Tumgik
#artisti pittori scultori
fashionbooksmilano · 5 months
Text
Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media
Alfa Castaldi
Progetto grafico/ Graphic design Claudio Dell'Olio assistito da Alessandro Marchesi
testi di Giuliana Scimé e Susan Bacheider, foto di Paolo Castaldi
Carla Sozzani Editore, Milano 2013, copia n.0313, 50 pagine, ISBN
9788879428507
euro 60,00
email if you want to buy [email protected]
Stampato da NAVA Milano in occasione della mostra "Alfa Castaldi" Galleria Carla Sozzani Febbraio 2013
Fotografo curioso e completo, Alfa Castaldi nella sua carriera professionale ha esplorato vari generi e tutti con grande passione e competenza. La mostra alla Galleria Carla Sozzani è un’esauriente retrospettiva arricchita da una sezione di ritratti alla moglie, la giornalista Anna Piaggi.Ad Alfa Castaldi, brillante allievo dello storico dell’arte Roberto Longhi, risultano fatali i tavolini del bar Jamaica in quel di Brera. Rientrato a Milano all’inizio degli anni ’50 dopo gli studi a Firenze, prende a frequentare l’ambiente intellettuale ed artistico che ruota attorno all’Accademiadi Belle Arti, soffermandosi spesso nel locale che, ancor’oggi, è punto di ritrovo per artisti ed intellettuali. In quegli anni, nelle sale del Jamaica piene di fumo e modelle in cerca di ingaggio, il giovane Alfa conosce Cesare Peverelli, Gianni Dova e Piero Manzoni ma anche un gruppo di fotoreporter – Ugo Mulas, Mario Dondero e Carlo Bavagnoli: per inciso, quelli che si sarebbero poi rivelati i migliori della loro generazione – che si struggono per essere considerati artisti alla stessa stregua di pittori e scultori.
Stimolato da queste nuove conoscenze, Castaldi si avvicina alla fotografia ed inizia a fare sperimentazioni, indagando il mondo attraverso l’obiettivo. Tra gli anni ’50 e ’60 viaggia moltissimo, soprattutto all’estero, documentando stili e movimenti culturali; attingendo al ricordo dei viaggi nell’Italia del dopoguerra, ancora povera e rurale, nel 1980 realizza per Uomo Vogue il servizio Compagnia di Stile Popolare, passato alla storia del costume come un reportage antropologico sulle radici popolari dello stile maschile piuttosto che come mero servizio di moda.
15/04/24
7 notes · View notes
donaruz · 1 year
Text
Tumblr media
Da Simone Terreni a tutti gli americani!
Questo è il DAVID di MICHELANGELO!
Cari genitori americani,
che avete licenziato la preside che aveva mostrato ai suoi allievi questa statua e avete definito il David di Michelangelo “Pornografia”, certo il David mostra al mondo da 500 anni le sue grazie. Quindi avete pensato che fosse osceno e non adatto ai vostri figli minorenni.
Invece secondo me non avete ben chiaro né il significato del David, nè perché il David è nudo. Ascoltate la sua storia.�
Un pezzo di marmo enorme se ne stava chiuso da anni dietro il Duomo di Firenze. Nessuno voleva scolpirlo perché era fragile e poroso. Finché un giovane di 25 anni, con il naso rotto e le mani callose, di nome Michelangelo Buonarroti, accettò la sfida.
Scolpì il David!�Divenne il simbolo della piccola Repubblica Fiorentina che sfida i grandi nemici come il Papato e l’Impero (il Gigante Golia). Lo sguardo fiero e concentrato, guarda il nemico senza paura, prima di colpirlo.
Il David è FIRENZE!
E come Firenze non ha paura!
Per questo la statua DOVEVA essere nuda! Ma non non lo capite? David è nudo perché è vestito solamente della Grazia di Dio! Non ha bisogno di nulla per sconfiggere i suoi nemici perché Dio lo protegge.
Non solo doveva essere nudo ma doveva anche essere BELLO! A Firenze nel 500 c’era in atto il RINASCIMENTO. Artisti, pittori, scultori, eruditi riscoprirono la bellezza e l’armonia classica della cultura greca, liberarono l’uomo dalle superstizioni del Medio Evo, lo rimisero al centro (nudo!) e lo portarono nella modernità. Il David era figlio di Policleto, di Fidia, del Canone Greco, del Classicismo, del Verrochio e di Donatello.
Altro che Pornografia!
Michelangelo lo finì nel 1504, dopo tre anni di lavoro. Quando i fiorentini lo videro, capirono subito che era la statua più bella del mondo. Sapevano che sarebbe stato il simbolo eterno della bellezza maschile, come la Venere di Botticelli (nuda!) di quella femminile. Nacque subito una disputa su dove collocarlo. Fu creata addirittura una commissione di esperti di cui facevano parte Botticelli e Leonardo da Vinci. Il problema per i fiorentini di allora NON era nascondere le nudità ma trovare il luogo migliore per mostrare il David al mondo!! Mica come voi bigotti americani di oggi.
Alla fine fu scelto Palazzo Vecchio.�Per portarlo dal Duomo a Piazza della Signoria ci misero 4 giorni. Il David per quattro giorni “camminò” per Firenze.�E per i Fiorentini fu una festa! Se potessi scegliere un giorno, un solo giorno, per tornare indietro nel tempo, sceglierei proprio quel momento là. Quando il David, nudo, camminò per le strade di Firenze.
Anche oggi il David cammina.
E ci ricorda che il mondo va riempito di Bellezza e Armonia. Siete voi, voi americani, voi Golia, che avete inventato l’industria pornografica, che avete inondato di immagini oscene tv, cinema, pubblicità e web. Noi invece abbiamo inventato il Rinascimento! E sfideremo sempre, senza paura, chi come voi, vuole tenere l’uomo nell’ignoranza e nelle tenebre.
#rinascimento
Paola Giordano fb
19 notes · View notes
enkeynetwork · 2 months
Link
0 notes
lecodellariviera · 2 months
Text
a Seborga Mostra Collettiva "I Percorsi dell'Arte"
Servizio di Francesco Basso
Presso i grandi spazi della galleria Area Museale Comunale si possono ammirare le opere di trentacinque artisti provenienti da tutta Italia che mostrano al pubblico il loro personale linguaggio espressivo. Uno spettacolo coinvolgente fatto di colori e di tecniche esecutive variegate e innovative come solo i creativi appartenenti ai tempi moderni sanno offrire.
La mostra collettiva I Percorsi dell'Arte è un progetto di mostre itineranti ideato dalla curatrice Doriana Della Volta che permette a pittori e scultori contemporanei di essere visti, scoperti e ammirati all'interno di importanti strutture pubbliche poiché la sua missione è quella di coinvolgere, in ogni tappa, amministrazioni comunali che mettono a disposizione spazi altrimenti difficilmente ottenibili.
Tumblr media
I PERCORSI DELL'ARTE
Principato di Seborga
Galleria Area Comunale Museale
Sino al 30 luglio 2024
VERNISSAGE
Orari: dalle 15.00 alle 19.00
dal lunedì alla domenica
Ingresso libero
1 note · View note
simofoto · 2 months
Text
Amedeo Modigliani. ARTISTA CONTROCORRENTE fece della femminilità dipinto.......pittore più originale nell'arte
Tumblr media
Apic//Getty Images
Amedeo Modigliani (Livorno, 1884 - Parigi, 1920) rientra in una categoria di artisti che decisero di lasciare il paese natale per traferirsi in Francia. Parigi, all’inizio del Novecento, era la culla della cultura, della modernità, nonché luogo di scambio e aggiornamento per poeti, scultori, pittori, filosofi. In questo clima, vivace e florido, giungono artisti da tutta Europa, come il rumeno Constâtin Brâncuși (Pestisani, 1876 – Parigi, 1957), il russo Marc Chagall (Vitebsk, 1887 – Saint Paul de Vence, 1985), il russo Chaïm Soutine (Smiloviči, 1893 – Parigi, 1943) e l’italiano Amedeo Modigliani, che entrano in contatto con personalità già affermate quali Pablo Picasso (Malaga, 1881 – Mougins, 1973), Georges Braque (Argenteuil, 1882 – Parigi, 1963), Henri Matisse (Le Cateau-Cambrésis, 1869 – Nizza, 1954), il poeta Guillaume Apollinaire, André Derain e molti altri. Sempre a Parigi, negli stessi anni, soggiornano alternamente alcuni dei principali esponenti del futurismo, come Umberto Boccioni, Gino Severini, Carrà, Ardengo Soffici, a ulteriore dimostrazione della grande vitalità dell’ambiente in cui non necessariamente tutti entravano in contatto tra loro, ma potevano giovarsi della fervente temperie culturali.
Tumblr media
Amedeo Modigliani nel suo studio
Modigliani all'interno della cornice degli artisti bohémien europei del primo '900. Centro nevralgico di questo movimento era Parigi, città in cui Modigliani visse e in cui venne a contatto con alcuni gruppi d'avanguardia, come ad esempio i fauves.
L'opera di Modigliani risentì inizialmente dell'influenza di Picasso e del cubismo novecentesco, di cui però non fece mai parte, e arrivò a sviluppare uno stile profondamente personale diverso dalla maggior parte delle correnti artistiche dell'epoca.
Tumblr media
Amedeo Modigliani nel suo studio, fotografia del 1915 di Paul Guillaume
La libertà di stampa e di azione che la città di Parigi offriva, favorì l’avvicendarsi di quella scia di artisti non soddisfatta delle opportunità che il paese natale offriva loro. Nei manuali di storia dell’arte si trovano spesso classificati Brâncuși, Chagall, Soutine e Modigliani come appartenenti alla “Scuola di Parigi”, sebbene il loro fosse un modo comune di vivere e di pensare, più che una scuola. Un altro aspetto che li accomunava, oltre all’essere artisti forestieri in Francia, era il vivere nello stesso quartiere parigino, ossia Montparnasse, in un edificio soprannominato “l’alveare”, adibito a studio per gli artisti che non si erano arruolati in guerra; anche la partecipazione al Salon, famosa esposizione organizzata a Parigi già dal 1667, rappresentava un fattore di comune accordo.Un’esistenza, quella di Modigliani, non particolarmente fortunata: l’artista livornese di origini ebraiche fu infatti colpito, già in tenera età, da gravi problemi di salute. E la sua scelta di fare l’artista di professione fu rapida e senza ripensamenti.
Tumblr media
Il 12 luglio 1884 , a Livorno , nasceva Amedeo Modigliani. Nella sua città , da giovanissimo, apprese la passione per la pittura grazie anche al primo insegnamento del maestro Giovanni Fattori. Ma fu a Parigi, dove andò nel 1906, che ampliò le sue vedute e formò il suo stile unico e rivoluzionario tra i quartieri di Montmartre e Montparnasse.
Fu dura la vita parigina di Modi', sempre al verde poiché spendeva tutto quanto aveva per droga e alcool e sempre a combattere contro la tubercolosi che lo affliggeva. Tanti lo ricordano come il pittore maledetto, ma tutti conoscono i suoi ritratti di donne languide dai lunghi e sinuosi colli , con gli occhi senza pupille e dagli intensi colori, di cui riusci' a cogliere la bellezza, rendendole immortali. Quelle donne che tanto lo amarono fra le quali, più di tutte, una giovane ragazza di nome Jeanne Hebuterne , anche lei pittrice, che per lui abbandonò la sua famiglia e lo sposo' contro il parere di ognuno.
Dalla loro unione, molto contrastata dai parenti di lei, nacque una bambina che fu chiamata Jeanne come la mamma .Ma la malattia non lascio' scampo a Modigliani, anche per la miseria in cui era costretto a vivere e il 24 gennaio 1920 , neanche a 36 anni, il pittore morì mentre la sua giovane moglie, di nuovo incinta, era al nono mese di gravidanza. Per il funerale del pittore gli amici fecero una colletta per pagarne le spese , la disperata Jeanne ,invece, non riuscendo a superare il suo dolore si suicidò
Tumblr media
----gettandosi nel vuoto dal quinto piano uccidendo lei e il suo bambino in grembo.Fu seppellita con una frettolosa cerimonia dai suoi parenti che, neanche dopo la morte della figlia seppero esseri compassionevoli e non vollero riconoscere la nipotina.La piccola Jeanne fu adottata da una zia, sorella di Modigliani , e da grande sposò in prime nozze Mario Levi, fratello di Natalia Ginzburg.Jeanne Modigliani trascorse gran parte della sua vita a curare la memoria del padre, ricostruendone la biografia e provvedendo, anche se in ritardo ,a riunire i resti dei suoi genitori nello stesso cimitero di Pere-Lachaise , a ParigiL' epitaffio sulla tomba del padre recita : "Colpito dalla morte nel momento della gloria", quello sulla tomba della madre :"Devota compagna sino all'estremo sacrificio"...
Tumblr media Tumblr media
Amedeo Modigliani, Ritratto di Paul Guillaume (1916; olio su tela, 81 x 54 cm; Milano, Museo del Novecento)
famoso per essere veloce, per cui chiudeva un'opera in massimo 1 o 2 sedute.
Tumblr media
Amedeo Modigliani, Jeune fille rousse (Jeanne Hébuterne) (1918; olio su tela, 46 x 29 cm; collezione Jonas Netter)
Tumblr media
Amedeo Modigliani, Nudo seduto (Beatrice Hastings?) (1916; olio su tela, 92 x 60 cm; Londra, Courtauld Gallery)
L’arte di Modigliani, dalla conoscenza di Brâncuși alle ultime opere
Modigliani comincia a dipingere nella sua Livorno in uno stile simile a quello dei macchiaioli, ma la sua arte cambierà radicalmente dopo il soggiorno a Parigi e in seguito, con la raggiunta maturità, si osserverà un ulteriore cambiamento a livello stilistico, dovuto all’assestamento delle scelte operative. La somma d’influenze che caratterizzeranno la sua produzione lo faranno giungere a una produzione che difficilmente si può incasellare in un genere preciso: la sua è un’arte caratterizzata da semplicità e purezza formale. Fondamentale per l’arte di Modigliani è la conoscenza di Constântin Brâncuși, che porta l’italiano a dedicarsi quasi totalmente alla scultura, sebbene sarà poi costretto dalla sua malattia a tornare sulla pittura, essendo la scultura un’attività molto più faticosa e debilitante per il fisico dell’artista. Della produzione scultorea sono inconfondibili le particolari figure allungate, ma anche la riduzione al minimo, in termini di semplicità delle linee e delle forme. Questi elementi di purezza formale sono desunti proprio dall’arte dello scultore rumeno.
Nella Testa del 1911-12 circa è ben evidente la volontà da parte dell’artista di deformare quello che dovrebbe essere un normale volto umano. Le proporzioni sono totalmente sconvolte, a favore un appiattimento o allungamento di naso, bocca, occhi. Tutto è teso verso la schematizzazione, senza alcun tipo di decorazione. Le sembianze che assumono le opere di Modigliani riecheggiano le maschere africane, l’arte primitiva già molto indagata dai fauves francesi, un gruppo di artisti attivi nel biennio 1905-07, ma anche dai cubisti, accomunati dalla geometrizzazione delle forme. Tuttavia, la sua pittura, fatta di grazia, contorni pronunciati, tendenza all’allungamento delle proporzioni, denota anche l’ispirazione che l’artista desume dal suo retroterra cultura, e in particolare dai grandi artisti toscani del passato come Simone Martini (Siena, 1284 – Avignone, 1344 c.a.), ma anche Filippo Lippi (Firenze, 1406 – Spoleto, 1469) e Sandro Botticelli (Firenze, 1445 – Firenze, 1510), autore della famosa Primavera conservata alla galleria degli Uffizi di Firenze.
Dopo l’abbandono della scultura, gli elementi “scultorei” della sua produzione passano alla pittura, tanto che i soggetti dei suoi dipinti cominceranno ben presto a riflettere le ricerche di purezza formale che Modigliani andava seguendo nella scultura. È quanto si nota anche nei suoi numerosi ritratti, dove i soggetti vengono resi con forme schematiche e secondo una geometrizzazione tesa a trasmettere al riguardante gli elementi più riconoscibili dei connotati del soggetto, ma sono anche caratterizzati da una straordinaria acutezza nella loro penetrazione psicologica. Con altre opere, come i suoi famosi nudi, Amedeo Modigliani riuscirà anche a ottenere risultati straordinariamente intensi e liberi, oltre che sensuali.
Modigliani non appartiene, di fatto, a una corrente precisa, né egli stesso ha mai dichiarato di essersi rifatto ai grandi maestri. Al contrario sceglie esplicitamente di non volersi avvicinare né all’avanguardia futurista, tantomeno a quella francese. Ma è indubbio lo sguardo e l’attenzione alle tendenze che allora circolavano nella Parigi metropolita all’inizio del Novecento. Il suo lavoro risulta di fatto isolato rispetto alle varie tendenze. La critica si è tuttavia sempre divisa sul suo conto: leggi anche un approfondimento sull’importanza storica dell’arte di Amedeo Modigliani.
Tumblr media
Amedeo Modigliani, Cariatide (1911-1912; olio su tela, 77,5 x 50 cm; Düsseldorf, Kunstsammlung Nordrhein-Westfalen)
Tumblr media
medeo Modigliani, Testa (1911-12; pietra calcarea, 89 cm; Londra, Tate Modern)
Tumblr media
Amedeo Modigliani, Nudo sdraiato (1917; olio su tela, 60,6 x 92,7 cm)
Dove vedere le opere di Modigliani
Diversi musei in molte città italiane ospitano opere di Amedeo Modigliani. Dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma (dove si trova un suo famoso ritratto di Anna Zborowska, moglie di Léopold), si arriva a Milano dove è possibile vedere qualche suo dipinto sia presso la Pinacoteca di Brera, sia nel Museo del Novecento, e poi ancora alla Galleria d’Arte Moderna. Molte opere di Modigliani si trovano in Francia, in ragione del fatto che qui l’artista lavorò per la maggior parte della sua carriera: solo al museo LaM di Lille si trovano sei opere di Modigliani, che sono state di recente oggetto di una campagna d’indagini. Cinque importanti ritratti, tra cui quello di Paul Guillaume, si trovano invece a Parigi, al Musée de l’Orangerie. I nudi più famosi sono invece quelli conservati nelle raccolte statunitensi, in particolare il Reclining Nude del Metropolitan Museum of Art e il nudo del Guggenheim di New York.
MODIGLIANI, LE DONNE
Modigliani nella sua vita ebbe numerose amanti e due figli, mai riconosciuti. Beatrice Hastings fu una delle sue prime amanti, che ritrasse anche in un dipinto. La donna da cui, a quanto pare, ebbe il primo figlio fu Simone Thiroux, ma la vera donna della sua vita fu senza dubbio Jeanne Hébuterne, anche lei pittrice e modella, soprannominata “noix de coco” cioè noce di cocco, per la bellezza del suo viso e i lunghi capelli castani.
Tumblr media
Ritratto di Jeanne Hébuterne di Amedeo Modigliani, 1919
La vita di Modigliani non fu semplice: la tubercolosi non gli lasciava tregua, e faceva uso frequente di alcool e sostanze, come molti facevano nella Parigi dell'epoca. Questo aspetto ha contribuito a creare la figura del Modigliani "maledetto".
Per cosa è famoso Modigliani?
Nell'immaginario comune, per cosa è famoso Modigliani? I tratti iconici dei soggetti dipinti dall'artista sono i nudi e i ritratti riconoscibili per i colli lunghi e gli occhi. Questi ultimi, in genere, hanno una forma allungata, sono scuri oppure addirittura senza pupille. Per l’artista gli occhi non possono essere rappresentati perché sente di non poter dipingere ciò di cui non è a conoscenza, ossia l'anima di chi ha davanti e sta posando per lui. Dispensatore di numerosi aforismi, una sua frase celebre recita: «Con un occhio cerca nel mondo esterno, mentre con l'altro cerchi dentro di te». Un fatto per cui il pittore è singolarmente celebre tutt'oggi sta nell'essere uno degli artisti le cui opere sono maggiormente falsificate.
Nella produzione di Modigliani i quadri di nudo ne rappresentano una consistente fetta. Sono opere in cui si legge la stessa purezza delle forme che l'artista applica alle sculture. Ciò avviene anche nei suoi famosi ritratti: schematici e sintetici, al contempo non dimenticano di sviscerare una profonda analisi psicologica dei soggetti rappresentati.
In "Nudo rosso", opera del 1917 conservata oggi presso una collezione privata milanese, si nota la capacità del pittore di rendere essenziali le forme. Una donna distesa taglia in obliquo la superficie della tela, mentre le sue braccia, il ventre e i seni sono definiti da un accenno minimo di chiaroscuro. Ciò che rende la plasticità della figura al meglio è la sinuosa linea di contorno. I colori vengono stesi in maniera densa: sono presenti soprattutto tre grandi campiture di giallo chiaro, rosso e blu. Ciò che trasmette l'opera è un senso di carnalità e serenità. Il discorso è valido anche per "Nudo sdraiato", dello stesso periodo, anch'esso presente in una collezione privata cinese.
Tumblr media
0 notes
agrpress-blog · 3 months
Text
“I Percorsi dell’Arte” approdano nel Principato di Seborga  Si svolgerà domenica 14 luglio 202... #accademiatiberina #dorianadellavolta #martalock #percorsiarte #principato #seborga https://agrpress.it/i-percorsi-dellarte-approdano-nel-principato-di-seborga/?feed_id=6084&_unique_id=668b3063657a7
0 notes
jacopocioni · 3 months
Text
Per chi abita in… Via delle Lame
Tumblr media
Un tempo, prima che la Repubblica Fiorentina facesse eseguire i lavori di arginatura e le opere difensive lungo la riva del fiume, l’Arno dilagava nella campagna, si divideva formando due rami, tra i quali restava una lingua di terra, una specie di piccola isola, che prese il nome di Bisarno, che ha il significato di doppio Arno (bis-Arno). Nel terreno paludoso, l’acqua che ristagna forma pozze che sotto il sole appaiono lucenti come lame d’acciaio, ed ecco l’origine del nome Via delle Lame, che attraversa tutto il piano del Bisarno. La strada ha una storia antica, lungo il suo corso vi sono delle ville ed un Borgo esistenti fin dal Quattrocento. Diverse illustri famiglie fiorentine avevano case e terreni in questa zona, ad esempio i Cavalcanti, i Barducci, i Bardi, gli Alberti.
Tumblr media
In Via delle Lame, all’angolo col Viuzzo che porta lo stesso nome, delle Lame, si trova una villa, che ho scoperto di recente, in quel poco tempo che il maltempo ha concesso ad una passeggiata. Sulla facciata si trova una targa, che riporta il nome “Villa Barberina”, ma in passato si chiamava l’Arnino o Villa Arnina. Mi ci è cascato l’occhio perché, sull’alto muro di cinta, si trovano a decorazione tre statue in terracotta, ed un busto.
Tumblr media
In origine sembra si chiamasse “Il Limbo”, forse in contrasto con alcune zone limitrofe, conosciute come Inferno e Paradiso. La costruzione è di inizio Quattrocento, ed apparteneva ai Del Cappa, che avevano case in Firenze nella via che prendeva il nome dall’Albergo del Guanto; in seguito passò ai Nasi, quando nel 1491 Lionarda, vedova di Ser Niccolò del Cappa decise di vendere a Battista di Giovanni Nasi, famiglia che nella pianura di Ripoli aveva importanti possedimenti. Giusto per la cronaca, alla famiglia Nasi appartenne Bartolomea, una delle amanti di Lorenzo il Magnifico, che per lei aveva una discreta passione, nonostante non si trattasse di una donna particolarmente avvenente. Ne parleremo più diffusamente in un altro momento.
Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media
Successivamente, la proprietà della Villa passò ai Pergolini, dopo la confisca dei beni operata su un discendente della famiglia Nasi, poi ai Gherardini e, ad inizio Settecento, agli Altoviti che la ricevettero in pagamento di crediti vantati nei confronti dei Gherardini. A metà dell’Ottocento fu acquistata dallo svizzero Enrico Stupan, il titolare del Caffè Elvetico, in Mercato Vecchio, nel quale artisti di ogni genere amavano ritrovarsi: “...orefici, cesellatori, gioiellieri, gettatori di metalli, lavoratori di brillanti, scultori, modellatori, pittori sbozzatori, tutti tipi schiettamente fiorentini, tutta gente allegra, spensierata, italianissima, pronta di lingua e, capitando il bisogno, anche di mano.
Tumblr media
Da questo caffè uscivano per il solito quei motti arguti, quegli epigrammi a due tagli e quelle satire corte e affilate, come rasoi, che passando di bocca in bocca, facevano il giro di tutte le case, di tutti i crocchi o di tutte le brigate, senza che nessuno arrivasse mai a poterne indicare con precisione il nome dell’autore: lampi spontanei e collettivi dell’antico spirito fiorentino.” (Carlo Collodi, Occhi e nasi). Il cortile della villa è rinascimentale, una volta con un portico a tre arcate, su un solo lato, che oggi risulta murato. L’alto muro su cui si trovano le statue in terracotta, delimita un giardino pensile, che mi sarebbe proprio piaciuto riuscire a vedere, ma… era troppo in alto! Bisogna accontentarsi di una veduta satellitare, anche se certo non rende l’idea… Purtroppo, l’addensarsi di nere nuvole promettenti un’altra bomba d’acqua, mi ha impedito di continuare la mia passeggiata, per ora… ma non può piovere sempre!
Tumblr media
Gabriella Bazzani Madonna delle Cerimonie Read the full article
0 notes
lamilanomagazine · 6 months
Text
Pesaro 2024. Pasqua tra Musei e Mostre: da venerdì 29 marzo a lunedì 1 aprile musei e monumenti aperti
Tumblr media
Pesaro 2024. Pasqua tra Musei e Mostre: da venerdì 29 marzo a lunedì 1 aprile musei e monumenti aperti. Da venerdì 29 marzo a Pasquetta, 4 giorni continuati di aperture a Palazzo Mosca-Musei Civici con le splendide raccolte di ceramica, dipinti e arti decorative, Casa Rossini dove respirare l’atmosfera speciale della casa natale del compositore, al Museo Nazionale Rossini per un viaggio a 360° nel mondo del genio e al Museo Diocesano che testimonia, con reperti archeologici e beni storico-artistici, l'operato della chiesa pesarese nel tempo. Giovedì 28 marzo, quarto giovedì del mese, si aprono al pubblico i Musei Civici di Palazzo Ciacchi con l’allestimento rinnovato che propone dipinti, ceramiche e arti decorative dai depositi di Palazzo Mosca. Giovedì 28 e sabato 30 marzo le visite a Palazzo Ducale per conoscere l’edificio che racconta la storia delle signorie di Pesaro. Sezione ricca per l’archeologia, sempre aperta ai visitatori da venerdì 29 marzo a lunedì 1 aprile. A Palazzo Almerici, si visita il Museo Archeologico Oliveriano che documenta mille anni di storia - dal periodo piceno alla tarda età imperiale - e si articola in quattro sezioni: la necropoli picena di Novilara, il lucus pisaurensis, il municipio di Pisaurum e il collezionismo settecentesco. Nell’area archeologica di via dell’Abbondanza si ammirano i resti di una dimora signorile di prima età imperiale, riccamente decorata con mosaici. Nel cuore del Parco San Bartolo l’area di Colombarone - con il suo Antiquarium - conserva i resti di una ricca residenza tardo-imperiale sulle cui strutture, a partire dalla metà del VI secolo d.C. si insedia il complesso cristiano della basilica di San Cristoforo ad Aquilam. Nel circuito di Pesaro Musei anche i luoghi perfetti per gli appassionati delle due ruote, con e senza motore: da venerdì a lunedì porte aperte al Museo della Bicicletta di Palazzo Gradari con 40 bici da corsa in un excursus cronologico dal 1930 fino ad oggi con la storia gloriosa del mezzo di trasporto sostenibile per eccellenza. In via Mameli, nella sede storica della Benelli, domenica e lunedì si visita il Museo Officine Benelli con la sua preziosa collezione di 150 motociclette del brand che ha fatto grande Pesaro ‘Terra di piloti e motori’. Le mostre E poi una scelta decisamente variegata di mostre. A Palazzo Mosca doppia proposta per gli amanti di pittura e ceramica: nell’ammezzato, Mario Logli. Custode della bellezza, monografica – di cui sabato 30 marzo si presenta il catalogo - dedicata ad un protagonista tra i più attivi e apprezzati sulla scena artistica della seconda metà del Novecento che ha saputo custodire tradizioni e storia della sua terra e interpretare le sfide più complesse della contemporaneità. In esposizione le opere più iconiche di una lunga carriera. Nella project room, La rinascita della maiolica a Pesaro dallo Storicismo al Decò con maioliche e terrecotte dai depositi dei Musei Civici del periodo dal 1870 al tardo decò. Al Centro Arti Visive Pescheria, ‘Sculture nella Citta’ 1971/2024. Dall’arte pubblica di Arnaldo Pomodoro allo spazio urbano di dieci giovani autori, prima tappa del progetto di Pesaro 2024 ‘Dalle sculture nella città all'arte delle comunità’ che nasce dalla memoria della storica esposizione ‘Arnaldo Pomodoro: Sculture nella città 1971’: nel loggiato, due sculture di Pomodoro e materiali d’archivio per approfondire il lavoro di uno dei massimi artisti italiani, nella chiesa del Suffragio le proposte di dieci autori under 35. Lo spazio bianco - sede della Fondazione Pescheria dedicata alla fotografia e all’immagine -, accoglie ‘Tutto nasconde un segreto. Nuovi scatti’ con il lavoro recente della pesarese Maria Letizia Morini, artista portatrice della sindrome di Down che ha iniziato a fotografare a dieci anni. Alla Galleria Rossini, la quinta edizione della mostra collettiva d’arte che espone pittori, scultori e ceramisti pesaresi ‘Arte Solidale’, progetto nato nel 2019 per iniziativa dell’associazione di volontariato ‘Piattaforma Solidale’. Allo Spazio TORRSO, la mostra ‘Corpo Ambiente’ di Michele Cotelli e Giulia Seri, il secondo appuntamento della rassegna UN/NATURAL in cui la nuova galleria in centro storico apre le sue porte e i suoi sotterranei per dare vita ad una installazione organica, un corpus di immagini e scenari. Non mancano le attività in tema pasquale: giovedì 28 marzo (ore 16.30) ai Musei Civici, la caccia al tesoro con un piccolo laboratorio finale ‘Chi cerca trova…le uova!’, consigliato dai 5 ai 9 anni. Costo 4 euro, prenotazione obbligatoria (0721 387541). Domenica 31 marzo (ore 16.30), il Museo Nazionale Rossini propone la visita guidata “Rossini e la Pasqua: il maestro tra musica e vicende biografiche”, strutturata come un’antologia di curiosità relative alla solennità cristiana che celebra la risurrezione di Gesù, tra lirica, composizioni sacre e vicende biografiche del grande maestro Gioachino Rossini; compresa nel biglietto di ingresso, prenotazione consigliata (0721 192 2156). MUSEI, MONUMENTI, AREE ARCHEOLOGICHE E MOSTRE Palazzo Ciacchi (via Cattaneo 34) giovedì 28 marzo 15-18.30 ingresso gratuito, richiesta prenotazione; info 0721 3831 [email protected] Visite guidate a Palazzo Ducale (piazza del Popolo) giovedì 28 marzo h 16 (45 minuti) sabato 30 marzo h 10.30 (1 ora e mezzo) prenotazione obbligatoria, ingresso con Card Pesaro Capitale, gratuito fino a 18 anni e per i possessori della Carta Famiglia del Comune di Pesaro Info 0721387541 [email protected] Palazzo Mosca - Musei Civici (piazza Mosca 29) / Casa Rossini (via Rossini 34) venerdì 29 marzo – lunedì 1 aprile 10-13 / 15.30-18.30 ingresso con Card Pesaro Capitale, gratuito fino a 18 anni e possessori della Carta Famiglia del Comune di Pesaro info 0721 387541-357 [email protected] Museo Nazionale Rossini (Palazzo Montani Antaldi, via Passeri 72) venerdì 29 marzo – lunedì 1 aprile: 10-13 / 15-18 ingresso a pagamento, gratuito fino a 18 anni e per i possessori della Carta Famiglia del Comune di Pesaro; info Sistema Museo 0721 1922156 www.museonazionalerossini.it Museo Archeologico Oliveriano (Palazzo Almerici, via Mazza 97) venerdì 29 marzo - lunedì 1 aprile 15.30 -18.30 ingresso con Card Pesaro Capitale, gratuito fino a 18 anni e possessori della Carta Famiglia del Comune di Pesaro tel 0721 33344 [email protected]. Area archeologica di via dell’Abbondanza venerdì 29 marzo - lunedì 1 aprile 10.30-12.30 / 15.30-17.30 ingresso con Card Pesaro Capitale, gratuito fino a 18 anni e possessori della Carta Famiglia del Comune di Pesaro 0721 387541 Area archeologica e antiquarium di Colombarone (strada San Cristoforo 136) Venerdì 29 marzo – lunedì 1 aprile 10-13 ingresso con Card Pesaro Capitale, gratuito fino a 18 anni e possessori della Carta Famiglia del Comune di Pesaro, info 0721 387541, [email protected] Museo della Bicicletta (Palazzo Gradari, via Rossini) Venerdì 29 marzo – lunedì 1 aprile 10-13 / 15.30-18.30 ingresso con Card Pesaro Capitale, gratuito fino a 18 anni e possessori della Carta Famiglia del Comune di Pesaro, 0721 387541 [email protected] Museo Diocesano (Palazzo Lazzarini, via Rossini) Venerdì 29 marzo – lunedì 1 aprile orario 15.30-18.30 Ingresso a pagamento, info 0721 371219 [email protected] Museo della Marineria Washington Patrignani (Villa Molaroni, viale Pola) venerdì 29 marzo orario 15-19 chiuso: 30 marzo, Pasqua e Pasquetta ingresso gratuito tel 0721 35588 Museo Officine Benelli (via Mameli) domenica 31 marzo e lunedì 1 aprile orario 16 – 19 Ingresso con Card Pesaro Capitale, gratuito fino a 18 anni tel 0721 31508 [email protected] Mostre Palazzo Mosca - Musei Civici sabato 30 marzo ore 17, presentazione del catalogo di mostra venerdì 29 marzo – lunedì 1 aprile 10-13 / 15.30-18.30 ingresso con Card Pesaro Capitale, gratuito fino a 18 anni e possessori della Carta Famiglia del Comune di Pesaro, info 0721 387541 Centro Arti Visive Pescheria Sculture nella Citta’ 1971/2024. Dall’arte pubblica di Arnaldo Pomodoro allo spazio urbano di dieci giovani autori a cura di Pippo Ciorra, Michele Giorgi, Carola Nava orario venerdì 29 marzo – lunedì 1 aprile 10-13, 15:30-18:30 ingresso con Card Pesaro Capitale, gratuito fino a 18 anni e possessori della Carta Famiglia del Comune di Pesaro, info 0721 387541 Tutto nasconde un segreto. Nuovi scatti’ Personale di Maria Letizia Morini a cura di Giorgio Donini spazio bianco, via Zongo 45 orario: venerdì 29 marzo-lunedì 1 aprile orario 17-20 ingresso gratuito UN/NATURAL#2 Corpo Ambiente Michele Cotelli - Giulia Seri, a cura di Francesca Cerfeda e Claudia Di Francesco Spazio TORRSO, via Spada 28 sabato 30 marzo 9-12 ingresso gratuito, info 349 1021902 Arte Solidale V Mostra Collettiva d’Arte Galleria Rossini, via Rossini 38 venerdì 29 marzo – 1 aprile orario 10-13, 15.30-18.30 ingresso gratuito, info 0721 387541 Attività Giovedì 28 marzo ore 16.30 Musei Civici ‘Chi cerca trova…le uova!’ caccia al tesoro con un piccolo laboratorio finale ‘Chi cerca trova…le uova!’ consigliato dai 5 ai 9 anni, costo 4 euro, prenotazione obbligatoria 0721 387541 Domenica 31 marzo ore 16.30 Museo Nazionale Rossini visita guidata “Rossini e la Pasqua: il maestro tra musica e vicende biografiche” compresa nel biglietto di ingresso, prenotazione consigliata; 0721 1922156 [email protected]... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
0 notes
claudiotrezzani · 10 months
Text
Tumblr media Tumblr media Tumblr media
In "La Strada & Il Fattore Effe" valutavo le dinamiche espressive di coloro che sfilano in corteo.
La condizione di costoro attiene all'area di semiconsapevolezza, quanto a conscietà di visuale ruolo:
sanno di essere guardati, ma non ritengono la loro individualità sia soverchiamente osservata.
Gli attori / acrobati / artisti stradali hanno invece completa contezza delle ripercussioni altrui sulla loro azione:
come in teatro, la gente va intenzionalmente a vedere loro, con l'unica marginale differenza di un certo tasso d'alea nella generale attenzione (tra gli astanti vi è anche qualche distratto passante).
Trattasi dunque di categoria in certa misura assimilabile alla ritrazione fotografica in pinacoteche:
detiene linguistico senso fotografare attori o quadri, dal momento che essi stessi rivestano rappresentazione in sé bastevole, poiché intenzionale verso la fruizione?
Certo, per i quadri - accanto al proposito fotografico prettamente documentario - esiste una nicchia di professionisti che ritraggono opere di pittori - o scultori - allo scopo di personale narrazione.
E per le persone?
Verrebbe d'argomentare - ma si tratta di un elemento non esaustivo della disanima - che gli attori recitano a copione, ergo la circostanza arreca nocumento alla spontaneità.
In tal guisa cogitando, il pensiero successivo s'attesta sulla considerazione di ciò che rappresenti la spontaneità, nella temperie descritta.
Se cioè essa costituisca un discrimine nell'interesse alla cattura fotografica oppure no.
Ma cosa significa "spontaneità", nella fattispecie?
Nel caso delle summentovate persone sfilanti in corteo, ciò che essi fanno è solo parzialmente condizionato dal canovaccio (sfilare) in cui sono inserite.
Possono insomma lasciarsi in parte assorbire dai loro propri pensieri, né sono rigidamente vincolati ad un modus operandi.
Ciò genera una componente di imprevedibilità che giova alla ricerca di atteggiamenti stimolantemente inaspettati.
E gli attori?
Pur s'essi hanno un programma obbligato da osservare, svolgendosi il loro operare in una situazione di promiscuità situale (lo scenario è composito, poiché non del tutto rivolto al loro agire) sono virtuosamente permeabili ad interazioni.
Permeabili ad interazioni?
Se il luogo - ad esempio, una piazza - è dispersivamente ampio, è tuttavia concessa licenza ai rimiratori avvicinarsi secondo modalità casuali.
E' qui che scaturisce la succitata interazione:
mentre recitano, gli attori s'avvedono dell'ondivago percorso posto in essere da taluni spettatori e/o fotografi, e ciò non può non influenzarli.
Essi saranno dunque proclivi ad assecondare - seppur in maniera contenuta - tali moti altrui.
Ciò avverrà senza deflettere dalla complessiva sostanza di ciò che hanno preordinato, ma potrà concretizzarsi in estemporanee marginali variazioni.
Potranno eddunque decidere di volgere per breve momento  il capo verso colui/colei che sta manifestando maggiore partecipazione, od anche concedersi lievi modifiche del gesto atletico (quando si tratti di acrobati).
Così assistiamo al sorgere di bagliori di spontaneità laddove il lavoro pregressamente studiato s'interfaccia con le reazioni in situ.
Dunque sì, fotografiamo pure gli artisti nell'atto d'esibirsi, qualora ce ne punga vaghezza:
nel fondo della nostra motivazione, sarà sempre la ricerca della scintilla a guidarci.
All rights reserved
Claudio Trezzani
0 notes
barbaradallidro · 10 months
Text
É un onore e una grande responsabilità aver ricevuto questo invito:
<< La poetessa Barbara Dall'Idro è stata invitata dall'artista Angelo Petraccone all'evento romano #StopadOgniFormadiViolenzasulleDonne, organizzato dall'associazione culturale "Fatto aMano" e dalla rivista "Tracciati d'Arte".
All'Auditorium del Forum Center in via Cornelia 493, il 24, 25 e 26 Novembre si svolgeranno tre giornate in cui si incontreranno artisti, che esporranno opere volte alla sensibilizzazione verso ogni forma di violenza. Pittori, scultori, fotografi, musicisti, attori, scrittori e poeti proporranno al pubblico diversi spunti di riflessione.
L'attrice Carla Carfagna leggerà una poesia di Barbara Dall'Idro, edita da Albatros in "Il Mantello di Urano", che racconta della persecuzione subita da un gruppo di donne nella cittadina di Triora, accusate di stregoneria durante la carestia che colpi l'Appennino Ligure di Ponente tra il 1587 e il 1590. >>
In questi giorni ho letto spesso:"Donne, non andate all'ultimo appuntamento, chiarimento, chiacchierata..."
No. Sono gli uomini a dover smettere di richiederlo, questo ultimo appuntamento.
Devono rispettare la scelta della donna e farla finita con qualsiasi tipo di insistenza o pretesa.
Già l'insistenza è una forma di violenza.
Le persone devono essere libere di scegliere con chi trascorrere il loro tempo.
È un diritto che va rispettato.
Gli spazi, fisici e mentali, di ogni essere umano vanno rispettati.
Sempre, oltre il genere.
Tumblr media
0 notes
personal-reporter · 11 months
Text
Torino capitale del Liberty. La grande mostra a Palazzo Madama
Tumblr media
Torino come centro dell’ascesa del Liberty: sono circa cento opere ad argomentare, in una grande mostra a Palazzo Madama, il fondamentale ruolo della capitale sabauda nel definire un’esperienza sociale, architettonica e artistica che ha travolto il mondo. L’esposizione Liberty. Torino Capitale, in programma dal 26 ottobre 2023 al 10 giugno 2024 e curata da Palazzo Madama e dalla Società degli Ingegneri e degli Architetti in Torino (con la collaborazione di MondoMostre), punta a favorire l’ingresso di Torino nel RANN di Bruxelles,  in vista di una candidatura a patrimonio mondiale Unesco per il Liberty. Palazzo Madama ora in fase di ristrutturazione quindi la mostra  è leggermente sacrificata in un solo salone ed ha volutamente un valore didattico. Articolata in cinque sezioni, analizza la società e la cultura della seconda metà dell’Ottocento, fino al passaggio al Novecento, da più punti di vista: ora analizzando l’immagine della donna attraverso opere di grandi artisti come Boldini e Bistolfi, Corcos e Canonica. Ora illustrando il passaggio architettonico alla Casa Moderna (dentro un bow window di Palazzina Turbiglio); ora dando la possibilità di apprezzare l’eleganza degli abiti del tempo, l’arredamento e gli accessori – sotto la luce di un lampadario dell’Officina Mazzucotelli – e prendendo coscienza del ruolo della danza (con opere come il vaso portafrutta di Leonardo Bistolfi). Il tutto, osservando le declinazioni del Liberty nei più diversi contesti, dal domestico all’industriale e dal privato all’urbanistico, anche grazie alla spinta della rivoluzionaria Esposizione Internazionale del 1902. Cui segui quella del cinquantenario del Regno che tanti anziani ricordavano ancora. Torino  in quello scorcio finale del XIX secolo seppe reinventarsi un  ruolo di leadership in quel territorio che oggi definiamo innovazione tecnologica. Superata solo da Milano,  che perse anch'essa un ruolo politico istituzionale di rilievo ( vice capitale dell' impero asburguco) ed  allo sviluppo industriale seppe unire quello economico finanziario grazie anche ad una posizione geografica più favorevole per gli scambi, compresa la vicinanza alla neutraile e ricca Svizzera Una borghesia intraprendente ed una nobiltà avvenuta seppero sfruttare la più grande invenzione dopo quella della ruota,  l' energia elettrica. Si formarono grandi fortune investite nell' abbellimento della città con una serie di monumenti, l' apertura di nuovi quartieri di lusso nelle  cui case venivano ospitate opere d'arte di pittori e scultori rinomati. Non mancano esempi di edifici civettuoli della prima periferia di allora, come Valdocco. Ma pure gli opifici, spesso dimora familiare degli imprenditori,  furono abbelliti o costruiti ex novo con abbondanza di fregi e volute Liberty. Persino i bagni pubblici,  allora fondamentali per un minimo d' igiene, furono costruiti con ricevuta Ge decorazioni Liberty e senza badare a spese, tanto che alcuni sono ancora attivi ed altri traformati addirittura in piccoli centri culturali. Un fervore purtroppo interrotto dalla grande guerre  (peraltro patrocinata da questi stessi ambienti). Fu l' ultima grande  stagione della ritrattistica e la prima di una costante progressione tecnologica ben rappresentate nella mostra, in cui trasuda il fervore di un epoca in cui trovava spazio anche la gioia di vivere in un ambiente sempre più cosmopolita. Va detto che in tutta Europa si svilupparono movimenti artistici non diversi  dal Liberty, ma ciò che sorprende è il numero di edifici in tale stile, circa 500, il più  famoso a livello internazionale è la precollinare Villa Scott in cui fu girato Profondo Rosso. Si parla pur sempre di una città di modeste dimensioni, di circa 200.00 abitanti ove la campagna la faceva ancora da padrona, non di una grande capitale europea. Informazioni : Palazzo Madama, piazza Castello Torino Tel . +39.011.521178  mail : [email protected]  www.palazzomadamatorino.it Catalogo Silvana Editoriale orario da lunedì a domenica 10/18  Chiusura il martedi biglietto intero € 14 over 65 compresi, ridotto 12 . Gratuito per alcune specifiche categorie. (solo mostra) Open, cioè intero Museo  ( che consente ai non vedenti di toccare alcune, poche opere) 16 € Articolo di R. C. Read the full article
0 notes
stregh · 1 year
Video
The Non-Catholic Cemetery in Rome da Annalisa Giuseppetti Tramite Flickr: Il cimitero acattolico di Roma si trova a Roma, nel quartiere di Testaccio, vicino a Porta San Paolo, a lato della Piramide Cestia. Indirizzo: Via Caio Cestio, 6, 00153 Roma - Italy Cimitero Acattolico per gli stranieri. Non c'è al mondo altro cimitero che ispiri un tal senso di pace infinita, di speranza e di fede. Nella pace solenne dormono insieme l'ultimo sonno uomini di ogni razza e paese, d'ogni lingua ed età. Quanti però qui riposano all'ombra della Piramide di Caio Cestio, fra pini, cipressi, mirti e allori, rose selvatiche e fiammeggianti camelie, hanno tutti potuto godere la felicità di vivere più o meno a lungo nella Città Eterna. E’ uno dei luoghi di sepoltura tutt’ora in uso più antichi in Europa, in quanto l'inizio del suo utilizzo risale al 1716 circa (LINK alla Storia). Da allora quasi 4000 sono le persone che dormono qui l'ultimo sonno: inglesi e tedeschi i più, ma anche molti americani e scandinavi, russi, greci; persino qualche cinese e rappresentante di altri paesi orientali. La popolazione del Cimitero è eccezionalmente varia, ma anche eccezionalmente ricca di scrittori, pittori, scultori, storici, archeologi, diplomatici, scienziati, architetti e poeti, e tra loro, molti di fama internazionale. Oltre al significativo numero di tombe protestanti e ortodosse orientali, vi si possono trovare tombe appartenenti ad altre religioni quali l’Islam, lo Zoroastrismo, il Buddismo e il Confucianesimo. Le iscrizioni sono in più di quindici diverse lingue – lituano, bulgaro, ceco-slavo, giapponese, russo, greco e avestico, e spesso incise con i tratti della propria scrittura. Molti sono gli artisti che qui riposano: notissimi i nomi di Keats e Shelley, le cui tombe sono mèta di pellegrinaggio per tanti inglesi. The Non-Catholic Cemetery in Rome. Rome's Non-Catholic Cemetery contains possibly the highest density of famous and important graves anywhere in the world. It is the final resting-place of the poets Shelley and Keats, of many painters, sculptors and authors, a number of scholars, several diplomats, Goethe's only son, and Antonio Gramsci, a founding father of European Communism, to name only a few. The Non-Catholic Cemetery for Foreigners in Testaccio, Rome (to give it its full name) is also widely known as the Protestant Cemetery although it contains the graves of many Orthodox Christians, Jews, Muslims and other non-Christians. It is one of the oldest burial grounds in continuous use in Europe, having started to be used around 1716 [History]. It was also referred to in the past as ‘The English Cemetery’ because of the many English people buried there. The Cemetery population is both exceptionally diverse and exceptionally rich in writers, painters, sculptors, historians, archaeologists, diplomats, scientists, architects and poets, many of international eminence. In addition to the significant number of Protestant and eastern Orthodox graves, other faiths that are represented include Islam, Zoroastrianism, Buddhism and Confucianism. Tomb inscriptions are in more than fifteen languages – Lithuanian, Bulgarian, Church-Slavonic, Japanese, Russian, Greek and Avestic, often engraved in their own non-Roman scripts. It is hard to think of another urban site quite so glorious. Its towering cypress trees and abundant flowers and greenery shelter a heterogeneity of elaborate and eclectic graves and monuments, nestled on a slope in the shadows of the Pyramid of Cestius (dated between 18 and 12 B.C.) and adjacent to a section of Rome's ancient Aurelian wall "It might make one in love with death, to think that one should be buried in so sweet a place," wrote Shelley, not long before he drowned and was buried here. Throughout the 19th century and into the 20th, the little Cemetery was something of a pilgrimage site, revered by authors. Daisy Miller, the heroine of Henry James's eponymous novella, was buried there. After an audience with Pope Pius IX in 1877, Oscar Wilde visited the Cemetery, proclaiming it "the holiest place in Rome." The Cemetery is a private one but is operated in accordance with national and municipal regulations concerning cemeteries and historic sites. A board of foreign ambassadors resident in Rome is ultimately responsible for its operations [Governance and Funding]. Burials continue to be made today of those who qualify Other than income derived from burial and tomb maintenance fees, we are dependent on donations, fundraising and volunteers to keep the Cemetery the tranquil and beautiful place that it is. The Cemetery can be visited daily and the Visitors' Centre is a source of information and publications
1 note · View note
siciliatv · 1 year
Text
Palermo, artisti favaresi premiati alla Biennale Internazionale Sicily Trinacria
Tumblr media
Sabato scorso 24 giugno si è svolta l'inaugurazione della Biennale Internazionale Sicily Trinacria presso il Complesso Monumentale ex Reale Albergo delle Povere a Palermo. L'evento, dal titolo "L'arte: la freccia che sfonda le nuvole in cerca di luce", ha visto la partecipazione di oltre cento artisti provenienti da diverse discipline. Durante la serata di inaugurazione, sono stati presentati più di un centinaio di artisti provenienti da diverse discipline, tra cui pittori, scultori, scrittori, poeti, fotografi, giornalisti, registi, installatori, musicisti, ballerini e critici d'arte. Ogni partecipante ha portato il proprio contributo artistico unico, creando un'atmosfera di ispirazione e scoperta. Tra i premiati, spiccano Alberto Crapanzano e suo figlio Francesco, entrambi di Favara, per le loro opere pittoriche dal titolo “Racina”, “A pirrera”, “Aria di Sicilia” e “Limoni di Sicilia” che rappresentano il territorio di Agrigento. La loro arte riflette la vita semplice e laboriosa dei contadini siciliani, evidenziando la bellezza e i valori delle tradizioni locali. La Biennale Internazionale Sicily Trinacria offre l'opportunità di scoprire e apprezzare l'arte contemporanea internazionale, con particolare attenzione ai talenti locali. L'evento sarà aperto al pubblico fino al 7 luglio, presso il Complesso Monumentale ex Reale Albergo delle Povere, offrendo una straordinaria esperienza culturale per gli appassionati d'arte. Read the full article
0 notes
michelangelob · 1 year
Text
Cappella Sistina: gli artisti in udienza dal papa
Venerdì 23 giugno, in occasione dei cinquant’anni dell’inaugurazione della Collezione d’Arte Moderna e Contemporanea dei Musei Vaticani, papa Francesco riceverà nella Cappella Sistina una nutrita delegazione di pittori, scultori, architetti, scrittori, poeti, musicisti, registi e attori. Saranno circa 200 gli invitati scelti fra i più apprezzati creativi contemporanei alla straordinaria udienza…
Tumblr media
View On WordPress
0 notes
chez-mimich · 1 year
Text
CERE ANATOMICHE LA SPECOLA DI FIRENZE DAVID CRONENBERG
Partiamo da un assunto necessario e cioè l’assoluto fascino, oltre che l’indiscusso valore artistico e scientifico, di una eccezionale collezione come quella delle cere anatomiche del Museo della Specola di Firenze. La mostra della Fondazione Prada di Milano, visitabile fino al 17 luglio prossimo, presenta 4 figure femminili in cera (a corpo intero) e 9 sezioni del corpo femminile che provengono dalla Sala dell’Ostetricia del museo fiorentino. A queste figure, si aggiungono 72 stampe dei vari apparati del corpo umano, opere del XIX secolo a tecnica mista (acquerello, matita, tempera), anch’esse di grande interesse scientifico e divulgativo. La Specola di Firenze è certamente un museo sui generis, aperto al pubblico nel 1775, accoglie più di 1.400 opere. Il merito della costituzione di questa straordinaria collezione è del Granduca di Toscana, Pietro Leopoldo d’Asburgo Lorena (1747-1792) che ebbe la grande intuizione di dividere il patrimonio dei beni dei Medici tra oggetti d’arte e oggetti scientifici. I modelli anatomici in cera sono il risultato di studi effettuati, grazie alle dissezioni su cadaveri che provenivano dall’Arcispedale di Santa Maria Nuova di Firenze e dai quali venivano eseguiti calchi in gesso, in cui veniva versata della cera che poi veniva rifinita dall’intervento di pittori e scultori sotto la la supervisione di esperti di anatomia. I modelli sono adagiati su un materasso ricoperto da un drappo di seta e venivano comunemente definiti come “Veneri”. Il ventre o il petto delle figure sono squarciati per mostrare il composito aspetto dell’interno del corpo, degli organi e degli apparati in esso contenuti. Tra gli artisti autori delle “Veneri” possiamo ricordare i nomi di Clemente Susini (1754-1814), Francesco Calenzuoli (1796-1829), Luigi Calamai (1800-1851) ed Egisto Tortori (1829-1893) e tra i supervisori anatomici Paolo Mascagni (1755-185), Filippo Uccelli (1770-1843), Tommaso Bonicoli (1746-1802): illustri sconosciuti per il grande pubblico, ma di indiscutibile talento. Purtroppo le opere esposte al primo piano del “Podium” non sono proprio godibilissime da parte del pubblico, a causa del divieto di avvicinarsi troppo alle opere in cera e dell’illuminazione intermittente, molto flebile, per non compromettere l’integrità della figure. Ma qual è la scelta fatta dai curatori della mostra? Potremmo dire che si tratta di un’operazione di divulgazione culturale e artistica, come già fu per “Il sarcofago di Spitzmaus e altri tesori”, mostra del 2019 in collaborazione con il Kunsthistorisches Museum di Vienna e curata da Wes Anderson e Juman Malouf. Al piano terra del Podium, ecco però “Four Unloved Women, adrift on a purposeless sea, experience the ecstasy of dissection”, video di David Cronenberg, appositamente realizzata per la mostra. Qual è il trait-d’union tra le Veneri della Specola e il video che mostra le stesse Veneri riprese alla deriva su materassini che galleggiano in una piscina? Difficile dirlo, poiché al di là di un labile legame tra gli squarci anatomici e i corpi sfracellati del celebrato film “Crash” del 1996, non si vede altro. Mentre però in Cronenberg c’è un certo compiacimento voyeuristico nell’indagare i corpi feriti o martoriati, le Veneri della Specola hanno anche un carattere divulgativo e scientifico. A meno che, il discorso sia molto più sottile e Cronenberg voglia guardare ad esse (anche) come opere di un estetismo vagamente perverso. Potrebbe essere e potrei essere io a non averlo percepito. Resta però il fatto che il video di Cronenberg è davvero miserello (e la piscina molto meno bella di quelle dipinte da Hockney). Più che altro, il video sembra del tutto pretestuoso e dà proprio l’impressione di essere stato girato “alla bisogna” per poterlo coniugare con le meravigliose opere fiorentine. Certo una mostra che lascia più di un dubbio nel visitatore.
Tumblr media
0 notes
fashionbooksmilano · 1 year
Photo
Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media
Il presepe Napoletano
La collezione Accardi
Carmine Romano
Grimaldi Editori, Napoli 2018, 140 pagine, oltre 100 ill.colori, 25 x 34,6, Legatura editoriale in tuttatela con sovracoperta, ISBN  978-8898199785
euro 70,00
email if you want to buy [email protected]
Vittorio Accardi fu il primo, in una famiglia colta ed educata all'arte, a dedicarsi al collezionismo presepiale. Lo fece con tale rispetto e amore, che la sua collezione può essere inserita tra le ultime degne di nota create nella seconda metà del '900. Ci riuscì entrando da neofita in quella cerchia di connoisseurs che hanno contribuito nel XX secolo, alla ripresa dell'interesse per questa speciale forma d'arte e alla sua evoluzione. Erano suoi amici i fratelli Catello, Raffaello Causa, Tommaso Leonetti, Gennaro Borrelli, Antonio Perrone, Alfonso Laino. Nomi importanti per gli appassionati di presepe, che evocano un mondo lontano, fatto di conoscenza e profonda competenza. Dai ricordi del figlio Luigi, emergono i dettagli di quel periodo: Gli anni 1950 sono quelli della mia infanzia e i miei ricordi dei rapporti con mio padre in quell'epoca sono indissolubilmente legati al mondo dei pastori, degli antiquari, dei collezionisti e degli artisti. Alle sue passioni artistiche e collezionistiche erano tipicamente dedicate le domeniche e lui mi portava con sé nei suoi giri per negozi, botteghe, studi di pittori o scultori molti dei quali erano a loro volta collezionisti. Si commentavano opere in fieri o già compiute, acquisti fatti da loro stessi o da terzi, vendite di pezzi importanti, preparazioni di mostre. Certamente c'erano anche contrattazioni e acquisti, ma nella mia memoria, dopo vari decenni, questi hanno lasciato il posto alla sensazione di club, che è l'unica rimasta in me [...]. In questo ambiente, il collezionista Vittorio si forma e si educa, cercando di capire e carpire le nozioni non scritte, bensì tramandate da chi nei pastori c'era nato. Inizia ad appuntare in un album dedicato alla sua raccolta, suggerimenti, impressioni, spunti per migliorare il presepe. E poi registra meticolosamente per ogni singolo pezzo scambi, doni e acquisti, con riferimenti puntuali alle date e al prezzo. Racconta di collezioni smembrate e ci introduce in un mondo, oramai scomparso, fatto di noti appassionati, venditori, antiquari, artisti e saponari, e di pezzi da inseguire per completare questa o quella scena.
05/05/23
orders to:     [email protected]
ordini a:        [email protected]
twitter:          fashionbooksmilano
instagram:   fashionbooksmilano, designbooksmilano tumblr:          fashionbooksmilano, designbooksmilano
1 note · View note