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#corso vittorio emanuele
sofysta · 11 months
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Porta Felice - Palermo
Ph. Davide Giacobbe
La nascita di Porta Felice risale al 6 luglio del 1582, ai tempi in cui il viceré spagnolo Marcantonio Colonna, duca di Tagliacozzo, decise di dare un monumentale ingresso al Cassaro (l’attuale Corso Vittorio Emanuele), che l’anno prima era stato prolungato fino al mare, raggiungendo così l’altra bellissima strada che costeggiava le mura e la spiaggia, quella che il senato palermitano chiamò “strada Colonna”, l’attuale Foro Italico.
Il nome “Felice”  fu dato in onore della moglie del vicerè, donna Felice Orsini. Dell’episodio parlano Paruta e Palmerino che scrivono così di quel 6 luglio del 1582.
Le dicerie licenziose sulla Porta Felice
Questa è la storia, in breve, della costruzione di Porta Felice, che è il primo esemplare di porta a piloni della nostra città, la cui facciata esterna, quella che guarda il mare ha un rivestimento marmoreo chiaro di impronta classica, quella interna subisce l’influsso dello stile romano tardo-manieristico.
Ma andiamo a spulciare le dicerie che nel tempo i palermitani hanno avuto riguardo a questa Porta mancante della parte superiore. Molti pensano che la mancanza della parte superiore della Porta era stata una necessità, per consentire il passaggio del trionfale carro di Santa Rosalia, ma ciò non risponde a realtà, perché il carro apparve per la prima volta nel 1686, quindi molto dopo la costruzione della porta.
Altra ipotesi, molto briosa è quella osservata da Patrik Brydone,  scrittore, scienziato, militare e viaggiatore scozzese venuto a Palermo nel 1770. A Brydone piacque molto la passeggiata alla Marina, ma lo sorpresero alcune abitudini dell’aristocrazia palermitana, scrive infatti:
“La passeggiata ribocca di vetture e di pedoni. A fine di meglio favorire gli intrighi amorosi è espressamente vietato a chicchessia di portar lume. Tutte le torce si spengono a Porta Felice, ove i lacchè attendono il ritorno dei loro padroni e la intera adunanza resta per un’ora o due nelle tenebre, a meno che le caste corna della luna, mostrandosi ad intervalli, non vengano a dissiparle”.
“La libertà sessuale nella Palermo del ‘700″.
Cogliendo al volo questa simpatica osservazione dello scrittore scozzese, i palermitani cominciarono a dire che, oltre a quelle della casta luna, di corna ce ne erano altre: quelle dei mariti delle nobili dame che frequentavano la passeggiata notturna alla Marina e che quindi era stato necessario non costruire l’arco della porta, per dar modo ai poveri mariti di passare tranquillamente senza il rischio di rimanervi intrappolati con le loro lunghe corna.
E’ questa una storiella che per lungo tempo ha fatto parlare i palermitani, che vedevano nelle passeggiate notturne, nei pressi di Porta Felice, una discendenza delle nobili donne che furono.
Fonte: R. La Duca – La città perduta
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italiasparita · 2 months
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Tenda. Corso Emanuele Filiberto e Piazza Vittorio Emanuele II
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charlesreeza · 1 year
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Quatro Canti - Palermo, Sicily
Photos by Charles Reeza
At the intersection of Via Maqueda and Corso Vittorio Emanuele, Piazza Vigliena was laid out by the Spanish Viceroys between 1608 and 1620. The four matching Baroque facades mark the corners of the four ancient Cantons that make up the historic center of Palermo.
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hi there ! very random question, but do you have any recommendations for one visiting milan ?
Hello there! Absolutely! Now I don't know how long you'll be there so I cannot quantify how much time you have (feel free to drop by my chat if you want some extra tips!). You'll find lists of the main things to visit anywhere on the internet so I def recommend starting from there, but here's my two cents too:
the roof of the Cathedral is worth the visit. Get the ticket in advance. There's an elevator option and a stair option, pick what you are more comfortable with. I took the stairs, it's not a big effort if you're abled bodied and healthy.
do not eat in the very center of town (like via Dante etc), look up on the internet the kind of place you want to go and go there. I can give you some recs if you want! No pizza, Milan is not the place for pizza.
if you ask me, Chinese food in Milan is traditional, there's places in the town center (those are okay) or just go to the Chinatown, which is worth a visit too.
for bubble tea, pick the ones where the menu is written in Chinese (like Toccartè in the town center)
pay attention to the buildings!! walk with your eyes a little raised above the level you'd normally keep them lol. go around the streets of the town center and check out the buildings, a lot have decorations like statues, balconies etc.
both Citylife and Porta Garibaldi neighborhoods are worth a visit. The latter has a garden/park that is lovely, esp if you're visiting in spring!
starting from Piazza Duomo, take via Torino and then Corso di Porta Ticinese - it will bring you to the Navigli (area with little restaurants and bars and places for the Youth(TM) to meet up) passing through the spot where the Roman ruins are, which is also a lively area with restaurants, bars etc.
speaking of which, go to the Navigli by evening/night!
also starting from Piazza Duomo but in a different direction, head towards the Castle. From there visit the neighborhood of Brera, the artsy area. The art gallery of Brera is definitely worth a visit. (The restaurants will be overpriced though.) Inside the Brera academy there's a small cute botanical garden too if you want to take a break and chill.
In Piazza Cordusio (between Piazza Duomo and the Castle) there's a Starbucks that's prettier than all other Starbucks and also you won't find the same stuff as normal Starbucks. Get inside (pick a moment where there's no queue) to see the coffee machinery. Don't buy anything though, maybe just a regular coffee.
depending on the day and time you visit, Galleria Vittorio Emanuele might be crowded. Go there anyway. It's so beautiful. You'll see tourist doing the touristy thing on the mosaic bull on the floor (standing with a foot on the balls of the bull and twirling on the spot I think three times?). I won't stop you if you do it, but locals will think 'lol tourists'.
Church of San Maurizio al Monastero Maggiore. Just go.
I can't give you tips about fashion shopping lmao I don't have that kind of money. Probably you neither if you're on tumblr instead of shopping in Milan right now
mmm nothing else comes to my mind right now but please feel free to ask me anything!!!
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jiannguo · 1 year
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Xiao Zhan Big Screen at Corso Vittorio Emanuele II 7, Milan!
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oliverodomenico · 5 months
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USB Dead Drop
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L’artista Domenico Olivero ha realizzato presso l’edificio del Qi, in Corso Vittorio Emanuele 33 a Cuneo, un punto USB Dead Drop, per la diffusione di informazioni libere.
Venerdì 29 Marzo alle ore 18,30, presso il Qi, si svolgerà la presentazione del progetto.
L’artista per dare avvio a questo progetto ha inserito in una memoria flash usb, cementata nel muro, tutto il materiale del gruppo artistico PH2O Arte che in questi ultimi anni ha realizzato, sul territorio cuneese, diverse azioni artistiche.
Questo spazio virtuale è a disposizione per tutti gli artisti locali e in transito come "luogo" di scambio e di incontro.
Così questo punto di condivisione è ora accessibile a tutti i device. L’intento è di dare impulso al concetto di partecipazione e condivisione diretta dei singoli individui appartenente ad una collettività sociale, in questo caso con una declinazione artistica.
L'USB dead drop è un sistema di file sharing offline, peer-to-peer e anonimo che si basa sulla condivisione pubblica di una chiave USB. Tipicamente la chiave USB viene inserita in un muro e fissata con il cemento. Inizialmente è vuota eccetto che per il filereadme.txt che ne spiega l'utilizzo, e chiunque la può utilizzare per caricare e scaricare files. Il nome deriva dal metodo dead letter box usato nello spionaggio.
Luogo Qi Corso Vittorio Emanuele II n 33 Cuneo
Presentazione Venerdì 29 Aprile ore 18,30
fruizione libera
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LA VERGOGNA ALTRUI
Ci sono due tipi di vergogna: quella che si avverte per fatto proprio e quella che si avverte per fatto altrui. Poi il genere umano si divide in due parti: quello che avverte il senso della vergogna e quello che non lo avverte.
Appartengo alla prima categoria e oggi, con la passerella di un comico cocainomane che con l’immancabile maglietta verde da paramilitare, ormai rende palese la sua volgare recita, ho avvertito un profondo senso di vergogna per fatto altrui.
Per fatto del Capo dello Stato che non avrebbe dovuto in nessun modo incontrare questo individuo.
Vergogna per fatto della Signora Giorgia Meloni che ha ormai salito tutti i gradini del vertice della spudoratezza politica.
Per fatto di un Papa che non è il Papa ma un pampero argentino (anche lui un burattino in mani altrui) che ha più volte offeso il Santo Patrono d’Italia del quale ha assunto indegnamente il nome, e che pure ha ricevuto il comico ucraino.
Penso che anche molti cittadini abbiano avvertito il senso della vergogna: la vergogna di essere cittadini di questa Repubblica, la vergogna di essere rappresentati da chi mai si è curato dei legittimi interessi nazionali, della dignità personale di ciascuno di noi e della difesa dei lavoratori.
Credo che dal 3 settembre 1943, oggi si sia toccato il punto più basso della storia nazionale sul piano politico, etico, dell’immagine, del prostrarsi agli ordini dello straniero curandone servilmente gli interessi in pregiudizio degli italiani.
Non voglio ancora ricostruire i fatti pur documentati che hanno portato alla situazione presente e che, con la complicità dei nostri cosiddetti “politici”, rischia di tramutarsi nel terzo ed ultimo conflitto mondiale. La situazione è ormai chiara e viene disconosciuta solo da chi mente sapendo di mentire: in Ucraina, e a spese del Popolo ucraino, è in corso la guerra scatenata dagli USA/NATO contro la Federazione Russa.
Vi è però un elemento positivo e di speranza: l’immonda bestia è ferita a morte e si dibatte nel vano tentativo di evitare il suo fallimento. Occorre aspettare ancora poco.
Tutto è ricostruibile e sarà ricostruito ma il maggiore impegno dovrà essere rivolto a ricostruire le coscienze individuali e la coscienza collettiva nazionale devastate dalla menzogna, dall’ingiustizia, dal ricatto e dalla violenza.
Diceva il grande Presidente della Vittoria: “cupidigia di servilismo”, ma finirà questa cupidigia di godimento della autodissoluzione.
Il grande Presidente Vittorio Emanuele Orlando proveniva dagli stessi luoghi dai quali proviene il figlio del grande Bernardo Mattarella.
Anche questo è un segno di riscatto.
AUGUSTO SINAGRA
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rosefrancaise8 · 1 year
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MILAN
Flying Premium Economy, we emerged slightly saner from our long trip around the globe than what we have before, but walking the streets of Milan for four hours while we waited for our hotel room to be ready really put us to the test. We thought we had just about pulled it off when David tripped over some raised pavement only metres from home and fell gracefully into the path of oncoming pedestrians. One kind man stopped to see how he was and exhorted him to be careful - advice that is always well meant but completely gratuitous after the event. Thankfully the wrist and knee that took the brunt of the fall held no grudges and all was well.
The next day we took the ever-faithful Hop On Hop Off tourist bus to explore further afield. With the exception of the historic Corso Vittorio Emanuel shopping precinct and the astonishing Duomo, nothing seemed to be quite where we had left it when we were there in 2019. Not a day goes by when I don’t look out our living room window on the intersection below dominated by the Spreadeagle Hotel and think of the view of the roundabout we had from our hotel in Milan. That roundabout was nowhere to be found.
Our Linea B bus did however get us to the Zona dei Navigli, a very different neighbourhood that centres on the two remaining canals that once encircled Milan - the Naviglio Pavese and the Naviglio Grande. It is the place for vintage shopping, pizzas, cafes, clubs, gelato and street art, with the odd gondola ride thrown in. We opted for pizzas (mine with mortadella and pistachio pesto was particularly good) and coffee gelati. The bus also took us past the Palazzo Lombardia and other sleek, futuristic looking buildings of the more recently designed Garibaldi - Repubblica- Veresine district. The stories we listened to this time through our little red earpieces were of architects making a difference in the world, which was in stark contrast to those about weddings between wealthy families and fortunes restored by the random addition of dried fruit into bread dough (Panettone) and saffron into Risotto (Risotto Milanese). As usual, we missed many of the landmarks pointed out by our audio guide but it was a comfortable way to get around this big city.
Later that night we went to a family-run Osteria a few blocks from the hotel called Mamma Rosa that lived up to its recommendation for good, honest Italian food. Their through-put was admirable also. Those waiters moved fast to accommodate never-ending groups of diners arriving through the night but never made you feel that you were on a timeline.
We packed our bags afterwards, ready for a quick exit in the morning as we had a 10.05am train to Trieste. Standing below the digital timetable at Milano Central, David thought it an itinerary to die for.
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crazy-so-na-sega · 9 months
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Friedrich Nietzsche in compagnia della madre Franziska (1892)
2 aprile 1888: Friedrich Nietzsche era un viaggiatore un po’ distratto. Doveva arrivare a Torino, eppure si ritrovò a Sampierdarena, non lontano da Genova; aveva sbagliato treno, ecco tutto…ma un piccolo mistero rimane ancora oggi, visto che la sua valigia lo stesso giorno s’imbarcò educatamente sul vagone per il Piemonte.
Tre giorni dopo, comunque, il professore ritentò l’impresa sulla linea Alessandria-Asti-Torino e, questa volta, giunse a destinazione: gli apparve una città ammantata di luce purissima, dai viali silenziosi e splendidamente lastricati.
Proprio dietro Palazzo Carignano, l’edicolante Davide Fino vide il forestiero, tutto contento con la valigia in mano, e cercò di vendergli una guida turistica; si ritrovò, invece, ad affittargli una stanza nella sua stessa casa, all’ultimo piano di Via Carlo Alberto n.6, dove oggi si trova la lapide che ricorda il soggiorno torinese del filosofo.
Nietzsche rimase due mesi in città; in estate partì per la Svizzera e poi, a settembre, tornò qui per un soggiorno più lungo, che si rivelò fatale.  
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La targa che ricorda il soggiorno torinese del filosofo tedesco in via Carlo Alberto 6
Dodici anni prima, poco più che trentenne, la salute malferma lo aveva costretto a congedarsi dall’università di Basilea, dove insegnava lingua e letteratura greca; fu l’inizio di un’intensa attività di scrittura e peregrinazioni sempre più sofferte, in un “Gran Tour” europeo di cui rimane solamente un taccuino insignificante, con appuntati i prezzi di frutta e verdura.
Eppure, Torino gli apparve splendida:“…è l’unica città che mi piaccia. Un qualcosa di calmo e di superstite lusinga i miei istinti. Percorro con estasi queste vie dignitose…Un paradiso per i piedi, anche per gli occhi…Non avrei mai creduto che una città, grazie alla luce, potesse diventare cosi bella”.
Diverse lettere, indirizzate alla madre, al musicista Peter Gast e al teologo Overbeck, mostrano l’entusiasmo per Torino che, persa la corona da capitale, rimaneva comunque vivacissima: cinque quotidiani, venti giornali scientifici e quattordici letterari, oltre a numerose biblioteche internazionali.
A questa effervescenza culturale, però, Nietzsche prendeva raramente parte. Preferiva passeggiate solitarie lungo i viali di Corso Casale; pensava, forse, a Richard Wagner, il celebre compositore con cui si era interrotto, misteriosamente, il sodalizio spirituale; o pensava ancora a Lou Salomé, l’affascinante russa che avrebbe anche sposato se questa non avesse ammaliato, prima il suo migliore amico, Paul Rée, poi un giovane poeta, Reiner Maria Rilke, e successivamente persino Sigmund Freud.  
Conduceva una vita riservata: di amici forse solo Carlo Clausen, editore tedesco che portò in Italia le dottrine orientali, quando erano ancora sconosciute.
Curiosamente, gli avvenimenti che lo interessavano di più erano gli stessi che entusiasmavano quella borghesia da lui tanto criticata: pare che alla fine dell’estate, trascorsa tra le montagne di Sils Maria, desiderasse tornare a Torino proprio per assistere, insieme ad oltre 70.000 persone, al matrimonio fra il duca Amedeo di Savoia e la principessa Letizia Bonaparte.
Curioso, per un personaggio ritenuto da tutti anticonformista; ma Nietzsche non era mai stato un “bohémien” ed, anzi, aveva sempre tenuto tantissimo a titoli, blasoni e frequentazioni altolocate.
Arrivò l’autunno: monotono, ma prolifico. C’era la sua scrivania, dove scrisse “Ecce Homo”, e c’era il pianoforte, che condivideva con Irene, la figlia dei suoi affittuari.
Poi, giorno dopo giorno, la sua grafia divenne sempre più nervosa e illeggibile; mentre nel suo cestino i coniugi Fino trovavano banconote stracciate, dalla vicina posta centrale, il filosofo cominciò a spedire biglietti in cui si considerava l’incarnazione di Vittorio Emanuele II, dell’architetto Antonelli o di altre celebrità dell’epoca; firmava le lettere come “il Crocifisso” o “l’Anticristo”.
Cominciò a confondere le notizie che apparivano sui giornali con quelle della sua vita quotidiana: vaneggiò che i sovrani d’Italia sarebbero andati a trovarlo nella sua stanza e poi, quando su “La Gazzetta Piemontese” apparve la notizia che uno spagnolo, accusato di omicidio, veniva condannato a morte, pensò di essere il carcerato stesso.
Il 3 gennaio 1889 avvenne la fine, forse un episodio più leggendario che veritiero.
Vedendo un vetturino che frustava a sangue un cavallo, Nietszche abbracciò e baciò l’animale, cadendo a terra e urlando di essere il nuovo Dioniso.
Lasciò Torino con la papalina di Davide Fino sulla testa, come pegno di un futuro incontro che mai avvenne. Morì il 25 agosto 1900 a Weimar, prigioniero della pazzia, presto trasformato in un mito.
I suoi scritti, rimaneggiati dalla sorella Elisabeth, conobbero un enorme successo e colpirono negli anni successivi Adolf Hitler.
Si convinse di essere l’ubermensch invocato dal filosofo per una nuova era. E, cosa ancor più folle, tanti lo seguirono. Ma non era il superuomo; era, anzi l’ultimo uomo, il peggior nichilista che avrebbe distrutto il mondo. L’ubermensch vagheggiato dal filosofo era diverso; il suo oltreuomo, avendo scoperto che Dio era morto, con la Filosofia del Martello avrebbe distrutto quei valori in cui l’Occidente faceva ancora finta di credere, libero di creare, come un fanciullo, nuovi valori.
“Ma chi sono i pazzi?”
-Fonte: Nietzsche a Torino
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L'uomo e il suo pensiero raramente coincidono...(cit)
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lamilanomagazine · 1 year
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Crotone: l’11 giugno le “Luci d’Autore” dedicate a Rino Gaetano
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Crotone: l’11 giugno le “Luci d’Autore” dedicate a Rino Gaetano. Domenica 11 giugno via Raimondi e via Vittorio Emanuele si trasformeranno in un palcoscenico all’aperto per ospitare l’omaggio della città ad uno dei suoi figli migliori: Rino Gaetano. Nel corso della settimana prossima saranno installate le “luci d’autore” dedicate al cantautore crotonese i cui testi sono stati scelti direttamente da migliaia di cittadini attraverso un sondaggio lanciato dall’amministrazione Comunale sulla pagina ufficiale “Città di Crotone” e sulla pagina Instragram. Scelta che è caduta su “Il cielo è sempre più blu”, arcinoto brano che celebra Rino Gaetano autore, e “A mano a mano”, splendido brano composto da Riccardo Cocciante e Marco Luberti, reso ancora più famoso con la celebre versione edita dal cantautore crotonese. In occasione dell’evento inaugurale previsto per domenica 11 giugno, un ulteriore omaggio al cantautore crotonese sarà reso attraverso il concerto della Khatmandu Band con le note delle più belle canzoni di uno dei più grandi poeti moderni.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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isoleminori · 1 year
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La Maddalena, Harry Weber, 1958
Corso Vittorio Emanuele
Dall'archivio della Biblioteca Nazionale Austriaca (Österreichische Nationalbibliothek).
Foto trovata grazie al lavoro di ricerca del signor Domenico Melia.
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eleonoramartis · 1 year
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🍫 Questo fine settimana ad #Alghero sono presenti diversi stand con tantissime prelibatezze al cioccolato.
Oggi ho avuto modo di partecipare all’evento e assaggiare un po’ di quel cioccolato preparato artigianalmente e con l’obiettivo di conservare il sapore del cioccolato puro e genuino. Sicuramente diverso dal cioccolato industriale.
📅 Domani, 26 marzo, si terrà l’ultima giornata dedicata al #cioccolato.
📍 Corso Vittorio Emanuele II (Giardini Pubblici) dalle ore 10 alle 23.
#eleonora_martis #festedelcioccolato #sardegna
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italiasparita · 1 year
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Leo Wehrli (1870-1954)
Lipari. Corso Vittorio Emanuele
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charlesreeza · 1 year
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The Royal Gate (Porta Reale) of Noto, Sicily is a large triumphal arch that marks the beginning of Corso Vittorio Emanuele, the main street of the city. It is also known as Porta Ferdinandea. It was built in honor of King Ferdinand of Bourbon and inaugurated on October 5, 1838, on the occasion of the monarch's visit to Noto.
Photo by Charle Reeza
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chez-mimich · 1 year
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MILANO DA ROMANTICA A SCAPIGLIATA (parte I)
Finalmente, dopo vari tentativi, il Castello di Novara centra in pieno una mostra, o per meglio dire, esprime già nel titolo, ciò che poi offre realmente allo spettatore, cosa che non era accaduta,lo scorso anno, con “Il Mito di Venezia”. Questa colta con “Milano da Romantica a Scapigliata” curata da Elisabetta Chiodini, ci siamo in pieno per la qualità delle opere esposte, ma soprattutto perché, nel percorso espositivo, si coglie appieno quella temperie artistica che si sviluppa a partire dal Romanticismo e che culminerà, proprio in ambito milanese, nel movimento artistico e letterario della Scapigliatura. Dopo il quasi doveroso omaggio a Francesco Hayez in apertura con “Imelda De’ Lambertazzi” che, se anche suscitò la scettica ironia di Gramsci, resta pur sempre un gran bel quadro, forse uno dei più intensi di Hayez, eccoci quindi immersi nella Milano prima sotto la dominazione austriaca e poi durante la guerra d’Indipendenza con le opere ragguardevoli (anche per la documentaristica storica) di Giuseppe Canella e Carlo Bossoli. Mi piace ricordare del Canella un vivace scorcio di Piazza Santo Stefano a Milano (cara ai ricordi di molti studenti della Statale, me compreso), fremente di vitalità e di commerci. Sempre del Canella la magnifica prospettiva della “Corsia dei Servi” (l’attuale Corso Vittorio Emanuele) qui pulsante di vita, in una radiosa giornata di sole. Così come di grande valore documentario, oltre che di ottima fattura pittorica, è il cosiddetto “Tumbum de San Marc”, piccolo salto delle acque del Naviglio, proprio in corrispondenza della attuale Via San Marco. E se grande meraviglia desta Piazza Vetra di Giuseppe Elena, non da meno sono gli scorci di Angelo Inganni e la varia umanità di cui sono popolati, forse un po’ troppo pittoreschi per i nostri smaliziati gusti, ma sempre molto godibili. Di grande fattura prospettica e architettonica è l’interno della chiesa di Santa Maria presso San Celso di Luigi Bisi e, per continuare in questo affascinante gioco della ricostruzione di ciò che non c’è più, ecco lo strabiliante aspetto (rispetto ai giorni nostri), di un Piazzale Loreto, quasi agreste, descritto da Giovanni Migliara (continua)
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jiannguo · 1 year
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IXFX welcome Xiao Zhan to Milan with screens on Feb. 23 to 25 from 8am to 10pm!
Locations in Milan:
1. Corso Vittorio Emanuele II (250times/day)
2. Via Torino (350 times/day)
3. Via Verri (250time/day)
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