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#Nuovi film
f-i-ngi · 7 months
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"Aveva deciso che si sarebbe battuto per lei.
Perché era l'unica cosa al mondo che sapesse fare bene."
~ L'uomo che metteva in ordine il mondo
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themhac · 2 years
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alla mia vicina che oggi ha messo a volume altissimo all i want for christmas is you voglio dire solo: ti voglio bene
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efashionmilan · 1 year
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https://www.instagram.com/dorothybarresirubin/?hl=it
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pensierialmare · 2 months
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RABBIA - FILM COMPLETO IN ITALIANO (2024) NUOVI FILM D'AZIONE
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angelap3 · 3 months
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Guarda "Toby Keith - Don't Let the Old Man In" su YouTube
youtube
"Don't Let the Old Man In":
Una Lezione di Vita da Toby Keith e Clint Eastwood
Hai mai sentito parlare di una canzone che nn solo ispira, ma che nasce da un incontro tra due leggende viventi?
Ecco la straordinaria storia di **"Don't Let the Old Man In"**, una canzone che ha conquistato i cuori di molti e ci insegna una preziosa lezione di vita. L'Ispirazione Dietro la Canzone
Toby Keith, il famoso cantautore country, ha scritto questa canzone dopo una conversazione illuminante con Clint Eastwood. Durante le riprese del film "The Mule", Eastwood ha confidato a Keith il segreto della sua vitalità: nn permettere mai che il vecchio prenda il sopravvento. Questo semplice ma potente messaggio ha ispirato Toby a comporre una delle sue canzoni più toccanti e significative.
Collegamento con "The Mule"
"Don't Let the Old Man In" è diventata il tema principale del film "The Mule" del 2018, diretto e interpretato da Clint Eastwood. La canzone cattura perfettamente lo spirito del film, che racconta la storia di un uomo anziano che trova una nuova vita come corriere della droga. La determinazione e la resilienza del personaggio di Eastwood risuonano profondamente con le parole della canzone.
Curiosità Affascinanti
1. **Scrittura Lampo**: Toby Keith ha scritto la canzone in soli pochi giorni dopo aver parlato con Eastwood, dimostrando quanto forte fosse l'ispirazione.
2. **Età di Eastwood**: Clint Eastwood aveva 88 anni quando ha diretto e interpretato "The Mule", incarnando perfettamente il messaggio di nn lasciare che l'età definisca le proprie capacità.
3. **Collaborazione Inusuale**: Questa canzone segna una rara collaborazione tra il mondo della musica country e Hollywood, creando un ponte tra due forme d'arte potenti.
4. **Impatto Duraturo**: La canzone è stata accolta calorosamente dai fan di Keith e dagli spettatori del film, diventando un inno per chiunque voglia vivere la vita appieno, indipendentemente dall'età.
Un Invito alla Riflessone** ✨
La canzone "Don't Let the Old Man In" ci ricorda che l'età è solo un numero e che lo spirito giovane può rimanere vivo dentro di noi, se lo permettiamo. Nn importa quanti anni abbiamo, possiamo sempre trovare nuovi modi per vivere con passione e scoprire nuove avventure.
Ascolta la canzone, guarda il film e lasciati ispirare da questa incredibile storia di determinazione e vitalità. Nn lasciare che il vecchio entri, vivi la tua vita al massimo!
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gregor-samsung · 1 month
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" Si potrebbe dire che il meccanismo metamorfico sia l’unico elemento della vita che non cambia mai. Il percorso di ogni individuo, di ogni Paese, di ogni epoca storica, dell’universo intero e tutto ciò che contiene, non è altro che una serie di mutamenti, a volte sottili, a volte profondi, senza i quali resteremmo fermi. I momenti di transizione, in cui qualcosa si tramuta, costituiscono la spina dorsale di tutti noi. Che siano una salvezza o una perdita, sono i momenti che tendiamo a ricordare. Danno un’ossatura alla nostra esistenza. Quasi tutto il resto è oblio. Credo che il potere dell’arte sia il potere di svegliarci, di colpirci fino in fondo, di cambiarci. Cosa cerchiamo leggendo un romanzo, guardando un film, ascoltando un brano di musica? Cerchiamo qualcosa che ci sposti, di cui non eravamo consapevoli, prima. Vogliamo trasformarci, così come il capolavoro di Ovidio ha trasformato me. Nel mondo animale una metamorfosi è qualcosa di previsto, di naturale. Vuol dire un passaggio biologico, fasi specifiche che conducono, alla fine, a uno sviluppo completo. Quando un bruco si è trasformato in farfalla non c’è più un bruco ma una farfalla. L’effetto della metamorfosi è radicale, permanente. Avendo perso la vecchia forma, ne assume una nuova, irriconoscibile. Rispetto alla creatura precedente ha nuovi tratti fisici, una nuova bellezza, nuove capacità. "
Jhumpa Lahiri, In altre parole, Guanda (collana Tascabili), 2015¹, pp. 125-126.
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mermaidemilystuff · 6 months
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Grandissimo dilemma: vorrei vedere qualcosa mentre ceno e ho pensato ai nuovi episodi di Pechino Express ma quelli vomitano ogni due minuti e sto già male al pensiero.
Se avete film, soprattutto thriller e crime, da consigliare mi fate felice 💌
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f-i-ngi · 2 years
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"Ogni volta che ci accade qualcosa, quel ricordo ci apparterrà per sempre, anche se non lo ricordiamo più."
~ La Città Incantata
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silvyysthings · 4 months
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What????? @annafromao3 @mysteriouslyspeedylover-blog nostroooooooo
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drunkwhenimadethis · 4 months
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Ok… prima vado a letto voglio praticare il mio Italiano perché non mai faccio pratica salvo in class ogni giovedì. Non ho tempo per guardare i film o perfino ascoltare la musica. Sono impegnato. Ugh. Ho avuto un giorno lungo, ho fatto le cose che ho dovuto fare, non posso dormire invece guardo il sito di Sephora 🙈 alle due mattina. Sto pensando troppo a quest’ora e mangio molto il popcorn ;) con succo di mirtillo (ho avuto bisogno di cercare su Google quella parola….mirtillo…..)…Amo l’estate generalmente ma in Toronto sembra strana, non lo so come dire, ma l’aria è come zuppo, è pesante….Devo fare un po’ di shopping per vestiti nuovi….non solo vestiti anche, forse trucci e profumo e libri e voglio nuovo bagaglio… qualcosa carina e rosa. Vorrei un copertina per il mio passport per quando vado in viaggiare. È quasi tempo. I desideri piccoli della donna semplice. Hehehe questo era facile perché ho scelto le parole che so. Ignorate la grammatica sono livello A3, una bambinaaaaa
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anchesetuttinoino · 5 months
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Piddini che premiano piddini che fanno film piddini su temi che piacciono ai piddini.
Questa in sintesi l'egemonia culturale che soffoca l'Italia da decenni. Come sapete, il sottoscritto si sgola da sempre su quanto sia essenziale creare nuovi palchi, nuovi eventi, nuovi Festival in cui far esprimere i tanti artisti non allineati.
Sul David di Donatello, sul Leone di Venezia o sul premio Strega non si può che ridere: se la cantano e se la suonano da soli. Nello specifico, a essere premiati sono due film sulle due passioni dei globalioti, ovvero il nazifemminismo e l'immigrazionismo.
Resta la necessità di dare vita a una produzione culturale nuova, libera, coraggiosa. Qualcuno ci sta provando. Ma serve qualcosa di più grande, continuo e coinvolgente.
Sono convinto che avrebbe tutte le possibilità per emergere. A quel punto certe statuette finirebbero dove meritano: nella spazzatura.
Matteo Brandi
Pro Italia - Segreteria Nazionale
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chez-mimich · 10 months
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THE OLD OAK
Per il suo ultimo film (almeno secondo le stesse recenti dichiarazioni del grande regista britannico), Ken Loach ha scelto di girare un film “in purezza”, come si direbbe per il vitigno di un un vino. “The Old Oak” infatti contiene tutti i temi cari a Loach, più uno: il proletariato e il sottoproletariato urbani post-industriali, la disoccupazione, la miniera, l’alcolismo, la povertà materiale e spirituale, ai quali qui aggiunge il tema capitale dei nostri tribolati giorni, l’immigrazione. The Old Oak è il vecchio e malandato pub di Durham, paesino del nord-est dell’Inghilterra, dove la chiusura delle miniere, oltre ad essere stata una tragedia epocale per l’economia del villaggio, era altresì stato un formidabile collante per la solidarietà e le lotte sindacali dei lavoratori. La “colliery”, ovvero la miniera di carbone, è stata per anni una costante nel panorama delle lotte sindacali dei lavoratori di quella parte del paese e, attorno ad esse, sono nate forme del tutto particolari di mutuo soccorso per il sostegno tra lavoratori, insieme anche iniziative ricreative e sociali che spesso ruotavano attorno al pub del luogo. TJ Ballanthyne è il proprietario di “The Old Oak” (la vecchia quercia), luogo che tiene insieme vecchi compagni di lavoro in miniera, ormai quasi derelitti e impoveriti dalle miserabili pensioni, che si ritrovano alla sera e nei giorni di festa per una pinta di birra come s’usa da quelle parti. A rompere quel delicato equilibrio è l’arrivo di poveri ancora più poveri di loro, in questo caso un nutrito gruppo di famiglie di migranti che fuggono dalla guerra in Siria. Tj Ballanthyne e un piccolo gruppo di frequentatori del pub decidono di mettere in piedi una sorta di mensa dei poveri per i nuovi arrivati, suscitando la protesta degli storici frequentatori che, benché anch’essi figli di un proletariato misero, sembrano ostili alle nuove povertà oltre ad essere, perché no, anche un po’ razzisti.
Il film di Loach, nella sua essenziale semplicità, è tutto qui e non è una pellicola per tutti,e non lo è, non solo per i motivi che si potrebbero pensare. Non lo è perché vedere un suo film è sempre un po’ come partecipare ad un rito purificatorio: ci si sottopone ad esso per ricordare a noi stessi che la Storia che stiamo vivendo è questa, o meglio che ancora oggi molti vivono in prima persona questa Storia, fatta di sussistenza, di squallide periferie e di miseria. Loach, nella sua sempre scarna narrazione filmica, supportata dalle eccellenti sceneggiature di Paul Laverty, punta questa volta il suo sguardo sull’assurdo conflitto tra due povertà, quella degli ex-minatori e quella dei migranti. Se c’è stata una strategia vincente nella destra in Europa e nel mondo occidentale, e quindi anche in Italia, è proprio stata quella di far pensare alle classi meno abbienti che il nemico sociale fosse quello più povero di loro. Gli ex minatori inglesi, come i proletari italiani, guardano ai migranti con diffidenza, se non proprio con odio. Quello è il loro “nemico”, non certo il grande capitalista, il facoltoso commerciante, il professionista affermato o l’evasore fiscale (figure che spesso coincidono). Se in un certo senso è normale che ciò accada, poiché fasce deboli della popolazione indigena e migranti si trovano nelle città a convivere negli stessi quartieri, la cosiddetta “coscienza di classe”, grande invenzione marxiana, attende solo di essere recuperata alla sua funzione, per far, finalmente, deflagrare un sano conflitto sociale, unica barriera possibile allo strapotere del liberismo delle destre. Un manifesto politico più che un film? Sì, bisogna ammettere che Ken Loach è un regista fieramente politico, forse l’ultimo rimasto, che parrebbe aver girato sempre lo stesso film, come monito della perenne ingiustizia sociale che avvelena (e ha sempre avvelenato) la nostra Storia. Forse sarà il suo ultimo film e quindi ne rimpiangeremo per sempre la dirittura morale e la sua sete di giustizia, ma anche la sua ineguagliabile poesia cinematografica. E come il “macchinista ferroviere” di Francesco Guccini sulla locomotiva, ci piace pensarlo ancora dietro la sua macchina da presa “lanciata bomba contro l’ingiustizia”.
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mandorloinfiore · 10 months
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quale film cult posso guardare su disney+ prima che scada? ne ho tanti in lista ma non riesco ad affidarmi a quelli "nuovi"
ps i cartoni penso di averli visti veramente tutti tutti
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diceriadelluntore · 9 months
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Dizionari Dimenticati
Tra le meraviglie dei nuovi "indici virtuali" di Google Trends, il servizio del motore di ricerca che registra le ricerche per parole più ricorrenti inserite nella barra sotto l'iconico logo, ci sono significativi indicatori di come usiamo internet.
Si nota come quotidianamente parole, personaggi, luoghi legati a notizie, avvenimenti, eventi vengono quasi compulsivamente digitate, a volte per poche ore dopo che l'evento è avvenuto, e poi ritornano nell'oblio.
Tra i picchi che personalmente trovo più interessanti, quello dell'ultima settimana di Aprile 2019. Protagonista l'aggettivo ineluttabile, spesso associato a "significato" o "sinonimo". Se vi chiedete perché, la risposta è ancora più sorprendente: era pronunciato da Thanos in una battuta della scena epica principale nel film Avengers:Endgame, campione di incassi al cinema, in uno scontro con Ironman.
Quando accade quel che sapevamo ineluttabile restiamo ugualmente turbati.
Alessandro Morandotti, Minime, 1979/80
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Le soddisfazioni più grandi della vita sono:
Raggiungere i propri obbiettivi per migliorarsi e crearne di nuovi
Sgamare le menzogne con annessa la propria soddisfazione
Aspettare che affondino nelle loro stesse stronzate, fino a dimenticarsi cos’hanno detto e arrivare al punto di confondere menzogne e realtà
E aspetterò il terzo punto come aspetto dei film che dovranno uscire 🖕🏻
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