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#dissoluzione
gregor-samsung · 1 year
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“ Un giorno cominciò a circolare la notizia che le forze di occupazione americane avrebbero requisito la scuola per gli armeni. Si spandevano pure delle voci secondo le quali sarebbe venuto anche il nostro turno, ma ciò che sarebbe successo di noi nessuno lo sapeva, e presumibilmente a nessuno importava. All'incirca nello stesso periodo avvertimmo anche il primo pallido incanto del nome di Kemal Atatürk, che stava raccogliendo un esercito nella remota Anatolia, e che aveva già costituito un governo nazionalista ad Ankara. La notizia che riguardava gli americani e gli armeni si dimostrò vera, e un giorno vedemmo dal nostro giardino i ragazzi più anziani di Kuleli portare letti, materassi e banchi nei giardini della scuola. Stava iniziando la loro evacuazione. L'odio tra turchi e armeni è noto, ma quel giorno, nella nostra scuola grigia sulla collina, quell'odio fu ancora più intenso. Gli armeni erano fuori di sé, tanto erano orgogliosi di ricevere un riconoscimento dagli americani. Facevano gli spacconi e si pavoneggiavano, e le offese si facevano più frequenti che mai. Quando un mattino sventolò su Kuleli la bandiera americana, gli armeni impazzirono di gioia, e i curdi si scatenarono violentemente. Ne risultò un discreto numero di teste rotte, e il bastone del capitano dovette fare gli straordinari. Poi venne il nostro turno. Un mattino dovemmo radunarci all'ingresso principale, i prefetti più anziani che cercavano di mantenere legge e ordine, e che si rifiutavano di rispondere a tutte le nostre domande. Dovevamo apparire un gruppo burrascoso, là in piedi nelle nostre uniformi malmesse, con le teste rapate e le facce smunte per la cattiva nutrizione. Dal cancello principale entrarono degli ufficiali americani, e con loro un prete armeno e un'americana alta, dal seno piatto e dai severi occhiali dalla montatura di corno. Mi intimidì molto più lei degli ufficiali. Era una vera virago che sembrava sapere sempre quello che fosse meglio per tutti. La osservammo con apprensione. Dapprima si occuparono dei ragazzi più grandi, facendone uscire alcuni dai ranghi; noi, a disagio, ci chiedemmo a cosa preludesse quella separazione. Arrivarono presto a noi, e un interprete gridò: «Tutti gli armeni da questa parte!».
Molti ragazzi fecero un passo avanti, incluso il nostro sergente. Il prete, che sembrava assai spaventoso con la sua barba nera, cominciò a farci delle domande, e la donna prese in mano la situazione, avendo apparentemente deciso che non ci sarebbe stato niente di male se anche lei avesse fatto un po’ di separazione. Ci guardò tutti freddamente come se fossimo tutti così stupidi da non sapere a quale nazionalità appartenessimo. Osservò scrupolosamente le nostre facce, poi spinse altri ragazzi nella parte degli armeni. Quelli che aveva selezionato erano curdi, e non potei fare a meno di domandarmi con curiosità come potesse vedere in loro la nazionalità armena. Guardò anche me con attenzione, ma mi lasciò nella mia fila. La selezione fu completata in fretta, e gli armeni furono messi in una grande sala al di là dell'ingresso. Noi fummo allontanati. .. perché nessuno aveva più bisogno di noi. Corremmo ansiosi in giardino per guardare dalle finestre della stanza nella quale stavano gli armeni. Felici, ci facevano dei gesti con le braccia beffeggiandoci e gridandoci offese. Noi, per non essere da meno, rispondevamo per le rime. Minacciavamo di romper loro la faccia, e il prefetto anziano ci implorò più e più volte di far meno rumore. All'improvviso, al di sopra di tutto quel vocio, sentii chiamare il mio nome, e riconobbi la voce di mio fratello; ma benché lo cercassi dappertutto con lo sguardo, non riuscii a vederlo. La sua voce lamentosa continuava a chiamarmi; mi saltò addosso la paura, e mi feci strada fino alla prima fila dell'assembramento, dicendogli quasi in lacrime che stavo arrivando. Lo vidi a una delle finestre della stanza dov'erano tutti gli armeni, e corsi verso di lui sporgendomi e afferrandogli le piccole mani. Disse con voce isterica: «Mi hanno messo tra gli armeni!». “
Irfan Orga, Una famiglia turca, postfazione di Ateş Orga, traduzione di Luca Merlini, Passigli Editori (collana Narrativa), Firenze, 2007; pp. 239-241.
[ Edizione originale: Portrait of a Turkish Family, Victor Gollancz Ltd., London 1950 ]
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dominousworld · 2 years
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PER LA DISSOLUZIONE STORICA DEFINITIVA DEL CAPITALISMO GLOBALE
di Vincenzo Di Maio La dinastia Ming è famosa per aver debellato, ad opera dei funzionari confuciani, un capitalismo incipiente nel paese a causa dello sviluppo incontrollato dei mercati. Questo per dire che se vogliono i cinesi sono una civiltà di veri esperti storici sul come debellare il capitalismo globale, ma prima devono scrollarsi di dosso la ferraglia comunista per ritornare alla reale…
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iannozzigiuseppe · 2 years
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Cristiano Caracci - Ottocento - Gaspari Editore
Cristiano Caracci – Ottocento – Gaspari Editore
Cristiano Caracci OTTOCENTO Gaspari Editore «Un affresco della Mitteleuropa tra valzer viennesi e Repubblica veneziana».  La vicenda è ambientata negli anni tra la caduta di Napoleone, il Congresso di Vienna e il successivo assestamento del continente europeo. La storia prende avvio nel nord-est, specialmente tra Friuli e Veneto, per continuare a Vienna e a Dubrovnik ed altresì percorre la vita…
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falcemartello · 2 months
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Cosa si può imparare dalla cerimonia di apertura delle Olimpiadi di Parigi del 26 luglio 2024?
Sono sempre stato riluttante a criticare l'Occidente "da fuori".
Credevo, e lo credo, che la maggioranza delle critiche all'Occidente, o all'Europa, provengano da criteri o valori di natura occidentale.
L'Occidente è cioè per sua natura autocritica, e messa in discussione.
Tuttavia, credo che negli ultimi dieci anni qualcosa in più sia accaduto.
Vedo la dissoluzione di una intera civiltà come neve al sole.
Vedo il dominio del brutto, dell'osceno, del cattivo gusto.
Vedo la tracotanza estetica del male.
E la vedo esprimersi senza pudore, senza vergogna, a cielo aperto, dinanzi a capi di stato - che non dicono nulla - a vescovi - che in pochi dicono qualcosa - a giornalisti - che dicono tutto per il potere.
In confronto alla presentazione di ieri, Hunger games sembra un'esibizione di misura e di umanità.
Una società che profana il bello, che educa all'osceno, non può che essere una civiltà di guerra, di nichilismo, di ingiustizia.
Una civiltà di odio.
Quanto odio c'era ieri sera?
Quanto odio si voleva diffondere ai miliardi di persone che guardavano quella "cerimonia".
Ci sarebbero molte domande da fare.
Se una civiltà crolla in così poco tempo, significa che aveva dei problemi strutturali.
E poi ci sarebbe da interrogare la storia e il destino della Francia.
Sul piano culturale, il loro continuo voler scandalizzare, essere originali, spararla grossa, decostruire e poi post-decostruire, ha fatto danni immensi, non tanto alla cultura tradizionalista ma al filone critico.
Lo ha sottratto dalla realtà.
Un continuo "Épater la bourgeoisie", che oramai non scandalizza se non gli ultimi, i poveri, i bambini.
Cosa è che oggi realmente scandalizza? Lucio Dalla scriveva che oggi è difficile essere normali.
A me non piace il termine normale. Diciamo che oggi scandalizza la potente realtà dell'umano, il suo mistero abissale e semplice, l'umiltà di un fiore, l'esistenza di una donna e di un uomo, la verità ferita della nostra anima.
Insomma, scandalizza la bellezza, che non è che lo sprigionarsi della verità. Ecco, questo realmente scandalizza il potere, non quella buffonata oscena.
Quella di ieri è una cerimonia reazionaria, un rito di difesa dello status quo.
L'anticonformismo delle oligarchie, questo è stato. Il vero anticonformismo siamo noi.
Ecco, verrà un tempo, in cui si stabiliranno nuovi criteri di giudizio, severissimi, in cui ci sarà un esercito della bellezza, totalmente non violento, ma che manifesterà civilmente contro episodi del genere.
Perché non c'è nulla di più antidemocratico che la bruttezza diffusa come strumento pedagogico. Non c'è niente di più antisociale, e antirepubblicano di quella "cosa" che abbiamo visto ieri.
Non è una questione di estetismo ma di difesa dei diritti dell'uomo e del cittadino.
Ma in quella patria se ne sono dimenticati, sommersi da un cumulo di pseudoprogressismo e laicismo instupidito.
Gabriele Guzzi
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susieporta · 5 months
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Girano molti post sull'empatia.
Quello che noto è che ricorre spesso il significato negativo, rischioso, che tale skill avrebbe.
L'essere troppo empatici ci farebbe entrare in risonanza con il dolore dell'altro, o con le sue esigenze e sommovimenti emotivi, al punto tale da perdere di vista noi stessi.
Ma questa non è empatia: è contagio emotivo.
Nell'empatia io mi metto nei panni dell'altro, seppur rimanendo me stesso, affinché possa comprendere, attraverso il sentire, che cosa l'altro prova.
Tuttavia questo non pregiudica la mia capacità di discernimento, di radicamento in me stesso, o il fatto di poter dissentire e mettere un confine tra me e la persona che ho di fronte.
L'empatia mi aiuta a entrare in connessione, comprendendo pienamente il suo punto di vista.
Mi fa uscire dal mio ego e dalle sue attivazioni difensive.
Questo può permettermi di accedere a una prospettiva più ampia e veritiera dell'altro.
Posso usare questa comprensione come voglio, in realtà.
Anche per scopi egoistici, paradossalmente.
Se ad esempio empatizzo con qualcuno e grazie a questo sento che egli mi sta manipolando, posso utilizzare tale informazione per andarmene o per dire di no.
Se sento che quello che dice non mi appartiene, e provoca in me un senso di ingiustizia, posso dissentire ed esprimere la mia opinione la quale è contraria alla sua.
Ma questo lo posso fare se sono consapevole della mia tendenza a empatizzare, o della mia capacità di essere empatico.
Nel vero processo empatico io sono cosciente di essere me stesso, seppure per un attimo posso sbilanciarmi e mettere un piede nei panni dell'altro, per poi tornare nei miei vestiti completamente.
Ma, se il sentire l'altro genera una con-fusione tra me e lui, cioè una dissoluzione permanente e completa di confini, rischio di non sapere più né cosa provo io, né quali bisogni ho, né chi sono.
La mia sensibilità si perde nella sua, e io non trovo più la strada per tornare a casa.
Mi perdo nella sua interiorità come quando si cade in un pozzo oscuro.
In questo caso non si può parlare di empatia, ma appunto di contagio emotivo.
Il contagio emotivo è inconscio, meccanico, e si basa su 3 possibili cause.
1) O c'è una dipendenza in atto te me e l'altro, completa o parziale, e già solo questo indica una mancanza interiore, e quindi esteriore, di confini.
2) Una ipersensibilità, e quindi una accentuata reazione alla presenza dell'altro o di qualsiasi altro stimolo, la quale mi fa sconfinare nelle emozioni altrui fino a non riuscire più a tornare indietro.
3) Oppure una mancanza di confini stabili nell'io, il quale è frammentato, sconnesso dal corpo, oppure troppo poroso.
Può esserci anche un mix più o meno variabile di questi tre elementi.
Quello che si può fare in questi casi è lavorare sui confini, sia interni che esterni, sul grounding, ma anche sulla propria sensibilità, o sul rapporto che abbiamo con essa.
Omar Montecchiani
#quandolosentinelcorpodiventareale
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aitan · 7 days
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A più di mezzo secolo dopo il suo assassinio.
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smokingago · 5 months
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"Il cambiamento comporta sempre una notte buia quando tutto crolla. Eppure se questo periodo di dissoluzione viene usato per creare un nuovo significato, allora il caos finisce e emerge un nuovo ordine. ”
Margaret Wheatley
Fotomia
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instabileatrofia · 6 months
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Dissoluzione in parallelo al flusso (Dissolution in parallel with the flow)
I.S.A.
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Do not remove the captions pls.
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anchesetuttinoino · 3 months
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🇺🇲🇺🇦🇪🇺⚔️🇷🇺
"È oramai chiaro a tutti che l'obiettivo dell'Occidente non è la vittoria in Ucraina, quanto la dissoluzione della Russia come paese.
A questo punto non possiamo che andare avanti fino alla fine, d'ora in poi non proporremo ulteriori accordi di pace.
Perseguiteremo esclusivamente la realizzazione dei nostri obbiettivi strategici."
🇷🇺🗣️ Vladimir Putin
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https://t.me/Ultimouomo000
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abr · 5 months
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(...) era stato un ministro spagnolo ad aprire e ostilità, pensando di fare lo spiritoso insinuando che (il presidente argentino Javier) Milei fa uso di sostanze stupefacenti. Conoscendo il personaggio, è esattamente come dare un cazzotto a Tyson, riceverne la prevedibile risposta e poi lamentarsi che il detto Tyson “mena”.
Più precisamente, il ministro dei Trasporti e della mobilità sostenibile (sic) Óscar Puente Santiago a una tavola rotonda ha raccomandato ai giovani "di essere se stessi" e, scherzando, ha aggiunto che «ci sono persone molto cattive che, essendo se stesse, sono arrivate in alto». E giù la citazione di Trump e del presidente argentino. (...) E poteva forse finire lì.
Ma poi ha insistito: «Ho visto Milei in TV -.. Quando è uscito, non so in che stato e prima di ingerire o dopo aver ingerito quali sostanze, ma è uscito per dire quello che aveva detto, qualche giorno prima... io ho detto: “È impossibile che vinca le elezioni”».
La risposta ufficiale della Casa Rosada è stata energica (...): «Il governo di Pedro Sánchez ha problemi più importanti da affrontare, come ad esempio le accuse di corruzione mosse contro sua moglie (...).», si legge nella nota ufficiale. La signora Sanchez è indagata con l'accusa di “spaccio di influenza e corruzione economica”. (...).
Ma la risposta del governo argentino ha riguardato anche il livello politico (...). «Pedro Sánchez ha messo in pericolo l’unità del Regno, accordandosi con i separatisti e portando alla dissoluzione della Spagna; ha messo a rischio le donne spagnole consentendo l'immigrazione clandestina di coloro che minacciano la loro integrità fisica; e ha messo in pericolo la classe media con le sue politiche socialiste che portano solo povertà e morte», continua la dichiarazione.
«Noi argentini abbiamo scelto di cambiare il modello che ci ha portato miseria e decadenza. Lo stesso modello che applica nel suo paese il Partito Socialista Operaio Spagnolo. Ci auguriamo che il popolo spagnolo scelga presto di nuovo di vivere in libertà», ha concluso. Il presidente di Vox Santiago Abascal, ha peraltro definito «molto moderata» la risposta di Milei agli «insulti molto gravi» di Puente (...).
via https://www.liberoquotidiano.it/news/esteri/39228038/pedro-sanchez-javier-milei-drogato-corrotto.html
Gioco, set, partita.
Trovo il tentativo di far lo spiritoso del ministro "della mobilità sostenibile" spagnolo una sorta di confessione di profonda inadeguatezza generica, applicabile a gran parte del mileu sinistro globale (i minus hanentes son piatti uguali ovunque). Noi sinistri schick, par dire, non capiamo un cazzo (le elezioni Milei le ha vinte), quindi insultiamo credendo di esser spiritosi.
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unpopporno · 1 year
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Elena Koska
Elena Koshka ( Kazan , Russia , 18 marzo 1993 ) è un'attrice pornografica russa e modella erotica che vive negli Stati Uniti
Nasce a Kazan , nella capitale della Repubblica del Tatarstan , in Russia , nel maggio del 1993, appena due anni dopo la dissoluzione dell'Unione Sovietica . Da giovane si trasferisce con la famiglia a Portland , Oregon ( Stati Uniti ).
A 21 anni si trasferisce a Los Angeles , dove lavora nel mondo del marketing. Come ha ammesso in un'intervista alla rivista AVN , attraverso il motore di ricerca Craigslist ha trovato un agente di modelle con il quale ha ottenuto le sue prime scene nell'industria cinematografica, in cui ha debuttato nel 2016, a 23 anni
Ha lavorato con case di produzione come Jules Jordan Video, Vixen , Reality Kings , 21Sextury , Tushy , Digital Playground , Pure Taboo , Wicked , New Sensations , Deeper , Sweetheart Video , Girlfriends Films , Evil Angel , Brazzers e Naughty America , tra gli altri .
Nel 2018 è stata nominata agli AVN Awards nella categoria Miglior nuova attrice . Nello stesso anno ha ottenuto due nomination agli XBIZ Awards per la migliore scena di sesso in realtà virtuale per Model Misbehavior e Sorority Hookup .
Ha girato più di 350 film come attrice.
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sophie-blanceur · 10 months
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Mi aspiri
mi crei
mi trasformi in ombra
e nel buio fatale della mia dissoluzione
avida ti espandi come un riccio di luce
per guidare la mia barca
fino al porto della tua carne.
Alejandro Jodorowsky
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kon-igi · 1 year
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Buonasera. Causa contatore saltato, il frigo di casa è rimasto spento per giorni con tutto il suo contenuto che è andato in putrefazione. Purtroppo abbiamo scoperto che il liquame è scolato nelle intercapedini di ricircolo dell'aria, che vanno dal congelatore sopra al frigo sotto, tutte coibentate in polistirolo che ha assorbito lo schifo, e non accessibili ai comuni mortali. Mi era già capitato di bonificare con successo frigoriferi vecchio stile che però avevano comparti stagni e separati, adesso dopo aver pulito la puzza residua è insopportabile anche dopo aver versato acqua e candeggina nei condotti. Mi spiace buttare tutto perché ha nemmeno 4 anni di vita, ci sono suggerimenti alla disperata per poter far qualcosa?
Benvenuto all'appuntamento mattutino con la Sora Kon-Lella.
Prima di tutto devi assicurarti della pervietà di tali condotti di scolo che solitamente convogliano la condensa e la fanno sgocciolare in un contenitore sopra al motore, dove il calore di quest'ultimo la fa evaporare. Importante è ovviamente avere accesso a tale contenitore, sia per rimuovere i liquami di colliquazione organica - temo oramai rappresi - che per raccogliere l'acqua di prova che avrai tentato di far sgocciolare con una siringa (usa un colorante alimentare o una goccia di betadine per essere sicuro che sia quella).
Se invece non esiste tale contenitore, devi comunque poter individuare il punto terminale dove i liquidi vanno a percolare.
Se l'acqua passa tanto meglio per lo step successivo, in caso contrario dovrai comunque procedere alla rimozione meccanica del liquame rappreso tramite scovolino apposito, senno mediante un fil di ferro sull'estremità del quale avrai avvolto appena un po' di nastro adesivo per evitare che danneggi qualcosa.
Dopo un consono numero di passaggi volti a ottenere l'estromissione di più residui possibile, solo a questo punto passerai alla dissoluzione chimica dei composti organici rimanenti.
Se non hai a disposizione un prodotto specifico per la proteolisi enzimatica (tipo Extrazim Plus o Torden Surgi), allora procedi con l'utilizzo di perossido di idrogeno (acqua ossigenata), la cui reazione romperà i legami proteici del conglomerato otturante e ne faciliterà lo scollamento grazie all'ossidazione da parte delle molecole di O2 formatesi nella reazione esotermica 2H2O2 → 2H2O+O2+Q (Q è la quantità di calore sprigionata).
Maggiori i volumi del prodotto, maggiore l'effetto ma anche i rischi nella manipolazione/reazione.
Assicuratəti, perciò, di aver eseguito tale manovra indossando guanti, mascherina e occhiali di protezione, potrai quindi procedere al pompaggio di semplice acqua calda a 60° tramite siringa che concluderà la pulizia dei condotti.
L'ipoclorito di sodio è un clorossidante con un notevole potere disinfettante ma decisamente scarso per ciò che riguarda la proteolisi (ha solo effetto sbiancante) ma lo potrai usare in abbondanza una volta che avrai ripulito dai detriti... ma bada di aver rimosso il perossido di idrogeno altrimenti combinandosi ne inattiva l'efficacia per creazione di cloruro di sodio e ossigeno libero.
Confidando di poterti essere stato di aiuto, ti ricordo che il sale fino assorbe egregiamente l'olio o il vino versati sulla tovaglia, che un tappo di sughero nell'acqua di bollitura del polpo aiuta ad ammorbidirne le carni e che un chicco di caffé tenuto in bocca è molto efficace contro l'alito cattivo.
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animapienadiodio · 3 months
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Amore è solo la chiave che ci apre le porte della nostra vita emotiva di cui ci illudiamo di avere il controllo, mentre essa, ingannando la nostra illusione, ci porta per vie e devianze dove, a nostra insaputa, scorre, in modo tortuoso e contraddittorio, la vitalità della nostra esistenza.
Tutti, chi più chi meno, abbiamo esperienza del fatto che l'amore si nutre di novità, di mistero e di pericolo e ha come suoi nemici il tempo, la quotidianità e la familiarità. Nasce dall'idealizzazione della persona amata di cui ci innamoriamo per un incantesimo della fantasia, ma poi il tempo, che gioca a favore della realtà, produce il disincanto e tramuta l'amore in un affetto privo di passione o nell'amarezza della disillusione.
L'amore svanisce perché nulla nel tempo rimane uguale a se stesso, specialmente quando si ha a che fare con le persone che la vita costringe a un inarrestabile cambiamento. Ma non è il cambiamento a degradare l'amore, siamo piuttosto noi a fare di tutto per degradarlo. [...]
Privo di desiderio, l'amore garantisce tenerezza, intimità, sicurezza, ma non prevede l'avventura, la tensione e il senso del rischio che alimentano la passione. Dal canto suo il desiderio senza amore è stimolante, eccitante, vibrante, ma non ha l'intensità e il senso di un'elevata posta in gioco che rendono profonda la relazione. Non ci è dato, se non per brevi attimi, di fare esperienza nello stesso tempo dell'amore e del desiderio verso la stessa persona. E questo perché l'amore, che nasce sotto il segno della stabilità e dell'eternità, vuole ciò che il desiderio rifiuta.
Il desiderio, infatti, non sa cosa vuole. È un attimo infondato che trova insopportabile ogni gesto della ripetizione volto a confermare se stesso. Come una forza incontrollata irrompe nella stabilità dell'ordine, producendo nel senso, da tempo codificato, quel contro - senso che fa ruotare i discorsi senza immobilizzarli intorno a un dispositivo reale. Per questo nel discorso provoca la parentesi, l'interposizione. Insinuandosi come un incidente nella propria vita la fa traboccare, esponendola a un altro senso, quasi sempre fuorviante rispetto all'esigenza unitaria di una biografia.
E questo perché il desiderio, a differenza dell'amore che vuole costruzione e stabilità, è un movimento verso un punto di perdita. Non produce un altro linguaggio parallelo, autonomo o alternativo a quello dell'amore, ma solo eventi il più delle volte tra loro irrelati, che mirano alla dissoluzione di tutto ciò che pretende di porsi come unico, come esemplare, come subordinate la ricchezza e la varietà del molteplice. Per questo, nel suo impulso, il desiderio non predispone una risposta e non contiene una soluzione. Non si lascia presiedere da alcuna logica. Se mai è cio che rompe la logica del discorso, la sua grammatica, la sua sintassi. Il desiderio è ciò che nel discorso fa problema.
U. Galimberti, Le cose dell'amore
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falcemartello · 1 year
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Non riesco a immaginare niente di più decadente della vicenda Fetterman, un senatore dem che va al Senato Usa in tuta perché è depresso e lo Speaker (dem) cambia il regolamento perché così i depressi potranno andare vestiti come vogliono.
La realtà è completamente abolita, esistono solo i miei sentimenti: tutti devono adeguarsi e il mondo se non si adegua mi fa violenza.
L'Occidente è un impero in dissoluzione.
I primi barbari che arriveranno si prenderanno tutto.
@boni_castellane
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susieporta · 6 days
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Nove di Spade
"L'innovativo collegamento Cuore - Mente"
Sono giorni di profonda trasmutazione.
Stiamo nuovamente cambiando pelle.
E' un processo a cui dovremmo oramai essere abituati, ma ci ritroviamo invece a riesumare antichi schemi di disfunzione, arenandoci al ruolo di vittima "incompresa" o "ingiustamente trattata".
Sono rigurgiti di Passato che sono dannosi per il Cuore. Lo sottopongono a pesi e frustrazioni oramai inospitabili dentro alla nostra nuova Struttura.
Confliggere con il Carnefice a livello interiore, non riscatta la Vittima. La rende schiava del meccanismo della Dipendenza.
Lo sappiamo. Ma è proprio questo il senso della Dipendenza: "non posso farne a meno".
E' qualcosa che sfugge al controllo. Risponde ad automatismi associativi interiori.
Ma noi non siamo lo schema di disfunzione.
Lo eravamo.
E se anche esso "scatta in autonomia", senza preavviso e senza un reale pretesto o pericolo, va per l'ennesima volta contestualizzato e accompagnato gentilmente a mutare forma di pensiero.
E' un lavoro a tempo pieno la "riabilitazione affettiva".
Richiede fatica e impegno, investimento emotivo e psichico, disciplina ed entusiasmo.
Nessuno è vittima di nessuno. Se non su un piano di conscia o inconscia complicità. Ma è nostra responsabilità di adulti spezzare questa credenza. Spetta a noi. A nessun altro.
Fa male? Si.
Vorremmo un risarcimento danni per questo?
Nessun Carnefice risarcirà mai la sua Vittima. E' parte del gioco.
E soprattutto nessuno "cambierà per noi".
Anche se dedichiamo ore ed ore a a tentare di spiegare, a convincere, a dissuadere dal compiere "comportamenti lesivi", il Carnefice non si fermerà.
Il genitore, il compagno, l'amico o chiunque rivesta quella maschera di personalità, è già ampiamente consapevole di ferire, ma il suo movimento è cristallizzato, si è atrofizzato negli anni, la sua personalità è rigida e aggrappata saldamente allo schema.
Non può cambiare solo attraverso un processo di consapevolezza. Anche se di "altissima qualità".
Può solo scegliere volontariamente di scendere all'Inferno, senza protezioni ignifughe e bruciare vivo, immergersi completamente nella dissoluzione profonda dell'Io. E poi gettarsi nel vuoto, senza appigli, senza paracadute, "senza noi". E rompersi definitivamente in mille pezzi.
Ma se è tanto compromesso, non lo farà mai.
E sicuramente non lo "farà per te".
Qual è la convenienza per un carnefice nel "cambiare schema"? Nessuna. E' un ruolo sofferente, ma vantaggioso.
Ciò che condividono con la Vittima è un'unica triste verità: entrambe le parti non sono state amate con "giustezza" e condividono lo stesso vuoto d'Amore.
Questo corridoio stretto ci racconta la Verità. Nuda e cruda.
Ci fa vedere per l'ennesima volta lo "schema".
E potrebbe indurci a pensare che non "siamo cambiati per nulla".
Invece no.
Siamo cambiati.
Ma abbiamo bisogno di restituire alla Mente le indicazioni corrette di funzionamento.
I processi di fine 2024 e inizi 2025 verteranno proprio sul dialogo Cuore-Mente, affinché ciò che è stato riattivato in questi anni, si colleghi progressivamente alle funzioni di trasmissione originali.
Sarà un lavoro imperioso, ma bello.
Diamoci da fare.
C'è un grande Compito da svolgere nei prossimi mesi per la nostra interiorità. E questo è solo l'Inizio.
Mirtilla Esmeralda
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