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#corredi funerari
storiearcheostorie · 7 months
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STUDI / Val Venosta, gli scheletri della chiesetta di Santo Stefano raccontano le migrazioni dei popoli nell'alto Medioevo
STUDI / Val Venosta, gli scheletri della chiesetta di Santo Stefano raccontano le migrazioni dei popoli nell'alto Medioevo
Elena Percivaldi Alla fine degli anni Ottanta gli scavi promossi dalla Soprintendenza provinciale ai beni culturali in occasione dei lavori di restauro della chiesetta di Santo Stefano a Burgusio, frazione di Malles Venosta in Alto Adige, riportarono alla luce i resti del cimitero altomedievale. Le tombe, correlate all’edificio, conservavano ancora i resti ossei – scheletri completi o solo ossa…
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danieleneandermancini · 3 months
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NUOVI STUDI SULL'ADATTAMENTO DEI BRITANNI ALLA CONQUISTA ROMANA
NUOVI STUDI SULL'ADATTAMENTO DEI BRITANNI ALLA CONQUISTA ROMANA Gli archeologi dell'Università di Bournemouth hanno scoperto resti umani e manufatti che forniscono nuove informazioni su come i Britanni si adattarono alla vita dopo la conquista romana. Tra i corredi funerari rinvenuti nelle fosse comuni e nelle tombe risalenti a...
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newsnoshonline · 7 months
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Gli antichi esseri umani usarono le caverne in Spagna come luogo di sepoltura per 4 millenni, rivelano 7.000 ossa Grotta dei burroni: una necropoli unica in Spagna Gli antichi esseri umani nella Spagna nord-orientale utilizzavano la Cova dels Xaragalls come luogo di sepoltura, creando una necropoli che si estende per 4 millenni, con più di 7.000 ossa rinvenute. Secondo gli archeologi, la grotta era usata come un luogo di sepoltura collettivo. Le sepolture cominciarono circa 7.000 anni fa, durante il tardo Neolitico, continuando fino all’Età del Bronzo. Sepolture di diversa importanza sociale L’analisi dei corredi funerari ha rivelato che individui di alto rango venivano sepolti singolarmente durante il Calcolitico e l’età del bronzo, mentre le sepolture comuni erano riservate
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Viaggio a New York per il cratere del Museo di Ferrara
È arrivato al Metropolitan Museum of Art di New York un importante cratere conservato nelle collezioni del Museo archeologico nazionale di Ferrara e proveniente da uno dei più ricchi e importanti corredi funerari ritrovati nelle necropoli della città etrusca di Spina durante gli scavi del 1923. Il grande cratere, databile alla fine del V secolo a. C., rappresenta nella scena principale due…
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arte1d · 10 months
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DIADEMA: Questi oggetti, ritrovati da Schliemann nel corredo funerario nelle tombe di Micene, erano probabilmente gioielli appartenenti a una regina, hanno decorazioni molto singolari e precise, a differenza delle maschere, sempre presenti nei corredi funerari. Oggi sono conservati nel Museo Archeologico Nazionale di Atene.
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fiumiditalia · 1 year
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LA CHIUSA DI ROCCAMURATA
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Poco più a valle dell'abitato di Roccamurata, una grande roccia nera, propaggine dell'imponente Groppo di Gorro sovrastante, si pone a ostacolo delle acque del Taro, che si trovano così a fronteggiare un intruso di grande tenacia. Le acque, per niente intimorite, hanno levigato e scolpito queste roccie, fino a renderle lisce come il vetro, riuscendo non solo ad aggirarle , ma creando attorno ad esse bellissime e profonde piscine naturali di acque verdi smeraldo.
Si è creato un ambiente molto particolare e molto suggestivo, disturbato purtroppo dai rumori molesti che provengono dalla statale sovrastante e dagli esemplari di  homo graticulus  che in questa zona amano infrattarsi, dedicandosi ad attività tipiche di questa specie, come il grigliare spiedini e braciole di dubbia provenienza  e bere birre di infima qualità, lasciando poi ovunque le loro deprecabili tracce. 
Queste rocce che ostacolano il fiume creano una vera e propria chiusa, una strettoia, che anticamente fu sfruttata come luogo di controllo e presidio, essendo un passaggio obbligato per le vie di comunicazione che salivano dalle paludi e dalle città padane per dirigersi in terra di Luni.  Qui molto probabilmente correva un confine Bizantino ed il luogo conserva tracce di antiche probabili fortificazioni di difficile datazione.
Sulla sinistra idrografica, al di sopra di una ripida parete rocciosa, si trova un pianoro, ora boschivo, dove il terreno appare spianato artificialmente e lungo il cui bordo corre un muro, anzi una doppia cinta di mura, lungo le quali si trovano due basamenti quadrati, forse fondamenta di perdute torri.  Negli anni 30 del secolo scorso furono rinvenute in questa zona alcune sepolture, coperte da lastre di pietra, dove furono rinvenuti corredi funebri con alcune armi.  Stando al raccondo di alcuni anziani abitanti del luogo, questo pianoro fu teatro di battaglia. Secondo gli studiosi, potrebbe trattarsi dei resti di fortificazioni bizantine, anzi proprio in questo luogo poteva correre il limes, il confine, tra i domini dei bizantini e dei longobardi.
Sempre secondo alcune "leggende" locali, tutte le pietre con cui sono state costruite queste mura, sarebbero state raccolte da una contadina di nome Betta che anticamente dimorava in questa zona, nei pressi dell'attuale abitato di Castoglia, nome  che ha una vaga assonanza con il bizantino Kastron Kampsas, cioè un castello bizantino che, secondo alcuni studiosi, doveva trovarsi in una località imprecisata lungo la valle del Taro. 
La Betta, vissuta un numero imprecisato di generazioni fa, e che nessuno di coloro che raccontano questa storia hanno mai conosciuto, avrebbe raccolto le pietre per ripulire e rendere coltivabile il pianoro, da qui la designazione del luogo come "i piani della Betta".  Certo che risulta abbastanza inverosimile che una sola contadina abbia trovato così tanti sassi da costruire una doppia cinta muraria alta mediamente un metro, larga due  e lunga circa 180, dotata di due basamenti quadrati e alcune aperture, simili a varchi di accesso.
Naturalmente tutto questo è lasciato abbandonato al suo destino, e dei corredi funerari non v'è più alcuna traccia.
Nei prossimi giorni mi riprometto di fare una ricognizione con il drone e una visita al bosco, per cercare qualche traccia di questo antico e misterioso passato.
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by Il viaggiatore senza Meta
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chiaraparisinii · 2 years
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Valle dei Re
Nel nuovo regno i faraoni iniziarono a farsi seppellire in camere funerarie ipogee al di sotto di santuari dedicati a loro, le cui entrate erano nascoste per evitare i furti. Infatti le affascinanti ma vistose tombe piramidali avevano sempre attirato ladri, interessati ai ricchi corredi funerari dei sovrani. La valle dei Re è un’importante sito archeologico situato in una gola nei pressi dell’antica città di Tebe, capitale del nuovo regno e corrispondente all’odierna Luxor. Questa ospita solo le tombe dei faraoni in quanto alle consorti e i principi era riservata un’ulteriore area, la valle delle Regine.
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pollonegro666 · 3 years
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2021/12/05
Más objetos funerarios en la exposición del Museo Arqueológico del Puig Des Molins. Además de joyas y estatuas de formas humanas, también se conservan frascos de vidrio para contener perfunes y aceites, muy cotizados en la antigüedad.
More funerary objects in the exhibition of the Archaeological Museum of the Mountain of the Mills. In addition to jewelry and statues of human forms, glass jars are also preserved to contain perfumes and oils, highly valued in ancient times.
Google Translation into Portuguese:
Mais objetos funerários na exposição do Museu Arqueológico da Serra dos Moinhos. Além de joias e estátuas de formas humanas, os potes de vidro também são preservados para conter perfumes e óleos, muito valorizados na antiguidade.
Google translation into Italian:
Altri corredi funerari nella mostra del Museo Archeologico della Montagna dei Mulini. Oltre a gioielli e statue di sembianze umane, si conservano anche vasi di vetro per contenere profumi e oli, molto apprezzati nell'antichità.
Google Translation into French:
Plus d'objets funéraires dans l'exposition du Musée Archéologique de la Montagne des Moulins. En plus des bijoux et des statues de formes humaines, des pots en verre sont également conservés pour contenir des parfums et des huiles, très appréciés dans l'Antiquité.
Google Translation into Arabic:
المزيد من القطع الجنائزية في معرض متحف ميل ماونتن الأثري. بالإضافة إلى المجوهرات والتماثيل ذات الأشكال البشرية ، يتم أيضًا الاحتفاظ بوعاء زجاجي لحفظ العطور والزيوت ، والتي كانت ذات قيمة عالية في العصور القديمة.
Google Translation into German:
Weitere Grabbeigaben in der Ausstellung des Archäologischen Museums Mühlenberg. Neben Schmuck und Statuen von Menschen Gestaltet werden Glasgefäße auch für Parfüms und Öle aufbewahrt, die in der Antike sehr geschätzt wurden.
Google Translation into Hebrew:
דברי קבר נוספים בתערוכה של המוזיאון הארכיאולוגי מולברג. בנוסף לתכשיטים ופסלים של דמויות אנושיות, נשמרים כלי זכוכית גם לבשמים ושמנים, שהיו מוערכים מאוד בימי קדם.
Google Translation into Hindu:
पुरातत्व संग्रहालय मुह्लेनबर्ग की प्रदर्शनी में और अधिक गंभीर सामान। लोगों द्वारा डिजाइन किए गए गहनों और मूर्तियों के अलावा, इत्र और तेल के लिए कांच के बर्तन भी रखे जाते हैं, जिन्हें प्राचीन काल में अत्यधिक महत्व दिया जाता था।
Google Translation into Russian:
Дальнейший инвентарь в экспозиции Археологического музея Мюленберга. Помимо украшений и статуй, созданных людьми, хранятся стеклянные сосуды для духов и масел, которые высоко ценились в древности.
Google Translation into Japanese:
ミューレンバーグ考古学博物館の展示会でさらに副葬品。 人々がデザインした宝飾品や彫像に加えて、古代に高く評価されていた香水や油のためのガラス容器も保管されています。
Google Translation into Korean:
고고학 박물관 뮐렌베르크 의 전시회에서 추가 무덤. 사람들이 디자인한 장신구와 조각상 외에도 고대에 높이 평가되었던 향수와 기름을 담는 유리 그릇도 보관되어 있습니다.
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corallorosso · 4 years
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«Quando si dice che Cagliari è bella non ci si riferisce certo al suo deforme disegno urbanistico recente, ma ai quattro quartieri storici e, soprattutto, alla scenografia naturale che si è difesa da architetti, ingegneri, sindaci e assessori. L’intatto resiste. Intatto il promontorio di Sant’Elia, intatta la parte più remota degli stagni. Integro sino a oggi il sito di Calamosca dove non arriva il rumore della città e la notte si distinguono le stelle. Intatta la necropoli punica di Tuvixeddu, nonostante i tentativi di deturparla». (...) spieghiamo che cos’è Tuvixeddu. È la più grande necropoli fenicio-punica del Mediterraneo. Si estende all’interno della città di Cagliari, su tutto il colle che porta lo stesso nome. Tra il VI ed il III secolo a.C. i Cartaginesi, allora signori dell’isola, scelsero questa piccola altura per seppellirvi i loro morti. Le tombe erano raggiungibili attraverso un pozzo scavato interamente nella pietra e profondo dai due sino agli undici metri. ALL’INTERNO DEL POZZO una piccola apertura introduceva alle camere funerarie, che erano decorate e spesso dotate di ricchi corredi. Dopo che nel 1258 i Pisani rasero al suolo la città di Santa Igia, l’antica capitale dei Sardi, massacrandone quasi tutti gli abitanti, i superstiti della strage si stanziarono alle pendici del colle, riadattando le tombe ad abitazioni. Per secoli poi Tuvixeddu è stata abbandonata a se stessa. Nella seconda metà del Novecento divenne la cava di uno stabilimento Italcementi, rimasta attiva sino agli anni Ottanta: decine di tombe distrutte, uno scempio consumatosi nell’indifferenza generale. POI, ALL’ALBA del secolo nuovo, nell’anno 2002, arriva il costruttore Gualtiero Cualbu, che chiede al Comune di Cagliari licenza di edificabilità in alcune aree del colle di Tuvixeddu di sua proprietà. Nel progetto, palazzoni e strade accanto alle tombe cartaginesi. Possibile? Sì, perché sino al 1996 a Tuvixeddu l’area sottoposta a vincolo archeologico era di appena un ettaro. Nel 1996 arriva un decreto ministeriale che estende la zona protetta a venti ettari. Bisognerà attendere il Piano paesaggistico regionale (Ppr) approvato nel 2006 dalla giunta di Renato Soru perché tutto il colle sia messo sotto tutela. È proprio Soru che blocca Cualbu. Il costruttore aveva firmato con l’amministrazione comunale di Cagliari un accordo di programma. Forte delle norme di tutela contenute nel Ppr appena approvate, nel 2007 l’allora presidente della giunta regionale dichiara nullo quell’accordo. Cualbu va per vie legali e il Tribunale di Cagliari gli dà torto: niente cemento nella necropoli protetta dal Ppr. I GIUDICI però stabiliscono anche che, a titolo di indennizzo, all’imprenditore edile la Regione Sardegna deve dare, sulla base di un lodo arbitrale intervenuto tra le parti firmatarie dell’accordo di programma, 78,8 milioni di euro. Soru, che non ha alcuna intenzione di dare a Cualbu tutto quel denaro, ricorre in appello. (...) Con un dispositivo emesso lo scorso 5 febbraio la suprema corte riforma, senza rinvio, a sfavore di Cualbu la sentenza della Corte d’appello. Come per i giudici di primo e di secondo grado, anche a parere dei magistrati di piazza Cavour la decisione presa a suo tempo dalla giunta Soru di fermare le ruspe a Tuvixeddu è legittima: le disposizioni del Piano paesaggistico regionale sono vincolanti. Non solo: la Cassazione dichiara non esigibili gli indennizzi percepiti in precedenza da Cualbu. Secondo la suprema corte, infatti, il collegio arbitrale, al cui lodo le parti firmatarie dell’accordo di programma del 2004 che dava il via alle ruspe dovettero sottoporsi per contratto, non era competente a giudicare sulla controversia scatenata dalla decisione della giunta Soru di imporre sull’area punica il vincolo per «notevole interesse pubblico». DATO CHE LA CONTROVERSIA – spiega la Cassazione – era solo secondariamente di intesse privato, mentre a prevalere era l’interesse pubblico, il giudice competente era quello amministrativo, il Tar, e non gli arbitri che disposero, con un lodo, l’ingente risarcimento al costruttore. Da qui l’annullamento dello stesso lodo e, quindi, degli indennizzi. Per il costruttore, tenuto ora a restituire la montagna di soldi entrati nelle casse del suo gruppo per effetto delle due sentenze precedenti, un colpo durissimo. Per Tuvixeddu la salvezza definitiva. Costantino Cossu "Il Manifesto"
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annafreo · 5 years
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Valle dei Re
Nel nuovo regno i faraoni iniziarono a farsi seppellire in camere funerarie ipogee al di sotto di santuari dedicati a loro, le cui entrate erano nascoste per evitare i furti. Infatti le affascinanti ma vistose tombe piramidali avevano sempre attirato ladri, interessati ai ricchi corredi funerari dei sovrani. La valle dei Re è un’importante sito archeologico situato in una gola nei pressi dell’antica città di Tebe, capitale del nuovo regno e corrispondente all’odierna Luxor. Questa ospita solo le tombe dei faraoni in quanto alle consorti e i principi era riservata un’ulteriore area, la valle delle Regine.
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storiearcheostorie · 2 months
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Egitto, scoperte a Damietta 63 nuove tombe: all'interno ricchi corredi con figurette in lamina d'oro e monete
Egitto, scoperte a Damietta 63 nuove tombe: all'interno ricchi corredi con figurette in lamina d'oro e monete
Redazione Nuove scoperte a Damietta, in Egitto. Ben 63 sepolture corredate di ceramiche, Ushabti (statuette funerarie antropomorfe che “rispondono” nell’Aldilà al posto del defunto ), monete di bronzo e figurette in lamina d’oro sono tornate alla luce durante la campagna di scavo in corso nella necropoli di Tal al-Deir e confermano la grande importanza di Damietta come centro politico e…
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danieleneandermancini · 9 months
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camillatiso · 5 years
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arte micenea
PALAZZO DI MICENE
Il palazzo di Micene è un sito archeologico della Grecia situato nell’Argolide. Questa vera e propria città fu il centro politico ed economico della civiltà micenea, che dominò su buona parte della Grecia dal 2000 a. C. fino al 1200 a. C. circa. Il palazzo, pur non avendo una forma compatta, presenta delle gigantesche mura ciclopiche, che ci suggeriscono un probabile timore dei Micenei nei confronti dei vicini esterni. Le entrate erano solamente due, una di queste, riportata in alto,è la famosa ‘Porta dei Leoni’ che sull’architrave del triangolo di scarico vede due leoni ruggenti, simboli di forza. Per quanto riguarda, poi,il materiale di costruzione, a differenza del palazzo di Cnosso, quello di Micene era costruito con materiali solidi e resistenti come la pietra. Caratteristica peculiare di questo sito è, inoltre, la presenza all’interno della città di una vera e propria necropoli, il Cerchio A, dentro al quale sono state rinvenute numerose tombe con ricchi corredi funerari. La ricca necropoli di Micene fu scoperta dall’archeologo tedesco Heinrich Schliemann rispettivamente tra il 1974 e il 1976 e, oggi, i tesori ritrovati nelle tombe si trovano al Museo Nazionale Archeologico di Atene.
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8 - I corredi funerari
Le notizie più importanti sulle abitudini di vita dei Lilibetani si trovano nei corredi funerari delle necropoli.
Il corredo funerario era composto dalle cose più care del morto. In base agli oggetti del corredo si può capire se la tomba è di una donna, di un uomo o di bambini.
Le donne ricche mettevano molti gioielli e usavano il trucco: mettevano la polvere di gesso sul viso e sulle braccia, il nero sugli occhi, la terra rossa che tenevano in conchiglie e in cofanetti di osso. Amavano profumarsi e mettere le creme che conservavano dentro dei vasi preziosi di vetro, di alabastro. Si sono trovati specchi di bronzo e spilloni per capelli.
Nei corredi maschili troviamo armi, coltelli e strumenti per l'attività fisica. Gli uomini facevano attività fisica nelle palestre: i loro corpi dovevano essere forti e muscolosi. Dopo lo sport pulivano la pelle con lo strigile, una spatola ricurva. Erano così pronti per il bagno alle terme. Le voci narranti sono di Indelicato Lorena e Curatolo Marika 
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fedelando · 3 years
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SUMMER CONCERT, GLI APPUNTAMENTI DEL WEEKEND IN TERRA DI LAVORO
Concerti per pianoforte e chitarra per gli ultimi due appuntamenti di Summer Concert, Itinerari musicali in Terra di lavoro, a cura dell’Associazione Anna Jervolino e dall’Orchestra da Camera di Caserta, sotto la direzione artistica del M. Antonino Cascio.
Chiudono la rassegna sabato 18 settembre (ore 20,00) al convento di san Francesco di Carinola, per la sezione Pocket orchestra il duo pianistico Sena Fini & Pietro Giorgini con un repertorio dedicato alle musiche di Mendelssohn, Beethoven, Gershwin,  Rachmaninov, Moszkowski
Mentre domenica 19 settembre (ore 11) presso il Museo archeologico di Teano per la sezione Guitar Festival – Alma latina, il clarinetto di Mauro Caturano e la chitarra di Maria Giovanna Siciliano Iengo del Dual Duo faranno risuonare le musiche di Astor Piazzolla, Ruperto Chapì, Manuel de Falla. E ancora domenica sera alle 20, invece, presso il   Convento di S. Francesco-Casanova di Carinola, per la sezione Piano Festival, Marco Ciampi al pianoforte eseguirà musiche di Liszt e Rachmaninov.              
La rassegna a cura dell’Associazione Anna Jervolino e dell’Orchestra da Camera di Caserta, con la direzione artistica del M. Antonino Cascio,  realizzata con il contributo del Mic – Direzione Generale Spettacolo e dalla Regione Campania ai sensi del DM 27 Luglio 2017 e della ex LR 6/2007, fa parte del network culturale nazionale e regionale di Aiam e Mede; si avvale della collaborazione della Direzione Regionale Musei Campania per il Museo archeologico di Teano, dei Comuni di Caiazzo, Teano, Piedimonte Matese e Carinola e di vari organismi culturali: l’Associazione Sidicina Amici del Museo di Teano, Club per l’Unesco di Caserta, Associazioni Monte Carmignano per l’Europa, Gaetano Filangieri e Byblos e del Comitato per il Centenario di Enrico Caruso di Piedimonte Matese.
L’ingresso ai concerti è con prenotazione. Ci si può prenotare inviando una e-mail a [email protected]. Si riceverà una e-mail di risposta contenente il link per effettuare la prenotazione.
GLI ARTISTI
Sena Fini & Pietro Giorgini
Devono la loro formazione pianistica a Giorgio Carmassi e Oxana Yablonskaya e, come duo, a Pierpaolo Maurizzi, al duo pianistico Anthony e Joseph Paratore, nonché a Stanislava Varshavski, Diana Shapiro, Claire Aebersold e Ralph Neiweem. Premiati all’United States International Piano Duo Competition per la migliore interpretazione della musica di Shostakovich, hanno tenuto concerti in Italia, Europa e Usa, ospiti di importanti festival, tra cui il Two Pianos Festival di Chicago ed hanno inciso vari cd per le case discografiche Hog e Lm.
Dual Duo
Composto dal clarinettista Marco Caturano e dalla chitarrista Maria Giovanna Siciliano Iengo, trae ispirazione, per la denominazione, dal dualismo della filosofia platonica: contrapposizione fra realtà corporee (il musicista, l’esecutore e lo strumento) e il mondo delle idee (il suono e l’opera musicale). Dall’esperienza maturata attraverso la collaborazione con grandi personaggi del cinema, del teatro, della musica jazz, nasce il progetto discografico Tango Tales con musiche di Astor Piazzolla, con l’intento di trasporre scenicamente, attraverso i suoni, la musica dell'autore, creando tensioni, emozioni e gesti come due ballerini: la gioia del momento e la tristezza di un tempo lontano. Ospite di importanti istituzioni musicali regionali quali la Società dei Concerti Ravello e il Convivio Armonico di Napoli, il Duo ha riscosso lusinghieri apprezzamenti: “…la chitarrista Maria Giovanna Siciliano Iengo ha suonato con un tocco pieno di delicatezze sofisticate, con una grande varietà di colori, utilizzando le proprie capacità tecniche per una pura ricerca musicale, unendo il pensiero con l’emozione e il virtuosismo con la poesia. Bellezza e profondità di suono, massima chiarezza nel fraseggio, tecnica poderosa ed uno slancio espressivo per il clarinettista-compositore Mauro Caturano…”
Marco Ciampi
Ha studiato con Annamaria Pennella e si è perfezionato con Aldo  Ciccolini, Andrea Lucchesini, Orazio Maione, Michele Marvulli, Antonio Pompa-Baldi, Riccardo Risaliti e Paolo Spagnolo. Primo Premio in vari concorsi pianistici nazionali e internazionali, nel 2008 ottiene il primo premio al Concorso Pianistico Internazionale al Melboume Italian Festival ed è stato anche tra i finalisti del Sydney International Piano Competition. Ha tenuto concerti presso importanti sale - International House of Music di Mosca, Carnegie Hall di New York, Seymor Theatre di Sydney,  Sala Felipe Villanueva di Toluca, Teatro La Fenice di Venezia, Teatro Coccia di Novara, e ancora in Francia, Gran Bretagna, Messico, Stati uniti, Germania, Norvegia, Spagna, Romania, Serbia, Macedonia, Belgio. Ha registrato per Rai 3, Radio ABC Classic, Radio Televisione Serba, Radio Vaticana, Radio Classic Moscow. Ha collaborato con Luis Bacalov, il Quartetto del Teatro di San Carlo di Napoli la Camerata di San Pietroburgo, l’Orchestra di Stato del Messico, la Milli Reasurans Istanbul Chamber Orchestra,  l’Orchestra Philharmonia Mediterranea e la Filharmonia di Istanbul e  nel 2018 ha pubblicato per la rivista Amadeus  un cd con musiche di Rachmaninov. È docente di Pianoforte presso il Conservatorio di Avellino.
LE LOCATION
Il Convento di S. Francesco a Casanova di Carinola, risale al XIII secolo. Fu fondato dai seguaci di Francesco d’Assisi o forse da egli stesso che di sicuro vi si fermò per diverso tempo (lo storico Luca Wadding segnala la presenza del Santo nell’anno 1222). Ancora oggi vi si trova ben conservata la grotta scavata nella roccia che fu giaciglio del Santo. Interamente costruito in muratura di tufo grigio, il Complesso si compone della Chiesa a due navate e del Convento arricchito dal pregevole chiostro.
All’interno della Chiesa spiccano l’arco trionfale a sesto acuto, la monofora sulla parete frontale dell’abside ed un affresco raffigurante l’Annunciazione di Maria.
Il Chiostro presenta una struttura quadrangolare con volte a crociera a sesto acuto che si aprono sulla corte centrale e con affreschi sulle pareti laterali i cui soggetti sono ispirati alla vita di S. Francesco. Notevoli anche gli affreschi del refettorio attribuibili alla scuola giottesca.
Il Museo archeologico di Teano è ospitato all’interno del complesso monumentale tardo gotico detto del “Loggione e Cavallerizza”, appartenuto alla famiglia Marzano, che fu edificato nel XIV secolo nell’area del castello alto medievale ed ebbe funzioni politiche e civili. L’edificio ospita oggi i reperti rinvenuti durante le campagne di scavo dell’abitato e del territorio di Teano, anticamente abitato dalla popolazione italica dei Sidicini, stanziato al confine tra il Lazio meridionale e il territorio dei Sanniti. Il percorso di visita si sviluppa in sette sale, secondo un percorso cronologico e tematico che abbraccia circa tre millenni di storia. Nel Museo sono esposti i reperti provenienti dagli scavi nel centro antico e nel territorio di Teanum Sidicinum, abitato da una popolazione italica parlante l’osco che sviluppò una propria originale cultura figurativa sin dal VI secolo a.C.
I nuclei principali sono costituiti dagli oggetti votivi deposti nei santuari, in particolare dall’area sacra sorta in località Loreto e dal santuario del villaggio di località Fondo Ruozzo, che ha restituito statuette, vasellame, ceramica miniaturistica, ex voto raffiguranti animali e prodotti della terra. La densità e la ricchezza della popolazione sidicina è, inoltre, testimoniata dai corredi funerari delle necropoli sia dei villaggi, sia cittadine, con materiali che vanno dalla fine del VI secolo a.C. alla piena età imperiale romana. Il Museo ospita anche una sezione dedicata agli scavi urbani, tra i quali l’intervento di maggiore respiro è costituito dal recupero del teatro romano: posto in un’area centrale della città, conserva quasi integralmente la cavea e l’edificio scenico con la sua sfarzosa decorazione architettonica e scultorea. Di particolare interesse anche il mosaico con raffigurazione dell’Epifania che costituisce la più antica attestazione di tale tema in Italia su mosaico.
INFO
Segreteria organizzativa
Telefono: 0823361801- 3391702906
Facebook: autunnomusicale 
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foxpapa · 7 years
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Egitto, scoperte a Tebe Ovest due tombe della XVIII dinastia
Nella necropoli di Dra Abu el-Naga due ipogei hanno restituito corredi funerari, un elaborato dipinto murale e resti umani avvolti in teli di lino
di Mattia Mancini
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