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#andrea pazzi
oldmanpazzi · 1 year
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Ah yes the four kinds of Pazzi. Seated Pazzi, old man Pazzi, angsty Pazzi and the malewife Pazzi
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keikko · 4 months
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Catastrofi Innocenti #6
Quando si destò dal torpore della lettura erano già le cinque, allora si rimproverò per aver perso la cognizione del tempo e si alzò dal letto per tentare di studiare. Prese il libro di letteratura latina e lesse il capitolo su Giovenale, sottolineando le informazioni sulla vita e sulla sua poetica e inorridendo di fronte alle sue invettive contro le donne nella VI satira. Guardò la pagina con senso critico e giunse alla conclusione che agli uomini del tempo facevano paura le donne intelligenti e informate, e le venne in mente la Medea di Euripide che affermava apertamente ciò. Chiuse il libro dopo due ore di studio forzato e riguardò l'orologio. Come potevano essere le nove? Si strofinò gli occhi e controllò il telefono. Le cifre che si illuminavano beffardamente sotto i suoi occhi erano le stesse. Si alzò un po' confusa e uscì dalla sua stanza. Sentì la porta sbattere dietro di sé e proseguì nel corridoio guardando nelle stanze dei due fratellini e non trovando nessuno. Iniziò a chiamarli, a chiedere se ci fosse nessuno in casa, mentre un leggero brivido le saliva lungo la schiena e le gelava le dita. Nascose le mani tremolanti sotto le ascelle e si meravigliò del freddo che faceva, andando persino a ricontrollare le camere dei suoi fratelli e la sua per vedere se aveva dimenticato la finestra aperta, ma trovò tutto chiuso. Entrò finalmente in salotto e vide delle scarpe infangate da uomo vicino al camino acceso, accanto alle scarpe di sua mamma e dei suoi fratelli. Rimase agghiacciata. Si voltò di scatto a destra e a sinistra, adesso con le braccia e le ginocchia tremanti che la scuotevano tutta, ma non vi trovò nessuno. Entrò di corsa in cucina e prese un coltello per avventurarsi fuori. Non c'erano macchine per la strada, non c'erano impronte fangose di fronte alla porta, eppure sapeva che aveva piovuto, lo sentiva nell'aria, lo vedeva sull'erba e ne aveva la prova in casa. Si girò ma trovò la porta chiusa, quindi lasciò il coltello sul tappetino di ingresso e si avviò verso l'ospedale. O almeno così ricordava di aver fatto, perché quando arrivò stava già sorgendo il sole. Si avvicinò alla reception mentre infermiere e medici volavano da tutte le parti nella stanza e parenti aspettavano ansiosi informazioni e possibili diagnosi. Le venne indicata una scala e lei la seguì senza ringraziare. Non le sembrava di aver parlato, né di aver cercato di approcciare nessuno, ma apparentemente era evidente dove dovesse andare perché la scala la portò in un corridoio verdognolo e poco illuminato completamente vuoto e silenzioso. Era quello il corridoio dove si doveva trovare. Non c'erano porte laterali e l''andito culminava, dove normalmente si sarebbe trovato un ascensore, in una grande porta bianca a doppia anta che al centro presentava dei pannelli di vetro sabbiato che lasciavano solo intravedere delle ombre sfocate che si muovevano disordinatamente all'interno. Fiamma attraversò il corridoio a rallentatore, sentendo ogni passo riecheggiare per il vano, udendo il rimbombo del suo respiro e il suono dello sbattere dei suoi denti, con la mascella tremante, rimbalzare da una parete all'altra. Quando finalmente si trovò la porta davanti non riusciva ad alzare la mano verso la maniglia per la trepidazione. Rimase per un periodo indeterminato a contemplare le sue stesse dita e a darsi coraggio per aprire la porta, ma appena riuscì a muovere il braccio questa si spalancò, e Fiamma venne investita dalle braccia di sua madre che se la tirava contro il petto.
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blackramhall · 1 year
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Hannibal - Ridley Scott (2001)
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unwinthehart · 17 days
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la sai l'ultimissima? hanno proibito a Ghali di esibirsi alla prossima data del radio Italia live a Napoli soltanto per aver chiesto un minuto di silenzio per la Palestina allo scorso live! e se non ho capito male l'esibizione dell'altra volta è stata censurata, proprio come a Sanremo! cose da pazzi! la notizia sta girando su tutte le piattaforme, puoi trovare fonti ovunque da youtube a twitter
Ho appena visto che anche Andrea Conti ha postato il video dell'intervista in cui Ghali ne parla ➡️QUI
Io non ho veramente parole. È vergognoso che gli hanno comunicato di essere persona non grata al concerto di Napoli. L'ironia di aver appena postato De Luca che parla della questione palestinese (i politici che in Italia lo fanno si contano letteralmente sulle dita di una mano), purtroppo non mi sfugge. Censurare le proteste a favore degli ultimi a Napoli poi. Ma come vi viene in mente.
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The golden sun
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Summary: Many things have happened to the marriage of Francesco de Pazzi and Andrea Sabini, the speech of Jacopo de Pazzi and the appearance of the most talked about woman in Florence, Tamara D'Amato cousin of the bride.
"I can't believe Francesco de Pazzi is getting married," Giuliano said
"So it's true that a good woman can change you," Botticelli joked
"Apparently" Lorenzo took a sip of the wine looking at the new couple, you could see that they were in love.
"Our poor Lorenzo is jealous," Giuliano said
"What? Jealous of Francesco? Never, I'm just happy that he's no longer influenced by Jacopo Pazzi"
"Of course, it's not the fact that you feel a little lonely"
"Not at all, if I want to marry someone I can choose any lady" he laughed
"Sure, what about the woman mother introduced you?"
"Clarice Orsini, Carlo was unable to pessuader her and she became a nun" her brother looked at him for a moment and it seemed that he was about to explode with laughter.
"Don't try to laugh, and let's talk about you instead"
"There is nothing to talk about, because you are doing the same thing" Lorenzo was about to reply when their sister arrived.
"Bianca where were you?"
"With the bride's cousin Lucia D'Amato" she explained and pointed at the young woman
"Do you think the d'Adamato will show up?" Botticelli asked
"If they show up this will be the most remembered wedding in Florence" Giuliano commented, across the hall The Pazzi brothers were talking.
"Congratulations brother" Gugliemo Pazzi was really proud of his brother, even if he did not want to say it, he did not expect Francesco to fall in love, and he had gotten into oace with the obsession of the Medici
"Thank you but if it wasn't for you I don't think I'd be here to toast"
"You did the same thing with me and Bianca, you are my brother this is the least" it seemed that the Pazzi family was going through a period of rebirth and prosperity.
While everyone was celebrating Jacopo Pazzi entered it seemed that he had drunk too much he was drunk.
"Congratulations to my nephew Francesco" he applauded
"How come you are all silent, I thought this was a wedding" he sobbed
"And it is, Messer Pazzi you can stay as long as you want" Andrea said approaching the man
"No more titles we are family now" he smiled, a trail of chills rose on the back of the groom.
"Do you think he has something in mind?" Guglielmo whispered
"I'm going to see" he no longer needed to muster up the courage to talk to his uncle.
"Uncle I'm glad you came"
"I would never miss my brother's son's wedding"
and the man goes away and approached other nobles.
"My love are you okay?" he said
" Yes why?"
"Jacopo Pazzi is never happy for anyone, and now that his most precious pawn is dispossessed he is afraid that I will be against him"
"Honey don't worry, the only thing I can tell you is to follow your mind and your heart, and if you don't know what to do, talk to your brother and your wife" she advised.
"Yes" the major domus interrupted the couple
"Madonna Pazzi, Tamara D'Amato has arrived" he announced
"Well thank you, honey you will meet my best friend"
"I can't believe it, Tamara D'Amato is not ashamed, she shows up here after having canceled her engagement" a noble woman said
"And with that scar on her face who will marry her?" they snickered
"I advise you to ceaseyour gossiping, Tamara D'Amato is still part of the D'Amato family if she wants your heads, she will have them, if you insult Tamara, you insult Venice and Florence" Lucrezia Donati said, and two women stopped talking
The most talked about woman in Florence entered the room and brought a stir and shock with her.
"Congratulations cousin, may you have a prosperous life together," she smiled
"Oh Tamara, your presence here is the best gift" Andrea hugged her
"I would never miss my cousin and best friend's wedding"
"So the rumors are true, she is really a beautiful woman" Bianca said, without taking her eyes off the woman, she had seen noble women but there was something about Tamara, maybe it was her red dress or the long braid that gathered her hair almost to the floor.
"It's not just a beautiful face, his father Leonardo D'Amato has always believed he was raising his children despite being a son or daughter, the woman excels in economics, Latin, Greek, Italian and helps her father" their mother Lucrezia said
"She seems to be a great woman" Giuliano commented
"A woman worthy of being a wife" the mother winked and left
"Mother will never change"
"If it weren't for that scar she could be the most beautiful woman in Florence …" Botticelli said
"A beautiful woman is always a beautiful woman" Lorenzo interrupted
"Are my eyes deceiving or Lorenzo is quite interested in Tamara D'Amato?" the painter teased
"No, but the D'Amato family is a powerful and rich family, our father and Leonardo were about to make an agreement for the sale of silk" he explained, he continued to look at her and it was clear that even with the "scandals" she was charismatic woman.
The woman was approaching the group, the closer she gets, the more Lorenzo looked at her, he had noticed that she had a mole near her left eye.
"Good evening family de Medici and Signor Botticelli" she greeted
"Lady D'Amato is a pleasure to meet you this evening" Bianca greeted shyly, respected the woman
"I'm sorry for your father's death, he was a good man, may he rest in peace"
"I knew that our fathers were friends, my father is getting old unfortunately things have left certain things pending"
"We, their children can continue what they were doing"
"Interesting, I hope we could" before leaving the music began
"Dama would you like to dance with me?" he offered himself and gives her a little grin and accepted her hand. The music started and everybody was ready to dance
"Messer Lorenzo"
" Yes?"
"If you wanted to talk about business, it was enough to talk to my brother Benedetto, there was no need to invite me to dance"
"I didn't invite you for business, I'm just a man who can't resist a beautiful woman" Tamara laughed
" Is this how the famous Lorenzo de Medici steals the hearts of the ladies of Florence?" she smiled
" Steal? No my lady a thief steal, I'm a keeper, the heart of the lady I will love is more precious than diamonds and gold" he whispered on her ear.
" So you are poet too?"
" I'm a man who loves the art, I heard your family supports many artists" he said
" Yes my family support artists, from painters,writers, poets and musicians. House D'Amato is not only selling tessile but we make clothes out of them" she explained, and with the last twirl the dance ended, but their hands was still intertwined.
" I would like to see you" he blurted out
" I mean I would like to see more of your family products" he corrected himself blushing
" Of course our shops are always open" she smiled, bowed and walked away. Leaving the young Lord following her with his blue eyes.
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ambrenoir · 5 months
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“Ogni angelo è tremendo”
«Addio cara lou, Dio lo sa, la tua figura è stata davvero la porta attraverso cui sono giunto per la prima volta all’aperto»
*Rilke a Lou – Castello di Duino presso Nabresina, Costa austriaca, 28 Dicembre 1911*
~Osare tutto e non aver bisogno di niente~
Lascia che tutto ti accada: bellezza e terrore
La vicenda umana è fatta non da uomini, né da donne, ma solo da persone, che con la loro libertà e con la loro sfida alla livella della banalità, rendono effettivamente possibile il progresso
“Pensa come un uomo”, si diceva di lei. “Non conformerò mai la mia vita a dei modelli, e non lo faccio per principio, ma c’è qualcosa dentro di me che brucia, e quel qualcosa sono io”
“Non parlava mai delle sue stesse creazioni poetiche e letterarie (…) Fu una donna straordinaria, di rara modestia e discrezione (…) sapeva bene dove bisogna cercare i veri valori della vita (…) chiunque l’avvicinasse riceveva un’impressione fortissima dell’autenticità e dell’armonia della sua natura e poteva asserire, non senza stupore, che tutte le debolezze femminili, e forse la maggior parte delle debolezze umane, le erano estranee o erano da lei state superate nel corso dell’esistenza”
[#SigmundFreud, Elogio funebre per Lou Andreas Salomè in Lou Andreas Salomé, I miei anni con Freud, Newton Compton Editori, Roma, 1980, p. 30]
Subito dopo la morte di Lou Andreas-Salomè , la Gestapo fece irruzione nella casa di Gottinga per portare via tutti gli scritti, i libri, i documenti che le erano appartenuti. In quanto «propugnatrice della psicoanalisi, scienza giudaica», Salomè doveva considerarsi «nemica dello Stato», e il suo stesso ricordo doveva essere cancellato. Nei 25 anni che quel prezioso materiale rimase chiuso nel seminterrato del palazzo municipale di Gottinga, la memoria di Lou Salomè sarebbe comunque, con prepotenza, riemersa dall’oblio: troppo aveva sparso, durante la sua vita, in termini di parole, sentimenti, opere e incontri. Ma è probabile che la lunga clausura dei suoi scritti - poi ritrovati da Heinz Peters, che resta uno dei suoi biografi più appassionati - abbia contribuito a costruire un’immagine di lei piuttosto parziale.
chi era veramente Lou Andreas-Salomè?
Figlia di un generale dell’esercito imperiale russo, adorata da Friedrich Nietzsche e Paul Rèe, sposa di un accademico con cui non ebbe mai rapporti sessuali (ma a cui restò legata per oltre 30 anni) amante di Rainer Maria Rilke, involontaria seduttrice di quasi tutti gli intellettuali fin de siècle che ebbe modo di incontrare e allieva ascoltatissima da Sigmund Freud...
Il punto d’unione tra Freud e Lou Salomé è #RainerMariaRilke. Lou svela a Rilke la Russia, dove conosce Lev Tolstoj e Leonid Pasternak, il padre di Boris. Di Rilke, Lou percepisce l’altezza e l’abisso (“Queste crisi depressive ravvisavano con estrema evidenza quanto la natura originaria di Rilke anelasse, al di là dell’opera d’arte, anche la più perfetta, all’esperienza vissuta, alla rivelazione della vita come unica fonte di quiete e di pace”) C’è qualcosa di primitivo e di infantile nel desiderio di questi uomini di testa di precipitare nella bocca di Lou, tra le maglie del suo incantesimo?
Nata a Pietroburgo nel 1861, portava la Russia dentro di sé. Si fa fatica a credere che da ragazzina odiasse studiare il russo - a casa sua si parlava in prevalenza tedesco e francese - ma così era, tanto che nei suoi ricordi, la figura dell’amatissimo padre si colora di una ulteriore nota di benevolenza quando lui la dispensò dall’andare avanti con le lezioni, nella convinzione, come disse egli stesso anni dopo, che Lou era un’autodidatta nata, e che la sua intelligenza non aveva limiti. Con sua madre, cattolica tedesca tutta d’un pezzo, i rapporti non furono mai così calorosi.
#Nietzsche e #PaulRèe erano pazzi di lei, adoravano i discorsi, le passeggiate, gli scambi di lettere, ma volevano entrambi possederla - che poi significava sposarla - e su questo Lou era irremovibile: «C’era una volta una soffitta - recitava l’incipit di una fiaba che Lou scrisse qualche anno dopo - Lì gli uomini tenevano prigionieri ogni sorta di animali e con ogni cura cercavano di disabituarli alla loro vita naturale in libertà.
Più di ogni cosa, Lou voleva essere libera, indipendente, slacciata da qualsiasi guinzaglio. La celebre foto che la ritrae su un carretto con Rèe e Nietzsche a guisa di cavalli era stata in realtà architettata da un Nietzsche risentito e rifiutato, che aveva voluto immortalare una Lou-padrona (le mise in mano un frustino) più a incarnare un desiderio, che una realtà. Lei non voleva padroni, né voleva esserlo per alcuno. Ma acconsentì a quello scatto per un misto di arrendevolezza e fragilità: amava quei due come fratelli, e non voleva contrariarli per non perdere il loro favore (vista anche la fermezza con cui, a un certo punto, li rifiutava).
“Pensa come un uomo”, si ripeteva “Ogni amore è sempre, nella sua profonda essenza, una tragedia”, scriveva. Poi abbandonò la letteratura per dedicarsi esclusivamente alla psicoanalisi.
Nel settembre del 1911, la cinquantenne Lou si presenta al primo congresso ufficiale di Psicanalisi che si svolge a Weimar: “Vi giunsi per puro interesse oggettivo, spinta dalla curiosità che nasce dal sentirsi avviata a fare nuove scoperte”. La curiosità. “Cammini nel vento che trasforma il mondo”, le diceva Rilke, e Lou è davvero come il vento che passa e non si ferma. Le teorie enunciate da Freud durante il congresso sono per lei una rivelazione. Rientrata a casa, studia per un anno da autodidatta, poi scrive a Freud chiedendo l’autorizzazione di partecipare alle sue lezioni. Sono poco più che coetanei, lui la conosce di fama, è affascinato dai suoi trascorsi insieme a Nietzsche e Rilke: “Gentile Signora, l’aspetto a Vienna”
Il rapporto con Freud si consolida velocemente, lo psicanalista la incoraggia a scrivere dei saggi e a dare inizio a una carriera di psicoterapeuta, e per darle fiducia le affida l’ultima dei suoi sei figli, Anna, che riteneva essere inibita nei confronti degli uomini a causa di un irrisolto rapporto col padre. Per meglio seguire Anna, Lou si trasferisce in casa Freud per un mese. Inutile dire quanto sia stato importante il legame, proseguito per anni, tra le due donne. La parabola finale di Lou Salomé è consacrata esclusivamente alla pratica della psicanalisi. Non si occuperà più di letteratura. Commentando uno suo saggio sull’erotismo, Freud le scriverà: “Cara Lou, ho letto il tuo studio. Non mi capita spesso di ammirare un lavoro invece di criticarlo, ma questa volta mi tocca farlo. E’ il tuo scritto più bello, la prova involontaria della tua superiorità su noi tutti.
Al femminismo non si interessò mai: niente del suo desiderio di libertà aveva a che fare con una rivendicazione collettiva o un lamento di genere. Lou teorizzava piuttosto un’espansione delle individualità, un narcisismo portato alla sua massima estensione. Freud la rimproverava per questo, ma lei non cedeva: e forse, più che a Narciso la sua vita finì per somigliare allo specchio d’acqua, in cui ciascuno vedeva se stesso, e per rifrazione si innamorava di lei.
L’amore-fratellanza che aveva segnato i primi trent’anni di Lou evolve, nell’incontro con un medico di Vienna che le restò legato per tutta la vita - Friedrich Pineles - in quello che lei stessa definì «l’emancipazione della carne». Una vita erotica, la sua, cominciata relativamente tardi, consumata rigorosamente fuori dall’infelice matrimonio con #FriedrichCarlAndreas e che conobbe il punto di massima maturità nell’incontro con #RainerMariaRilke, all’epoca dieci anni più giovane di lei. Il carteggio tra loro - pietra miliare dell’epistolario amoroso del Novecento - si conclude simbolicamente con la parola «Inferno», pronunciata da Rilke sul letto di morte. La famiglia di lui costrinse Lou a cambiare quel finale - sembrava spudorato e eccessivo - e lei lo fece, per non dover sopportare quelle maldicenze che per tutta la vita avevano accompagnato la sua condotta (in particolare quella della terribile sorella di Nietzsche, Elisabeth)
L ’ascesa del nazismo in Germania fu segnato da un forte attacco in generale e a lei stessa, personalmente. La sorella minore di Nietzsche, Elisabeth, odiava fortemente Lou Salomé la accusò di “aver pervertito gli insegnamenti del grande filosofo” e per essere di origine ebraica.
Ma la testarda Salomé riuscì comunque a far fronte alla sua calunniatrice dimostrando che Elisabeth Nietzsche aveva falsificato molte opere del fratello.
Fino all’ultimo Lou Salomè non perse quell’andatura fiera di ragazza forte e sola. Quando le ordinarono l’asportazione di una mammella in seguito a un cancro che l’aveva colpita, uscì di casa senza dire a nessuno dove stava andando. Odiava essere compatita. Dopo i postumi dell’operazione sostituì il seno amputato con un’imbottitura e su uno dei suoi quaderni appuntò: «Nietzsche aveva ragione. Adesso ho proprio il seno falso»
Il suo camminare, sicura, nella vita di tanti uomini, con quel suo eros magnetico, sempre idealizzato e spesso sublimato, consegnato a splendide riflessioni sull’amore, sembra voler suggerire che l’oltre-uomo nietzschiano forse, può esprimersi davvero solo nella pienezza di un animo femminile
Lou morì nel sonno, il 5 febbraio 1937
TRATTO DA FB” LA CAMERA DEL MISTERO”
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seraandthebees · 1 year
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WIP Wednesday!
Tagged by @mxkelsifer - thank you! I’m really excited to share what I’ve been working on for a while! It’s a Medici (TV) fic to fill the void which currently exists especially surrounding my new blorbo 😅 I have a lot of material but I settled on sharing this little snippet - I hope you enjoy!
No pressure tagging: @talloseye @theirinswife @ketc7 @mullethawke @milesmentis and anyone else who wants to join!!
Within these few minutes which he passed considering his son’s shortcomings, Rinaldo degli Albizzi had entered, Andrea de’ Pazzi as always not far behind him. Today, however, Albizzi did not seem best pleased with him if Cosimo had learned to read his body language at all over the past twenty years. Perhaps they had fallen out concerning policy which, if the case, would soon be revealed. But if not, if it happened to be something else, then it likely meant a private grievance had occurred between them. They were always, from what Cosimo could tell, allies of convenience rather than genuine friends. Pazzi was too slippery and Albizzi too stubborn for their friendship to be a lasting one.
His eyes did not linger for long on Pazzi though as his attention was turned swiftly to Albizzi. He presented his usual calm façade but there was something he was trying to hide, to push back from bubbling over. Cosimo briefly wondered if he should be worried before calming himself that he did not seem to be projecting any more vitriol towards him than usual. Albizzi was not one to hide his anger should it arise, letting his opponent feel the burn of the fire with which he played.
This was different though.
Cosimo couldn’t put his finger on what exactly seemed to have changed in Albizzi, but he knew it was there nonetheless. He did not have much time to consider it further, however, as he had to redirect his attention elsewhere lest he be caught staring. He could feel Albizzi’s eyes on him. In order to avoid meeting his gaze, he instead pretended to be distracted by counting the other members of the Priori and taking note of attendance. And yet, he could not escape the feeling that he had been caught.
As he was chiding himself for not being more careful, Piero in no way subtly leaned to whisper, “Albizzi is staring at you.”
He tried not to roll his eyes at his son’s lack of subtlety. “I am aware.”
“But why?”
Cosimo was forced to close his eyes briefly in order to hide his exasperation at Piero’s inability to leave things be. He did not deign to respond, letting his son know that this line of questioning would get him nowhere. There were a number of possible reasons for Albizzi’s behaviour and none of which should be theorised while the man in question sat in the same room. It was bad enough that he likely knew they were talking about him.
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personal-reporter · 11 months
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Custodi di arte e fede: Basilica di Santa Croce a Firenze
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Il cuore della storia della città del Medici e una delle chiese più amate del mondo… La Basilica di Santa Croce è da sempre la chiesa dei fiorentini, infatti fu proprio la cittadinanza a finanziare i lavori di costruzione alla fine del Duecento. Alle origini collocata fuori dalle mura cittadine, la basilica venne  edificata su una chiesa francescana,  molto probabilmente su progetto di Arnolfo di Cambio. Se la facciata, in stile gotico rivisitato, risale alla metà dell’Ottocento, l’interno della chiesa ospita la cappelle riccamente affrescate dedicate alle prestigiose famiglie  che ne finanziarono la costruzione e molti monumenti funebri di illustri fiorentini. Fra le tante opere della Basilica la più importante è il Crocifisso di Donatello, causa di una disputa fra l’artista e Brunelleschi che, trovandolo “rozzo e contadino”, ne fece uno più bello. Altre importanti opere sono l’Annunciazione Cavalcanti di Donatello e il Pulpito di Benedetto da Maiano, oltre a una Cappella Medici, opera di Michelozzo. La Basilica di Santa Croce,luogo di sepoltura di benestanti cittadini di Firenze, divenne dall’Ottocento un vero e proprio Pantheon di artisti e letterati, con nomi come Michelangelo, Galileo, Leon Battista Alberti, Vittorio Alfieri, Ugo Foscolo che riposano nella chiesa. Fu progettato un grandioso monumento per il più grande dei poeti della città di Firenze, Dante Alighieri, ma la sua salma restò nella città di Ravenna dove era morto in esilio. Da vedere sono il Monumento funebre di Carlo Marsuppini, realizzato da Desiderio da Settignano, la tomba di Michelangelo disegnata dal Vasari, il Monumento funebre di Vittorio Alfieri di Antonio Canova, il Monumento a Niccolò Machiavelli, un esempio di neoclassicismo fiorentino. Il Museo dell’Opera di Santa Croce è parte integrante del complesso della chiesa e dei chiostri adiacenti, fu istituito nel 1959 in spazi precedentemente occupati dal convento e accuratamente restaurato dopo i danni provocati dall’alluvione del 1966, e ospita splendide opere d’arte di scuola fiorentina. Capolavoro assoluto della storia dell’arte è il Crocifisso di Cimabue collocato nel Refettorio trecentesco, simbolo del passaggio alla pittura moderna, mentre gli interventi cinquecenteschi alla chiesa avevano coperto splendidi affreschi di Taddeo Gaddi e dell’Orcagna, che ora è possibile ammirare nel museo. Arricchiscono il patrimonio di Santa Croce una collezione di terracotte invetriate dei Della Robbia, una scultura in bronzo dorato raffigurante San Lodovico di Tolosa di Donatello, alcuni dipinti e arredi lignei. Gioiello architettonico del complesso è la Cappella Pazzi realizzata da Brunelleschi, un gioiello rinascimentale che vanta anche decorazioni di Desiderio da Settignano e Luca e Andrea della Robbia, cui si accede dallo splendido chiostro trecentesco del convento. Read the full article
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spynorth · 2 years
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@thebestplayer​ 
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LONDON FEELS COLD - DREARY , DESPITE THE SUMMER SUN. Perhaps he is simply home sick , or perhaps he is still recovering from his short time spent with Ernst Blofeld. AN ACHE REMAINS. The barest glimpse of his father and the 00 was gone , leaving the Medici man stuck in a sort of limbo. Stuck in a world he doesn't quite understand. AS HE MEETS LUCAS NORTH OUTSIDE A GATED PARK - he wonders how much he can really trust this man , if he's who he says he is. His trust has been tested time and time again by the Pazzi but he has always known how to deal with them. 
MI6 / MI5 / LONDON ; all of it was new territory. He was looking forward to getting back on a plane , to getting away from it all. To going home.
"There is still one thing i do not understand." He finally huffs , reaching the other mans side.
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“And what’s that, exactly?” The words are a slow drawl, tone one of lazy boredom and Lucas lets them hang in the air between them, gaze briefly flickering to the younger man’s profile. Andrea has proved to be a conglomeration of the unexpected, the stubborn nature of his supposed father blending easily with an apparent curiosity that has served the mi5 agent well... and it’s with a quirk of one brow that Lucas finally turns fully in the other’s direction, hands shoved into coat pockets. Blue eyes study the younger’s features, weighing the slight curve of his nose and the furrow between his brows - small details in a painting that leave a maker’s mark, the ghost of a father across the son’s face - and teeth flash in a smile accompanied by a shrug of shoulders.
“A father not keen on spending time with his son...” The corners of his mouth curve downwards in a feigned frown as Lucas once more lets his gaze settle on the pair of swans in the pond nearby, allowing Andrea some sort of privacy should he wish it. “I’d say there almost has to be something more at play, wouldn’t you?” A casual flick of his gaze to where Andrea stands silent before he speaks once more, halting as if careful where each word falls, testing the edges lest his plan fall off some cliff. “Though, to be fair, I think I’d personally say to hell with it and let the bastard drown in whatever trouble he’s made for himself.” Weight shifts as the agent finally turns, settling his focus on the younger man in a way he hasn’t before, expression one of calm understanding. 
“We don’t owe our understanding - or help - to those who act as if we don’t exist.”
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andre83us · 1 month
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Ferrara e il teatro: il Cortile e il Palazzo dove tutto ebbe inizio
Tra l’attuale Piazza Municipale e la residenza degli Estensi nacquero il teatro classico italiano e, grazie all’Ariosto, la commedia italiana. La mostra di Gualandi al Comunale di Andrea Musacci Ferrara città del Rinascimento significa anche «culla del teatro italiano», come la descrisse nel 1929 Gianna Pazzi nel suo Ferrara antica e Ferrara d’oggi (1000-1927). A questa storia gloriosa e non…
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oldmanpazzi · 1 year
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Medici: Masters of Florence: Textpost/Tweet Edition
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keikko · 4 months
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Catastrofi Innocenti #5
Quando Fiamma varcò la soglia venne investita dall'odore di vomito rancido e dovette trattenersi dal rimettere anche lei. L'odore l'aveva temporaneamente stordita ma quando riprese i sensi sentì le grida del fratellino piccolo provenire dal salone. Posò lo zaino e si alzò le maniche, prendendosi un momento da sola per prepararsi ad un pomeriggio intero da badante, e poi entrò in salone. Prese Mattia che piangeva tutto moccicoso e bavoso, lo cullò un attimo sorridendogli e bisbigliandogli cavolate dolci, e con un fazzoletto trovato a caso gli asciugò il viso. Lo mise silenzioso nella culla, sperando che ciò fosse abbastanza per calmarlo, e quando uscì dalla stanza ebbe un momento di speranza che andò distrutto al suo primo grido. Quando rientrò in salone vide Calabras disteso sul suo vomito. Guardò la scena con disgusto ma non aspettò neanche un secondo prima di piegarsi e raccattare il fratello da terra. Lo alzò sentendolo borbottare qualcosa e zittendolo aggressivamente, e quando lui ebbe un altro conato di vomito lo colpì sulla schiena perché buttasse fuori tutto e si liberasse. Era pesante ma riuscì a trascinarlo fino alla loro stanza e a crearsi un passaggio tra le cartacce e le cartine per terra. Lo stese sul tappeto, prese un cuscino e glielo piegò sotto alla testa dopo averlo girato di lato. Stette a guardarlo per assicurarsi che la posizione laterale avrebbe retto e poi ritornò nell'altra stanza per pulire la bile. Quando finì passò da Mattia e vide che stava dormendo, poi da Calabras ed anche lui era uguale. Entrò in cucina, buttò i guanti e tirò fuori il cellulare vedendo due chiamate perse da Andrea. Si tastò gli occhi con i palmi delle mani tirando un sospiro e cedendo nelle spalle cercando di rilassare tutti i muscoli, e con gli occhi arrossati e un altro sospiro sulle labbra chiamò la mamma.
La chiamata fu diretta e breve. La mamma sarebbe rimasta a lavoro fino a tardi e le ricordava che aveva messo la pasta al forno sul bancone e di lasciargliene un po'. Fiamma rimase zitta e solo quando la madre ebbe finito di parlare le disse che Calabras aveva vomitato quelli che sembravano chicchi di caffè e che avrebbe chiamato lo zio Michele per chiedergli cosa fare. La mamma rimase ad ascoltarla e non parlò subito quando finì, poi le ordinò di non chiamare Michele ché sarebbe andata lei appena poteva trovare un momento buono, dato che lavoravano accanto. Chiusero la chiamata senza salutarsi e rimasero entrambe a guardare il telefono con occhi tempestosi.
Fiamma entrò in camera sua, lanciò le scarpe a caso per la stanza e si buttò sul letto pensando a niente e a tutto contemporaneamente. Mentre contemplava il soffitto rievocava la vista del vomito sanguinolento del fratello, ricordava l'odore, che nonostante fosse passata almeno mezz'ora le rimaneva ancora impresso nelle narici, e soffocava l'impulso di piangere. Si mise a sedere sul letto, sforzandosi di non crogiolarsi nelle possibilità macabre a cui il disastro che aveva dovuto pulire alludeva e tirò fuori il libro che stava leggendo. Ragione e sentimento di Jane Austen l'aveva catturata e trasportata in un mondo che, seppur non fosse ideale per un carattere come quello di Fiamma, l'affascinava tantissimo. Presto si immedesimò nei panni delle due sorelle, provando inconsciamente il desiderio di avere una sorella e l'amarezza per la solitudine che soffriva, e si indignò di fronte al comportamento di Willoughby e al suo doppio gioco disgustoso leggendo la lettera che aveva inviato alla povera Marianne, dovette posare il libro per calmarsi e con incredulità sgranò gli occhi guardandosi allo specchio per assicurarsi della partecipazione a tale ridicolezza del proprio riflesso. Wow, continuava a ripetersi, facendo una smorfia confusa di stupore e meraviglia e abbandonando il libro sul letto, lasciando l'indice a tenere il segno, per riflettere per un po' su tutti gli indizi che magari aveva ignorato sul reale carattere di quel personaggio. Non ne ritrovò nessuno, perciò, dopo essere tornata indietro e aver riletto famelicamente la parte dell'incontro tra lo spregevole Willoughby e la vivace e povera Marianne, e dopo aver cercato di interpretare il tono del narratore per cogliere possibili sfumature e allusioni ad un tale esito del loro amabile rapporto, Fiamma riprese il filo e si buttò sul letto con un cipiglio ancora sul volto.
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scenariopubblico · 4 months
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Normalità Crocifissa
Chi era davvero Kristo? Potremmo definire quell’uomo strano? Cosa abbiamo appena visto? Quell’uomo era un pazzo o un visionario? Se lo spettacolo fosse presentato in altre parti del mondo le reazioni sarebbero le stesse? Cos’è la normalità?
Dopo aver visto lo spettacolo Kristo queste domande hanno pervaso la mia mente, creando uno stato di “ansia esistenziale”. Ciò che è stato messo in scena, avrà sicuramente scaturito in ognuno dei presenti dubbi e pensieri che urgentemente hanno stimolato in ognuno una “dissociazione temporanea” dal mondo circostante. Travolti dalle emozioni di quel preciso momento, quindi, la sensazione è stata quella di sperare un’epifania.
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foto di Serena Nicoletti
Come disse Amadou Hampâté Bâ, scrittore, filosofo e antropologo maliano, «le persone di una persona sono numerose in ogni persona». Il termine persona indica in latino la maschera teatrale. Dall’etrusco phersu, che a sua volta deriva dal greco pròsopon, la parola indica fronte, volto, faccia e, per traslazione, maschera e personaggio. Interessante è notare come, per giungere al significato di persona come individuo si passi dal teatro e dall’idea di “rappresentare”, attraverso una maschera, un personaggio. Nel teatro la maschera, com’è noto, consentiva al pubblico di identificare, anche a distanza, le caratteristiche prototipiche del personaggio. Allo stesso modo, si può dire che avere un’idea rispetto alla personalità di un individuo fornisce dei punti di riferimento che aiutano a prevederne le intenzioni, gli atteggiamenti e i comportamenti.
Diversi autori hanno indagato l’individuo nelle sue interazioni con la società, come ad esempio Pirandello in Uno, nessuno e centomila o Goffman in Una vita come rappresentazione teatrale. Entrambi lo hanno fatto sicuri del fatto che la persona, all’interno di una vita sociale, utilizzasse più maschere per esprimersi, non rivelandosi mai completamente.  Proprio in questo modo, l’uomo che chiamiamo “Kristo”, in virtù dei suoi atteggiamenti emulativi nei confronti della figura religiosa, si espone nella sua moltitudine di personalità ad un pubblico inerme, assuefatto dal momento presente, capace solo di osservare passivamente ciò che viene presentato, posticipando al finale “purificatorio” ogni giudizio.
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foto di Serena Nicoletti
Andrea Camilleri, celebre scrittore siciliano, diceva: «non bisogna mai avere paura dell’altro perché tu, rispetto all’altro, sei l’altro». Spesso, di fronte alla stranezza si rimane immobilizzati in uno stato di paura mista ad incertezza, credo, perché non si riconosce a primo impatto ciò che si ha davanti, o forse, semplicemente perché diverso da come ci si sarebbe potuto aspettare.
La stranezza però, se accolta, potrebbe portare a scoprire nuovi punti di vista, aprire nuove prospettive capaci di dimostrare che un’unica visione del mondo sarebbe riduttiva e insufficiente. Rinchiudersi in una cultura circoscritta ad un luogo di nascita, porta spesso all’essere bigotti o restii ad accettare il cambiamento nonché un semplice pensiero diverso dal nostro.
Ogni essere umano è diverso. Sono convinto che l’affermazione “siamo tutti uguali” sia erronea perché manchi di punti di vista alternativi. Ogni essere umano differisce dall’altro ed è proprio questo aspetto che rende il mondo vario e capace di progredire. Se fossimo tutti uguali, non ci sarebbe in nessuno di noi “particolarità”, una dote che ci rende unici all’interno di questo piccolo-grande mondo.  Molto spesso, però, sono proprio le particolarità di ognuno di noi a farci sembrare “pazzi” o “strani” agli occhi giudicanti degli altri. Bisognerebbe però chiedersi cosa sia davvero la follia. Cosa ci rende normali?
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foto di Serena Nicoletti
La normalità è un comportamento assunto da una maggioranza di persone. Si diventa “strani”, “pazzi” o “anormali” solo se inseriti in un contesto di riferimento. Molti atteggiamenti che in un contesto sono dati come normali agli occhi esterni diventano folli.
Paul Watzlawick (1921 – 2007) è stato uno psicologo e filosofo austriaco naturalizzato statunitense, eminente esponente della Scuola di Palo Alto, nonché seguace del costruttivismo, derivante dal pensiero relativista del costruttivismo filosofico. Egli, insieme al gruppo di studiosi della scuola di Palo Alto si interessò al concetto di “follia”, teorizzando, con un rimando al sociologo Durkheim, la contraddizione insita ai concetti di normalità e anormalità. C’è una diffusissima opinione sul fatto che "normale" sia sinonimo pressoché imprescindibile di "positivo". Qualcosa di normale è ampiamente accettato. La normalità va a braccetto con la quotidianità e l’inattaccabile certezza che qualsiasi cosa sia, l’aggettivo normale le conferisce un’aura di familiarità e, di conseguenza, di tranquillità, pace ed equilibrio. D’altro canto, è altrettanto largamente accetto che il suo polo opposto, conosciuto nell’opinione pubblica come "anormalità", venga visto e sentito con un’accezione negativa. Mentre così non dovrebbe essere.
Nel 1967 Paul Watzlawick, Janet Helmick Beavin e Don D. Jackson, pubblicavano Pragmatics of Human Communication. A Study of Interactional Patterns, Pathologies, and Paradoxes, che riporta gli studi condotti al Mental Research Institute sugli effetti pragmatici che la comunicazione umana ha sui modelli interazionali e sulle patologie, con anche una disamina del ruolo dei paradossi comunicativi. La tesi centrale di questo libro riguarda il comportamento patologico (nevrosi, psicosi, e in genere le psicopatologie) che, affermano, non esiste nell'individuo isolato ma è soltanto un tipo di interazione patologica tra individui. Gli autori indagano la relatività delle nozioni di "normalità" e "anormalità" mostrando che ogni comportamento acquisisce un senso specifico all'interno del contesto in cui si attua. “Sanità" e "insanità" perdono così il loro significato, poiché ciò che è sano in un contesto può non esserlo in un altro, e l'osservatore può giudicare un dato comportamento come "normale" o "anormale" a seconda della sua ottica preconcetta. Gli autori, quindi, sostengono: «Ne consegue che la "schizofrenia" considerata come una malattia incurabile e progressiva della mente di un individuo e la "schizofrenia" considerata come l'unica reazione possibile a un contesto di comunicazione assurdo e insostenibile (una reazione che segue, e perciò perpetua, le regole di tale contesto) sono due cose del tutto diverse».
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foto di Serena Nicoletti
Nella parte finale della performance, Kristo completamente denudato non solo dai vestiti ma anche da ogni certezza sul mondo che lo circonda, si esibiva in una doccia “purificatoria”. Le gocce che scivolavano sul corpo del performer (Massimo Trombetta) sapevano molto di pensieri perduti, di normalità perduta e pensiero critico acquisito. Forse è davvero di una doccia “purificatoria” ciò di cui l’umanità avrebbe bisogno, perché spesso incapace di guardare al di là della serratura dei propri confini, convinta che i pensieri che la pervadano siano giusti solo perché condivisi da una moltitudine. Forse questo Kristo, questo povero uomo kafkiano, non è un impostore di cui bisogna aver paura ma al contrario un “messia” venuto a salvare ciò che rimane del mondo. Forse è venuto a risvegliare un popolo di esseri non pensanti che si omologa ad una società alienata che scorre troppo veloce, incapace di fermarsi e riflettere sul proprio comportamento, incapace di capire che ciò che compie non ha nulla di “normale”. Bisognerebbe che qualcuno più spesso ci ricordi che abbiamo solo un tempo limitato in questo mondo e sprecarlo, a emulare comportamenti seriali di una società allo sbando, non è uno scopo di vita degno di essere perseguito.
Scritto da Donato Gabriele Cassone
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jacopocioni · 4 months
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Andrea del Castagno, pittore
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Andrea del Castagno è stato un grande pittore italiano, nacque nel 1419 in Toscana nell'Alto Mugello nel paese chiamato Castagno Comune di San Godenzo, di cui in seguito lo userà come cognome, facendosi conoscere come Andrea del Castagno. Era figlio di Bartolo di Simone di Bargilla e di Lagia. La famiglia viveva del loro lavoro di contadino. In quel tempo vi furono le guerre fra Firenze e Milano, per l'egemonia del Nord Italia. Nel 1423 Firenze si alleò con la Repubblica di Venezia contro il Ducato di Milano per contrastare l'espansionismo dei Visconti. In seguito si unì con Francesco Sforza contro la crescente minaccia di Venezia. Il pittore per non subire le scorrerie degli eserciti in lotta deve lasciare la sua terra trasferendosi nella fortezza di Belforte. Poterono ritornarci dopo la pace effimera del 1427. E' stato uno dei protagonisti della pittura fiorentina del XV° secolo. Si trova annoverato insieme ad altri artisti presenti in quel tempo a Firenze: Giovanni da Fiesole detto "il Beato Angelico", Filippo Lippi, Domenico Veneziano e Paolo di Dono detto "Paolo Uccello". Il suo stile subì l'influenza di altri due grandi artisti Tommaso di Mone di Antonio Cassai detto "Masaccio" e Donato di Betto Bardi detto "Donatello". Da loro sviluppò la resa prospettica, il chiaroscuro, drammatizzato nei personaggi rappresentati. Andrea arrivò a Firenze nel 1440 sotto la protezione di Bernardetto dè Medci  esponente del ramo cadetto della famiglia Medici di Ottajano. E' conosciuto con il soprannome di Andrea degli impiccati, gli fu dato quando ebbe l'incarico di dipingere sulla facciata del Palazzo del Podestà l'immagine dei fuggiaschi Rinaldo degli Albizi e Ridolfo Peruzzi condannati per aver ordito una congiura contro Cosimo "il Vecchio" dè Medici.
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Lavorò con Domenico Veneziano insieme a Piero della Francesca e altri assistenti, alla realizzazione degli affreschi andati perduti delle Storie della Vergine, che si trovavano nella chiesa di Sant'Egidio. Per lo Spedale di Santa Maria Nuova realizza una crocifissione e santi, dove nella sua opera si nota un influenza masaccesca. Trasferitosi a  Venezia realizza insieme a Francesco da Faenza nell'abside della cappella di San Tarasio, nella chiesa di San Zaccariali affreschi con Dio Padre, Santi e i quattro Evangelisti. Lavora anche nella Basilica di San Marco realizzando i cartoni per i mosaici con le storie della Vergine (Visitazione e morte della Vergine) negli anni 1442/1443. Rientrato a Firenze lavora nel convento delle benedettine di Sant'Apollonia, fra (forse) il 1445 e il 1450, alle scene della passione di Cristo, la Crocifissione, la Deposizione dopo la morte, la resurrezione e l'Ultima Cena. Alcuni di questi affreschi sono stati staccati e conservati nel Museo a lui dedicato nel paese di Castagno Comune di San Godenzo. Gli affreschi rimasti nel luogo in cui sono stati realizzati, sono molto rovinati ma ancora leggibili.
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Per la villa del Gonfaloniere di Giustizia Filippo Carducci, dipinge ritratti di uomin e donne illustri. Molti sono stati staccati e conservati al Museo degli Uffizi, mentre altri sono rimasti alla villa. I ritratti sono: Madonna con Bambino Angeli e Adamo ed Eva, un altro di Eva, Davide con ai piedi la testa del gigante Golia e di Pippo Spano. Agli Uffizi è conservato un affresco rappresentante il Vate Dante Alighieri e la Madonna di casa Pazzi facente parte della collezione Contini Bonacossi.
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Nel 1455 torna a lavorare per i frati Serviti, alla Basilica della Santissima Annunziata, dipinge degli affreschi con la Trinità, San Girolamo Due Sante San Giuliano e i Redentore. Nella Loggia dei Servi di Maria dove si trova l'Oratorio di San Francesco Poverino, per la confraternita di San Girolamo e San Francesco Poverino in San Filippo Benizi. Per la compagnia del Santo Benizi, realizza una statua in terracotta rappresentante San Girolamo. Per i Duomo di Santa Maria del Fiore, dipinge un monumento equestre dedicato al Capitano della Repubblica nel 1432 durante la battaglia di San Romano Niccolò Mauruzi da Tolentino, accanto a quello dedicato al Capitano John Hawkwood detto "Giovanni Acuto" di Paolo Uccello. Andrea del Castagno morì giovanissimo di peste il 19 agosto 1457 e sepolto nella Basilica della Santissima Annunziata. Il Vasari nel suo capolavoro "Vite" scrisse che Andrea del Castagno aveva ucciso il suo amico e maestro Domenico Veneziano in un impeto di gelosia, ma erano solo chiacchiere raccolte qua e la, con le quali screditò Andrea già morto quando nel 1461 morì Domenico. L'errore che smontò la falsa accusa venne scoperto tempo dopo, quando dai registri mortuari furono trovati un altro Andrea e un altro Domenico, protagonisti di quel delitto di cui era stato accusato l'Andrea pittore.
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Alberto Chiarugi Read the full article
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The Golden Sun
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Prologo: This is before re how our black reader met Lorenzo de Medici (her future zaddy) thanks to the man's ex nemesis and her cousin
Florence was celebrating Francesco de 'Pazzi was getting married, it was a sigh of relief for everyone from plebeians, knights, nobles and to the church. It was an event that no one expected, everyone knew that Guglielmo de 'Pazzi was the sentimental one, not Francesco.
But everything changed when he met Andrea Sabini's eyes, they met at a ball in Venice for the union of two nobles.
Right there Andrea distracted and euphoric did not look in front and collided with the man.
"My apologies Messer. I wasn't looking where I was going" he smiled
"No problem, but she's careful" she said with her typical look, and the woman walked down her street, but she turned around and asked
"Your name, Messer" he turned
"And why would he want to know?" he asked sceptically
"Please don't be offended, I shouldn't be so curious, I wish you a good evening" she said and went away, leaving Francesco to look down the corridor, realizing that her brother was calling him she went away.
He enjoyed the rest of the evening, talked with possible collaborators and clients and danced with many women, also had the good fortune to meet Ludovico Sabini, strangely obviously liked him with Lorenzo de 'Medici.
"You two seem like talented young men, if you use your mind you will be more than your fathers and your names will be remembered in the stars" he laughed proudly, a woman interrupted him.
"Andrea you feel better" he asked, Francesco recognized her.
"Yes father, I'm sorry I made you worry," she said sadly.
"Excuse me for the interruption," she said and went off to join other ladies, and Francesco didn't take his eyes off her.
"That's my daughter Andrea Sabini, the diamente of the family" Ludovico was proudly beating his cane on the ground.
"Andrea is a rather manly name" Lorenzo added
"When she was born she took my finger and I almost rupper it, she is worthy of that name, even if she looks like a young lady I taught her like my sons and she is always on my right, she is the only one in the family to convince to the royal family of Naples to invest and buy our silk "explained after a chat or two the old man left.
"Francesco it seems that you are infatuated with Andrea Sabini" Lorenzo teased him.
"Shut up Medici" the dances opened and Pazzi was really waiting to meet Andrea again, and finally he succeeded.
"Oh we meet again Messer" the woman said she took her hand and they danced.
"I have to offer you my sincere apologies," he apologized
"For what reason?" she was confused
"For answering you abruptly earlier"
"Don't worry, I just wanted to know who the bewitching-faced Messer was," he smiled
"I wonder if you say lp just to make me feel better or at all?" the dance was about to end
"I told you I'm not offended," they bowed and their eyes met
"And I only express myself this way to people who have caught my eye," she whispered
"I caught an eye on you '"
"I'm a lady, I can't answer this question in public, but come and know the question"
From that moment the two were under secret courtship, for the Sabines it could have been fine but for Jacopo Pazzi it would have been the loss of his best pawn. The relationship continued for months until the man's uncle was becoming suspicious and sent a spy to the French court where Francis was invited. Thanks to the letter from Lorenzo they discovered that their uncle and the whole of Florence had discovered him.
"You don't have to come with me, you can save your reputation" he tried to persuade her beloved but there was nothing to be done.
"My love, I will not leave you anywhere, if you are guilty of this foolishness I am too" she stroked his face and gave him a tender kiss on the cheek.
The carriage arrived in front of Villa Pazzi, they looked at each other for a moment and went out hand in hand, Lorenzo had already told them that there would be many Florentine noble families waiting. And so it was Jacopo de Pazzi really wanted to humiliate him, and his uncle was there and he was smiling.
"Francesco, would you like to introduce us to your beloved?" the man said
"I'm Andrea Sabini of the Sabini family, Messer Pazzi" she introduced herself making the nobles jump
"Do you know what crime he committed?"
"Love your nephew?" she said brazenly.
"Adultery and …..
"I have to stop you there Messer Pazzi but the two of us are under courting, my family knows it and I Pazzi know it" she replied, the nobles were really shocked by her "cheekiness".
"Messer Pazzi did not know about your scandalous ……." Niccolò Ardighelli tried to say
"But my brother knew it and since we have half the power of this family, the de 'Pazzi knew it," Francesco said.
"He really wants to be with a woman like her," a doonna whispered
and finally they could court each other in the sun.
" What are you saying?" Andrea asked while eating strawberries under the Tuscan sun.
"I'm thinking how you came into my life," he said, stroking her face
"Thanks to you I became a better man, I would have become like my uncle Jacopo"
"I didn't do any of that," she blushed
"I'd like to ask you something," she tugged at a ruby ring
" Francis…."
"Andrea, will you marry me?"
"Sure yes, yes" their lips joined
"Francesco I love you" she smiled
" I love you too"
And so they went back there hand in hand on their wedding day not knowing they would bring two people together.
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daimonclub · 5 months
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Citazioni spiritose sul Carnevale
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Citazioni spiritose sul Carnevale Citazioni spiritose sul Carnevale. Quanno se scherza, bisogna esse’ seri! Marchese del Grillo È Carnevale. O come direbbero a Porta a Porta «È in arrivo una massiccia ondata di coriandoli». Anonimo Avete fatto caso che l'ultima domenica di carnevale i cimiteri sono un mortorio? Totò San Valentino. Per quest'anno, il motto e' il seguente: "San Valentino: un diamante e' per sempre. Finche' non ritorna grafite". Allora, regalatele direttamente una matita. (In fondo, a Carnevale ogni scherno vale...) Andrea Zuse Balestrero Sul palcoscenico del mondo non siamo altro che miseri attori, e talvolta è utile riuscire a mascherare i nostri tristi ruoli. Carl William Brown Chi non ride mai non è una persona seria. Charlie Chaplin Carnevale vecchio e pazzo s'è venduto il materasso per comprare pane e vino tarallucci e cotechino. E mangiando a crepapelle la montagna di frittelle gli è cresciuto un gran pancione che somiglia a un pallone. Gabriele D’Annunzio Pulcinella aveva un gallo, tutto il giorno vi andava a cavallo, con la briglia e con la sella. Viva il galletto di Pulcinella! Buon carnevale! Anonimo Finalmente è finita la crisi: oggi le ragazze di facili costumi troveranno tutte un lavoro! Buon Carnevale! Anonimo Oggi più che mai le subdole intenzioni si travestono con atteggiamenti di grande umanitarismo e sincera filantropia e sempre più spesso le atroci intenzioni si nascondono dietro un volto sorridente e dietro una maschera di gentilezza, beh, un momento, aspettate un po', ma Berlusconi, non sorride sempre! Carl William Brown Carnevale. Il portale della basilica di San Marco ammonisce: ogni carnevale finisce con il Giudizio Universale! Mieczyslaw Kozlowski Ogni anno inventano sempre una maschera nuova, ma non temere, la mia preferita resta sempre e soltanto la tua! Anonimo Dolci sono le chiacchiere del Carnevale. Oggi, ogni Chiacchiera è una Bugia speciale! Rossana Virò Carnevale Carnevale frizzi e lazzi giorni allegri, giorni pazzi i bambini ed i ragazzi fra coriandoli e stelline indossando mascherine che ricopron i loro visi metton su anche sorrisi colorati arcobaleni scherzi, canti, balli e suoni di allegria s'invade il cuore. Dora Pergolizzi Sei contento? È carnevale, e tu sei molto fortunato... non hai bisogno di vestirti! Anonimo Tanti auguri di buon Carnevale:che questo giorno di gioia ed allegria ci renda meno seri per il resto dell’anno! Anonimo La vita è come il Carnevale…non puoi sapere che scherzo ti farà! Buongiorno e Buon Carnevale! Anonimo I carnevali passano, certe maschere restano. Jean-Paul Malfatti Durante il carnevale gli uomini indossano una maschera in più. Xavier Forneret Tra risate e allegria insieme a te è Carnevale 365 giorno all'anno. Ti voglio bene! Anonimo
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Citazioni divertenti su maschere e travestimenti Una maschera ci dice di più di una faccia Oscar Wilde Per fare un vestito ad arlecchino ci mise una toppa Meneghino, ne mise un'altra Pulcinella, una Gianduia, una Brighella. Anonimo Inutile metterti una maschera oggi, saresti perfettamente in tema anche senza! Anonimo La moderna solidarietà non è che il tentativo di mascherare la propria stupidità facendo esercizi di falsa umanità. Carl William Brown Dicono che a Carnevale si ingrassi… tutte chiacchere! Anonimo Pulcinella ed Arlecchino, Stenterello e Meneghino, con Brighella e Pantalone, Colombina e Balanzone, fanno ridere i bambini. Viva, viva i burattini! Anonimo Durante il prossimo carnevale di Rio, Battisti si esibirà con LULA HOP. Renato Reggiani Se è giovedì grasso, nessuno problema. Se è martedì grasso, va benissimo, figurati. Se sono grasso io, tutti a rompere le scatole. Anonimo Carnevale, va a ruba il costume da comandante Schettino. Non era più adatto a Halloween? Lia Celi Buon Halloween!!! (O Buon Carnevale). E non perdere troppo tempo per la maschera: sistemati un po' i capelli e via! Su un SMS Per Shakespeare l'uomo non è che un semplice attore, che si agita freneticamente sul palcoscenico di una vita senza senso interpretando il più delle volte un ruolo triste. Se dunque trovate di una certa verità l'analisi del grande drammaturgo consolatevi almeno con il motto di Giordano Bruno che soleva appunto dire "In tristitia hilaris, in hilaritate tristis." E si, è proprio vero, il dio della gioia porta sul volto una maschera tragica." Carl William Brown Ogni falsità è una maschera, e per quanto la maschera sia ben fatta, si arriva sempre, con un po' di attenzione, a distinguerla dal volto. Alexandre Dumas Devo fabbricarmi un sorriso, munirmene, mettermi sotto la sua protezione, frapporre qualcosa tra il mondo e me, camuffare le mie ferite, imparare, insomma, a usare la maschera. Emil Cioran L'intelligenza e la bontà preferiscono entrare in scena senza maschera. A. Schnitzler Sei contento? È carnevale, e tu sei molto fortunato... non hai bisogno di vestirti! Anonimo Solo due volte all'anno le persone false possono vestirsi di se stessi facendo scivolare dal loro viso la maschera: a carnevale e halloween! Angela Perri È finito il carnevale, gli hanno fatto il funerale. Ada Roggio Due trans chiacchierano a carnevale: "Oggi da cosa ti travesti?". "Almeno oggi non parlarmi di lavoro!". Da Bastardidentro Ricordo quella volta che mio padre mi comprò i coriandoli. Fu un carnevale bellissimo, mi divertii un casino. Fu l'unica volta, perché l'anno dopo mio padre non mi volle più comprare i coriandoli. Mi rimproverò che l'anno prima li avevo buttati tutti. Mauroemme
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Citazioni e aforismi sulle maschere Sul palcoscenico del mondo non siamo altro che miseri attori, e talvolta è utile riuscire a mascherare i nostri tristi ruoli. Carl William Brown Il fine di uno scherzo non è quello di degradare l'essere umano ma di ricordargli che è già degradato. George Orwell Carnevale è nel piatto. È diventato matto? Linda Reale Ruffino Carnevale 2012: va a ruba il costume da Schettino. E' quello da scoglione. Micro Satira Ci sono donne che a carnevale si vestono da San Francesco per parlare agli uccelli. Roba Da Maschi Se è giovedì grasso, nessuno problema. Se è martedì grasso, va benissimo, figurati. Se sono grasso io, tutti a rompere i coglioni. Periferia galattica Perché a carnevale i computer non funzionano piu' bene? Perché gli interrupt sono tutti mascherati! Anonimo "Pronto, mi scusi maestro. Ebrei, musulmani, cristiani, indù, buddisti, scintoisti: quando potremo riunirci tutti insiemi in unica grande chiesa?". Quelo: "A carnevale?". Corrado Guzzanti ORSO: L’orso rispetto agli altri animali ha il vantaggio che a Carnevale può restare vestito cosi’ com’e’. Il Dizionario di gene Gnocchi Una volta, per un veglione di carnevale, mia madre ebbe la bella idea di mascherarmi da pagliaccio. Mi riconobbero subito tutti. Mauroemme Pierino: "Papà mi compri i coriandoli?". Il padre: "No! L'anno scorso li hai buttati via tutti!" Inserzione giornalistica: Vendo giochi e scherzi di carnevale. Astenersi burloni e perditempo. Inserzione giornalistica: Ragazza di facili costumi cerca lavoro solo a carnevale. Inserzione giornalistica: Vendiamo Ritmo del 90, Fiesta del 95 e Samba dell'89. Solo a Brasiliani amanti del carnevale. Per Halloween mi sono truccato da mostro, brr... una maschera davvero orripilante. La cosa che mi ha fatto incazzare è che poi, alla festa, tutti mi hanno riconosciuto subito. Mauroemme Avete fatto caso che l'ultima domenica di carnevale i cimiteri sono un mortorio? Toto' in "Toto' cerca pace"
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Battute divertenti sul Carnevale Arriva, arriva Carnevale! Con la faccia da burlone, scherza e ride a più non posso Viene ballando e saltellando porta allegria, gioia ed armonia. Francesca Bastone Verso la fine della vita avviene come verso la fine di un ballo mascherato, quando tutti si tolgono la maschera. Allora si vede chi erano veramente coloro coi quali si è venuti in contatto durante la vita. Arthur Schopenhauer E dopo tutto cos'è una bugia? Solo la verità in maschera. George Byron Siamo tanto abituati a mascherarci di fronte agli altri, che finiamo per mascherarci anche di fronte a noi stessi... Francois De Larochefoucauld Ogni uomo mente, ma dategli una maschera e sarà sincero. Oscar Wilde Nascondi chi sono, e aiutami a trovare la maschera più adatta alle mie intenzioni. William Shakespeare La maschera incarna il principio della vita stessa. Michail Bachtin Una maschera ci dice di più di una faccia. Oscar Wilde Tanti auguri di buon Carnevale:che questo giorno di gioia ed allegria ci renda meno seri per il resto dell’anno! Anonimo Carnevale in poesia, mette tanta allegria. Ada Roggio Le origini del Carnevale sono un po' ambigue, come di chi porta più di una maschera. Pietro Lasaponara È arrivato il carnevale, conquistando monti e mare. È arrivato tutto matto, si è mascherato anche il mio gatto. Ada Roggio Non mascherare i tuoi difetti con le virtù acquisite. Preferisco i difetti: sono simili ai miei. Kahlil Gibran Il volto è una vera maschera che ci è concessa per celare i nostri pensieri. Oscar Wilde L'anno scorso ho partecipato al concorso per il miglior costume, ma non ho vinto. E dire che il mio era perfetto: ero travestito da Uomo Invisibile! Marco Bernardini A carnevale vedo tante maschere... ma neppure un sub. Mbgiorge Carnevale presto impazza, tutti quanti nella piazza! Ada Roggio Ho conosciuto persone senza maschera ma col carnevale dentro. Rare. Sono stato fortunato. Anonimo Andare con i figli in maschera a Venezia per il Carnevale. Mescolarsi nella bolgia. Tornare a casa. Togliere le maschere ai figli. Di altri. Anonimo Ogni uomo mente, ma dategli una maschera e sarà sincero. Oscar Wilde Sono a pezzi, a carnevale mi travesto da coriandoli. Anonimo Il bello del Carnevale è che mi fa rivalutare la sabbia nelle mutande. Anonimo Esistono spiriti liberi, audaci, che vorrebbero nascondere e negare di essere cuori infranti, superbi, immedicabili; e talvolta la follia stessa è la maschera per un sapere infelice troppo certo. Friedrich Nietzsche
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Aforismi e citazioni spiritose sul carnevale Un bambino con una gamba sola va dalla mamma, e piagnucolando dice: "Mamma, a Carnevale posso avere il costume di Spider-Man?". E la mamma: "Ma come, quello da ghiacciolo non ti piace più?". Funcool88 Guardiamo i lati positivi della cosa: chi l'anno scorso si era vestito da barbone per carnevale, con lo stesso vestito quest'anno può vestirsi da ceto medio. Marco Vicari Tra un po' sara' carnevale, ma certa gente la maschera ce l'ha tutto l'anno! Carl William Brown Ah, che bello il carnevale: i bambini travestiti, le loro urla, le loro risate, le stelle filanti che ti tirano addosso, l'istinto omicida. Anonimo Il mio amico Agapito Malteni ci provava costantemente con la sua collega Liuzza, ma lei non ci voleva assolutamente stare. Un giorno ha comprato un cappello carnevalesco a forma di membro maschile, lo ha indossato, e quando ha visto la collega entrare in bagno l'ha seguita e si è chiuso dentro con lei. Lei lo ha guardato ed ha esclamato: "Che cazzo ti sei messo in testa?!?". Friss Il carnevale scorso ero a casa di una coppia di amici quando si è presentato il loro bambino di dieci anni vestito da cow boy. Era tutto eccitato perché aspettava gli amici per andare a giocare. Ad un certo punto, è suonato il campanello. Fuori dalla porta c'era una marea di ragazzini e hanno chiesto se il loro figliolo poteva uscire a giocare con loro a indiani e cow boy. Erano tutti vestiti da indiani. Mauroemme Tutto ciò che è profondo ama mascherarsi; le cose più profonde odiano l'immagine e la similitudine. Friedrich Nietzsche Chi guadagna bene sappia che ciò è reso possibile dal fatto che gli altri guadagnano male, o non guadagnano affatto. Chi guadagna troppo a spese degli altri non può essere un filantropo, in verità è solo un ipocrita misantropo mascherato. Carl William Brown La maschera è antica quanto la stessa umanità ed è il simbolo della trasformazione dell'uomo in un altro Io. O. Eberle Ogni spirito profondo ha bisogno di una maschera: e più ancora, intorno a ogni spirito profondo cresce continuamente una maschera, grazie alla costantemente falsa, cioè superficiale interpretazione di ogni parola, di ogni passo, di ogni segno di vita che egli dà. Friedrich Nietzsche E' meglio essere odiati per ciò che siamo, che essere amati per la maschera che portiamo. Jim Morrison Ma è vero che Lapo a carnevale si traveste da Biancaneve....e i sette Nasi. Simone Per Carnevale pensavo di vestirmi da Giovanardi, ma il marrone non mi dona. M. Cristina Di Canio) A Carnevale va a ruba il costume da Schettino; il coniglio di mare. Anonimo A Carnevale ogni scherzo può far male. Anonimo Capisci di essere un buon padre, quando tuo figlio di cinque anni, per Carnevale, sceglie di vestirsi da Bob Marley. Anonimo Ogni persona non è che una "maschera teatrale"; un attore che recita il proprio ruolo e che assumendo così la propria personalità contribuisce ad arricchire la comica teatralità dell'umana stupidità. Carl William Brown Il bene e il male sono questioni di abitudine, il temporaneo si prolunga e la maschera, a lungo andare, diventa il volto. Marguerite Yourcenar Il volto è servile e servizievole, la maschera è dispotica e intransigente. Il volto ti viene dato, e si esprime su un unico piano orizzontale; la maschera si impone, ed è verticistica anche quando sempre piana. Aldo Busi Finalmente è finita la crisi: oggi le ragazze di facili costumi troveranno tutte un lavoro! Buon Carnevale! Anonimo "Usare con precauzione. La maschera e lo scudo non offrono alcuna protezione. La cappa non permette di volare". Su un costume di Halloween di Batman Tutta la vita umana non è se non una commedia, in cui ognuno recita con una maschera diversa, e continua nella parte, finché il gran direttore di scena gli fa lasciare il palcoscenico. Erasmo da Rotterdam Per tutta la vita avrei voluto piangere ed invece ho dovuto ridere o al limite rimanere serio; per tutta la vita ho dovuto portare una maschera come il Dio della gioia che ne aveva sul volto una tragica. Carl William Brown Il mio scopo è quello di insegnarvi a passare da un'assurdità mascherata a quella che è palesemente tale. Ludwig Joseph Wittgenstein Nascondi chi sono, e aiutami a trovare la maschera più adatta alle mie intenzioni. William Shakespeare Foglie come coriandoli, vento che gioca con capelli imbrattati di schiuma, gote arrossate. E il carnevale si tinge di giovani schiamazzi. Anonimo
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Motti di spirito sul Carnevale Sta arrivando Carnevale, periodo in cui mia moglie fa la prova costume. Cosi' e' libera di abbuffarsi fino all'estate. DrZap La vita è come il carnevale... non puoi sapere che scherzo ti farà! Aida Nasic Ma la causa vera di tutti i nostri mali, di questa tristezza nostra, sai qual è? La democrazia, mio caro, cioè il governo della maggioranza. Perchè, quando il potere è in mano d'uno solo, quest'uno sa d'essere uno e di dover contentare molti; ma quando i molti governano, pensano soltanto a contentar sé stessi, e si ha allora la tirannia più balorda e più odiosa: la tirannia mascherata da libertà! Ma sicuramente! Oh perchè credi che soffra io? Io soffro appunto per questa tirannia mascherata da libertà... torniamo a casa! Fu Mattia Pascal di L. Pirandello Propongo di buttarci a terra e fingerci coriandoli, almeno per oggi. Anonimo Oggi sono così bella che quando gli ho chiesto una maschera per il carnevale, il commesso mi ha dato solo l’elastico. Anonimo Mi metterei volentieri una maschera sul volto e con diletto cambierei il mio nome. Stendhal La maschera di carnevale è la fuga dalla propria storia, la libertà della propria identità tramite il travestimento. Anonimo Avete fatto caso che l’ultima domenica di carnevale i cimiteri sono un mortorio? Toto' Se è vero che il Dio della gioia ha sul volto una maschera tragica è pur vero anche il contrario. Carl William Brown Oggi sono triste, ma è solo perché ho riso troppo ieri, e poi quando sono felice faccio sempre il serio. Si sa infatti che il Dio della gioia porta sul volto una maschera tragica. Carl William Brown Nessuno può portare a lungo la maschera. Seneca A Carnevale ogni carne vale... Il mondo è un vasto teatro in cui ognuno interpreta la sua parte con la maschera sul naso. Anonimo I ‘Grandi’: un tempo miravano al monumento in piazza Oggi anelano a una colossale sagoma di cartapesta sui carri di Carnevale. Carlo Sorrentino Un uomo ritorna a casa vestito da topolino e dice alla moglie: "Auguriiiii, buon carnevale!!!". E il figlio: "Papà ma oggi è capodanno!!!". "Capodanno? No! Read the full article
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