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#concorso arte e immagine
24hdrawinglab · 6 months
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Speciale concorso Arte e Immagine: la linoleografia
Speciale concorso Arte e Immagine: la linoleografia. Tra le tecniche richieste durante la prossima prova del concorso per insegnare Arte e Immagine troviamo la linoleografia, che sfrutta il linoleum per la realizzazione di stampe artistiche. Si tratta di un materiale facilmente reperibile nei negozi di belle arti, acquistabile in fogli di diverse misure e durezza. Il linoleum può avere diverse…
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micro961 · 9 months
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Glomarì: “La fiera dei miracoli”
A cento anni dalla nascita di Wislawa Szymborska,l’artista fidentina mette in musica il testo di una delle sue poesie più note, un agrodolce e fantasioso viaggio sul significato della parola miracolo.
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Il 13 dicembre 2023 è la notte di Santa Lucia. Una canzone questa che ci darà in dono la possibilità di spalancare la “Porta dello Stupore”, magari di varcarne la soglia. La poesia rappresenta infatti una sorta di formula magica volta a ricordarci che si tratta di una porta sempre aperta e alla portata di tutti, di cui sempre più spesso ci si dimentica l’esistenza.
La musica che Glomarì intesse sul filo conduttore del testo poetico ha un sapore rapsodico dal retrogusto vintage e fiabesco, una struttura libera, danzante, senza tempo, che non fa riferimento ad alcuno stile particolare, se non a quello della spontaneità di un gioco inventato.
Con questo nuovo singolo “La fiera dei miracoli”, Glomarì preannuncia un suo ritorno sulla scena musicale, facendoci pregustare i tratti eclettici e mistici del suo prossimo album, un progetto concettuale multidisciplinare che la vedrà approdare nel mondo dell’elettronica sperimentale grazie alla stretta collaborazione con il compositore cosentino Remo De Vico.
Gloriamaria Gorreri (in arte Glomarì), classe 1989, è un’artista dall’attitudine poliedrica. Ciò che la caratterizza è la capacità di combinare in modo trasversale musica, poesia e immagine.
Dopo aver ottenuto la Laurea Magistrale in Scienze dell’Architettura presso il Politecnico di Milano ed un Master in “Design per il Teatro” presso il PoliDesign, parallelamente alla carriera architettonica, decide di esplorare il mondo della musica e di intraprendere un percorso cantautorale su incoraggiamento del Prof. Stefano La Via, docente di Storia della Poesia per Musica presso la Facoltà di Musicologia e Beni Culturali di Cremona, con il quale dal 2016 porta avanti un sodalizio artistico-musicale. Inizia così a costruire una poetica molto personale, libera e ibrida, in cui dimostra di essere e agire fuori dagli schemi di ordinaria definizione delle arti. Il suo primo lavoro, l’EP autoprodotto intitolato “Inaccadimenti”, uscito il 29 novembre 2019, consiste in una trilogia di video-poesie musicali (“A suo modo danza”, “Mostarda”, “Liberà”) che l’autrice ha scritto, sceneggiato e diretto curandone aspetti sonori e visivi. I video sono stati selezionati e proiettati in diversi festival come l’Amarcort Film Festival, il Little Island Festival, il Festival della Coscienza e il Seeyousound Music Film Festival.
Il 2° episodio della trilogia, intitolato “Mostarda”, nell’aprile del 2019 ha ottenuto il 1° premio del concorso “Artefici del Nostro Tempo” della 58. Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia, è stato esposto nel Padiglione Venezia, nella “Ca’ Pesaro Galleria Internazionale d’Arte Moderna” ed è ha rappresentato il panorama italiano dei giovani artisti emergenti durante la 13esima giornata del contemporaneo in Oman presso la Stal Gallery di Mascate.
Il 20 novembre 2020 viene pubblicato il suo primo album “A debita vicinanza”, una delicata cesellatura dell’animo attraverso 10 tracce dallo stile raffinato e con arrangiamenti acustici leggeri solo in superficie.
“Tramontofili”, ultima traccia dell’album, è frutto di un esperimento situazionista svoltosi in una villa disabitata e documentato in un video che ne riassume l’essenza nostalgica e malinconica. Un progetto che ancora una volta tenta di dimostrare quanto l’universo cantautorale possa comunicare con quello artistico e che il “videoclip” può essere qualcosa di più di una “confezione” a scopo meramente commerciale, fino a diventare parte integrante (se non inscindibile) del progetto musicale.
Il 15 marzo 2021 è uscito il suo ultimo singolo intitolato “Fernweh” nato come colonna sonora di un progetto video-poetico al femminile regia di Chiara e Irene Trancossi, un viaggio onirico alla scoperta di quel sentimento di “nostalgia dell'ignoto” a cui fa riferimento il titolo, parola tedesca della quale non esiste un corrispettivo nella lingua italiana.
A giugno del 2021 si aggiudica il 1° posto nella sezione “Canzone d’Autore” del Premio Inedito con il brano “Maledetto detersivo”.
Il 31 agosto del 2022 vince la terza edizione del “Premio Brassens” con il brano inedito “Neige mouillée”.
Il 13 dicembre esce “La fiera dei miracoli”, il nuovo singolo che anticipa l’uscita del suo nuovo disco di inediti.
LINK SOCIAL https://open.spotify.com/artist/7LRG0giU7EnricaEi0qEcm
www.instagram.com/ciaosonodisagio/ https://www.youtube.com/@glomari_ciaosonodisagio https://www.facebook.com/ciaosonodisagio
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lamilanomagazine · 9 months
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Milano, esce il libro Triennale. Cento anni di manifesti
Milano, esce il libro Triennale. Cento anni di manifesti In occasione del suo centenario, Triennale Milano ha realizzato il volume Triennale. Cento anni di manifesti, a cura di Mario Piazza ed edito da Marsilio Arte. Un originale repertorio che ripercorre la storia di Triennale attraverso l'evoluzione della progettazione grafica, gli stili e gli autori, gli approcci e le tecniche, la comunicazione e il costume dal 1923 al 2023. Il volume è disponibile in tutte le librerie. Triennale. Cento anni di manifesti racconta in particolare la storia delle ventitré edizioni dell'Esposizione Internazionale di Triennale dal punto di vista della grafica, fino ad arrivare alla nuova identità visiva dell'istituzione, sviluppata nel 2019 dallo studio Norm di Zurigo. Dagli anni del cartellonismo d'artista, alla grafica progettata, al visual design, il volume consente di ripercorrere, attraverso manifesti e immagini, la storia di Triennale Milano e al contempo di tracciare una storia della progettazione grafica, oltre che della comunicazione e del costume. Il libro riunisce centinaia di manifesti di grandi nomi, come Aldo Scarzella, Giovanni Guerrini, Marcello Nizzoli, Michele Cascella, Mario Sironi, Enrico Ciuti, Max Huber, Ernst Scheidegger, Marco Del Corno, Eugenio Carmi, Roberto Sambonet, Massimo Vignelli, Albe Steiner, Giulio Confalonieri, Italo Lupi, Alberto Marangoni, Bob Noorda, Mauro Panzeri, Giorgio Camuffo, Anna Kulachek, 2x4, Pierluigi Cerri, Theo Crosby, Wim Crouwel, Michel Folon, Felix Humm, Norm, Massimo Pitis, Leonardo Sonnoli, Ettore Sottsass, Studio FM Milano, TassinariVetta, George Tscherny, Heinz Waibl, Lance Wyman. Nei lavori di questi protagonisti della grafica internazionale, il manifesto assume quindi una valenza simbolica, rappresentando non solo un supporto informativo, ma anche un elemento in grado di comunicare direttamente visioni e suggestioni legati ai temi e ai progetti. Il libro, di grande formato e disponibile in italiano e in inglese, si apre con l'introduzione di Stefano Boeri, Presidente di Triennale Milano, e include un saggio di Mario Piazza sulla grafica in Triennale, le schede per i ventitré manifesti delle Esposizioni Internazionali e testi di approfondimento sui manifesti e artefatti grafici legati a mostre, progetti, eventi e campagne di comunicazione, sempre redatti da Piazza. Il progetto grafico della pubblicazione è realizzato dallo studio Norm. Mario Piazza Mario Piazza (1954), grafico e architetto, lavora a Milano e si occupa di grafica editoriale, sistemi di identità e allestimento. È docente di Design della comunicazione alla Scuola di Design del Politecnico di Milano. Nel 1996 ha fondato 46xy, studio di grafica e ricerche sulla comunicazione, critica e storia del design. È stato creative director di "Domus" e direttore di "Abitare". Ha progettato l'immagine dei tascabili Einaudi e curato molte esposizioni. Nel 2008 ha ricevuto l'Icograda Achievement Award. Indice del volume - Cento anni di grafica in Triennale, Stefano Boeri - Cento anni, ventitré manifesti, una storia della grafica, Mario Piazza - 1923-2022. Manifesti ufficiali delle Esposizioni Internazionali - Un giacimento di manifesti - I manifesti di Italo Lupi e Alberto Marangoni - L’art direction di Italo Lupi - La grafica di Pierluigi Cerri - Nuove generazioni di progettisti - Un concorso negli anni della contestazione - Verso il Museo del Design - I manifesti del Triennale Design Museum - I manifesti delle grandi mostre in Triennale - La nuova immagine di Triennale Milano - Bibliografia Informazioni - Triennale. Cento anni di manifesti - a cura di: Mario Piazza - progetto grafico: Norm cartonato ricoperto - formato: 22 × 33 cm - pp. 184, euro 40,00 - due edizioni italiana e inglese... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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alexpremoli · 1 year
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Fotografo vincitore di diversi premi:
Concorsi Fotografici:
2023: 1° Classificato al 12esimo concorso Fidas Forcoli (categoria libera)
- 3° classificato al VI concorso Terme di Giunone-Caldiero
- Foto finalista e esposta al VIII concorso “La Sicurezza nei Cantieri” di Federarchitetti
- Foto finalista al "Grace e Strength - la delicata forza delle donne" e esposta nella sede di Giovani Acli Trento
- Foto finalista al I concorso "Tell Me of your Waters at Home”
- Immagine scelta per promuovere il progetto Trieste Audace in occasione dei 10 anni del Trieste photo day (festival internazionale della fotografia urbana)
2022: Vittoria nella categoria miglior foto in Bianco/Nero del Concorso #scattalabici2022 di FIAB Lodi con esposizione alla fotografia etica nel percorso off
- Premio del pubblico al IX Concorso Fotografico Fotocanzone 2022 inventa un film di Lenola.
2021: 1° Classificato nel concorso fotografico nella categoria l'Adda e I lodigiani e 2° Classificato nella categoria l'Adda che non c'è più indetto da Nüm del burgh cun quei de la madalena. Entrambe le foto sono state esposte alla Fotografia Etica nel percorso off
- Foto finalista al concorso Scats Cjanalots e esposta presso Stalon di Osais, Frazione Osais (Prato Carnico, UD)
2018: Finalista al concorso L'emozione di vedere ed esposizione presso CFZ Università CA' Foscari Zattere di Venezia
2015: 1° Classificato concorso per bilanciare il mondo dell'Associazione P.A.T.T.O. e foto esposta all'Expo 2015 di Milano
2014: 2° Classificato concorso ciclofficina con foto esposta
2023: Mostra Personale "Portraits" presso lo spazio Arte in Atrio della Fondazione Banca Popolare di Lodi
Mostre collettive internazionali 2020:
- Bucharest Photofest
- Fridge Gallery in Washington DC
Mostra collettiva nazionale
2016: "Photographers" presso Bipielle Arte
2012: Gruppo Progetto Immagine
Virtual Exhibition (Collective) 2020:
- Almanaque fotográfica, Mexico City
- Blank Wall Gallery in Athens, Greece
Digital Exhibition 2023: GuruShots Virtual Photography Gallery
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mypickleoperapeanut · 2 years
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“La Leggenda del Gallo Nero” – I&f RotoWeb Illustrato Arte Cultura Attualità
youtube
"La Leggenda del Gallo Nero"
Il film leggendario è ambientato nel territorio del Chianti Classico e vuole rendere omaggio ad un simbolo di pace, unione e condivisione, quale è il Gallo Nero.
La promozione, delle nostre peculiarità di qualsivoglia natura e genere, affinché raggiunga gli obiettivi prefissati necessità del concorso di alcuni inalienabili elementi, che sapientemente dosati, in immagini, musica e descrizioni parlate o scritte, che superino la soglia di attenzione dei distratti navigatori del web.
La comunicazione promozionale deve assolutamente assolvere al compito di facilitare il contatto tra chi guarda e il prodotto o il luogo che si vuole comunicare.
La Leggenda del Gallo Nero è la perfetta sintesi di un progetto comunicativo attenzionale, coinvolgete, emotivo ed esplicativo, in sintesi una metodologia da seguire per realizzare una comunicazione efficace duratura.
Il presupposto per una efficace comunicazione è quello di non dare mai niente per scontato, condizione che purtroppo si ripete spesso, anche nei canali istituzionali, associativi e privati, quando nel partecipare un luogo o un prodotto, si omette di dare quelle informazioni necessarie per l'immediata riconoscibilità e la facile raggiungibilita di ciò che viene comunicato con l'immagine.
Effettivamente una immagine emoziona, ma con una descrizione è in grado di parlare, partecipando ciò che è sconosciuto ai più o solo dimenticato da altri.
"La Leggenda del Gallo Nero" è una produzione tutta Made in Chianti, realizzata grazie a @swollystudio.
"La Comunicazione è importante, spesso determinante per decretare il successo o l'insuccesso di qualsiasi progetto"
Riccardo Rescio
#MadeInChiantiClassico
#ChiantiClassico #GalloNero #LeggendaGalloNero
Chianti Classico Regione Toscana Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste Ministero della Cultura Ministero del Turismo ENIT - Agenzia Nazionale del Turismo
Italia&friends Toscana Italia&friends I&f Arte Cultura Attualità
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bandiperartisti · 4 years
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Art Contest  YICCA 2021 – International Contest of Contemporary Art
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Scadenza: 16.4.2021 L’obiettivo del concorso è quello di promuovere gli artisti iscritti, dando la possibilità agli stessi di entrare a far parte concretamente del mercato dell’arte contemporanea internazionale. Internazionalità e networking rendono YICCA un’immensa opportunità per gli artisti iscritti, che potranno...
• Vincere un premio in denaro: - premio in denaro al primo selezionato Euro 3000,00 - premio in denaro al secondo selezionato Euro 1000,00
• Promuovere la loro arte tramite numerosi canali: - presentare le opere d’arte selezionate presso lo spazio espositivo stabilito da concorso - arricchire il bagaglio relazionale tra artisti finalisti e critici, curatori, galleristi, istituzioni artistiche pubbliche e private che avranno accesso alla importante esposizione. - accedere alla massima visibilità possibile attraverso la campagna pubblicitaria che seguirà il concorso in tutte le sue fasi.
La selezione della giuria porterà all’individuazione di 18 artisti che parteciperanno all’esposizione finale. Sono ammesse tutte le tipologie di opera d’arte, compresi i video, le installazioni e le performance. Tutte le opere saranno presentate tramite un’ immagine o un video e un testo descrittivo dell’opera stessa.
Tutte le opere devono essere disponibili per l’esposizione finale, devono inoltre essere di proprietà dell’artista che le propone.
Il concorso è rivolto a tutti gli artisti o gruppi di artisti, professionisti e non provenienti da qualsiasi paese del mondo. Non sono previste qualifiche particolari per l’iscrizione.
PER ULTERIORI INFORMAZIONI: https://www.contest.yicca.org/
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thehoneyboat · 4 years
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𝑁𝑜𝑛 𝑐𝑜𝑠𝑖’ 𝑑𝑖𝑣𝑒𝑟𝑠𝑜 🦆🐻🦊🐊 ~ è la prima delle due mie illustrazioni andata in finale al concorso di illustrazione @emoticon_illustralemozione . Con questa immagine ho voluto rappresentare come le diversità a volte possano invece non essere così diverse agli occhi di un bambino. Invece di giudicare, discriminare e isolare, proviamo a imitare, conoscere, amalgamare. D’altronde anche noi siamo stati bambini... non ce lo ricordiamo più? 🏛 tutte le illustrazioni arrivate in finale, sono visibili fino il 31 luglio dal lunedì al sabato dalle 13.00 alle 19.00 presso Palazzo Cordellina a Vicenza * * #illustration #illustrazione #foodillustration #childrenillustration #illustrationartists #paint #painting #draw #drawing #watercolour #watercolourpainting #creative #art #myart #art_we_inspire #artofinstagram #instapic #instagram #picoftheday #animal #illustrationbest #bestillustration #moreillustrations #illustrationNow #childrenbookart (presso Palazzo Cordellina) https://www.instagram.com/p/CC3DepBIRY8/?igshid=16dvtcjwrawct
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ladblog · 5 years
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#design #art #recycle #architecture #schizzo #minimal #contemporary #architecture #lessismore #home #lagoon #holydays #italia #handmade #architettura #illustration #igers #artist #sketch #instagood #igers #venice #artwork #venezia #sea #project #drawing #laguna #progetto #italy RECUPERO DEL FARO DI SPIGNON  More at: http://www.lad.roma.it/html_version/?page_id=10315 TIPOLOGIA : FARO LUOGO : VENEZIA (VE) PROGRAMMA: LIGHTHOUSE ACCOMODATION DIMENSIONI:130 m² PROGETTO: 2016 CONCORSO: SECONDO CLASSIFICATO CLIENTE: SIMERG s.r.l. ARCHITETTURA E INTERIOR: LAD – Francesco Napolitano, Simone Lanaro COLLABORATORI: Lorenzo Pericoli, Chiara Intreccialagli, Serena Bruno Gallo, Alessandro Barile, Laura Fernandez Moreno. Consulente per il restauro: Arch. Alfonso Tizzano Il faro Spignon si trova su una piccolissima isola della laguna di Venezia, in prossimità della Bocca di Porto che separa l’Isola del Lido dall’Isola di Pellestrina. Il faro è di proprietà del Demanio e poiché è abbandonato e parzialmente crollato, l’Agenzia ha deciso di concederlo ad un privato attraverso una gara chiamata “Valore Paese Fari”. Il progetto con il quale abbiamo partecipato prevede la riedificazione del volume crollato ed il restauro della torre esistente. Il nuovo edificio ospita una struttura con pianta flessibile che può essere utilizzata sia come abitazione sia come spazio espositivo. Le idee principali che caratterizzano questa proposta sono due: la prima riguarda l’iconografia e quindi lo spazio esterno, mentre la seconda riguarda lo spazio interno. Dal punto di vista iconografico questo progetto prova a mettere in relazione le proporzioni degli elementi architettonici tipici delle facciate dei palazzi veneziani con i sistemi costruttivi delle grandi imbarcazioni mercantili. Quindi guardando frontalmente l’edificio si possono vedere le stesse alternanze di pieni e di vuoti della Ca’ d’Oro o del Palazzo Ducale, mentre osservando l’edificio di tre quarti, la sua immagine ricorda la costruzione di uno scafo. La seconda caratteristica consiste nel proporre un’architettura che sia al suo interno trasformabile ed adattabile a diversi usi. Il sistema delle pareti mobili (presso Venezia, VE) https://www.instagram.com/p/B8yDS6UIou-/?igshid=1jn4unru2jd83
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davincialba · 5 years
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                                                ARTICOLO 21
 PERIODICO D ‘ INFORMAZIONE  DEL LICEO DA VINCI  - N. 2  A.S. 2019/20
                      “Homo doctus in se semper divitias habet” - Fedro
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INNO ALLA BELLEZZA
Il numero di questo mese vuole affrontare un argomento  spesso sottovalutato: il piacere che deriva dal contemplare un'opera d'arte o dal leggere un testo d'autore. Si tratta di qualcosa che non ha "utilità" materiale  e non si traduce in profitto immediato, pertanto  non ci si sofferma a considerarne l'importanza, nella vita di oggi. La bellezza ci circonda e spesso neanche ce ne accorgiamo: è nel sorriso di un bambino, nel volo di un uccello, nel rombo di un tuono... Chi, con il suo genio ha saputo trasmettere su una tela, su di un foglio o semplicemente su di un muro, tali emozioni, merita il nostro grazie più sincero, poiché ha lasciato ai posteri un'eredità culturale peculiare della specie umana. Anche vicino a noi vivono artisti e  scrittori: ne conosceremo due molto bravi, attraverso alcune loro opere recenti. La loro creatività vi stupirà piacevolmente e vi farà riflettere su temi importanti e delicati che solo la penna di uno scrittore o il pennello di un pittore sanno trattare, con il dovuto rispetto. Buona lettura!
INVITO ALLA LETTURA
Il ritratto di Dorian Gray
Buongiorno cari lettori! Il giornalino è tornato, con un nuovissimo numero tutto da leggere. Ho scelto, per la sezione di invito alla lettura, il romanzo   di   uno   dei   più   criticati   e   geniali   scrittori dell'Ottocento: Oscar Wilde. Il ritratto di Dorian Gray è uno dei romanzi più belli che abbia mai letto. Oltre che un quadro impietoso della società vittoriana, è una vera allegoria dell'arte come veicolo di espressione illimitato e portatore di bellezza. Wilde infatti afferma che “ l'artista è il creatore di cose belle" e che “l'artista può esprimere qualsiasi cosa”. Ora però si pone un problema non indifferente, qual è l'utilità pratica di una cosa bella? Nessuna. Perciò l'arte sarebbe una forma di ozio; sorge quindi un' altra domanda: come si può tollerare, in una società come la nostra,incentrata sulla produttività, l'inutilità dell'arte? Ecco la risposta di Wilde: “ possiamo perdonare a un uomo l'aver fatto qualche cosa di utile purché non l'ammiri. L'unica scusa per aver fatto una cosa inutile è di ammirarla intensamente. Tutta l'arte è perfettamente inutile.” Lascio a voi lettori la riflessione su questa pragmatica citazione. Questo libro narra la storia del giovane Dorian Gray e della sua trasformazione, ad opera   dell'amico   Lord   Henry  Wotton.   La   loro   amicizia scaturisce da un incontro a casa del loro amico comune, il pittore Basil Hallward, nonché l'autore del magnifico ritratto che conferisce all'opera il suo titolo. Al centro dell'intreccio troviamo   tre   personaggi   organici,  agli   antipodi   l'uno dell'altro. Al mio occhio di lettrice il soggetto più criptico e importante – escludendo ovviamente il  protagonista e il suo ritratto – è Lord Henry Wotton. Infatti è proprio a lui che l'autore   affida   i   numerosi   paradossi   ed   aforismi,   che contraddistinguono il suo stile tagliente e cinico, e per i quali è largamente citato, criticato e lodato. Nella trama Lord Henry è il diavolo tentatore, che spinge Dorian verso una strada senza ritorno, la quale lo trasformerà in una persona spietata, sempre alla morbosa ricerca di nuovi​ piaceri ossessionato dalla bellezza. Al contrario, possiamo definire Basil Hallward la personificazione della ragione.  Il pittore, infatti, aveva predetto fin dall'inizio che l'influenza di Lord  Henry  non avrebbe giovato  al  ragazzo  e che l'avrebbe   trasformato   irrimediabilmente.   Dorian   Grayinvece   è   un   personaggio  estremamente   dinamico   che subisce una profonda trasformazione durante la narrazione, tanto che è possibile identificarne tre facce: il Dorian di cui è   infatuato   Basil,   dolce,   innocente   e   inconsapevole; il beniamino di Henry e sua cavia personale che comincia ad aprirsi la strada nell'immoralità;  infine, il peccatore ternamente giovane, ossessionato dalla bellezza e privo di coscienza. L' aspetto più degno di nota però, è senza dubbio il suo ritratto, che è la rappresentazione delle paure di Dorian e dei suoi numerosi peccati. Il quadro è allo stesso tempo la realizzazione dei suoi desideri e la sua condanna. Infatti è proprio la tela a condurlo alla pazzia.  Spero che le mie parole siano state all'altezza del genio che mi ha ispirata e che questa recensione vi abbia invogliati non solo a leggere il romanzo, ma anche a fare dell'arte la vostra passione.
Matilde Ruffa
INVITO ALLA LETTURA (2)
“Kafka comprende il mondo  con una chiaroveggenza che stupisce, e che ferisce come una luce troppo intensa”.
                                                                  Primo Levi
Ein Hungerkünstler
È questo il titolo in lingua tedesca di uno degli ultimi racconti dello scrittore Franz Kafka.
L'autore de La Metamorfosi lascia sempre al lettore la possibilità di interpretare le sue narrazioni in senso piuttosto libero e soggettivo, poiché chi legge comprende fin dalle prime righe di trovarsi di fronte a  metafore e allegorie, ma non vi è nessun tipo di aiuto per "sciogliere" tali simboli che, pertanto, si possono considerare forme di "allegorismo vuoto" ovvero aperti a diverse interpretazioni.
Ein Hungerkünstler esce nel 1922,appena due anni prima della morte dello scrittore.
Ein Hungerkünstler viene tradotto nelle diverse edizioni italiane "Un digiunatore" oppure "Artista del digiuno".
Racconta con una prosa molto asciutta la triste storia di un uomo che lavora in un circo e si esibisce praticando l'astinenza dal cibo.
Inizialmente, egli gode di uno straordinario successo, ma in seguito il pubblico inizia ad annoiarsi di fronte alla sua esibizione, preferendo altro.
Come interpretare, dunque, questo racconto?
Cosa dovrebbe rappresentare il digiunatore?
Come abbiamo già premesso non possiamo che fornire una delle molteplici chiavi di lettura:
è l'artista, in generale e soprattutto lo scrittore che forse si può identificare con questo personaggio, perché colui che si rifiuta di produrre un'arte finalizzata a compiacere esclusivamente il pubblico pagante va incontro anche alla delusione, infatti non sempre la gente comune o la critica sono disposte a sostenere una forma di arte che non dia profitto.
"Io sono costretto a digiunare[...] perché non sono riuscito a trovare il cibo che mi soddisfacesse. Se l'avessi trovato, credimi, non avrei fatto tante storie e mi sarei rimpinzato come te e come tutti ".
Ecco queste sono forse le parole più intense e drammatiche di tutto il racconto e suonano come l'eco di ciò che lo straordinario scrittore di Praga andava sostenendo: "sono soltanto letteratura e non posso e non voglio essere altro".
                                                                                                Alberto Esposito
INVITO ALL’ASCOLTO
Alla ricerca di China Town
In questo artistico numero del giornalino, avrei piacere di parlarvi di una canzone a me molto cara, tratta dall'album "Museica" del cantante italiano Caparezza: mi riferisco a "China Town", nella quale il cantante si rivolge a inchiostro, matite, penne, piume d'oca... insomma, a tutto ciò che orbita intorno alla scrittura e all'arte, personificandoli e ringraziandoli di tutti i benefici che hanno portato all'umanità, dal momento che, prima dell'avvento degli anni 2000, la cosiddetta "epoca digitale", la massima ambizione per l'uomo comune era quella di esprimere le proprie idee attraverso carta e inchiostro, in modo che tutti quanti potessero avere l'opportunità di leggerle e diffonderle. L'autore racconta di come la scrittura e la composizione siano in grado di rapirlo e trasportarlo in universi lontani e città nascoste, tra le quali proprio China Town (va letto come china, intendendo l'inchiostro nero  e non come China, nome inglese della Cina) un luogo mistico, ubicato nella mente di ognuno di noi, dove risiedono la creatività e l'immaginazione, insieme alla voglia di scrivere ed esprimersi.
Con versi come: "Il luogo non è molto distante L'inchiostro scorre al posto del sangue Basta una penna e rido come fa un clown A volte la felicità costa meno di un pound",
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Caparezza vuole farci capire che spesso la felicità, la soddisfazione, non risiedono in gesti eroici ai quali tutti miriamo, in cerca di una spesso impossibile popolarità, bensì in atti ritenuti da molti inutili o semplicemente trascurati per la loro semplicità, come sedersi, alla sera, dopo una giornata ricca d'impegni, e scrivere, sfogarsi, liberarsi di tutti ciò che ci affligge o ci ha ferito, raccontare tutto il bene e il male che abbiamo ricevuto, semplicemente per noi stessi, in modo da trovare un qualche ristoro che ci sollevi da ciò che in precedenza ci ha fatto soccombere.
Se vi capiterà perciò di avere tre minuti e cinquantacinque secondi di libertà e non saprete cosa fare, vi consiglio vivamente di ascoltare questa canzone, non solo per il testo, ma anche per le forbite similitudini e giochi di parole tipici dell'autore, in grado di lasciare qualcosa anche in seguito all'ascolto.
                                                               Alessandro Cauda
LA PAROLA AGLI ESPERTI
Intervista alla scrittrice albese Giulia Marengo
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                                            Immagine pubblicata per concessione dell’artista
Quando è nata la tua passione per la scrittura?
Da bambina sognavo di fare la scrittrice. Ma anche l’astronauta, l’archeologa e il Nobel per la medicina, quindi prima o poi dovevo azzeccarci. Ho sempre amato scrivere, però i miei temi erano sempre un po’ troppo fantasiosi, un po’ sopra le righe, difficili da imbrigliare nelle redini strette dei saggi rigorosi e degli articoli di giornale che tanto erano in voga al Liceo Classico in quegli anni. Perciò la passione è rimasta dormiente per qualche anno, fino a che ho deciso di partecipare a un gioco di narrazione a tema fantascientifico – su Star Wars, per la precisione, un’altra delle mie passioni. Da quel momento, si sono rotti gli argini e tutte le storie che avevo represso negli anni sono defluite su pagine e pagine, inarrestabili. A 19 anni, per scommessa, ho inviato un racconto a un concorso letterario nazionale – proprio “Anatomia di un paradosso”, che poi, anni dopo, è stato incluso nella raccolta “32 frammenti dell’anima”. Inaspettatamente, ho vinto. Così ho preso coraggio e mi sono lanciata in un progetto più corposo, poi un altro. E così è cominciata. Ma la passione? Quella è sempre stata lì.
Quanto tempo ti occorre per elaborare e scrivere un racconto?
Il tempo, quando si scrive, è relativo. La “sindrome della pagina bianca” può giocare brutti scherzi ma, quando le condizioni sono propizie, sono molto prolifica, e riesco a scrivere circa un racconto al giorno. Come è ovvio, il seme dell’idea deve essere già lì, annidato da qualche parte nella confusione della mia mente, ma poi sono le voci dei personaggi che prendono il sopravvento, e raccontano la loro storia. Io ci metto solo le dita, e qualche virgola qua e là.
Durante la stesura di “32” ero sotto contratto, quindi avevo delle tempistiche molto stringenti. In tre mesi – nonostante un lavoro a tempo pieno - ho consegnato al mio editore la raccolta completa.
In "32 frammenti dell'anima" spazi dal genere realistico all'umoristico al fantastico, quale di questi senti di incarnare meglio?
La sfida di “32” è stata proprio giocare con in generi e mettermi alla prova. Arrivavo da un discreto successo con il fantastico, che è molto nelle mie corde, ma volevo cimentarmi con qualcosa che mi venisse meno naturale. In tutta sincerità non riesco a giudicare da me quali siano stati i risultati, ma i lettori hanno molto apprezzato i racconti più noir e, con mia sorpresa, quelli umoristici. Nelle mie preferenze c’è sicuramente una vena tragica, come ahimè ben sanno i miei personaggi… nessuno di loro è al sicuro quando mi metto alla tastiera.
C'è un racconto "Anatomia di un paradosso" che affronta un tema molto delicato, ma lascia un po' scioccato il lettore nel finale, perché hai pensato ad un epilogo così?
"Anatomia di un paradosso" è un racconto che amo molto (vi si affronta il tema dell'omosessualità N. D. R.). Originariamente ambientata a San Francisco e poi ricondotta in Italia, è una storia che si è scritta da sé. È volutamente provocatoria per un Paese come il nostro, dove stentano a essere superati alcuni pregiudizi. L’epilogo è scioccante, è vero, ma non poteva essere diversamente. Fa pensare, quando la diversità – qualunque tipo di diversità – è così tanto temuta da dover essere taciuta a ogni costo, persino a quello della vita stessa.
In altri racconti come "Masca" ad esempio ti fai interprete delle tradizioni popolari e della storia del tuo territorio, quanto conta per te l'attaccamento alle tue origini?
Durante i miei primi anni di scrittura ho avuto il piacere di collaborare con Donato Bosca a un progetto, per Araba Fenice, che raccoglieva le storie delle masche, raccontate a voce dagli anziani dei paesi di Langa e poi da me ricondotte alla pagina scritta. Alcuni di questi racconti mi sono rimasti nel cuore, ma più di tutto vi occupa un posto speciale la mia bellissima terra. Ho avuto il privilegio di studiare e vivere all’estero, ma le colline, quella luce speciale che incendia le vigne solo nei pomeriggi più limpidi di metà ottobre, le pennellate di colore dei petali di rosa che occhieggiano fra il verde dei pampini, mi mancavano troppo. Così, sono tornata a casa. Amo viaggiare, tantissimo. Ma alla fine, le mie radici sono qui, e amo pagarne tributo nei miei lavori.
Il racconto "L'uomo della polvere" è molto poetico, avresti voglia di raccontare la genesi di questa particolare narrazione?
Anni fa avevo un collega molto peculiare. Silenzioso, modesto, laborioso. Un’acqua cheta, come si suole dire. Poi ogni tanto cominciava a parlare, e raccontava storie meravigliose di viaggi esotici e avventurosi. Come spesso succede, queste informazioni sono sedimentate lentamente e poi sono tornate a galla, e “l’uomo della polvere” ha preso forma sulla carta. Nella raccolta ci sono tantissimi riferimenti a persone che conosco nella vita reale, magari distorte, combinate un po’ a casaccio, rielaborate, abbinate e poi di nuovo spaiate come le perline di una collana. Se vi capiterà di leggere anche il racconto “il cervello di uno scrittore”, beh, è tutto spiegato lì.
Stai lavorando ad un nuovo progetto letterario?
Ahimè, no. Mi sono presa quello che è partito come un anno sabbatico – sono diventata mamma – ma scrivere, per me, significa lavorare anche dodici ore di seguito, chiusa da sola dentro a una stanza. Conciliare la scrittura con un lavoro a sua volta molto impegnativo e con la mia famiglia è diventato al momento troppo difficile. Ho comunque almeno due romanzi nel cassetto, che prima o poi vedranno la luce. Di certo la mia storia d’amore con la pagina scritta non è finita.
Cosa suggeriresti a chi, come noi, frequenta ancora il Liceo e avrebbe tanto desiderio di fare della letteratura un progetto di vita?
Leggete. Leggete, leggete, leggete. Qualsiasi cosa, di qualsiasi genere. L’importante è che vi piaccia, senza leggere non è possibile imparare a scrivere. Perché è solo attraverso la lettura che si assorbe il ritmo, quella melodia armonica e perfetta che poi verrà riarrangiata sulla carta.
E poi scrivete, cancellate, riscrivete, correggete, buttate via tutto e ricominciate. Scrivere è difficile, è un lavoro infinito di lacrime e sangue. Ma se vi piace, l’unico consiglio che posso dare è “non mollate”. Anche se i vostri scritti rimanessero inediti, ne sarà valsa la pena.
Intervista condotta dalle alunne Martina Borgogno e Chiara Calissano
LA PAROLA AGLI ESPERTI  (2)
Intervista al pittore Mauro Rosso
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                                                 Immagine pubblicata per concessione dell’artista
Mauro Rosso è nativo della città di Alba dove vive e lavora e nonostante i fitti impegni è stato così gentile da concederci un po' del suo tempo.
Da quanto tempo coltiva questa sua passione?
"Ci sono PASSIONI con le quali hai a che fare da quando apri gli occhi la prima volta, per fortuna poi la curiosità che ho oggi è la stessa di quando ero piccolissimo."
Da cosa è ispirato?
"Mi è sempre piaciuto osservare, badare alle sfumature... Mi piacciono le persone che - dicono qualcosa- e che sanno ascoltare e ragionare con la propria testa. Mi piace il battito di ciglia o il sorgere leggero di un sorriso, la voce musicale. Mi piace ascoltare musica, non potrei farne a meno, mi piace guardare le mie dita muoversi sulla tela, stanno bene insieme... Io parlo tanto, ma ci sono momenti in cui resto in silenzio ad ascoltarmi. È in quei momenti che fabbrico i miei pensieri più veri, mentre cammino per le strade, osservando la gente che passa... O assaporando il sole che mi scalda dentro... Amo le cose belle, le belle storie che dicono qualcosa, mi piace tutto ciò che fa palpitare il cuore "
Nella collezione Hero, il soggetto prediletto è Batman, perché?
Per quale motivo ha, inoltre, deciso di inserire i supereroi all'interno di contesti di vita quotidiana?
"... Una notte, senza prender sonno, mi è tornato in mente il mio eroe preferito di quando ero bambino... Sotto un'altra luce... Vestito dei problemi di tutti i giorni: la spesa, la famiglia, le bollette. Tutto questo mi ha suggerito la collezione Hero, la trasposizione dal fumetto alla vita reale.
Le tele - si presentano - come frame di un vecchio film, immagini di un uomo normale. Un uomo normale vestito da eroe".
Intervista condotta da Marta Caffa e Yasmine Hijji
LA FUCINA DELLE IDEE
L’arte della poesia
Io sono come il re di un paese piovoso,
ricco ma impotente, giovane e però vecchissimo,
che, sprezzando gli inchini dei suoi precettori,
s'annoia coi suoi cani come con ogni altra bestia.
Nulla può farlo gioire, né preda, né falcone,
né il popolo che muore in faccia al suo balcone.
Del buffone favorito la grottesca ballata
non distrae più la fronte di questo crudele malato.
Il suo letto gigliato si trasforma in sepolcro,
e le dame d'intorno, per le quali ogni principe è bello,
non san più che impudica toilette trovare
per cavare un sorriso a quel giovane scheletro.
Nemmeno il sapiente che gli fabbrica l'oro è stato in grado
di estirpare dal suo essere l'elemento corrotto;
e in quei bagni di sangue ereditati dai romani
che gli uomini potenti rimembrano nei loro vecchi giorni,
egli non ha saputo riscaldare quest'ebete cadavere
in cui non scorre il sangue, ma l'acqua verde del Lete
L’arte è la voce delle nostre anime. La musica sfama il nostro bisogno di emozioni. La letteratura e la poesia sono la voce della nostra società, una voce spesso scomoda che denuncia un disagio generazionale o sociale. E’ stata spesso la voce di proteste, rivoluzioni, di idee o sentimenti. Spesso l’arte è un veicolo con il quale condividere emozioni, energie.Ho sempre pensato che la poesia fosse meravigliosa perché la si può interpretare come il cuore accoglie le parole che modellano la poesia stessa e il pensiero di ognuno non potrà essere criticato poiché l’arte è libera e così deve rimanere. Ho deciso di citare una nota poesia di Baudelaire perché nella sua espressione geniale,atratti macabra, che può piacere o no, è un esempio di protesta. Premetto che, oggettivamente, l’idea artistica dello spleen baudelaireiano ha posto le basi della letteratura moderna, trasportando con séil suo disagio, la sua apatia e il suo ribrezzo per il mondo industrializzato in una realtà che mescola storia con mondi fantasiosi. Il poeta si sente impotente, mutilato da una società che valorizza il prodotto, non le persone, non le idee. In molte delle sue poesie appare un elemento comune ovvero l’umiliazione a cui la società lo sottopone e il poeta sceglie, non a caso, la parola spleen, che indica la nausea per la nuova società modellata dalle industrie. Per questo motivo, il poeta inizia a condurre una vita alternativa, sull’onda dell’eccesso. La poesia è mistero, la poesia è un’arte che seduce l’anima con giochi di parole perfetti, spesso poco precisa o enigmatica,appare come un paesaggio annebbiato, dove i contorni non sono ben delineati. Tutto questo dovrebbe farci riflettere: l'arte e tutti i suoi mezzi per esprimersi sono un bisogno primordiale di comunicare… più potente delle armi, più potente della violenza.
​Stefan Huru
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basementprojectroom · 7 years
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Valentina Biasetti Sometimes you should try to fly a cura di Alessandro Di Gregorio 14 ottobre - 19 novembre 2017 Basement Project Room | arte contemporanea inaugura la sua sesta stagione espositiva e riapre le sue porte con la nuova esposizione personale di Valentina Biasetti (Parma, 1979), dopo averla scelta tra i finalisti del concorso We Art Open indetto da No Title Gallery presso lo Spazio Paraggi di Treviso nel febbraio 2017. Nella ricerca della verità sii pronto a imbatterti nell’inatteso, poiché essa è difficile da trovare e, una volta trovata, stupefacente. (Eraclito) Solo Narciso, Alice e Orfeo, finora, sono passati al di là dello specchio. Immersi nel girotondo degli sguardi mancati o negati, Sometimes you should try to fly è un planetario intimo, arricchito e costellato di ritratti ma soprattutto di autoritratti: concepiti ed elaborati non come cronistoria, i lavori presentati indagano la “forma” delle situazioni e ciò che si nasconde in ogni essere umano piuttosto che il limitarsi a descrivere ciò che all’occhio risulta in superficie. Valentina Biasetti ha sempre cercato di scoprire, o perlomeno di rendere intuibile, la inquietante presenza dell’occhio in ogni cosa, preoccupandosi di segnalare la dimensione misteriosa del silenzio che ci circonda. In questa sua profonda consapevolezza emerge la discontinuità del divenire. Una macchia di colore e la foglia d’oro, un gesto tagliente e la delicatezza di un segno, il nero che annulla e la presenza timida: ecco alcuni tra i tanti aspetti su cui si è appuntata la tornitura visiva di Sometimes you should try to fly, con salti a ritroso nel tempo che restituiscono la forma omogenea dello sguardo allo specchio. Per quanto individualmente circoscritta e pertinente all’esperienza umana ed esistenziale, le gabbie immaginarie ed immaginate in questa esposizione fanno lievitare o sprofondare le figure in una sorta di argentea atmosfera che ne sottolinea l’aspetto di favola o di incubo, anche quando si evidenzia il dettaglio narrativo o la minuzia del particolare di un lembo di stoffa. Per comprendere l’influenza polimorfa di queste gabbie sulla vita interiore è indispensabile lo studio analitico dello stato emotivo, delle condizioni e delle circostanze, in una sorta di sezione della realtà: la natura del silenzio in cui ogni figura fluttua è un concetto chiave nella lettura delle opere. Di fatti, Valentina Biasetti utilizza la velatura del silenzio come uno strumento utilitario per la composizione e la narrazione, trasformandola in esperienza del silenzio e ricerca spasmodica di un equilibrio all’interno del lavoro, anche – e soprattutto – quando il gesto ed il colore distruggono questo equilibrio. La profondità di campo che si delinea genera movimento nella fissità e simmetria nel caos, lasciando lo sguardo libero di indagare e di cogliere anche la minima variazione di pressione che la matita imprime sulla carta o sul lenzuolo. Sono dunque i gesti reali a determinare la solitudine dello spazio, a scandire e a sferzare frustate di colore, a relegare la figura a semplice isola in mezzo al vuoto di un oceano candido; le relazioni tra i soggetti ed il colore sono le dicotomie tra le distanze e gli avvicinamenti, le ombre persistenti che si proiettano oltre lo sguardo. Le matite dure e morbide, i colori primari che si mescolano ed i gesti informali formano il nucleo dell’analisi del soggetto umano come ambiguo, fallibile e misterioso, ma allo stesso tempo potenzialmente potente, amorevole e creativo. La debolezza, la fragilità e il fallimento dell’uomo coesistono con la capacità, il potere e la possibilità umane, e il linguaggio pittorico può – in questo caso – recuperare e ripristinare attraverso tentativi aperti e completi di interpretazione: è un atto quotidiano, un riconoscimento inevitabile della natura conflittuale e dicotomica della vita umana. Senza cinismo e senza disperazione, ma con cura. __________________________________________ Valentina Biasetti Sometimes you should try to fly inaugurazione 14 ottobre h 18.30 dal 14 ottobre 2017 al 19 novembre 2017 Basement Project Room | arte contemporanea Via Tommaso d’Aquino 26 04022 Fondi (LT) www.basementprojectroom.tumblr.com [email protected] T. 329 2753063
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danielscrepanti · 5 years
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La bufala di “A work of art about light”
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Anche per chi si crede sempre più architetto di tutti gli altri, l’architettura e i progetti di architettura non dovrebbero essere fatti solo di acciaio e vetro e disegni esecutivi ma anche di idee e tante (a volte troppe) parole. In architettura, e un po’ in tutte le cose, le chiacchiere non stanno mai a zero. Fanno parte anche loro dell’opera e sono esse stesse elementi del progetto. La realtà non esiste, se non la diciamo, anche quando la disegniamo. La celebre immagine stile Focus del tetto di vetro per Notre Dame non è sicuramente uscita dal “sunday morning sketching” di Norman Foster. Ma è un’immagine che ha provato ad illustrare le idee (piuttosto simili) di una serie di architetti britannici con cui ha interloquito il corrispondente per l’architettura Jonathan Morrison del The Times (articolo “Sharp British ideas for Notre Dame” del 20 aprile, https://www.thetimes.co.uk/article/sharp-british-ideas-for-notre-dame-80dpntdzj, per leggerlo gratis occorre approfittare dei 30 gg di prova). Nei giorni successivi, l’immagine è stata poi erroneamente decontestualizzata da molti siti che si occupano di architettura ed è stata associata tout court (anche da me, mea culpa) alla proposta progettuale di Foster per Notre Dame. Proposta che ancora non esiste. O esiste? Pongo la domanda perché non mi pare che fino ad oggi Foster abbia chiesto a qualcuno di rettificare i contenuti dell’improvvida illustrazione scaturita anche dalle sue innocue quanto ambigue, e versatili, parole (nel titolo del post è citato quello che potrebbe essere uno splendido motto per la sua tavola di concorso). E ci mancherebbe altro. Sarebbe stato come se Renzo Piano avesse ritirato la foto della ‘idea omaggio’ per il ponte a Genova dopo aver presentato la sua proposta a Toti, questa estate, con una bozza di plastico e tanta foto aerea.
Ma allora l’illustrazione illustra il progetto di Foster pur non essendo fatta con le sue matite colorate?
Sul The Guardian, sempre il 20 aprile, l’architetto ha dichiarato a Steve Rose:
“As an aside, the roof that has been destroyed had wooden frames – each was made from an individual oak tree – 1,300 in total. Hence its nickname, “the Forest”. It was rarely visited so, surely, this is an opportunity to recreate a once-hidden – and now destroyed – timber structure with a modern, fireproof, lightweight replacement. The ideal outcome would be a respectful combination of the dominant old with the best of the new.”
(https://www.theguardian.com/world/2019/apr/20/even-more-beautiful-should-notre-dame-get-a-modern-spire)
La lezione è che a volte occorre aspettare i concorsi e fare meno dichiarazioni superficiali ai giornalisti. Perché la comunicazione non è solo un gioco di visibilità. E l’architettura non è solo una mozzarella da strizzare (pur essendo terribilmente morbida).
Amen 🙏
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lamilanomagazine · 1 year
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Miss Italia Lombardia 2023: Francesca Tammaro vince la sesta finale regionale ed è Miss Sport Givova Lombardia.
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Miss Italia Lombardia 2023: Francesca Tammaro vince la sesta finale regionale ed è Miss Sport Givova Lombardia. Sabato 22 luglio si è svolta la sesta finale regionale del Tour Miss Italia Lombardia 2023 che ha visto sul gradino più alto del podio la Milanese Francesca Tammaro che accede alle pre-finali nazionali con il titolo di Miss Sport Givova Lombardia! Alessandra Riva e Giuseppe Sanna hanno organizzato a giugno una selezione regionale, evento che ha portato i riflettori su questa ristrutturata struttura della provincia Bergamasca. Ettari di terreno immersi nella natura, tanto amore per gli animali ma soprattutto, novità degli ultimi anni, un centro di riabilitazione equestre riconosciuto dal Ministero per gli interventi assistiti con gli animali e da pochi mesi anche un centro sportivo: la Rosa del Padel, del quale German Denis “El Tanque” ne è immagine e promotore. Il 22 luglio hanno deciso di creare nuovamente un connubio tra bellezza e sport e di organizzare la finale regionale di Miss Sport Givova Lombardia. L’animazione pomeridiana che ha visto protagoniste le concorrenti ha coinvolto le 3 realtà de La Rosa Bianca. La giornata infatti si è interamente svolta negli ampi spazi del Centro sportivo La Rosa del Padel, del Centro Ippico e nei giardini del ristorante e location per cerimonie La Rosa Bianca che hanno fatto da sfondo all’intenso programma delle Miss. Le prime ore dopo il casting sono state dedicate a shooting fotografici e riprese video che hanno permesso di rappresentare le bellezze in gara nella caratteristica location, oltre che alla realizzazione di contenuti social per presentare le ragazze al pubblico del web e documentare l’emozionante giornata. La preparazione dello spettacolo è poi continuata con la sessione di “trucco e parrucco”: Il look delle Miss è stato curato da “La Peluqueria di Giorgia Caglioni” di Calcinate (BG) e “Non sono lady di Marco Marazzi” di Rodigo (MN) per Framesi, la multinazionale italiana dell’hairbeauty professionale. Lo spettacolo serale è poi iniziato alle h 20:30. Non solo concorso di Bellezza, Miss Italia Lombardia è un importante palco per dare voce alle giovani d’oggi donne di domani, con i loro sogni, esperienze ed obiettivi per il futuro. Abiti da sera, sfilate, gare ed esibizioni: le aspiranti Miss hanno affrontato tutto questo in una serata all’insegna della moda, spettacolo e bellezza Lo spettacolo ha visto brillare a fine serata Francesca Tammaro che è stata premiata Miss Sport Givova Lombardia, 18 anni di Lainate (MI), 172 cm di altezza, occhi marroni e capelli castani. La sua grande passione è il ballo, attraverso questa arte riesce ad esprimere se stessa e si sente libera. Un suo sogno nel cassetto è di poter far parte del mondo della moda. Si è appena diplomata e a settembre inizierà la facoltà universitaria di Marketing e Comunicazione per l’impresa. Sul podio al secondo posto Gaia Grimoldi, 18 anni di Brugherio (MB), 173 cm di altezza, occhi marroni e capelli castani. È stata campionessa regionale di pattini a rotelle per il 2017, il 2021 e il 2022. Si è appena diplomata al liceo linguistico e a ottobre inizierà il percorso universitario di Fashion Marketing presso IED Milano, dopo aver ricevuto una borsa di studio. In futuro il suo sogno è diventare una manager di ufficio stile. Al terzo posto Giulia Botta, passa alle regionali, 20 anni di Brescia (BS), alta 178 cm, capelli castani e occhi marroni. Una delle sue più grandi passioni è il canto, è cantautrice infatti vorrebbe che diventasse la sua professione. Per la selezione di Miss La Rosa Bianca le prime due classificate passano alle finali regionali: 1. Miss La Rosa Bianca è Giorgia Aceti, (passa alle regionali) 20 anni, di Seriate (BG), 170 cm di altezza, capelli castani e occhi verdi. Si è appena diplomata all’istituto Socio Sanitario perché nel futuro le piacerebbe lavorare con i bambini. Allo stesso tempo le piacerebbe coltivare la sua passione per la recitazione, infatti si iscriverà all’accademia di recitazione. In futuro le piacerebbe lavorare nel mondo dello spettacolo e della moda 2. Miss Bellezza Rocchetta è Alice Premoli, (passa alle regionali) 18 anni, di Manerbio (BS), 173 cm di altezza, capelli biondi e occhi verdi. è una studentessa di liceo indirizzo scienze umane. Pratica pallavolo fin da piccola e questo sport le dona costanza e determinazione. Le piace provare nuove esperienze e per questo ha deciso di iscriversi a Miss Italia. 3. Miss Framesi è Laura Bevilacqua, 24 anni, di Monza (MB), 165 cm di altezza, capello castano e occhi marroni. Nella vita lavora come Area Manager per una catena di supermercati. Fin da piccola ha praticato danza, dalla danza classica all’hip-hop, e di recente si è diplomata come atleta certificata CONNI per poter insegnare. 4. Miss Quarta è Greta Gecaj, 21 anni, di Montecalvo Verseggia (PV), 174 cm di altezza, capelli castani e occhi marroni. È italo-albanese e questo le ha dato l’opportunità di vivere due culture diverse. Attualmente lavora in un ufficio di assicurazioni, ma la sua passione è viaggiare. Ha deciso di partecipare a Miss Italia per mettersi in gioco, affrontare una nuova esperienza e per poter arricchire il suo “bagaglio” di conoscenze ed esperienze. 5. Miss Quinta è Vanessa Torcoli, 19 anni, di Adro (BS), 165 cm di altezza, capelli ramati e occhi marroni. È una studentessa e si è appena diplomata al liceo artistico. Ha appena fatto i test di medicina e nel futuro vorrebbe diventare chirurgo plastico con lo scopo di far sentir le persone bene con loro stesse perché anche lei per un periodo non si trovava bene con il suo corpo. Un suo talento è fare il make-up, in particolare trucchi scenografici. 6. Miss Sesta è Serena Moscatelli, 21 anni, di Figino Serenza (CO), 175 cm, capelli biondi e occhi marroni. È prossima alla laurea in infermieristica ed è stato sempre il suo sogno fin da piccola diventare infermiera perché la sua sorellina è volata in cielo 2 anni fa e le ha fatto una promessa. Nel tempo libero si dedica al giornalismo sportivo seguendo la pallacanestro di serie A e il calcio serie B. Alessandra Riva si dice entusiasta di questa importante tappa del tour 2023: è bello che il concorso possa portare alla luce strutture che sono punto di riferimento e “Scuola di Vita”, come dice Giuseppe Sanna. In questo periodo in cui soprattutto i giovani hanno vissuto ancora più intensamente le problematiche della crescita per le restrizioni covid-19, è importante sapere che esistono ambienti che si basano su valori profondi e danno la certezza di un aiuto concreto in caso di necessità. La giuria è stata presieduta Jonathan Facchi, imprenditore, affiancato dal segretario Melissa Arnoldi, pre-finalista nazionale 2022. La giuria era composta anche da German Denis, detto “El Tanque” ex- giocatore dell’Atalanta, Josè Luis Ovando, direttore sportivo de La Rosa del padel e Michele Morelli in rappresentanza di Framesi. Madrine della serata: Alessia Anzioli, Miss Miluna Lombardia 2023; Valeria Corna, Miss Bergamo Brescia 2023, e Giorgia di Pucchio, Miss Bella dei laghi.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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cristinacusani · 5 years
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Dopo un intenso lavoro di valutazione la giuria composta da: Simona Bordone, Orietta Brombin, Riccardo Caldura, Gabi Scardi e Luigi Viola ha selezionato i quindici artisti finalisti della prima edizione del premio di arte contemporanea States of Mind dedicato agli UNDER 35.
Il premio, a cura di Petra Cason è ideato da Gli Stati della Mente e realizzato con il sostegno del MiBACT e di SIAE, nell’ambito dell’iniziativa “Sillumina – Copia privata per i giovani, per la cultura”, avvalendosi del patrocinio di PAV – Parco Arte Vivente (Torino) e dell’Istituzione Fondazione Bevilacqua La Masa (Venezia).
Le opere finaliste saranno esposte dal 2 al 17 febbraio presso lo storico Palazzo Valmarana Braga a Vicenza. In occasione dell’inaugurazione Barbara Fragogna, direttrice della galleria d’arte torinese partner del concorso Fusion Art Gallery / Inaudita, in accordo con la giuria, a decreterà il vincitore che avrà la possibilità di effettuare una residenza d’artista e la conseguente mostra personale presso la galleria.
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La mia opera “Desideravo eliminare aspetti negativi di me, poi ho capito che stavo iniziando a scomparire” è una fotografia scattata nel 2009 ma che fa parte di un lavoro iniziato nel 2017, quando ho cominciato a prendere coscienza del suo significato. Quest’opera nasce dalla necessità d’ indagare quella tendenza a sentirsi sbagliati che provoca sofferenza, paura e solitudine, conducendo alla negazione di se. Il lavoro in cui si inserisce è ancora in corso e affronta una serie di difficoltà passando attraverso la perdita, il ricordo, il desiderio di maternità e l’incertezza del futuro. Da questa immagine comincia un percorso verso la consapevolezza che permette di trasformare le tendenze distruttive in modo che ogni crisi diventi un’opportunità.
INFO
STATES OF MIND
Palazzo Valmarana Braga
Corso Fogazzaro 16, Vicenza
Inaugurazione venerdì 1 febbraio alle 19.00
La mostra sarà visibile fino al 17 febbraio con i seguenti orari:
Dal martedì alla domenica h:10.00 – 13.30
mercoledì, venerdì, sabato e domenica h: 16.00 – 19.00
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fashionluxuryinfo · 6 years
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MODA MOVIE 2019, ONLINE IL BANDO PER GIOVANI REGISTI
Per la 23ª edizione di Moda Movie, il progetto dell’associazione Creazione e Immagine nato dall’idea di celebrare e approfondire la relazione fra Moda, Cinema e Arte, al contest per giovani fashion designers, che ogni anno seleziona 15 finalisti che si contendono il premio omonimo, viene affiancato quest’anno un concorso per giovani registi con l’obiettivo di valorizzare e promuovere i talenti del mondo degli audiovisivi
https://www.fashionluxury.info/
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mypickleoperapeanut · 2 years
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"Eraclio D'oro 2023"
Il 1°Febbraio 2023, nei saloni "Smeraldo Ricevimenti" di Canosa di Puglia, in Provincia di Andria/Trani/Barletta, ha avuto inizio l'ottava edizione dell’Eraclio d’oro, Il concorso di alta cucina, organizzato dall’Associazione Cuochi e Pasticceri della Bat e dalla LILT (Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori).
Un evento straordinario che mette in evidenza l'Arte culinaria dei nostri Chef.
Un momento di confronto per la maggiore valorizzazione dei prodotti tipici delle nostre 'Terre Uniche' trasformandole in specialità che concorrono a caratterizzare e identificare le peculiarità del Territorio Pugliese.
Una bella opportunità per gli studenti delle Scuole Alberghiere presenti, che hanno avuto modo di constatare la grande professionalità degli Chef che hanno preso parte all'evento.
Il concorso di alta cucina, "Eraclio d'oro" si fregia con orgoglio del patrocinio di numerosi soggetti istituzionali come la Regione Puglia e la Provincia di Barletta/Andria/Trani, le Città di Barletta e Canosa di Puglia, che anche quest’anno ha ospitato dell’evento, il Parco Nazionale dell’Alta Murgia,
il GAL DaunOfantino, la Federazione Italiana Cuochi, l’Unione Regionale Cuochi Puglia e la LILT provinciale come social partner.
L’organizzazione si è avvalsa del contributo economico e logistico di numerose Aziende e di To.Di.Food come main sponsor di assoluto rilievo.
L’inizio della vera e propria gara del concorso nelle sale di "Smeraldo Ricevimenti", del dottor Luciano Papagna, che con le sue attrezzatissime cucine e gli impeccabili laboratori di pasticceria ospita la kermesse culinaria che ha avuto inizio 9.30 concludendosi con la premiazione alle ore 17.00.
La cena di gala che concluderà l’intera manifestazione dell’Eraclio d’oro è invece per giovedì 2 febbraio, sempre allo Smeraldo Ricevimenti.
Italia&friends Puglia Antonio Pistillo Italia&friends I&f Arte Cultura Attualità
Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste Ministero delle Imprese e del Made in Italy Ministero della Cultura Ministero del Turismo Ministero dello sviluppo economico e del commercio
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Credito immagine Antonio
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bandiperartisti · 4 years
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Concorso artistico 2021 - Lab.18 art contest
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Lab.18 art contest è un concorso artistico aperto a tutti gli artisti. Le opere ammesse al premio d’arte sono: disegno, pittura, scultura, fotografia, grafica, tecnica mista, grafica digitale e video. Una grande opportunità per gli artisti che hanno la possibilità di vincere un premio in denaro, di esporre le proprie opere e molto altro. Scadenza: 11.3.2021
Premi: 5000,00€ -premio collaborazione per nuova collezione Malamegi -premio acquisizione opera -premio in denaro -premio libro monografico
Sono ammesse le seguenti tipologie di opere: pittura, fotografia, scultura, mix media, arte digitale, grafica, video, net art, altro (sono ammesse tutte le opere visuali che possono essere riprodotte attraverso una immagine o un video).
Il concorso è rivolto a tutti gli artisti, grafici, designers, pittori, fotografi, ecc., professionisti e non, provenienti da qualsiasi paese del mondo.
PER ULTERIORI INFORMAZIONI: https://www.lab.malamegi.com/it/
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