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#corpo umano
ilcontroverso · 7 months
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La rappresentazione del sé: l'evoluzione della narrazione del corpo nelle arti
Com'è evoluta la rappresentazione del corpo nelle arti? Dalla Preistoria fino ai giorni nostri le rappresentazioni del corpo sono certamente cambiate. Ce ne parla Antonia Cattozzo. #IlControVerso #notizie #pensieri #politica #libertà
Può risultare davvero molto complesso, per certi versi perfino effimero, parlare di rappresentazione del sé al giorno d’oggi. Ci troviamo infatti a vivere in un mondo in cui il mostrare e il mostrarsi fa parte della quotidianità: ormai tutti, chi più e chi meno certamente, condividiamo le nostre giornate con persone che hanno fatto dell’esposizione mediatica il proprio lavoro. I media, primi fra…
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showroomhaircut · 1 year
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Adobe e la sua guerra segreta contro la gamba
Sì, è incredibile come tra il mio ultimo articolo e ora sia riuscito a trovare me stesso in una sorta di scontro epico con vari operatori del servizio assistenza di Adobe. Come ho già condiviso in precedenza (qui il link), il nuovo strumento rivoluzionario denominato “Generative Fill” – parte integrante della versione beta di Photoshop – sembra davvero in grado di compiere vere e proprie magie,…
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attimi-sfuggenti · 5 months
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Proprio non lo capite che le mie esperienze sono così traumatiche da aver formato uno spettro di essere umano, da sembianze e movenze simili, ma che non riuscirà mai a sopravvivere a questo mondo.
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dominousworld · 1 year
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La scienza in Cina: dai Qin-Han ai Tang. Immortalità del corpo umano: l'alchimia
La scienza in Cina: dai Qin-Han ai Tang. Immortalità del corpo umano: l'alchimia
di Fabrizio Pregadio Immortalità del corpo umano: l’alchimia Le prime testimonianze storicamente attendibili sull’alchimia cinese risalgono alla metà del II sec. a.C. La sua tradizione, durata due millenni e tuttora ininterrotta in alcuni suoi aspetti, ha dato origine a numerose correnti, a un’ampia serie di pratiche e tecniche e a un corpus letterario di notevoli dimensioni, solamente in parte…
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affascinailtuocuore · 8 months
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Anna Maria Urso-CORPO, storia di un viaggio sorprendente: “In un primo momento, spiega Platone, il genere umano era composto solo di uomini”
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rockingtheorange · 11 months
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Henry gasping for air, unable to accept how Alex was there fighting for them, for him.
Alex was there regardless of Henry leaving, of an ocean between them, regardless of their public roles and futures...
Alex knew Henry was his future, but Henry never imagined the possibility of even having one, in the first place.
I associate Henry's gaps with this quote:
"And you can't explain it, when it really happens, when you feel all the weight of the irremediable condition of human being. While feeling the body forcefully slamming against the walls of the soul. The exact moment you know you love."
(Come Anima mai - Eng translation)
Original quote from Come Anima Mai by Rossana Soldano:
E non puoi spiegarlo, quando davvero accade, quando senti addosso tutta l’irrimediabilità della condizione di essere umano. Mentre senti il corpo sbattere prepotentemente contro le pareti dell’anima. Il momento preciso in cui sai di amare.
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lunamagicablu · 15 days
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“Gli antichi ritmi della terra si sono insinuati nei ritmi del cuore umano. La terra non è fuori di noi; è dentro di noi: l'argilla da cui cresce l'albero del corpo.” ― John O'Donohue art by Lauren Lost ******************** “The ancient rhythms of the earth have crept into the rhythms of the human heart. The earth is not outside us; it is within us: the clay from which the tree of the body grows.” ― John O'Donohue art by Lauren Lost
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eleonorasimoncini · 2 days
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Chiede di rivedermi. quando aspetto nella poltrona della sua stanza, e lui si inginocchia a baciarmi, è più strano di tutti i miei pensieri. Con la sua esperienza mi domina. […] Mi sussurra cosa deve fare il mio corpo. Io obbedisco, e nuovi istinti si risvegliano in me. Mi ha conquistata. Un uomo così umano; e io, all'improvviso, sfacciatamente naturale.
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libero-de-mente · 8 months
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Dopo aver postato i miei addii alla chihuahua Minù e al gatto Alvin, scomparsi davvero troppo presto e a distanza di trentasei ore tra di loro, ho potuto constatare quanto la presunzione di superiorità dell'essere umano sia di quanto più lontano dall'essere davvero umani.
Semmai disumani.
Per molti lo strazio che alcuni esseri umani provano per la scomparsa di un animale domestico è una deriva.
Una preoccupante deriva, dove si pongono sullo stesso piano i nostri amici a quattro zampe con la vita di un altro essere umano.
Non credo che una persona psicologicamente equilibrata voglia mai paragonare la perdita di un cane o di un gatto con quella di un genitore, di un amico o un altro parente.
Ma resta sempre un dolore comunque, che può essere molto profondo se per la persona colpita dal lutto, l'animale, era tutta la sua famiglia. Nessun altro.
Un vuoto resta un vuoto.
A prescindere da tutto questo mio preambolo, per esperienza personale, posso dire che il vedere morire un essere umano e vedere morire un animale che ha condiviso la sua vita con te ha dei punti in comune.
Lo sguardo. Ti cercano come per avere la conferma che non saranno soli, in quel momento, che qualcuno a cui hanno voluto bene sia lì con loro.
Ho visto morire mio padre, mi ha guardato e poi con un sorriso ha guardato in alto ed è spirato.
La mattina che Alvin è morto ero uscito per un appuntamento di lavoro, dovevo portarlo al mio rientro dal veterinario eppure prima di uscire, mentre mi ero chinato su di lui per confortarlo, mi ha guardato e con la zampa mi tratteneva il braccio. Usando gli artigli.
Ho interpretato dopo, quando rientrando di corsa l'ho trovato riverso a terra, che probabilmente mi stava chiedendo di non andarmene. Di restare lì con lui.
Ho letto un post recente dove un veterinario affermava che 9 su 10 i proprietari di cani o gatti non vogliono assistere al trapasso dell'animale.
Che questi prima di essere sedati per il trapasso cercano con lo sguardo colui, o colei, per cui è valsa la pena vivere scodinzolando o facendo le fusa.
Molti credono che gli animali non abbiano un'anima, eppure animale è una parola che viene dal latino "animalis" che vuol dire "animato" o qualcosa che crea la vita. Affine al greco "anemos" (vento, soffio) e al sanscrito "atman", di uguale significato.
Anche mio padre cercò qualcuno e c'ero solo io. Altri erano usciti dalla stanza. Qualcuno addirittura se n'era andato, con una scusa.
Eppure l'essenza della riconoscenza verso un'anima sta proprio nello stargli vicino, quando quell'anima lascerà il suo corpo terreno.
Non si dovrebbe privare nessuno di questo riconoscimento, a meno che la morte non giunga inaspettata e all'improvviso sia chiaro.
Nel corso della propria esistenza le persone hanno svariati interessi e priorità. Ma per gli animali, quello che noi definiamo il loro padrone, è la cosa più importante di tutto. Di tutti.
Lo sguardo degli umani, durante l'esistenza, cambia a seconda dei sentimenti. Che sia amore o rabbia, a volte anche odio.
Ma nel momento in cui una persona capisce che è giunta la sua ora cerca il perdono, oppure di perdonare.
Un cane o un gatto non si devono far perdonare nulla da chi li ha amati. Ti guarderanno con lo stesso sguardo del primo giorno che li avrete visti. Con amore incondizionato.
Perché nell'attimo in cui se ne vanno, inizia il ricordo e l'amore si consolida nel cuore. Per alcuni umani invece rimane anche una parte di rabbia e di cose incompiute.
E nell’attimo in cui tutto finisce, niente finisce
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astra-zioni · 4 months
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Prendo una pausa dallo studio per incazzarmi fugacemente; questa roba che nel 2024 considerate gli psicofarmaci come parte di un grande piano malvagio degli psichiatri brutti e cattivi che vi vogliono sedare per rendervi “servi” del sistema è una stronzata così colossale e approssimativa che può generarla solo chi ha avuto il privilegio di non dover ricorrere ad ausili di questo tipo.
1) Non c’è alcun piano malvagio dietro perché se sono depressa in culo non riesco a cambiare o sovvertire nel mio piccolo il sistema e non mi tange neanche un conflitto mondiale che si consuma davanti ai miei occhi; viceversa, con un antidepressivo in corpo, riesco a essere più lucida, determinata e costante nei miei obiettivi e sicuramente più proattiva; ne consegue che non sono gli psicofarmaci ad inebetirmi, ma la patologia.
2) “Eh ma chi può dire cosa sia patologia o cosa no, magari tu non hai niente che non vada ma è questa società che te lo fa credere!” Sì Gianfranco sono pure d’accordo però t’assicuro che questa argomentazione sull’interrogarsi se sia nato prima l’uovo o la gallina in relazione a questioni così complesse porta a un vicolo cieco senza risoluzione da cui comunque esco depresso e comunque t’assicuro che società o meno le mie psicopatologie me le porto dietro dagli 0 anni di età, quindi facciamo che, come per tutto, la smettiamo di interrogarci in maniera inutile sulla questione e adottiamo la filosofia del “basta che funzioni”, cioè la filosofia che nella vita dovrebbe portarti a viverla, tipo, nel migliore dei modi possibili, cercando di essere un umano decente; e che se mi aiutano 10 gocce di xanax ben venga se in loro assenza e preda delle pippe mentali di cui sopra trucido dieci persone.
3) Il fatto che esistano psichiatri di merda che rifilano farmaci con dosaggi sbagliati o non imbroccano proprio la cura non rende lo psicofarmaco di per sé un problema (spoiler: ogni sostanza che ingeriamo, ogni farmaco che assumiamo, agisce sul cervello e su specifiche aree di quest’ultimo).
4) Per quanto l’introspezione e l’analisi critica della società sia fondamentale - anche - per guarire, fino a quando non mi trovate una soluzione alla depressione maggiore, al disturbo bipolare, alle varie disfunzioni chimiche cerebrali, all’insonnia e via dicendo che non siano discorsi alla Basaglia usciti però un po’ peggio continueremo a prenderci gli psicofarmaci che ci impediscono di buttarci sotto un treno davanti i vostri occhi.
5) Nelle tribù, per dirne una, dalla notte dei tempi si utilizzano sostanze psicotrope perché l’essere umano evidentemente ne sente l’esigenza pure quando vive in mezzo alla giungla e si gratta il sedere dalla mattina alla sera senza che ci siano questioni capitalistiche di mezzo, quindi figurati se io che vivo una vita di merda tra lo smog, la freneticità, le crisi mondiali, i conflitti, le disparità sociali e la precarietà esistenziale non devo assumere il Valium, ma va là.
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acribistica · 2 months
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Non mi piace più o comunque non è più mio costume fare sensazionalismi e pornografia del dolore a partire dai fatti peggiori della mia vita (anche perché fondamentalmente detesto riuscirci) ma ogni tanto sento comunque il bisogno di gridare al mondo che ho delle malattie prefigurandomi che la risposta sia, almeno per una volta e almeno di facciata, benigna e non stigmatizzante. Perciò poco fa, al pari di infinite altre volte, mi dimenavo nel letto in attesa di un sonno che non sarebbe arrivato e che in generale latita fin troppo lasciandomi stremata e immaginavo posarsi su di me una mano amorevole, non giudicante, clemente. Mi sono detta che se vedessi qualcuno stare come me – e non solo per l’insonnia, che comunque è figlia prima delle mie patologie autoimmuni croniche, oltre che delle terapie assunte per mitigarle – non esiterei a vegliare sul suo sonno o, appunto, perfino sulla sua insonnia. E allora per l’ennesima volta non mi sono capacitata di come pressoché nessuno si sobbarchi la malattia altrui nonostante la malattia non sia che il risvolto della salute, parte integrante della vita stessa. Insomma, retorica e melensaggini a parte, mi riesce difficile immaginare che i più non si accorgano che siamo a questo mondo anche per tentare di alleviare la sofferenza altrui. Nessuno ha pretese di riuscita, ma la sola consapevolezza che una mano amica mi accompagni tra le insidie di un organismo umano sregolato diventa già fonte di psicoterapia senza il bisogno di dirsi una parola, di sbraitare o di intavolare discorsoni indigesti sui massimi sistemi. Non capisco che motivi superiori servano per stare al mondo se basterebbe regalare un gesto come questo che rappresenta l’immensità e Dio in persona per un corpo martoriato a oltranza e per l’anima che vi risiede, non meno martoriata del primo anche qualora debba non trasparire.
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canesenzafissadimora · 9 months
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Il sesso è la sola attività umana nella quale torniamo a essere ciò che siamo: animali. E più riusciamo a spogliarlo di tutto ciò che è umano: ansie, paure, aspettative, pensieri, meglio è. Fare l'amore invece è entrare in un corpo per arrivare all'anima. È diverso.
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kon-igi · 2 months
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Mi ci rivedo molto in quello che hai raccontato sulla depressione e sull'effetto della sertralina... anche io avevo tanta paura di non essere più me stessa e invece forse si potrebbe quasi dire che mi ha permesso di essere più me stessa di quanto non lo sia mai stata... ora però ho un'altra paura: cosa succederà quando smetterò di prenderla? In questi anni di psicoterapia ho veramente imparato qualcosa o sto meglio solo ed esclusivamente grazie al farmaco? Tornerò ad essere schiacciata dal mondo come prima? Questa ora è la mia paura...
Questo è il più antico degli ask del periodo strano (era il 7 Maggio) e pur avendolo letto, ho dovuto aspettare tutto questo tempo per rispondere.
Perché?
Perché ancora una volta mi sono preso del tempo per capire cosa voglia dire 'essere se stessi' e chiedermi se, in fondo, anche il dolore di essere alla fine non faccia parte di questo.
Cerco di farti capire: a figlia piccola (22 anni) qualche mese fa è stato diagnosticato un disturbo borderline di personalità di lieve gravità, per un certo periodo ha assunto quetiapina con notevole beneficio e qualche settimana fa ha chiesto alla psichiatra se poteva sospenderla. L'interruzione non ha creato problemi e lei adesso lavora e vive i suoi rapporti affettivi interpersonali in modo equilibrato e sereno.
Ci sarebbe riuscita senza quetiapina?
Non credo.
Il merito è solo della quetiapina?
NO. Il farmaco le ha permesso di ritrovare quell'equilibrio necessario a riordinare la propria visione del mondo e del suo posto in esso ma se non ci fosse stata a monte volontà di equilibrio, il farmaco da solo sarebbe stato inutile.
A me sta aiutando la sertralina?
Può darsi che non ne avessi più bisogno perché, come mia figlia, penso di aver trovato un mio equilibrio
MA
è ancora un periodo molto strano e delicato... e ora vi dico perché.
Il 28 Giugno - una settimana dopo il mio compleanno - la mia compagna esegue una TAC del campo polmonare perché fumatrice di lunga data... i polmoni sono abbastanza decenti ma ai limiti del campo radiografico
In sede paravertebrale destra, sviluppata a ridosso dei somi di D11, D12 ed L1 si osserva tessuto solido amorfo, con diametri assiali di circa 72 x 17 mm ed estensione cranio-caudale di circa 62 mm, senza segni di diretta infiltrazione delle strutture adiacenti in particolare degli emisomi vertebrali e degli archi posteriori delle coste, meritevole di approfondimento diagnostico con PET/TC e valutazione in ambito specialistico (malattia linfoproliferativa?).
Tradotto in parole povere, tra i reni e le vertebre c'è una massa delle dimensioni di un plumcake che anche se non presenta metastasi potrebbe essere un linfoma.
Aprite una parentesi, metteteci dentro la più profonda delle disperazioni cosmiche, e poi chiudetela il 12 Luglio (due settimane dopo) quando la Tomografia a Emissione di Positroni ci dice che il mezzo di contrasto radioattivo non ha rilevato attività neoplastica nella massa amorfa.
Non è un tumore, insomma, e anche se io avevo cercato di far capire a lei e alle mie figlie che il corpo umano non è come le tavole di anatomia e che siamo pieni di cisti, fibromi, displasie, cavità ed escrescenze, quei 15 giorni sono stati pesantucci...
E ringrazio, quindi, di non aver sospeso la sertralina.
La prenderò tutta la vita?
NO
Sto ritrovando il mio equilibrio ma ora ho bisogno di tutte le mie forze per stare accanto alla mia compagna che ha smesso di fumare, di bere ed è pure a dieta, perché c'è chi gli basta la scienza e chi ha bisogno della paura di morire per riuscire a fare di meglio per stare meglio.
Di solito a me basta la scienza ma adesso ho anche un po' di paura che lei mi uccida con un gambo di sedano spalmato di maionese vegana.
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dominousworld · 2 years
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Ascensione e Trasmutazione nel corpo fisico umano
di Lord Metatron “Sono Metatron. Mi è stato chiesto di servire dettando informazioni che vi aiuteranno a muovervi attraverso le transizioni che sono in vista per il pianeta e per tutta la vita su di esso durante l’ascensione. Questo pianeta e tutte le specie di vita su di esso sono nel processo di ascensione. Ascensione significa che tutte le forme di vita di prima e seconda dimensione “si…
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susieporta · 9 days
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PERCHE' NON SENTO AMORE?
(Da una mia ricerca interiore personale esperienziale)
Per risponderti devo partire dall’inizio, da quando eri ancora in fasce.
Ogni essere umano nasce con un corpo fisico e un’essenza, quello che è nel profondo.
L’ essenza è amore, coscienza, intelligenza, felicità e gioia.
Nella parte profonda, c’è l’anima, quel continuum energetico che passa di corpo in corpo e si chiama essenza o coscienza profonda.
Alla nascita, nel cervello in cui troviamo la personalità, non c’è scritto ancora quasi nulla.
Ci sono solo alcune informazioni in base a ciò che il bambino ha registrato nel liquido amniotico, quando era ancora nella pancia della mamma.
Noi siamo come dei semi che devono crescere, evolvere, cambiare. Abbiamo bisogno di svilupparci, insomma.
E come si permette a queste caratteristiche e qualità di essere sviluppate?
Con l’educazione della famiglia.
Ecco i problemi dell’uomo.
Ogni anima ha già una vocazione, una sua direzione che verrà compiuta grazie alle varie esperienze. E spesso le qualità che ci portiamo dietro ne fanno parte.
Per avere un’immagine più vivida del concetto di semi e crescita osserva che i bambini, crescendo, mostrano già delle tendenze.
Ad esempio, se nella vita precedente era un musicista si porterà dietro, in questo corpo, l’amore per la musica, la capacità di apprendere facilmente le note, l’attrazione per alcuni strumenti musicali.
Questi sono semi ed è necessario un buon terreno per farli crescere.
È chiaro che se nascerà da una famiglia di musicisti o da una famiglia che pur non essendo nella musica, non interferirà in questa tendenza del figlio, lui potrà sviluppare questo seme.
Il problema è che a volte i genitori interferiscono eccome…
E certi semi rimangono infossati. Non crescono.
Cosa vuol dire educare secondo te?
Educare vuol dire aiutare a tirar fuori le caratteristiche, far uscire ciò che è già all’interno.
Illuminare la propria strada.
Capisci anche tu che plasmare qualcuno in ciò che non è non è educare.
Con un’educazione sana, è difficile che il bambino si porti dietro dei buchi.
Svilupperà le sue capacità di comprendere e di sentire con naturalezza; imparerà a esprimersi a modo suo, ad amare a modo suo.
Nel secondo caso, quei semini infossati scatteranno.
Come?
Creando un buco.
I buchi rivelano un vuoto.
Sono parti di noi sviluppate poco o non sviluppate affatto.
Zone che non siamo in grado di scorgere, perché non ci arriva luce, cioè la nostra consapevolezza.
I buchi più profondi sono quelli dove la caratteristica non solo non si è sviluppata, ma è stata addirittura considerata sbagliata, da nascondere, qualcosa di cui vergognarsi.
È chiaro che quel semino si è nascosto molto sotto. È stato represso.
E lì, sotto il buco, si cela una ferita sanguinante.
Quei semini agiscono dall’inconscio.
Quel “Sento che mi manca qualcosa”, altro non è che il semino che attende il suo momento per emergere.
Noi non sentiamo il semino, non identifichiamo la ferita, percepiamo solo un bisogno che non trova mai sollievo.
E più profondo è il buco, più forte il bisogno ci torturerà.
Sono vuoti esistenziali.
Il che comporta che possiamo sbarazzarcene solo colmandoli dall’interno.
Solo portandoci consapevolezza ed entrando in contatto con quelle qualità essenziali.
Ovviamente non ne siamo a conoscenza ed è per questo che cerchiamo di buttarci dentro roba sperando di trovare il tappo giusto.
Ma tutto quello che finisce nel buco, come l’amore delle persone, viene risucchiato dentro e non lascia niente.
Sei come una voragine che vuole risucchiare tutto ciò che di bello trova attorno a sé.
Il vero guaio è che noi basiamo tutta la nostra vita su questi buchi neri.
E tutto ciò che attiriamo, spesso, serve solo a renderli sempre più affamati.
Mi chiederai cosa c’entra l’amore con tutto questo.
E io ti rispondo che l’amore fa parte delle qualità e delle potenzialità che abbiamo tutti come esseri umani e che quindi vanno sviluppate.
Se il seme dell’amore non germoglia, lascia spazio a uno dei buchi neri più famosi della storia: il buco d’amore.
ROBERTO POTOCNIAK
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perpassareiltempo · 10 months
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Ha nostalgia di un essere umano che ha toccato la sua vita là dove nessun altro è mai arrivato.
David Grossman - Col corpo capisco
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