#SCUOLA
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andreayfrangelis · 28 days ago
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Raffaele Monti 19th century ⚖️
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gregor-samsung · 5 months ago
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" Secondo un dato riferito nel rapporto annuale del Censis (dicembre del 2019), gli italiani sono affetti da una sindrome inquietante: la scomparsa del futuro. E questo provoca una sorta di “stress post-traumatico” collettivo. Assenza di futuro significa cose molto precise. La grande maggioranza vede che la mobilità sociale è bloccata, che l’ascensore sociale è rotto, che l’offerta di lavoro è scarsa; gli operai non sperano in avanzamenti; imprenditori e professionisti temono perfino una brusca scivolata in basso. Grave appare specialmente la condizione dei giovani in età lavorativa. Qui secondo una statistica del 2017 abbiamo il record europeo della cosiddetta generazione «neet» («neither in employment nor in education or training»): giovani tra i 18 e i 24 anni che non studiano, non hanno un lavoro e non lo cercano*. La perdita della memoria e l’ignoranza della storia si sommano all'assenza di futuro. O forse è proprio l’assenza di futuro che provoca una distorsione profonda nel senso del passato. La memoria sociale, detta anche memoria storica, è frutto di una continua rielaborazione di fatti e idee. Ed è qui che ci si imbatte nel ritorno d’attualità di relitti di nazismo e fascismo nelle idee e nei comportamenti collettivi. Ma intanto bisognerà tenere presente il nesso tra memoria del passato e speranza di futuro. "
*La ricerca Il silenzio dei NEET. Giovani in bilico tra rinuncia e desiderio è stata redatta da Annarita Sacco e rivista dallo staff del Comitato Italiano dell'Unicef.
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Adriano Prosperi, Un tempo senza storia. La distruzione del passato, Giulio Einaudi editore (collana Vele); prima edizione: 19 gennaio 2021. [Libro elettronico]
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cutulisci · 2 months ago
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rideretremando · 6 months ago
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"L'Ufficio Scolastico Regionale del Lazio ha sospeso Christian Raimo dall'insegnamento per 3 mesi e gli ha ridotto lo stipendio dopo i suoi attacchi al ministro Valditara. Gli studenti di Raimo stamattina hanno protestato e convocato un'assemblea straordinaria. Si tratta di una sanzione pesantissima, e temo esemplare. Le critiche a Valditara di Raimo erano certo dure, ma se hanno superato un limite non mi pare sia quello che legittima questo tipo di sanzione. Il decoro dell'istituzione (Raimo sarebbe reo di averlo offeso, da qui la sospensione) è davvero vilipeso quando si cerca di difenderlo proprio attaccando chi, a capo di quell'istituzione, esercita il suo ruolo in maniera "scandalosa"? Certo, è un'opinione di Raimo, da cui ci si può dissociare nel merito (più che legittimo) o nella forma. In quest'ultimo caso, però, sarebbe stata sufficiente una querela. La sospensione dall'insegnamento è una cosa molto diversa."
Lo scrittore Nicola Lagioia a proposito della sanzione contro le critiche dell' insegnante Christian Raimo al Ministro
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"Da un punto di vista politico penso che Valditara vada colpito, perché è un bersaglio debole e riassume in sé tante delle debolezze del governo.
(...)
Dentro la sua ideologia c’è tutto il peggio: la cialtronaggine, la recrudescenza dell’umiliazione, il classismo, il sessismo. Se è vero che non è lui l’avversario, è vero che è lui il fronte del palco di quel mondo che ci è avverso, e quindi va colpito lì, come si colpisce la Morte nera in Star wars."
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tizianacerralovetrainer · 2 years ago
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"- Mamma devo raccontarti una cosa che ti farà morire dal piangere.
- Dimmi (adoro quando per dare il senso delle sue emozioni, parla così).
- Oggi a scuola mi hanno messo al banco con un bambino down, cioè non è che è proprio down è che sta su una carrozzina, guarda sempre in su, muove la testa e gli esce la saliva dalla bocca.
- E cos’ è che ti ha fatto “morire dal piangere”?
- Per i primi due giorni è stato sempre zitto, mamma non ha mai parlato con nessuno, te lo giuro. Oggi che stava al banco con me, mi ha preso la mano e ha riso.
- Tu che gli avevi detto?
- Niente, gli ho fatto vedere il mio temperino, quello tutto chiuso che abbiamo comprato ieri, gli ho dato una matita e insieme abbiamo temperato. Lui teneva la matita e io giravo il temperino. Mi veniva da piangere da quanto ero felice che rideva. Spero che anche domani sto al banco con lui. Gli faccio temperare tutte le mie matite."
(Marilena Pallareti)
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aitan · 1 year ago
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Nel 2012 Margherita Hack – astronoma, astrofisica, simpatica e magnifica divulgatrice scientifica con marcato accento toscano e prima donna italiana a dirigere un osservatorio astronomico – in un’intervista a L’Espresso, in risposta all’aziendalizzazione della scuola promossa dall’allora ministro Profumo, dichiarò, tra le altre cose:
“La scuola non è un’impresa, deve formare delle persone, non è solo il luogo dove imparare più o meno bene certi concetti.”
“Dovrebbe privilegiare e promuovere quelli che vengono dalle classi più povere, perché è naturale che un ragazzo che nasce in una famiglia di operai, dove vede pochi libri, si trovi più a disagio di uno che nasce in una famiglia di professori. Dovremmo invece creare scuole a tempo pieno in cui si dedica molto tempo proprio ai giovani che vengono dalle classi più disagiate. Premiare il merito è giusto, certo, però bisogna tener conto delle condizioni di partenza.”
“Il merito non si può valutare solo in base al rendimento, ma occorre valutarlo tenendo conto del punto di partenza, dall’impegno di una persona nel superare le difficoltà. E le difficoltà sono diverse a seconda dell’ambiente in cui uno è nato. Merito vuol dire impegno, costanza, forza di affrontare le difficoltà.”
Tratto da aitanblog.wordpress.com/2024/01/19/entro-nel-merito/
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avalonishere · 2 months ago
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scogito · 1 year ago
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Come si intitola quel film dove le assurdità sono una prassi e il popolo di quel pianeta perde tempo a parlare di cose completamente inutili?
- Terrestri.
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contanosoloidettagli · 8 months ago
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Ho passato la maggior parte della mia vita di giovane adulta a scuola e poi ancora all'università.
Ci ho passato così tanti giorni lì dentro ad apprendere e così tante ore a casa sui libri a studiare che non riesco neanche a contarle.
Ed ho imparato tante cose sai, mi hanno insegnato l'italiano, la matematica, la geografia, la storia.
Mi hanno insegnato a usare riga e squadre, i pennelli, il flauto, il goniometro, la calcolatrice, il dizionario.
Da piu grande ho imparato qualcosa di più difficile e mi hanno insegnato i pensieri dei grandi filosofi, le equazioni di Maxwell, i poemi degli artisti, il calcolo degli integrali.
E poi indovina? All'università altro ancora e così mi hanno parlato degli stadi di Piaget, la teoria della Gestalt, il pensiero di Rousseau, la teoria ecologica di Bronfenbrenner e interi manuali di altre cose.
Davvero eh, ci ho passato così tanto tempo ad imparare che credevo di essere quasi pronta, ma mi sono accorta che nessuno mi ha mai insegnato la cosa più importante.
Nessuno mi ha mai insegnato a vivere senza averti accanto. E io non so come si fa.
Come si fa, papà?
Per ora so solamente che mi manchi da fermare il respiro e da trasformare le lacrime in scroscianti ruscelli.
Per ora non so altro e credo che dovrò imparare da sola, ma probabilmente non mi basterà una vita per farlo.
Ce la farò papà?
Non penso sai, mi manchi troppo.
Non mi abituerò mai alla tua assenza.
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chaakawaii · 3 months ago
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Ore artistiche
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gregor-samsung · 6 months ago
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" «Con la cultura non si mangia» ha dichiarato […] Tremonti il 14 ottobre 2010. Poi, non contento, ha aggiunto: «Di cultura non si vive, vado alla buvette a farmi un panino alla cultura, e comincio dalla Divina Commedia». Che umorista. Che statista. Meno male che c’è gente come lui, che pensa ai sacrosanti danè. E infatti, con assoluta coerenza, Tremonti ha tagliato un miliardo e mezzo di euro alle università e otto miliardi alla scuola di primo e secondo livello, per non parlare del Fus, il Fondo unico per lo spettacolo e altre inutili istituzioni consimili. Meno male. Sennò, signora mia, dove saremmo andati a finire?
In questi ultimi anni, però, l’ex socialista Tremonti non è stato il solo uomo politico a pronunciarsi sui rapporti tra cultura ed economia. Per esempio, l’ex ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Maurizio Sacconi, ha sostenuto che per i laureati non c’è mercato e che la colpa della disoccupazione giovanile è dei genitori che vogliono i figli dottori invece che artigiani. Sapesse, contessa… E il filosofo estetico Stefano Zecchi, in servizio permanente effettivo nel centrodestra, ha chiuso in bellezza, come del resto gli compete per questioni professionali: ha detto che in Italia i laureati sono troppi. Insomma, non c’è dubbio che la destra italiana abbia sposato la cultura della non cultura e (chissà?) magari già immagina un ritorno al tempo dell'imperatore Costantino, quando la mobilità sociale fu bloccata per legge e ai figli era concesso fare solo il lavoro dei padri. (Non lo sapeva, professor Sacconi? Potrebbe essere un’idea…) E la sinistra o come diavolo si chiama adesso? Parole, parole, parole. Non c’è uno dei suoi esponenti che, dal governo o dall'opposizione, non abbia fatto intensi e pomposi proclami sull'importanza della cultura, dell'innovazione, dell'istruzione, della formazione, della ricerca e via di questo passo, ma poi, stringi stringi, non ce n’è stato uno (be’, non esageriamo: magari qualcuno c’è stato…) che non abbia tagliato i fondi alla cultura, all'innovazione, all'istruzione, alla formazione, alla ricerca e via di questo passo. Per esempio, nel programma di governo dell'Unione per il 2006 si diceva: «Il nostro Paese possiede un’inestimabile ricchezza culturale che in una società postindustriale può diventare la fonte primaria di una crescita sociale ed economica diffusa. La cultura è un fattore fondamentale di coesione e di integrazione sociale. Le attività culturali stimolano l’economia e le attività produttive: il loro indotto aumenta gli scambi, il reddito, l’occupazione. Un indotto che, per qualità e dimensioni, non è conseguibile con altre attività: la cultura è una fonte unica e irripetibile di sviluppo economico». Magnifico, no? Poi l’Unione (o come diavolo si chiamava allora) vinse le elezioni e andò al governo. La prima legge finanziaria, quella per il 2007, tagliò di trecento milioni i fondi per le università. Bel colpo. Ci furono minacce di dimissioni del ministro per l’Università e la Ricerca, Fabio Mussi. Ma le minacce non servirono. Tant’è che, nella successiva legge di bilancio, furono sottratti altri trenta milioni dal capitolo università a favore… degli autotrasportatori. E inoltre, come scrivono Francesco Sylos Labini e Stefano Zapperi, nel 2006 con il governo Prodi «c’è stato un calo del trenta per cento circa dei finanziamenti, cosicché il già non generoso sostegno alla ricerca di base è diminuito, da circa centotrenta a poco più di ottanta milioni di euro, proprio nel periodo in cui al governo si è insediato lo schieramento politico che, almeno a parole, ha sempre manifestato un grande interesse per la ricerca». Certo, dopo quanto avevano scritto nel programma, non sarebbe stato chic e «progressista» avere la faccia tosta di dire che bisognava sottrarre risorse alla scuola e all'università, e allora non l’hanno detto. Però l’hanno fatto, eccome. "
Bruno Arpaia e Pietro Greco, La cultura si mangia, Guanda (collana Le Fenici Rosse), 2013¹ [Libro elettronico]
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eliophilia · 19 days ago
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Sputo fatti sulla scuola perché c'era bisogno dopo mesi e mesi in cui mi sono sentita dire cose allucinanti (e chissà quante altre ancora dovrò sentire? sì, purtroppo, lo so).
Se siete d'accordo, rebloggate.
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sublimebouquetnerd · 1 month ago
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Questo è l'unico trattamento gentile che meriti qualsiasi persona che faccia proselitismo pro vita (cioè molestie contro le donne) negli ospedali, nei Consultori, sui social, in politica, a scuola, in famiglia, per strada:
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aitan · 5 months ago
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André Henri Dargelas, Le tour du monde, 1850
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segreti-anonimi · 1 month ago
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Ero in terza liceo e mi piaceva il prof (avrà avuto 42 anni). Non era niente di che, ma aveva quell'aspetto tenero che mi eccitava moltissimo. Gli scrissi un biglietto in cui dicevo che mi sarebbe tanto piaciuto un bacio da lui, senza avere risposta. Un giorno in corridoio, mentre lui parlava con un gruppetto di studenti, "inavvertitamente" gli sfiorai la nuca con un dito. Qualche ora dopo, mi scrisse in un messaggio di scendere giù nella sua classe. Era rosso e imbarazzato, parlammo a lungo, io gli confessai tutto quello che avrei voluto fare con lui, che non avevo mai nemmeno baciato un uomo, mi disse che non si poteva fare, che ci mettevano in galera... Ma io gli accarezzai la guancia e lui finì per baciarmi. Fu il bacio più dolce della mia vita. È durata per anni. Io ci andavo a casa, prima e dopo l'orario di scuola, mi regalò un piccolo vibratore, gli regalai la verginità, mi insegnò tutto, anche gli orgasmi, con tanta pazienza perché io non riuscivo. A volte lo raggiungevo in una classe vuota per bere il suo seme, persino una volta non era nemmeno in erezione.
Avevo iniziato ad avere qualche storia, ma nessuno mi soddisfaceva, infatti continuai a vederlo ogni tanto. Andò avanti per anni. Poi mi innamorai del mio compagno, gli dissi che non dovevamo vederci più. Lui pianse, ogni tanto mi cercava, ma non ho voluto vederlo più.
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scogito · 1 year ago
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"E crearono la scuola come il "diavolo" aveva ordinato.
Il bambino ama la natura, quindi l'hanno chiuso in quattro mura. Non può stare seduto per ore senza muoversi, quindi hanno ridotto al minimo la sua libertà di movimento. Gli piace lavorare con le mani, e hanno iniziato a presentargli informazioni e teorie. Ama parlare sinceramente, gli hanno insegnato a tacere. Si sforza di capire, gli hanno insegnato a memorizzare. Vorrebbe esplorare da solo e usare la propria conoscenza (dell'anima), ma ha ottenuto tutto in forma preconfezionata su decine di fogli di lavoro grigi.
Attraverso tutto questo, i bambini hanno imparato ciò che non avrebbero mai imparato in altre circostanze: hanno imparato a non mettere in dubbio nulla e ad adattarsi". (Adolphe Ferrière)
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E da qualche parte iniziano ad averne le scatole piene. (link articolo)
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