Pasquale Amato is hardly forgotten by many opera afficionados (especially as he has many recordings)...but he certainly is more neglected these days.
Amato Pasquale, *21 March 1878 Naples, †12 August 1942 New York, Italian singer (baritone). In 1896–99, he studied at Conservatorio di S. Pietro a Maiella in Naples, and in 1900, he debuted there at Teatro Bellini in the role of Germont the father in Verdi’s Traviata. In 1904, he performed at London’s Covent Garden with the Neapolitan San Carlo Theatre and in Buenos Aires (in Verdi’s Rigoletto and Aida, Bizet’s Carmen, Puccini’s La Bohème and others). In 1907, he sang at La Scala in Milan in Wagner’s Tristan and Iseult and in 1908, he took part in the Italian premiere of Pelléas and Mélisande by Debussy (Golaud’s part) directed by A. Toscanini. In 1908–21, he was a lead singer of the New York Metropolitan Opera House, taking part in the world premieres of many operas: he performed as Jack Rance in The Girl of the West, Napoleon in Giordan’s Madame Sans-Gêne and as the main character in W. Damrosch’s Cyrano de Bergerac. He had a dramatic voice with a firm tone, combining a lively temperament and power of expression with a masterful vocal technique. He retired from the stage due to poor health and returned to Italy; in 1933, he performed twice in New York on the occasion of the anniversary of the director of the Metropolitan Opera House, G. Gatti-Casazza (February 26) and the 25th anniversary of his debut on this stage (November 20). From 1935 until his death, he was dean of the vocal and opera department at the University of Louisiana. He has recorded several albums for Fonotipia and Victor.
A lock of the hair of Lucrezia Borgia in the Ambrosian Library in Milan, Italy
«Pinacoteca Ambrosiana, Milano.
In una piccola teca è conservato un tesoro.
Un garbuglio di sottili fili gialli che formano un intreccio ad anello verso l’estremità. Niente di che all'apparenza, forse solo una reliquia; e invece se vai a fondo scopri che dietro c'è un mondo. Una storia d'amore bellissima quanto proibita, tra un dotto umanista e una ragazza tormentata. Per viverla bisogna spostarci un po' più ad est, e tornare indietro nel tempo, tanti e tanti anni fa.
Ferrara 1502. Quel giorno, alla corte ducale, erano attesi giovani poeti e letterati.
Per il ragazzo era un'occasione d'oro. Poteva finalmente mettersi in mostra e farsi notare dalla duchessa. Se tutto fosse andato come sperava, avrebbe avuto anche l'occasione di entrare nella sua cerchia ristretta di letterati. Lei amava gli artisti, e ovviamente far parte del suo "circolo" era garanzia di fama e ricchezza. Così giunse il suo momento. Il ragazzo entrò in sala e la vide. Conosceva la duchessa solo per sentito dire, e che fosse molto bella lo sapeva già, gliel'avevano ripetuto un milione di volte. Quello che lo sbalordì e lo lasciò senza parole fu che fosse così bella. Il poeta ci mise un po' di tempo a presentarsi, letteralmente folgorato dal bagliore della giovane duchessa. I suoi capelli biondi splendevano, illuminati dai raggi del sole che filtravano dalle grandi vetrate del palazzo. Già quei capelli, come si può dimenticarli? Non ci riuscì, e continuò a pensare a lei anche le ore successive all'incontro. Anche i giorni dopo. Anche le settimane dopo.
La duchessa era il suo pensiero fisso. Si invaghì così tanto da giungere a cambiare la struttura della sua prima opera che stava per uscire in quel periodo. La modificò sulla base di quel suo nuovo invaghimento. Un uomo che apriva il suo cuore verso l'amore più sincero e appassionato. E quando l'opera, chiamata "Gli Asolani", uscì, il poeta ne regalò subito una copia alla duchessa, che rimase positivamente colpita. Cominciarono a frequentarsi sempre più spesso, i due innamorati clandestini, e intrapresero una relazione platonica ma appassionata.
Poi però arrivò la peste e il poeta fu costretto a scappare dalla città. Lei rimase. Non poteva la duchessa abbandonare il suo popolo decimato. E tanto platonicamente quanto si erano frequentati di persona, così iniziarono un rapporto epistolare a distanza fatto di bellissime lettere d'amore. Lui però aveva ancora quel pensiero fisso: i capelli di lei, e glielo scrisse. Alla fine lei non mancò di compiere un gesto fortemente simbolico: si tagliò una ciocca dei suoi amati capelli e la inviò insieme a una lettera. Quando lui la ricevette, la tenne stretta a se, e la volle conservare per sempre all'interno di uno scrigno, che ormai era il più prezioso di tutti i tesori che possedeva. Quello che conteneva le lettere d'amore della duchessa.
I due non si rividero mai più ma continuarono a scriversi ancora per sedici anni. Poi lei morì giovanissima e lui divenne Cardinale. Uomo di chiesa e personaggio di spicco dell'Umanesimo italiano, famoso ancora oggi con il nome di Pietro Bembo.
Come quella ciocca di capelli sia giunta a Milano, non lo sa nessuno. Ma forse un motivo c'è.
Se la guardi all’interno della piccola teca, noti che è ancora perfettamente conservata, liscia e fresca come se fosse stata appena recisa.
Ecco, pare che in alcune notti, se osservi bene attraverso le finestre della Pinacoteca Ambrosiana, scorgi un bagliore. Una luce intensa che proviene dalla stanza dove è conservata la bionda treccia. Dicono che sia proprio la duchessa, che arriva e legge le lettere del suo amato Pietro Bembo, non prima di aver pettinato la propria ciocca di capelli.
Poi se ne va, svanisce in un educato silenzio, ma felice perché si è sentita amata. Lei, la discussa e tormentata duchessa di Ferrara, Lucrezia Borgia»
Oggi di ritorno da lavoro, ai margini di una super domenica mite e soleggiata che profumava di Primavera anticipata, trascorsa tra mansioni svolte e risate infinite di pancia che sanno di liberazione, sulla 57 ho avuto la fortuna d’incontrare una Beagle femmina, che aveva tutta l’aria di voler essere solo coccolata. E nel mentre l’accarezzavo, ho percepito pure stavolta la mano del destino, che ha fatto il modo che la incontrassi, in questa Giornata particolare dedicata al Cancro, per farmi sentire ancora più vicina la Presenza del Mio Amato Beagle, che come si sa mi è stato strappato dalle braccia proprio da questo infame male. Tutto continua ad essere collegato dunque ed Io all’unisono a questo strambo ma al contempo affascinante disegno ad opera di Universo e Destino, i quali non ho ancora ben capito cosa hanno in serbo per Me e ciò fa sì di rendere questa Esistenza di sicuro più intraprendente.
Io lo so che il Signore avrebbe dato la sua vita e sarebbe morto anche solo per me. Anche per la salvezza di un solo uomo lui avrebbe comunque compiuto la legge e, ci avrebbe lasciato un solo comandamento, anzi due: "Credi in Lui e Ama".
Tutta la sua opera, egli l'ha fatta non per essere amato, questa godendo del libero arbitrio è una scelta che facciamo noi, ma, per poterci amare.
===
📷 San Bol - Piccola Oasi sul cammino francese.
Lui mi avvertì fin dal principio, che anch'io sarei rimasto solo se avessi continuato a testimoniare il suo nome tra le genti, perchè il suo è un nome scomodo, è una pietra d'inciampo, e le persone, vogliono sentirsi libere di correre dietro agli altri idoli. Ho già fatto molte volte questa esperienza nella vita reale ma anche in quella virtuale e con diversi altri blog. Lungo i vari cammini poi, dove ormai non ci sono più i pellegrini bensì i turisti il pellegrino quello vero se vuole fare un cammino un pellegrinaggio degno di essere chiamato tale è costretto a percorrerlo durante i freddi inverni per non imbattersi nella confusione e/o nel caos della massa. Anche per questo, la decisione ed il pensiero che mi hanno invogliato a scrivere di nuovo e farlo in modo chiaro, anche se a rischio di scrivere per uno soltanto. Pubblicare per mio piacere, per quello del Signore e per chi crede e ha fiducia in me. Cosi, scrivo per testimoniare il grande, l'infinito e l'ineffabile amore di Gesù per noi, e parlare di una salvezza, che non ci è stata mai rivelata da nessuna religione. Si, continuerò a scrivere anche fosse per uno soltanto. Amèn!!
Gv. 15:20 📖
"Il servo non è più grande del suo Signore". Se hanno perseguitato me perseguiteranno anche voi.
"Sesta stazione, Gesù viene flagellato.Eppure egli si è caricato delle nostre sofferenze, Uomo dei dolori che ben conosce il patire, Disprezzato e reietto dagli uomini, fece ricadere su di Lui le nostre colpe. "
Amato Gesù, abbiamo meritato questo immenso tuo amore nei nostri riguardi? Amen Jesus!! 🙏❤
Continuiamo a usare le dichiarazioni a volte rozze e a volte ignobili di Valditara come spunti per riflettere. L’umiliazione, caro ministro, c’è già: è consustanziale a tutti i luoghi in cui un gruppo di persone viene più o meno costretto a riunirsi quotidianamente e a stagnare in un contesto buro-agonistico, nel quale alle gerarchie formalizzate se ne aggiungono altre che implicano l’esercizio di poteri arbitrari, subdoli o apertamente sadici, comunque senza limiti. Le classi e i collettivi nella scuola, le squadre sportive, i gruppi scout, gli uffici, ecc. non sono concentrazionari per caso o per errore: lo sono per vocazione e per natura. Le dinamiche diverse e migliori, che a volte vi si riescono a creare, non costituiscono la regola ma l’eccezione. Il mondo ‘fisso’, specie per chi come i minorenni non può sottrarvisi quasi mai se non virtualmente, tende sempre con baldanzosa spontaneità a “Full metal jacket”. In una utopica società liberata questa umiliazione – che ha un effetto domino: forse Valditara fu appunto umiliato – si attenuerebbe fino a scomparire. Sei amato dove puoi mostrarti debole senza provocare in risposta la forza, diceva Adorno. Ecco: negli spazi citati sopra, e in tutti quelli dove il collettivo prevale sull’individuo, accade il contrario. In pratica è una legge fisica. Ricordiamocelo e opponiamoci; prima di tutto ai modi in cui, quando siamo in una posizione di vantaggio, questa legge fisica opera in noi.
德裔音樂家韓德爾 Georg Friederich Händel 的歌劇 《波斯王薛西斯 Largo from Xerxes(opera Serse)》 中詠嘆調 『Ombra mai fu 綠樹成蔭』 那麽我來分享兩個版本 then I share two versions 由 Sung Hoon Choi 최성훈 (빈센조 OST) 黑道律師文森佐 Vincenzo OST Part 1的插曲 and Paula Rasmussen sings "Ombra mai fu" in modern setting of Handel's 'Serse'
🎯 (這齣歌劇闡述著複雜的多角戀,真是他奶奶的熊,從古至今使人厭惡的"感情亂象(雜交)"。它總是製造混亂和傷害,然後敗壞社會的善良風氣;但這橋段和這曲目卻真的很美很深情!也有此一說教人要「棄惡從善」。總之,誰要是在我身邊搞這一套,俺絕對會一腳把他們踢到天邊且永不讓他們回到地球。I don't agree with a fucking "complex polyamorous affection", it creates chaos and harm always, then corrupts the good atmosphere of society, but this song is really beautiful and soulful too! ha ha ha Chuuuuuu Lan a while angry n a while crazy hey you! 😜 and I say truth about If someone who makes this way by my side I WILL KICK their ass to sky, won't let them back to ground/earth, such disagree "polyamorly". 🖕🖕🖕)
Questa storia mi piace sempre. Una bella storia d'amore, di proibito ma certo, di distanza riempita di lettere. L'amore della vita, oltre ogni condizione.
Pinacoteca Ambrosiana, Milano.
In una piccola teca è conservato un tesoro.
Un garbuglio di sottili fili gialli che formano un intreccio ad anello verso l’estremità. Niente di che all’apparenza, forse solo una reliquia; e invece se vai a fondo scopri che dietro c’è un mondo. Una storia d’amore bellissima quanto proibita, tra un dotto umanista e una ragazza tormentata. Per viverla bisogna spostarci un po’ più ad est, e tornare indietro nel tempo, tanti e tanti anni fa.
Ferrara 1502. Quel giorno, alla corte ducale, erano attesi giovani poeti e letterati.
Per il ragazzo era un’occasione d’oro. Poteva finalmente mettersi in mostra e farsi notare dalla duchessa. Se tutto fosse andato come sperava, avrebbe avuto anche l’occasione di entrare nella sua cerchia ristretta di letterati. Lei amava gli artisti, e ovviamente far parte del suo “circolo” era garanzia di fama e ricchezza. Così giunse il suo momento. Il ragazzo entrò in sala e la vide. Conosceva la duchessa solo per sentito dire, e che fosse molto bella lo sapeva già, gliel’avevano ripetuto un milione di volte. Quello che lo sbalordì e lo lasciò senza parole fu che fosse così bella. Il poeta ci mise un po’ di tempo a presentarsi, letteralmente folgorato dal bagliore della giovane duchessa. I suoi capelli biondi splendevano, illuminati dai raggi del sole che filtravano dalle grandi vetrate del palazzo. Già quei capelli, come si può dimenticarli? Non ci riuscì, e continuò a pensare a lei anche le ore successive all’incontro. Anche i giorni dopo. Anche le settimane dopo.
La duchessa era il suo pensiero fisso. Si invaghì così tanto da giungere a cambiare la struttura della sua prima opera che stava per uscire in quel periodo. La modificò sulla base di quel suo nuovo invaghimento. Un uomo che apriva il suo cuore verso l’amore più sincero e appassionato. E quando l’opera, chiamata “gli Asolani”, uscì, il poeta ne regalò subito una copia alla duchessa, che rimase positivamente colpita. Cominciarono a frequentarsi sempre più spesso, i due innamorati clandestini, e intrapresero una relazione platonica ma appassionata.
Poi però arrivò la peste e il poeta fu costretto a scappare dalla città. Lei rimase. Non poteva la duchessa abbandonare il suo popolo decimato. E tanto platonicamente quanto si erano frequentati di persona, così iniziarono un rapporto epistolare a distanza fatto di bellissime lettere d’amore. Lui però aveva ancora quel pensiero fisso: i capelli di lei, e glielo scrisse. Alla fine lei non mancò di compiere un gesto fortemente simbolico: si tagliò una ciocca dei suoi amati capelli e la inviò insieme a una lettera. Quando lui la ricevette, la tenne stretta a se, e la volle conservare per sempre all’interno di uno scrigno, che ormai era il più prezioso di tutti i tesori che possedeva. Quello che conteneva le lettere d’amore della duchessa.
I due non si rividero mai più ma continuarono a scriversi ancora per sedici anni. Poi lei morì giovanissima e lui divenne Cardinale. Uomo di chiesa e personaggio di spicco dell’umanesimo italiano, famoso ancora oggi con il nome di Pietro Bembo.
Come quella ciocca di capelli sia giunta a Milano, non lo sa nessuno. Ma forse un motivo c’è.
Se la guardi all’interno della piccola teca, noti che è ancora perfettamente conservata, liscia e fresca come se fosse stata appena recisa.
Ecco, pare che in alcune notti, se osservi bene attraverso le finestre della Pinacoteca Ambrosiana, scorgi un bagliore. Una luce intensa che proviene dalla stanza dove è conservata la bionda treccia. Dicono che sia proprio la duchessa, che arriva e legge le lettere del suo amato Pietro Bembo, non prima di aver pettinato la propria ciocca di capelli.
Poi se ne va, svanisce in un educato silenzio, ma felice perché si è sentita amata. Lei, la discussa e tormentata duchessa di Ferrara, Lucrezia Borgia.
è nostro desiderio formulare a Lei e a tutto il Consiglio Comunale e al Personale del Comune di Solbiate Olona il nostro sentito ringraziamento per la decisione e la conseguente delibera di intitolare la Biblioteca Comunale a nostro figlio Marco.Sappiamo quanto impegno e passione ha riservato a tutte le attività della Biblioteca e quanta disponibilità ha sempre offerto per la soluzione di qualsiasi problema che gli veniva presentato.
Vediamo in questa delibera dell’Amministrazione Comunale un riconoscimento della preziosa opera offerta, con tanto amore e dedizione, da Marco e sapere, che il luogo che lui ha tanto amato, porterà il suo nome ci dimostra la stima e l’affetto che tutti i colleghi nonché i fruitori dei servizi della biblioteca gli hanno sempre riservato.
Il nostro sentito “GRAZIE” vuole essere anche e soprattutto il “GRAZIE” di Marco e le saremo grati, Sig. Sindaco, se potesse estendere questo ringraziamento a tutte le persone che, a vario titolo, lo hanno conosciuto.
La Scultura del giorno: la Morte di Adone del Mazzuoli
La scultura del giorno che vi propongo oggi è la Morte di Adone, opera realizzata da Giuseppe Mazzuoli nel 1709 adoperando il candido marmo di Carrara.
Adone, nella mitologia greca, era un giovane di straordinaria bellezza, amato sia da Afrodite, la dea della bellezza e dell’amore, sia da Persefone, regina degli Inferi.6
La contesa amorosa, indusse le dee a trovare un accordo: Adone avrebbe…
Oggi vi parlo di una serie ultra popolare in Giappone ma praticamente sconosciuta nel resto del mondo⛩️
La storia rende omaggio al genere giallo investigativo e le personalità delle 4 protagoniste sono ispirate ai più grandi detective di sempre, Sherlock Holmes, Hercule Poirot, Nero Wolf e Cordelia Gray 🔍
(Forse io al posto di Cordelia Gray ci avrei messo Maigret o Ellery Queen, ma ci sta, in Giappone questo personaggio è molto amato grazie a Detective Conan)
⭐️ Hola qui è Anketsu che vi scrive e come ogni Lunedì sulla mia pagina trovate una nuova serie consigliata, questa rubrica è pensata per esplorare a 360° il mondo nerd portando l'attenzione su serie sempre diverse ed interessanti ⭐️
Voi avete già sentito parlare della serie del giorno? Se si fatemi sapere cosa ne pensate 🤙
Gloria! è un film vivace, vero che dà speranza ma che soprattutto dà voce alle donne che non l’hanno avuta mai. Margherita Vicario nella sua opera prima è riuscita a realizzare un film sicuramente con qualche stonatura ma che si fa volere bene e restituisce gioia allo spettatore.
Un incontro tra musica del passato e musica pop perfettamente equilibrato.
L’altra sera ho avuto modo di vedere Gloria! di Margherita Vicario presso il Cinevillage di piazza Vittorio e ne sono rimasta profondamente colpita.
Sfortunatamente (o fortunatamente) faccio parte di quel gruppo di persone che una volta uscite dal cinema non riescono a dare un vero parere oggettivo di quello che vedono, c’è sempre una sorta di scontro tra parere razionale e irrazionale.
Gloria! fa parte di quella manciata di film che io ho sinceramente amato sin dal primo momento.
E lo dico senza mezze misure.
Se avete modo di vederlo, guardatelo e godetevelo perché oltre ad essere un film piacevole da guardare, riesce a mettere alla luce il talento delle compositrici del passato di cui sappiamo ben poco.
Margherita Vicario in questa sua prima opera ha fatto una ricerca accurata e non indifferente per riuscire a rappresentare un universo musicale quanto più fedele possibile al periodo storico in cui è ambientata la narrazione. Anche la scelta delle attrici non è assolutamente casuale, tutte scelte letteralmente per il loro tono di voce, oltre che per il loro talento.
youtube
In un periodo storico dove la donna non poteva avere niente, le protagoniste si uniscono in un viaggio legate dalla musica e dalla voglia di far sentire la loro voce e non solo...Il bisogno di dare un suono a quelle parole e quei sentimenti che di solito sono costrette a nascondere o, ancora peggio, a reprimere rende rivoluzionario il loro incontro.
Ed è proprio grazie alla musica che le orfane speranzose, prima diventano collaboratrici per poi diventare sorelle con lo stesso sogno e con lo stesso bisogno: essere libere di essere e fare ciò che desiderano.
Una realtà femminista che fa sperare che per qualcuno sia andata a finire veramente così.
Una giornalista che seguo ha detto che Gloria! è il film di cui noi tutti abbiamo bisogno e mi ritrovo tantissimo in queste parole.