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#esplorazioni spaziali
goblinosophy · 10 months
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Un universo sconosciuto - Recensione
Essendo un videogiocatore da molto tempo è capitato che mi stancassi un po' dei miei generi di conforto. Spesso, coinvolgermi in prolungate sessioni di giochi GDR o JRPG  che impegnano per centinaia di ore, può risultare monotono e stancante al punto che la loro conclusione mi richieda piccoli periodi di decompressione dal  viaggio appena conclusosi. Proprio in uno di questi momenti di intermezzo - grazie ai consigli di un caro amico - mi sono lanciato a capofitto su un genere totalmente opposto alle mie solite avventure videoludiche. Parlo di Outer Wilds, un gioco davvero particolare incentrato sulle esplorazioni spaziali all'interno di un piccolo sistema solare.
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La parola chiave di questa mia esperienza è stata "semplicità". Maledizione, quanto fascino racchiude in se il gioco con questa parola.
Fin da subito Outer Wilds non perde tempo nell'introdurti il suo piccolo mondo. Nel primissimo dialogo cominci già a comprendere lo stretto essenziale. Sei un novello astronauta e a breve compirai il tuo primissimo viaggio spaziale, inoltre la tua navicella è pronta e a pochissimi minuti dal suo lancio, nulla di più chiaro no, cadetto?
Inizialmente, quello che mi aspettavo da questo gioco, era il classico simulatore di viaggio spaziale magari con una sua piccola trama orizzontale di contorno. Inaspettatamente mi è stata piazzata un'immensa trappola che avrebbe rubato molto ore del mio tempo libero, già innescata sin dall'avvio dell'applicazione. Comprendi immediatamente che non esiste una meta precisa dettata dal gioco. Sei tu a decidere dove andare, cosa fare, quale direzione prendere con la tua navicella. Il gioco ti sfida a conoscere questo piccolo sistema in piena libertà!
Facendo alcuni piccoli esempi di cosa voglio dire:
Vuoi partire verso la luna del tuo pianeta? Puoi farlo.
Esplorare il primo pianeta nel tuo rettilineo? Va benissimo!
O preferisci scaraventare la tua nave contro il sole per vedere se anche gli alieni possono abbronzarsi? ACCOMODATI PURE!
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L'invito all'esplorazione libera dei misteri di questo mondo rappresenta quello che veramente mi ha colpito e ossessionato di questo viaggio, la sua voglia di accompagnarti (per circa 10 - 15 ore di gioco) a visitare una galassia aliena di cui tu, in quanto spettatore, sei ancora completamente all'oscuro. Un mondo di gioco non impossibile da comprendere... Anzi! Pieno di segni e indizi che ti aiuteranno a scoprirlo, comprenderlo e perché no... Magari anche farti qualche teoria o due sull'affascinante fantascienza proposta dal team di Mobius Digital.
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L'esperienza di un bellissimo viaggio verso l'ignoto che ti prenderà in tutte le sue fasi. Questa secondo me è la frase perfetta a chi mi chiede cosa sia Outer Wilds. "Una bellissima sorpresa di cui non sarò mai stufo e di cui mai dimenticherò il fascino e l'amore che ho provato giocandolo <3"
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sa-filonzana · 2 years
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Pokemon Submas Outer Space Drifters AU
Humans Are Space Orcs - Polyamory - Aliens!Submas - Cosmog Hybrid!Submas - Human!Reader - AFAB!Reader - Drifters AU
Worldbuilding
L'umanità sta muovendo i suoi primi passi nel suo sistema solare, ha già colonizzato diversi pianeti e alcuni dei loro satelliti naturali grazie a basi spaziali, costruite o sotto la superficie o sotto delle cupole, che mimano la gravità, atmosfera e temperatura standard terrestre, oltre che a proteggerli da tutti i rischi e pericoli presenti naturalmente neii corpi celesti.
Ha anche costruito e stazionato diverse stazioni spaziali di varie dimensioni per tutto il sistema solare, le più nuove e lontane sono le tre che orbitano tra la fascia di Kuiper e la nube di Oort.
L'umanità fa primo contatto con altre civiltà aliene durante le sue prime esplorazioni fuori dal nostro sistema solare, oltre le zone più esterne dall'influenza del Sole. La nostra specie è un infante nelle politiche intergalattiche rispetto alle altre civiltà intergalattiche ma non siamo comunque disposti a farci mettere i piedi in testa.
non troppo tempo dopo finiamo per essere coinvolti in una guerra interstellare, il nostro contributo finì per essere schiacciante, mettendo fine alla minaccia della Coalizione degli Alieni Malvagi (Team Rainbow Rocket?).
I termini per un alleanza che l'umanità richiese furono visti come estremamente generosi da parte delle altre razze, e uno dei termini richiesti riguardavano il trasporto, ma la formulazione del trattato finì per risultare ambigua dovuta alle continue traduzioni.
Così gli umani, oltre a richiedere normali servigi di trasporto per colonizzare nuovi pianeti, vista l'ambiguità con cui erano stati formulati i termini di alleanza, avevano preso l'abitudine di salire su una astronave qualsiasi per andare dove volevano andare. E stare. Nessuno osa davvero dire di no ad un umano (tu oseresti davvero dire qualcosa a un lupo che usa la linea ferroviaria per andare da un luogo all'altro come fanno i branchi in Russia? Io credo di no).
I metodi di dissuasione che le ciurme aliene si inventarono per scacciare gli umani dalle loro astronavi non erano sempre efficaci, particolarmente perché sono solo visti al massimo come inconvenienze dagli umani, e poiché nessuno osava usare metodi più aggressivi per paura di una ritorsione da parte degli umani, tali situazioni continuavano a succedere per tutto l'universo senza che le varie razze aliene potessero trovare una soluzione definitiva al problema di clandestini umani a bordo.
Joke's on the aliens: in realtà, la maggior parte dell'umanità sa (dopo le diverse centinaia di migliaia di alieni che hanno cercato senza successo di impedire agli umani di salire sulle loro astronavi nei modi più disparati), o almeno sospetta, che i termini di trasporto nel trattato non includono che le persone possono impunemente salire su qualsiasi astronave quando gli va per viaggiare da un posto all'altro, ma anche così, l'umanità non ha alcuna fretta di correggere il proprio comportamento. Nessuno ha mai protestato formalmente, e quindi non vedono perché dovrebbero cambiare il loro comportamento. Ed è anche per questo che gli umani si assicurano sempre di aiutare e di ingraziarsi la ciurma delle navi su cui viaggiano, un tacito modo per scusarsi dello stress ed inconvenienti che causano e potrebbero causare.
Tra l'altro, gli umani che si dilettano di più in tale comportamento sono i vagabondi, meglio noti come drifters, che viaggiano da un astroporto all'altro senza una meta precisa.
Tra i giovani umani, comunque, è ormai quasi un rito di passaggio, il farlo; e poi così facendo gli umani possono viaggiare in lungo e in largo per tutto l'universo senza doversi preoccupare dei costi di viaggio. Viaggiare non era mai stato più conveniente.
On The Story
‌Tu sei umana, una vagabonda, una drifter, viaggi di pianeta in satellite, di satellite in asteroide, con la tua gatta Nebula. In genere quando sali a bordo di una astronave lo fai come se fossi una clandestina, per evitare noie varie da parte dei vari alieni che compongono la ciurma, e più di una volta hai finito per terrorizzare la ciurma con la tua celata presenza.
‌Non che quello è davvero la tua intenzione, ma ormai è già successo più di qualche volta che lo consideri un evento inevitabile su ogni nuova astronave su cui viaggi.
‌Durante uno dei tuoi tanti viaggi, l'astronave su cui stai viaggiando è attaccata dai pirati, e il personale di difesa è relativamente inutile a respingere i bucanieri, che è solo grazie al tuo intervento che i criminali sono neutralizzati e il pericolo sventato.
‌Per evitarti grosse noie, e perché il capitano dell'astronave ti è stato subito antipatico a vista, ti accordi con il capitano che lui e la sua ciurma si possono tenere i soldi guadagnati dalle taglie poste sui pirati mentre tu ti saresti tenuta la loro astronave (che non avresti perso tempo a vendere al primo astroporto su cui sareste atterrati). Così come di tutte le armi che ti eri assicurata di prendere dai corpi incoscienti dei pirati. Avere qualche arma di difesa in più fa sempre comodo (o qualche soldo in più).
‌Ciò che non sai è che hai catturato l'attenzione di due alieni che per la maggior parte per la galassia sono solo miti, in cui molti pochi credono che esistano, ovvero due umanoidi Cosmog gemelli, i cui nomi sono Nobori e Kudari, due esseri fatti di gas, calore e polvere di stelle, due esseri senzienti nati all'interno di una nebulosa che oramai non c'è più.
‌I due gemelli, incuriositi da tale creatura senziente che non avevano mai visto prima, decidono di seguirti nel tuo viaggio. Non avevano mai visto prima un essere senziente capace di terrorizzare tutti con la sua mera presenza.
T‌u, dopo esserti liberata dell'astronave, e ritrovandoti con più denaro di quanto ne hai mai avuto da quando hai preso i piedi e lasciato casa, decidi di esplorare la luna su cui sei atterrata (fortunatamente la stessa su cui avevi intenzione di sbarcare), e di scrivere e pubblicare un tuo post sul tuo blog nell'UniWeb (Universe Web) raccontando la tua ultima disavventura a tutti i tuoi follower. Poiché per sostenerti economicamente nei tuoi vagabondaggi sei diventata una blogger, e il tuo blog va discretamente bene (anche se la maggior parte dei tuoi followers ti seguono solo per le foto e i pasticci che Nebula, la tua gatta, combina).
‌Durante una pausa spuntino in un minuscolo ristorante appartato e con a malapena tre soli posti a sedere al bancone, noti i tuoi due passeggeri clandestini mentre cercavano di fregarti dei bocconcini dal piatto, curiosi di assaggiare anche loro questo nuovo piatto, mentre non stavi guardando.
‌Indagando l'interno della tua borsa da viaggio (in cui si erano intrufolati quando avevano deciso di seguirti) vedesti i due Ibridi Cosmog, che rimpicciolitosi il più possibile fino a diventare due piccoli globi fumosi e nebulosi, tentavano di nascondersi alla tua vista senza riuscirci.
‌Alzando un sopracciglio, domandasti meravigliata "E voi da dove spuntate?", ma i due cercarono di nascondersi con maggiore sforzo, imbarazzati dall'essere stati scoperti di già.
Ritenendoli, giustamente, non pericolosi per te e la tua gatta, decidesti di non far loro niente, ma anzi, gli offristi pure dei bocconi del tuo pasto "To', mangiate, immagino che voi due abbiate fame."
‌Sorpresi dalla tua generosità (dopotutto ti avevano visto solo poche ore prima pestare senza pietà i pirati finché non erano caduti tutti quanti ai tuoi piedi), dopo un primo attimo di titubanza, mangiarono  con gusto.
‌Fu in quel momento che i due gemelli si infatuarono di te.
‌Grazie agli impianti cibernetici che ti eri fatta impiantare nel cranio (tra cui un traduttore universale ultimo modello, un mini-computer cerebrale per migliorare le sue capacità mentali, e dei led per imitare le chiazze d'umore che alcune specie aliene avevano sviluppato invece delle espressioni visive), lasciandoli parzialmente visibili per avere uno stile più steampunk e/o cyberpunk, riuscisti a comunicare con i gemelli.
‌I due, sorpresi dalla tua inaspettata tolleranza verso la loro trasgressione, ti comunicarono il loro desiderio di viaggiare con te.
‌Di fronte al loro desiderio, tu scrollasti le spalle e dissi semplicemente "Ok."
Il motivo della tua risposta era abbastanza semplice: eri sia stupita che indifferente davanti al loro desiderio di voler viaggiare con te, visto come usualmente tutti gli alieni reagivano alla tua mera presenza, ed eri un po' curiosa di vedere come sarebbe andata con.
‌E poi ti sentivi un po' sola, per quanto Nebula, la tua gatta, fosse la migliore compagnia che potevi desiderare, era piacevole poter scambiare due chiacchiere con altri in possesso della favella.
Da lì, non ci volle molto perché voi tre diventaste amici
‌Più tempo i due ibridi passavano con te, più finivano per infatuarsi di te, incantati dalla tua personalità scorbutica ma che nascondeva, sotto sotto, un cuore d'oro. Infatti per poter interagire più facilmente con te, presero l'abitudine di utilizzare la loro forma umanoide quando erano con te.
‌Non che disdegnavano la loro forma più compatta, essa era ottima per poter coccolare con te (particolarmente negli spazi stretti), finendo più di qualche volta a doversi contendere la tua attenzione e il posto migliore con la tua gatta
‌Non che fosse davvero un problema visto che dispensavi coccole in egual misura sia alla tua gatta che ai due ibridi Cosmog
‌Durante i tuoi viaggi prendesti l'abitudine di fotografare i due ibridi, sia da soli, insieme, con la tua gatta, con te, o tutti in gruppo, e pubblicarle sul tuo blog. Finendo per scatenare un putiferio nel UniWeb, in particolare nel mondo scientifico, visto che fino a quel momento gli ibridi Cosmog erano considerati solo un mito.
‌La tua più grande Hit è una foto di loro due insieme alla tua gatta accoccolati su un vecchio divano rattoppato, illuminati dai raggi crepuscolari di una qualche stella. Hai ricevuto più donazioni per quella foto, che quante ne hai mai ricevute in un anno.
‌Questa inaspettata fama, da una parte ti faceva piacere, ma dall'altra parte era solo una grossa scocciatura per te e i tuoi compagni di viaggio. In particolare perché la comunità scientifica ti assillava inviandoti richieste e finendo per intasare la tua casella di posta elettronica e finendo ad essere costretta a doverli bloccare temporaneamente, almeno fino a quando non si sarebbero calmati (cioè: mai).
‌Ma il vero problema erano i bracconieri e simili che non persero tempo a tentare di rapire i due ibridi per venderli al miglior offerente.
‌Dopo aver respinto l'ennesimo tentativo di rapimento, tu non avevi più la pazienza e la compassione per non fare dei prossimi aspiranti rapitori un esempio per gli altri.
‌Sfortunatamente per i seguenti aspiranti rapitori, a te non ti era ancora passato il nervoso che ti era venuto da quello precedente, e non esitasti neppure per un momento nello scaricare tutta la furia repressa che avevi accumulato sui poveri bastardi.
‌Fortunatamente, o sfortunatamente (dipende dai punti di vista), il pestaggio che tu elargisti sulla pelle di quei poveri sfigati, venne registrato e pubblicato sul vasto UniWeb da degli astanti che ebbero la fortuna di passare di lì ed assistere al massacro.
‌Quel video valeva più di mille parole, diceva tutto ciò che c'era bisogno di dire (e più) su ciò che eri disposta a fare per proteggere chi ti era caro.
‌Il video divenne in breve tempo un buon deterrente, e i tentativi di rapimento diminuirono considerevolmente, ed anche le comunità scientifiche presero ad approcciarti con più cautela.
‌E ovviamente il video non fece altro che alimentare il mito che circolavano sugli umani, di terrificanti e invincibili creature disposte a tutto per proteggere i loro cari. Anche di compiere i crimini più efferati.
‌Ma a te francamente non interessava, l'unica cosa che volevi fare era di coccolarti con Nobori e Kudari e la tua gatta Nebula
‌E quello fu esattamente ciò che facesti
‌I due, alla vista di tale devozione, non potevano non amarti ancora di più
‌Ora dovevano solo riuscire a confessarti il loro amore per te
‌Più facile a dirsi che a farsi 
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vorticimagazine · 6 days
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Intelligenza artificiale, intelligenza analogica e umanesimo digitale
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Vortici.it vi propone un contributo di riflessione davvero interessante, curato da AIDR, riguardante il mondo del digitale e la sua evoluzione nei suoi aspetti positivi e negativi. In questo mondo, siamo immersi in maniera talmente inconsapevole che, a volte, o non siamo in grado di porci degli interrogativi o semplicemente, li riteniamo superflui perché il mondo va così. Ovviamente non è una colpa. In ogni caso, riflettere non fa mai male perché alimenta lo spirito critico, aiutandoci a leggere i tempi che viviamo. Intelligenza artificiale, intelligenza analogica e umanesimo digitale di Vito Coviello(Socio Fondazione AIDR – Responsabile Osservatorio Tecnologie Digitali nel settore dei Trasporti e della Logistica) La tecnologia è stata applicata in costante evoluzione, partendo dai più semplici manufatti per arrivare alla rivoluzione industriale del 18° e 19° secolo, sino all’era della robotica e dell’intelligenza artificiale dei nostri giorni. Il lungo percorso della ricerca del benessere non è stata solo una storia di successi, tanti sono stati i fallimenti e gli errori. L’evoluzione tecnologica è stata anche contraddistinta da guerre e sopraffazioni, dallo sviluppo di strumenti di distruzione di massa e dal costante danneggiamento dell’ambiente di cui siamo oggi siamo anche consapevoli e responsabili. Il nostro pensiero analogico ci ha consentito anche di proiettarci nel futuro e molti racconti di fantascienza hanno anticipato di decenni le rivoluzioni del mondo scientifico. Nel 1942 Isaac Asimov pubblicò il primo racconto del Ciclo della Fondazione e avviò la scrittura contemporanea del Ciclo dei Robot con cui rivoluzionò il mondo scientifico, ispirando anche futuri scrittori di romanzi di fantascienza. Le storie dei robot positronici e i romanzi degli spaziali del ciclo dei robot hanno affascinato intere generazioni: i tecnici robotici utilizzati per coadiuvarci nel lavoro quotidiano e nel ciclo produttivo, sono diventati realtà anni dopo. Anche le esplorazioni spaziali, che tanto hanno fatto sognare, sono passate dalla fantascienza alla realtà quotidiana e oggi stiamo progettando il turismo spaziale che ci porterà prima o poi anche su Marte. È ora il tempo dell’intelligenza artificiale: la più pericolosa secondo alcuni, il vero cambio di prospettiva tecnologica secondo tanti altri. Adottando un approccio pragmatico, occorre essere consapevoli che non si può fermare il progresso, ma ogni sforzo deve essere rivolto alla migliore gestione del cambiamento. L’intelligenza artificiale renderà superflui milioni di posti di lavoro: si stimano centinaia di milioni di posti di lavoro in meno a livello globale solo con la piena applicazione dell’intelligenza artificiale generativa. A differenza del passato questa volta a farne le spese sono anche i colletti bianchi dalle alte retribuzioni: le chatbot li stanno sostituendo con l’apprendimento automatico. Ma l’impatto dell’intelligenza artificiale è trasversale a quasi tutti i cicli di progettazione e di produzione, non solo a quelli dove già supera gli esseri umani in determinati compiti. Certo i settori inizialmente più esposti sono proprio quelli che si basano sulla scrittura e sulla programmazione: per citarne solo alcuni, i servizi assicurativi, il telemarketing, i servizi legali; ma l’applicazione dell’AI si è già estesa e continuerà ad estendersi agli altri settori. La gestione di un cambiamento che sta avendo impatti così forti non può essere casuale e disorganica, occorre un metodo condiviso a livello globale. Il metodo dell’umanesimo digitale è quello applicato per pensare alla tecnologia come una occasione per migliorare la nostra vita. Ci troviamo di fronte alla necessità di adottare un nuovo umanesimo digitale, adeguando le regole, non i principi di base su cui esso si fonda: è la vita dell’uomo che deve basarsi sui reali bisogni e nel rispetto dell’ambiente, in contrapposizione alla logica del “tutto e subito” dove non si bada agli impatti negativi che generiamo a tutto ciò che ci circonda, noi stessi inclusi. Scopri la nostra rubrica Tecnologia   Immagine di copertina: AIDR Read the full article
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enkeynetwork · 3 months
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cinquecolonnemagazine · 4 months
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ispace EUROPE e CDS sottoscrivono un accordo di servizio sul carico utile per il trasporto sulla Luna di una tecnologia di misurazione precisa della posizione
LUSSEMBURGO--(BUSINESS WIRE)--ispace EUROPE S.A. (ispace-EUROPE), la filiale con sede in Lussemburgo di ispace, inc., e Control Data Systems SRL (CDS) hanno annunciato di avere sottoscritto un accordo di servizio per carico utile per il trasporto di attrezzature di misurazione precisa della posizione sulla Luna.La tecnologia di CDS, che integra la localizzazione di precisione con le telecomunicazioni, si avvale della banda ultralarga per determinare le posizioni precise ed è stata sviluppata appositamente per applicazioni spaziali con il supporto dell'Agenzia Spaziale Europea. La mancanza di un sistema simile al GPS sulla Luna rende questa tecnologia rivoluzionaria per le applicazioni future nell'ambito dell'esplorazione lunare. L'accordo tra le due aziende segna il primo passo congiunto in direzione di contributi importanti per la comprensione scientifica della Luna per potenziali futuri scopi commerciali. Rappresenta inoltre il primo carico utile romeno a essere consegnato sulla superficie lunare. La tecnologia verrà integrata nel modulo lunare APEX 1.0 come parte della Mission 3 di ispace technologies U.S. (ispace-U.S.), attualmente programmata per il 2026. Un modulo lunare trasporterà le apparecchiature di CDS sulla superficie per testare la tecnologia di localizzazione utilizzando un'antenna che rimarrà sul modulo APEX 1.0. "ispace fornirà l'accesso alla superficie lunare per le aziende qui in Europa e in tutto il mondo, consentendo loro di dimostare e testare la loro tecnologia", ha spiegato Julien Lamamy, CEO di ispace-EUROPE. "Siamo orgogliosi di fornire trasporto e servizi a CDS affinché possano portare a termine la prima missione commerciale della Romania sulla Luna". "CDS sta sviluppando tecnologie di comunicazione e posizionamento che saranno fondamentali per il futuro delle esplorazioni sulla Luna. La collaborazione con ispace ci fornirà l'opportunità di dimostrare i blocchi tecnologici critici nell'ambiente lunare a vantaggio delle missioni future", ha dichiarato Ovidiu Ratiu, fondatore e CEO di CDS. Questo accordo di servizio per carico utile è il risultato di una collaborazione basato su un memorandum d'intesa sottoscritto da ispace e CDS e annunciato il 1º marzo 2024. # # # Ispace Informazioni su ispace, inc. (https://ispace-inc.com) ispace, una società di esplorazione lunare globale con la visione "Expand our planet. Expand our future", è specializzata nella progettazione e costruzione di moduli lunari e rover. ispace mira ad ampliare la sfera della vita umana nello spazio e a creare un mondo sostenibile fornendo servizi di trasporto ad alta frequenza e a basso costo verso la Luna. L'azienda ha sedi commerciali in Giappone, Lussemburgo e Stati Uniti e conta circa 300 dipendenti in tutto il mondo. Per ulteriori informazioni, è possibile visitare il sito: www.ispace-inc.com e seguirci su X: @ispace_inc. Informazioni su CDS ( https://www.cds.ro/ ) Fondata nel 1994, Control Data Systems SRL (CDS) è una società tecnologica privata con sede a Cluj-Napoca, in Romania. CDS sviluppa prodotti e tecnologie wireless per applicazioni industriali in settori come quello aerospaziale, di gas e petrolio e del monitoraggio ambientale, e ha portato a termine con successo diversi progetti di ricerca in ambito spaziale finanziati dall'ESA, tra cui applicazioni wireless per le operazioni AIT dei satelliti e lo sviluppo di un bus di comunicazione wireless per applicazioni satellitari. Il testo originale del presente annuncio, redatto nella lingua di partenza, è la versione ufficiale che fa fede. Le traduzioni sono offerte unicamente per comodità del lettore e devono rinviare al testo in lingua originale, che è l'unico giuridicamente valido. ContactsAndrew C. AmesGlobal Communications [email protected] Read the full article
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scienza-magia · 2 years
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Siamo pronti per comunicare con un'intelligenza extraterrestre
Se gli alieni ci contattano, che si fa? Nasce il Seti Post-Detection Hub. È nato il Seti Post-Detection Hub, un centro di ricerca internazionale che fungerà da centro di coordinamento per uno sforzo globale che riunisce diverse competenze, sia scientifiche che umanistiche, per definire valutazioni d'impatto, protocolli, procedure e trattati per consentire una risposta responsabile a un eventuale contatto con forme di vita intelligente extraterrestri.
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Il Seti Post-Detection Hub è una iniziativa dello Uk Seti Research Network (Uksrn), ed è ospitato dal St Andrews Centre for Exoplanet Science e dal Centre for Global Law and Governance. Crediti: St Andrews University A un anno dall’uscita di Don’t look up, il film distopico di Adam McKay che ha mostrato, senza filtri, una presunta imbarazzante incapacità dell’umanità di reagire responsabilmente a un’emergenza extraterrestre, alcuni scienziati hanno convenuto di iniziare a essere maggiormente operativi nei confronti di un’altra domanda legata a qualcosa che “viene da fuori”: cosa farà l’umanità quando scopriremo di non essere soli nell’universo? Attualmente esistono procedure ed entità stabilite con le Nazioni Unite per affrontare la minaccia rappresentata dagli impatti degli asteroidi sulla Terra – esiste anche un portale italiano di difesa planetaria, Sorvegliati Spaziali, dell’Istituto nazionale di astrofisica – ma non esiste nulla di simile riferito alla ricezione di un eventuale segnale radio proveniente da forme di vita intelligente extraterrestri. Innumerevoli generazioni hanno immaginato la vita su altri mondi. La ricerca di intelligenze extraterrestri e della loro tecnologia è ormai uno sforzo in corso da decenni. Da allora, le risorse tecnologiche sono notevolmente migliorate e con esse le possibilità di rilevamento sono in continuo aumento. Di recente, l’interesse sociale è aumentato considerevolmente a causa del rilevamento di migliaia di pianeti attorno a stelle lontane nella nostra stessa galassia. Oggi, 30 dicembre 2022, gli esopianeti confermati sono 5235 in 3913 sistemi planetari diversi, mentre quelli che stanno aspettando conferma (i candidati esopianeti) sono quasi il doppio: 9169. Inoltre, più vicino a casa, stiamo esplorando mondi come Marte e Venere, così come interessanti lune del Sistema solare, alla ricerca di segni di vita, presente o passata. La potenziale scoperta della vita microbica solleverà probabilmente diverse preoccupazioni che seguirebbero alla scoperta della vita intelligente: per quest’ultima, siamo ancora del tutto impreparati come specie. È quindi il momento giusto per considerare la risposta – e la responsabilità – dell’umanità in seguito alla scoperta della vita e dell’intelligenza nel cosmo. Per questo motivo, è stato istituito un nuovo centro di ricerca internazionale presso l’Università di St Andrews, un’università scozzese in un paesino affacciato sul mare del Nord, che coordinerà le competenze globali per preparare l’umanità a un tale evento, e a come dovremmo rispondere. Si chiama Seti Post-Detection Hub, ospitato dal Center for Exoplanet Science e dal Center for Global Law and Governance dell’Università di St Andrews, e fungerà da centro di coordinamento per uno sforzo internazionale che riunisce diverse competenze sia scientifiche che umanistiche, per definire valutazioni d’impatto, protocolli, procedure e trattati progettati per consentire una risposta responsabile. John Elliott, della School of Computer Science dell’Università di St Andrews e coordinatore dell’Hub, ha dichiarato: «La fantascienza è piena di esempi di esplorazioni dell’impatto sulla società in seguito alla scoperta di un’intelligenza extraterrestre, e persino a eventuali incontri. Ma dobbiamo andare oltre a pensare all’impatto sull’umanità. Dobbiamo coordinare le nostre conoscenze esperte non solo per valutare le prove, ma anche per considerare la risposta sociale umana, man mano che la nostra comprensione progredisce e ciò che sappiamo e ciò che non sappiamo viene comunicato. E il momento per farlo è adesso».
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Very Large Array, in New Mexico. Crediti: Nrao Il Seti Post-Detection Hub colmerà una sostanziale lacuna politica e prenderà in considerazione anche una comunicazione scientifica responsabile nell’era dei social media. Attualmente, gli unici protocolli di contatto concordati esistenti sono quelli elaborati dalla stessa comunità Seti nel 1989, che sono stati rivisti l’ultima volta nel 2010. Concentrandosi esclusivamente sulla condotta scientifica generale, essi costituiscono aspirazioni non vincolanti e non sono utili per gestire in pratica l’intero processo di ricerca, gestione delle prove candidate, conferma dei rilevamenti, analisi post-rilevazione e interpretazione, e potenziale risposta. Il Seti Post-Detection Hub fornisce per la prima volta una “casa” permanente per coordinare lo sviluppo di un quadro completo, riunendo membri interessati del Seti e più ampie comunità accademiche, nonché esperti di politica, per lavorare su argomenti che vanno dalla decifrazione dei messaggi e analisi dei dati, allo sviluppo di protocolli normativi, diritto spaziale e strategie di impatto sociale. «Riceveremo mai un messaggio da E.T.? Non lo sappiamo», conclude Elliott. «Inoltre, non sappiamo quando accadrà. Ma sappiamo che non possiamo permetterci di essere mal preparati – scientificamente, socialmente e politicamente alla deriva – per un evento che potrebbe trasformarsi in realtà già domani e che non possiamo permetterci di gestire male». Per saperne di più: Leggi il comunicato stampa sul sito della St Andrews University Read the full article
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gregor-samsung · 8 years
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«Noi partiamo per lo spazio preparati a tutto, cioè pronti al sacrificio, alla solitudine, alla lotta, alla morte. Per modestia, non lo diciamo ad alta voce, ma lo pensiamo dentro di noi di tanto in tanto; pensiamo di essere eccezionali. Intanto, però, non è tutto, il nostro zelo si rivela una posa. Non abbiamo nessuna voglia di conquistare il cosmo, noi vogliamo soltanto allargare fino ai suoi ultimi confini le frontiere della Terra. Certi pianeti devono essere deserti come il Sahara, altri freddi e ghiacciati come il Polo o tropicali come la giungla del Brasile. Siamo umanitari e nobili, non abbiamo intenzione di conquistare altre razze, vogliamo solo trasmettere i nostri valori e in cambio impadronirci del loro patrimonio. Ci crediamo cavalieri dell'Ordine del Santo Contatto. Questa è una bugia. Noi cerchiamo solo l'uomo. Non abbiamo bisogno di altri mondi, abbiamo bisogno di specchi. Non sappiamo che cosa farcene di altri mondi. Uno ci basta, quello in cui sguazziamo. Vogliamo trovare il ritratto idealizzato del nostro mondo! Cerchiamo dei pianeti con una civiltà migliore della nostra... ma che sia l'immagine evoluta di quel prototipo che è il nostro passato primordiale. Dall'altro lato, c'è in noi qualcosa che non accettiamo, contro cui lottiamo; ma che comunque resta, perché dalla terra non abbiamo portato un distillato di virtù o una statua alata dell'uomo! Siamo arrivati qua così come siamo realmente, e quando l'altra faccia, cioè la parte che manteniamo segreta, si mostra com'è veramente... non riusciamo ad andarci d'accordo!» — Allora, che cos'è? — domandai, dopo averlo ascoltato con pazienza. — Quel che volevamo: il contatto con un'altra civiltà. L'abbiamo, questo contatto! Ingrandita come se fosse sotto il microscopio... la nostra mostruosa bruttezza, la nostra buffoneria e vergogna!
Stanisław Lem, Solaris, Editrice Nord, 1973, traduzione di Eva Bolzoni; pp. 79-80 [1ª ed. originale polacca 1961]
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diceriadelluntore · 2 years
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Storia Di Musica #234 - Yes, Fragile, 1971
Le favolose prime immagini del telescopio spaziale James Webb mi hanno spinto a cercare un filo conduttore galattico per le storie di musica agostane. Le esplorazioni spaziali ebbero il loro inizio eccitante proprio quando la musica rock stava spiccando il volo, e l’influenza fu sin da subito centrale sia per i nomi delle band, che per ispirazioni musicali nonché per quelle delle copertine degli album. E proprio questo sarà il filo rosso delle scelte di questo mese: copertine che hanno a che fare con lo spazio (con sorpresa finale,lo anticipo). Per cominciare però vorrei partire da una interpretazione artistica di questo argomento, mettendo in campo un sodalizio artistico musicale tra i più grandi di tutti tempi. Ma partiamo dalla musica. Gli Yes sono stati tra i giganti del progressive, e rimangono a tutt'oggi uno dei gruppi più preparati, più potenti e ineccepibili della storia del rock. Nascono verso la fine degli anni ’60, quando Peter Banks, Jon Anderson, Chris Squire, Tony Kane e Bill Bruford (che provengono da esperienze molto diverse, dalla psichedelia al beat) si riuniscono per una serie di concerti al Marquee di Londra, che fa guadagnare alla giovane band l’occasione di suonare come spalla dei Cream al loro concerto d’addio alla Royal Albert Hall. La formazione prevede Anderson al canto, Banks alla chitarra, Squire al basso, Bruford alla batteria e Kane alle tastiere: hanno in mente una musica nuova, che mischi con egual peso rock, jazz, musica sacra e barocca. Si chiamano all’inizio Mabel Greer's Toyshop, che però fu ritenuto troppo lungo. Decidono con una inversione di rotta decisa di chiamarsi Yes, prima con il punto esclamativo (Yes!), poi senza. Nel 1969 firmano un contratto per la Atlantic (la stessa etichetta dei Led Zeppelin) e pubblicano l’omonimo Yes: non c’è ancora quella maestosa macchina sonora che sarà il tratto distintivo della loro musica, ma alcuni brani, come ad esempio Survival, già ne presentano i primi vagiti. Nel disco spiccano le cover di I See You di McGuinn\Crosby e una di Lennon\McCartney, Every Little Thing. Il successo è nullo, come lo sarà l’appena discreto Time And A Word (1970), e Banks, vista l’aria che tira, si chiama fuori. Viene sostituito da Steve Howe, eclettico chitarrista, che inizia ad immaginare con i suoi compagni quello che sarà: The Yes Album contiene i primi successi (la splendida I’ve Seen All Good People, con bellissimo ritornello) e quella musica densa, tecnicamente superba, che si sente in Starship Trooper e Perpetual Change. Il gradino che mancava viene colmato con l’ingresso al posto di Kane del tastierista Rick Wakeman, ex Strawbs ed una delle figure più eclettiche e scoppiettanti del progressive. L’album di oggi è uno dei grandi capolavori della musica, un disco fondamentale del periodo, una esplosione di idee, musiche e tecnica. Fragile esce nel novembre 1971, dopo che fu registrato con le migliori tecniche dell’epoca, per la gioia del tecnico del suono Eddie Offord. Le nove canzoni sono composizioni (tranne un piccolo divertissement) che esprimono le singole personalità della band. Roundabout è il loro primo clamoroso successo, barocca e sensuale, con incredibile lavoro al basso di Squire (che quasi si prende tutta la scena essendo stato registrato ad altissimo volume) che è il primo esempio della bellezza della voce di Anderson: in poco tempo diventerà un modello per i suoi testi fantasiosi e la sua vocalità eterea e solenne, che giganteggia anche nell’altrettanto splendida South Side Of The Sky. Wakeman esibisce le sue strabilianti abilità in Cans And Brahms, omaggio al terzo movimento della quarta sinfonia di Johannes Brahms. Bruford scrive un pezzo ironico nella brevissima Five Per Cent For Nothing, che era un indiretto strale verso il loro management a cui andava il 5% degli incassi “per non fare nulla”. Mood For A Day è magnificamente suonata da Howe alla chitarra spagnola, registrata in una sola take da solo nello studio di registrazione, mentre Long Distance Roundabout riprende il tema di Roundabout e sfuma nella conclusiva The Fish (Schindleria Praematurus), con ennesimo assolo di basso di Squire (un gigante dello strumento) che trovò il nome del “pesce” sul Guinness Book Of Record essendo la Schindleria Praematurus uno dei pesci più piccoli allora conosciuti. Il disco finisce nei 10 esorbitanti minuti di Heart Of The Sunrise, dalla magnetica e lunghissima introduzione, dalla metrica che cambia di continuo, il riff di basso sublime, la voce solenne e epica di Anderson che canta di quanto ci si senta persi a volte nel mondo. Ed è tempo di parlare della clamorosa e iconica copertina, che segna l’inizio della collaborazione con Roger Dean, uno dei più grandi illustratori di tutti i tempi, e autore delle copertine icona degli Yes (di cui designerà anche il logo su Yessong (1973), altro super album insieme all’ancora più incredibile e storico Close To The Edge (1972), triplo Lp monumento al rock come contaminazione di generi): nell’idea di un mondo fragile, quasi di porcellana, Dean immagine un pianeta sul punto di spezzarsi da dove parte una nave a forma di pesce, pronta per colonizzare nuovi mondi. Tra le meraviglie del sodalizio, segnalo la copertina di Tales From Topographic Oceans (del 1973, tra l’altro disco ambiziosissimo di oltre 160 minuti di musica divise in 4 colossali suites), probabilmente tra le più belle di sempre. Sulla barca volante degli Yes salirà un’intera generazione, colonizzata da questa musica particolare, interessante, viva e che ha segnato il tempo come poche altre hanno mai fatto.
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corallorosso · 4 years
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La NASA vuole rendere la Luna una miniera Comprerà il materiale ottenuto dai privati che vorranno scavarla, ma lo Spazio non era di tutti? La NASA vuole comprare rocce lunari dalle compagnie spaziali private che vorranno cimentarsi in una nuova iniziativa: rendere la Luna una miniera. In questo modo l’ente spaziale statunitense confida di incentivare le attività di estrazione sul nostro satellite naturale, avviando attività commerciali che potrebbero rivelarsi utili per le nuove esplorazioni lunari con esseri umani e in futuro per raggiungere Marte. L’iniziativa ha fatto sollevare qualche perplessità, soprattutto sul tema dello sfruttamento delle risorse spaziali da parte delle nazioni terrestri. L’amministratore della NASA, Jim Bridenstine, ha spiegato che la novità fa parte di Artemis, il programma spaziale per portare nuovamente gli astronauti sulla Luna entro il 2024. Il piano – fortemente voluto dal presidente statunitense Donald Trump – è molto ambizioso e secondo diversi osservatori difficilmente potrà essere realizzato nei tempi stretti richiesti dalla Casa Bianca... Gli attuali dirigenti della NASA hanno maturato la convinzione che per ottenere obiettivi di questo tipo non siano sufficienti le iniziative pubbliche, portate avanti dall’agenzia tramite i fondi federali, ma che debbano essere coinvolte le aziende private, incentivate a sviluppare e realizzare soluzioni per raggiungere la Luna e sfruttarne le risorse. L’annuncio di ieri è quindi un primo passo verso questa direzione, anche se per ora con scopi notevolmente limitati. ... La NASA ha comunque già accordi commerciali con le più grandi compagnie spaziali private – come SpaceX, Blue Origin e Lockheed Martin – per lo sviluppo di sistemi di trasporto per raggiungere la Luna e per portare materiale lunare sulla Terra. Queste stesse aziende potrebbero decidere di partecipare alla nuova iniziativa, aggiungendo ai sistemi che stanno già sviluppando nuove risorse per effettuare i prelievi di materiale. ... Il punto di riferimento su questi temi, che si intrecciano con quelli del diritto internazionale, è il “Trattato sui principi che governano le attività degli Stati in materia di esplorazione e utilizzazione dello Spazio extra-atmosferico compresa la Luna e gli altri corpi celesti” ... Il documento stabilisce che nessun paese può accampare diritti di proprietà su qualsiasi corpo celeste: questo significa che la Luna o Marte non potranno essere rivendicati da un’entità nazionale. ...È difficile dire dove porterà la nuova iniziativa della NASA, insieme al resto del programma Artemis, giudicato da molti osservatori troppo ambizioso e irrealizzabile entro il 2024 con le attuali risorse messe a disposizione, senza contare la mancanza di buona parte dei mezzi per arrivarci materialmente, sulla Luna. Lo sviluppo dei sistemi di trasporto è in ritardo e sta costando molto più di quanto avesse inizialmente previsto la NASA. Ulteriori incertezze sono date dall’imminenza delle elezioni presidenziali: un cambio alla presidenza potrebbe portare a una sensibile revisione del progetto, e per questo molte aziende attenderanno novembre per fare eventuali piani lunari. Il Post
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gianlu13 · 4 years
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Super Luna
La Luna è l’unico satellite naturale che orbita intorno alla nostra Terra. Dato che la sua rotazione è sincrona rispetto a quella del nostro pianeta è possibile vederne esclusivamente una sola faccia, mentre il suo lato “nascosto” è rimasto sconosciuto fino a pochi decenni fa e osservato con le prime esplorazioni spaziali.
A lei sono rivolti i pensieri di tanti filosofi, poeti e cantanti, ma…
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davsims · 4 years
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Esplorazioni spaziali, dopo giorni di costruzione della navicella e potenziamenti vari!
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DALLA TERRA ALLA LUNA
"Questo è un piccolo passo per un uomo, ma un grande balzo per l'umanità": con queste parole, proprio quarant'anni fa, Neil Armstrong posò per primo piede sulla Luna.
L’evento fu, ed è ancora oggi, di portata storica. Tanti furono i cronisti, da tutto il mondo, che ne parlarono. L’Italia potè vantare, tra gli altri, un’inviata d’eccezione: Oriana Fallaci che, in diretta telefonica, raccontava i fatti, le sensazioni e le emozioni di quei momenti. Oggi possiamo rileggerle nel nostro ebook (scaricabile attraverso la piattaforma MLOL)   A 40 anni dallo sbarco sulla luna. La luna di Oriana. Si tratta di una raccolta di articoli in cui Oriana racconta, oltre alla luna, gli eroi dello spazio che furono suoi amici, le missioni indimenticabili e persino la speranza di trovare vita su Marte.
Un’interessante storia del periodo è pure quella di Paolo Mangionami:   Gli anni della luna. 1950-1972: l’epoca d’oro della corsa allo spazio.
Di Oriana Fallaci vi segnaliamo anche  Se il sole muore in cui l’autrice, partendo dal valore politico e simbolico della corsa alla conquista della luna, si interroga sulle trasformazioni individuali e sociali portate dallo sviluppo tecnologico.
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Per quanto riguarda l’astronomia più in generale, vi proponiamo invece Il mistero delle sette sfere, in cui Giovanni Bignami racconta la straordinaria storia dell'esplorazione umana scandita attraverso sette sfere concentriche (dalla più vicina alla più distante dalla Terra). Un divertente viaggio fra finzione e realtà, in cui ci accompagnano due guide d'eccezione: Jules Verne e Wernher von Braun.
Interessante è, poi, Storia sentimentale dell'astronomia. Con un rigore non privo di humour, Piero Bianucci  illustra la straordinaria avventura delle scoperte astronomiche, legandola alle storie di quanti l'hanno vissuta.
Ma com’è viaggiare nello spazio? Ce lo racconta Neil F. Comins -  astronomo e scienziato della NASA/ASEE -  che, nel suo Destinazione spazio, descrive le meraviglie che i viaggiatori incontreranno - l'assenza di peso, i panorami mozzafiato della Terra vista dal cosmo, l'opportunità di camminare su altri mondi - e insieme anche i pericoli: radiazioni, proiettili, atmosfere irrespirabili, malfunzionamenti potenziali dell'attrezzatura.
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Quando si parla di astronomia, non si può se non citare la grande scienziata e brillante divulgatrice Margherita Hack. Di suo nelle biblioteche del Sistema milanese potete trovare innumerevoli opere, sia per adulti che per bambini. La grandezza di Margherita Hack fu infatti anche quella di riuscire a rendere chiaro e comprensibile l’universo persino ai più piccoli. Fra le tante scegliamo: Notte di stelle. Le costellazioni fra scienza e mito, Vi racconto l’astronomia e Perché le stelle non ci cadono in testa, per giovani lettori fra gli otto e gli undici anni.
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Il fascino delle esplorazioni spaziali ha prodotto anche alcuni interessanti romanzi scientifici: L'oscuro labirinto del cielo, ambientato agli albori del XVII secolo, che ha come protagonisti  Johannes Kepler e  Galileo Galilei. Entrambi studiano il moto dei pianeti, sposano la teoria copernicana e sfidano le più potenti forze politiche e religiose del loro tempo, fino ad affrontare l'accusa di eresia.
Lancio perfetto, di Francesco Pinto si colloca invece nel  1957, con  USA e URSS che si combattono a colpi di esplorazioni spaziali, in una corsa contro il tempo per arrivare primi.
Ne Il vento della luna, di Antonio Munoz Molina, un ragazzino attende con il fiato sospeso l'invio del primo uomo sulla luna. Sullo sfondo di questo evento epocale, sinonimo della potenza e della creatività del pensiero umano, si staglia una vicenda che alle note intense e liriche del romanzo d'ambiente unisce gli accenti di una dolente riflessione sull'angustia della Spagna franchista degli anni sessanta.
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Vogliamo chiudere con le suggestioni di un recente film, che ha avuto il grande merito di sfogliare una pagina sconosciuta della NASA. Pagina 'bianca' coniugata fino ad oggi al maschile. Si tratta de Il diritto di contare, di Theodore Melfi.
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Il film racconta la storia vera della matematica, scienziata e fisica afroamericana Katherine Johnson, che collaborò con la NASA, sfidando razzismo e sessismo, tracciando le traiettorie per il Programma Mercury e la missione Apollo 11. Una vera e propria parabola di emancipazione.
Ed ecco quindi il recente L’epopea delle lunatiche : da sempre hanno osservato il cielo e le stelle e, per questo, sono state o condannate o considerate maghe: dalla greca Aglaonice all'astronoma Margherita Hack, dalla scopritrice di comete Caroline Herschel all'ingegnere spaziale Amalia Ercoli Finzi, le donne si sono sempre occupate dello spazio. Sono state ostacolate in tutti i modi, nella libertà personale e in quella professionale, derubate delle loro scoperte, sfruttate e spesso costrette all'anonimato e al silenzio. Eppure le studiose dell'niverso, come le altre scienziate, sono riuscite con le loro battaglie a imprimere sviluppi decisivi alla loro disciplina e al progresso dell'umanità.
Così come le Sei donne che hanno cambiato il mondo. Le grandi scienziate della fisica del XX secolo: ci sono la chimica polacca che non poteva frequentare l’università, la fisica ebrea che era odiata dai nazisti, la matematica tedesca che nessuno amava, la cristallografa inglese alla quale scipparono le scoperte, la diva hollywoodiana che fu anche ingegnere militare e la teorica serba che fu messa in ombra dal marito. Le sei eroine raccontate da Gabriella Greison non sono certo le sole donne della scienza, ma sono quelle che forse hanno aperto la strada alle altre, con la loro volontà, la loro abilità, il talento e la protervia, in un mondo apertamente ostile, fatto di soli uomini.
Vi suggeriamo infine il romanzo Memorie di un’astronauta donna, che narra un futuro lontano, galassie popolate di sconcertanti creature ed i "Terreni", gli umani dell'avvenire, che si confrontano con le opzioni infinite della biologia, dell'etica, della sessualità, delle relazioni.
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Dallo sgomento dell'uomo primitivo nelle notti stellate, alle grandi domande esistenziali dell'uomo moderno, il cielo continua a essere specchio dei sentimenti, della ragione e della curiosità umana.
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goodbearblind · 6 years
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'AUSTRONAUTICO', SCASSINATORE NUCLEARE, COLONNELLO ASTRALE. ORESTE NANNETTI TRASFORMÒ LE MURA DEL SUO MANICOMIO IN UN'OPERA D'ARTE IN FORMA DI GRAFFITI TRA FANTASCIENZA, VISIONI, IMMAGINAZIONE, GENIALITÀ
Quelle mura erano opprimenti. Specie per qualcuno con una spiccata immaginazione come Oreste. Da quanto era chiuso lì dentro? Anni e anni. Perché poi? 'Oltraggio a pubblico ufficiale', dissero. Era il 1948. Doveva scontare due anni nel manicomio, a Volterra. Ci rimase praticamente tutta la vita. Una vita intera tra quelle quattro mura.
Che fare? Come si poteva vivere così, mentre nella tua testa vi era di tutto: avventure spaziali, astronavi, stelle e pianeti. Voleva parlarne, ma a chi? Come? Lui era pazzo, la gente non parlava con i pazzi. Men che meno con chi ipotizzava viaggi spaziali e altre avventure sconosciute alle persone 'normali'. O banali.
C'erano solo quelle mura. Non aveva certo un pennello. Allora utilizzò quello che aveva a disposizione, come la fibbia della sua camicia. All'occorrenza, pietre, legnetti, quello che si trovava. E le mura. 180 metri di mura esterne, per l'esattezza. Avrebbe scritto lì la sua storia, Oreste Fernando Nannetti. Una storia di esplorazioni spaziali, nel quale lui impersonava uno scienziato, un 'colonnello astrale'. Scriveva a parenti immaginari. Storie di conquiste, viaggi, magia, alchimia. 180 metri di racconti infiniti, scritti durante anni ed anni di pazienti incisioni. Da sinistra a destra e poi, una volta arrivati alla fine, da destra a sinistra e così via. Oreste si firmava NOF4. Quattro come il numero assegnatogli quando entrò nella struttura. NOF come Nannetti Oreste Fernando. 'Nucleare Orientale Francese'. 'Nazioni Orientali Francesi'. Ben presto si diffuse la voce di questa opera d'arte spuntata praticamente dal nulla. Vennero scattate delle foto del murale per esporlo al museo lombrosiano di Volterra. Ad Oreste venne persino offerto, negli anni Ottanta, un compenso per la sua opera, pari a due milioni di lire, che rifiutò senza pensarci due volte. Era questo Oreste Fernando Nannetti. Ed aveva voluto raccontare la sua storia. Punto. Non voleva né soldi, né gloria.
Sono stati in molto a prodigarsi per preservare il suo capolavoro, a Volterra. Sono state poste delle lamiere a protezione del muro, ma la forza degli elementi ha intaccato inesorabilmente il murale. Solo 53 metri degli originali 180 sono ancora 'consultabili', oltre ovviamente ai reperti fotografici.
NOF4 si spense nel 1994.
Cannibali e Re
Cronache Ribelli
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lamilanomagazine · 2 years
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Diretta del lancio della Missione Artemis I
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Diretta del lancio della Missione Artemis I   Sabato 3 settembre, dalle ore 20.00, Focus racconta in diretta il lancio del vettore SLS (Space Launch System) e della navicella ORION della NASA, dal Kennedy Space Center LC-39B di Merrit Island, in Florida. Un evento nell’evento, visto che l’ultimo vero volo dell’Agenzia spaziale USA risale al 21 luglio 2011, con la missione finale dello Shuttle. Nello speciale, condotto dalla giornalista di TGCom24 Carolina Sardelli, un parterre di esperti e Luigi Bignami, in collegamento da Bari, sono chiamati a dare conto del futuro delle missioni Artemis, il cui scopo è riportare l’uomo sulla Luna entro il 2025 e su Marte entro il 2033. La giornata dedicata di Focus inizia, quindi, alle ore 16.00 con: - Segreti astronomici - La Luna Un viaggio astronomico alle origini del nostro satellite: quando e come si è formato? Di che cosa è composto? Quali segreti ancora preserva? - Luna: ci siamo andati davvero? Mentre sui social il fallimento del primo tentativo di lancio di SLS crea polemiche e dà margini a teorie cospirative e negazioniste, torna il programma in cui Paolo Attivissimo smonta una a una tutte le argomentazioni di chi ancora nega la veridicità dell’allunaggio del ’69. - Universo ai Raggi X - Il segreto della Luna Che cosa sappiamo? Molti i misteri ancora aperti e le teorie scientifiche in conflitto tra loro. - Brian Cox - Avventure nello Spazio In anteprima, la prima delle quattro puntate in prima visione assoluta del programma BBC. Nel documentario, il noto astrofisico e divulgatore propone un’affascinante riflessione sulla storia delle esplorazioni spaziali e sui suoi probabili destini. Il ritorno dell’uomo sulla Luna rappresenta un tassello fondamentale di questo mosaico, dal momento che la Luna diventerà l’hub per le future missioni su Marte, nella cintura degli asteroidi e, a tendere, sulle lune di Giove e Saturno. E si conclude, alle 20.00 con: - Diretta del lancio della Missione Artemis I SLS è il più grande razzo mai costruito dalla NASA: il suo viaggio dalla Terra alla Luna, con rientro nell’Oceano Pacifico tramite ammaraggio, durerà circa 37 giorni. Inizialmente, la missione prevedeva un sorvolo della Luna lungo una traiettoria di ritorno libero, con rientro sulla Terra 7/8 giorni dopo il lancio. In seguito, il piano di volo è stato modificato per prolungare la durata a quattro settimane e portare l'Orion su un'orbita retrograda attorno alla Luna, in preparazione di un futuro rendez-vous tra un Orion con equipaggio e un asteroide sulla stessa orbita. Il volo di collaudo è il primo del razzo vettore SLS e ha lo scopo di dimostrare l'affidabilità del mezzo e dei sistemi principali dell’Orion - incluso il modulo di servizio, in vista di un volo con astronauti - e di collaudare lo scudo termico in un rientro ad altà velocità. Anche se la missione non avrà persone a bordo, la capsula sarà dotata di un sistema di supporto vitale completo e funzionante. Il modulo di servizio, che fornirà propulsione, energia elettrica, termoregolazione e supporto vitale al modulo dell'equipaggio, è sviluppato dall'ESA e costruito da Airbus Defence and Space. A bordo del razzo anche ArgoMoon, nanosatellite italiano realizzato da Argotec col coordinamento dell’Agenzia Spaziale Italiana, unico mezzo selezionato dalla NASA tra quelli europei proposti. Il nanosatellite scatterà immagini della missione EM1 e testerà nuovi sistemi di comunicazione. Visita il sito della NASA Cos'è Artemis? | NASA... Read the full article
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cinquecolonnemagazine · 8 months
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Ricerche sulla Luna: un viaggio nel tempo e nello spazio
La Luna è il nostro satellite naturale e il corpo celeste più vicino alla Terra. Da sempre oggetto di fascino e mistero, le ricerche sulla Luna sono iniziate nel 1959, con il lancio della sonda sovietica Luna 2. Da allora, sono state lanciate centinaia di sonde e missioni spaziali verso la Luna, da parte di agenzie spaziali di tutto il mondo. Perché ci sono state ricerche sulla Luna? Le ricerche sulla Luna hanno permesso di conoscere meglio la sua composizione, la sua struttura e la sua storia. La Luna è composta principalmente da roccia basaltica, con una piccola quantità di roccia granitica. Ha una struttura interna simile a quella della Terra, con un nucleo ferroso, un mantello e una crosta. La Luna si è formata circa 4,5 miliardi di anni fa, a seguito di un impatto tra la Terra e un altro corpo celeste. Questo impatto ha espulso una grande quantità di materiale nello spazio, che si è poi aggregato per formare la Luna. Le ricerche sulla Luna sono ancora in corso e hanno un grande potenziale per la scienza e la tecnologia. La Luna potrebbe essere utilizzata come base per future esplorazioni dello spazio profondo. Inoltre, la Luna potrebbe essere una fonte di risorse, come l'acqua e i minerali. Alcune delle principali aree di ricerca sulla Luna includono: - La composizione chimica e mineralogica della superficie e del sottosuolo lunare. Le sonde e i rover che hanno visitato la Luna hanno raccolto campioni di roccia e polvere lunare, che sono stati analizzati per determinarne la composizione. I dati raccolti hanno dimostrato che la Luna è composta principalmente da roccia basaltica, con una piccola quantità di roccia granitica. - La struttura interna della Luna, in particolare la composizione e la dimensione del nucleo. Le sonde lunari hanno misurato la gravità e le onde sismiche sulla Luna, che hanno fornito informazioni sulla sua struttura interna. I dati raccolti hanno dimostrato che la Luna ha un nucleo ferroso, che è circa un terzo della dimensione del nucleo terrestre. - La storia geologica della Luna, inclusa la sua formazione e l'evoluzione. Le sonde lunari hanno mappato la superficie lunare e hanno trovato prove di diversi periodi geologici. I dati raccolti hanno dimostrato che la Luna si è formata circa 4,5 miliardi di anni fa, e che ha subito diversi eventi geologici importanti, come l'impatto che ha formato il Mare della Tranquillità. - La possibilità di trovare acqua sulla Luna, sia allo stato liquido che allo stato solido. Le sonde lunari hanno trovato prove che la Luna contiene acqua, sia allo stato liquido che allo stato solido. L'acqua potrebbe essere presente in crateri polari, nelle fessure della superficie lunare e nel sottosuolo. - La possibilità di trovare altre risorse sulla Luna, come i minerali. Le sonde lunari hanno trovato prove che la Luna contiene minerali, come l'ossigeno, il titanio e il ferro. Questi minerali potrebbero essere utilizzati come risorse per future missioni sulla Luna. Le ricerche sulla Luna sono fondamentali per comprendere meglio il nostro sistema solare e l'origine della vita sulla Terra. La Luna è un corpo celeste unico e misterioso, che ci offre ancora molte risposte da dare. Quali sono le più recenti ricerche sulla Luna? - La missione Chang'e 4 della Cina, che è stata la prima missione a far atterrare una sonda sulla faccia nascosta della Luna. La sonda Chang'e 4 ha raccolto campioni di roccia e polvere lunare, che sono stati analizzati per determinarne la composizione. - La missione Artemis della NASA, che prevede di riportare gli esseri umani sulla Luna entro il 2025. La missione Artemis includerà l'invio di una donna e di un uomo sulla Luna, nonché la costruzione di una base lunare permanente. - La missione Luna 27 della Russia, che prevede di portare sulla Luna un rover per esplorare la superficie. Il rover Luna 27 sarà dotato di strumenti scientifici per studiare la composizione e la struttura della superficie lunare. Le ricerche sulla Luna sono in pieno svolgimento e ci aspettano ancora molti anni di scoperte e meraviglie. Foto di Robert Karkowski da Pixabay Read the full article
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scienza-magia · 2 years
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Prodotto in Italia il reattore nucleare per le basi spaziali
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L’energia delle basi lunari prodotta da un mini reattore nucleare made in Italy. La partita dell'aerospazio parla italiano e vede collaborare in un percorso di progettazione e costruzione di uno Space nuclear reactor, l'Enea e l'Asi. Un mini reattore nucleare made in Italy per produrre energia per le future basi lunari. Con un orizzonte che arriva alla “successiva” colonizzazione di Marte e dello Spazio profondo. La partita dell'aerospazio parla italiano e vede collaborare in un percorso di progettazione e costruzione di uno Space nuclear reactor, l'Enea e l'Asi, ossia l'Agenzia spaziale italiana. Orizzonte a 15 mesi Per i prossimi 15 mesi le due agenzie, sfruttando competenze, infrastrutture e professionalità multidisciplinari presenti nei loro centri (per l'Enea quello di Bologna e Brasimone) lavoreranno per progettare e costruire il mini reattore che dovrà essere “leggero, affidabile e sicuro”. Dall'analisi dei costi alla roadmap
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Compito dei tecnici e ricercatori è quello di delineare le caratteristiche dello Space Nuclear Reactor italiano, e, come sottolineano all'Agenzia d ricerca, identificare «possibili scenari operativi (esplorazione lunare, marziana e dello Spazio profondo), e tecnologie ritenute critiche». Inoltre, tra le attività anche un'analisi costi-benefici calibrati ai differenti scenari d'interesse. E poi la definizione di una roadmap di Ricerca e Sviluppo per le fasi successive. Reattore sicuro e modulare «I principi base per la progettazione dello Space Nuclear Reactor sono la modularità, in grado di garantire un facile ampliamento della potenza disponibile, e la ridondanza dei sistemi essenziali per garantire la massima sicurezza del reattore - chiarisce Mariano Tarantino, responsabile della Divisione Enea di Sicurezza e sostenibilità del nucleare -. Particolare attenzione verrà posta alla minimizzazione del peso totale del sistema per rendere possibile il trasporto a bordo di un razzo cargo e l'affidabilità dei componenti, privilegiando, ove possibile, tecnologie mature made in Italy». La soluzione ai problemi energetici Una tecnologia, studiata sin dagli anni 50 e utilizzata nello scenario internazionale per sviluppare altri mini reattori che, secondo l'Agenzia spaziale, «potrebbe contribuire a risolvere, sul lungo periodo, i problemi energetici sia nelle fasi di esplorazione di altri pianeti, sia per i viaggi e le «esplorazioni nello spazio profondo». Costi ridotti e sicurezza in ambiente ostile «Poter disporre di un reattore compatto, modulare, affidabile, di piccole dimensioni e in grado di garantire la necessaria sicurezza alla vita dell'uomo in un ambiente già di per sé ostile, costituirebbe una grande potenzialità per l'esplorazione - assicurano dall'Enea -. Inoltre, operare con dimensioni contenute permetterebbe una riduzione dei costi di produzione, dei tempi di sviluppo e un ingombro che ne consentirebbero l'utilizzo esteso senza difficoltà di trasporto, in diversi scenari». L’esempio Kilopower Ricordando poi che a livello internazionale sono già presenti altri progetti di mini reattori dall'Enea aggiungono che tra «i più promettenti c'è Kilopower, sviluppato dalla Nasa insieme ad alcuni dei più quotati centri di ricerca statunitensi, tra cui il Los Alamos National Laboratory e il Nevada National Security Site». E poi che «Quattro reattori Kilopower, con potenza complessiva pari a circa 40 kW, potrebbero soddisfare il fabbisogno energetico di una stazione su Marte». Read the full article
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