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#ciclostile
marcogiovenale · 3 months
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artist's books by wally depew @ printed matter
https://www.printedmatter.org/wally-depew Printed Matter is pleased to present a survey of artists’ books by American book artist and poet Wally Depew, spanning nearly 40 years of the artist’s practice. The exhibition is on view at our Chelsea location from March 9–April 11, 2024. On occasion of the show, Printed Matter is offering many of Depew’s out-of-print publications for purchase,…
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la-semillera · 2 months
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ESTHER FERRER & GUADALUPE GRANDE
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 ‘leones y jirafas’
él en el 40 tenía 3 
ella nació seis meses antes que la república 
en el 39 le dijeron a ella que era masona 
o judía o republicana 
en el treinta y siete en mérida hacía mucho frío 
en el 42 se estrena en los bajos de un rascacielos de nueva york 
la película casablanca cuando las tropas aliadas la tomaban en ese mismo instante 
la única hermana entre cinco hermanos moría 
y el padre de ella es condenado ejecutado y no desaparece 
deja tres hijas esposa algunos cuadros 
así eran las películas entonces 
en blanco y negro 
y las águilas 
y los caimanes 
este es el colegio donde ella aprendió a hablar francés en 1940 
y este el convento donde le raparon el pelo dos años después 
estas son las cabras que él cuidaba con su hermano 
y esta la guitarra que lo iba a sacar de la pobreza 
así era la raya del pelo arriba españa 
y estos los escarpines del mago de oz 
ella se hizo amiga de una cantante sefardita 
él se hizo amigo de un bibliotecario que escribió las primeras novelas policiacas de la patria 
así eran las máquinas de escribir 
así la policía secreta 
así la universidad a la que no fueron 
se conocieron en el 56 en una tertulia literaria donde se comían cacahuetes 
y se sabía que siempre había algún secreta camuflado de junfry en casablanca 
todos evitaban temas espinosos y comían muchos cacahuetes
este es el ciclostil y así eran las trastiendas de las librerías 
cuando se casaron en el 63 allen ginsberg ya había escrito aullido y él las piedras
ella quiso tomarse un tiempo en ítaca
sartre repartía panfletos y camus había muerto 
la raya del pelo con peinado arriba españa se cardaba un poco más alto 
y ese seguía siendo el bigote del hombre del año 
howl no se publicó hasta milnovecientosochentayuno 
a tan solo unas manzanas del 14 de abril
_ Guadalupe Grande. Jarrón y tempestad, La uña rota. Segovia, 2022.
_ El libro de las manos, Esther Ferrer.
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b0ringasfuck · 8 months
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nanorecensioni sci-fi: Paradise (2023)
Per quanto la premessa sci sia un po' a cazzo per lo meno è un buono spunto per qualche riflessione.
Faccio solo notare la presina per il culo della trickle down economy, quando la boss parla del fatto che grazie alla sua invenzione i ricchi si preoccupano di più per il futuro e quindi anche del cambiamento climatico messa in relazione con l'epilogo del film.
È pieno di chicchine e riferimenti.
Non a caso è un film non americano che è un buon predittore di quanto un film sia il ciclostile di un altro o meno.
Consigliato.
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1977...
il 16 Agosto a 42 anni, se ne andava Elvis Presly; debuttavano sulla scena musicale : Depeche Mode, Dire Straits;Peter Gabriel; Police. Al cinema, Saturday Fever con la colonna sonora dei Bee Gees, musica che ha fatto sognare un’intera generazione di giovani e di meno giovani, lancia nel mondo delle discoteche la disco music. È l'anno della Punk Music per antonomasia, un nuovo stile di vita e un nuovo modo di fare musica anticommerciale che porta ad un vero e proprio boom di etichette indipendenti.
Muore a 88 anni l’ultimo re del cinema: Charlot CHARLOT ( CHARLIE CHAPLIN )
I registi PAOLO E VITTORIO TAVIANI colgono il primo successo di pubblico e di critica presentando il film Padre padrone. E' tratto dal romanzo di Gavino Ledda, autobiografico. Un pastorello sardo è strappato dalla scuola dal padre brutale per farne un pastore di pecore. La caparbia volontà del ragazzo nel voler ad ogni costo conoscere lo porterà a sfidare il destino che lo attende, studiando, emancipandosi fino ad arrivare a diventare professore universitario. Se la lotta interiore per arrivare a questo traguardo è complessa, quella di ritornare, una volta adulto, a riappropriarsi della cultura della propria terra è ancora più sofferta. Il messaggio che porta è che l'uomo può attraverso la cultura modificare la realtà che lo circonda e abbattere pregiudizi arcaici.
TV - LA MALFA dopo aver lottato per anni per la non introduzione in Italia della televisione a colori ritenendola un incentivo alle spese voluttuarie degli italiani, é al capolinea. La televisione a colori così, prende l'avvio e, la RAI, inizia le trasmissioni regolari il 24 febbraio di quest'anno.
Insomma un’anno in divenire…(le previsioni del futuro sono le più difficili da fare – prima vengono le piccole bugie, poi quelle grandi infine viene la statistica, così si diceva in facoltà di matematica.)
il 1977 è stato forse il più burrascoso e travagliato del dopoguerra italiano. Nell'arco di pochi mesi, e in particolare tra il marzo e il maggio, decine di migliaia di giovani si sono presi la scena: hanno occupato università , fondato giornali, radio e fanzine, hanno contestato tutto ciò che era "vecchio", compresi i fratelli maggiori del 1968! sono scesi in piazza con la faccia dipinta da indiani metropolitani o con la P38 nel giubbino. Il cosiddetto movimento del '77 non è stata solo la più massiccia ondata di contestazione giovanile: E’ stato al tempo stesso un epilogo, il canto del cigno nella stagione politica inaugurata dell'autunno caldo del '69, e un prologo, la fine delle ideologie e di una vecchia Italia divisa (ancora per poco) tra Dc e Pci, impiegati e operai. Una miscela di violenza, estremismo, nichilismo, di cui faranno bottino i gruppi armati, ma anche di creatività , spontaneità , modernizzazione. Nei giorni turbolenti di quel movimento, aperto di fatto dalla contestazione alla prima della Scala del dicembre '76 e chiuso dalla grande adunata "contro la repressione" di Bologna, sono rimasti sull'asfalto giovani dimostranti e giovani poliziotti, hanno convissuto aspiranti terroristi e pubblicitari in erba, gli ultimi leninisti e i primi buddisti, "streghe" e disincantati dj, che con la creazione di slogan anti-conformisti e nuovi mezzi di comunicazione (le radio libere) hanno chiuso l'era del ciclostile e anticipato quella della tv commerciale e del marketing creativo. In due sole parole : gli anni ’80.
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tempi-dispari · 11 months
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From the depth: Crying Steel, inarrestabili
Contesto storico culturale
L’anno, che inizia bene con il rilascio degli ostaggi americani detenuti in Iran, è segnato da due clamorosi attentati: il 30 marzo, il neopresidente americano Reagan rimane ferito in un’aggressione a mano armata subita all’uscita di un albergo, mentre in quello che è probabilmente l’evento mediatico più importante del decennio.
E’ il 13 maggio quando Papa Giovanni Paolo II viene colpito da due proiettili sparati dall’attentatore turco Ali Agca, mentre si trova in piazza San Pietro per la rituale benedizione dei fedeli. Il mondo rimane alcuni giorni con il fiato sospeso per le sorti del Pontefice, che riesce comunque a superare l’intervento.
Non avrà la stessa fortuna il presidente egiziano Sadat, ucciso in un sanguinoso attentato da militari del suo stesso esercito. Intanto, alcuni scienziati identificano il virus di una nuova malattia, che sta decimando vaste regioni dell’Africa: per la prima volta si sente parlare di AIDS.
Carlo e Diana sposi del secolo In un anno cosí brutto, l’evento più lieto è il matrimonio del Principe del Galles Carlo con Diana Spencer, che cattura l’attenzione di miliardi di telespettatori. In aprile, la NASA lancia per la prima volta la sua nuova navicella, in grado di tornare a terra come un aereo di linea: lo Shuttle.
La Francia lancia i viaggi del treno superveloce, il TGV.
IBM annuncia il prossimo lancio dei personal computer: la gente si interroga: e che me ne dovrei fare di un computer? Per i loro studi sulla struttura degli emisferi cerebrali, i ricercatori Sperry, Hubel e Wiesel vincono il Nobel per la medicina. Il leader del movimento sindacale polacco Solidarnosc, Lech Walesa, è l’uomo dell’anno di “Time”.
IL BAMBINO CHE RISOLSE IL CUBO
Mentre milioni di persone in tutto il mondo scagliano in giro per casa cubi di Rubik non risolti, e nasce addirittura un mercato per fogli adesivi di quadratini colorati da attaccare sull’attrezzo infernale per fare finta di averlo risolto, un 12enne inglese, Patrick Bossert, lo risolve.
Dopo aver smontato il cubo e averne capito il funzionamento di base, fa diventare un libro il ciclostile che aveva venduto ai suoi amici per mezza sterlina: “You can do the Cube” diventa un bestseller in patria, e vende oltre un milione e mezzo di copie, facendo del piccolo imprenditore un milionario in erba.
IN ITALIA
È l’anno dell’esplosione dello scandalo P2, la loggia massonica che aveva instaurato una sorta di “governo ombra”: molti personaggi di spicco della vita sociale italiana risultano implicati. In maggio, con un referendum popolare il 70% degli italiani conferma la legge sull’aborto del 1978.
Tutta l’Italia si ferma davanti al televisore per la tragedia del piccolo Alfredino Rampi, caduto in un pozzo artesiano da cui purtroppo non verrà estratto in tempo. “Il nome della rosa” di Umberto Eco diventa un successo letterario mondiale.
SPORT E SPETTACOLO “Gente comune”, di Robert Redford, porta a casa 4 statuette, tra cui miglior film, Robert De Niro è il miglior attore protagonista in “Toro scatenato”. Completamente ignorato, pur con otto candidature, lo splendido “The elephant man”.
“Saranno famosi” vince gli Oscar musicali e lancia la successiva serie TV, che avrà un successo strepitoso. Arriva sugli schermi italiani la serie TV più seguita degli anni ’80, Dallas. In un anno senza grandi eventi mondiali, l’attenzione degli sportivi è richiamata dal talento di John McEnroe, che vendica la sconfitta di Wimbledon dell’anno prima battendo Borg sia a Wimbledon che agli US Open.
Il Liverpool supera il Real Madrid in finale di coppa dei campioni, la Juve vince l’ennesimo scudetto contestato con il famoso episodio del gol annullato al romanista Turone, Milan vince il campionato di serie B e l’anno dopo conquista la Mitropa Cup.
In agosto cominciano le trasmissioni di una nuova TV, piena di musica, che lancia il nuovo mezzo di comunicazione dei videoclip: con MTV, la vita di milioni di ragazzi non sarà più la stessa.
Il primo video della storia della nuova tv è, profeticamente, “Video killed the radio star” dei Buggles. Olivia Newton John e Kim Carnes sono le campionesse della top-ten, mentre esplode il fenomeno Nikka Costa, bambina prodigio, e muore a soli 36 anni Bob Marley: diventerà un icona dei giovani. Con una grafica straordinaria, pacman conquista le sale giochi di tutto il mondo, mentre la IBM presenta il primo personal computer, con 64 kbytes di RAM e un disco floppy da 5,25 pollici.
Tra tutto questo prendono vita i Crying Steel
Storia
I Crying Steel nascono a Bologna nella primavera del 1981, dalle ceneri del gruppo hard rock “Wurdalak”. I componenti fondatori sono Alberto Simonini (chitarra) e Angelo Franchini (basso elettrico), ai quali si aggiunsero Luca Bonzagni (voce) e nel 1983, dopo vari cambi di formazione, Luca Ferri (batteria) e Franco Nipoti (chitarra).
Dopo il loro primo demo, che contiene già Thundergods e Agony, canzoni successivamente riproposte dal gruppo, vengono notati da Beppe Riva di Rockerilla che li inserisce nella compilation Heavy Metal Eruption (Metal Eye, 1983) assieme a Death SS, Strana Officina, Rollerball, Steel Crown, Elektra Drive, Revenge, Shyning Blade e Ransackers.
Nel 1984 è già pronto un nuovo demo, che spiana la strada al successivo EP Crying Steel del 1985. Nei due anni successivi il gruppo intensifica l’attività live suonando in tutta Italia. In particolare da citare l’esibizione allHeavy Metal Festival di Bologna nel giugno 1986 con Motörhead e Twisted Sister.
E’ il 1985 quando esce anche un altro demo, di sole tre tracce, seguito dal demo dell’86, vero e proprio promo del loro primo album On the Prowl, del 1987. Album sicuramente rivoluzionario, almeno per la New Wave Of Italian Heavy Metal (NWOIHM), in quanto è il primo ad essere registrato anche su CD.
A settembre del 1988 un nuovo cambio di formazione, Simonini e Bonzagni escono dal gruppo e vengono sostituiti da Michele Vanni e Lisa Bisognin.
Marzo del 1990, anche Michele Vanni lascia per essere sostituito da Francesco Di Nicola, nel luglio dello stesso anno il gruppo effettua alcune date in Russia che vedono come cantante nella line-up Massimiliano Merlini. Seguono, nel 1994 e nel 2003, alcune reunion che vedono i Crying Steel esibirsi nella formazione classica (Simonini/Nipoti/Bonzagni/Franchini/Ferri).
Il 2006 vede la band reclutata dalla label italiana My Graveyard Productions e iniziano le registrazioni del nuovo album, The Steel Is Back che uscirà nel 2007. Poco dopo l’uscita dell’album Simonini decide drasticamente di abbandonare il gruppo e non prende parte al Release Party dove i Crying Steel si fanno affiancare da Max Magagni.
Dopo l’abbandono da parte di Luca Bonzagni, per dissapori con il resto della band, il 30 novembre 2009 Franco Nipoti annuncia che i Crying Steel hanno un nuovo cantante nella persona di Stefano Palmonari. Segue una serie di concerti, tra cui la partecipazione al British Fest, nell’ottobre 2012 i Crying Steel , quindi, entrano in studio per la registrazione del nuovo album.
Ad aprile 2013 esce Time Stands Steel, sempre per My Graveyard Production. Giugno 2013 i Crying Steel annunciano la separazione dal cantante Stefano Palmonari, viene immediatamente reclutato Ramon Sonato come nuova voce del gruppo.
In occasione del concerto tenuto a Casalecchio di Reno il 28 Febbraio 2014, viene ufficializzato l’ingresso di Luigi Frati in sostituzione di Max Magagni che lascia a causa dei crescenti impegni di lavoro. Con questa formazione la band intensifica l’attività live, nel 2014 rappresentano l’Italia al Waken Open Air 25° Anniversary.
2015 partecipano al festival greco Metal Rites ad Atene con gli americani Jag Panzer, dove firmano un contratto discografico con l’etichetta locale No Remorse Records. Nello stesso anno i Crying Steel condividono il palco con l’ex cantante degli Iron Maiden, Blaze Bayley.
Sempre nel 2015 la band, dall’idea del loro manager Marco Verucchi, rende omaggio al grande cantautore bolognese Lucio Dalla, registrando la cover di “L’ultima Luna”, che non verrà incisa ma di cui verrà rilasciato un videoclip nel dicembre 2018.
Nel 2016 i Crying Steel festeggiano i loro 35° Anniversary con un live al Locomotiv di Bologna insieme a gli amici Rain, Markonee and more. Lo stesso anno condividono il palco con gli americani Riot, esce il cofanetto “speciale” con la ristampa di “On The Prowl” + il dvd con l’esibizione al Wacken Open Air del 2014. Nuovo cambio di Line-up. Entra alla voce Mirko Bacchilega.
Ancora nel 2016 i Crying Steel annunciano che nel nuovo album ci sarà alla voce Tony Mills, una tra le più grandi voci nel panorama rock internazionale, frontman degli Shy e TNT, solo per citare alcune sue band.
2017, vengono chiamati a partecipazione al Paris Metal Fest.
I Crying Steel in questi anni hanno calcato palchi anche internazionali con bands del calibro di: Twisted Sister, Motörhead, Grim Reaper, Demon, Diamond Head, Girlschool, Angel Witch, Gotthard, Praying Mantis, Vanadium, Raven, Satan, Killer, Jag Panzer, Behemoth, Razor, Riot, Blaze Bayley, Decapitated, Van Canto, Hammerfall, Hatebreed, Black Star Riders, Carcass, Children Of Bodom, Hellyeah, King Diamond, Arch Enemy, Amon Amarth, Kreator, Accept, Megadeth, Saxon, Skid Row, Slayer, Sodom, Steel Panther, W.a.s.p. ed altri.
Giugno 2018, il 15, esce “Stay Steel” il nuovo album dei Crying Steel con Tony Mills alla voce, con l’etichetta tedesca Pride & Joy.
Nel Febbraio 2019 viene rilasciato da Jolly Roger una versione Deluxe rimasterizzata di “On The prowl”, impreziosito da un cd bonus live (unico della band).
Il cantante inglese apparirà solo nella versione discografica, mentre il tour vedrà alla voce Mirko Bacchilega.
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chez-mimich · 1 year
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TOPOGRAFIA POLITICO-SENTIMENTALE PER FLÂNEUR D’ALTRI TEMPI
Di solito andavo a piedi, qualche volta in bicicletta o in autobus, mai in auto, anche perché non ce l’avevo. Se l’avessi avuta non sarei diventato un inguaribile flâneur. Da adolescente e da giovane ero anche un “flâneur politico”, (era la seconda metà degli anni Settanta), perché la politica si faceva anche per la strada, nella strada e comunque i luoghi della politica erano topograficamente tangibili e non “virtuali”. Io li ho frequentati tutti o quasi dall’età di tredici-quattordici anni in avanti, ma anche prima con mio nonno Giovanni che qualche volta mi portava da qualche suo amico nella sede del Partito Socialista Italiano in Largo Buscaglia a Novara. Un palazzo austero che esponeva un cartello dipinto a mano con la falce e martello sopra la quale campeggiava la scritta: P.S.I. (il simbolo del garofano venne molto tempo dopo). Lì vicino, c’era un altro luogo che qualche anno dopo, frequentai assiduamente, la sede del Circolo Anarchico di Via dei Mille. Spesso, dopo qualche riunione del “movimento studentesco”, ci si trasferiva in Via Dolores Bello, appena in cima alla scala che portava sul Baluardo, nella sede del P.C.I., al primo piano di un palazzo antico e allora un po’ trascurato. In Corso Cavour c’era la Sede dell’ANPI e in Piazza Tornielli Bellini aveva la sua sede l’M.L.S. (Movimento Lavoratori per il Socialismo), molto organizzato ed efficiente, in cui si andava a “ciclostilare” i volantini (cfr. La voce “Ciclostile” su Wikipedia). In Via Mossotti, all’incrocio con Via Canobio, ha avuto la sua sede per pochi mesi il periodico politico “Brontentola” (nome nato dall’unione di “Brontola” e “La pentola”) giornale degli studenti di sinistra di Novara, cioè praticamente tutti. Non tutte strettamente sedi di movimenti politici, ma ascrivibili ai luoghi di ritrovo di “compagni” (termine che una volta designava le persone di “sinistra”), erano la sede della CIGL, in Via Marconi, ma anche bar e circoli, come il “Mombaruzzo” di Via Fratelli Rosselli o il “Ramlin” di Via dei Gautieri, ma pure la legatoria di Marco Peressi , che diventò per qualche tempo la redazione di un’altra rivista post-movimentista, “Macedonia”, o radio libere come Radio Kabouter in Via dei Cattaneo o Radio Voce Popolare di Via Pontida, la Libreria “La Talpa” di Via Solaroli (mia seconda casa). E la periferia? Semplicemente era periferia solo topografica: in Corso della Vittoria aveva una delle sue sedi Lotta Comunista, l’altra era in Corso Milano. Lotta Continua aveva sede in un locale prospiciente il sottopassaggio di Corso Risorgimento. E poi tutti i “circoli” a cominciare dal “25 Aprile” di Corso Cavour, ma anche la Soms (Società Operaia di Mutuo Soccorso) della Piazza di San Martino, il Circolo Operaio della Bicocca, la Fratellanza, il Circolo del Cascinone… La politica era per la strada. La politica, almeno quella della sinistra, era un tutt’uno con le strade: i comizi si facevano in piazza, i cortei percorrevano le strade, i volantini si distribuivano davanti alle fabbriche e alle scuole, i sit-in si facevano sui marciapiedi, i blocchi stradali si facevano in mezzo alla strada, insomma i luoghi della politica insistevano “sulle strade”. Oggi la politica non è più nelle strade, la politica è solo “virtuale”, lontano dal “reale” e la sinistra ha perso e continua a perdere. Un caso?
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dandyshoecare · 4 years
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Claude Monet is one of my favorite painters. Every time I go to Paris I try to go and see his paintings. Of course I had to dedicate one of my Patinas to this genius. Here's Alexander Nurulaeff's Patina "Monet" created exclusively for a collector from Netherlands, Mr.H.B. Please look at all the photos and write in comments which painting of Monet, in your opinion, looks the most like this Patina of mine. Remember to recommend my Tumblr to all your friends and subscribe to my YouTube channel to see so many beautiful movies created by me, which demonstrate all the nuances and details of my creations.
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transalpino · 2 years
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Audiovisivo
Ciclostile: una parola polverosa, in bianco e nero. Immagino un sondaggio tra i ragazzi di oggi: “...scusa: sai cos'è un ciclostile?”. Preferirei non sentire le risposte.
Tanti, tanti anni fa, una Sezione (sezione di cosa? si domanderà qualcuno) non poteva esistere senza il ciclostile. Il vecchio Gestetner! Ah, le collette per comprarlo: soldi rubati alle MS, al cinema del sabato sera, alla pizzeria. Era più difficile guadagnare dagli anziani il permesso di inchiostrare il rullo che essere messi in lista per le amministrative. L’inchiostro veniva spalmato in silenzio, in un rito quasi esoterico. Nelle liste elettorali, invece, c’erano spesso dei vuoti da riempire. Le sezioni delle città più grandi stampavano in offset, come quelli della Figc; anzi, loro di lì a poco loro sarebbero andati direttamente in tipografia.
Con il ciclostile si stampavano i volantini. Dopo la scuola passavo a prendere il mio pacco. In Sezione c'era sempre qualcuno, come nei bar di periferia. Di solito cercavo di andare a volantinare sempre alla stessa fabbrica, dove avevo imparato a conoscere qualcuno e qualcuno mi conosceva. Pedalavo con la foga dei miei diciott'anni sbocconcellando un panino, a tracolla la sdrucita borsa d'ordinanza piena zeppa.
Questi li aveva scritti Paolino, di sicuro. Non tanto per il puzzle di testi precedenti, articoli del Manifesto e slogan faticosamente concordati in fumose riunioni. Era l’incipit ad essere inconfondibile: “Ancora una volta...”. La chiusa era anch’essa un classico immutabile: “Il nostro impegno e la nostra lotta vanno in questa direzione”. Appoggiavo la bicicletta contro il muro della fabbrica. Il guardiano del cancello mi guardava male; forse per contratto, forse no. Ad ogni fabbrica corrispondeva un diverso colore delle mani degli operai: biancastre, verdastre, brunite, ingiallite. Più il colore era marcato e maggiore era l’anzianità dell’operaio in quella fabbrica.
Ricordo bene il mio primo Audiovisivo. Avevo sedici anni, forse meno. Quando Carlo e Ivano mi chiesero se quella sera ero disponibile per un Audiovisivo non ebbi il coraggio di confessare che non sapevo cosa fosse. Ci trovammo in sede molto presto, dopo aver cenato in fretta. Giusto il tempo di un caffè veloce. Carlo era un operaio, e per una tacita convenzione era sempre l’operario a pagare il caffè agli studenti. Anche quella sera usammo la macchina della Mirella; una 126 di quel colore aragosta Fiat che diventava sempre più opaco e rugginoso col passare - si sarebbe detto - delle settimane. Gli operai che malauguratamente avevano scelto quel colore, e che non vantavano pulsioni politiche rivoluzionarie, tentavano ogni sabato di ridare vita a quella vernice infame. Olio di gomito e prodotti da guerra chimica: per tutto il sabato e buona parte della domenica sembrava che l'impegno fosse stato ripagato, ma l'illusione era destinata a spegnersi già con l'alba del lunedì.
Caricammo sulla 126 tutto l’occorrente. Proiettore di diapositive. Schermo con treppiede. Trasformatore. Altoparlanti da mettere sul tetto (“ricordati la spugna da mettere sotto, che sennò la Mirella si incazza”); corde elastiche. Registratore, microfono, amplificatore a 12 volt. Volantini a supporto; magari qualche manifesto 70x100 della campagna elettorale (bisogna pure far conoscere il marchio, no?, anche perché quest'anno è un po' complicato con il mappamondo completo di meridiani e paralleli, il pugno, la falce, il martello e quant'altro...). E, naturalmente, le diapositive e le musicassette. Autentiche reliquie con i graffi di mille battaglie politiche ed elettorali; venivano da Milano, o, diceva qualcuno, addirittura da Roma! Montammo sul tetto i due altoparlanti a tromba RCF, e via! Per strada Carlo mi spiegò cosa stavamo andando a fare: un Audiovisivo. Percepii chiaramente la A maiuscola.
Carlo scelse il quartiere avendo cura di ottimizzare il rapporto tra audience potenziale e penetrazione dei "media" in dotazione. In sostanza, si trattava di scegliere il gruppo di palazzi con più balconi che potevano essere raggiunti dai nostri altoparlanti. Quei palazzoni erano l'emblema di quanto noi avessimo ragione. Cazzo, se nasci e vivi in posti del genere come puoi non volere la rivoluzione? Questo mi domandavo, ragazzino che non ero altro. Montammo il treppiede bene in vista. Collegammo tutti i cavi, gli altoparlanti, il trasformatore, il registratore, l'ampli… Coraggio, la batteria della Mirella ha vinto ben altre battaglie. Prima di cominciare la proiezione un po' di musica. Io ed Ivano avremmo messo una cassetta degli Henry Cow, o i Pink Floyd di Ummagumma; oppure, a voler essere realisti e politicamente corretti, gli Area o gli Stormy Six. Ma c'era Carlo, così andammo sul classico: Bandiera Rossa, l'Internazionale, etc.
Si fece scuro. Sfumammo le note dell’Internazionale. Carlo aveva sincronizzato in qualche modo misterioso il testo sulle musicassette con le diapositive che io e Ivano avevamo inserito nel caricatore; lui sapeva che qualcuna sarebbe stata al contrario, ma ci voleva bene lo stesso.
Intanto qualcuno si era affacciato, dopo aver cenato sul balcone con il sugo che veniva da giù e l'olio buono; con loro le mogli-cuoche-operaie anch’esse, ragazze giovani ma già sfatte. Cominciammo. Le diapositive iniziarono a scorrere sul nostro schermo sghembo ed un po' ingiallito. Gli altoparlanti sul tetto della 126 gracchiavano il commento semismagnetizzato a trent'anni di malgoverno democristiano. E le stragi. Immagini di Portella della Ginestra. Piazza Fontana. Piazza della Loggia... Le battaglie alla Fiat. Cortei, bandiere. Andreotti. Cossiga non aveva ancora la K. Dai balconi c'era perfino chi ascoltava; forse perché la TV, in bianco e nero, aveva solo due canali e la Svizzera.
Io Carlo ed Ivano ascoltavamo in religioso silenzio. La vista di quelle immagini ci commuoveva ogni volta, ma virilmente gonfiavamo il petto rivoluzionario, e ci guardavamo intorno come sentinelle a presidio del futuro di tutto il popolo, scrutando l'orizzonte per avvistare in tempo le macchine dei fasci, fosse mai avessero organizzato una provocazione proprio quella sera. Intanto i nostri coetanei, impermeabili a tutto, ci sfrecciavano accanto impennando motorini smarmittati.
Alla fine della proiezione ricordammo il prossimo comizio del compagno candidato. Ce ne tornammo in sede sulla nostra 126 aragosta, con il senso di orgoglio di chi sente di aver fatto una cosa giusta, e bella, anche: l'Audiovisivo. A terra rimase qualche volantino calpestato. "Ancora una volta... ".
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spatula · 3 years
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Ca’ Inua House Renovation / Ciclostile Architettura
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marcogiovenale · 1 year
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gabriele milli: bologna, 1968, 1977, 1981, dispacci, spartivento, descrizioni in atto
https://www.cartavetro.com/memoria/bologna-dopo-il-68/ annotazioni in forma di lettera, di Gabriele Milli: https://www.cartavetro.com/memoria/bologna-dopo-il-68/
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ciclostile architettura
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corallorosso · 3 years
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9 MARZO, IL GIORNO DOPO ...... Tutti hanno fatto il loro compitino. Tema : La Donna. Dal Presidente all' Ultimo dei Mohicani, tutti a parlare di Donne Offese, Uccise, Sfruttate e naturalmente tutti a dire che "Cosi' non va" e che " bisogna cambiare ". E' da cent'anni che ripetono le stesse cose, leggono lo stesso ciclostile ingiallito e lo rimettono nel cassetto per il 2022. Il Giorno Dopo, riprende la solita vita. Gli Uomini continuano a fare gli uomini e le Donne le donne. Rigorosamente tutti in minuscolo visto che le maiuscole si usano solo per la Festa. E lo spreco di parole vede primeggiare le Donne. Dalla Cartabia alla Lamorgese, dalla Boschi alla Meloni. Tutte a denunciare. Tutte a mettere il dito sulla piaga infetta che da sempre incancrenisce il tessuto sociale, tutte a rivendicare un ruolo più attivo nella Società e naturalmente tutte a chiedere "pari opportunità". Sempre le stesse cose, sempre gli stessi discorsi, sempre le stesse speranze di cartapesta. Sempre parole quando invece si dovrebbe usare il silenzio. Ma chi rinuncia ai tre minuti di appello solidale davanti alla telecamera o al taccuino aperto del solito annoiato cronista ?Nessuno, Nessuna. Qualcuna ha osservato che a Dicembre, su 101 mila posti di lavoro persi, 99 mila erano occupati da donne, che in Italia, ogni 3 giorni una donna viene uccisa, che il divario salariale tra uomo e donna é tra i più squilibrati di tutta la UE. Novità ? No, sempre lo stesso discorso da anni. E non mi pare che il 9 Marzo qualcuno abbia fatto qualcosa per cambiare la situazione. Quindi smettetela di "festeggiare" l' OTTO MARZO. Smettetela di parlare e usate il silenzio. Tanto non cambia nulla. Ma attraverso il silenzio, passa il rifiuto. Dire NO alle parole, alle sterili commemorazioni, alle inutili promesse, alle lacrimevoli esternazioni é un atto di coraggio. Dire NO ad un Giorno della Memoria Femminile é iniziare senza l'attuale Memoria e ribadire che qui si lotta per l'oggi e per il domani. Che non si commemora un accidente. Che non si parla ma si fanno i fatti. Sdraiatevi per terra, Tutti e Tutte sedute. Ingombrate piazze, marciapiedi, vicoli e autostrade. Rifiutate d'essere presenti. In ogni fabbrica o scuola, in ospedale o cimitero, in tv o in redazione, in ogni posto dove lavorate, dalla cucina al posto di polizia, dal Governo ai campi. Sedute ed in silenzio. Sarebbe un grande rumore. Come quello dei seguaci di Gandhi sulla via del sale. State zitte e fate tacere chiunque, soprattutto le Donne. Perché prestarsi a queste miserevoli pantomime sul ruolo della Donna, francamente dovrebbe avervi rotto i virtuali coglioni. Vorrei un OTTO MARZO senza nessuna Donna presente. Vorrei le mimose puzzolenti nella pattumiera, vorrei i cioccolatini, gli spogliarellisti, e le cenette conviviali tra amiche, buttate nel cesso. Vorrei che il 9 Marzo fosse un giorno in cui si é presa coscienza veramente del ruolo femminile nella Società e che, se qualcuno ancora non l'ha capito, ogni giorno potrebbe diventare l' Otto Marzo. Ma un simile giorno non vedrà mai l'alba. Si continuerà questa stucchevole commedia di festeggiare le Donne e di continuare ad usarle come sottoprodotto di genere. Ecco, adesso che avete letto, tornate ai fornelli. E continuate pure a "denunciare" tanto per quello che serve..... Passata la festa, gabbatu lu santu. Amen. Claudio Khaled Ser
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delhi-architect2 · 4 years
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ArchDaily - Francesca Pasquali Archive / Ciclostile Architettura
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© Fabio Mantovani
architects: Ciclostile Architettura
Location: Collina di Palesio, Varignana-Palesio BO, Italy
Project Year: 2017
Photographs: Fabio Mantovani
Area: 250.0 m2
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from ArchDaily https://www.archdaily.com/891914/francesca-pasquali-archive-ciclostile-architettura Originally published on ARCHDAILY RSS Feed: https://www.archdaily.com/
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d-rawcomics · 4 years
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Libri, riviste, fumetti, fanzine, volantini, ciclostile (eBook e web lo ammetto, dopo un po’ mi urtano), il suono delle pagine che si sfogliano, l’odore della stampa, il tatto dei materiali, il piacere di collezionare e di prendere tra le mani... #leggere è uno degli scopi della mia vita. Vorrei farlo di più, meglio. Ma la #lettura senza la vita reale rischia di chiuderci al mondo, per cui cerco sempre di trovare un utile equilibrio. In questo ultimo periodo però, tra quarantene, Covid e lavoro agile lo ammetto: ho sgravato. #leggerechepassione #leggeresempre #reading #readingtime #sketchoftheday #sketch #sketchbook #medrawingme https://www.instagram.com/p/CCvw7_Gh1Uv/?igshid=nj0jrtgxzu04
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Capitolo 1 Calcio d’inizio – la  cellula ponentina
La ricordava bene quella serata al Covo, eccome se la ricordava. Capitata per caso, in quei suoi giri turistici per luoghi più metafisici che reali, più immaginati che vissuti realmente. Non le accadeva spesso di starsene in un angolo ad ascoltare e basta ma la confidenza era virtuale, soprattutto stava cercando di capire il taciuto, intuiva che ci fosse qualcosa di più tra le righe, molto di non detto, una tensione che faceva capolino a tratti, qualcosa che andava oltre una semplice disputa, quelli che apparivano come attacchi erano in realtà inviti. Era una sfida ad iniziare, una scintilla che attendeva solo di far esplodere un ordigno che attendeva da tempo, quella lite era solo il detonatore, e una volta capito non ebbe più dubbi. apparivano come attacchi erano in realtà inviti. Era una sfida ad iniziare, una scintilla che attendeva solo di far esplodere un ordigno che attendeva da tempo, quella E ora, tornata a casa, girava una manovella con Russia – Arabia Saudita in sottofondo cercando di far funzionare quel vecchio ciclostile minimizzando i danni da inchiostro. Quando anni prima avevano smantellato la vecchia sede di DP uno dei compagni più grandi le aveva chiesto se le piaceva, sapeva che, oltre che gattara, sarebbe diventata un'accumulatrice compulsiva. Finalmente, dopo parecchia attesa in soffitta, tornava utile. Sogghignava pensando che proprio quel vecchio compagno le aveva raccontato degli Angeli del ciclostile, di come tante ragazze venissero comunque relegate nelle cantine umide, dando come contributo alla causa il monotono gesto legato al ciclostile manuale, certo non era la cucina ma non c'era poi questa grande differenza. Ora toccava a lei, la differenza era che questo era solo l'inizio, da lì sarebbe partito tutto, era il sasso nello stagno, avrebbe organizzato un cerchio sempre più ampio, per i rapporti con il Covo, l'altro sasso nello stagno, c'era il Rapace, con i periodici viaggi in quella direzione. I primi comunicati erano pronti, si passava all'azione.
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