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#critiche festival di sanremo
wdonnait · 2 years
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Sanremo: Fedez canta contro il Codacons e il viceministro Bignami vestito da nazista
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Sanremo: Fedez canta contro il Codacons e il viceministro Bignami vestito da nazista
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Durante la seconda serata del Festival di Sanremo, l’ospite connesso dalla nave dello sponsor della manifestazione è stato Fedez, che ha cantato una sua nuova canzone rap di cui, ha affermato, “mi assumo piena responsabilità”, sottolineando che il testo non è stato visionato da nessuno di Rai prima della sua esibizione. Il testo di Fedez a Sanremo 2023 Durante la performance, Fedez ha mostrato una foto del viceministro Galeazzo Bignami e ha parlato anche del cancro che ha affrontato, poi ha fatto una dedica a Gianluca Vialli, morto a causa del tumore al pancreas.
Fedez testo canzone Sanremo
Ecco i suoi versi:
“Uno sciacallo, un avvoltoio, un egocentrico entrano in un bar e il barista chiede “Ciao Fedez, che cosa ti preparo?” È il ritorno del coglione sulla traccia ma quello a cui nessuno lo ha mai detto in faccia che non è un fake, che non fa i video con la scaccia got ya Vieniti a prendere il perdono dalle mie braccia Scendo da un catamarano con la carta in mano Sono Napoleone con la sindrome del nano Decido io quando venire, bro me lo preparo come Matteo Messina Denaro Secondo a Sanremo con la vittoria dei Maneskin Free the nipple, come Victoria dei Maneskin Frate non sei primo in niente se sei primo in FIMI che nella vita tutto ha un prezzo, pure gli streaming Se va a Sanremo Rosa Chemical scoppia la lite Forse meglio il viceministro vestito da Hitler Purtroppo l’aborto è un diritto Sì, ma non l’ho detto io, l’ha detto un ministro A volte anch’io sparo cazzate ai quattro venti ma non lo faccio a spese dei contribuenti Perché a pestarne di merde sono un esperto Ciao Codacons, guarda come mi diverto Vabbè drammatizziamo, ho avuto il cancro e come un vero duro sono andato in tele e ho pianto Se penso a chi mi ha dato la forza, guardo in alto Il ricordo di Gianluca che porto su questo palco”
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m2024a · 6 months
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​Fabio Maria Damato, chi è il manager di Chiara Ferragni. Fedez: «La responsabilità dello scandalo è anche sua» «Chiara ha scelto di prendersi tutte le responsabilità, lei poteva e doveva spiegare che le responsabilità non sono tutte sue. Anche dei manager? Di un manager, uno solo». Così Fedez a Belve. Ma chi è il manager? Fabio Maria Damato è «il braccio destro e sinistro» di Chiara Ferragni. Chi ha visto la serie tv The Ferragnez lo ha già conosciuto in veste di uomo di fiducia della influencer. Ora anche lui, general manager di The Blonde Salad e di Chiara Ferragni Collection. Le accuse Il manager è indagato per truffa aggravata per i casi pandoro e uova di Pasqua. Presenza fissa accanto all'imprenditrice, ne è uno dei più stretti collaboratori e degli amici più fidati. Il rapporto Ferragni-Damato Chiara Ferragni lo ha sempre definito «il suo braccio destro e sinistro». Damato, infatti, si occupa degli impegni di Ferragni, gestisce alcune delle campagne pubblicitarie più importanti e i contatti con le principali aziende partner. Lavorano insieme da diversi anni: lui ha studiato alla Bocconi di Milano, dove si è laureato in Economia aziendale nel 2008. Poi ha cominciato la sua carriera professionale, inizialmente nel mondo del giornalismo (ha collaborato come fashion editor per Class Editor e poi per il Corriere della Sera), scrivendo di moda anche per Amica e MF Fashion. La svolta nel 2017, quando comincia a lavorare per The Blonde Salad, l'azienda di Chiara Ferragni. Attualmente è general manager sia per TBS che per Chiara Ferragni Collection.   Cosa diceva di lui Chiara Ferragni È stata la stessa Chiara Ferragni a presentarlo nel secondo episodio della serie tv The Ferragnez: «È uno dei miei più cari amici, il mio braccio destro, sinistro, tutto. Mi aiuta in qualsiasi attività lavorativa. Ed è l'unico che mi aiuta a scegliere gli outfit». L'amicizia Non solo lavoro, però. Tra Chiara Ferragni e Fabio Maria Damato c'è un rapporto che va oltre quello professionale. Lei ha sempre nutrito grande fiducia nei confronti del suo più stretto collaboratore, che con il tempo è diventato anche un amico. Era al matrimonio di Fedez e Ferragni, ha organizzato il baby shower di Vittoria, la seconda figlia della coppia, con un messaggio che aveva fatto commuovere tutti.   La scelta dei look È sempre stato l'unica persona ad aiutare Chiara Ferragni nei look. Anche in occasione del Festival di Sanremo 2023, quando l'influencer e co-conduttrice di Amadeus, si presentò sul palco dell'Ariston con degli abiti di Dior e di Schiaparelli con significati ben precisi che poi aveva raccontato sui social. E per farlo si era avvalsa dell'aiuto dello stesso Damato in qualità di stylist. Il caso pandoro Dopo lo scandaolo, su Instagram ha limitato i commenti ai soli amici, evitando quindi critiche pesanti. Una strada scelta anche da Chiara Ferragni. Secondo le indiscrezioni, Fedez ne avrebbe chiesto il licenziamento. Ma non sembrano più solo voci dopo le parole di Fedez a Belve.
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atomheartmagazine · 10 months
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Sanremo 2024: Polemiche e richiesta di esclusione per testi offensivi di La Sad
La partecipazione del gruppo musicale La Sad al Festival di Sanremo 2024 è a rischio. La loro inclusione ha scatenato polemiche e richieste di esclusione a causa dei testi delle loro canzoni, ritenuti misogini e promotori di violenza. Il Codacons ha contestato la decisione di includere il gruppo tra i partecipanti, minacciando una denuncia se non verranno prese misure immediate. La controversia dei La Sad segue il precedente coinvolgimento di Junior Cally nel 2020, anch’egli criticato per i testi controversi, ma non escluso dalla competizione.
La Sad a rischio Sanremo
La Sad, gruppo composto dai membri Theø, Plant e Fiks, è al centro delle critiche per i testi considerati offensivi verso le donne e caratterizzati da una esaltazione costante di violenza e misoginia. Il Codacons ha dichiarato che in un momento in cui la società dovrebbe combattere la violenza di genere, la presenza di La Sad al Festival (leggi QUI tutti i partecipanti di Sanremo 2024) è inappropriata. La richiesta di esclusione dei La Sad è sostenuta dall‘Associazione Utenti dei Servizi Radiotelevisivi.
Risposta da Amadeus su La Sad:
Il Codacons ha chiesto una risposta immediata da parte di Amadeus, il conduttore del Festival di Sanremo, sulla decisione di includere La Sad tra i partecipanti. In caso contrario, l’associazione minaccia di presentare una denuncia. Adnkronos riporta che “un Paese che si indigna per casi di violenza come quello di Giulia Cecchettin non può applaudire brani offensivi nei confronti delle donne e caratterizzati da una esaltazione costante di violenza e misoginia“.
I precedenti
Il documento sui La Sad riporta il precedente coinvolgimento di Morgan, appena cacciato da X Factor. A cui, si vocifera, sia stata rifiutata anche una canzone per Sanremo 2024. Morgan fu escluso nel 2010 a seguito di un’intervista in cui confessò l’uso di droghe. Inoltre, si fa riferimento al caso di Junior Cally nel 2020, accusato di promuovere una cultura violenta e sessista, ma non escluso dalla competizione. Amadeus non ha ancora commentato ufficialmente le polemiche sui La Sad.
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true-trauma · 1 year
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L’inchiesta di “Fuori dal coro” su Fedez.
Si dice che quando una persona indichi la luna nella massa, l’intelligente guardi verso gli astri, e lo stolto guardi il dito, magari accusandolo di star disturbando la quiete pubblica.
In qualche articolo precedente scrivevo che quando si va a Sanremo si deve essere pronti a scontrarsi con le più feroci e spesso surreali critiche, che non toccano quasi mai temi realmente seri, ma si riducono a sollevare polemiche pretestuose e da indegni indignati. Non è qualcosa che riguarda certo l’ultimo Sanremo: la musica lì è solo un contorno (ahimè, a prescindere dalla bellezza o dalla qualità delle canzoni). Un programma simil-talent meta-musicale, in cui, per dirla con Big Fish, “la musica ha meno importanza del vestito di Valeria Marini”. Fish può parlare con cognizione di causa essendo stato a Sanremo più volte, di cui la prima finanche la volta più eclatante.
Cambiano i presentatori, i vertici Rai, passano gli anni, e cambiano i vestiti; non è più Raffaella Carrà, ma Amadeus, non è più il 2001, ma il 2023, e a far discutere è il vestito della Chiara Ferragni, che prende quasi il posto della musica e di qualsiasi di battito serio e studiato sui brani in gara. Gli artisti col dito indicano la loro musica, e la stampa si lascia trasportare su commenti e critiche insensate.
Ma facciamo un passo avanti e ammettiamo anche che tutto ciò che si vede a Sanremo sia di altissimo livello, e si chiede scusa a partire da ora a tutti quei grandi nomi che han reso Sanremo Sanremo, dai cantanti, ai presentatori, ai direttori artistici, e chi lavora dietro le quinte. Ammettiamo anche che, tanto per fare un esempio, Chiara Ferragni abbia fatto un grandissimo monologo di grande impatto sociale, o che le canzoni siano tutte dei grandissimi classici e che, ipoteticamente, non ci sarebbe assolutamente nulla di cui lamentarsi dell’astronave Ariston. Tutto ciò che ne deriverebbe sarebbero solo considerazioni e analisi di determinati testi, di determinate canzoni, senza dunque scivolare nella solita cieca (e sorda) critica. Anche perché, cosa si vuole criticare a qualcosa di perfetto?
Tuttavia, Sanremo è uno status symbol in Italia, ed è una delle più grandi vetrine che permette alla musica nostrana di arrivare all’estero, e genera un audience stratosferico, bel al di là delle cinque sere del festival: specie di questi tempi si commentano gli ipotetici (ripeto: gli *ipotetici!*) Partecipanti dai quattro ai sei mesi prima della kermesse, poi ci si scaglia contro questo o quel cantante per i testi pregressi, o per le sue idee socio-politiche, e poi gli scandali delle esibizioni e dei testi, e ancora per le settimane e i mesi successivi per tutti i soliti magna-magna del caso che zompano fuori. Della musica, quindi, rimane poco e nulla: qualche nota, qualche rima, forse qualche messaggio profondo, e poi più niente.
Adesso immaginate di essere degli “artisti moderni”, e la vostra comunicazione si basa sull’uso massiccio dei social media, e dunque, volutamente, si cerca quantomeno di diventare virali, in un mondo in cui sono diventati virali anche i video delle morti di George Floyd e di Mango, o di Matteo Salvini che, improvvisandosi uomo ragno di quartiere appena uscito dalla sagra della salsiccia, bussa random. Immaginatevi di voler anche diventare virali a tutti i costi. Quale migliore occasione di Sanremo e sfruttarla come vetrina? A questo punto, le strade sono due: o fai come Blanco e spacchi tutto (quasi letteralmente parlando), peraltro rompendo una scenografia fatta coi fiori nella città dei fiori (un genio!), o fai come Rosa Chemical e Fedez, che si limonano in eurovisione, facendo leva su quella grande fetta di popolazione altamente bigotta.
Si intenda, nulla di rivoluzionario: il classico, il solito gesto sanremese smuovi-acque in grado di far parlare di sé anche se contenutisticamente parlando incredibilmente povero.
Morale della favola: il Codacons ti vede e, come spesso accade, si attacca alla fuffa, e presenta un esposto per venirti contro, qualunque cosa tu abbia detto o fatto, spesso senza criterio alcuno.
Si diceva della luna e del dito. Fedez quest’anno si è preso il palco e la scena sanremese forse anche più della moglie, forse anche più delle canzoni presentate sul palco dell’Ariston. Si è parlato spessissimo di lui, nonostante fosse stato invitato solo come ospite della crociera (oltre che come ospite degli Articolo 31 per il loro medley), dove ha presentato un freestyle prodotto da Salmo in cui si è tolto tanti sassolini dalla scarpa. E tra le cose che han suscitato più clamore ci sono state le sue parole sul vice-ministro Galeazzo Bignami, attaccato con coraggio, presentato con una foto in cui era vestito da nazista ad una festa di Carnevale. La foto è stata poi strappata a fine esibizione dallo stesso Fedez, che, stando a quanto dichiarato, non ha comunicato il contenuto del testo ad alcun organizzatore del festival.
Neanche il tempo di smarcarsi da tutto ciò, che a raffica arrivano prima il grido di “Giorgia legalizzala!” Urlato con J-Ax dal palco mentre cantavano sulle note di Maria Maria, e subito dopo il limone con Rosa Chemical.
Tutto questo ha contribuito ad alimentare certamente e non placare tutte le voci su di lui, e lo ha portato sulla bocca di tutti (su quella di Rosa Chemical sicuro) con tanta furbizia e scaltrezza.
Ovviamente non sono rimasti in silenzio neanche tutti quei giornali politicamente schierati. Lo dicevamo prima: dinanzi a Sanremo è impossibile restare indifferenti. E allora veniamo alle ultime. Facciamo finta di essere, e non un nome a caso, Mario Giordano, personaggio simbolo del decadimento del giornalismo italiano, da anni prezzolato di Silvio Berlusconi e di conseguenza delle destre attualmente al governo. Giordano che si ritrova dinanzi uno dei personaggi più esposti degli ultimi anni (Fedez) in uno dei contesti più seguiti di sempre (Sanremo) che offre molteplici spunti di riflessione di cui dibattere, al di là del livello delle esibizioni, di cui non proferisco parola.
Si potrebbe parlare del viceministro Bignami, e del preoccupante ritorno delle squadriglie fasciste (vedi i fatti di Firenze, avesse un esponente del governo preso anche solo per sbaglio una netta posizione di condanna nei confronti di quel vile, meschino e preoccupante gesto); si potrebbe avviare un dibattito serio (come se ci fosse posto per la serietà nel programma di Mario Giordano) sulla legalizzazione della cannabis, peraltro invocata dagli Articolo 31 e Fedez sul palco dell’Ariston, tema liquidato da Fratelli D’Italia col solito commento italiota che vuole la cannabis al pari di cocaina ed eroina, ovvero “non legalizzeremo mai le droghe”. Si potevano sollevare tantissime tematiche, ma a quanto pare, a Fuori dal coro si preferisce parlare della presunta omosessualità di Federico.
Eppure, il servizio non è andato in onda. Ma come mai? Andiamo per gradi.
Fedez sono giorni, praticamente da subito dopo Sanremo, che non posta alcunché sui propri social, né compare nei post della moglie, scatenando un circolo di commenti che vanno dall’incazzato (ora contro Fedez per il basio con Rosa Chemical, ora contro Chiara Ferragni per la sua pesantezza) al divertito (“stiamo per chiamare Chi l’ha visto?”). Il suo silenzio è stato interrotto solo da qualche storia, la più rumorosa delle quali è arrivata in un pomeriggio. Telefono alla mano e schermo dinanzi, il rapper riprende quella che pare essere un’intervista in cui si ritrova a rispondere della sua omosessualità: “non sono gay, ma se lo fossi non avrei alcun problema a dirlo”. E parte poi un monologo in cui attacca ferocemente il programma di Giordano, definendolo un programma di disinformazione. Tematica, quella del giornalismo, che Fedez ha sempre trattato in musica, nelle interviste e sui social, dimostrando di avere a cuore la causa del giornalismo. Ed è sempre su Instagram story che affida altre domande e altre considerazioni: perché parlare dell’omosessualità di Fedez anziché affrontare tutte le altre, tipo la presenza di Bignami all’interno dell’attuale governo, nonostante quell’ignobile fotografia? Forse perché Giordano non può fare bastian contrario? Per finire, Fedez, ironicamente, chiede ai giornalisti di Fuori dal coro di condurre un’altra inchiesta: “sapere se Mario Giordano ha ancora i testicoli attaccati allo scroto”. Apriti cielo.
Non è la prima volta che Giordano si ritrova a essere vittima di scherno da parte di qualcuno di importante: già un po’ di tempo fa, Lilli Gruber, rivendicando la sua distanza professionale dal burattino di Rete 4, cosa peraltro sacrosanta e ragionevole, si ritrovò a imitare la sua voce, difetto fisico di cui spesso si parla sui social. Ma ora che a farlo è Fedez, personaggio sicuramente più controverso e più potente mediaticamente parlando, le critiche sono state accesissime, il più delle quali vertevano a mettere in mostra la contraddittorietà di Fedez, “accesso paladino delle libertà e dei diritti che si diverte a perculare una persona per un suo difetto fisico”, effettivamente unico punto criticabile delle sue storie di quel pomeriggio. Buttati al cesso gli altri due minuti in cui espone il suo (condivisibilissimo) punto di vista sul giornalismo italiano, sciacallo e frivolo, che concentra le proprie energie per portare avanti “inchieste” su argomenti inutili (vedi omosessualità presunta di Fedez).
Tanto che Fedez lo chiede: “vi ha dato fastidio che ho mostrato i vostri amici fascistelli?”. Ma ormai la frittata era fatta.
Le critiche non si sono certo arrestate. Sui profili social di Fuori dal coro subito dopo è comparso un post: “tranquillo Fedez, non parleremo di te, ma di argomenti più importanti”. E non mancano certo anche i commenti gaudenti dei boomer che seguono Rete 4, che fanno a gara a destra e a manca ad additare Fedez di ogni male del mondo.
“Curnuto e mazziato”, si direbbe a Napoli. “Oltre al danno la beffa”. Il tutto, per aver leggermente esagerato con le parole. Tu ti baci scherzosamente con un uomo, tuo amico ancora prima che collega, ti contattano per condurre “un’inchiesta del cazzo” e ti dicono anche che ti sei inventato tutto. Meraviglioso.
E non è servito neanche postare una storia in cui, forte e chiaro, è udibile la voce della giornalista che dice che le domande andranno in onda a Fuori dal coro. Delle due l’una: o a Fuori dal coro piace fare scherzetti per farsi pubblicità (peraltro servendosi di una persona visibilmente scossa e sotto pressione), o han fatto una inversione a “u” dopo essersi resi conto di aver fatto una “figura di merda” (si ringrazia Fede per questa citazione che resterà negli annali). O, ancora, la giornalista (sarà davvero una giornalista?) Si è servita del nome del programma in maniera impropria.
E se il livello artistico-culturale, come dicono in molti, è ai minimi storici, anche nel mondo giornalistico non si scherza mica. Quello di Fedez è l’esempio più plastico, se si considera il periodo storico che si sta vivendo, con un serio e preoccupante allarme di una terza guerra mondiale peraltro nel cuore del vecchio continente. E se proprio si fosse voluto così ardentemente voluto parlare di Fedez, si sarebbero potute affrontare centinaia di altre questioni diverse che ha sollevato, anche dal palco dell’Ariston recentemente.
Per citare ancora una volta l’intro di questo articolo, potremmo dire che: quando un Fedez mira col dito le (“vere”) questioni del paese, i giornalisti italiani si scandalizzano per un bacio e gli danno anche del fr0c10. Del resto, per citare
Alfonso Signorini
, oggi a fare i giornalisti ci pensano anche i giornalai. E verrebbe da dire persino “solo quelli”.
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enkeynetwork · 2 years
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musicletter · 2 years
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Blanco indagato per danneggiamento
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Secondo quanto appreso dai principali organi di informazione, il cantante italiano Blanco sarebbe stato denunciato per danneggiamento in seguito alla sua reazione "scomposta" avvenuta durante l'esibizione come ospite al Festival di Sanremo 2023.
Il fascicolo aperto dalla Procura di Imperia
Blanco sarebbe indagato in quanto ha distrutto il "giardino di rose" allestito come scenografia sul palcoscenico del teatro Ariston di Sanremo. Ricordiamo che il cantante era stato invitato da Amadeus per presentare il nuovo singolo L'Isola delle rose, ma a un certo punto dell'esibizione, non si sa per quale motivo, forse per il mancato ritorno in cuffia, ha iniziato a prendere calci le composizioni floreali che lo circondavano. Anche se molti pensano che il gesto compiuto dal musicista di Brescia, benché eccessivo, fosse previsto come pubblicità e in sintonia alla presentazione del video del nuovo singolo presentato al Festival (guarda qui).
L'esibizione di Blanco a Sanremo 2023
https://www.youtube.com/watch?v=-ARTM-Aq2YI
Chi è Blanco
Nato a Brescia nel 2003, Blanco - all'anagrafe Riccardo Fabbriconi - è un noto cantautore italiano che ha suscitato l'interesse di un numero sempre crescente di fan in tutto il paese a partire dalla vittoria di Sanremo 2022 con il brano Brividi cantato in coppia con Mahmood. A oggi è uno dei cantautori più amati ed apprezzati del panorama musicale italiano e ha all'attivo un solo album dal titolo Blu celeste, pubblicato nel 2021. L'isola delle rose, uscito il 27 gennaio 2023, �� il suo ultimo singolo. https://www.youtube.com/watch?v=g2647z7McDE Come al solito sui vari social network sono partite una valanga di critiche con chi lo accusa e chi invece lo difende. (La redazione) Read the full article
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kritere · 2 years
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Il governo attacca ancora Sanremo, cosa può fare ora Giorgia Meloni per cambiare i vertici Rai
DIRETTA TV 14 Febbraio 2023 Il rap di Fedez, il bacio di Rosa Chemical, le critiche al governo Meloni: la maggioranza non ha ancora digerito le polemiche emerse dal Festival di Sanremo. Ora emerge un modo in cui Giorgia Meloni, senza gesti plateali, potrebbe cacciare l’ad della Rai Carlo Fuortes prima della fine del suo mandato. 17 CONDIVISIONI Il Festival di Sanremo ha “pesato al contrario”…
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Zelensky a Sanremo, si allarga il fronte del no
Non solo intellettuali e personaggi dello spettacolo. L’intervento di Volodymyr Zelensky a Sanremo non piace a larga parte della politica e sono diversi gli esponenti dell’opposizione che storcono il naso di fronte alla sua presenza nella serata finale del Festival. Profilo basso invece sul fronte della maggioranza, a partire da Fratelli d’Italia, dopo le critiche sollevate ieri da Matteo…
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eyeathenenoctua · 4 years
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#AstroSanremo Måneskin raggiunge la vittoria della 71 edizione del festival di #Sanremo2021 con la luna attraversando la costellazione dell’Ofiuco nel cielo reale
Måneskin, è una parola danese traducibile in italiano come chiaro di Luna. È una band di rock italiana dal 2016 composta da 4 integranti nati tutti a Roma:
Damiano David (voce) Roma, 8 gennaio 1999
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Plutone grado 1 dell’Ofiuco
2. Victoria De Angelis (basso) Roma, 28 aprile 2000
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Hygiea grado 1 dell’Ofiuco
Plutone grado 4 dell’Ofiuco
Chirone grado 8 dell’Ofiuco
3. Thomas Raggi (chitarra) Roma, 18 gennaio 2001
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Plutone grado 6 dell’Ofiuco
Ceres grado 15 dell’Ofiuco
Chirone grado 16 dell’Ofiuco
4. Ethan Torchio (batteria) Roma, 8 ottobre 2000
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Plutone grado 3 dell’Ofiuco
Chirone grado 5 dell’Ofiuco
Hygiea grado 1 dell’Ofiuco
A proposito del significato del suo nome, e questa posizione di Plutone, Chirone, Hygiea e Ceres nella costellazione dell’oficuco nei temi natali dei 4 integranti della band, trovo interesantissimo e molto importante ritornare al tema natale dell’eclisse di sole che abbiamo avuto l’ultimo 14 diciembre del 2020 alle 17:16 con il sole e la luna congiunti nel grado 15 della costellazione dell’ofiuco nel cielo reale:
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La band si presentó all’edizione 71 del festival di Sanremo questo marzo 2021 con la canzone “Zitti e buoni”
Vediamo insieme il testo:
Loro non sanno di che parlo
Voi siete sporchi, fra', di fango
Giallo di siga fra le dita
Io con la siga camminando
Scusami, ma ci credo tanto
Che posso fare questo salto
E anche se la strada è in salita
Per questo ora mi sto allenando
E buonasera, signore e signori
Fuori gli attori
Vi conviene toccarvi i coglioni
Vi conviene stare zitti e buoni
Qui la gente è strana tipo spacciatori
Troppe notti stavo chiuso fuori
Mo' li prendo a calci 'sti portoni
Sguardo in alto tipo scalatori
Quindi scusa mamma se sto sempre fuori, ma
Sono fuori di testa, ma diverso da loro
E tu sei fuori di testa, ma diversa da loro
Siamo fuori di testa, ma diversi da loro
Siamo fuori di testa, ma diversi da loro
Io ho scritto pagine e pagine, ho visto sale poi lacrime
Questi uomini in macchina non scalare le rapide
Scritto sopra una lapide, in casa mia non c'è Dio
Ma se trovi il senso del tempo risalirai dal tuo oblio
E non c'è vento che fermi la naturale potenza
Dal punto giusto di vista, del vento senti l'ebrezza
Con ali in cera alla schiena ricercherò quell'altezza
Se vuoi fermarmi ritenta, prova a tagliarmi la testa perché
Sono fuori di testa, ma diverso da loro
E tu sei fuori di testa, ma diversa da loro
Siamo fuori di testa, ma diversi da loro
Siamo fuori di testa, ma diversi da loro
Parla, la gente purtroppo parla
Non sa di che cosa parla
Tu portami dove sto a galla
Che qui mi manca l'aria
Parla, la gente purtroppo parla
Non sa di che cosa parla
Tu portami dove sto a galla
Che qui mi manca l'aria
Parla, la gente purtroppo parla
Non sa di che cazzo parla
Tu portami dove sto a galla
Che qui mi manca l'aria
Ma sono fuori di testa, ma diverso da loro
E tu sei fuori di testa, ma diversa da loro
Siamo fuori di testa, ma diversi da loro
Siamo fuori di testa, ma diversi da loro
Noi siamo diversi da loro
Vediamo adesso il tema natale della serata finale del festival di Sanremo questo 06 marzo del 2021 iniziato alle 20 nella regione d’Imperia in Italia 
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Come possiamo vedere anche qui, nodo nord, Juno e la Luna (nel grado 17) erano anche nella costellazione dell’ofiuco nel cielo reale… senza dubbio è stata una sera dove gli effetti di questo eclisse di sole nella costellazione dell’ofiuco si sono manifestati con una purezza letterale che mi ha lasciato emozionata durante giorni! 
Parlare di Ofiuco, è parlare della Medusa. Ricordiamo che Atene ha dato ad Asklepios il sangue della medusa per usarlo nelle sue guarigioni. Parlare della Medusa e di Atene, è parlare del nostro sguardo che giudica quello che è diverso da noi, quello che non capiamo, quello che non conosciamo o riconosciamo e  che gli attribuiamo un significato negativo nella nostra vita, con la conseguenza elementare di escludere tutto quello che giudichiamo come una minaccia per la “armonia collettiva” o individuale. 
Maneskin è stata propio questa medusa che ha detto in faccia al popolo italiano con un messaggio diretto che sono STANCHI DEI GIUDIZI, dello sguardo italiano che pietrifica con suo giudizio tutto quello che esce dalle dagli stereotipi di apparenza adeguata costruita nella loro  narrativa da generazioni… zitti e buoni e il grido di una gioventù che non vuole saperne più delle critiche delle pecore che continuano zitte e buone compiendo le norme per paura, per ignoranza o perche hanno uno standard di moralità inflessibile o scollegato del senso organico di evoluzione.
Infatti è MERAVIGLIOSO vedere come letteralmente questa medusa esprime nel suo testo queste parole:
“prova a tagliarmi la testa perché
Sono fuori di testa, ma diverso da loro E tu sei fuori di testa, ma diversa da loro Siamo fuori di testa, ma diversi da loro Siamo fuori di testa, ma diversi da loro Parla, la gente purtroppo parla Non sa di che cosa parla Tu portami dove sto a galla Che qui mi manca l'aria Parla, la gente purtroppo parla Non sa di che cosa parla Tu portami dove sto a galla Che qui mi manca l'aria Parla, la gente purtroppo parla Non sa di che cazzo parla Tu portami dove sto a galla Che qui mi manca l’aria”
Le serate per me, hanno avuto una tintura molto Ofiuco, un richiamo del cuore alla trasformazione, a reinterpretare, a riguardare, ad essere consapevoli del nostro sguardo, dei nostri giudizi capaci di far diventare a qualcuno in Medusa, o di pietrificare a qualcuno con la nostra mente analitica. Il giudizio abita nell’ossevatore che siamo ognuno di noi. Non vediamo il mondo com’è ma come siamo noi. 
Vediamo anche le parole che ci ha regalato Achille Lauro su questo…
Sono il Pop.
Presente, passato.
Tutti, Nessuno.
Universale, censurato.
Condannato ad una lettura disattenta,
Superficiale.
Imprigionato in una storia scritta da qualcun altro.
Una persona costruita sopra la tua persona.
Divento banale, mi riducono ad un'idea.
Antonomasia di quelli come me.
Rinchiudere una persona in un disegno.
Ma io ero molto di più.
Il pregiudizio è una prigione.
Il giudizio è la condanna.
Dio benedica gli incompresi.
Sono il Glam rock.
Sono un volto coperto dal trucco.
La lacrima che lo rovina.
Il velo di mistero sulla vita.
Sono la solitudine nascosta in un costume da palcoscenico.
Sessualmente tutto.
Genericamente niente.
Esagerazione, teatralità, disinibizione.
Lusso e decadenza.
Peccato e peccatore,
Grazia e benedizione.
Un brano che diventa nudità.
Sono gli artisti che si spogliano,
E lasciano che chiunque
Possa spiare nelle loro camere da letto e in tutte le stanze della psiche.
Esistere è essere.
Essere è diritto di ognuno.
Dio benedica chi è.
Italia e la medusa in facia. Guardala. Dio benedica gli incompresi. Dio benedica chi è. 
Maneskin: la generazione con Plutone e Chirone in Ofiuco
https://www.youtube.com/watch?v=XD77aMyCv0Q
Io c'ho vent'anni
Perciò non ti stupire se dal niente faccio drammi
Ho paura di lasciare al mondo soltanto denaro
Che il mio nome scompaia tra quelli di tutti gli altri
Ma c'ho solo vent'anni
E già chiedo perdono per gli sbagli che ho commesso
Ma la strada è più dura quando stai puntando al cielo
Quindi scegli le cose che son davvero importanti
Scegliamo oro o diamanti, demoni o santi
E sarai pronto per lottare, oppure andrai via
E darai la colpa agli altri o la colpa sarà tua
Correrai diretto al sole oppure verso il buio
Sarai pronto per lottare, per cercare sempre la libertà
E andare un passo più avanti, essere sempre vero
Spiegare cos'è il colore a chi vede bianco e nero
E andare un passo più avanti, essere sempre vero
E prometti domani a tutti parlerai di me
E anche se ho solo vent'anni dovrò correre
Io c'ho vent'anni
E non mi frega un cazzo, c'ho zero da dimostrarvi
Non sono come voi che date l'anima al denaro
Dagli occhi di chi è puro siete soltanto codardi
E andare un passo più avanti, essere sempre vero
Spiegare cos'è il colore a chi vede bianco e nero
E andare un passo più avanti, essere sempre vero
E prometti domani a tutti parlerai di me
E anche se ho solo vent'anni dovrò correre
Per me
E sarai pronto per lottare, oppure andrai via
E darai la colpa agli altri o la colpa sarà tua
Correrai diretto al sole oppure verso il buio
Sarai pronto per lottare, per cercare sempre la libertà
C'hai vent'anni
Ti sto scrivendo adesso prima che sia troppo tardi
E farà male il dubbio di non essere nessuno
Sarai qualcuno se resterai diverso dagli altri
Ma c'hai solo vent'anni
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romy-mc · 4 years
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Sanremo 2021 : vince il rock vincono i Maneskin
Sanremo 2021 : vince il rock vincono i Maneskin
“Zitti e Buoni“ la canzone dei Maneskin è il suono di una nuova generazione. Questo Festival è stato strano, per molti noioso e con poco share. Non sono mancate le critiche ma questo è forse uno degli aspetti di normalità dove ormai di normalità non c’è più nulla. Bastava guardare le poltrone vuote, le persone sostituite con dei palloncini, per capire che nulla poteva essere come gli altri anni…
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corallorosso · 4 years
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I lustrini di Sanremo sono lontani anni luce dal ciò che accade nel paese reale Già detto, già scritto e lo ripeto: i lustrini di Sanremo sono lontani anni luce dal ciò che accade nel paese reale. Le chiacchiere con gli ospiti menate troppo a lungo; la pubblicità invasiva; le donne (esclusi rari casi) che continuano a far da comparse e accompagnatrici a due maschietti conduttori, hanno un so' che di patetico. (...) Sanremo ha scelto l'autoreferenzialità; facendo finta che questa edizione fosse simile, in tutto e per tutto, a quella dell'anno scorso o a quelle d'altri tempi. Non è cosi. L'autoreferenzialità li induce a raccontare solo se stessi e a tentar di far diventare quel palco, per qualche ora, l'ombelico del mondo. Non poteva funzionare e, alla prova dei fatti, non sta funzionando. La scelta fatta dalla Rai e dai conduttori era stata motivata, nella conferenza stampa di presentazione, con la necessità di dare serenità agli italiani già stremati. Una cosa è dare serenità, altra cosa è distribuire noia in dosi così massicce che addormenterebbero anche un cavallo. Sono andati avanti su quella scelta iniziale; sono voluti andare per la loro strada senza ascoltare le critiche, non mutando nemmeno di una virgola un canovaccio un po' stantio. Stanno pagando pegno. Questo festival sarà anche un festival della canzone, ma non è il festival degli italiani, del paese che abitano. (...) Come fa un Festival della canzone italiana a far finta di niente e a cavarsela con qualche battuta sparsa qua e la tanto per apparire politicamente corretti ? Il formato scelto, - tutto televisivo - avrebbe avuto bisogno di atri tempi e di altri ingredienti, a iniziare dai testi. Nel formato televisivo i tempi contano, eccome. Non si possono far passare ore riempiendole solo di chiacchiere che non producono emozioni o lo se lo fanno non seguendo uno schema narrativo: eppure siamo nell'epoca dello storytelling, abusato ormai anche per raccontarci la storia dei vini e dei formaggi. Nel formato televisivo contano le emozioni, i contrasti, serve suscitare, per dirla, con un maestro dell'antica Grecia, ethos e pathos, etica e passioni. Invece è apparso tutto o quasi tutto scontato. (...) Qualche altra domanda, prima che la giostra finisca: quanto costa agli italiani questo festival? Magari con la pubblicità la Rai ci ha anche guadagnato? Quanto hanno preso i conduttori e i tanti ospiti saliti sul palco? Nel paese che dice di esser divenuto il luogo della trasparenza, non è da populisti porre queste domande. Si è tenuto conto, ad esempio, nell'erogare i giusti compensi della fase che attraversa la nazione? Non è per fare del facile populismo, per saper sapere tutto su Sanremo poiché è gestito da un ente di stato. Aspettiamo le ultime due serate, con ottimismo. Reggeremo e riascolteremo tutto e tutti. Un favore, signori, però io chiedo: ogni tanto mostrateci qualche immagine, qualche suono, qualche voce del paese reale. Quello che è fuori dall'Ariston. Maurizio Boldrini
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m2024a · 8 months
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Seguici sul:https://notizieoggi2023.blogspot.com/2024/01/tananai-pubblica-una-foto-su-instagram.html Tananai pubblica una foto su Instagram e arriva una valanga di critiche Tananai pubblica una foto su Instagram e arrivano critiche da molti utenti. Ma c'è anche chi difende il cantante. C'è chi invoca il concetto di body positivity, ovvero quel tipo di atteggiamento che dovrebbe portare a diffondere contenuti sull'accettazione di sè, del proprio corpo e della propria natura fisica, e c'è chi invece parla di diritto all'ironia e alla leggerezza. Tutto nasce dall'annuncio da parte di Amadeus, conduttore e direttore artistico del Festival di Sanremo 2024, di Tananai fra gli ospiti del palco di piazza Colombo, una sorta di "fuori festival" che ormai è diventato una piacevole consuetudine per gli appassionati di musica e della manifestazione musicale. Dopo questo annuncio, il cantautore milanese ha pubblicato su Instagram una foto modificata del proprio volto - quindi non di un'altra persona, ma di se stesso - con diversi chili in più. Peraltro una situazione che lo stesso Tananai ha realmente sperimentato alle scuole medie e che ha raccontato più volte anche recentemente. Poco dopo la pubblicazione, ecco fiorire una serie di critiche: "Non si scherza con certi problemi", "Bisogna diffondere valori di accettazione", "Nel 2024 pensi che l'obesità possa far ridere?" sono alcuni dei commenti pubblicati sotto la foto da alcuni utenti. In tanti lo hanno anche difeso, confermando la sua buona fede e l’intenzione di fare soltanto una battuta di spirito.
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atomheartmagazine · 10 months
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Nuovo post su Atom Heart Magazine
Nuovo post pubblicato su https://www.atomheartmagazine.com/pupo-sanremo-2010-emanuele-filiberto-quirinale-tolse-vittoria/
Pupo e il retroscena su Sanremo: "Avevamo vinto, poi telefonò il Quirinale"
Enzo Ghinazzi, noto come Pupo, il cantautore italiano dai successi intramontabili, si confida su una carriera ricca di alti e bassi. Dalla controversa partecipazione a Sanremo a un tour avvincente nei Paesi dell’Est. Tra donne, gioco d’azzardo e TV, Pupo rivela dettagli inediti della sua vita.
Attualmente in tour nei Paesi dell’Est, Pupo in un’intervista a Repubblica, rivela un aneddoto avvincente sul suo recente attraversamento a piedi del ponte verso l’exclave russa di Kaliningrad, sottolineando il dettaglio insolito previsto nel contratto: “Ho dovuto attraversare il ponte a piedi“.
Pupo e la vittoria “rubata a Sanremo
Pupo affronta critiche passate e recenti, mostrando un atteggiamento distante. Ricorda la controversa partecipazione a Sanremo con Emanuele Filiberto e Luca Canonici. Rivelando di aver accettato il secondo posto a causa di presunte pressioni dalla presidenza della Repubblica.
“A dirla tutta, la canzone non solo è arrivata seconda ma aveva vinto il festival, sono io ad aver accettato il secondo posto. Prima della finale i vertici Rai avevano ricevuto una telefonata dalla presidenza della Repubblica, temevano lo scandalo di un rappresentante di casa Savoia al primo posto a Sanremo. Avevano capito che avremmo vinto osservando il picco di ascolti record della serata in cui avevamo ospitato Marcello Lippi: quella sera si ruppe la chitarra, ci fu un attimo di impasse e allora Lippi fece un promo della canzone, cosa che non si poteva fare. Sabato mattina mi dissero che mi squalificavano e che avrei cantato solo come ospite; risposi che, pur avendo partecipato sei volte, non avevo mai vinto Sanremo: “Mi toglierete la vittoria lunedì mattina, ma io stasera vinco il festival e poi ci vediamo in tribunale”. Raggiungemmo un accordo, mi proposero secondo, dissi: ‘Secondo va bene’”.
L’inizio della carriera e il gioco d’azzardo
La discussione si sposta sulle radici della sua carriera, dalla Baby Records al cambio di nome, proposto da Anna, la sua ragazza di allora. Pupo rivela il suo legame con il gioco d’azzardo, ereditato dal padre, e come abbia influenzato la sua vita. Dalle vette del successo alle cadute rovinose:
“Ho vissuto momenti di grande esplosione e di cadute rovinose: nell’80, a 25 anni, con Su di noi diventai miliardario, dieci anni dopo avevo alcuni miliardi di debiti. Nell’83 a Saint Vincent ho perso 130 milioni di lire in una sola mano di chemin de fer, ci rimisi un appartamento che avevo appena comprato. Oggi sono tornato a essere milionario come prima“.
Pupo e le donne della sua vita
La conversazione si fa più personale quando Pupo parla delle donne nella sua vita. La corista Donatella Milani, la prima moglie Anna, la compagna Patricia, e la figlia avuta da una fan. Un ménage à trois che l’artista descrive con gratitudine e serenità: “Il merito è tutto loro, io non ho fatto nulla, sono semplicemente un uomo normale che ha trovato due donne (Anna e Patricia, ndr) eccezionali. Lo dico senza falsa modestia”.
Il rapporto con Donatella Milani
Ricorda anche il successo di “Su di noi”. La canzone scritta da Pupo con Donatella Milani, svelandone l’ispirazione amorosa: “Era per noi due. È dedicata al nostro amore: era la mia corista, mi innamorai di lei e lasciai mia moglie. Aveva genialità, l’attacco del pezzo è suo. E pensare che non voleva firmarla, l’ho obbligata io. Oggi quella canzone ha una rendita pazzesca“.
Pupo e la tv
Infine, Pupo riflette sulla sua carriera televisiva, ricordando le esperienze passate come conduttore e giudice in programmi Rai e Mediaset come “Affari tuoi” e “Grande Fratello“. Sottolinea il suo distacco dalla TV quotidiana, mostrando una certa disillusione nei confronti del mondo televisivo attuale.
Sul Grande Fratello, in particolare, Pupo rivela: “Ho fatto l’opinionista del Grande Fratello per due anni, c’era la pandemia, avevo poco da fare, mi chiamò Alfonso Signorini: ma io non ho mai visto un minuto del Grande Fratello in vita mia. C’era chi lo seguiva per me, un grande autore di tv. Io non avevo la forza di guardarlo per quanto mi faceva ca*are“.
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gloriabourne · 6 years
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The one where Ermal read a post about him
Non era un segreto che nel tempo libero, Ermal leggesse tutto ciò che lo riguardava sui social.
Non riusciva nemmeno lui a capire come facesse a leggere ogni singolo tweet che parlava di lui, anche quando non era stato taggato. Probabilmente aveva una dote naturale e fare il ficcanaso gli riusciva piuttosto bene.
Nella maggior parte dei casi, si trattava di post in cui gli venivano fatti dei complimenti. Al massimo c'era qualche tweet in cui veniva preso in giro perché aveva dimenticato il testo di una canzone, per una camicia troppo eccentrica, però non gli era mai capitato di leggere qualcosa di troppo cattivo nei suoi confronti.
Fino a quel giorno.
Non aveva idea di come fosse successo, in realtà. Non sapeva come fosse finito dal leggere cazzate su Twitter a scorrere i post di Tumblr, una piattaforma di cui tra l'altro lui sapeva poco o nulla.
Però, insomma, già che c'era finito per caso tanto valeva dare un'occhiata.
Aveva digitato il suo nome nella barra di ricerca e aveva iniziato a scorrere velocemente i risultati, sorridendo di tanto in tanto di fronte ai collage di foto che avevano come didascalia una sua frase.
E poi era arrivato a quel post.
Non sapeva nemmeno per quale motivo si fosse soffermato a leggere.
Lui non era il tipo di persona che dava peso alle critiche - non a quel tipo di critiche, almeno - eppure vedendo quel post aveva improvvisamente raddrizzato la schiena contro il divano e aveva iniziato a leggere con attenzione.
Una persona - un anonimo, e già solo il fatto che non avesse messo la faccia per dire una cosa simile avrebbe dovuto far capire ad Ermal che non era qualcosa a cui dare peso - aveva fatto un commento sul suo aspetto fisico, mettendolo a confronto con Fabrizio e dicendo che, rispetto a lui, Ermal era un cesso.
Testuali parole.
Una ragazza aveva risposto a quel post esprimendo il suo disappunto, non solo perché non era d'accordo con le parole dell'anonimo, ma anche perché affermava che il suo modo di esprimersi fosse totalmente fuori luogo e maleducato. Cosa con cui Ermal si sarebbe trovato senz'altro d'accordo, se non fosse stato troppo concentrato a riflettere su quelle parole.
In effetti non era un segreto che lui si sentisse sempre un gradino più giù di Fabrizio, almeno quando si parlava di aspetto fisico.
Non aveva mai tenuto nascosto questo pensiero, soprattutto nel periodo del Festival di Sanremo, quando più di una volta aveva definito Fabrizio come quello bello tra i due - era quasi certo di aver usato il termine bonazzo almeno una volta - e aveva sminuito sé stesso definendosi un nerd magrolino.
Era consapevole del fatto che Fabrizio fosse considerato più bello - lui stesso lo considerava l'uomo più bello che avesse mai visto, e questo giudizio non aveva nulla a che vedere con il fatto che fosse innamorato di lui - e la cosa non gli aveva mai dato problemi, eppure in quel momento non riusciva a togliersi dalla mente le parole di quel post.
Cominciò a domandarsi cosa ci vedesse Fabrizio in lui, per quale motivo si sentisse così attratto da lui.
Si domandò se Fabrizio non si rendesse conto che poteva avere di meglio. Perché doveva essere quella l'unica spiegazione per cui, tra tante persone, aveva scelto proprio lui.
"Che stai facendo?" chiese Fabrizio entrando in salotto e sedendosi accanto a lui sul divano.
Ermal si affrettò a bloccare lo schermo del telefono e a posarlo sul tavolino di fronte a lui. "Niente. Cazzeggiavo su internet."
"Ah, ho capito. Facevi uno dei tuoi soliti post su Instagram" lo prese in giro Fabrizio.
Ermal sorrise ma non disse nulla, cosa che allarmò per un attimo Fabrizio. Di fronte a battute del genere, solitamente Ermal rispondeva a tono. Nella maggior parte dei casi finivano a insultarsi scherzosamente e Fabrizio, pur di farsi perdonare per cose di cui non aveva colpa, iniziava a baciarlo fino a quando entrambi restavano senza fiato.
Ma quel giorno, Ermal sembrava non avere nemmeno voglia di parlare.
"Che succede?"
"Niente, sono solo un po' stanco" disse Ermal, cercando di abbozzare un sorriso che non facesse preoccupare Fabrizio.
In realtà, non era affatto stanco. Anzi, tutti i pensieri che gli vorticavano in testa probabilmente lo avrebbero tenuto sveglio anche se avesse preso un sonnifero.
Osservò Fabrizio per un attimo - che lo stava guardando con la fronte aggrottata e lo sguardo leggermente preoccupato - e si ritrovò a pensare che era scontato che alla fine si fosse innamorato di lui.
Nella sua vita, non aveva mai provato attrazione per gli uomini.
Gli erano sempre piaciute le donne. Ai tempi del liceo aveva avuto una cotta per tutte le ragazze della sua classe. Tutte, letteralmente, senza distinzioni.
Il suo stesso sesso non aveva mai suscitato quel tipo di interesse. Certo, sapeva riconoscere un bell'uomo quando lo vedeva, ma era un semplice parere estetico. Niente di più.
E poi era arrivato Fabrizio, con i suoi tatuaggi, la sua barba che iniziava a ingrigirsi, gli occhi profondi.
Era arrivato Fabrizio, e tutto si era capovolto. E lui si era innamorato di nuovo, e per la prima volta si era innamorato di un uomo.
E ora, mentre lo fissava seduto sul divano accanto a lui, capiva che era ovvio che si fosse innamorato di lui perché se proprio nella sua vita doveva innamorarsi di un uomo, doveva per forza essere l'uomo più bello che avesse mai visto. E Fabrizio lo era.
Di nuovo - condizionato da quella riflessione - Ermal si domandò perché Fabrizio avesse scelto proprio lui, cosa avesse visto in lui di così speciale e di nuovo non riuscì a darsi una risposta.
Fabrizio scosse la testa e gli passò una mano tra i capelli, poi lo avvicinò a sé e lo strinse in un abbraccio.
"Non è vero che sei stanco."
"E tu che ne sai?" chiese Ermal, divertito dal fatto che Fabrizio pretendesse di sapere meglio di lui come si sentisse.
"Hai un'espressione diversa quando sei stanco."
Ermal lo guardò sorpreso e arrossì.
Quanto tempo aveva perso Fabrizio a guardarlo, se addirittura sapeva riconoscere il suo stato d'animo in base alle sue espressioni?!
"E adesso che espressione ho?"
"Hai la faccia di uno che ha qualcosa che non va, ma che non vuole parlarne con il proprio fidanzato."
Ermal sospirò mentre cercava di sfuggire allo sguardo di Fabrizio, che sembrava volergli leggere dentro.
Fino a quel momento non era mai stato un problema che Fabrizio riuscisse a capirlo così bene anche solo con uno sguardo, anzi Ermal era sempre stato felice di avere accanto una persona che lo conoscesse così bene. Ma in quel momento, quando l'unica cosa che avrebbe voluto fare era nascondere i suoi pensieri anche a sé stesso, non era poi così utile che Fabrizio riuscisse a capire ogni sua emozione.
"Guardami" disse Fabrizio prendendogli il volto tra le mani. "Sai che puoi parlarmi di ogni cosa, vero?"
Certo che lo sapeva.
Fabrizio era - e sarebbe sempre stato - il porto sicuro in cui rifugiarsi, l'unica persona da cui sapeva di non doversi nascondere perché lo avrebbe sempre accettato così com'era, con i suoi pregi e soprattutto con i suoi difetti. Ed Ermal, mai come in quel momento, si chiedeva il perché.
Sospirò mentre si sporgeva verso il tavolino e afferrava il cellulare. Sbloccò o schermo e lo passò a Fabrizio.
Fabrizio lesse il post con attenzione, con la fronte aggrottata e l'espressione di chi proprio non capisce il senso di ciò che sta leggendo.
"Che è sta roba?" chiese poco dopo.
Ermal si strinse nelle spalle. "Una cosa che ho letto su internet."
"E da quando dai peso a quello che leggi su internet?"
"Non ci do peso, Bizio. Però mi viene spontaneo farmi delle domande."
"Che domande?" chiese Fabrizio restituendogli il cellulare.
Ermal rimase con lo sguardo basso per qualche secondo, poi disse: "Tipo che ci trovi di bello in me? Perché sei innamorato di me, quando potresti avere chiunque altro?"
Fabrizio lo fissò per un attimo.
Avrebbe semplicemente voluto dirgli che era un cretino a farsi quelle domande, ma si rese conto che Ermal aveva davvero bisogno di essere rassicurato.
Non lo aveva mai visto così.
Certo, aveva sempre fatto battute su di sé, sul fatto che non si vedesse attraente. Non era la prima volta che dimostrava di essere insicuro del suo aspetto.
Ma era senza dubbio la prima volta che questa sua insicurezza diventava causa di una crisi. E solo Fabrizio poteva risolvere quella crisi e riportare il sereno.
"La prima volta che ti ho visto non ho avuto il coraggio di avvicinarmi a te" disse Fabrizio a bassa voce, come se stesse confessando un segreto.
Ermal lo guardò confuso. "Seriamente? Perché?"
"Perché, anche se non avevo idea del motivo, sentivo che c'era qualcosa di particolare in te, qualcosa che mi attirava. E mi sono spaventato. Tu eri così bello e gentile con tutti e io ero... Beh, io."
"Ma poi alla fine mi hai parlato" disse Ermal.
"Sì, ma ci ho messo sette anni a decidermi!"
Ermal lo fissò per un attimo, cercando di capire se quella frase fosse solo un modo esagerato per dire che ci aveva messo un po' di tempo a trovare il coraggio. Doveva esserlo per forza.
"Dai, quanto ci avrai messo? Un paio di giorni, a esagerare? Vedi che non ero poi così affascinante da paralizzarti" disse Ermal.
Fabrizio sospirò. "Ermal, la prima volta che ti ho visto è stata nel 2010. Ci ho messo davvero sette anni prima di trovare il coraggio di parlarti."
Ermal inclinò la testa di lato, guardandolo confuso. Poi, come colto da un'illuminazione improvvisa, disse: "C'eri anche tu a Sanremo nel 2010."
Fabrizio annuì. "Già. E ti avevo notato ma non avevo il coraggio di parlarti. Io sembravo perennemente incazzato, mentre tu avevi sempre il sorriso. Ogni volta che ti vedevo, tu sorridevi a qualcuno. Ho pensato che c'era qualcosa di veramente bello in te. Poi, tipo due minuti dopo, mi sono dato del cretino da solo perché stavo insieme a Giada ed ero diventato papà da poco e mi sembrava assurdo pensare certe cose di qualcuno che nemmeno conoscevo. Così sono stato in disparte, mi sono fatto i fatti miei, ti lanciavo qualche occhiata ogni tanto ma niente di più."
"Io non ti avevo notato. Cioè, sì, ovviamente sapevo che eri tra i concorrenti ma non ci avevo fatto troppo caso. Forse ero troppo agitato per pensare a qualcosa che non fosse la mia esibizione" disse Ermal, sentendosi vagamente in colpa per non essersi accorto di Fabrizio in quella circostanza.
"Non è questo il punto. Alla fine ci siamo trovati, è quello che conta" disse Fabrizio prendendo la mano di Ermal e intrecciando le dita con le sue. Poi aggiunse: "Il punto è che volevo farti notare che, anche se la gente scrive su internet certe cose e tu ci credi, io ho notato quanto eri bello dalla prima volta che ti ho visto."
Ermal cercò di abbassare lo sguardo imbarazzato, ma Fabrizio glielo impedì mettendogli una mano sotto il mento e riportando lo sguardo su di lui.
"Tu sei bello in un modo che non riesco a spiegare. Ogni cosa di te è bella. Il tuo viso, il tuo corpo, il modo in cui mi guardi, il modo in cui mi baci... Non devi dare peso a ciò che pensa la gente. Dai peso a ciò che penso io, e io penso che tu sia l'uomo più bello che abbia mai visto" disse Fabrizio.
Senza rispondergli, Ermal si avvicinò a lui e lo baciò.
Si baciarono a lungo, seduti su quel divano come due adolescenti alle prese con il primo amore, mentre Ermal non faceva altro che pensare alle parole di Fabrizio.
Si sentiva ancora estremamente insicuro ed era certo che non sarebbe mai stato all'altezza di Fabrizio, ma se lui pensava che fosse l'uomo più bello se lo sarebbe fatto bastare.
In fondo, non gli importava di essere bello per chiunque. L'importante era esserlo per Fabrizio.
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giotanner · 6 years
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Chapters: 13/? Fandom: Eurovision Song Contest RPF, metamoro - Fandom, Festival di Sanremo RPF, Artists RPF Rating: Explicit Warnings: Creator Chose Not To Use Archive Warnings Relationships: Ermal Meta/Fabrizio Moro, Ermal Meta & Fabrizio Moro Characters: Ermal Meta, Fabrizio Moro, Personaggi secondari Additional Tags: Drug Use, Implied/Referenced Drug Addiction, Tematiche delicate, Primi anni 2000, Ermal si è trasferito per un contratto discografico a Roma, Nel mentre lavora in un negozio di musica, Fabrizio ha fatto Sanremo Giovani un paio d'anni prima, Sottovaluta la sua dipendenza, Anfetamine, È squattrinato, Slice of Life, what if, Angst and Hurt/Comfort, Hypochondria, Explicit Language, Explicit Sexual Content
SPAMMINO del sabato: Ho pubblicato pochi giorni fa il capitolo 13 ♥ Dovevo pubblicare oggi il capitolo 14, ma mi hanno chiesto di rallentare perché c’è chi si vuole mettere in pari e non aveva letto gli ultimi aggiornamenti. Spero in ogni caso vi piaccia  e GRAZIE SINCERAMENTE (ma proprio tanto oh, sembrerò scema, ma porca miseria GRAZIE) dei 150 kudos e di tutti gli splendidi commenti e critiche costruttive!
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Sanremo 2022 uguale, anzi peggiore degli altri.
Avevamo cercato di capire le esigenze della produzione nella passata edizione del festival Sanremese, quella del 2021, che, per la pochezza della qualità delle canzoni in gara e per la mancanza del pubblico in sala, si era arrampicata sugli specchi della trasgressione, oltre ogni limite imposto dalla più elementare decenza, pur di fare “ascolto”.
Lo avevamo detto in una nota postata appunto alla fine del festival scorso.
Quest’anno il pubblico in sala c’era e almeno nella prima serata le canzoni, certo non tutte, qualcosa di buono riuscivano a dire.
Allora, se pubblico e qualità delle canzoni facevano presagire un festival “passabile”, perché riproporre uno schema che, per un anno intero, altro non ha fatto che suscitare critiche e malcontento nella stragrande maggioranza degli italiani?
Perché si continua a volere un festival che va contro il buongusto e la decenza?
Perché queste ostentate esternazioni di volgarità e dissacrazione di quanto rappresenta l’essenza stessa dell’identità nazionale?
C’era proprio bisogno, per fare ascolto, della volgare presenza sul palco di personaggi invisi alle famiglie e, per quello che propongono nelle loro performance, deleteri e fuorvianti per i giovani?
E anche stavolta, un personaggio fuori dalle righe come Achille Lauro, pur se complessivamente morigerato rispetto allo scorso anno, non si è esimato dall’immancabile provocazione. La scena ultima, la chiusura dell’esibizione è stata altamente immorale.
Scene da brividi, volgari e dissacranti, alle quali si è unita la stucchevole finale del pugno chiuso esibito dalla rappresentante di lista.
Un richiamo al comunismo che proprio ci ha fatto venire il voltastomaco.
I poveretti sul palco dimenticano che li erano per cantare, cosa che nemmeno riescono a fare, e che, comunque, l’ideologia che vorrebbero rappresentare non ha bisogno di rappresentanti di lista, essendo stata esecrata dalla società civile al punto da non essere presente sulle schede elettorali oramai da molto tempo.
Questo la prima sera, adesso Amadeus ha a disposizione le restanti serate per cercare di dare un senso a questo festival, provando a farlo diventare quello che deve essere: la vetrina della canzone italiana.
Un festival della musica, una competizione tra professionisti, un traino per l’economia del settore che langue da troppo tempo, e della cui crisi manifestazioni come quelle di ieri sera non sono per nulla estranei.
Febbraio 2022 
Mario Settineri
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