Tumgik
#disturbo ossessivo compulsivo
inverno-infinito · 2 years
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Stare a letto, ferma, per troppo tempo è una cosa che odio.
Però adoro guardarti dormire e farmi trovare accanto a te quando ti svegli.
Non so definire le sensazioni che provo. So solo che mi si spalanca il cuore.
@inverno-infinito
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valium-a · 1 year
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Entrate se ne avete bisogno!
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amacongliocchi · 2 years
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Quando ti stai curando pensi che forse magari andrà meglio andando avanti. Che gran cazzata, quando pensi di essere tornato invincibile come un tempo ci si ritrova sempre il diavolo sulla spalla destra che ti dice “credevi davvero che me ne sarei andato?” , come se ormai avessi fatto un accordo “ti faccio stare meglio, ma appena pensi di essere guarito ecco che ritorno”. È bruttissima la sensazione di avere zero controllo del tuo corpo, ma soprattutto della mente che è quella che ti fotte di più, stupida puttana. Dopo quasi 2 anni stasera sei tornato, arrivato all’improvviso come sempre senza avvertire e mi prendi la mente mandandomi il cervello a fanculo. Ho sviluppato una sorta di disturbo ossessivo-compulsivo verso di te, non faccio questo e quello per paura che tu possa arrivare. Ed io non posso vivere così, questa non è vita. Magari un giorno dovremmo decidere se far vivere te o me stessa, poi faremo i conti.
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fioridichern0byl · 2 years
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sto seriamente iniziando a pensare a un ricovero volontario.
sto troppo male ho paura di fare qualche cazzata
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abbattoimuri · 2 years
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Non usare mai un detersivo che non piace a lui
Non usare mai un detersivo che non piace a lui
Il mio quasi ex marito non è solo insicuro, narcisista, manipolatore, ma anche passivo aggressivo, ossessivo compulsivo e ha il vizio di volere il controllo su tutto, inclusa me. Riepilogo perchè dopo questa serata non riesco a dormire, nonostante i farmaci. Ho scoperto che lui era l’innesco per i miei tentati suicidi perchè mi faceva sentire perennemente in colpa, un’incapace. Oggi mi sono…
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situazionespinoza · 3 months
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Voci
Da quando ho avuto la diagnosi di OCD e depressione, cioè da 1 anno e mezzo a questa parte, il mio ragazzo ha iniziato ad attribuire a suoi comportamenti normalissimi l'etichetta di ossessioni.
Se si soffia il naso due volte di fila non è perché è raffreddato, ma perché ha "l'ossessione del muco".
Se fuma una canna e gli viene una paranoia non è perché la marijuana l'ha preso male, ma perché ha "l'ossessione del fumo".
Se conta il numero di pagine che mancano alla fine del capitolo che sta studiando non è perché vuole semplicemente sapere quanto ancora deve stare seduto alla scrivania, ma perché ha "l'ossessione di sapere".
Io non gli dico nulla, mi limito a sorridergli e a cambiare discorso. Non provo sinceramente alcun fastidio quando lui o altre persone attribuiscono la definizione di una patologia a loro azioni e reazioni perfettamente nella norma. Piuttosto, mi fa ridere la loro ingenuità.
Il mio ragazzo non sa - e mi auguro che non sappia mai - che il problema non sono tanto le ossessioni quanto le compulsioni.
Lui e tutte quelli che credono fermamente che essere fissati con l'ordine e la pulizia sia disturbo ossessivo compulsivo, non sanno che il vero problema non è il disordine ma le azioni più semplici.
Per un anno ho avuto paura di tenere in mano i coltelli da cucina, perché ogni volta che ne afferravo uno immaginavo di piantarmelo nei polsi.
E visto che in quello stesso anno lavoravo nella cucina di un pub, quindi non c'era modo di fuggire alla persecuzione dei coltelli, la soluzione che avevo escogitato era quella di indossare sempre i guanti in nitrile. "Così c'è una distanza tra me e i coltelli", mi dicevo.
Per le stesse ragioni mi viene da ridere quando sento una persona triste definirsi depressa.
Darei volentieri via l'anima per potermi sentire semplicemente triste per qualcosa, piuttosto che sprofondare in un baratro nero ogni due settimane senza uno straccio di ragione reale.
La mia mente non è fatta come quella della maggior parte delle persone. Per accettarlo ci ho messo più di vent'anni.
E' come se dentro di me abitassero delle Voci che ogni tanto iniziano conversazioni tra loro stesse, fregandosene di quelli che sono i miei bisogni e i miei impegni reali.
Queste Voci spesso ripetono frasi sentite dalla mia famiglia. "Non vali un cazzo". "Sei una puttana." "Sei disgustosa". "La tua laurea è inutile." "Hai sprecato la tua intelligenza". "Statti zitta che non capisci un cazzo". "Che cazzo piangi, non hai problemi".
Altre volte tirano fuori le parole delle persone con cui ho lavorato. "Come fai a non capirlo?" "Ma ci sei o ci fai?" "Tu non hai idea di cosa sia il burnout".
E per funzionare a dispetto di queste voci, mi trovo costretta a fare delle cose che sono oggettivamente strane.
Controllare le posate prima di mangiare. Sistemare le scarpe in un dato modo. Grattarmi fino a scorticare la pelle. Trascorrere ore e ore e ore con le cuffie addosso anche senza ascoltare niente. Lavare il bagno tante di quelle volte da consumare le piastrelle.
Non sono cose che voglio fare. Si tratta di azioni che devo svolgere per far stare in silenzio le Voci.
La cosa più esilarante è che se io spiegassi al mio ragazzo o alle altre persone che nella mia testa abitano queste voci, finirei per essere etichettata definitivamente come pazza da TSO.
Quindi mi rassegno ad ascoltare la loro "depressione" e le loro "ossessioni" con un sorriso sulle labbra e un sospiro nel cuore.
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solosepensi · 5 months
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«Che ci sono persone alle quali semplicemente non piacete, qualsiasi cosa facciate. Che nonostante pensiate di essere furbi, non lo siete molto. Che oltre il cinquanta per cento delle persone con una dipendenza da Sostanza è contemporaneamente affetto da qualche altra forma di disturbo psichico. Che il sonno può essere una forma di fuga emozionale e che, seppure con un certo sforzo, si può abusarne. Che la privazione intenzionale del sonno può essere anch’essa una fuga dalla realtà di cui si può abusare.Che non occorre amare qualcuno per imparare da lui/lei/esso. Che la solitudine non è una funzione di isolamento. Che la validità logica di un ragionamento non ne garantisce la verità. Che le persone cattive non credono mai di essere cattive, ma piuttosto che lo siano tutti gli altri. Che è possibile imparare cose preziose da una persona stupida. Che è statisticamente più facile liberarsi di una dipendenza per le persone con un Qi basso che per quelle con un Qi più alto. Che le attività noiose diventano perversamente molto meno noiose se ci si concentra molto su di esse. Che se il numero sufficiente di persone beve caffè in una stanza silenziosa, è possibile sentire il rumore del vapore che si leva dalle tazze. Che a volte agli essere umani basta restare seduti in un posto per provare dolore. Che la vostra preoccupazione per ciò che gli altri pensano di voi scompare una volta che capite quanto di rado pensano a voi. Che esiste una cosa come la cruda, incontaminata, immotivata gentilezza. Che è possibile addormentarsi di botto durante un attacco d’ansia. Che concentrarsi intensamente su qualcosa è un lavoro duro. Che la dipendenza è un disagio o una malattia mentale o una condizione spirituale (quando si dice « poveri di spirito » ) o una forma di Disturbo Ossessivo-Compulsivo o un disturbo affettivo e del carattere. Che la maggior parte delle persone con una dipendenza da Sostanza è anche dipendente dal pensare, nel senso che ha un rapporto compulsivo e insano con il proprio pensiero. Che è semplicemente più piacevole essere felici che incazzati. Che le persone di cui avere più paura sono quelle che hanno più paura. Che ci vuole grande coraggio per mostrarsi deboli. Che gli effetti di troppe tazze di caffè non sono per niente piacevoli nè intossicanti. Che praticamente tutti si masturbano. E tanto, a quanto pare. Che il cliché « Non so chi sono » sfortunatamente si rivela più di un cliché. Che gli altri, anche se sono stupidi, riescono spesso a vedere cose di voi che voi non riuscite a vedere. Che è consentito volere. Che tutti sono identici nella segreta tacita convinzione di essere, in fondo, diversi da tutti gli altri. Che questo non è necessariamente perverso».
David Foster Wallace- Infinite Jest
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tetraedrica · 1 month
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ritorno su questi schermi per dire che:
il dottorato è sfiancante
mi sono tagliata tutti i capelli x un esaurimento nervoso e ora sembro un bambino di 12 anni
probabilmente ho un disturbo ossessivo compulsivo
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precisazioni · 1 year
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ho aperto un profilo su goodreads e mi sto entusiasmando all'idea di recuperare ogni libro che ho letto. lo scorso anno ho fatto qualcosa di simile con letterboxd, glitchwave e prima ancora con rateyourmusic; giorni fa ricordavo come, nelle crisi depressive, passavo intere giornate a catalogare la mia collezione di dischi per poi cancellarla, e di nuovo catalogarla e cancellarla, dalla mattina fino alla sera: mi piazzavo appena sveglio al computer a catalogare migliaia di dischi; arrivava la sera a cancellavo tutto per poi il giorno dopo ricominciare
non ho idea di come abbia capovolto i disturbi ossessivo compulsivi: il recupero è in larga parte avvenuto per mano mia. non che ne faccia un vanto, per anni ho provato indifferenza nell'aiutare: la percezione era che nessuno, nel concreto, l'avesse fatto con me. non che ne sia sicuro, ma forse le cose non stavano esattamente così: a ripensarci, oggi non escludo che all'epoca, preso dai miei patemi, non mi rendessi conto di chi, vanamente, provava a darmi un aiuto
posso affermare con discreta fermezza di avere voltato pagina alla depressione, al disturbo ossessivo compulsivo e all'insofferenza altrui; ho smesso di cancellare tutto e di intendere la mia vita come surrogato di un'esistenza digitale mai soddisfacente. adesso è il turno di goodreads, dove a recuperare i titoli letti mi è venuta voglia di leggerne altrettanti, di moltiplicare il tempo che dedico tra i libri; un obiettivo di cui dovrei più spesso sentirmi lieto, dato che per anni non sono riuscito a concentrarmi abbastanza da permettermi di leggere
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klimt7 · 4 months
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NATALE 2023
UN AUGURIO E UN REGALO
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È cosi.
Quest'anno invece che inviare i classici Auguri di Buone Feste, ho pensato ad un Augurio diverso e insolito.
Un piccolo regalo per tutte le persone che leggono in modo saltuario o ricorrente, il mio Blog.
Che regalo è?
È un Test. È un invito a regalarvi un pò di tempo tutto per voi. Per fare il punto su ciò che state vivendo in questo momento.
Ma prima di rispondere al Questionario, io vi consiglio di leggere con calma, l'articolo che definisce cosa sia
UNA RELAZIONE TOSSICA
È importante, perchè le persone devono iniziare a familiarizzare con un nuovo alfabeto. L'alfabeto delle relazioni, dei sentimenti e dei comportamenti.
Significa imparare a riconoscere con precisione quale situazione stiamo vivendo.
Come riconoscere una relazione tossica ?
Essere coinvolti in una relazione tossica può avere conseguenze devastanti per la propria autostima e per la propria vita.
Cosa significa trovarsi in una relazione tossica
Nessuna relazione è perfetta, ma esistono relazioni che ci fanno sentire stanchi, insicuri, tristi o coinvolti completamente nella vita dell’altro, e l’altro nella nostra, tanto da non potersi più considerare due individui separati. Quando questo accade, potremmo trovarci davanti a una relazione tossica. 
Al contrario, le relazioni sane, normalmente tendono a farci sentire al sicuro, felici e liberi di essere noi stessi. Molte persone non riconoscono subito i segnali di una relazione tossica, perché molto spesso si tende a confondere ciò che è la passione e l’amore, con comportamenti totalizzanti, o di gelosia ossessiva o autoritari e manipolatori.
Le conseguenze di una relazione tossica possono essere molto profonde e nei casi più gravi, anche pericolose (per esempio nei casi di relazioni tossiche con violenza fisica o psicologica).
Per questo è importante riconoscere i campanelli d'allarme e se ci troviamo dentro una relazione tossica e dannosa e, in caso affermativo, poter chiedere aiuto per uscirne al più presto.
Tipologie di relazione tossiche
Abbiamo visto che le relazioni tossiche sono relazioni che non ci fanno crescere come individui, nel rispetto uno dell’altro, ma che portano malessere, privazioni di libertà, dipendenza, paura e insicurezza.
Esistono vari tipi di relazioni tossiche, legate a comportamenti più o meno patologici. Nei casi più lievi possono essere relazioni che ci fanno sentire male a causa di abitudini sbagliate o mancanza di comunicazione o insicurezze personali che si possono risolvere attraverso un riadattamento dei propri schemi comportamentali e un processo di crescita personale, mentre nei casi più gravi, potremmo trovarci coinvolti in vere e proprio patologie.
Alcune  tipologie di relazione patologiche malate  sono:
Dipendenza affettiva: si caratterizza come una dipendenza emotiva dall’altra persona, che mina la capacità della persona di essere autonoma, che include il controllo e l’ossessione di stare con l’altro. La dipendenza affettiva può essere considerata un disturbo a sé stante o essere sintomatologia di altri disturbi.
Ego smisurato: un partner con un ego smisurato nasconde normalmente un vuoto emotivo profondo, vuoto che ha bisogno di colmare attraverso la manipolazione e l’assoggettamento dell’altra persona. Questo porta normalmente molto dolore all’interno della coppia e può lasciare traumi profondi nel comportamento e nell’autostima di chi subisce il fascino di una persona con un ego smisurato.
Esistono poi ovviamente altri tipi di amore patologico che non possono essere inseriti in un unico quadro clinico, ma che probabilmente hanno bisogno di una diagnosi più ampia come l’amore oppressivo e violento, l’amore ossessivo compulsivo, l’amore opportunista  e molti altri. In questi casi è sempre meglio rivolgersi a uno specialista perché ci possa aiutare ad uscire dalla relazione o a curare la patologia (nel caso fossimo noi le persone, portatrici attive di questi disturbi ).
Come riconoscere i segnali di una relazione tossica
I segnali di una relazione tossiche sono molto chiari, anche se a volte si preferisce confonderli con segnali di amore e non di tossicità. Ma è importante che prestiamo attenzione a questi campanelli d’allarme per evitare dolori profondi nel futuro e invischiarci in una relazione dalla quale più passa il tempo e più sarà difficile uscirne.
Le relazioni tossiche hanno alcune caratteristiche comuni che ci aiutano a distinguerle.
Rendono tristi, con poca energia e affaticati Se invece di sentirvi soddisfatto e felice, vi sentite emotivamente e fisicamente stanchi e svuotati, è tempo di valutare la relazione.
Tutto si trasforma in un dramma: È importante ricordare che le relazioni sane ci aiutano a essere persone migliori e crescere. Il dramma crea scompenso e porta negatività e incapacità di risolvere i problemi all’interno della coppia.
Non vi sentite liberi di essere voi stessi all’interno della relazione
Asimmetria: Le relazione tossiche normalmente si presentano con un modello di relazione asimmetrica, in cui vi è una persona che ricopre il ruolo di dominatore e l’altro di vittima.
Questo fa si che si inneschino più facilmente meccaniche di dipendenza, manipolazione e maltrattamento.
Vi rende insicuri e abbassa la vostra autostima. Se state conqualcuno che non vi riconosce il vostro valore , sarà più difficile vederlo da solo.
VI sentite costantemente criticati e sotto pressione. Una raffica di critiche non costruttive non aiuta nessuno a migliorare. Anzi, a lungo andare, essere costantemente giudicato vi porterà a credere alle critiche e all’errata percezione di non meritare qualcosa di meglio.
Tutto è negativo. È improbabile che qualcosa di positivo derivi da una relazione negativa.
Mancanza di comunicazione e fiducia. Senza comunicazione non c'è relazione e stare con un partner che non si fida di voi è come star da soli.
Controllo costante. Alla persona oppressiva piace controllare tutto. Quindi, cercherà di decidere come farvi vestire, con chi dovete uscire, come dovete spender i vostri soldi e che scelte dovete compiere nella vostra vita, dalle più piccole, alle più grandi!
Vi sentite in trappola ma non riuscite a uscirne. Le relazioni tossiche creano vincoli di dipendenza legate sia a componenti personali, ma sia al costante lavoro di distruzione dell’autostima, attraverso critiche, violenze e manipolazione, che mette in atto il partner. Pertanto diventa complicato uscirne ed è importantissimo chiedere aiuto in questi casi, sia ai propri cari che a uno specialista.
Violenza fisica: l’abuso fisico è un segnale chiaro ed inequivocabile di relazione tossica. In questi casi è importante chiedere aiuto per uscire il prima possibile dalla relazione.
Violenza psicologica e manipolazione: a volte non è così evidente coma la violenza fisica, ma la violenza psicologica tende ad annientare la personalità e gli affetti dell’altro, per far si che diventi facilmente succube e manipolabile. Anche in questo caso è importante richiedere aiuto il prima possibile.
Vi fa sentire più ansiosi. Essendo permeata da fattori negativi, la relazione tossica tende a procurare ansia e paure, che riguardano sia la paura di perdere l’altro o di uscire dalla relazione, ma anche la capacità di vivere al meglio la vita quotidiana.
Questionario sulle relazioni tossiche:
Scopri se ti trovi in una relazione tossica. Rispondi alle seguenti domande con un Si o con un NO e poi controlla i risultati totali.
1) Senti che non puoi vivere senza il tuo partner, ma allo stesso tempo non sei felice nella relazione?
2) Il tuo partner svaluta o scredita spesso i tuoi risultati e non ti incoraggia mai a portare avanti i tuoi progetti personali?
3) Ti sei mai spaventato per qualche atteggiamento del tuo partner durante una lite?
4) Il tuo partner ti critica facendoti sentire sbagliato/a tutto il tempo?
5) Da quando sei coinvolto in questa relazione, ti sei allontanato dagli amici che avevi in precedenza e/o dalla tua famiglia?
6) Il tuo partner non rispetta i tuoi gusti e i tuoi hobby e spesso li prende in giro?
7) Le vostre discussioni sono pieni di rimproveri, insulti, lacrime e sofferenze?
8) Quando le cose non vanno bene, il tuo partner usa il silenzio come arma di aggressione?
9) Il tuo partner usa spesso il ricatto emotivo per farti sentire in colpa e ottenere ciò che vuole?
10) Quando non siete insieme, il tuo partner ti chiede spiegazioni su quello che hai fatto, con chi sei stato/a o dove sei andato/a ?
11) Il tuo partner di solito prende decisioni che riguardano entrambi senza chiedere la tua opinione o senza informarti?
12) Ti è capitato di fare sesso con il tuo partner solo per soddisfare i suoi desideri o per impedirgli di arrabbiarsi?
13) Per il tuo partner, i tuoi problemi sono meno rilevanti dei suoi?
14) Quando è di cattivo umore per cause esterne, capita che riversi la sua rabbia su di te?
15) Hai scoperto che il tuo partner ti stava mentendo in più di un’occasione?
RISULTATI
Per scoprire il risultato del questionario sulle relazioni tossiche aggiungi 1 punto per ogni risposta affermativa.
È importante sottolineare che questo test non sostituisce la valutazione di uno psicologo o di uno psicoterapeuta.
Da 0 a 5 punti: Non stai vivendo una relazione tossica Tutto indica che la tua relazione si basa sul rispetto reciproco, sulla fiducia e sull'equilibrio. Sebbene a volte ci siano differenze di opinione (il che è del tutto normale), sai come agire per risolvere i tuoi problemi. In ogni caso,  ci potrebbero essere alcuni indizi che indicano che certi comportamenti potrebbero migliorare attraverso la comunicazione e un percorso di crescita personale. Pertanto, per evitare di cadere in dinamiche dannose, è importante continuare a prendersi cura della relazione.
Da 6 a 10 punti: la relazione mostra segnali tossici Sebbene la tua relazione non sia ancora tossica, il tuo partner ha alcuni comportamenti offensivi che ti infastidiscono e che non ti fanno bene. Vi trovate spesso a discutere e spesso senti di non poter essere te stesso. Per uscire da questa situazione, il primo passo è parlare del problema con il tuo partner in modo calmo e assertivo. Digli cosa c'è che non va e proponi modi per migliorare la relazione. E se con il passare del tempo non cambia nulla, fai attenzione. Potrebbe essere il momento di valutare se vuoi restare con questa persona o meno.
Non dimenticare mai che una relazione dovrebbe essere qualcosa di piacevole, che ti rende davvero felice.
11-15 punti: sei coinvolto in una relazione tossica Le tue risposte sembrano confermare il fatto che ti trovi coinvolto in una relazione tossica che ti sta portando molto dolore. In casi come questo, probabilmente non è sufficiente un cambiamento o migliore la comunicazione, ma probabilmente questi comportamenti tossici nascondono dei problemi più profondi che vanno affrontati con una terapia. Le relazioni sane si basano sul rispetto e sull’amore uno dell’altro. Rispetto che implica anche il rispetto per le decisioni, lo spazio, la libertà, gli affetti. Potreste decidere di valutare insieme questo percorso o iniziare a pensare se sia il caso di allontanare questa persona per poter iniziare a stare meglio.
Ora dopo aver chiarito alcuni concetti di base, potete decidere se limitarvi a rispondere al QUESTIONARIO riportato sopra ( composto da 15 domande) oppure spostarvi sulla seguente pagina Web ed effettuare IL TEST che vi è riportato:
In ogni caso, utilizzate questo periodo delle Feste, per fare il punto sulla situazione che state attraversando, perchè certi campanelli d'allarme non sono mai da sottovalutare.
Come ha detto Gino Cecchettin di recente, non chiudetevi, non isolatevi, ma parlatene con chi vi sta attorno e vi vuole bene, e prima di tutto parlatene con Voi stessi.
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inverno-infinito · 2 years
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«E sei qui non so come tu sia riuscita
Prendermi dal mio sonno scuotermi
E riattivarmi il cuore.»
–Max Pezzali
@inverno-infinito
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logorroicomentale · 7 months
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Altro esperimento:
sono le 21:30 e con tono ironico nella mia testa << mi accingo a tirare le somme della giornata>> hahahaha no dai seriamente.
Mi sveglio, vedo l'ora, mi accorgo che è l'ora di pranzo, sapevo che avrei fatto tardi ma avevo bisogno di dormire, così un po' nello scazzo un po' nella sonnolenza mi alzo, più o meno. Vado in cucina a vedere come sta la situazione e capire se ci fosse qualcuno (no, quindi io contento), prendo le cose per fare una sigaretta, vado in bagno, e lì boh stavo rinato quindi mi sono messo a pulire la cucina che l'ho preparata per riordinare tutto, come solo il mio disturbo ossessivo compulsivo per l'ordine sa fare, sennò quando è spento boh, ho delle bottiglie sul comodino che devo buttare da una settimana, figuriamoci. Comunque, pulisco la cucina, mi vesto, preparo, tutto vestito di nero, cappellino giallo, e zaino boh mi fa sembrare una tavolozza. Vado al bar "Friends" (non c'entra niente con la serie), mi siedo ed entro dentro al bar; non curante del fatto che stavo lasciando sul tavolo e le sedie tipo il 70% delle mie cose, tra cui la chiave della mia camera, nonostante ciò chiedo un caffè e che la barista scegliesse una cosa da mangiare per me a sua scelta. Mi risiedo al tavolo fuori, perché il Bar è strutturato a forma di T, in cui la linea verticale è il bar, alla fine della T c'è il bancone dove ordini, lungo la linea i tavoli ai lati e fuori c'è il tratto orizzontale dove ci sono altri tavoli. Dicevo: mi risiedo al tavolo ed ho fatto un piccolo sospiro di sollievo rivedendo tutte le mie cose la', la barista arriva col caffè ed una fetta di crostata i frutti di bosco. Mi godo il caffè, nel mentre che me lo preparo faccio le mie solite cose come guardarmi attorno, le persone, dettagli, la luce, il posto, i ricordi che ho in quel posto cose così, mi metto la musica, riproduzione casuale nella mia intera libreria, infatti ero molto confuso da ciò che ascoltavo, caos puro.
Passo da musica classica a brani odierni, vagando tra i generi che boh, manco Ant man nell'armatura di Tony, mi metto a studiare storia e qui, e qui io calo, muoio proprio. Perché la storia contemporanea per quanto bella è, mi fa cadere le palle a leggere e rileggere tutto ciò che ha fatto il genere umano, mi fa veramente schifo, poi però boh ci sdrammatizzo, rido e scherzo perché come ho scritto precedentemente, io amo le persone, stanno diventando sempre più interessanti ai miei occhi, e ci spero, ci spero che l'uomo prima o poi sarà capace di fare la cosa giusta, ma boh probabilmente non ci riuscirà mai, ma io zitto zitto continuo a sperare nel mio. (Non ho mai analizzato la causa di questa mia speranza ma su due piedi direi che è perché spero che tale cambiamento abbia effetto pure su di me). In conclusione è stata una giornata tranquilla, ho scritto un po' oggi, ho studiato, piccola giornata produttiva.
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Tutto ciò che non ho mai avuto
Ciao mi chiamo Sarah e sono tossicodipendente, sono nata 3 giorni dopo l'undici settembre, i miei hanno passato 2 giorni in ospedale, coccolandomi sotto la luce soffusa della tv, mentre guardavano le torri che cadevano più e più volte, finché il lutto non ha lasciato il posto al dolore. Non ho subito abusi fisici, non mi mancava l'acqua pulita, nessuna molestia da parenti, ma sono affetta da il disturbo ossessivo compulsivo e bipolarità, mi era stata diagnosticata all'età di 4 anni. Mia madre mi diceva "Sai tesoro, è il modo in cui il tuo cervello è programmato, e molte persone fantastiche hanno avuto la tua stessa patologia, per esempio, la sua preferita, Britney spears". Ricordo poco da i 8 e i 12 anni, solo che il mondo era troppo veloce per me, e il mio cervello era troppo lento, e ogni tanto se mi concentravo troppo nel mio modo in cui respiravo, morivo, finché ogni secondo di ogni giorno provavo a fuggire dalla mia ansia, e sinceramente sono piuttosto esausta cazzo. Ed ad un certo punto fai una scelta, se chi sei e cosa vuoi, mi drogavo di nascosto, a me piace quel istante in cui il mio cuore rallenta, e ogni volta che respiri, respiri tutto l'ossigeno che hai, tutto si ferma, il tuo cuore, i tuoi polmoni e alla fine il tuo cervello, tutto quello che senti è quello che desideri e vuoi dimenticare sprofonda, e all'improvviso gli dai di nuovo aria, gli dai di nuovo vita. Ricordo che la prima volta che mi è successo ero talmente spaventata che volevo andare in ospedale ed essre tenuta in vita dalle macchine e succo di mela, ma non volevo sembrare un idiota o rovinare la serata agli altri. E con il tempo era tutto quello che volevo, quei due secondi di nulla.
Ho passato gran parte dell'estate, prima del terzo anno a disintossicarmi, poco dopo tornai a casa da mia sorella Tabità e da mia madre Malika.
Era la fine dell'estate, una settimana all'inizio della scuola, non avevo intenzione di restare pulita e Jules si era trasferita in città.
Io andai da Mason, detto anche il mio spacciatore di fiducia, mi presi della 2ct2.
Jules si era trasferita poco dopo che sua madre e suo padre divorziarono, non le piace parlarne, ma per dare l'affidamento esclusivo al padre di casino c'era stato. Aveva passato 3 settimane ai corsi estivi con Brecia, che era stata bocciata in introduzioni alle arti visive, quindi le due fecero molta amicizia.
Io ero pena tornata a casa, e mia madre mi chiese subito dove ero finita, io le dissi che ero a cena ma lei non mi credette, quindi io me ne andai in camera mia e lei voleva farmi un cazzo di test anti droga, ovviamente non potevo fare io pipì, perché se no mia madre lo vede che mi sono drogata. Quindi prima di entrare a casa andai a casa della mia migliore amica pulita Luna e le chiesi "puoi pisciare dentro questo barattolino" lei chiede " perché?" Io le avevo spiegato che se mia madre mi scopre sono fottuta e quindi lei era andata a farla nel barattolino. Nel mentre ho parlato con la madre di Luna, lei era molto ubriaca, e vidi Abby che era sul divano con la madre. Io e Luna ci conosciamo da quando eravamo piccole, ma con il tempo ci siamo allontanate. Ehm rieccoci alla parte del test antidroga, nel mentre mia madre mi disse: " il tuo overdose era stato il momento più spaventoso che una madre potesse vivere, e Tabita che ti adora come nessun altro, ti ha trovato priva di sensi" So che molti di loro ora mi odiano per questo, e lo capisco, se potessi essere una persona diversa giuro che lo sarei, non perché lo voglio io, ma perché lo vogliono loro, è questa la fregatura. Il test risultò negativo e io chiesi a mia madre se potevo andare a casa di Luna quella notte, ovviamente non ero andata a casa di Luna, ma ero andata al party night di Jacob. Jules andò nel hotel di un tipo che aveva conosciuto su Tinder, per fare...avete capito, e con il senno di poi, era meglio che andava alla festa di Jacob.
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ideeperscrittori · 2 years
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UNA STRADA BUIA
Nel piccolo paese in cui abito passa la metropolitana milanese e questa è una grande fortuna.
Vado a piedi fino alla fermata, perché non guido la macchina. Ho preso la patente un sacco di tempo fa, ma l'automobile mi è sempre sembrata un'arma potentissima e capace di fare danni incalcolabili. Sono il tipo che si interroga sulle possibili conseguenze di un suo piccolo errore e immagina catastrofi. Per togliere potere alle mie visioni di morte e distruzione, ho inventato alcuni rituali che prevedono il compimento di azioni ben precise un certo numero di volte. Sono azioni che non hanno senso, naturalmente. Per esempio, mi tocco il mento tre volte. Quando eravamo obbligati a portare la mascherina all'aperto ho inventato qualche variazione per il rituale del mento. Ma lasciamo perdere i dettagli.
So benissimo che non c'è neppure un microscopico appiglio di razionalità in questo mio comportamento. Lo faccio e basta. Funziono così. Questa cosa si chiama disturbo ossessivo compulsivo. So che tutti pensano di esserne affetti perché controllano quattro o cinque volte il gas o la perfetta chiusura di una portiera, ma il mio caso è un po' più serio.
Evito l'automobile e questo mi risparmia tanti pensieri e azioni inutili. Pertanto faccio a piedi il percorso di andata e ritorno dalla fermata della metropolitana a casa mia.
Di solito scelgo il tragitto più frequentato perché non mi corre dietro nessuno e voglio fermarmi in un bar e prendere un caffè. Ma c'è una scorciatoia che permette di risparmiare qualche minuto. È una stradina in cui non passano le auto. Attraversa un quartiere poco illuminato dopo il tramonto. Quando ho fretta, mi incammino sulla via più breve. Molte persone la evitano ma non io, perché c'è qualcosa di gotico e crepuscolare nella mia personalità. Apprezzo gli scenari desolati e malinconici. Le strade buie, fredde e silenziose mi rilassano.
Una sera d'inverno ho scelto la scorciatoia. Quando cammino per i fatti miei sono quasi sempre distratto e immerso nelle mie fantasie. Non sono esattamente un tipo con i piedi per terra, come si sarà capito.
Quella volta invece mi sono accorto quasi subito che in quella strada, una ventina di metri più avanti, c'era una donna che camminava con passi molto rapidi e nervosi. Ho cominciato a camminare senza perderla di vista e ho notato che per due volte si è girata verso di me. Mi è calata addosso una brutta sensazione, perché mi sono immedesimato in lei. Non sono esattamente un genio, ma ho compreso il suo punto di vista. Ho visto la situazione con i suoi occhi. Ho messo insieme in un istante tutti i pezzi del puzzle: una sera d'inverno, una stradina buia e nemmeno una traccia di esseri umani a parte me, un uomo con un giubbotto nero e un cappuccio calato sulla testa che mi rendeva simile all'imperatore della saga di Guerre Stellari, e cioè a un personaggio inquietante.
Ho pensato di non poter far nulla per rassicurare quella donna e questo fatto mi ha reso triste. Qualsiasi mia azione, in quella strada buia, sarebbe sembrata spaventosa. Non potevo certo attaccare bottone e dire: «Stia tranquilla, non sono un pericoloso malintenzionato e nemmeno un maniaco, voglio solo tornare a casa».
Mi sono voltato e sono tornato indietro. Non c'erano alternative. Uscito dalla stradina, ho gettato un'occhiata dietro di me e ho notato che la donna era vicina al traguardo, davvero simile alla luce in fondo al tunnel, perché si vedeva l'illuminazione dei lampioni.
Ho deciso di fermarmi in pizzeria. Avevo perso la voglia di cucinare. All'improvviso la fretta era sparita. «Chissà quante altre volte è successo qualcosa di simile senza che me ne accorgessi», ho pensato.
[L'Ideota]
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t-annhauser · 1 year
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Traumi
Quando guidava nonno io tornavo a casa con l'occhio che mi ballava, lui guidava le macchine spinte essenzialmente per i sorpassi - per "macchine spinte" intendo l'Alfasud e l'Alfa 33, ma anche l'850 coupé -, non lo faceva per dare prova di virilità, ufficialmente sorpassava per prudenza, per non restare schiacciato fra camion e camion, sicché imprudentemente facevamo dei sorpassi che sembravano assalti alla baionetta: presa la decisione scartavamo improvvisamente a sinistra e giocavamo il tutto per tutto contando sul colore acceso della macchina, quando poi prese l'Alfa 33 che era grigia metallizzata per segnalare la sortita sfanalava a grande distanza con gli abbaglianti. "Al putìn al ga paura!", il bambino ha paura, diceva la nonna, ma il nonno non ci sentiva, era come in trance agonistica. Quando mi portava a scuola di liscio prima mettevo in ordine i lego e tutte le mie cose, poi salutavo la nonna e quindi dicevo una preghierina nel caso non fossi più tornato. Più tardi mi diagnosticarono un'ansia da separazione con disturbo ossessivo compulsivo, toccavo tutto tre volte e salivo e scendevo dalla macchina solo col piede sinistro, perché sono mancino, se mi sbagliavo in qualche punto del mio rituale ero certo che non avrei più rivisto la luce del sole. Fu allora che compresi l'ineluttabilità del destino, non era in mio potere salvarmi, non ci potevo fare niente. Ancora oggi non guido la macchina.
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situazionespinoza · 2 months
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Le mie coinquiline sono chiassose, ingombranti, ma solo quando sono in due.
Ogni tanto leggo le storie di coinquilini e coinquiline di merda™ - alcune raccapriccianti - e mi rendo conto che queste due ragazzine che abitano con me sono oro a confronto.
Ma poi ricordo anche che io ho un disturbo ossessivo compulsivo.
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