dei profumieri che hanno avuto modo di sentirlo è già un profumo pronto.
Il bergamotto a spugna é un’eccellenza tra le eccellenze che avrà un costo diverso immagino.  Il costo è almeno quattro volte superiore all’essenza pura e normale ma perché tutto il processo è fatto a mano, e inoltre se ne possono produrre piccole quantità.
Ci parla del cedro? Il cedro viene estratto in modo classico, e proviene da Diamante, una delle più grandi piantagioni di cedro in Calabria. Esistono due qualità di cedro: amaro e dolce. Amaro lo usano gli ebrei per la festa dello “Sukkòth” (Festa delle capanne) che si celebra a ottobre e rappresenta per gli ebrei di tutto il mondo l’avvenimento religioso più importante. La frutta in questo caso viene scelta direttamente sull’albero perchè deve avere caratteristiche particolari. Al contrario del cedro amaro quello dolce, usato in profumeria, ha una buccia più liscia e meno rugosa, e come se fosse un limone geneticamente modificato, è gigante può arrivare alla dimensione di una palla da rugby. Noi usiamo cedro calabrese e siciliano. E’ dolce ma mantiene comunque l’aspetto fresco e agrumato e se ne produce poco per via della disponibilità limitata.
Perché disponibilità limitata? Al contrario di limoni, arance e mandarini non esistono tante piantagioni di cedro, è un frutto che non si consuma a tavola se non in Calabria. Meno piantagioni vuol dire meno disponibilità e un costo maggiore rispetto ad altri agrumi.
Ci parla invece del mandarino? Abbiamo tre tipi di mandarini: verde, giallo e rosso. il mandarino verde e giallo sono lo stesso frutto, raccolto nello stesso periodo, quello che cambia è il metodo di estrazione che da origine a due due prodotti diversi. Entrambi si raccolgono a fine settembre inizio ottobre, quando il frutto è ancora piccolo e verde. Un’estrazione vede grattare la scorza per cui l’olio ottenuto ha il colore verde, della buccia e della clorofilla e un odore verde, fresco, pungente. L’altro tipo di estrazione vede spremere il frutto, l’essenza ottenuta è quella di mandarino giallo e ha un odore succoso e fruttato. Il mandarino rosso é raccolto a fine maturazione, a dicembre, e l’olio si estrae schiacciando il frutto, l’odore é zuccherino e fruttato tipico di fine maturazione. I mandarini verde e giallo provangono dalla Calabria, quello  rosso dalla Sicilia.
  White Collection di Perris Montecarlo: gli agrumi come non li avete mai sentiti Una collezione che celebra tre agrumi italiani: Bergamotto di Calabria, Cedro di Diamante e Mandarino di Sicilia.
1 note · View note
rosinaperfumery · 4 years
Photo
Tumblr media
🍊 🍋 CEDRO DI DIAMANTE • MANDARINO DI SICILIA • BERGAMOTTO DI CALABRIA • ARANCIA DI SICILIA#cedrodidiamante #mandarinodisicilia #bergamottodicalabria #aranciadisicilia #perrismontecarlo #perris #montecarlo #rosinaperfumery #perfume #nicheperfume #nicheperfumery
3 notes · View notes
sciatu · 6 years
Photo
Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media
Sfinci di san Giuseppe, Tortine pasticceria Sciampagna, cannoli, granita caffè con panna e brioscia, gelo al limone pistacchi e cioccolato, torta sette veli pasticceria Capello, torta pasticceria Sciampagna, Torta pasticceria Spinnato, cassata pasticceria Irrera, cioccolato Antica Dolceria Bonaiuto Modica.
VISITING SICILY - THE SUN TASTE - Do not visit Sicily if you do not eat the sicilian  desserts. You have to take this seriously because food in Sicily is very important and desserts are the most important part of every lunch and dinner. Eating in Sicily is not just eating, but a real social activity. There is no important event in a Sicilian family that should not be celebrated or remembered by a lunch or dinner. Those who are invited to lunch must not only avoid to eat three days in advance to make room for all that they will have to eat, but have a duty to bring sweets and if these sweets, for unfortunate event they will not be good, for the rest of your life  it will always be remembered as your mortal sin. Every religious Party has its own special sweets: St. Joseph, St. Martin, St. Agatha, Easter, Christmas, Carnival, the day dedicated to the dead people, every little party has a sweet that is only done on that occasion because it is not a party if there isn’t that specific sweet. So you have to sacrifice yourself and visiting Sicily you have to eat all the desserts you can, those on the street or homemade (granita, ice cream, ice cream with croissants, giuggiulena, nougat, honey biscuits, rewards, sfinci, fravioli, u pupu cull 'ovu) and those of the pastry (cassata, cassatine, minne di Sant'Agata, olivelle, soft nougats, nougat of pistachios, cakes seven veils, babbà, sweets of the dead, pignolata, martorana fruit, lemon trunk, zuddi, parfait of almonds, biancomangiare, bucellato, African, savoia cake, San Martino biscuits, sweet peaches, queen biscuits, Elena pastas, minni di virgini, pigtails,  gelo of orange or mandarin orange, cinnamon, watermelon, Tetù and Tetò, mpanadigghi, cuddureddi, Petralla's pegs, Bersaglieri, Cassatelle di Agira, Santa Lucia's bed, Aniseed biscuits, sighs of a nun, Marsala's Spagnolette, almond cakes, curly biscuits, piparelli and all the others and all the other hundreds of sweets that I am not able  to write here but that you can find on this site https://www.dolcisiciliani.net/)
VISITANDO LA SICILIA - IL GUSTO DEL SOLE - Non visiti la Sicilia se non mangi i suoi dolci. Devi prendere la cosa seriamente perchè il cibo in Sicilia è importantissimo ed i dolci sono la parte più importante di ogni pranzo e cena. Mangiare in Sicilia non è solo nutrirsi, ma una vera attività sociale. Non c’è evento importante in una famiglia siciliana che non debba essere festeggiato o ricordato a pranzo o a cena. Chi è invitato a mangiare non solo deve digiunare tre giorni prima per fare posto a tutto quello che dovrà mangiare, ma ha il dovere di portare dei dolci e se questi dolci, per malaugurato caso non saranno buoni, per tutto il resto della sua vita gli sarà sempre ricordato come un peccato mortale. Ogni festa ha il suo dolce particolare: San Giuseppe, San Martino, Sant’Agata, Pasqua, Natale, Carnevale, la ricorrenza dei morti, ogni più piccola festa ha un dolce che viene fatto solo in quell’occasione perchè non è festa se non vi è un dolce. Quindi ti devi sacrificare e visitando la Sicilia devi mangiare tutti i dolci che puoi, quelli di strada  o fatti in casa (granite, gelati, gelati con la brioscia, giuggiulena, torrone, biscotti al miele, rispeddi, sfinci, fravioli, u pupu cull’ovu) e quelli della pasticceria (cassata, cassatine, minne di Sant’Agata, olivelle, torroni molli, torroni di pistacchi, torte sette veli, babbà, dolci dei morti, pignolata, frutta martorana, tronco al limone, zuddi, parfait di mandorle, bianco mangiare, bucellato, africano, torta savoia, biscotti di san Martino, pesche dolci, biscotti regina, paste Elena, minni di virgini, treccine, gelo all’ arancia al mandarino, alla cannella, all’anguria, Tetù e Tetò, mpanadigghi, cuddureddi, cucchie di Petralla, bersaglieri, Cassatelle di Agira, la cuccia di Santa Lucia, Biscotti all’anice, sospiri di monaca, le spagnolette marsalesi, torte alle mandorle, biscotti ricci, piparelli e tutti gli altri e tutti gli altri centinaia di dolci che non riesco a scriverti ma che puoi trovare su questo sito https://www.dolcisiciliani.net/).
Per aiutarti nel duro impegno di scoprire i dolci siciliani ti allego l’elenco di quelle che vengono considerate le migliori pasticcerie siciliane.
To help you in the hard work of discovering the Sicilian sweets I am attaching the list of those that are considered the best Sicilian pastry shops.
Caffè Sicilia - Corso Vittorio Emanuele III, 125 Noto (SR)
Pasticceria Irrera  - Piazza Cairoli, 12, Messina
Antica Dolceria Bonajuto  - Corso Umberto I, 159, Modica (RG)
Pasticceria Eden  - Via Nuova Granatari, Torre Faro (Messina)‎.
I Dolci di Nonna Vincenza Piazza San Placido, 7 Catania
Pasticceria Di Pasquale corso V. Veneto, 4  Ragusa
Pasticceria Cappello via Colonna Rotta, 68 Palermo
Pasticceria Fiasconaro piazza  Margherita, 10 Castelbuono (Pa)
Al Caffè del Corso  via Ungheria, 21, Chiusa Sclafani
Da Alfredo – lungomare Lingua,a Salina  (Me)
Pasticceria Colicchia via delle Arti, 6 Trapani
Maria Grammatico via Vittorio Emanuele, 14 Erice – Trapani
De Luca10. Bar Gelateria De Luca – Via Nazionale, 208 Vill. Briga Marina (San Paolo)
Eurobar13. Eurobar – Via Giuseppe Garibaldi, 11/13 Dattilo, Trapani
Antico Caffé Spinnato  -  Palermo
Pasticceria Carmelo Sciampagna - Marineo (Pa)
Pasticceria Oscar – Via Mariano Migliaccio, 39 Palermo
Bar Costa15. Bar Costa – Via Gabriele D’Annunzio, 15 Palermo
Pasticceria Savia -  Via Etnea 300, Catania
Pasticceria Ficarra – Via Umberto 69 , Catania
Pasticceria Verona e Bonvegna – Via Asiago 60, Catania
23 notes · View notes
Note
Lucia e America?
Alfred misurava a lunghi passi quel lucido pavimento di marmo, ammirava quelle stanze così sfarzosamente decorate e abbellite da quadri raffiguranti le gloriose avventure di quel popolo così misterioso, così diverso dal suo, ma così maledettamente affascinante.“Alfred Franklin Jones,” lo apostrofò una voce femminile, dall'altro lato della stanza. La donna batté i tacchi per terra, esortandolo a voltarsi, e lui non si fece attendere: era lì davanti a lui, dritta in piedi sulla porta, con la sua solita aria fiera e indecifrabile sul volto e le braccia scure incrociate al petto.“In persona.”“Che cosa ci fai ancora qui, America, perché non torni a casa? Non sei stanco di combinare disastri su disastri in una terra non tua?” La sua voce aveva assunto un tono mellifluo, falsamente zuccheroso e al contempo sprezzante.“Vedi, Lucia…” iniziò con un sorrisetto, ma lei lo interruppe: “per te, Sicilia”, lo corresse, ma lui proseguì senza rettificare. “Vedi, Lucia, in realtà ho intenzione di tornare in America a breve, così da non causare più ‘disastri’ come li definisci tu, che suppongo sia semplicemente il tuo modo per indicare la vostra liberazione dai nazisti?”“Sai bene quanto me che tu non hai fatto nemmeno metà dell'opera, soprattutto qui in Italia, e che mi riferisco a ben altro che alla liberazione in ogni caso, Alfred.” Aveva ragione, Arthur e Ivan avevano contribuito alla sconfitta dei nazisti, e così i partigiani di Francis e Veneziano, anche se gli doleva ammetterlo. “E allora a cosa ti riferisci, di grazia? Qual è il disastro che ho combinato?”“Hai svegliato un cane dormiente con il tuo sbarco, nella mia isola così come nella tua patria oltreoceano,” replicò, seria come una statua. “Beh, nel mio caso, più che di cane dormiente, si potrebbe parlare di un cane al confino… – Lucia si lasciò scappare un sorriso amaro, consapevole che l'altro non avrebbe colto il suo black humour – ma non è questo il punto, né ho intenzione di parlarne con te, adesso.”Alfred annuì, confuso dalla battuta di lei, ma senza perdere il ritmo. “E allora parliamo d'altro, Lucia.” La raggiunse in un paio di falcate, accentuando la differenza di altezza fra i due. “Sono venuto qui per farti una proposta.”Sicilia sollevò un sopracciglio, assottigliando gli occhi allungati. “Che genere di proposta, America?”“Io so che cosa vuoi, Lucia.”“Che coincidenza, è quello che mi hanno detto tutti gli uomini della mia vita prima di mandarmela a puttane.”Alfred rise senza divertimento. “È appena finita la guerra, e il tuo primo pensiero è stato quello di ottenere di nuovo autonomia; i movimenti indipendentisti sono più forti che mai nella tua terra. Tu vuoi la libertà, l'indipendenza.”“Accidenti, America, hai davvero uno spirito di osservazione acutissimo!” L'ironia era l'arma preferita di Lucia. “Perdonami, ma non vedo come questo si possa collegare a una tua ipotetica proposta.”“Semplice, Lucia. Io posso dartela, se tu mi permetterai di farlo.”Sentì il suo cuore saltare un battito. Non era più così ingenua da fidarsi di chiunque le promettesse la gloria, la felicità, la libertà, aveva imparato sulla sua pelle che nessuno poteva darle quello che voleva se non lei stessa; tuttavia, sentirsi offrire quello che aveva sempre desiderato così, da uno degli Stati più influenti e potenti d'Europa, la tentava, e non poco.Deglutì a vuoto, costringendosi a concentrarsi sul suo interlocutore. “E come faresti, di grazia, sentiamo?”“Voglio che tu diventi il mio quarantanovesimo Stato.”A Lucia scappò una mezza risata, ma Alfred non scherzava. “E questo sarebbe il tuo modo di darmi la libertà? Annettermi a una potenza federata mondiale oltreoceano?”“Andiamo, Lucia, pensaci… saresti parte del Paese occidentale più ricco del mondo, ti darei fama e gloria in abbondanza, potresti tornare ai tuoi tempi d'oro se solo accettassi la mia offerta, Lovino e Feliciano questo te lo potrebbero dare?” Allungò una mano al suo viso, sistemandole una ciocca di capelli corvini dietro l'orecchio.Lucia indietreggiò istintivamente, mettendo più distanza del necessario fra i loro corpi. “Ora cosa c'entrano Lovino e Feliciano?”“Beh, sono loro a volerti italiana, no? Ma tu vuoi essere libera da loro, non vuoi essere italiana, e nemmeno io voglio che tu lo sia.”Lucia rise, incredula. Certo, l'idea della ricchezza e della gloria, dell'American Dream, la attirava, ma a scapito della sua italianità, della sua famiglia e storia?Fu solo in quel momento che si rese conto quanto futile fosse stato combattere per l'indipendenza della sua terra adesso, con il nuovo Stato italiano che si andava formando, quando tutto in lei era Italia, l'Italia nuova e repubblicana, la stessa Italia che tanto aveva disprezzato in tempo regio, ma a cui era disposta a dare più di una seconda chance pur di non abbandonarla.“Beh, Alfred, mi duole annunciartelo, ma io sono italiana fino a prova contraria, e fiera di esserlo; non tradirò il mio Paese per un vecchio ideale, né per un lontano straniero sconosciuto, e mi dispiace, nemmeno per la ricchezza che mi prometti né per la gloria che già posseggo.” Lucia prese fiato, guardando l'americano negli occhi, tanto chiari quanto erano scuri quelli di lei. “Torna a casa, America, hai un popolo che ti chiama e quarantotto Stati da amministrare, direi che sono più che abbastanza.”“Come desideri, Sicilia,” si arrese lui, vedendola così convinta. “Non ti chiederò di pensarci, sembra che tu ti sia già fatta un'idea chiara su ciò che vuoi, e lo rispetto; lascerò il Paese il prima possibile, e per il resto di questa mia permanenza isolana non ti disturberò più.”La donna annuì, la sua espressione per niente alterata. “Addio allora, Alfred.”“È un arrivederci, Lucia.”Lei si voltò e uscì dalla stanza, i tacchi bassi ticchettando sul pavimento di marmo del corridoio.Alfred la guardò allontanarsi. Non avrebbe mai capito gli italiani, men che meno i siciliani, ma quel popolo l'avrebbe sempre affascinato e meravigliato, niente da fare.
“No, vabbè, carusi, non potete capire chi succediu l’altro giorno!” Cinguettò la ragazza all’allegra tavolata della domenica, mentre si risiedeva a tavola dopo aver portato la frutta.“Che è successo?” Indagò Vito, sbucciando un mandarino.“Allora, veni ‘i mia compare America tutto convinto, e mi fa tutto serio ‘Ti devo fare una proposta’, al che io penso che sia chissà cosa, no? E ci faccio ‘certo, dimmi’.” Mise in bocca una ciliegia, sputandone il nocciolo, gli occhi degli altri su di lei.“E quindi? Che ti voleva proporre?” Chiese Totò, impaziente.“Mi voleva proporre, e cito, di lasciare l’Italia e diventare il quarantanovesimo Stato federato americano, è tutto scattiato quello là, vi giuro!”Rosa scoppiò a ridere. “No, è pazzo completo, ma sei seria?”“Serissima, giuro, era convintissimo! Ovviamente ci ho detto di no, manco ci ho pensato un attimo.”“Vabbè, quello era scontato. Malanova però, Lucia, magari in America scassavi un po’ meno la minchia, potevi andarci alla fine!” Ironizzò Calabria, ricevendo un “cuinnutu” senza malizia da parte della siciliana e un acino d’uva in testa.No, non avrebbe potuto fare a meno di loro, né loro di lei, pensò Sicilia mentre rideva dell’accaduto con i suoi compari. Nessuno può fare a meno della propria famiglia.
8 notes · View notes
jokkyno · 3 years
Photo
Tumblr media
#miyagawa Il mandarino Satsuma Miyagawa, ha origini molto probabilmente cinesi, anche se la prima traccia della sua esistenza giunta fino a noi si registra in Giappone. Il paese del sol levante è a oggi il maggior produttore di questo agrume, anche se viene coltivato con successo anche in Italia negli agrumeti di Sicilia, Calabria, Basilicata. Si tratta di un agrume, la cui raccolta inizia verso la fine di settembre, per terminare a ottobre. Il frutto ha un caratteristico colore verde giallastro, e un buon contenuto in succo. La buccia è sottile e si toglie molto facilmente, la polpa è priva di semi e il gusto è caratteristico: le noti dolci lasciano presto la strada a quelle acidule, con un buon equilibrio e una freschezza piacevole. 😋 https://www.instagram.com/p/CVNKbyDAukCZMXGk_Swm-mKw69_Iqawbh2PwQ00/?utm_medium=tumblr
0 notes
abatelunare · 6 years
Text
Il segreto della longevità
Sinceramente. A me i film di Franco Franchi e Ciccio Ingrassia non sono mai piaciuti. Troppo stupidi anche per le mie pur larghe maglie. Una sola cosa mi ha fatto ridere. Si trova in un film intitolato Ku fu? Dalla Sicilia con furore (squallida parodia del celeberrimo film con Bruce Lee). Mi era capitato - parliamo di anni fa - di accendere la televisione e di dargli un’occhiata. Franco Franchi (c’è solo lui, in questo caso) è un pupillo di Don Vito, il Mandarino di Sicilia. Costui lo manda presso un maestro interpretato da Gianfranco Agus, attore che io trovavo eccessivamente enfatico. Il personaggio di Agus ha una certa età. Fra lui e Franchi si svolge questo dialogo (sono andato a cercarmi il film per poterlo riportare fedelmente):
Io non sono neanche centenario! Ooooh, scusate... Novantasette, novantasei, novantacinque. Be’, li portate bene, però... Eh già, eh già. E tu sai perché io me li porto bene? Eh, avete fatto una dieta speciale... No. Un allenamento particolare... [Agus scuote la testa] Non avete vizi... [Agus scuote ancora la testa, poi fa cenno a Franchi di avvicinarsi] Perché io mi sono sempre fatto i cazzi miei. Un’ottima dieta...
Tutto il resto della loro (purtroppo) sconfinata produzione io lo getto in mare senza rimorsi. Ma questo dialogo mi è rimasto impresso. E mi fa morire dal ridere.
2 notes · View notes
novacash · 3 years
Photo
Tumblr media
POLARA |CHIOSCHI MANDARINO GIALLO DI SICILIA 1 LT X 3 BOTTIGLIE PET+ 3 OMAGGIO=6 CHIOSCHI MANDARINO   DI SICILIA 1 LT X 3 BOTTIGLIE PET+ 3 OMAGGIO = TOTALE 6 BOTTIGLIE http://nemb.it/p/0WoA=EuYI/tumblr
0 notes
burde · 4 years
Photo
Tumblr media
Bellifolli Sicilia DOC di Valle dell’Acate: I Mascheroni del vino barocco 🌬💀🍷 • • • • • Bellifolli Valle dell’Acate Bianco Sicilia DOC 2020 agrumi arancio e mandarino , zenzero e floreale sambuco tiglio, dolcezze sinuose e sapidità giusta al palato dove acidità e ritmo sono divertenti e dotati di sorprendente complessità • • • • Bellifolli Valle dell’Acate Rosso Sicilia DOC 2019 marasca pepe e susina matura, fico nero e macchia mediterranea, sorso di importanza e struttura più arditi di quanto si pensi però carnoso e di soddisfazione , finale di giuggiole e refoli balsamici • • • Bellifolli Valle dell’Acate Rosato di Frappato Sicilia DOC 2020 con il leone, aggressivo e impattante come il vino con melograno e susine, tamarindo e arancio rosso, saporito e lungo con note intriganti da chiaretto quasi , salino iodato e con chiusura con lieve nota tannica che lo rende un vino pensato da insalata veloce e avocado, tartare ma che può avere un uso molto ampio • • • • #frappato #rose #rosa #vinorosa #sicily #sicilia #scicli #valledellacate #ragusa #vittoria #baroque #baroquestyle #baroccosiciliano #wine (presso Palazzo Beneventano Scicli) https://www.instagram.com/p/CMS16jzryKa/?igshid=12ztl9ge5drl0
0 notes
lamilanomagazine · 2 years
Text
Benevento, torna la fiera BenTorrone
Tumblr media
Benevento, torna la fiera BenTorrone. Presentata questa mattina a Palazzo Mosti l’edizione 2022 di "BenTorrone", la fiera del torrone e del cioccolato artigianale in programma da domani 24 a domenica 27 novembre. La golosa kermesse organizzata dall’associazione Italia Eventi in collaborazione con la Pro Loco Samnium e con il patrocinio del Comune di Benevento, ritorna dopo diversi anni e andrà avanti tutti i giorni dalle ore 10 a mezzanotte. "Sarà una festa che celebrerà il talento di artigiani e aziende provenienti da 6 regioni diverse. In prima fila la Campania, a cui fanno seguito Calabria, Puglia, Sicilia, Umbria e Toscana. Così tra un laboratorio e una scultura in cioccolato, sarà possibile ascoltare un po’ di musica o assistere ad uno degli spettacoli in programma", hanno spiegato nel corso della conferenza stampa il vicesindaco Francesco De Pierro, l'assessore alle Attività Produttive, Luigi Ambrosone, il presidente della Commissione Attività Produttive, Alboino Greco, il dirigente alle Attività Produttive, Gennaro Santamaria, il presidente dell'associazione Italia Eventi, Giuseppe Lupo, il presidente della Proloco Samnium, Giuseppe Petito, la dirigente dell'istituto Alberghiero di Benevento, Antonella Gramazio, e la rappresentante dell'Istituto Alberti di Benevento Anna Clorinda Ricci. Per l’occasione la Pro Loco ha organizzato visite guidate alla città e ai suoi monumenti. Oltre alla partecipazione delle scolaresche locali, sarà importante anche la presenza degli studenti dell’Istituto Superiore "G. Alberti" e dell’Istituto Alberghiero "Le Streghe". Non mancherà nemmeno la Fabbrica culturale itinerante del cioccolato artigianale, grazie alla quale prenderanno vita show cooking e appuntamenti live. Irrinunciabili quelli con la storia e la lavorazione del torrone di Benevento, affinché sia possibile condividere la cultura culinaria locale con tutti i partecipanti all’evento. Forte la presenza della Campania che vede in prima fila otto torronifici e aziende del Sannio. Ci saranno il miele pregiato proveniente da Capaccio Paestum, le caramelle e i dolciumi napoletani, così come i dolci della tradizione partenopea, le crepe e le ciambelle. Dall’Irpinia mostaccioli e torroni di vari gusti, mentre dai Monti Picentini arriva la tanto amata nocciola di Giffoni. Immancabili la frutta disidratata e ricoperta di cioccolato, incluse le classiche scorzette di agrumi. Dalla Puglia torroni, dolci e tipicità, dalla Calabria torroni e tanta liquirizia, dolce e grezza, anche in formato panetto. Quest’ultima è l’ingrediente principale per preparare un liquore della tradizione calabrese. Dalla Sicilia, oltre al cioccolato di Modica e ai torroni, anche alle mandorle e al pistacchio, non mancheranno cannoli, cassate e dolcetti con pasta di mandorle. Dall’Umbria una storica cioccolateria artigianale con dolci, torroni e praline e dalla Toscana cantuccini e torroni tipici. Ecco di seguito i laboratori e gli spettacoli di BenTorrone 2022:  Giovedì 24 novembre Dalle 10 alle 14 – Dalla fava di cacao al cioccolato a cura della Prima Fabbrica culturale europea del cioccolato itinerante Dalle 16 alle 20 – Il cioccolato fatto in casa a cura della Prima Fabbrica culturale europea del cioccolato itinerante  Venerdì 25 novembre Dalle 10 alle 14 - Dalla fava di cacao al cioccolato a cura della Prima Fabbrica culturale europea del cioccolato itinerante Dalle 16 alle 20 – Il cioccolato fatto in casa a cura della Prima Fabbrica culturale europea del cioccolato itinerante Ore 17 Teatro di burattini di antica tradizione di Giorgio Ferraiolo Ore 18 Mandarino volante in "Il conte Bollicin" – spettacolo con bolle di sapone Organetto e Tammorre  Sabato 26 novembre Dalle 10 alle 14 - Dalla fava di cacao al cioccolato a cura della Prima Fabbrica culturale europea del cioccolato itinerante ore 11 e ore 16 Teatro di burattini di antica tradizione di Giorgio Ferraiolo Artisti distratti con i trampolieri luminosi Ore 16 Realizziamo insieme la tavoletta di cioccolato artigianale L’Arco di Traiano in cioccolato a cura dell’artista Assunta Importa e dagli scultori artigiani del cioccolato Ore 18 Il croccante alla nocciola di Giffoni IGP a cura dell’Azienda Agricola Nobile Gruppo folkloristico Fontana Vecchia Casalduni Ore 19 Il torrone di Benevento a cura del maestro Saverio Volume Ficociello  Domenica 27 novembre Dalle 10 alle 14 - Dalla fava di cacao al cioccolato a cura della Prima Fabbrica culturale europea del cioccolato itinerante ore 11 e ore 16 Teatro di burattini di antica tradizione di Giorgio Ferraiolo Ore 11 Artisti distratti con Giocoliera Ore 16 Realizziamo insieme la tavoletta di cioccolato artigianale L’Arco di Traiano in cioccolato a cura dell’artista Assunta Importa e dagli scultori artigiani del cioccolato Ore 17 Artisti distratti con spettacolo del fuoco Ore 18 Il torrone di Benevento a cura del maestro Saverio Volume Ficociello Gruppo di musica popolare Fusione Ore 19 Il croccante di mandorla e di pistacchio a cura di Dolci Capricci Siciliani... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
0 notes