Tumgik
#finito alle 2 del giorno dopo
curiositasmundi · 2 days
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Un’inchiesta condotta in Tunisia del quotidiano britannico The Guardian denuncia stupri e torture compiuti della Guardia nazionale tunisina a danno dei migranti. La stessa Guardia nazionale finanziata direttamente dall’Unione europea con l’intento di frenare le partenze verso le coste italiane. Abusi di cui l’Ue sarebbe al corrente, scrivono gli autori, decidendo però di chiudere gli occhi e vantare piuttosto la riduzione degli sbarchi come fa il governo italiano. “Secondo Yasmine, che ha creato un’organizzazione sanitaria a Sfax, negli ultimi 18 mesi centinaia di donne migranti sub-sahariane sono state violentate dalle forze di sicurezza tunisine”, si legge nell’articolo che riporta le testimonianze di donne stuprate in pieno giorno: “Veniamo violentate in gran numero; la guardia nazionale ci porta via tutto”. Così, dopo i raid e le deportazioni per abbandonare i migranti in zone desertiche ai confini con Algeria e Libia, già costate vite umane, il controverso accordo siglato l’anno scorso tra Tunisi e Ue con la benedizione di Giorgia Meloni presenta nuovamente il conto in termini di diritti violati. E tuttavia continua a incassare entusiasmi, come quello che il premier britannico Keir Starmerha manifestato a Meloni durante la sua visita a Roma. Del resto, sulle deportazioni in aree desertiche di confine la commissaria europea agli Affari interni Ylva Johansson ha già negato ogni corresponsabilità perché “l’Ue non sponsorizza le espulsioni”, né vede “effetti negativi dei finanziamenti Ue sul fronte dei diritti fondamentali”. Potrà mai ammettere corresponsabilità di fronte a stupri e torture? Più importante è il fatto che quanto emerge da inchieste come quella del Guardian confermi una situazione in netto peggioramento. Una cosa nota anche al governo italiano, come ricordano le ordinanze di alcuni nostri tribunali, che tuttavia conferma la Tunisia nella lista dei Paesi d’origine considerati sicuri al fine di trattenimenti dei richiedenti e degli eventuali rimpatri.
Secondo il Guardian, una parte consistente degli oltre 100 milioni già stanziati grazie al memorandum Ue-Tunisia sarebbe andata proprio alla Guardia nazionale, quelli che dovrebbero combattere i trafficanti. Ma lo stesso quotidiano ha già sostenuto “che gli ufficiali della Guardia Nazionale siano in combutta con i contrabbandieri per organizzare i viaggi in barca dei migranti”. Un’evoluzione già vista in Libia, dove i soldi dell’Italia e dell’Europa sono finiti in mano alle milizie che controllano il territorio, i ministeri, la guardia costiera libica e i famigerati centri di detenzione dove i migranti subiscono torture ed estorsioni prima di finire imbarcati, ripresi e imprigionati un’altra volta.
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Tra le testimonianze, anche quelle di chi, in mare, aveva davanti a sé i fari delle motovedette della guardia costiera italiana. Ma è finito lo stesso a bordo di quelle della guardia tunisina che, una volta riportato a terra lo ha ammanettato, caricato sugli autobus e deportato nel mezzo del nulla. “Il 28enne di Conakry, in Guinea, era a bordo di una delle quattro imbarcazioni intercettate al largo di Sfax nella notte del 6 febbraio 2024. Gli occupanti – circa 150 tra uomini, donne e bambini – sono stati portati a terra a Sfax, ammanettati e fatti salire su autobus“, racconta l’articolo. “Verso le 2 del mattino sono arrivati in una base della Guardia Nazionale vicino al confine con l’Algeria. Poco dopo, racconta Moussa, le forze di sicurezza tunisine hanno iniziato a violentare sistematicamente le donne. In seguito Moussa racconta che alcune riuscivano a malapena a camminare”. Ancora: ““C’era una donna incinta e l’hanno picchiata fino a quando il sangue ha iniziato a uscire dalle sue gambe. È svenuta”, sussurra Moussa al piano superiore di un caffè di Sfax. I media stranieri non sono benvenuti in città. Il suo racconto è confermato dalle organizzazioni di Sfax che lavorano con i migranti sub-sahariani”. Secondo l’organizzazione sanitaria di Sfax che cura le ferite delle donne vittime di violenza, “nove su dieci” delle donne africane migranti arrestate nei dintorni di Sfax hanno subito violenze sessuali o “torture” da parte delle forze di sicurezza”. Quanto ai pestaggi, sarebbero quotidiani, senza risparmiare vecchi e bambini. Come ha dichiarato alla firma del memorandum, l’Ue intende anche migliorare il codice di condotta per la polizia tunisina, un’ambizione che include la formazione sui diritti umani. “I trafficanti di Sfax, tuttavia, raccontano al Guardian di una corruzione diffusa e sistematica tra loro e la guardia nazionale”. ““La guardia nazionale organizza le imbarcazioni del Mediterraneo. Le guardano entrare in acqua, poi prendono la barca e il motore e li rivendono a noi”, dice Youssef. Spesso, dice, la scarsità di motori da 2.000 sterline a Sfax fa sì che la guardia nazionale sia l’unico venditore. “I contrabbandieri chiamano la polizia per avere motori di ricambio. Un contrabbandiere potrebbe comprare lo stesso motore quattro volte dalla guardia nazionale””.
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turuin · 4 days
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Day 52
Giorno 52 - ieri.
Totale caffè bevuti, 2. Non si sa come, ma ci sono riuscito.
Il primo caffè l'ho bevuto alle sei del mattino, poco prima di uscire per andare all'appuntamento al casello di Ancona Nord ed essere trasportato in trasferta a Firenze.
Intervallo sosta in autogrill: prendo una mielizia.
A pranzo: scelta estremamente opinabile di prendere, a mensa dal nostro cliente, una pizza. Buonissima, ma ho finito di digerirla questa mattina.
Secondo caffè, cattivo - macchinetta da breakroom, ma facciamocelo bastare.
Intervallo in autostrada al rientro: prendo un dolcetto alle mele e una gassosa, sperando che quest'ultima mi faccia scendere la pizza (cosa che avverrà il giorno dopo).
A cena, nonostante tutto, mangio una vellutata di carote con qualche crostino di focaccia sg.
A un certo punto della sera crollo, e va bene così.
Oggi ho trovato un delirio in ufficio - un cumulo di backlog che non avrei potuto smaltire nemmeno se non avessi avuto altro da fare, e purtroppo avevo molto altro da fare.
Il clima intanto si è evoluto in una perenne thunderstorm e domani gran parte della circolazione è bloccata, è molto probabile che lavorerò da casa.
Sono stanco, ma non è una novità. Ah: però almeno saltano anche musica d'insieme e la lezione di chitarra, quindi alla fine, quantomeno, domani sera riposerò un po' (e poi non mi ero proprio esercitato tantissimo).
Stamattina avevo cercato di registrare questo day 52 e fare un post con un messaggio vocale ma l'app mobile non lo permette e non ho avuto tempo e modo di farlo diversamente. Magari in futuro, se Tumblr decide che i vocali sono accettabili, ci riproviamo.
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ross-nekochan · 1 month
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Ieri è stato il mio primo giorno in smartworking in questa azienda. Fortunatamente tutto è andato bene e siamo riusciti a connetterci alla intranet aziendale come previsto. Meno piacevole è stato il controllo assillante dei superiori: dal 2 Agosto per adeguarci al resto del mondo, hanno cambiato il sistema telefonico - non più il normale telefono, ma un software che guida chi telefona a chiamare il dipartimento giusto e fa girare le chiamate inbound automaticamente. Peccato che non funziona per niente come una telefonata normale e tu non hai nemmeno il diritto di accettare la telefonata; ad un certo punto senti "tu-tu" e sei direttamente al telefono con qualcuno dall'altra parte. A parte questo, ieri poiché tutto l'ufficio era in smart e poiché si vede che qualche chiamata è andata persa per qualche motivo (riescono a controllare pure questo), ci hanno buttato tutti in un gruppo su Teams e ogni volta che qualcuno si metteva "off" per troppo tempo, veniva taggato e ripreso chiedendosi di rimettersi in "disponibile". Alla fine si è capito che si cambiava lo stato dal semplice "off" a tipo "in pausa pranzo" o "in pausa" non venivi taggato e che il problema maggiore era mettersi su "off" (che non è off ma non so come tradurlo - è tipo "in preparazione").
A proposito di questo, non avete idea di quante lamentele ci sono stata e ci sono (ancora) su sto nuovo sistema di gestione delle telefonate. Tutti hanno l'idea dei giapponesi che non si lamentano mai, sono sempre composti ecc... o cazz. Questi si lamentano h24 su delle stronzate colossali, tipo ieri la mia tutor fa:"Quindi a pranzo devi mettere 'in pausa pranzo', quando vai al bagno 'in pausa'... che palle ogni volta dover mettere uno stato diverso".... aoh?!?!? Ma veramente fai?!? Vabbè che ancora non l'ho inquadrata lei come tipo e non so se e quanto sia 'falsa'... so solo che nun fa nu cazz ed è quella che lavora di meno di tutti. Ieri fa pure:"Grazie a Rossella e a Mochizuki le mail non aperte si sono ridotte tantissimo"... e grazie o cazz e tu che cazz e combinat? Boh, però a quanto pare fa pure gli straordinari quindi non so e non capisco (non ancora, almeno).
Alla fine il tifone di grado 7 di ieri non è stata poi chissà che cosa pericolosamente sensazionale: solo pioggia, pioggia, pioggia tutto il giorno e vento abbastanza forte. Come sempre in questo paese: tanto rumore per nulla. Ma capisco che è meglio prevenire che curare.
Alla fine tra le feste e il tifone questa settimana mi sono svegliata alle 6:40 solo giovedì ed è stata praticamente una settimana intera di dormite bellissime e rigeneranti. Come farò dal prossimo lunedì a vivere di nuovo con i soliti ritmi, non lo so. A cui aggiungiamo pure il caldo assassino che sta facendo (temperature percepite fino a 44°C e umidità sempre su 70/80%) - in pratica ci si scioglie, letteralmente.
Ultimamente sono veramente in dubbio se trasferirmi oppure no. Più che altro perché, dopo che il periodo di prova sarà finito, potendo utilizzare lo smarworking ogni tanto e l'orario flessibile non so se il tutto potrà diventare più vivibile. Ci penserò ancora, anche perché sta cosa delle spese iniziali esorbitanti prima di entrare in una casa nuova non mi vanno troppo giù (cioè in Europa sta cosa non mi pare si faccia manco per il cazzo... non parliamo delle spese per arredarla perché già solo per letto frigorifero lavatrice fornelli e microonde chissà quanto se ne va).
Detto ciò ho ricominciato a leggere un po'. Ridendo e scherzando, sono passati mesi su mesi dall'ultima volta e questa cosa mi mette una depressione assurda, oltre alla rabbia, perché fino a che sono arrivata qui un anno fa avevo preso la bella abitudine di leggere qualche pagina prima di dormire e invece adesso non faccio che perdere ore del mio tempo su quella piattaforma del demonio che è IG. Già il lavoro che occupa tutte le mie giornate mi fa sentire 'spenta' intellettualmente, se perdo quel poco di tempo che mi rimane col telefono in mano, la cosa non può che peggiorare. Ma il fatto è che per me la lettura è un momento molto intimo e non riesco per esempio a leggere nel treno come fanno alcuni giapponesi, mi da proprio fastidio essere circondata dalle persone mentre leggo, preferisco ascoltare musica o non fare niente. Invece loro non riescono proprio a stare sui mezzi senza fare niente per cui il 90% di loro si schiaffa letteralmente il telefono in faccia e guardano di tutto: la TV, gli anime, i drama oppure giocano ai giochi di ruolo, ai pokèmon... se li osservi sembrano tutti una massa di lotobotizzati. Non sanno vivere senza telefono e mi domando quanto sia il loro "screen time", io quando arrivo fino a 5h mi bestemmio e quando quelle poche volte nel weekend sono arrivata a 8h mi è venuto il mal di testa.
Tutto sto preambolo perché volevo dire che sto leggendo Byung-Chul Han e che le sue citazioni di Foucault e Heidegger mi sta facendo troppo venire in mente i tempi dell'università quando i loro concetti erano all'ordine del giorno... che bello che era dover usare il cervello tutti i giorni e studiare cose nuove.
Ci dicono dall'infanzia che quando saremo grandi e avremo un lavoro, saremo liberi di fare quello che vogliamo. Col cazzo, è l'esatto contrario: sarai forzato a chiuderti in uno spazio a spendere il tuo tempo facendo cavolate come fossi schiavo del nulla, anzi schiavo dei soldi che ti vengono addebitati e che ti fanno credere di essere libero.
Anche se mi sembrava insopportabile, avrei dovuto sfruttare di più il mio periodo di disoccupazione... ci si lamenta che si esce di casa sempre più tardi ma fossi io incoraggerei a non lasciare casa finché non muore chi ti mantiene, altroché. Prima o poi morirà chiunque e rimarrai solo, quindi dovrai lavorare per forza quindi perché non sfruttare chi ti ha messo al mondo fino alla fine? E se non gli sta bene mandateli a fanculo. Nessuno ha chiesto a nessuno di mettere al mondo altra gente e se pensavano di farlo perché così 'durante la vecchiaia non rimaniamo da soli' la prossima volta si fanno due conti in tasca prima di pensare a sfornare badanti a gratis. Certe volte più che ai sugardaddy penso che fare la badante a qualche coppia di vecchietti (non troppo burberi) possa essere una valida alternativa a sta vita d'ufficio di merda... e non sto scherzando.
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libero-de-mente · 1 year
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𝗪𝗲𝗲𝗸𝗻𝗱 𝗰𝗼𝗻 𝗶𝗹 𝗺𝗼𝗿𝘁𝗼
Weeknd avete letto bene, no non è un errore. Niente titolo di un film del 1989. Weeknd è un cantate e il morto sono io.
Ora mi spiego.
Figlio 2 insieme alla sua Rebecca decidono di andare a un concerto, il concerto di Weeknd a Milano per l’appunto, in una serata di luglio rinfrescata dalle tempeste monsoniche dei giorni precedenti.
- Pa’
- Dimmi Gabriele
- Domani c’è il concerto, potresti venirci a prendere?
- Ci mancherebbe certo che sì
Furono le mie ultime parole famose, del resto lasciare due ragazzi diciottenni in piena notte ostaggio dei mezzi pubblici, non proprio vicino casa, non mi andava.
I ragazzi si alzano presto, l’andata al concerto sarà autonoma: treno, metro e poi una camminata di mezz’ora. Partenza la mattina presto, ore 7:00, per un concerto che inizierà alle ore 21:00.
Come sempre i messaggi su WhatsApp durante il giorno piovono a catinelle. In realtà da parte mia, da parte sua sporadici messaggi da decifrare. Manco stesse usando un dispositivo elettromeccanico di scrittura crittografata degna della famosa “Enigma”. Così si succedono risposte del tipo:
“Ben”
“Ok, arrivat”
“A post”
“Fa hot”
“Cojon”
“So seduto”
“Mo eating”
“Mo drinking”
“Mo piscing”
“Mo ‘nizia”
Mi sembra di chattare con Cattivik, il personaggio di un fumetto che si mangiava le lettere finali, eppure studia, ha anche dei bei voti, ambisce alla carriera lavorativa nel campo della medicina.
Mi immagino se fosse medico: “Rott falang, mo gess e ripos così impar. Statt attent la pross volt, cojon”.
La sera parto con anticipo per andare con calma e senza correre a recuperare Gabriele e Rebecca. Autostrada e arrivo alla zona del concerto a Milano abbastanza tranquillo. Mi posiziono fuori dall’auto appoggiandomi a essa, si sente chiaramente il concerto. Sono molte le auto parcheggiate in quella zona, tutte contengono almeno un genitore in attesa.
Li vedi subito quelli abituati ai concerti, hanno l’aria sicura e scommetto che hanno preparato il giusto ristoro e il kit da viaggio di rientro per i ragazzi che attendono (cosa che ho capito dopo e lo leggerete). Poi ci sono quelli social, che condividono l’attesa facendosi selfie e go go, oppure postando storie dove riprendono sullo sfondo le luci e i suoni del concerto. Si sentono giovani.
Poi ci sono quelli come me. I novelli. Quelli che si chiedono se la posizione trovata è strategica, se si fosse potuto fare di meglio. Mille dubbi.
Mentre osservo questo mi si avvicina un padre della mia categoria
- Scusa sai se il concerto è da quella parte? – darsi del tu in queste occasioni è alla base per sopravvivere all’ansia della prima volta.
- Si si, è di là.
- Ho usato questa diavoleria della geo localizzazione su WhatsApp mi troveranno?
- Fidati, quelli vivono di geo localizzazione. La usano anche per trovarsi in casa “Dove sei?”, “In cucina, aspetta che mi geo localizzo”.
- Davvero? – occhi sbarrati.
- Ma no scherzavo, ti troveranno questi sono il loro metodi per ritrovarsi anche in paese.
- Ah certo, noi dovevamo girare per le vie della città col motorino per trovare la compagnia se arrivavi in ritardo, te lo ricordi anche tu?
- Si, solo che io non li trovavo mai.
- Perché?
- Perché si nascondevano da me.
- Ah ah ah, bella questa. Sei un tipo a cui piace scherzare.
- Sono serio – il suo volto si pietrifica come se fosse stato colto da una paresi. Il suo imbarazzo e percepibile.
- Ehm, io ho qua due figlie tu?
- Figlio 2 maschio e la sua compagna.
Ed è in quel momento che dalle mie spalle, zona concerto, si sente un fortissimo “Grazie MiLLanoH!”.
Ok, il concerto è finito, io e l’altro genitore vergine di concerti ci guardiamo. Come a dire sei pronto? Con cenni da Marines, in silenzio indichiamo da dove potrebbero arrivare.
Passano pochi minuti e i primi ragazzi che hanno partecipato al concerto si palesano. Arrivano da lì, ma anche da là e pure da quell’altra parte. Siamo circondati. In breve l’orda di gnu che attraversa il Serengeti è arrivata.
Cominciamo a girare con la testa come se fossimo gufi, lui si alza sulle punte dei piedi.
Lo guardo, mi guarda – Sembri Roberto Bolle sulle punte – gli dico.
- Eh, le mie ragazze non sono molto alte, tuo figlio è alto?
- Non l’ho più misurato ma credo che sia 1,87 cm – dico con orgoglio.
Ma lo sguardo di quel padre che mi squadra come a dire “l’altezza non è il tuo forte, di sicuro avranno preso da tua moglie”, mi mette in ginocchio.
Arriva Gabriele e saluto padre ansioso un po’ stronzo con la mia altezza, augurandogli buona fortuna.
- Pa’ diciotto minuti di cammino, non potevi avvicinarti? – le prime parole di Gabriele
- Gabriele era tutto strapieno, anche il parcheggio di Lampugnano era pieno.
Ripartiamo.
Percorro cento metri. E lì ci rimango per un’ora abbondante, tutto bloccato sia sulla mia carreggiata che sull’altra. I ragazzi dopo avermi raccontato, soprattutto Rebecca, del concerto crollano nel sonno più profondo. Neanche lo strombazzare di genitori impazienti e arrabbiati li sveglia. Cavolo suonano il clacson, la coda non ha fine con chi se la prendono? Con un semaforo o un incrocio che crea colonne di traffico a due chilometri?
La gente continua a sfilare camminando sulla destra, dalla sinistra e pure in centro tra le due corsie di marcia. Alcuni ragazzini molto giovani sono stati accompagnati al concerto dai genitori. Li vedo molto provati sul volto.
Se lo avessi fatto io sarei sembrato Bob Dylan al concerto di Gigi D’Alessio. Un estraneo.
Sono stanco, stanco morto quando finalmente ho raggiunto la tanto agognata tangenziale.
L’ingresso all’Autostrada è chiuso per lavori in corso. Rabbia.
Deviazione su altra autostrada ma per arrivarci devo percorrere una tangenziale trafficatissima dove una corsia è chiusa per lavori in corso.
Sono più morto di prima.
Esco nelle zone di Monza. La circumnavigo e per altre chiusure per lavori notturni viaggio per paesi e comuni diversi attraverso strade provinciali. Vedo strade da 50 Km all’ora, prostitute, gente che barcolla ubriaca e l’orologio che indica le 3:00 del mattino.
Ricordo il tempo delle strade secondarie percorse il mattino presto e di musica condivisa con amici, mentre si tornava dalla discoteca. Avevamo ancora voglia di spaccare il mondo. Oggi vorrei spaccarmi a letto.
Arriviamo a casa che sono le 3:35, penso che alle 6:00 dovrò svegliarmi. Sveglio i ragazzi, e Gabriele nota subito l’orario – Papà perché così tanto tempo? –
- È stato un viaggio un po’ complicato. Domani ti spiegherò. Ora andate a dormire? – più che una domanda era una preghiera.
Sento la sua voce, quella di Rebecca che si rivolge a me sempre come se fossi un padre. La figlia che non ho me la ritrovo in lei – Io ho un po’ di fame – mi dice scusandosi con i suoi dolci occhi.
Hanno fame, si vede. In casa tutti gli altri esseri viventi dormono di un sonno profondo, preparo loro da mangiare e li saluto. Guardo l’orologio. Due ore. Me le farò bastare. Perché per loro mi farei anche la notte in bianco, morto (di sonno) ma felice.
Cerco di fare pensieri felici prima di addormentarmi e penso a loro due. Penso alla battuta di Gabriele che rivolgendosi a Rebecca gli ha detto – Mio padre quando andava ai concerti suonava ancora Beethoven.
Beethoven, me lo immagino a un suo concerto in chiave moderna:
- Siete caldi?
- Siiiiiiì!
- Non vi sento!
- Siiiiiì!
- Non vi sento, sono sordo! Ahahahahah!
Ok meglio dormire. Sono morto di sonno con Weeknd. Può bastare.
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deadlyneko-chan · 10 months
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Non preoccuparti, ci sono io qui per te
Tumblr media
CAPITOLO 1 - Parte II
Il giorno dopo che il due gargoyle si sono ripresi del sono hanno notato subito due cose: la prima l'ora, ed infatti hanno visto che era praticamente quasi ora di pranzo, e la seconda il silenzio, cosa strana visto l'orologio interno del loro padrone. Per sicurezza hanno fatto un controllo veloce nel laboratorio principale, vuoto, hanno controllato subito dopo o meglio dire ascoltato fuori dalla porta chiusa del laboratorio privato, anche vuoto e silenzioso, per finire sono volati verso la camera del loro padre e dalla quale potevano sentire il russare tornate del loro padrone. Hanno sussurrato tra di loro per qualche minuti se svegliare il loro padrone ora o svegliarlo dopo aver preparato il pranzo, il bagno e dei nuovi abiti puliti insieme ad un’armatura questa anche pulita e lucidata. Dopo qualche altro minuto hanno deciso di preparare tutto prima di svegliarlo, ma soprattutto hanno bisogno di una bella tazza del tè preferito del loro padrone, prima di svegliarlo. Così velocemente sono volati in cucina a preparare il pranzo e nel mentre hanno anche preparato un po' di tè, poi sono andati ha preparare la tavola, subito sono volati a preparare un altro bagno con altri tipi di piante e hanno posizionato gli abiti puliti con l’armatura. Ora che tutto è stato fatto e sistemato sono volati entrambi nella stanza del loro padrone, sono riusciti a posare la tazza di tè sul comò senza svegliarlo, ma il profumo e il rumore della tazza che tocca il legno lo hanno svegliato. Intontito il loro padrone gli ha avvolti entrambi nelle sue viti, dopo alcune rassicurazioni dal duo e un sorso o due del suo tè, sono stati liberati e entrambi sono volati fuori dalla stanza. Il tempo di finire il suo tè di vestirsi con una delle sue vestaglie preferite e subito dopo è andato nella sala pranzo, con la tavola già imbandita e i suoi servitori nei loro solito posti, hanno mangiato tutti e tre insieme. Alla fine del pasto il Barone è andato a farsi il bagno, mentre i Huginn e Muninn sistemavano la cucina e la sala pranzo. Quando il Barone ha finito di fare il suo bagno e si è sistemato, si è spostato nel suo laboratorio principale per iniziare i primi preparativi, cioè quelli semplici, basilari, facili e rapidi da fare, senza alcun tipo di errore. Però avrebbe dovuto aspettare l'arrivo dei suoi servitori per passare alle parti un po' più complesse e dove aveva bisogno di aiuto, per finire sarebbe passato alle parti più complesse e delicate. E sono i passaggi che se non fatti bene possono rovinare il lavoro della sua vita… o almeno una parte… Proprio quando il Barone è arrivato alle parti dove ha bisogno dei suoi due servitori, i quali si sono presentati giusto in tempo, insieme hanno continuato i preparativi fini ad arrivare a quelli più delicati e per ovvie ragioni i due gargoyle si sono appoggiati sulle spalle del loro padrone in attesa di ordini. Non appena finì gli ultimi preparativi, lasciando sul balcone la piccola ampolla contenete la sostanza che avrebbe attivato il mutageno, si è guardato un’ultima volta intorno e ha controllato con i suoi servitori che tutti i preparativi fossero spuntati dalla lista. Sicuro che tutto sia fatto perfettamente, lasciando i suoi servitori a preparare la cena è andato consiglio dei capi yōkai, composto da tre gigantesche teste di pietra, ma come in ogni singolo volta che si è presentato non gli credevano.
Draxum: La minaccia umana si sta avvicinando. Se non agiamo immediatamente la Città Nascosta rischia di sparire.
Consiglio yōkai: Siamo stufi delle tue continue polemiche Draxum! Secondo la profezia gli esseri umani non sono nostri nemici.
Draxum: Ma è prevista la distruzione degli yōkai! Ci hanno già costretto a vivere sotto terra, se mi permetteste di cambiare il….
Consigliere yōkai 2: NO! I tuoi esperimenti sono un’offesa alla nostra vera natura. Ti ordino di porci un freno immediatamente!
Consigliere yōkai 3: Ecco cosa succede quando permetti ad un guerriero di giocare con l'alchimia.
Draxum: Sciocchi!
Offeso e con il suo orgoglio da guerriero alchimista ferito, se ne va sotto lo sguardo costante dei tre consiglieri e anche di un altro paio di occhi nascosti nell'ombra a sua insaputa, ma prima di dire o fare qualcosa di cui forse potrebbe pentirsi.
Consigliere yōkai 1: Non possiamo più fidarci di lui. Agente 64. Tienilo d'occhio è pericoloso. Uhh… Vuoi un ossetto? Ohh… il nostro cucciolotto.
Non appena il Barono Draxum ha lasciato la stanza hanno fatto uscire allo scoperto il loro agente 64, noto anche come Mayhem, per mandarlo dietro il guerriero alchimista e fermare ogni esperimento, ma prima di lasciarlo andare gli hanno dato un osso che ha preso teletrasportandosi subito dopo dietro il suo obbiettivo. Fuori dalla stanza o dalla caverna del consiglio, ancora alterato dalle parole dei tre antichi yōkai, con passo deciso come la sua determinazione ha continuato a camminare verso il suo laboratorio.
Draxum: Buffoni. Vorrà dire che fermerò da solo gli esseri umani, a partire da ora!
Aprì i portoni del suo laboratorio con abbastanza forza da farli sbattere contro le pareti, spaventano nel mentre i suoi servitori che alla sola aura e dallo sguardo del loro padrone hanno tenuto la bocca sigillata, senza tante cerimonie e senza nemmeno una parola Muninn e Huginn si sono sposati sulle spalle del loro padrone. Il tutto mentre Draxum si avvicinava al bancone dove aveva lasciato la piccola ampolla.
Draxum: Adesso gli farò vedere! Quando tutti gli yōkai potranno risalire in superficie senza preoccuparsi di doversi nascondere sarà allora che capiranno che avevo ragione. Voi due! Andate a liberare gli insetti. Non aspetteremo più.
Huginn e Muninn: Subito capo!
Il duo è volato velocemente verso una porta, che hanno aperto, e dalla quale è uscito uno sciame di insetti. A lavoro completato sono tornati velocemente dal Barone, che in quel momento stava inserendo gli ultimi sei dati prima di poter aggiungere il composto finale, ma proprio quando ha finito di inserire i dati e si è allungato a prendere l'ampolla Mayhem è apparso. La sua comparsa improvvisa ha fermato per alcuni secondi il trio, proprio quando Draxum si è ripreso dalla sorpresa gli ha lanciato contro una dei suoi rampicanti, l'agente è riuscito ad evitarlo per un pelo e in effetti il rampicante gli ha tagliato solo una piccola ciocca di pelo. È scomparso di nuovo riapparendo vicino all’ampolla che ha preso ed è scomparso di nuovo prima di essere attaccato di nuovo.
Draxum: NOOOO! HUGINN! MUNINN! ANDATE SUBITO A CERCARE QUELLE GAURDIE E MANDATELI DIETRO A QUEL MALEDETTO AGENTE!
Huginn e Muninn: Subito capo!
Sono volati velocemente e in direzioni diverse per trovare prima i due guardiani, Huginn lì ha trovato fuori a parlare tra di loro e con i loro cani giganti, gli ha raccontato velocemente tutto quello che è successo e ha descritto l’intruso, fornendogli poi la ciocca di pelo per farla annusare ai loro cani. Non ci vuole molto tempo che le due guardie iniziassero l’inseguimento per tutta la Città Nascosta, che è durata praticamente per tutta la notte, al mattino l'inseguimento si è spostato in superfice. I due scagnozzi di Draxum si sono dovuti camuffare, ma hanno continuato a inseguire la creatura simile ad un cane e quest'ultima ha continuato a correre tra le gambe dei pedoni, conquisti che si lamentavano e urlavano il loro fastidio. Ad un certo punto fa cedere delle bandierine sul marcia piede per rallentare i due scagnozzi, ed è riuscito nel suo intento i due “uomini" hanno di fatti rallentato per passare in punta di piedi per non pestarle. Cosa di cui Mayhem ne ha profittato continuando a correre persino tra un fattorino e un venditore, per poi correre lungo un vicolo e incontra un muro, non appena si volta per uscire dal vicolo vede i due “uomini” avvicinarsi minacciosamente. Gli saltano addosso, ma Mayhem svanisce pochi secondi prima e riappare al di fuori del vicolo, è ricomincia a corre per le strade di New York.
~ SUPERFICE ~
Finalmente la notte cala e accanto ad un edificio dove si sta svolgendo una festa tra gente poco raccomandata, nel palazzo dietro e al di sopra, proprio in cima alla guglia del tetto fanno la loro comparsa quattro figure nascoste nell'ombra. All'improvviso tutte e quattro le figure saltano giù atterrando su di una sporgenza dell'edificio. Una delle figure alza un bastone e spara un cavo ad una trave di metallo dall'altra parte dell'edificio dove si stava svolgendo la festa, poi attacca l’estremità del cavo alla parete vicino a lui, mentre la figura più grosso dei quattro tira fuori un walkie talkie.
Maschio sconosciuto: Sottomarino giallo, campo libero?
Sottomarino giallo: Affermativo, Rover rossa.
Maschio sconosciuto: Ricevuto. Forza ragazzi, ci siamo.
Tutte e quattro le figure fissano i morsetti al cavo e subito dopo si lanciano, o meglio si lasciando scivolare, fino ad arrivare proprio sulla festa dell'uomo ricco. Il Leader alza la mano come segnale, il gruppo continua a scivolare oltre la festa avvicinandosi ad un altro edificio, questo con una piscina sopra, e proprio in quel momento il Leader da il segnale al resto del gruppo per sganciare i morsetti. Tutti saltano dal cavo e giù verso la piscina, rivelando quattro tartarughe mutanti di specie diverse, ognuno in una posa diversa e gridando una parola ciascuno nel processo.
Leo: Ca-
Mikey: wa-
Donnie: bun-
Raph: ga!
Tutti: Tuffo a bomba!
La forza del loro tuffo è tale da riuscire a far sollevare l'acqua, formando così un enorme getto d'acqua, il tutto con April che li riprende con il suo cellulare, mentre urla trionfante, ed ovviamente viene infondata dell’enorme getto d'acqua. Nel mentre i ragazzi, che si trovano in piedi nella piscina ormai vuota, che ballano e gridando di gioia.
April: Woohoo!
Mikey: Per fare grandi cose devi essere un grande.
Donnie: Vediamo la velocità e l'angolo di entrata. Sì, è vero! Siamo stati grandi.
April: Siete stati fantastici! Datemi il cinque! O anzi il tre.
Raph: Non ce l'avremmo mai fatta senza la nostra April.
Leo: E senza le chiavi del tetto.
Mikey: Adesso andiamo a fare due tiri a canestro?
April: Io ci sto. Datemi un secondo! Pavimento bagnato e piscina vuota. Abbiamo finito. Donnie mi dai uno strappo?
Donnie: Non c'è problema.
Subito dopo che April ha sistemato i due cartelli ed è saltata sul guscio, che si è aperto immediatamente per fornire un sedile e un manubrio, non appena si è sistemata i rotori iniziano a girare e sollevano sia lei che Donnie. Il duo inizia ad allontanarsi dal tetto, seguiti subito dopo dagli altri tre o almeno prima che Leo si bloccasse all'improvviso sul posto. Rimesse dritto, fermo e rigido come una statua, il primo a notate la sua assenza è stato Mikey che ovviamente si è girato per vedere cosa ha stava facendo. Ma non appena noto che suo fratello se ne stava fermo immobile si preoccupò, infondo Leo sta sempre in movimento almeno   un dito o una mano o il piede che batte per terra per il fastidio, ma mai fermo così. Senza dire nulla è tornato al fianco di Leo, mentre continuava a chiamarlo, ma non appena si fermò davanti inizio veramente a preoccuparsi. Poteva vedere ogni singolo muscolo teso al punto da tremare, il sudore che gli imbrattava ogni parte del corpo, l'assenza di fiato e poteva vedere le vene del collo gonfiarsi, non appena ha appoggiato la mano sul suo collo riesca sentire il suo cuore battere all'impazzata. Riesce a sentire la rigidità dei muscoli e il tremore, ed anche se si stava bagnando la mano del sudore di suo fratello non gli importa, in quel momento è solo preoccupato per suo fratello. Ad un certo punto sente una mano posarsi sulla spalla e girando leggermente la testa di lato per guardare chi è, si è lasciato scappare un sospiro di sollievo, e il proprietario della suddetta mano è Donnie con April al suo fianco, con Raph subito dietro di loro e tutti guardavano con preoccupazione il cursore. Ha spiegato la situazione dal suo punto di vista e subito dopo Donnie lo ha spostato di lato mentre si abbassava i suoi occhiali, ha avviato la scansione che è durata per pochi secondi, alla fine non ottenne alcuna risposta sodisfacente a parte i respiri brevi e il cuore che gli batteva come se stesse correndo una maratona. Per ogni evenienza a chiesto a Raph di aiutarlo ad abbassarsi a terra, con gli occhi sempre abbassati sono rimasti per alcuni secondi così aspettando che il loro fratello si riprendesse, nemmeno un minuto dopo il cursore ha aperto gli occhi e si è guardato intorno confuso.
Leo: Cos'è successo? Perché sono per terra?
Donnie: Hai avuto una specie di attacco di . . . ansia . . . O almeno credo che lo fosse. Come ti senti?
Leo: < Confuso, stanco, disorientato, e… e senti questa strana sensazione! Inoltre il mio sesto senso mi sta avertendo che sta per succedere qualcosa… > Sto bene. Un po' assetato in verità.
Mikey: Ci credo che hai sete! Non so quanti litri di sudore ai sudato!
Leo: Ora ho voglia di farmi una doccia.
Raph: Allora torniamo alla tana e andremo domani a fare qualche tiro.
Alle parole di Raph ha sentito una strana sensazione prevederlo e non è per nulla piacevole! È come se qualcuno mi stesse trattenendo e che mi chiedesse semplicemente con questa sensazione sempre più urgente di restare, per cosa non lo sa ma. . . La sola idea di tornare alla tana gli fece tendere di nuovo i muscoli.
Leo: No! Non è niente! Sto bene!
Raph: Leo questo non è niente!
Leo: Sto bene Raph!
Donnie: Per questa volta mi trovo d’accordo con Raph, quello non era niente Nardo. . .
Leo: So che mi hai scansionato. Dimmi i risultati.
Donnie: . . . Era tutto normale. . . A parte la mancanza di respiro e il tuo battito cardiaco aumentato. . . È tutto apposto. Ma. . .
Leo: Visto! Tutto apposto! Sto bene!
Donnie: Ma preferirei farti un paio di test e esami per ogni evenienza.
Leo: Dai ragazzi sto bene.
April: Non lo so Leo. . . È stato brutto…
Mikey: Dai fratello possiamo sempre riprendere domani. Torniamo alla tana, guardiamoci qualche film con qualche snack e ci rilassiamo.
Leo: NO! Vi prego ragazzi.
Donnie: Leo… cosa c’è che non va?
Leo: . . . N-Non so nemmeno come spiegarlo . . . Inoltre non mi credereste nemmeno.
Si allontana dal gruppo e si mette seduto sul bordo del tetto mentre si guarda intorno con sempre la stessa sensazione che qualcuno o qualcosa lo stesse trattenendo e aveva anche il sospetto che prima o poi questa sensazione lo avrebbe sicuramente portata da qualche parte, non crede in queste cose ma per questa volta proverà a credere in queste cose soprannaturali. . . Infondo nemmeno lui e i suoi fratelli sono soprannaturali, quindi può credere che c'è qualcosa di magico o qualcos’altro che lo sta guidando da qualche parte. Non si accorge dei suoi caratteri e sorella che lo guardano con preoccupazione, ma prima che Raph entrasse in azione e a parlare con Leo viene battuto sul tempo da Donnie, che si avvicina e si siede con il suo gemello.
Donnie: Puoi provare a spiegarmi? Ti prometto che terrò la mia mente il più aperta possibile.
Leo: * È . . . È come se qualcosa mi stesse trattenendo… Non so cosa, ma quando dite di voler tornare alla tana questa sensazione diventa più forte. . . E non è molto piacevole. Ma se stiamo fuori questa sensazione sta tranquilla per ora, ma ho anche il presentimento che succedere qualcosa stasera di molto importante. So che è da pazzi, ma D . . . Se mi riportate alla tana uscirò non appena posso da solo. *
Hanno parlato ancora per alcuni minuti prima che Donnie si allontanare dl fianco di Leo, con una mano appoggiata sulla sua spalla e lasciandolo lì mentre risolveva la questione, si è avvicinato al gruppo e ha spiegato come meglio poteva la situazione. Non molto tempo dopo il gruppo ha deciso di continuare a stare fuori, ma Leo doveva stare sotto l’occhio vigile di Donnie e April per ogni evenienza, ma se risuccedeva allora sarebbero tornati alla tana. April risale sul guscio di Donnie e il suo con Leo nel loro campo visivo saltano al tetto successivo, con Mikey al suo fianco e Raph subito dietro di loro, ma mentre salta vede la creatura simile a un cane che trema e piagnucola in un cantiere edile lì vicino. Anche se va sbattere la faccia contro l'edificio è prima che scivoli giù dal muro si aggrappa alla sporgenza e si tira su fino alla sporgenza del tetto.
Raph: OH! Ehi! Ehi ragazzi guardare. Quel cucciolo si è perso.
Salta giù dal tetto, seguito dal resto del gruppo, è attesa pesantemente dietro a Mayhem spaventandolo, infatti arruffa tutto il pelo pronto a teletrasporto in ogni momento e a ricominciare a correre.
Raph: Aww… ciao piccolino, cosa ci fai qui?
Tutti: Ahaha. . .
Raph: Che c'è? I cuccioli mi amano. Ci so fare con gli animali.
Ma subito dopo le sue parole Mayhem gli ringhia contro e gli salta sul viso artigliandolo, subito dopo salta tra le braccia di April, alla quale inizia a leccare il viso.
April: Aww… mi sta bagnando più lui che voi con il tuffo a bomba.
Mikey: Ha un aspetto davvero strano. Che cosa può essere?
Donnie: Beh! Potrebbe essere un San Bernardo post-atomico.
Donnie tocca la piccola ampolla di vetro legata al collare, intorno al collo di Mayhem, ma all’improvviso sentono uno scherno arrabbiato provenire da dietro di loro e notano due figure all’unico ingresso del cantiere edile, tutti sussultano nel vedere i due uomini e così tutte le tartaruga si nascondono dietro ad April prima di attuare il piano H. Raph, Leo e Mikey escono da dietro April e da qui inizia tutto, i due cattivi si smascherato con i loro cani e subito dopo inizia lo scontro, seguita poi dalla loro sconfitta e con la cattura di Mayhem… ma per tutto il tempo, anche se gli altri si sono dimenticati dell'episodio di Leo sul tetto. Leo non l'ha fatto e infatti ogni secondo, minuto e ora non sente altro, anzi più il tempo passa più sente la tensione nel suo petto aumentare e tirarlo da qualche parte.
~ DIMENSIONE ATTUALE ~
Bip!
Bip! Bip!
Bip! Bip! Bip!
. . . : Shh! Ho capito! Sono sveglia!
Voce maschile: SIGILLA! SPEGNI QUELLA DANATA SVEGLIA! ED ESCI VELOCEMENTE DA QUESTA CASA! NON VOGLIO VEDERETI NÉ OGGI NÉ DOMANI! E NON VOGLIO NEMMENO SENTIRTI!
Sigilla: < Lo faccio di già! Ogni singolo giorno da quando ho memoria! >
Ho lasciato uscire un sospiro mentre mi alzavo dal letto e rifacendolo il più rapidamente possibile, proprio quando sono uscita dalla mia stanza ho sentito il rumore della doccia che si avvia dalla stanza di papà. Ne ho subito approfitta scendendo il più velocemente possibile le scale, senza rompermi qualche osso, sono corsa in cucina e mi sono preparata una tazza di cereali e latte caldo, con un bicchiere di tè alla menata piperita. Per velocizzarmi ho dovuto iniziare ad ingozzarmi, mentre speravo di non strozzarmi, non appena ho finito di mangiare e bere il mio tè ho sentito la doccia spegnersi.
Sigilla: < Di già? Di solito ci mette più tempo! >
Ho messo tutto nella lavastoviglie e sono corsa di nuovo su per le scale e in camera, proprio quando mi chiudevo la porta a chiave ho sentito i passi di papa scendere girare e scendere le scale, ho lasciato uscire u altro sospiro.
Sigilla: < È stata una chiamata ravvicinata. Lo so che stai cercando di vedermi così puoi urlarmi contro tutto quello che vuoi! E solo perché domani è il mio compleanno . . . e anche il giorno in cui la mamma è morta per darmi alla luce. Non è colpa mia! >
Con rabbia e disprezzo mi sono tolta il pigiama e mi sono infilata nella mia doccia, mi sono presa il mio tempo non sono di fretta come i soliti giorni scolastici, oggi a quanto pare alle prime due ore manca la docente di storia.
Sigilla: < Io non ho fretta per ora stronzo, tu invece devi andare al lavoro! Inizio orribile, ma letamante sta migliorando questa giornata. Spero tanto che migliori ancora di più nel mentre. >
Non so per quanto sono rimasta sotto il getto della doccia, ma ho sentito la porta di ingresso aprirsi e chiudersi, ho spento l'acqua e mi sono avvicinata alla finestra e ho visto l’uomo salire in nella sua auto partendo subito dopo.
Sigilla: Vorrei tanto che fossi l'uomo che mamma ha amato per tutta la sua vita con te. Non rendi giustizia ai video che ho visto di voi due insieme.
Proprio in quel momento ho sentito le lacrime farsi strada ho chiusi rapidamente gli occhi, mentre prendo dei bei respiri profondi, lentamente la tristezza e le lacrime sono sparite ma come sempre il peso della solitudine è rimasto nel centro del mio petto. Anche se ormai mi sono abituata a questo peso, come mi sono abituata alle urla e a gli oggetti che mi vengono lanciati contro anche se non mi colpiscono mai, sono abituata a non avere cose come trucchi o vestiti alla moda con accessori. Però non ho niente di tutto questo, ho solo un pc, che ha fatto e sta facendo del suo meglio per non lasciarmi senza i miei videogiochi online gratis, un cellulare che è allo stesso posto del mio povero pc e anche le cuffie per entrambi sono quasi al limite. Con quel poco che mi da papà e solo quello che serve per potermi prendere un panino o una fetta di pizza dopo la scuola e per cena, ma ci vuole tempo e molta pazienza per riuscire a accumulare abbastanza denaro per prendermi un nuovo pc e poi un cellulare, le cuffie possono aspettare. Mi sono asciugata, patinata e legata i capelli in una treccia disordinata, prima di vestirmi con dei jeans con una maglietta blu e una felpa nera, mi sono messa un paio di calzini lunghi neri e delle scarpe da ginnastica anche nere con le suole bianche.
Sigilla: < Se non mi sbrigo perdo l'autobus e non voglio che la scuola chiami mio padre oggi. >
Ho preso lo zaino e il cellulare, con le sue cuffie, alla porta di ingresso mi sono messa il giubbotto e con lo zaino in spalla e il cellulare in tasca sono uscita. Mi sono assicurata di chiudere la porta a chiave prima di allontanarmi e incamminarmi verso la ferma del bus, infondo vivere in un borghetto nascosto e poco conosciuto della Toscana, non offriva molti servizi pubblici. Stanno migliorando, infatti del uno che passa alle sei del mattino e alle dieci di sera, adesso ne abbiamo due che passano la mattina e due la sera. Questo mi ha aiuta molto a stare il più lontano possibile da mio padre e da quella maledetta casa. Dopo cinque minuti di camminata sono arrivata alla fermata, con la panchina coperta, quando ho visto la panchina vuota mi ci sono seduta e ho tirato fuori il cellulare con le cuffie. In pochi secondi ho avviato la mia playlist su Youtube e ho iniziato ad ascoltare canzone dopo canzone, ad un brano AMV sulla serie Rise of the Teenage Mutant Ninja Turtles è al primo posto delle mie serie preferite sul fandom delle tartarughe ninja, lo stesso per il film, non so più quante volte avrò guardato la serie e il film. Ed ho anche letto tutte le fanfiction possibili, soprattutto quelle romantiche di Leo con il lettore, anche quelle di Donnie e lettore non mi dispiacciono… ogni tanto leggo anche quelle di Raph e quelle di Mikey, ma i miei preferiti sono Leo al primo posto e Donnie al secondo. Però adoro anche tutti i film d'azione, animazioni, horror, thriller, fantascienza, fantasy, guerra… e potrei continuare all’infinito, non vado matta per le commedie e per comici, ma se ci sono solo quelli allora posso guardarli anche se con fatica. Non appena il video è finito ho guardato l'ora.
Sigilla: < Tra cinque minuti dovrebbe arrivare l'autobus. >
Proprio quando ho messo via il cellulare, mentre stava iniziando la canzone successiva, ho sentito ogni singolo muscolo irrigidirsi fino al punto di tremare e rendendo impossibile ai miei polmoni di espandersi del tutto, quello che riesco a prendere sono brevi respiri e veloci. Pochi secondi dopo ho sentito il sudore ricoprire ogni singolo parte del corpo, anche se sono sicura che non sia un attacco di febbre improvvisa e non può essere per via del caldo tanto che siamo quasi a fine novembre. Mi sono sentita cadere di lato e per fortuna sono caduta sempre sulla panchina, non so per quanto tempo sono rimasta in questo modo, ma com'è arrivato è sparito. Anche se sono di nuovo in grado di regola in qualcosa di normale il respiro, sento ogni singolo muscolo dolorante e tremate per tutto il calvario, sono rimasta distesa sulla panchina per lasciare che i muscoli si riprendano. Sicura di non svenire o cadere, mi sono rimessa seduta, ho preso lentamente il cellulare e ho guardato l’ora.
Sigilla: < Tra un minuto dovrebbe arrivare il bus. . . Sono rimasta in quello stato per un pochino. . . Non voglio andare a scuola, ma non voglio nemmeno restare a casa e vedere papà. Quindi scuola sia. >
Il bus alla fine è arrivato, con due minuti di ritardo, sono salita facendo vedere l'abbonamento al controllore e ho preso il mio solito posto in prima fila, vicino al finestrino. Mi sono lasciata cadere sul sedile e appoggiando la fronte sullo zaino, che ho messo in grembo, e sono rimasta così per tutto il viaggio fino alla fermata della mia scuola. Per tutto il viaggio non ho avuto nessun’altro episodio del genere, anche se mi sono tenuta pronta per ogni evenienza, ma più il tempo passava più sentivo una strana come di un gancio o di una corda legata direttamente al mio petto e che tirava leggermente, anche se non è una sensazione dolorosa, fastidiosa o insistente, sta semplicemente lì e in continua tensione. Alla mia fermata sono scesa, stando attenta agli scalini, infondo i muscoli delle gambe sono ancora leggermente indolenziti. Mi sono sposta verso il cortile dell’ingresso della scuola, dove ho trovato la maggior parte dei miei compagni di classe a chiacchierare fino al suono della campanella. Io, con il mio meraviglioso stile di vita, non ho alcun amico che parli con me o altro, a parte quelli con i quali faccio gruppo sui giochi di squadra online, ma ovviamente ciò provato a farmi degli amici ogni anno. . . Finiscono sempre o non iniziano proprio, non ho vestiti alla moda di conseguenza le ragazze ben vestite mi prendono in giro o mi stanno alla larga, non faccio sport tanto che mio padre paga solo la retta scolastica e solo il necessario per la scuola il resto può andare al diavolo. Per lui sono solo un'assassina, l'assassina dell'amore della sua vita, di conseguenza non ho alcun diritto, è stato e lo è tuttora in grado di avvelenare la mente di tutti i membri della sua famiglia e anche quella di mamma. Quindi niente parole dolci, incoraggiamenti, sostegno, comprensione, aiuto di alcun tipo da nessuno . . . Penso anche che la maggior parte dei miei cugini più giovani sappiano della mia esistenza. . . Tutto quello che ricevo è l'essere ignorata, parole orribili, prese in giro . . . Ormai ho imparato ad apprezzare la solitudine, il tenere il cellulare sempre in modalità non disturbare, le molte email sconosciute . . . Sono brava a stare sotto i radar o almeno quelli della mia famiglia, forse ho delle buone basi per diventare una spia e sinceramente non mi dispiace l'idea, infondo l'idea di sparire e iniziare una nuova vita da zero non è male, inoltre per il governo o qualunque agenzia non avrebbe alcun tipo di difficoltà o spendere per farmi sparire.
Sigilla: < E la giornata era iniziata così bene… >
Ho sospirato e mi sono incamminava verso la porta di ingresso, che ho aperto, e ho continuato a camminare fino alla mia classe, che per fortuna stava al piano terra. Mentre salutava i bidelli e i professori lungo il percorso. Raggiunta la mia classe sono entrata e ho preso il mio posto, seconda fila sul lato destro della classe, il posto perfetto per non attirare l'attenzione. Anche se ogni tanto mi ritrovo a stare sotto i riflettori, infondo sono la studentessa preferita di tutti i professori e professoresse, inoltre essere anche una delle più breve della classe non aiuta.
Sigilla: < Non avendo amici ho tutto il tempo del mondo per studiare e per i compiti. Inoltre il dover passare la maggior parte del tempo fuori. . . da sola . . . aiuta anche. Mi sarò anche abituata a starmene da sola ma mi piacerebbe avere qualcuno nella mia vita. >
Ho chiuso Youtube e messo il cellulare in modalità non disturbare la campanella ha suonato, non molto tempo dopo ho visto i miei compagni riversarsi in classe, gridandosi e spingendosi l'un l’altro. Come sempre li ho ignorati e ho sistemato le cose necessarie per la prima lezione, cioè algebra, non è la mia materia preferite e non sono una genia come Donnie ma non sono nemmeno stupida. Comunque la lezione è iniziata non appena il professore è entrato, seguito subito dopo dall'appello, e la lezione come la mia giornata tipo o ruotine è finalmente iniziata. Infondo la scuola è uno dei pochi posti dove posso rilassarmi e lasciar cadere la guardia veramente, qui non ho la costante paura di dovermi nascondere o chiudermi in camera a chiave. . . Così da evitare le urla costanti di papà e i sui sguardi pieni di disgusto e odio . . . E poi ascoltare, prendere gli appunti, fare domande e persino le interrogazioni mi tengono sana di mente. Però il mio posto e momento preferito, di ogni singolo giorno, la biblioteca e il suo giardino privato o meglio dire dimenticato quasi da tutti tranne io, la bibliotecaria e il giardiniere. Ormai sono una socia onoraria! Infondo ci vado ogni singolo giorno dopo scuola e ci rimango fino all'orario di chiusura, anche durante il fine settimana passo tutto il giorno lì fino alla chiusura, che essendo in un piccolo borghetto di solito chiude verso le 23.00 in punto e il resto lo passo nel giardino privato. Quindi posso starmene tranquilla e al calduccio fino alle 23.00 e il resto lo passo nel giardino della biblioteca, ovviamente nei periodi più freddi mi porto dietro una coperta e grazia a un pergolato in legno con le panchine e un tavolo di legno, che mi protegge dalla pioggia e dalla grandine. La giornata scolastica è volata via, con la sensazione nel petto si è fatto sempre più forte, quando anche l'ultima campanella è suonata ho guardato la stragrande dei miei compagni lanciarsi fuori dalla classe e infilarsi nella marea degli altri studenti. Cosa che mi rifiuto di fare, odio essere spinta e soprattutto sulle scale, invece come faccio ogni giorno aspetto che si svuotino le classi e i corridoi, lo stesso la scuola e il cortile. La strada per andare verso la biblioteca è abbastanza sgombra e posso camminare tranquillamente fino all'edificio, sono venti minuti a piedi dalla scuola alla biblioteca, molto utile per tenermi un pochino in forma. Sei minuti dopo e il rumore di pochi altri pochi studenti mi sono alzata, con lo zaino in spalla, mi sono diretta verso l'uscita salutando i professori e i bidelli che incrociavo. In tre minuti sono già fuori dalla scuola e nel cortile, che grazie ai pochi gruppi ancora presi in chiacchiere, che ho superato in un minuto e fuori dal cancello principale mi sono incamminata per la biblioteca. Ovviamente con le cuffie di nuovo alle orecchie e la musica a palla, con la mia playlist preferita, i venti minuti di camminata sono volati. Soprattutto con la mia immaginazione che vola, fantasticando con vari personaggi di vari fandom, fino a quando non ho sentito un altro AMV con le clip del film di Rise of the Teenager Mutant Ninja Turtles e in questo la mia mente è volata a fantasticare su di Leo. La parte che adoro di più sul fantasticare, a parte le scene vietate ai minorenni, ma la fantasia che adoro di più è un momento di pace e tranquillità in cima al ponte di Brooklyn, io seduta con la testa di Leo appoggiata sulle mie gambe che si rilassava… adoro questa fantasia… soprattutto perché la immagino dopo gli eventi del film. Sono entrata nella biblioteca e sono andata direttamente al mio solito posto, mentre passavo davanti alla postazione di lavoro della bibliotecaria l’ho salutata, non appena ho preso posto mi sono sistemata per studiare e fare i compiti. Alcune ore di studio, con alcune pause per bere una cioccolata calda e qualche spuntino offerte sempre dalla bibliotecaria con alcune chiacchiere, finiti i compiti e lo studio mi sono messa ad aiutare la bibliotecaria a sistemare i libri e a inserire alcuni dati sul computer.
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iwritesh1t8 · 1 year
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Izuku x Kim one-shot.
(disponibile solo qui su Tumblr).
Coccole a tarda notte.
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Deku's pov:
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Erano le 2 di notte.
Non sapevo nemmeno io come avevo fatto ad allenarmi fino alle 2...
Immagino che il tempo sia volato.
E il fatto che il giorno dopo avessi scuola non aiutava.
L'ultimo messaggio di mia madre risaliva alle 23.
Probabilmente era già andata a dormire.
Infondo non è mai stata brava a rimanere sveglia fino a tardi.
...
Eppure sentivo ancora la sensazione di essermi dimenticato qualcosa finché non realizzai.
...
Avevo promesso a Kim che saremo andati nel parco di notte dopo l'allenamento...
Dovevamo trovarci davanti casa mia per mezzanotte...
...
Me ne ero totalmente dimenticato...
Ma Kim non poteva essere rimasta lì 2 ore ad aspettarmi...probabilmente era tornata a casa di Aizawa.
...
Il suo ultimo messaggio risaliva alle 22...
Il che era finito per diventare una conversazione lunga visto che ogni volta che io e lei scambiavano parola di apriva un mondo di cose di cui parlare.
...
Sarà tornata a casa pensando semplicemente che mi ero dimenticato...di nuovo...
Eppure non vedevo l'ora di andarci...
...
Cercai il suo contatto WhatsApp finche non lo trovai.
...
"Hey...scusa se non mi sono presentato sta sera" le scrissi.
...
Ma lei non vide nemmeno il messaggio.
Probabilmente stava dormebdo.
Del resto ero io lo scemo sveglio alle 2 di notte sulla spiaggia.
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Ripresi la mia felpa e me la misi, riprendendo il resto delle mie cose per tornare a casa mia.
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Le strade di Musutafu erano sempre calme durante la notte.
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Nessuno che parlava...
Nessun vecchio seduto a fumare davanti al bar chiuso...
Nessuna macchina che passava...
Solo il suono delle civette...
Poi...per il resto, la quiete estrema.
Camminando potevi sentire il rumore dei tuoi stessi passi come se fosse l'unica cosa presente nell'intera città.
...
Kim non aveva ancora visto il mio messaggio...
O forse si e mi stava semplicemente ignorando.
Quell'opzione mi spaventava.
Avevo paura che si fosse arrabbiata con me...
E se quell'opzione fosse stata corretta non avrei saputo reagire.
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Incamminandomi, riuscì a raggiungere il mio appartamento.
E quando cercai il pulsante per accendere la luce mi accorsi che qualcuno era steso sul divano.
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"Kim...?" Bisbigliai.
Mi avvicinai al divano, guardando se fosse davvero lei e avendone conferma quando mi accorsi del fatto che lei stesse indossando una delle mie felpe.
Era raggomitolata su se stessa, abbracciando un cuscino.
...
Sorrisi, fu quasi automatico farlo.
Mi tolsi la felpa, appendendola all'attaccapanni vicino all'entrata.
Dopo di che andai velocemente a lavarmi in doccia.
Non ci misi molto.
10 minuti bastarono per lavarmi corpo e capelli.
...
Dopo la doccia tornai in salotto.
...
Non riuscivo a convincermi a svegliarla.
Vederla tranquilla era una delle cose che amavo di più.
Sapere che finalmente per un moment lei potesse sentirsi libera dai suoi pensieri e lasciarsi andare al sonno era una rassicurazione più per me che per lei.
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Così la presi in braccio, Portando la sua testa contro il mio petto nudo così che potesse usarmi come cuscino per quei pochi attimo di tempo.
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"no..." La senti borbittare nel sonno.
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"sono io Kim..." Bisbigliai.
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"Izuku..."
...
Dire che mentre parlava nel sonno era carina non rendeva nemmeno l'idea di quello che intendessi dire.
...
Il suo petto si espandeva e restringeva ad ogni respiro.
La sua voce era afona nel sonno.
E se lei era riuscita a prendere sonno voleva dire che lei si era bombardata di anti-dolorifici per il mal di testa...
A volte mi faceva paura l'idea che ne prendesse così tanti...
Mi preoccupava...
Avevo paura di ritrovarla stesa su un lettino dell'ospedale per una sola pillola...
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.
.
La stesi sul mio letto, misi in carica il mio telefono e tornai da lei, intanto che i suoi occhi erano aperti.
...
"ti ho svegliata...?" Chiesi.
Lei si stiracchió per un secondo per poi guardarmi negli occhi.
...
"dove sei stato...?" Domandò con voce afona.
"diciamo solo che sono rimasto fuori ad allenarmi per troppo tempo..." Dissi, spostando una ciocca di capelli dal suo viso.
...
"perché sei rimasta qui?"
...
"tua madre mi ha fatto entrare in casa...poi mi sono addormentata sul divano..."
"oh..."
.
.
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"non hai caldo con quella felpa...?" Chiesi.
"è comoda...e ha il tuo profumo"
...
"vuoi tenerla addosso?"
Lei annuì.
...
"bimba...puoi farmi un favore...?"
...
Lei mi guardò nonappena la chiamai.
"tirati su..." Le dissi.
...
Lei si tiro su, rimanendo seduta sul letto.
"metti la schiena contro il muro..." Dissi, la mia mano sulla sua pancia la spi he a leggermente contro il muro del letto.
"alza le cosce..."
...
La vidi alzare le cosce, dandomi l'opportunità di sfilarle gli shorts.
Poi mi protesi in avanti, le mie braccia si posizionarono entrambe ad ai lati dei suoi fianchi.
La mia mano fece la sua strada lungo la sua schiena fino a trovare i gancetti del suo reggiseno che sganciai e sfilai da sotto la felpa.
La baciai.
Non fu un bacio lungo, era sciatto sopra ogni cosa a causa della sua stanchezza.
Così glie la diedi vinta.
Misi le mie braccia attorno alla sua vita, abbracciandola e facendola tornare con la testa sul cuscino.
"vai a dormire..."
...
"Izuku..." I suoi occhi erano chiusi.
"dimmi..." Sorrisi.
"domani andiamo...al parco...?"
...
"domani sera...?" Le baciai il collo per stuzzicarla mente lei cercava di parlare attraverso la stanchezza.
"mhm..."
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"d'accordo"
"...voglio andare a mangiare il sushi..." Era mezza addormentata, lo si capiva dalle sue frasi fuori contesto.
"...va bene..."
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"farò in modo di non mancare domani...promesso"
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"buonanotte Kim..."
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"notte..."
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giancarlonicoli · 4 months
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0 apr 2024 17:00
C'ERA UNA VOLTA IL DOGE – CONFESSIONI, PENTIMENTI E DOLORI DI GIANCARLO GALAN, L'EX GOVERNATORE DEL VENETO E MINISTRO BERLUSCONIANO, TRAVOLTO DIECI ANNI FA DALLO SCANDALO DEL MOSE: “HO PENSATO SPESSO AL SUICIDIO, ANCHE ALLE MODALITÀ. IN CARCERE ERO ARRIVATO AD AFFILARE LA LATTA DI UNA SCATOLETTA DI TONNO”– “IL CERCHIO MAGICO DI BERLUSCONI PRIMA MI HA FATTO PATTEGGIARE, PER EVITARE CHE PARLASSI, POI MI HA ABBANDONATO. E PENSARE CHE PER BERLUSCONI HO TESTIMONIATO IL FALSO SUL CASO RUBY” – “NON HO SOLDI NE’ PENSIONE, HO VENDUTO TUTTO. MIA MOGLIE MI HA LASCIATO...”
Estratto dell’articolo di Andrea Pasqualetto e Marco Bonet per il “Corriere della Sera”
La strada è sterrata, si sale, si scende, si balla. Attraversiamo un bosco sempre più fitto sui Colli Berici. In fondo, accanto a una casa color mattone, spunta un uomo alto e corpulento. È lui: Giancarlo Galan, l’ex ministro berlusconiano e governatore del Veneto travolto dieci anni fa dallo scandalo del Mose. «Lasciatemi in pace, maledetti!», erano state le sue ultime parole ai giornalisti prima di infilare la porta del carcere di Opera dal quale sarebbe uscito dopo un paio di mesi grazie a un patteggiamento per corruzione: 2 anni e 10 mesi e 2,6 milioni di euro confiscati.
Da allora un lungo silenzio, rotto solo da qualche squillo di tromba: «Un giorno parlerò». Galan era l’uomo più potente del Nordest, scelto da Berlusconi nel 1995 con l’obiettivo di guidare il feudo orientale dell’impero azzurro. Sono stati 15 anni di governo che ne hanno fatto un Doge. Presidente delle grandi opere e delle grandi feste, del fare e della leggerezza, prima corteggiato per il potere, poi ripudiato per il malaffare.
 Simbolo della prima scintillante stagione era la sua cinquecentesca villa Rodella, dove festeggiò un matrimonio da favola chiamando come testimoni il Cavaliere e Dell’Utri. Lo ritroviamo oggi con un rastrello in mano, solo, affaticato, malinconico. Vive in questo bosco lontano da tutto e da tutti, un po’ eremita e un po’ Cincinnato, lui che fu il «Colosso di Godi».
È in vena di confessioni. Partiamo dall’eremo. Perché questa scelta?
«Era l’unica possibile: io non ho più nulla, non ho redditi, vivo dell’aiuto degli altri. Questa è la vecchia casa di caccia di mio nonno Girolamo che faceva l’avvocato. Ora è di mio fratello Alessandro e me l’ha data... Era preoccupato per me perché l’altro nonno, dopo essere finito in carcere per il crac della sua banca, si suicidò. Quando mi hanno messo dentro Alessandro già vedeva la ciclicità della storia… mi ha regalato anche quella macchina».
Era fondato il timore?
«Era fondato, sì. Ci ho pensato spesso, anche alle modalità. In carcere ero arrivato ad affilare la latta di una scatoletta di tonno, una lama perfetta. Brutti pensieri, li ho fatti anche guardando questi alberi, cercavo il ramo che potesse reggermi… purtroppo ho perso ogni passione: la lettura, la pesca… A fermarmi dall’irreparabile sono stati i pochi amici rimasti e mia figlia Margherita».
[…]
La famiglia?
«Mia moglie mi ha lasciato e abita con Margherita in una casa messa a disposizione da un amico… non viviamo più insieme da un anno. Per vedere mia figlia uso la scusa di dar da mangiare agli uccelli rimasti lì nelle voliere. Comunque ora ho una mezza morosa, una vecchissima conoscenza di quando ero ragazzo».
Ma a 67 anni non ha una pensione?
«No, ho chiesto alla Cisl, vediamo».
Possibile che il Doge sia sul lastrico?
«Sono stato condannato dalla Corte dei conti a pagare 5 milioni per danno d’immagine alla Regione, fino a che non saldo non posso avere carte di credito e conti correnti perché mi tolgono sistematicamente tutto. Sono costretto a vivere in nero. Avevo provato ad aprire un conto in Lituania ma dopo venti giorni me l’hanno chiuso. Poi in Austria e mi hanno detto che non si può fare perché sono una “persona esposta politicamente”.
Per intenderci: su ebay ho venduto tutti i vini della mia cantina, se vado a pranzo con qualcuno sono costretto a farmelo offrire, sono quasi dieci anni che non mi compro una camicia, un pantalone. E quando giro in macchina sto attento a non superare gli 80 per non consumare troppa benzina».
L’accusa le contesta di aver incassato 900 mila euro di «stipendio» in nero all’anno dal Consorzio Venezia Nuova che gestiva il Mose. Dalle intercettazioni dei suoi commercialisti sembra che esista un tesoro. Dica la verità, l’ha nascosto in Croazia.
«Se lo trovate vi do il 95%».
Perché non lavora?
«Perché sono un inavvicinabile. Solo Luigi Rossi Luciani (imprenditore, ex presidente regionale di Confindustria, ndr ) mi aveva offerto un lavoro: con gli uffici spaziali della Russia, cosmonauti, ma capite che con la guerra...».
Lei era al centro di una galassia industriale e affaristica che le veniva contestata politicamente. Spariti tutti?
«Più o meno. Bepi Stefanel è un amico ma è messo male pure lui. Mi sono rimasti vicino Mario e Marcello Carraro, Ferruccio Macola, Enrico Marchi… poca roba».
Berlusconi?
«Quando sono stato arrestato ha dato a mia moglie 100 mila euro, ufficiali eh, donazione. Dopo alcuni mesi gliene ha dati altri 100 mila. Poi più nulla, neanche una telefonata».
Come ha letto questo abbandono?
«Io penso che a tenermi lontano sia stato il cosiddetto cerchio magico di allora, il giro stretto di Berlusconi. Mi hanno prima blandito con questi soldi, poi mi hanno fatto credere che, se non avessi parlato, avrei fatto comunque la bella vita. L’avvocato Ghedini, che da me non ha voluto un euro, mi ha fortemente consigliato prima di avvalermi della facoltà di non rispondere e poi di patteggiare. E, una volta patteggiato, quando non ero più un pericolo per nessuno, tanti saluti. Capito? Ho fatto il capro espiatorio. Se potessi tornare indietro col cavolo che patteggerei. E pensare che a Berlusconi avevo fatto pure un gran bel favore».
Cioè?
«Ero andato a testimoniare in Tribunale a Milano per lui sulla vicenda Ruby (ottobre 2012, ndr ). Era successo che nel 2010, da ministro delle Politiche agricole, fossi presente a un incontro fra Berlusconi e il presidente egiziano Hosni Mubarak. Ero al loro tavolo. In sostanza ho dichiarato di aver sentito che parlavano di una certa Ruby, una cantante egiziana. Non era vero, non avevo sentito nulla».
Ha testimoniato il falso?
«Sì».
Perché?
 «Perché era Berlusconi, l’uomo che mi aveva cambiato la vita, che mi aveva reso felice facendomi guadagnare una barca di soldi nell’ambiente più bello del mondo. Perché per me lui era una persona eccezionale. Non provo rancore nei suoi confronti».
È andato al funerale?
«No, mi sono detto: se non aveva voglia di vedermi da vivo perché avrebbe voluto vedermi da morto?».
E Dell’Utri, il suo pigmalione ai tempi di Publitalia?
«Lui lo sento, qualche volta andiamo anche a pranzo insieme, paga lui».
Vede altri politici?
«Dei “romani” pochissimi. Ma so che su Crosetto posso sempre contare, Santanchè è stata l’unica a venire da me in carcere, De Poli mi fa sempre gli auguri, poi c’è Prestigiacomo...».
Lei aveva fatto un memoriale con una lista di imprenditori che le avevano dato dei soldi in nero. C’erano solo quattro nomi.
«Ghedini mi aveva detto che dovevamo dare qualcosa in pasto ai pubblici ministeri perché stessero buoni. Sono pentito di averlo fatto: primo perché questi mi pagavano la campagna elettorale o finanziavano la mia politica, non mi mettevano i soldi in tasca. E poi perché erano 4 su 300, pesci piccoli, i grossi sono rimasti fuori. Comunque il sistema ha fatto di tutto per non allargare l’indagine».
Si è sempre detto che il grande mistero dell’inchiesta è la politica romana. Il Mose era una questione nazionale e Mazzacurati (ex presidente del Consorzio Venezia Nuova, deceduto, ndr) elargiva a molti.
«Nella gestione del Mose manca all’appello un miliardo. È la differenza tra quanto è stato dato in 40 anni al Consorzio e quanto speso. Ammesso anche che io, il grande colpevole, abbia incassato i 5 milioni, gli altri 995 a chi sono andati?».
A chi?
«Non lo so ma nella storia del malaffare d’Italia c’è questo buco enorme. Oltre il 90% dell’illecito non ha ancora un nome. Io dico che la composizione del Consorzio era molto esplicativa: ogni membro era riconducibile a un partito».
Lei dice di aver preso un sacco di soldi proprio per il partito. E per lei?
«Non sono un verginello, riconosco di essermi fatto aiutare da Mantovani per ristrutturare villa Rodella. Quanto alla politica, le campagne elettorali costano, solo per l’ultima avevamo speso 1 milione e 870 mila euro».
Un nonno avvocato, l’altro banchiere, lei prima alto dirigente di Publitalia e poi governatore. Vita agiata. Com’è passare da tutto a nulla?
«Drammatico, perché mi è stato tolto proprio tutto. Sono andato in depressione, ero in cura dallo psichiatra, il più grande esperto di suicidi al mondo. Ci ho messo cinque anni a tornare al ristorante. Un tempo a Natale mi arrivava un tir di regali e ci campavo tutto l’anno. Sapete quanti ne ho ricevuti l’ultima volta? Tre. I tempi d’oro sono andati. Però è stato bello, ero felice, avevo tutto: potere, soldi, donne. Ora ho solo lei», accarezza Luna: «Non è bella ma è una cagnolina tanto affettuosa». […]
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lamilanomagazine · 6 months
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Roma. Furto di monili del valore di 800.000 euro in una gioielleria nel cuore di Roma con piccone e fiamma ossidrica.
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Roma. Furto di monili del valore di 800.000 euro in una gioielleria nel cuore di Roma con piccone e fiamma ossidrica. Su delega della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma, i Carabinieri della Stazione di Roma San Lorenzo in Lucina, dalle prime luci dell'alba, hanno notificato un'ordinanza, emessa dal GIP presso il Tribunale di Roma, che dispone le misure cautelari nei confronti di 8 indagati, cinque uomini e tre donne, gravemente indiziati: 3 uomini di essere gravemente indiziati del furto aggravato in concorso presso una gioielleria di via Bocca di Leone di monili del valore di 800.000 euro , nel cuore della Capitale, avvenuto nella notte tra il 2 e il 3 ottobre 2023, 1 donna di essere gravemente indiziate dei delitti di ricettazione della refurtiva e riciclaggio, altri 4, due uomini e due donne, della ricettazione della refurtiva. L'indagine dei Carabinieri, durata circa 3 mesi, è partita dopo il furto "da film" commesso mediante un buco aperto nel muro, attiguo al citato negozio, con conseguente effrazione della cassaforte che vi era dentro, contenente gioielli per un valore complessivo di circa 800.000 euro, mediante servizi dinamici e attività tecniche di geolocalizzazione e intercettazione telefonica, ha consentito di: raccogliere gravi indizi di colpevolezza in ordine alle responsabilità di tre uomini in merito al furto, in concorso, nella gioielleria, due, finiti in carcere, autori materiali praticando un buco nella parete confinante, aprendo la cassaforte con la fiamma ossidrica e uno, finito ai domiciliari, con mansioni da palo, ricostruendo minuziosamente non solo il percorso di avvicinamento fatto dagli stessi il giorno del furto attraverso l'analisi integrata di ogni telecamera utile presente nell'area ma anche i sopralluoghi eseguiti nei giorni precedenti. Si tratta di un 65enne romano, già coinvolto in indagini per furti in appartamenti e gioiellerie portati a termine con la "tecnica del buco" e con l'utilizzo di fiamma ossidrica nel 2004 in una villa a Porto Cervo, nel 2006 in una gioielleria di Terni, nel 2016 e 2020 in appartamenti a Roma; due fratelli romani, di 57 e 55 anni, il primo esperto nel settore delle serrature e già noto perché coinvolto in analoghe indagini e il secondo incensurato, insospettabile. I Carabinieri hanno inoltre raccolto elementi indiziari in relazione ad una donna, finita in carcere, perché gravemente indiziata di ricettazione e riciclaggio; nello specifico, al fine di profitto, sostituiva monili provenienti dal furto alla gioielleria, cui non aveva concorso, con denaro contante, in maniera da ostacolare la identificazione della provenienza delittuosa degli stessi. In particolare stipulava polizza di pegno aventi ad oggetto i monili, ricevendo denaro contante. Infine il ruolo di altre quattro persone, due uomini e due donne, raggiunte dall'obbligo di presentazione in caserma, indiziate di essere ricettatori, perché al fine di profitto acquistavano o comunque ricevevano nella consapevolezza della provenienza delittuosa, monili provenienti dal furto alla gioielleria di via Bocca di Leone, cui non avevano concorso. Nello specifico, è stato possibile ricostruire la "monetizzazione" della refurtiva conseguita attraverso il suo trasferimento a terzi - al fine di trovarne compratori - oppure mediante la stipula di polizze e consegna in pegno a società specializzate o "Compro Oro". Attraverso la minuziosa attività di indagine, i Carabinieri della Stazione di Roma San Lorenzo in Lucina hanno dunque raccolto gravi indizi di colpevolezza in ordine al fatto che il furto, studiato da tempo nei minimi dettagli (sono stati ricostruiti almeno 5 sopralluoghi notturni immortalati dalle telecamere), è stato portato a termine mediante l'accesso nel corridoio dell'androne condominiale della palazzina sita al civico 43, confinante con l'oreficeria, da parte di persone che hanno praticato prima un grosso foro nel muro e poi, mediante l'utilizzo della fiamma ossidrica e senza accedere nella gioielleria, hanno tagliato l'armadio blindato, situato in corrispondenza della parete forata, e la cassaforte contenuta all'interno. Le indagini sono state subito avviate con il censimento di tutte le telecamere per acquisire i filmati di videosorveglianza degli esercizi commerciali (cosiddetto pedinamento tecnologico) presenti nella zona interessata in modo da ricostruire il percorso di avvicinamento e di fuga dei malfattori. Sulla scorta degli elementi raccolti è stato possibile accertare che il furto era stato perpetrato tra le ore 01:02 e le ore 03.52 del 3 ottobre 2023. All'individuazione degli indagati si è giunti attraverso la visione certosina dei filmati e dei relativi fermo immagine che hanno consentito di ricavare elementi importanti e particolari, nonché attraverso la consultazione delle Banca Dati e alla comparazione dei cartellini foto-segnaletici di oltre centocinquanta soggetti con precedenti, già registrati quali autori di delitti dello stesso tipo. L'analisi dei tabulati e le indagini tecniche, tra le quali attività tecniche e l'utilizzo di alcuni apparecchi localizzatori GPS installati sulle autovetture degli indagati, ha consentito di delineare un quadro investigativo tale da consentire di raccogliere gravi indizi di colpevolezza a carico dei tre uomini. Nel corso delle indagini, la Procura della Repubblica di Roma ha disposto 13 decreti di perquisizioni locali e personali che hanno consentito il rinvenimento di numerosi gioielli, in parte provento del furto oggetto di indagine e in parte riconducibili ad altri furti per i quali sono in corso accertamenti. Nella stessa circostanza sono stati rinvenuti una ingente e sofisticata strumentazione tecnica di alto livello, chiavi rudimentali autocostruite e diverse centinaia di chiavi da duplicare (grezze), attrezzatura idonea alla fedele riproduzione di qualsiasi tipo di chiave cilindro europeo incluso, fiamme ossidriche, "piedi di porco", endoscopio auricolare WIFI (telecamera di piccole dimensioni utilizzata per ispezionare l'interno delle serrature), 15.000,00 euro in contanti, ventose di grosse dimensioni idonee a trasportare pesanti lastre di cristallo e parte dell'abbigliamento indossato durante i sopralluoghi e il furto nella gioielleria di via Bocca di Leone. L'approfondimento delle indagini ha consentito dunque di identificare un gruppo di persone ben conoscitrici del territorio e degli obiettivi da colpire con competenze specifiche attribuite ad ognuno. Subito dopo il furto, gli autori, dividevano il bottino che da alcuni era intascato immediatamente, mentre da altri era affidato a fedeli e testati ricettatori che vendevano "porta a porta"; in altri casi, la refurtiva, era "monetizzata" impegnandola in società specializzate oppure ceduta a "Compro Oro" qualora gli oggetti fossero destinati alla fusione per ricavarne piccoli lingotti. La condotta finalizzata a rendere difficile l'accertamento della provenienza dei beni, attraverso la stipula di polizza di pegno aventi a oggetto i monili compendio del furto ricevendo denaro in contante, ha legittimato la Procura della Repubblica a contestare, oltre al reato di ricettazione, anche quello più grave di riciclaggio. Gli importanti oggetti recuperati e sequestrati tra gioielli, pietre preziose, brillanti, orologi di valore ammontano a circa 400 pezzi, in parte sono stati riconosciuti dal proprietario della gioielleria mentre per gli altri proseguono gli accertamenti dei Carabinieri per risalire ai proprietari ai quali poterli restituire. Da evidenziare infine che su richiesta della Procura della Repubblica di Roma, il Giudice per le indagini preliminari ha disposto il sequestro preventivo, finalizzato alla confisca, di monili e gioielli di elevatissimo valore, nella disponibilità degli indagati, in quanto sproporzionati rispetto ai redditi dichiarati, rinvenuti dai Carabinieri e sottoposti a vincolo reale, per un valore pari a 120.000 euro.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Martedì 6 dicembre 2022
Sto cercando lavoro ormai da mesi ed oggi, come quasi ogni giorno, mi connetto al mio profilo di subito per leggere qualche altro annuncio, sperando, per l'ennesima volta, di trovare qualcosa di decente. Mi contatta quella che dovrebbe essere la figlia di un parrucchiere, in cerca anche di prima esperienza, e sua commercialista, a detta del titolare, dicendomi di chiamare il padre quando desideravo. Come si chiamano loro? Sara e Salvio.. Come mi chiamo io? Beh Sara Salvio. Lei col mio nome e lui col nome che è il mio cognome... Avrei dovuto capire che la situazione non sarebbe stata ideale già da questo dato i miei Daddy Issues. O forse così è stato, ed infatti avevo l'ansia ma ho ansia ogni volta che devo parlare per la prima volta con una persona nuova. Si, provo vergogna e timidezza ancora a 21 anni, praticamente, ma va bene così.. dopo un po', lo chiamo e sembra sia tutto a posto: lui è gentile, dicendomi che andava comunque bene che non avessi esperienze nel campo e meravigliandosi del mio nome e cognome, e che sarei dovuta andare al colloquio domani alle 13.. ma purtroppo e o per fortuna, ciò non accadrà. Chiude la chiamata con "a domani", così penso 'daje, la prima cosa è fatta, speriamo vada bene almeno sta volta'; mi rassicuro. Ma non faccio in tempo a pensarlo che mi ritrovo un suo messaggio. 'maah.. non dovevamo sentirci/vederci direttamente domani?! Che succede adesso?'.
"Sei fidanzata?"
Perché chiedermelo così? O addirittura perché chiederlo e basta, non sono niente per nessuno, o almeno per te.
"Sto tornando a casa, ma prima mi sto intrattenendo per strada per parlare con te"
Come se ci stessimo sentendo e mi vorrebbe far sentire importante ma a me non frega niente di te, dovresti soltanto essere il mio capo; voglio solo che questa chat finisca il prima possibile, voglio solo fare il colloquio e capire meglio il lavoro: niente di più e nulla di meno.
Non parla affatto del lavoro, anzi cerca un flirt, di provarci con me; io lo faccio fare, per metà ignorandolo, nella speranza che smetta presto ma succede di tutto meno che ciò che vorrei.
Beh, non so come riesco a trovare il momento per chiedergli informazioni sul lavoro, usa la scusa del "ti stavo studiando per capire come sei", riferendosi ai flirt, ai "hai delle belle gambe, ed un bel fisico", mandandomi continuamente foto mie tagliate in modo da fare vedere solo il mio corpo, ma poi comunque lui non sapeva come rispondere alle mie domande lavorative: ho dovuto insistere per farmi dire almeno un minimo.
"Reputo WhatsApp più intimo di Instagram"
INTIMO?!?!?! COSA?!?
Infatti improvvisamente mi manda foto di ragazze nude perché mi vede in quel modo.
Sono le 4 del mattino, non riesco ancora a dormire, e lui mi sta ancora chiamando continuamente.
Ho la testa che mi scoppia, non ho manco la forza di piangere.
Non è che io non ero preparata ad una cosa del genere, ne sono più che abituata ormai, ma da quando mi sono fidanzata è la prima volta che mi ricapita.
Di solito, alle 2 di notte, io ed il mio ragazzo ci chiamiamo per creare l'illusione di dormire insieme ma io, come giusto che sia, non riuscivo. Il mio amore, mi ha chiamato lo stesso, facendomi prima un po' di compagnia e poi aspettando, sempre in chiamata, che finissi di vedere la seconda puntata di Mercoledì Addams, finché non riusciva più a resistere a metà puntata. Ci siamo dati la buona nanna, ed ho finito la puntata. Lui è preoccupato, ovviamente per me, e questo lo capisco dal fatto che si sta svegliando ogni tanto, oserei dire anche più spesso del solito. Inoltre, nonostante sapesse che a casa mia vige la regola del -dopo mezzanotte non si esce-, alle 01:30 circa voleva comunque venire da me per abbracciarmi.
Mondo, Vita, sappi che combatto anche con questo, pure questa volta.. anche perché è una lotta già fatta e quasi già vinta.
Mercoledì 7 dicembre 2022 ore 04:30
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inviaggiocondante · 1 year
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Inferno XXXIV
34 Canti. 34 giorni.
E ho finito l'Inferno. Domani si parte con il Purgatorio!
Un canto al giorno. Sono tornato a riveder le Stelle.
Che immersione oscura, potente, imaginifica!
.
Prima di lasciarmi l'Inferno alle spalle (quello di Dante.. quello della vita di tutti i giorni... condito con le proprie e altrui miserie.. è sempre vivo)... qualche nota su cui riflettere (io molto):
1) Lucifero.. grande, immenso, gargantuesco.. e muto. Non parla. Piange invece... "Lo 'mperador del doloroso regno... con sei occhi piangea, e per tre menti gocciava 'l pianto e sanguinosa bava"... ed è questo lacrimare l'UNICO segno di un qualche sentimento ... anche se, come per Gerione, sembra quasi un fatto 'meccanico'... e quindi arimanico.
2) Perché piange? Forse perché bloccato.. impossibilitato in un qualunque riscatto... Questo è un pensiero che mi ha colpito subito: Dante VEDE "IL" Male.. prende consapevolezza di una nequizia così nera e totale... dopo la quale non ci può essere che un percorso opposto, progressivo, lungo.. verso il 'corretto'... Toccato il fondo.. c'è la risalita. Ma non per tutti. Non per Lucifero.
3) Lucifero sottosopra: il male 'rovescia' l'ordine.. tutto viene ribaltato.. ciò che è naturale diventa innaturale.. ma l'innaturale non ci appare - per quello che è - capovolto e lo specchio infero del sopra.. ci appare giusto invece! Dante, con Virgilio, con le loro complicate manovre tra i peli di Lucifero, grotte, cammini... passano il Centro e si rimettono 'in ordine'... Primo segnale che finalmente è tutto ok? Le Stelle!
Superato l'Inferno, preso consapevolezza del suo ghiacciato centro... è possibile - SOLO ORA- una restaurazione, rettifica.. del proprio Universo... "a misura del cammino dell'uomo verso Dio" (Chiavacci).
.
E ora inizia la Scalata.
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Presente. Capitolo 2 – Fine agosto 2021 
“Non tentarmi Vittoria Alata. Sai che non posso” 
“Non puoi cosa?”  
"Toccarti, o altro…”
(TW: NSFW, smut, OC, MiloxOC, riferimento a MiloxCamus, Coppia HET, riferimento a coppia HOMO, D/s, Dom!Milo, Scarlett Needle/Cuspide Scarlatta con uso creativo)
Quegli orgasmi potenziati dalla Cuspide Scarlatta le facevano sempre perdere i sensi per qualche minuto. Milo ne approfittava per guardarla. Era bella oltre ogni umana comprensione. Non quella bellezza eterea, intangibile e spirituale che aveva Athena, la sua Dea, la loro Dea. Nike, pur essendo divina anche lei, aveva una bellezza totalmente umana. Il genere di bellezza per cui uomini, e donne, avrebbero fatto praticamente di tutto.  
La cosa più ironica di tutto questo? Della sua bellezza, se non ci faceva caso, se ne dimenticava. Lei era, in tutto e per tutto, una di loro. A parte gli anni in cui si era allontanata durante il periodo in cui Saga, che su di lei non aveva autorità, era posseduto da Ares, da quando anche il suo Cosmo si era risvegliato, Nike aveva sempre vissuto al Santuario. Quando poi era riuscita a dominare la sua armatura, si era trasferita al tredicesimo tempio, quello riservato alle Dee e al Grande Sacerdote. Però la maggior parte del tempo la passava da sempre con loro, i goldini, come amava chiamare i cavalieri d’oro. Con loro si allenava (più che altro allenava loro a farsi pestare, tanto era forte), mangiava, studiava, insegnava alle reclute, rideva, soffriva, cazzeggiava, insomma viveva. Il fatto che fosse una ragazza, beh, era evidente, ma totalmente irrilevante.  
Aveva smesso di esserlo la sera dopo la sua prima udienza ufficiale con Athena, quasi un anno e mezzo prima. La morte di Camus, le sue circostanze, l'avevano sconvolto, abbastanza da fargli dubitare tutto ciò che aveva sempre creduto di sapere e di aver scelto. Era andato da Athena per chiedere di potersi congedare, lasciare l’armatura per sempre e ridiventare un uomo normale. Andarsene finalmente dalla Grecia e dai luoghi che contenevano i pezzi infranti del suo cuore. Ma la dea aveva detto no. Troppe perdite c'erano state tra le fila dei cavalieri d’oro. E troppi i nemici ancora in vita.  
Nike l'aveva fermato nell'atrio del tempio, mentre si riavviava rassegnato all'ottava casa.  
“Anche a me manca. Dai vieni, misery loves company”  
Milo sapeva che gli avrebbe fatto bene e così la seguì nei suoi appartamenti. Nike era davvero una buona amica e un'ascoltatrice ancora migliore. Con l'aiuto di una bottiglia di vodka che proprio lui aveva portato tempo prima della Siberia, passarono il tempo ricordando Camus, che lei non aveva visto per anni. Milo raccontò di come il loro amore fosse sbocciato durante gli anni dell’adolescenza, trascorsi già da cavalieri d’oro. Di come un giorno, per caso, durante un litigio finito a botte, si fossero ritrovati a baciarsi per la prima volta. Da allora, tutte le loro risse erano finite a letto. Da allora, erano venuti alle mani sempre più spesso. 
“Sei mai stato con una donna da quel giorno?” gli chiese Nike, ufficialmente dando inizio alla fase senza filtri della serata. 
“Non sai quante. Non ti ricordi che mi sono fatto anche la tua amica Livia dopo la tua festa dei diciotto anni? Camus è il mio primo, ultimo e unico uomo. E comunque, il nostro è un amore quasi platonico. Praticamente un eccesso di amicizia” 
“Ah, è vero. Anche lui mi sembra sia finito a letto con una di loro quella sera. Aspetta, chi era? La Clary mi sa... Ma è stato prima o dopo che iniziasse tra te e lui?” 
“Dopo, circa due anni dopo. Le tue amiche però non erano una forma di ripicca incrociata. La nostra relazione è sempre stata molto anomala, per quanto sincera. Non siamo mai stati monogami. Non credo fosse esattamente nella natura di nessuno dei due rinunciare alle donne” 
“E con un uomo è molto diverso?” 
“Al di là del fatto che quello che provo per Camus non mi aveva mai nemmeno sfiorato prima. Se vogliamo parlare puramente dell’aspetto fisico della cosa… mi mancano le tette!”  
Scoppiarono entrambi in una risata sonora.  
“Se ti può servire” disse lei schiacciando le sue tra i gomiti per farle risaltare dalla scollatura.  
In quel momento Milo ebbe un’epifania. Per quanto sembrasse impossibile non averci fatto caso prima, Nike, che lo guardava con il suo viso stupendo, i capelli castano ramato e gli occhi verde smeraldo, era in effetti una donna. Anzi no, lei era una strafiga, in tutto e per tutto. Incluso quei seni generosi e perfetti che notava per la prima volta in quell’esatto momento. In quel momento Milo capì che la stava vedendo con occhi completamente diversi dal solito ed aveva paura di come sarebbe andata a finire.  
“Cosa c’è? Sembri confuso”  
“C'è che… niente lascia perdere” 
“Vorresti toccarle?” chiese lei tra il serio e il faceto.  
Certo che voleva toccarle. Ma non si sarebbe fermato lì. Adesso che i suoi occhi si erano magicamente aperti al fatto che Nike fosse una bellissima donna, davanti a lui, con indosso praticamente niente per via del fatto che aveva sempre caldo, avrebbe voluto fare ben più che toccarle il seno. E probabilmente tutto ciò era proibito. Non sapeva con certezza ma c'era una buona probabilità. Lei era un cavaliere di platino, vestiva una Kamui, il braccio destro di Athena e una dea anch’essa. Gli altri Saint non erano in teoria autorizzati nemmeno a sfiorare la pelle di una dea. Aldébaran già si prendeva molte libertà abbracciandola, e con Saga aveva un rapporto strano, ma loro erano stati i suoi maestri. Per tutti gli altri Nike faceva già grandi eccezioni, perché lei voleva essere trattata come una di loro. Ma farci del sesso… sicuramente era proibito da qualche parte.  
“Non tentarmi Vittoria Alata. Sai che non posso” 
“Non puoi cosa?”  
“Toccarti, o altro…”  
Lei prese l’iniziativa. Gli afferrò le mani e se le guidò sul seno, nudo sotto la sottoveste sottile, guardandolo negli occhi e accarezzando i suoi avambracci con le vene sporgenti, per cui aveva un kink esagerato. 
“Chi l’ha detto che non puoi. Al massimo non vorrai. Mi hai già rifiutato una volta” 
Per Milo questo era tutto il nulla osta che serviva.  
‘In fondo, se è davvero proibito, mi sbatteranno fuori, o mi uccideranno. Entrambi sono scenari che accetterei volentieri’ 
“Un errore che non ripeterò oggi" 
Finalmente si lasciò andare, strinse le mani intorno ai seni, e si avvicinò al viso di Nike per baciarla con la passione della disperazione.  
Si ricordò di avere ancora indosso l’armatura dall’udienza con Athena solo perché divenne incredibilmente scomoda da portare dopo l’ovvia reazione fisica che ebbe a quel bacio. Nike intuì la situazione e cominciò a levargliela, partendo dalla parte alta del corpo. Quando arrivò il turno di cintura e gambali, lei colse l’occasione per scivolare tra le sue gambe e sul pavimento, fermandosi quando si trovò in ginocchio di fronte a lui, baciandogli l'addome scolpito e premendo i seni sul suo cazzo ormai di marmo. Milo pensò a quanto ironica fosse la cosa. Ogni altra volta, in situazioni ufficiali, era stato lui a doversi inginocchiare al suo cospetto e tenere gli occhi bassi.  
Lei cominciò leccando dalla base alla punta, come un ghiacciolo. Sapeva che lui moriva già dalla voglia che lo prendesse tutto in bocca, e finalmente lo accontentò. Milo lasciò andare la testa all’indietro mentre un fremito percorse il suo corpo.  
‘Che sei una dea è ovvio’ pensò, ‘Ma inizio a dubitare che tu sia solo la dea della vittoria’ 
Nike dopo un poco decise che era ora di andare oltre. Allontanandosi lentamente, rialzandosi, e abbandonando la sottoveste, si avviò verso la camera da letto facendo cenno a Milo, ancora confuso da quello che stava accadendo, di seguirla.  
“La Vittoria è tua, cavaliere. Vieni a prenderla” 
Athena, la Dea suprema, usava sempre e solo i nomi delle costellazioni per rivolgersi a loro. Era un modo per mettere in chiaro chi fosse al comando. Nike, per quanto avesse quasi la stessa autorità su di loro, invece, preferiva i nomi di battesimo. Lei voleva fare parte del gruppo, essere una di loro, non comandarli. Le poche volte in cui usava i nomi delle costellazioni era sempre per ordini ufficiali. Per questo Milo non ebbe dubbi quando, una volta entrambi a letto e senza vestiti, lei, baciandolo, gli sussurrò sottovoce 
“Fammi venire, Scorpione” 
 Le regole del Santuario, su questo, erano esplicite. Era un ordine. E lui doveva obbedire.  
Era sopra di lei che la baciava intensamente, mentre lei lentamente dischiudeva le ginocchia. La voleva. La voleva forse più di quanto avesse mai voluto nessun’altra nella sua vita. Però… 
‘Sto… sto davvero per scoparmi la Dea della Vittoria? La mia Dea? La mia migliore amica?’ pensò mentre si aggiustava tra le sue gambe, muovendosi sul suo corpo, sentendo la morbidezza della sua pelle di seta, piano piano salendo.  
Quel pensiero lo fece esitare un istante. Ma poi la guardò. E in quel momento decise di dimenticare chi fossero. Le armature, il Santuario, il Cosmo, i loro obblighi, il loro rango, non esistevano più. Gli avevano già rubato fin troppa vita e non aveva intenzione di lasciare che gli rubassero anche questa inaspettata, incredibile, impensabile occasione di godersi tutta la vita che ancora poteva.  
La guardò per l'ultima volta prima che tutto cambiasse per sempre. Nike aprì gli occhi di smeraldo, sorpresa anche lei per un istante dalla bellezza sovraumana di Milo. I loro sguardi si incrociarono, ormai lui era arrivato dove doveva, e già le premeva contro. 
“Sei sicura?”  
Lei annuì sorridendo. 
“E tu?” 
Lui le rispose baciandole il collo e, finalmente, spingendo dentro di lei.  
Nike trattenne il fiato. Era eccitata e prontissima a riceverlo, ma comunque le ci volle qualche secondo per abituarsi a lui e a come la stava allargando. Arrivato in fondo si fermò per un istante.  
“Stai bene?” le chiese sfiorandole la guancia, e guardandola negli occhi.  
“Molto più che bene”  
“Lasciami fare e ti farò stare ancora meglio” rispose lui, accarezzandole il seno e dandole il primo colpo. Lei gemette, lui sorrise e continuò.  
“Sto per venire Milo” disse lei con la voce quasi rotta. Quel che si dice sugli Scorpioni, a quanto ne capiva quella notte, era tutto verissimo.  
“Mi hai dato un ordine. Non ti deluderei mai” rispose lui sorridendo, spingendo ancora più forte, toccandola proprio nei suoi punti giusti. Poi le prese la sinistra con la sua destra, gliela portò sopra la testa e intrecciò le loro dita.  
“Vieni per me Nike. Vienimi sul cazzo. Fammi sentire cosa si prova ad avere la Vittoria” disse portandola in vetta in quell’istante.  
C'erano poche cose che Milo amava come osservare una donna venire per merito suo. Questa volta non fu certo l’eccezione. La guardò lasciarsi andare, chiamare il suo nome e stringerlo talmente forte da fare quasi perdere il controllo anche a lui. Quando si riprese e riaprì gli occhi, lui la baciò e, ancora sulle sue labbra, 
“Brava bambina. Sei proprio la mia brava bambina” 
Un istante dopo riprese a muoversi, questa volta per se stesso e il suo piacere. Non si trattenne più, spingeva dentro di lei forte, deciso, e a fondo, come piaceva a lui. 
“Fammi venire dentro Nike, ti prego fammi venire dentro”  
“Cosa aspetti” sussurrò lei languida. Lui non si fermò più. Le affondò dentro un’ultima volta, baciandola e stringendole la mano che non aveva mai lasciato andare. 
Nike lo sentì pulsarle dentro, irrigidirsi e poi a poco a poco rilassarsi, finché alla fine staccò le labbra e aprì gli occhi, sorridendo. 
“Davvero… davvero è appena successo?” 
“Anch’io quasi non ci credo” 
 “Ti sono appena venuto dentro” 
 “Ti sono appena venuta sul cazzo”  
Entrambi risero e lui si ritirò e si sdraiò al suo fianco.  
“Cosa c’è? Smetti di fissarmi per favore” 
“No scusa è che… sei bella. Bella da morire” 
“Dimmi qualcosa che non so. E poi mi hai appena scopato, non hai più bisogno di lusingarmi” 
“No, infatti. Ma sei ancora più bella del solito, dopo che sei venuta”  
Risero di nuovo e poi silenzio. Era questa la parte difficile adesso, capire razionalmente cos’era successo e cos’erano diventati. Nike sospirò e si accinse a parlare ma fu fermata da un bussare alla porta che collegava la sua stanza a quella delle udienze. 
“Nike” 
‘Oh cazzo, Athena’ pensò Milo. 
‘Vestiti, muoviti dai’ rispose Nike sempre col pensiero. 
“Sì mia signora” 
“Posso entrare?” 
Nike si alzò di scatto cercando la sua sottoveste. 
‘Dove cazzo sono i miei boxer?’ 
“Certo, mia signora solo un istante” 
‘Lascia perdere i boxer, metti l’armatura, sbrigati’  
Nike si avvicinò alla porta. 
‘Pronto?’ 
Lui annuì, aggiustandosi l’elmo e poi si mise in ginocchio. Appena in tempo perché Nike stava già apprendo la porta. 
“Mia signora” 
“Nike ho sentito Cosmo innalzarsi da qui e… Scorpione sei ancora qui? Ti avevo congedato ore fa” 
“L'ho invitato io. Adesso purtroppo è lui l’ultimo difensore prima del nostro tempio e alcune cose andavano infatti discusse” 
“E non potevate aspettare domani durante un’udienza ufficiale?” 
“No mia signora” disse Milo sempre guardando in basso, “era un discorso che avevamo in sospeso da tempo e che non poteva aspettare” 
“E adesso avete finito?” 
“Sì. Sì, abbiamo finito entrambi” disse ancora Milo con l’ovvio doppio senso, mentre Nike si mordeva le labbra per non ridere. 
“Molto bene, allora ritorna subito alla tua casa. Sai che non è permesso agli uomini di stare qui durante la notte”  
“Certo mia signora. Me ne vado subito” 
“Buona notte Scorpione, buonanotte Nike” 
Nike chiuse la porta e ci si appoggiò contro tirando un immenso sospiro di sollievo. Milo si alzò da terra ridendo. 
“L’armatura commando non l'avevo mai messa” 
“Una notte di prime volte. Dai, mettila via e rimettiti i tuoi vestiti” 
“E tu cosa fai? Mi guardi mentre mi cambio?” disse stringendo la dogtag che fece comparire il suo scrigno e cominciando a togliersi i pezzi d’oro uno per uno. 
“Cos’è? Adesso ti vergogni?” 
Lui rise e continuò a svestirsi prima e rivestirsi poi. Nike ammirò lo spettacolo, in effetti era perfetto.  
“Senti” disse quando fu di nuovo vestito  
“Prima che ci interrompesse Saori io… noi…” 
“Lo so” rispose lei guardando in basso. 
“Hai qualche rimorso? Possiamo benissimo fare finta che non sia successo assolutamente niente se preferisci” 
“Non scherzare, nessun rimorso. E sul fare finta, beh, fuori di qui direi di sì, anche perché se no forse Alde ti distrugge”  
Milo rise. Dimenticava a volte che il Toro era stato il primo maestro di Nike, e quasi un padre per lei al Santuario. 
“Ma tra noi io non ho alcuna intenzione di negare quello che è successo stanotte, né di dimenticarlo” 
Lui si avvicinò e le sollevò il mento con due dita per fissarla negli occhi. 
“Nemmeno io baby, nemmeno io. Ma, la domanda sorge spontanea” 
“Non credo. In altre circostanze forse, ma non adesso. C'è talmente tanto altro a cui pensare e di cui preoccuparsi. Cosa siamo, siamo lo stesso di ieri, di stamattina. Con un orgasmo a testa in più e una storia buffa a cui ripensare quando siamo da soli e in vena di ridere” 
Milo sorrise sollevato.  
“Sdoganiamo l’accaduto come in incidente e diamo la colpa a Camus e la sua vodka?” 
“Incidente mi fa pensare a qualcosa di spiacevole e che preferiresti evitare che si ripeta…” 
“E non è così?” chiese lui con un’espressione un po’ ammiccante. Nike scosse la testa. 
“No, proprio direi di no. Ti rendi conto di cosa mi hai fatto? Neanche mi ricordo qualcun altro che mi ha fatto venire in quel modo” 
Cioè, sì se lo ricordava. Ma non era il momento di ripensare a lui. 
“Adesso però è meglio che vai”  
Lui annuì e si mise il suo scrigno sulla spalla. Sulla porta si girò a salutarla. Lei lo abbracciò forte, come faceva sempre. Erano amici da tanti anni e quello non cambiava quella sera. 
“Grazie di tutto Nike. Sul serio. Non sai quanto avevo bisogno di stasera. Sono Scorpione in fondo, il mio love language è l’intimità fisica. Non sai quanto mi era mancato… tutto” 
“Anche a me, credimi. E Saori ha già detto che tornerà a Tokyo tra non moltissimo. Appena lo farà, questa porta è sempre aperta per te. Giorno, notte e qualsiasi dress code” 
Lui sorrise e le baciò la sommità della testa e poi fece per lasciarla andare.  
“Aspetta… ancora una cosa” 
“Quello che vuoi, dimmi” 
“Posso avere il bacio della buonanotte?” 
“Non speravo di essere così fortunato” disse sorridendo, cingendole i fianchi e posando le labbra sulle sue. Lei rispose in modo molto meno angelico, aprendo la bocca. Lui colse l’invito, infilandole la lingua in bocca e afferrandole il culo.  
Il bacio si ruppe dopo qualche minuto. 
“Round two?” 
“Non stanotte amico mio. Non stanotte” disse Nike salutandolo e chiudendo la porta. 
Milo si accorse che lei stava per rinvenire e si sdraiò supino a guardare il soffitto mosaicato. Sapeva che lei era in soggezione quando la guardava in quel modo.  
“Tre stelle stavolta?” disse Nike osservando le ferite aperte sul suo seno. 
“Non starai esagerando?” 
“Il mio sogno è di portarti fino ad Antares, col tempo”  
“Se ti piace scopare un cadavere…” 
“Ma se godi come un riccio! Anzi, mi preoccupa che uno di questi giorni, se riesco a colpirti in allenamento, ti faccio venire davanti a tutti” 
“Di questo non c'è pericolo. In condizioni normali la tua neurotossina fa sempre malissimo. Davvero non so cosa mi succede quando mi colpisci mentre siamo a letto” 
“Misteri del corpo umano, o divino, in questo caso” 
“Comunque credo che il tuo veleno mi faccia venire la febbre, si muore di caldo qui”  
“Tu hai sempre la febbre, da quando indossi quella stupida Kamui. Che cazzo, delle due persone con cui vado a letto, nessuna con una termoregolazione decente. O mi congelo o mi ustiono!” 
“Come reagisce Camus al veleno? A quante stelle siete arrivati?” chiese lei, onestamente incuriosita. Milo si voltò di scatto. 
“Non pensarlo nemmeno. Quello che faccio con lui non ha niente a che fare con quello che faccio con te. Camus non è il tipo a cui piace questo genere di cose”  
‘Se solo sapessi che genere di cose piace a Camus...’ pensò lei, trattenendo a stento un sorriso.
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amicidomenicani · 2 years
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Quesito Buongiorno Padre Angelo, in primis grazie per l’opera che svolgi (il tu lo uso perché siamo fratelli in Cristo) quotidianamente secondariamente ti voglio esporre una mia considerazione: L’Uomo è fatto a immagine e somiglianza di Dio e quindi in ogni uomo anche nel più “malvagio” vi è una parte buona e spesso quelli che noi riteniamo malvagi sono solo incompresi. Fatta questa considerazione io ogni giorno prego per tutte le anime che sono oltre che in Paradiso e in Purgatorio anche all’Inferno soprattutto chiedendo l’intercessione di Sant’Antonio da Padova, il Santo dei miracoli. Tu cosa ne pensi? Puoi gentilmente dirmi se vi sono e vi sono stati altri fratelli che hanno pregato per le anime dell’Inferno? Grazie per l’attenzione e buona giornata  Sia lodato Gesù Cristo  Andrea  Risposta del sacerdote Caro Andrea, 1. non è molto che abbiamo sentito nel Vangelo domenicale la parabola del ricco che banchettava lautamente e del povero Lazzaro. Il primo è finito all’inferno. E vedendo Lazzaro accanto ad Abramo, chiese a quest'ultimo di mandare Lazzaro ad intingere la punta del dito nell'acqua per toccargli la lingua. Abramo gli rispose che non era possibile perché tra le due situazioni, paradiso e inferno, c'è un grande abisso. Il grande abisso sta a dire che la situazione dell'inferno, come del resto anche quella del paradiso, è irreversibile. 2. Se fosse utile pregare per coloro che sono all'inferno bisognerebbe concludere che la loro pena potrebbe diminuire fino ad azzerarne l’eternità. Ma questo non è possibile, perché fuori della vita presente non si può più meritare. E non si può meritare perché non c'è il tempo per meritare. Infatti sono fuori del tempo. Sono nell’eternità, che è un istante che non passa. 3. Scrive San Tommaso d'Aquino: “Fu un errore di Origene il pensare che dopo un certo tempo anche i demoni sarebbero stati liberati dalle pene per la misericordia di Dio.  Ma questo errore fu riprovato dalla Chiesa per due motivi.  Primo, perché contraddice apertamente le affermazioni della Scrittura, tra le quali questa dell'Apocalisse: "E il diavolo loro seduttore fu gettato nello stagno di fuoco e di zolfo, dove sono già la bestia e i falsi profeti, e saranno tormentati giorno e notte nei secoli dei secoli" (Ap 20,10): espressione quest'ultima che nella Scrittura sta a indicare l'eternità.  Secondo, perché se da una parte Origene esagerava la misericordia di Dio, dall'altra la restringeva. Infatti è identica la ragione per cui si ammette che gli angeli buoni permangano nell'eterna beatitudine, e che gli angeli cattivi siano puniti eternamente. Perciò, come ammetteva che i demoni e le anime dei dannati a un dato momento verranno liberati dalle pene, così ammetteva che gli angeli e le anime dei beati dovranno finalmente essere sottoposte alle miserie della vita presente” (Supplemento alla Somma teologica, 99,2).  Perciò “come è da escludere che la vita dei giusti ad un certo punto debba finire, ugualmente va anche escluso che termini il supplizio dei reprobi” (Ib., 99, 3, sed contra). 4. Sull'inutilità della preghiera per i dannati ecco che cosa dice ancora San Tommaso: “Come spiegano Sant’Agostino e San Gregorio, i santi in questa vita pregano per i loro nemici, perché si convertano a Dio, mentre sono in grado di farlo. Se infatti noi sapessimo che essi sono tra i destinati alla [seconda] morte, la nostra preghiera per loro sarebbe come quella fatta per i demoni. E poiché, per coloro che sono morti senza la grazia, dopo la vita presente non c'è più tempo di convertirsi, non si fa per essi nessuna preghiera, né da parte della Chiesa militante, né da parte di quella trionfante. Adesso invece dobbiamo pregare per loro, secondo le parole dell'Apostolo, “affinché Dio conceda loro il pentimento, e si liberino dai lacci del diavolo” (Ib., 99, 3, ad 2). 5. Pertanto la preghiera fatta per i dannati è inutile. Neanche la preghiera di Sant’Antonio può ottenere
il ribaltamento di una sentenza eterna. Tuttavia non è stata inutile per te, perché ogni opera buona, soprattutto se è compiuta in grazia di Dio, è meritoria. Ti benedico, ti ricordo nella preghiera e ti auguro ogni bene. Padre Angelo
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turuin · 6 months
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He who controls the spice
Questa settimana l'ho sentita tutta. Ieri, in particolare, era uno di quei giorni che tendono a mandarmi in ansia una settimana prima. La scaletta del giorno consisteva in:
arrivare alle 10:00 nella vecchia sede per parlare di e-learning e intelligenza artificiale con dei tizi che non conosco, dato che l'azienda ha deciso di "formarmi" per produrre quel genere di contenuto.
rientrare nella sede nuova (a poca distanza) per accogliere un cliente con cui siamo andati a pranzo.
alle 14, dopo pranzo con cliente e direzione, rientro in azienda per SETTE meeting consecutivi, con tutti i referenti dei mercati esteri di questo cliente, per coordinare i prossimi step formativi.
alle 19, finito il turno, sono andato a farmi una birra, a cena fuori e poi al cinema con due colleghi. A vedere Dune, parte 2, motivo per cui siamo usciti dal cinema all'una meno dieci.
E questo post, riepilogativo del mio stato d'animo derivante dalla settimana di merda culminata nella giornata pesantissima di ieri, in realtà vuole andare a parare proprio sull'ultimo punto, ovvero: Dune parte 2, diretto da Denis Villeneuve e tratto dall'inadattabile romanzo fantascientifico di Herbert.
E già il fatto che io metta subito in campo l'aggettivo "inadattabile" dice molto di come io la pensi sul film in due tempi la cui visione ho completato iernotte.
Non spetta a me giudicare la fotografia, il ritmo, i (pochi!) dialoghi o l'accompagnamento (un po' scontatello) musicale di Hans Zimmer.
Dirò dell'altre cose ch'io v'ho scorte.
Intanto, biforchiamo subito il discorso: avete letto il libro (sarebbe meglio dire: il libro e i suoi seguiti almeno fino a "Imperatore Dio di Dune")? Perché se lo avete fatto vi dico due cose: è l'adattamento migliore, tra i tre (Lynch, per ovvi motivi di budget e di De Laurentiis non ha potuto che affrettare il finale in maniera confusionaria; la serie TV lasciamola perdere) e dovreste sapere subito che Chani è stata portata in primo piano come nel libro, tutto sommato, non era.
Se non avete letto il libro: potete vedere Dune, di Denis Villeneuve, in due comode parti da circa 3h l'una, con Timotè Scialamè (mi rifiuto di mettermi a scrivere il suo nome come si deve tutte quelle H e accenti) eccetera eccetera SOLO se vi piacciono i film sci-fi con una gran bella estetica e se la presenza di tre tonalità di colore in tutto (bianco, nero e giallo) non vi infastidisce troppo.
E' imprescindibile? No. E' un buon film di fantascienza? Per lo scrivente, un buon film di fantascenza toglie il disturbo dopo due ore e mezza al massimo e solo se mi giustifica quei trenta minuti di troppo in maniera eccelsa, ma YMMV, come si dice. Cinque ore spalmate su due film è proprio un NO, a meno che non si sia dei grossi fan del materiale di partenza, come nel mio caso. Però non si può proprio dire che sia brutto. MA se non avete una cazzo di idea di cosa sia Dune o di cosa rappresentino i personaggi o le fazioni che vedete, sospetto che non vi piacerà affatto. Anche perché è estremamente AVARO di spiegazioni.
Zendaya è bravissima. Anya-Taylor Joy compare a promettere che Villeneuve voglia adattare anche "Messia di Dune", povero lui. Timoteo Scialameo fa il suo, ma non è Kyle MacLachlan; è un twink sperduto nel deserto, e Bardem alla terza volta che lo guarda con gli occhi a cuoricino (lisan al ghaiiiiiib! 🥺🥺🥺) vien voglia di piazzargli un martellatore in testa.
Un appunto: la sorella di Paul verrà chiamata Santa Alya del Coltello perché quel cazzo di coltello lo deve brandire. Se non la fai manco nascere c'è qualcosa che non mi torna.
Un appunto parte due: ma ci sono volute CINQUE ore di film tra primo e secondo per vedere un verme delle sabbie in maniera decente? Carlo Rambaldi ti perseguiti. Un appunto parte tre: il cast è stato in larga, larghissima parte, sprecato. Perché se devi prendere degli attori di questo calibro e fargli dire tre battute in croce non è casting, è fanservice.
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ross-nekochan · 3 months
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Resoconto della prima settimana del nuovo lavoro.
Sono stanchissima e non so bene il perché. Forse è perché è tutto un insieme di abitudini nuove, forse perché fa pure un sacco di caldo, però alzarmi la mattina sempre alle 6:40 è stata una botta in fronte più delle settimane precedenti.
È stata dura abituarsi a tutto nuovo: il vecchio ufficio era la mia seconda casa, sentivo tutto parzialmente mio e, sebbene sapessi che staccarsi da quei comfort sarebbe stata dura, viverlo è stato pure più pesante del previsto. È una cazzata, lo so pure io, ma ora abituarsi al caffè e ai caffellate acquosi dei konbini è tosta, oltre allo sbatti di doverci andare e pagare pure per quella mezza merda. Sto pensando di portare qualcosa da casa perché io non sono il tipo da fare ste spese stupide che a fine mese un poco si sentono; questa settimana è stata di rodaggio e di indulgenza, non a caso ho mangiato pure un po' più del solito nonostante sia un periodo in cui non mi vedo particolarmente bene. Avevo fatto un minicut prima di andare in India che non era nemmeno andato troppo bene a livello di kg persi, poi ovviamente ho ripreso qualcosa perché figurati se in viaggio mi metto a fare la dieta, poi tra preciclo e ciclo la bilancia non l'ho voluta vedere nemmeno col binocolo, finito il ciclo mi sono sentita un poco più me stessa e ora questa settimana nuovamente gonfia come un pallone e quindi più mi sento gonfia più mangio per disperazione (non fa una piega proprio). In verità sto pensando di farmi seguire da qualcuno da Settembre perché dopo 2 (diciamo 3) anni mi sono un po' stufata di fare quasi tutto da sola, però dato che ovviamente pagherei un PT in Italia dovrei pagare in euro e, data la situazione disastrosa dello yen, parte di me è un po' restia - pure perché è da tempo che voglio pure cominciare la psicoterapia, perché anche là sia altri soldi sia altri euro e quindi boh che palle sto paese di merda, uno già rischia la povertà con uno stipendio normale poi ci si mettono pure le politiche economiche di merda.
Il lavoro in sé per sé non mi dice niente, quasi mi fa schifo (come quello vecchio) e questa è stata l'ennesima conferma che a me i lavori d'ufficio fanno proprio cacare. Non hanno proprio senso e mentre stiamo tutti cacati per l'IA, io non mi capacito di come tutti sti processi non siano stati ancora automatizzati: cioè spiegatemi il senso di dover compilare decine di moduli al giorno A MANO e di controllare se le info scritte in documenti diversi siano giusti. Sono sicura che l'IA lo saprebbe fare pure meglio, però eccoci qua a perdere tempo per qualche spicciolo. Il problema è che non sono nemmeno una sognatrice e seppure vorrei fare lavori meno monotoni e fighi, voglio pure i soldi, per cui almeno per il momento, mi tengo il lavoro d'ufficio bello stretto finché dura. Il lavoro vecchio mi manca perché ormai sapevo quasi fare tutto, però come mi ripeto da sola e come mi ha detto la mia amica "alla fine hai cambiato SOLO per i benefit", ed è vero, quindi pensiamo che ho avrò più ferie e smart (sebbene ancora devo capire come funziona perché a quanto pare non danno lo smart in giorni fissi ma li richiedi tu ogni tanto) e non ci pensiamo più.
Un'altra cosa buona è che il livello di giapponese che devo usare adesso mi pare più alto (oltre a dover usare ancora meno l'inglese). Sarà pure che è pieno di termini nuovi (ormai quelli del vecchio lavoro li avevo imparati quasi tutti), ma mi sento più in difficoltà (ed è una cosa buona perché significa che ho solo margine per migliorare). Problema grosso sono le telefonate: mai stata amante nemmeno in Italia, figuriamoci a parlare al telefono in una lingua non tua e con persone che ti parlano a manetta in maniera inutilmente cerimoniosa (e tu devi esserlo altrettanto)... spero non mi dicano mai di cominciare a rispondere perché penso che mi ci vorranno tantissimi mesi per sentirmi pienamente in grado.
Una cosa di cui sono contenta è che, dopo un anno, scrivere mail in keigo non è più un problema. A volte sono così fiera delle mail che scrivo che faccio le foto e le invio alle mie amiche (con cui non faccio che bestemmiare questo popolo per queste inutili cerimoniosità). In più a volte quando parlo mi escono parole che nemmeno ricordavo di sapere e mi sento in grado di affrontare la maggior parte delle situazioni quotidiane senza troppe preoccupazioni (andare al comune, visite mediche ecc) anche se non capisco tutto, in qualche modo si fa. Insomma, il motivo per cui sono venuta era principalmente questo e sono felice di star migliorando. Certamente avere attorno continuamente persone straniere che parlano letteralmente come fossero native è deprimente, però oh, loro sono qui da anni e anni, per me questo è il secondo anno in totale e anche se lo studio dal 2014 si sa che non è la stessa cosa che vivere la lingua tutti i giorni.
Questa domenica ho il test per la certificazione linguistica di giapponese livello N2 (il secondo più alto), ma già so che non passerò per la seconda volta perché oggettivamente non ho studiato molto e nelle ultime settimane non ho proprio aperto libro. Ho speso altri 7000¥ a vuoto e pazienza...
Nella metà di Agosto a quanto pare ci sarà una settimana intera di festa per l'Obon (la festa dei morti) e non mi pare vero. È dal 7 maggio che lavoro senza sosta e sono oggettivamente molto stanca. Manca un altro mese quindi non possiamo far altro che farlo passare. Madonna bella.
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libero-de-mente · 2 years
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La dieta pre natalizia
Natale è alle porte, anche questo anno cadrà il 25 dicembre. Un caso? Non credo proprio.
Nel mese che precede l'evento degli eventi sarà cosa buona e giusta mantenere un regime alimentare dietetico, per evitare durante le festività di andare in sovrappeso sul sovrappeso del sovrappeso di base.Vi consiglio dunque alcune semplici diete:
1. Dieta Mediterranea
Consiste nel pasteggiare con cibi prodotti sul Mediterraneo e bevendo l'acqua del Mar Mediterraneo. Non va bene quella troppo ricca di Ionio o l'Adriatico che è ricca di sali di sabbia. In pratica non riuscirete a mangiare, così dimagrirete. Nonostante gli sforzi, essendo sotto le festività natalizie, vi invitano a ventordici cene di lavoro, ottordici cene tra amici vari, trenttanta compleanni, tre o quattro cene scolastiche/oratorio/congrega dei cazzari e vari aperitivi. Niente, morirete grassi. Giudizio: speravo de morì prima.
2. Dieta DASH
Una dieta che va bene anche con le besse temperature invernali, un misurino prima dei pasti e un POD dopo i pasti, se non andrete al Creatore diventerete sicuramente cangianti dentro. Finalmente qualcuno che potrà asserire di essere "bello dentro", senza dover avere la conferma del proprio radiologo. Giudizio: mecojoni.
3. Cronodieta e dieta mima digiuno
Devi sbrigarti, hai pochi secondi per ingurgitare quello che hai nel tuo piatto. Pronti? 3.. 2.. 1.. stop! Tempo finito. A questo punto per riuscire a finire il cibo nel piatto dovrai per forza ridurre le quantità. Se alla fine del tempo resterà qualcosa nel piatto subirai una penalità: digiuno minimo per 6 ore. Questa dieta vi darà un grande insegnamento: che l'uomo non sopporta il peso del tempo, figuriamoci quello del grasso corporeo. Giudizio: esticazzi.
4. La Dieta Paleolitica
Una dieta semplice e ancestrale. Per prima cosa trova un sito dove vissero l'Homo habilis o l'Homo erectus, appropriati delle grotte e segui lo stile di vita di questi nostri antenati. Vantaggi: dopo i primi duri giorni all'addiaccio, affamati e assetati avrete delle visioni mistiche; infatti vi apparirà Alberto Angela che vi racconterà la storia dell'umanità. Se alla fine della dieta non sarete ridotti a reperti paleontologici sarete di sicuro acculturati. Degli zombie che sbranerebbero un altro essere umano, ma con un sacco di cultura dura e pura. Volete mettere? Giudizio: daje!
5. La Dieta Dissociata
Molto semplice quanto complessa. Bisogna dissociarsi. Con tutto e tutti. Non prendere mai una posizione ben delineata ma restare nel limbo anarco-rivoluzionario-bastian contrario. Pasta con la basta... forse è il contrario. Vi dissocerete così tanto da diventare dei NoDietox convinti. Vi convincerete invece che guardare alla televisione per quattro ore al giorno programmi di allenamenti, vi farà dimagrire dal divano. Giudizio: in culo te c’entra, ma in testa no.
6. La Dieta Zona
Scegliete quale zona vi aggrada, zona 30, zona ZTL. Se abitate a Milano potete comodamente trasformarle in aree: Area B e Area C.Parlo delle zone d'accesso alla cucina e che delimitano dispense, frigoriferi e cantine con alcol e salumi appesi.Se accedi a una di queste zone negli orari che non solo la pausa pranzo o la cena: multa.Se apri il frigorifero negli orari non consentiti: multa. Se il cibo "uscito" dal frigorifero non è Sugar 0, 1 o al massimo 2: multa. Se la vostra zona erogena sono i carboidrati: multa. Se la vostra zona comfort ha le dimensioni, la consistenza e la farcitura di una pizza: multa. Giudizio: mavattelaapijànderculo
7. Weight Watchers
Che tradotto dall'inglese significa "controllo del peso". Sarai controllato, come in un Grande Fratello VIP (Vaffanmocc Icchè Pelànda). Sarà tutto sotto controllo, anche il vostro peso. Non potrete mangiare più di nascosto dentro la doccia, sotto le lenzuola o chiusi in un armadio. Tutto sorveglia con l'occhio del Grande Budello. Se vi becca sarete espulsi dalla casa, nel vero senso della parola. Vi sarà concesso di vivere in auto, se non avete un'auto vi verrà dato d'ufficio un sotto ponte dove dimorare. Giudizio: si' te pijo t'arovino, te corco.
8. La Dieta chetogenica
Una dieta stile anni '80 ma sempre un bel amarcord. Mangerete libri di cibernetica e insalata di matematica, se si sgarra con il cibo verrete severamente puniti con dei raggi gamma. Dopo la prima fase di dimagrimento rapido perderete leggermente l'uso della parola. Non riuscirete più a dire "chetogenica", ma "chetogenca", dopo due settimane "hetogenica" per finire con un patetico "gnegnica". Probabilmente la dieta starà modificandovi il DNA ma voi non lo saprete perché "non ve l'ho dicono!11!". Giudizio: te rivorta come ‘n carzino.
9. La Dieta Atkins
Fu scritta dal Faraone Tutankhatkins II. La dieta piramidale, nel senso che per bruciare calorie dovrete costruire una piramide in blocchi di granito. Se sarete bravi e ligi nel rispettare le consegne alla fine verrete premiati dall'ex Ministro delle antichità dell'Egitto Zahi Hawass, con il premio la Sfinge Tapiro d'oro. All'inaugurazione della piramide ci sarà anche Roberto Giacobbo che, con un permesso speciale, infilerà una sonda con telecamera nel vostro esofago per dimostrare che è perfettamente vuoto. "Omar, attento all'ugola lì si scivola" (cit.). Giudizio: a ‘nfame!
10. La Dieta Plank
La dieta risale agli ultimi anni dell'800, fu scritta da Karl Plank nel suo libro "Il Capitone". Come dimagrire cercando di mangiare capitoni vivi. A mani nude sia chiaro. Dimagrirete di stenti e fatiche, questa è una dieta che i proletari imponevano alla borghesia, rea di mangiare capitoni fritti impanati e poi ripassati in forno, mentre il popolo doveva accontentarsi degli scarti. L'unico modo di mangiare un capitone in umido senza ingrassare è quello di andarselo a pescare in alto mare con le reti a mano. Giudizio: ma va’ mmorì ammazzato!
Bonus:11. La dieta delle banane
Come tutte le diete da me spiegate sopra, anche questa è stata sperimentata direttamente da me. Per descrivervi questa dieta dovrete però aspettare che io smetta di saltare da un ramo all'altro degli alberi che ho in giardino. Uh uh uh uhn attimo e poi recensirò anche questah-ahah pyow pyow pyow... hack hack hack hack! Giudizio provvisorio: stamme a ‘n parmo dar culo.
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1 febbraio 2023
Stamattina sono andata a cercare un top da mettere sotto la giacca per la laurea e ho finito per scegliere un maglioncino leggerissimo bianco che è così leggero che non si notano i bordini da maglioncino al collo e alle maniche il che lo rende molto più elegante del semplice maglione che è. Il che a me va più che bene. Non sono una ragazza che riesce a stare vestita con canotte o top corti/scollati in pieno inverno, qui di questa soluzione è ottima. È elegante quanto basta e mi terra calda nonostante sia leggero. Adesso però vorrei trovare degli orecchini nuovi, ho solo cerchi e piccoli cerchi e cerchi di spessore diverso ma forme particolari no. A quanto pare gli altri punteranno a sembrare degli invitati ad un matrimonio in quanto ad eleganza, io vorrei andare più sul lato professional. Vedremo cosa riesco a trovare. Ho poi raggiunto 2/3 del gruppo in auletta dopo pranzo (also read: cibo che mangi ad orari di ospedale in 3 minuti senza neanche avere il tempo di capire cosa è perché poi devi sbrigarti a prendere il treno altrimenti quando arrivi troverai la copisteria chiusa e non puoi ritirare il tomo per la segreteria).
Ieri avevo avuto una mini discussione con Daniele su restauro. Dato che sta facendo una tavola introduttiva si è fatto passare le ultime tavole per vederle, però quando mi sono girata verso di lui stava iniziando a modificare cose di cui nessuno si era lamentato, anzi cose che avevamo approvato per la sintesi, al che abbiamo litigato un po’ su questa cosa e io mi sono innervosita assai. Era come se tutto quello che avessi fatto fino ad ora era sbagliato ai suoi occhi e che andava tutto modificato secondo delle regole che lui aveva scoperto, non aveva letto niente che riguardasse queste tavole quando gli ho passato il pdf del tomo e stava iniziando a fare ragionamenti sensazionali, talmente innovativi che io li avevo già inseriti, era lui che non ha letto. Però quando fa così comunque per avere ragione cambia la cosa che ha capito leggermente così sembra davvero un’idea nuova e quindi ha ragione lui. Come faceva Lucia, è assurdo quanto due persone della stessa città si somiglino caratterialmente senza nemmeno conoscersi. Si era pure lamentato del fatto che lui aveva trovato un errore sull’unica tavola che lui aveva fatto e che io non avevo corretto, inconcepibile. Oltre ad essere multitasking e finire 4 tavole da sola e aiutare gli altri con le loro ho errato anche a fidarmi di quello che ha fatto perché è assurdo a quanto pare fidarsi degli altri componenti del gruppo nel fare il proprio lavoro quando tu non hai il tempo neanche di respirare. Fatto sta che io ho detto che non ero d’accordo e l’ho lasciato fare, ho continuato a finire quello che stavo facendo e basta, occhi sul mio pc. Quando poi mi sono alzata per andare a prendere un po’ d’aria e fare un salto alle macchinette lui si stava alzando contemporaneamente per andare a fumare e quindi ci troviamo ad uscire insieme dall’auletta e mi chiede cosa ho, io gli rispondo che non ce l’ho con lui (un po’ si) e che ce l’ho più che altro con me stessa, lui mi chiede in che senso e io gli dico che sono fatti miei. Mi dice che oggi non riesce a capirmi. Poi mentre fuma mi spiega cosa stava cercando di fare, riusciamo ad avere una conversazione normale solo perché sono io che metto da parte il mio orgoglio e tuto il resto, ci troviamo a disagree su un’altra cosa ma rimaniamo che lui sentirà il prof e seguiremo quello che dice.
Io mi conosco quindi so che se faccio passare qualche giorno questa cosa mi passerà e non ci penserò più, però un po’ mi ha ferita stamattina. Proprio nel modo in cui ha detto certe cose. Però vabbè è inutile discutere su questo quando lui è tecnicamente un membro del gruppo e in quanto tale ha tutti i diritti di cambiare le cose. È solo che vedo tutto il mio lavoro dismissed così, senza neanche essere capito o guardato. Bho. Mi sono ‘affezionata’ troppo a queste tavole/lavoro che sono in una fase in cui non accetto critiche? No perché le sue non sono critiche, è peggio. Vabbè. I’m going to practice a bit of detachment.
Quando torno a casa ci sono 5 ore di live di Jungkook con karaoke session, tattoo tour, dog, natal chart e besties FaceTime su ig, che mi aspettano e sono l’unica cosa che mi fa sentire un po’ meglio.
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