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#ci tengo a te
my-liminalspace · 7 months
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Un eterno conflitto tra mente e cuore.. ✨️
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ricorditempestosi · 4 months
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io, se tengo a te e alla tua presenza nella mia vita, ci provo, ti aspetto, faccio tanti passi verso te, vedo il lato positivo anche dove spesso non c'è, do una seconda possibilità, ma se continua ad essere tutto a senso unico dopo un po' mi fermo, mi allontano e non mi trovi più.
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occhietti · 1 month
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Amo le mani intrecciate.
Sembrano state create per facilitare incastri... Una forma soffusa di abbracci.
Amo le mani intrecciate durante l’amore e dopo. Quando si rimane vicini a scambiarsi calore. È un gesto che posticipa il distacco. È connessione di tatto. È erotismo sciolto in tenerezza. È “ti tengo”, “mi tieni”... Tengo Te. Tengo a Te.
Mi piace osservarle come quasi ci fossero estranee... eppure raccontano di Noi. Di tutto l’amore condiviso, appiccicato in angoli di corpo e anima. “Siamo belli insieme!”, penso e stringo più forte prima di lasciare andare, di lasciarti andare: il segreto dell’amore.
- Letizia Cherubino,  Se non t’incontro nei sogni, ti vengo a cercare
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lastrega71 · 6 months
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Volevo un gatto nero, nero, nero
Mi hai dato un gatto bianco
Ed io non ci sto più
Volevo un gatto nero, nero, nero
Siccome sei un bugiardo
Con te non gioco più (la la la la la la la)
Volevo un gatto nero, nero, nero
Invece è un gatto bianco
Quello che hai dato a me
Volevo un gatto nero
Ma insomma nero o bianco
Il gatto me lo tengo
E non do niente a te
La la la la la la la la.....
🤭🌺💋
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singinthegardns · 1 month
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Non ti cerco perché so che sarebbe peggio, non ti cerco per non soffrire per non sentire la tua voce dire che stai bene anche se non ci sono io a farti stare bene. Non ti cerco perché è pericoloso incontrare i tuoi occhi una volta ancora e rischiare di caderci dentro una volta ancora. So che pensi che sia indifferenza ma io non ti cerco perché ci tengo troppo perché se lo facessi ricomincerebbero i casini, ricomincerei a non stare bene, a non avere mai il sorriso sulla faccia, a sentirmi sbagliata senza di te e a sentirmi sbagliata insieme a te ricomincerei a non dormire la notte, a chiedermi perché non mi cerchi, perché ti trovo ovunque, perché senza di te è tutto spento, perché non sono capace di metterci un punto perché la mia testa e il mio cuore arrivano sempre ad uno scontro e sono io il morto.
Non ti cerco perché non averti accanto mi fa male ma forse averti accanto un po' di più, sapere che per quanto tu mi possa amare io ti amerò sempre un po' di più. Non ti cerco perché ho paura di soffrire, non sono abbastanza coraggiosa da affrontare tutto ciò che mi fai sentire non ti cerco perché ti voglio cercare troppo perché è tutto troppo, mi riempi, mi svuoti, te ne vai e mi lasci qui ad aspettarti e io non ce la faccio più. Non è indifferenza, anche se non ti saluto, anche se di me non sai più niente, anche se mi vedi uscire con la gente, anche se sembra che non me ne freghi niente non ti cerco nerché amarti in silenzio è più semplice che provarci davvero non ti cerco perché fa troppo male.
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c4lliope · 1 year
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quanto vorrei che ci tenessi a me come io tengo a te
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viendiletto · 3 months
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Nino Benvenuti: «Senza ricordi non c’è futuro»
Campione olimpico nel 1960, campione mondiale dei Pesi superwelter tra il 1965 e il 1966 e dei pesi medi dal 1967 al 1970, Giovanni (Nino) Benvenuti è stato uno dei migliori pugili italiani di tutti i tempi e il suo nome troneggia tra i grandi del pugilato internazionale. È entrato nell’immaginario collettivo in una notte di aprile nel 1967 quando 18 milioni di italiani seguirono la diretta del suo incontro con Emile Griffith al Madison Square Garden di New York. Di quel match che gli portò il titolo di campione mondiale dei pesi medi, ma anche dell’infanzia a Isola, dei primi passi nella boxe, del significato dell’essere pugili, del rapporto con gli avversari sul ring e di tanto altro Nino Benvenuti – insignito nel 2018 dalla Can comunale del premio Isola d’Istria –, parla in un’intervista esclusiva di Massimo Cutò pubblicata di recente sulla Voce di New York, che riproponiamo.
[...]
Chi è un pugile?
“Uno che cerca sé stesso sul ring. Uno che vuole superare i propri limiti come faceva Maiorca in fondo al mare o Messner in cima alla montagna. La sfida è quella: fai a pugni con un altro da te e guardi in fondo alla tua anima”.
Lei cosa ci ha visto?
“La mia terra d’origine, una verità che molti continuano a negare. La storia di un bambino nato nel 1938 a Isola d’Istria e costretto all’esilio con la famiglia. Addio alla casa, la vigna, l’adolescenza: tutto spazzato via con violenza, fra la rabbia muta e la disperazione di un popolo. Gente deportata, gettata viva nelle foibe, fucilata, lasciata marcire nei campi di concentramento jugoslavi”.
Una memoria sempre viva?
“Ho cercato di non smarrirla, per quanto doloroso fosse. Riaffiora in certe sere. Ti ritrovi solo e sale una paura irrazionale”.
Riesce a spiegare questo sentimento?
“Il passato non passa, resta lì nella testa e nel cuore. A volte mi sembra che stiano arrivando: Nino scappa, sono quelli dell’Ozna, la polizia politica di Tito viene a prenderti. Un incubo che mi tengo stretto perché senza ricordi non c’è futuro”.
Che cosa accadde in quei giorni?
“Isola d’Istria odora di acqua salata. È il sole sulla pelle. La nostra era una famiglia benestante, avevamo terra e barche, il vino e il pesce. Vivevamo in una palazzina di fronte al mare: papà Fernando, mamma Dora, i nonni, io, i tre fratelli e mia sorella. Siamo stati costretti a scappare da quel paradiso”.
Come andò?
“Mio fratello Eliano fu rapito e imprigionato dai poliziotti titini, colpevole di essere italiano. È tornato sette mesi dopo, un’ombra smagrita, restò in silenzio per giorni. Mia madre si ammalò per l’angoscia. È morta nel ‘56 di crepacuore: aveva 46 anni. Attorno si respirava il terrore delle persecuzioni. Un giorno vidi dalla finestra della cameretta un uomo in divisa sparare alla nostra cagnetta, così, per puro divertimento”.
Finché fuggiste?
“Riparammo a Trieste dove c’era la pescheria dei nonni. Fu uno strappo lacerante, fisico. Così la mia è diventata in un attimo l’Isola che non c’è. Non potevamo più vivere lì dove eravamo nati”.
[...]
Quant’è difficile invecchiare?
“Dentro mi sento trent’anni, non ho paura della morte. Sono allenato. Sul ring risolvevo i problemi con il mio sinistro, la vita è stata più complicata però ho poco da rimproverarmi. E ho ancora un desiderio”.
Quale?
“Vorrei che un giorno, quando sarà, le mie ceneri fossero sparse da soscojo. È lo scoglio di Isola d’Istria dove ho imparato a nuotare da bambino”.
Intervista di Massimo Cutò a Nino Benvenuti per La Voce di New York, 23 luglio 2022
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mineestellepolari · 3 months
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Gente che “no ma io ci tengo a te, ti voglio bene, ci starei male a non sentirti più..” e poi scomparse nel nulla cosmico. Ok.
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my-liminalspace · 7 months
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Mi rendo conto che sono egoista, che il mio amore per te é egoista.. perché senza te mi manca l'aria nei polmoni.. senza te non respiro..
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annaeisuoipensieri · 7 months
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Per il momento QUIRK QUORK QUARK:
LA UALLERA
Guallera o uallera che dir si voglia, ha una derivazione dal termine arabo “wadara” (propriamente tradotto ernia) e si riferisce in particolar modo all’ernia scrotale quando raggiunge la sua fase di rigonfiamento massimo provocando notevoli fastidi.
UALLERA
C’è una parola napoletana, uallera, che è nominata almeno una volta al giorno dai napoletani. La parola indica nel suo significato letterale la sacca scrotale: ma ha una molteplicità di significati variegata assai.
1)Si na uallera. Può assumere differenti significati a seconda del contesto. Può indicare: “Sei una persona talmente indolente e con assoluta mancanza di propositività, refrattaria a qualsivoglia stimolo da parte della vita“. Ma può anche significare “Sei una persona incredibilmente lenta“. Accezione usata spesso nel traffico quando ci si trova davanti a veicoli lenti oltremodo (ne ha parlato ieri Molfini in un esilarante articolo), ma anche verso calciatori che ritardano sempre i tempi di giocata. A Napoli tale definizione ha visto spesso protagonista l’ex centrocampista Inler, oggi lo è diventato Valdifiori, che infatti sui social è spesso indicato come Ualdifiori…
2)Tenere la uallera. Non si riferisce al possedere o meno la sacca scrotale, quindi essere maschi. Ci sono anche tante donne che “tengono la uallera”. Questa espressione è spesso usata per definire una situazione momentanea di indolenza. E’ diverso “essere una uallera” e “tenere la uallera”: nel primo caso è una categoria dello spirito e della propria personalità, nel secondo è soltanto una situazione temporanea di stanchezza o poca voglia di fare una determinata cosa. Ad es. “Stamattina tengo la uallera” significa che ci si è svegliati con poca voglia di portare avanti le commissioni che ci spetta di compiere nell’arco della giornata.
3)M’haje abbuffat’ ‘a uallera. Se qualcuno si rivolge a te in questi termini significa che hai assolutamente superato qualsiasi soglia di pazienza da parte dell’interlocutore. E’ la massima offesa che si rivolge ai petulanti, logorroici e stupidi. In amore, se nella coppia ci si rivolge una frase del genere, si è quasi ormai al punto di non ritorno. All’abbuffatore si consiglia di non proseguire oltre perché è frequente in questi casi che dalle parole si passi ai fatti…
4)Par’ ‘a uallera. Questa espressione è invece idonea quando si vuole rimproverare al prossimo un comportamento maldestro, inidoneo, sbagliato. In tal caso non ha a che fare né con la lentezza, o “mosciaria” che dir si voglia, né con con l’indolenza. Par ‘a uallera si usa per chi ha commesso una sciocchezza, tipo far cadere a terra un oggetto involontariamente causando danni di poco conto.
5)M’haje fatt’ ‘a uallera. In genere tale espressione non è grave quanto l’abboffare la uallera, ma ha significati assai più tenui e meno esasperati. E’ frequente rivolgersi in tal modo per riferirsi ad esempio a programmi televisivi noiosi e ripetitivi, a film non proprio riuscitissimi e persone stancanti. Il m’haje fatt’ ‘a uallera non è una sentenza a morte, ma una pena temporanea che si infligge al soggetto auallariante.
Ma non ha solo significati negativi la uallera. Ad esempio la uallera è uno stato di grazia quando non si ha volutamente nulla da fare, non è negativa come a volte può esserlo l’appucundria, è un piacevole oziare quasi nel senso latino del termine.
Dire uallera è assai più bello dell’italico “coglione” o “pirla”. La uallera è una forma poetica altissima, uno stato dell’anima che Napoli sa rendere proprie.
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Ogni promessa è debito @paola-bo @mina-s-vagante ❤️
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smokingago · 7 months
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Ti bacio in silenzio.
Tu resti ferma.
Ti tengo la faccia tra le mani.
Tu dici grazie.
Ti bacio lo sterno.
Tu respiri di più.
Ti metto le mani sui fianchi.
Tu sorridi e i fianchi si fanno più grandi.
Ti abbraccio tutta.
Tu diventi più piccola.
Ti tocco le mani.
Tu le apri tutte come un gatto,
Ti bacio il collo.
Tu lo allunghi, e il collo diventa profumato.
Ti stendo e mi metto sopra di te.
Tu chiudi gli occhi, annusi l’aria:
ora in questa stanza
ci sono tutte le rose del mondo.
Franco Arminio
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la-scigghiu · 6 months
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-Io a te ci tengo- E’ una frase importante e non bisognerebbe, come fossero caramelle, dispenderla a tutti Perché il verbo tenere in questo caso è molto più di un verbo, è come una funzione matematica, dove io sto a te, come te sta a tutto il mio tenerti dentro, addosso, attorno Ovunque. E ti tengo in ogni modo possibile per mano, in un abbraccio, nel cuore. Per sempre.
.🦋.
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thelensart · 3 months
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Quiero decir que más allá de lo lindo que es tu arte, tus comics me motivan mucho a respetarme a mí misma. Es difícil hacerlo cuando no tengo mucho apoyo en persona y que la gente se equivoque de nombre y género sea tratado cómo razonable mientras que yo sea la histérica por pedir respeto. Pero al leer tus comics me recordaron que no estoy equivocada en querer que la gente me trate como el género que soy y que si alguien está en desacuerdo el problema es de elles. Espero te encuentres bien y gracias por los bellos comics que haces, saludos de Argentina
Saludos desde españita!! Me encanta saber que la gente está cómoda hablando español por mi cuenta, me gustaría que fuera abierta a ello. Yo lo que quiero transmitir es exactamente eso, que como persona trans hay que dar por saco y luchar porque te traten con un mínimo de respeto, y que no hay que capitular por vergüenza ni porque estés tú histérica o alguna bobada cis. A mí me pasa lo mismo, siempre que le digo a alguien (y mira que soy bastante educada para eso) que por favor deje de llamarme en masculino, me salen con lo de que "es que es difícil" y luego ni lo intentan. Si acaso deberían agradecer que seamos tan educades, porque a la tía trans promedio le sobra autocontrol para lidiar con esas gilipolleces. Me encanta que mis dibujitos transmitan irreverencia y ganas de pelear. No te rindas y sigue peleando, el problema es todo suyo <3
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anocturnalanimal · 5 months
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Dio, la felicità che ho provato a stare con te, e a parlare con te, come l’ho provata talvolta, una mente insieme con l’altra e un’anima accanto all’altra. Capisco abbastanza chiaramente quello che provo per te. Non è soltanto l’amore fisico pur essendoci anche quello naturalmente e io lo tengo nel minimo conto, non è soltanto che io con te sono semplicemente felice...
Non credo di essere così egoista da non riuscire a vedere la cosa anche dal tuo punto di vista. In quanto al mio, ora sono sicuro che, a parte il fatto di essere innamorato...varrebbe la pena di correre qualsiasi rischio per sposare te. Dio, se lo vedo, il rischio di sposare uno come me. Sono egoista, sensuale, bugiardo, crudele, e probabilmente peggio ancora. Ho continuato a pensare che non mi sarei sposato perché pensavo che non sarei riuscito a dominare questi istinti con una donna a me inferiore, e che sarei stato sempre più esasperato dalla sua inferiorità e sottomissione. E’ perché tu non lo sei che il rischio è infinitamente minore. Può darsi che tu sia vanitosa, egoista, insincera, come tu dici, ma questo non è niente in confronto con le tue alte qualità, grandezza intelligenza spirito bellezza franchezza. Dopo tutto ci piace stare insieme, ci piacciono le stesse cose e le stesse persone, siamo tutti e due intelligenti e soprattutto sono le cose reali che noi comprendiamo e che sono importanti per noi.
Lettera di Leonard Woolf a Virginia
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elenascrive · 1 year
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Ci conosciamo da oramai 7 anni
e trovare parole nuove da dedicarti
per il giorno del Tuo compleanno,
sta diventando sempre più un affanno
Non è per niente semplice infatti
poterti stupire e sorprendere
dopo tutti questi anni!
Ma Io intendo comunque provarci
perché Tu lo meriti
Ed eccomi allora qui a scriverti
rime che sanno molto di visto e rivisto
e spero mi perdonerai di questo,
ma con il solito inconfondibile affetto
che non manca mai e spero altresì
Tu riesca comunque a percepire,
nonostante le obbligate ripetizioni
È bello che siamo ancora amiche
capaci di ascoltarci e di supportarci
reciprocamente,
come quando ci siamo conosciute
Il Nostro Bel Legame insomma
è via via cresciuto
esattamente come il Nostro affetto,
nonostante l’irrompere della quotidianità
che ci ha portate spesso a scontrarci
con parecchie difficoltà
Siamo riuscite quindi a resistere poiché
La Nostra Amicizia è più forte
di tutto tutto quello che la potrebbe dividere!
Che cosa assai meravigliosa è averti
nella Mia Vita e ci resterai
Tu sei la Mia Robina,
come da qualche anno,
mi piace soprannominarti
Un simpatico nomignolo tutto Mio
per differenziarmi
dalle tantissime altre persone
che fanno parte della Tua Esistenza,
poiché Io ci tengo ad avere un posto d’onore
dentro al Tuo Nobilissimo Cuore
Mi auguro solo di potermelo meritare
Mi farai sapere
Intanto Tanti, Tantissimi
Cari Auguri di Buon Compleanno,
Mi auguro che questa Tua Nuova Primavera
possa sbocciare senza fretta
e al meglio per regalarti
tutti i fiori di ciliegio
che attendi e desideri,
dopo un inverno
arido e travagliato
Che la forza sia con Te
perché ricorda che Tu
sei sempre in tempo
per fare qualunque cosa desideri
e Ti faccia stare bene
Tu puoi ogni cosa
Spero che la fortuna sarà dalla Tua
Io sono con Te,
al Tuo fianco per vincere
le Tue battaglie
Non sarai sola mai
Mia Grande Guerriera!
Ti voglio bene,
Tua Elenina
@elenascrive
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kill--me-please · 2 months
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Se ti rompo i coglioni è perché ci tengo a te, devi preoccuparti quando smetterò di farlo
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