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#fra il 2019 ed il 2020
newsintheshell · 2 years
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KONOSUBA AN EXPLOSION ON THIS WONDERFUL WORLD: lo spinoff prequel su Megumin arriverà ad aprile, godiamoci il nuovo trailer
Ancora nessuna data per la terza stagione della serie principale.
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Tanti auguri Megumin! Festeggiamo tutti assieme il compleanno della nostra maga delle esplosioni preferita, con il nuovo trailer di “KONOSUBA: AN EXPLOSION ON THIS WONDERFUL WORLD!”.
Lo spinoff prequel della celebre commedia fantasy isekai, nata dalla penna di Natsume Akatsuki (Kemono Michi: Rise Up, Combatants Will Be Dispatched!), avrà proprio lei come protagonista e andrà in onda a partire da aprile 2023.
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La serie animata è in cantiere presso lo studio DRIVE (To Your Eternity Season 2, Teppen!!!!!!!!!!!!!!! Laughing ‘til You Cry) con alle spalle più o meno lo stesso staff di sempre.
Alla sceneggiatura troviamo ancora una volta Makoto Uezu (Kengan Ahsura, Fate/Grand Carnival) e il chara design è sempre quello di Koichi Kikuta (Tamayomi, Blue Reflection Ray) al character design.
La regia, invece, è affidata al debuttante Yujiro Abe, mentre stavolta Takaomi Kanasaki (Kore wa Zombie Desu ka?, Princess Connect! Re:Dive) si occupa solo della supervisione.
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Ricordo, inoltre che è già stata confermata anche una terza stagione di “KONOSUBA: THIS WONDERFUL WORLD!”, prodotta dallo stesso team, ma ancora non sappiamo quando andrà in onda.
La prima stagione di 10 episodi, è andata in onda durante l’inverno del 2016, mentre la seconda stagione è stata trasmessa l’anno seguente. Inoltre sono stati prodotti due episodi OVA inclusi con il 9° e il 12° volume del romanzo. 
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Questi primi adattamenti sono stati realizzati presso STUDIO DEEN (Sasaki and Miyano), mentre J.C. STAFF (DanMachi) si è occupata del film del 2019 chiamato “KONOSUBA: LEGEND OF CRIMSON”.
Satou Kazuma è un ragazzo che passa tutto il giorno in casa a giocare ai videogiochi. Un giorno ha un incidente e muore. Con sua sorpresa si risveglia davanti ad una splendida ragazza, la dea Acqua, la quale gli offre di reincarnarlo in un altro mondo. Può portare qualsiasi cosa voglia con sé. Il ragazzo accetta e sceglie proprio Acqua. D'improvviso si ritrovano catapultati in un mondo fantasy dove li aspetta una grande avventura, ma prima devono procurarsi cibo, vestiti, un riparo, l’equipaggiamento…e come se non bastasse, questo mondo è sotto la minaccia dell’armata del Re dei Demoni!
La light novel principale, illustrata da Kurone Mishima (Akashic Records of the Bastard Magical Instructor), è stata pubblicata fra il 2013 e il 2020. La storia è stata raccolta in 17 volumi.
Dell’opera esiste anche una versione manga, disegnata da Masahito Watari, giunta attualmente al 16° volume ed edita in Italia da Panini Comics, sotto l’etichetta Planet Manga.
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Autore: SilenziO)))
blogger // anime enthusiast // twitch addict // unorthodox blackster - synthwave lover // penniless gamer
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antennaweb · 3 months
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lamilanomagazine · 5 months
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Udine: arrestati 7 soggetti destinatari di provvedimenti definitivi e una donna Croata ricercata in Italia per furto aggravato
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Udine: arrestati 7 soggetti destinatari di provvedimenti definitivi e una donna Croata ricercata in Italia per furto aggravato Nell'ultimo periodo, personale della Squadra Mobile della Questura di Udine ha dato corso ad alcune misure coercitive della libertà personale, nei confronti di soggetti domiciliati in questa provincia. Un 25enne cittadino iraniano, clandestino sul territorio nazionale, è stato rintracciato perché deve scontare un provvedimento che prevede la sua reclusione per 1 anno e 2 mesi, in quanto condannato per reati inerenti agli stupefacenti, compiuti negli anni scorsi in questo centro. Un connazionale di 28 anni è stato arrestato perché deve scontare una pena residua di 9 mesi, in quanto è stato documentato dalle indagini essere appartenente ad un sodalizio transnazionale dedito al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina verso l'Italia, dai paesi balcanici, di soggetti provenienti dall'area asiatica. L'uomo che deve scontare una pena a 2 anni e 6 mesi, si trovava già ristretto agli arresti domiciliari, ma violava le prescrizioni del caso e per questo veniva associato presso il carcere di Udine. Un 36enne cittadino rumeno, dimorante in Italia da diversi anni, è stato arrestato per scontare una pena di 4 anni e 5 mesi di reclusione, perché destinatario di un provvedimento di cumulo pene, per fatti commessi in questo centro dal 2019 al 2022, inerenti agli stupefacenti, furto aggravato e maltrattamenti in famiglia. Per ultimi sono stati rintracciati e tratti in arresto due cittadini afghani, irregolari in Italia, rispettivamente di 34 e 29 anni, che devono scontare le pene della reclusione di 2 anni e 2 mesi il primo e 3 mesi il secondo, a seguito delle condanne del Tribunale di Udine, inerenti agli stupefacenti, per fatti compiuti ad Udine fra il 2020 e il 2022. Inoltre sono stati eseguiti 2 provvedimenti di collocamento in regime di detenzione domiciliare nei confronti di connazionali di 52 e 54 anni, condannati rispettivamente a 4 mesi e 2 mesi di reclusione, per furto aggravato. Il 3 maggio scorso, a Lovran in Croazia, la Polizia croata ha dato esecuzione al Mandato di Arresto Europeo disposto a seguito dell'ordine di carcerazione emesso dalla Procura Generale presso la Corte D'Appello di Trieste, nei confronti di una 39enne cittadina croata. La donna deve scontare una pena di 2 anni e 6 mesi di reclusione, successiva a un cumulo pene disposto a seguito delle sentenze del Tribunale di Udine e della Corte d'Appello di Trieste per una serie di eventi predatori a danno di strutture commerciali avvenuti in quelle provincie fra il 2015 ed il 2020. Le indagini compiute a seguito del provvedimento di condanna dalla locale Squadra Mobile, con il concorso della Direzione Centrale della Polizia Criminale, Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia, permettevano di acclarare che la donna, in Italia risultava da molto tempo irreperibile e si trovava nella nazione di origine, dove veniva rintracciata presso la sua attuale dimora dalla Polizia croata che dava quindi corso al Mandato di Arresto Europeo che la Procura Generale di Trieste aveva provveduto a predisporre. Sono in corso le procedure estradizionali.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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agrpress-blog · 8 months
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Debutterà martedì 13 febbraio 2024 alle ore 20.45 al Teatro Brancaccio - via Merulana, 244 - La Divina Commedia Opera Musical testi di Gianmario Pagano e Andrea Ortis, regia di A. Ortis, musiche di Marco Frisina, voce narrante Giancarlo Giannini. «Un mondo che nasce da un libro, un libro che è scritto... parte da qui questa grande avventura, proprio da... un libro, o IL libro o i libri o come si voglia, la più grande opera d’ingegno letterario di tutti i tempi. Ed è dalla sua lettura che si scopre come tutto sia possibile, e lo è, sempre, quando, leggi... la lettura apre un mondo libero, uno spazio non spazio in un luogo non luogo, dove, al lettore, tutto è concesso... immaginare, costruire, smontare, fermarsi e colorare... quello della lettura è un non tempo, una sospensione creativa fertile, alla quale ognuno, può, se vuole... partecipare. E non v’è timore, in uno spazio libero, di immaginare il proprio Dante, che scrive e cancella, pensa e si attarda, sbaglia, si blocca e... riparte come un fiume in piena... non v’è paura nel riferire i suoi pensieri, le speranze raccolte, le disillusioni feroci... diventando, anche, lui, in lessico teatrale... slancio in avanti evoluto, contemporaneo, pioniere. La condizione di quest’uomo e del suo genio è la condizione stessa del suo limite, della sua profonda umanità; e in teatro, il teatro lo rende “presente”, solo tempo possibile a teatro, unica scelta ammessa, per questo vero, tangibile, credibile, all’interno di una storia che nel suo sviluppo, inizia (Inferno), si evolve (Purgatorio) e si compie (Paradiso) consegnando a tutti una Divina Commedia intatta e completa. Questa verità teatrale, costruita su scenografie versatili, coreografie acrobatiche, costumi suggestivi, proiezioni in 3D di ultima generazione, condotta su musiche orchestrali emozionanti, è pelle, carne e sangue di un uomo modernissimo, attuale, vivente. Questa verità teatrale riduce le distanze, porta con sé il genio fiorentino attorno e addosso a chi, oggi, con occhi giovani si affaccia curioso e affamato... a vivere la propria, personale, libera... “commedia”» (Andrea Ortis) Prodotto da MIC International Company, l’acclamato kolossal, che nelle passate stagioni ha incantato i principali teatri italiani con ripetuti sold out, si rianima di nuova potenza e straordinaria bellezza. Il più grande racconto dell’animo umano, della sua miseria e della sua potenza, fra vizi, peccati e virtù che non conoscono l’usura del tempo, riprende la forma dello spettacolo di voci, danze e tecnologia in un allestimento così straordinario da far guadagnare a La Divina Commedia Opera Musical la Medaglia d’oro dalla Società Dante Alighieri, il titolo per ben due volte di Miglior Musical al Premio Persefone edizione 2019 e edizione 2020, e la partecipazione istituzionale nel 2021 con il riconoscimento del Senato della Repubblica, il patrocinio del Ministero della Cultura nel 2021, oltre al sempre costante patrocinio morale della Società Dante Alighieri. Successo, riconoscimenti e presenze di grandissima valenza.  Inferno, Purgatorio e Paradiso: proiezioni immersive in 3D inondano il pubblico e lo immergono nell’immensità sublime che solo il padre della lingua italiana ha saputo creare nelle tre cantiche. E in questo viaggio teatrale, dove la tecnologia è elemento essenziale della narrazione, tutti gli spettatori, anche i più giovani, possono ammirare, comprendendola appieno, la grandezza del Sommo Poeta. L’edizione 2024 si arricchisce di numerose novità a completamento di testi innovativi e quadri scenici realizzati e pensati dal regista e dal team creativo per rendere l’opera musical un moderno kolossal teatrale: nuovi effetti tecnologici di luci e proiezioni, ancor più evoluti e sorprendenti, che dipingono la scena con quadri in 3D in continuo mutamento; nuovo cast; nuova voce narrante. Dante nell’immortalità della sua opera che continua a essere la più potente descrizione dell’animo umano, per peccati, debolezze, paure e ossessioni.
Dante e il suo viaggio senza tempo che va avanti da più di sette secoli, la Divina Commedia. In essa il Poeta si ritrova ad affrontare e superare una prova che mai nessuno aveva concepito prima, l’attraversamento da uomo dei tre regni ultraterreni: l’Inferno, il Purgatorio e il Paradiso. Nel primo, naviga tra le rovine spaventose della dannazione eterna: è una discesa agli inferi senza ritorno. Nel Purgatorio, il percorso è inverso: c’è la possibilità dell’espiazione con il passaggio definitivo al Paradiso, dove una donna, la sua Beatrice, è il volto della luce e l’ancora al cui pensiero lui si aggrappa nei momenti di maggiore sconforto. La Divina Commedia Opera Musical sviluppa il cammino allegorico e segue Dante nella ricerca tormentata di se stesso in un’epoca che per confusione morale e politica lui non vuole accettare. Lo spettacolo utilizza diversi linguaggi espressivi nel segno tracciato dal padre della lingua italiana. Il Dante viaggiatore in scena diventa la proiezione fisica della sua voce e rappresenta la maturità dell’irrequieto e sofferente poeta che, a metà della sua vita, ha trovato nella scrittura la salvezza. Ricorda così, con tenerezza, lo smarrimento e la paura provati di fronte a una selva oscura e a tre fiere: è l’incipit del capolavoro che sul palcoscenico viene “sfogliato” come un libro animato. Dante, scortato e rincuorato dalla guida di Virgilio, suo maestro e suo autore, passa, girone dopo girone, nell’Inferno, dai tormenti della Città di Dite ai sospiri dell’amore infedele, ma eterno, di Francesca; dai mari tempestosi e mortali di Ulisse alle foreste pietrificate di Pier delle Vigne fino ai laghi ghiacciati dove sconta la sua condanna nelle tenebre più fitte il conte Ugolino. Usciti «a riveder le stelle», oltre Lucifero, Virgilio conduce Dante in Purgatorio. È il teatro della seconda cantica, luogo costruito dalla fantasia dantesca con una logica perfettamente antitetica all’Inferno: coperto di boschi, è un monte che sale e via via si stringe. Ne è custode Catone, che Dante elegge a simbolo di libertà. In Purgatorio incontra la cortesia di Pia de’ Tolomei e poi, sulla punta più alta del colle, il sorriso felice di Matelda. Sarà quest’ultima, non potendo Virgilio andare avanti, ad accompagnare il poeta fiorentino verso l’incontro finale con Beatrice, in Paradiso dove regna «l’Amor che move il sole e l’altre stelle». La visionaria regia di Andrea Ortis dà allo spettacolo un potere avvolgente, di crescente tensione. Le musiche di Marco Frisina si fondono ai testi di Gianmario Pagano e Andrea Ortis. Le scene mobili costruite sui disegni di Lara Carissimi portano il pubblico in un’atmosfera magica rafforzata da proiezioni in 3D di ultima generazione. Splendide le coreografie acrobatiche di Massimiliano Volpini nella preziosa cornice delle luci di Valerio Tiberi e delle proiezioni di Virginio Levrio. All’inizio dello spettacolo, Dante si ritrova solo nella selva, assalito da dubbi e incertezze. Maria anima il mondo. La relazione tra la donna e l’uomo dà un senso alle perplessità intime e che dà inizio al viaggio del poeta. Il suo cammino però viene interrotto bruscamente dall’incontro con le fiere. È Virgilio, consegnato alla scena da un’apparizione carica di mistero a prendere per mano Dante, conducendolo, con fermezza e protezione paterne, all’interno del Purgatorio. Insieme vengono traghettati dall’eccentrico Caronte, uomo grottesco e visibilmente folle che schernisce malamente le anime che traghetta verso le sponde opposte dell’Acheronte. La sua enorme barca in scena color petrolio è mortifera, immersa in una palude dai riflessi color petrolio. È Caronte che apre le porte a una sequela di straordinari incontri. Dante conoscerà Francesca da Rimini, incarnazione formidabile della passione amorosa che nel peccato di lussuria trova la propria dannazione, costretta a vivere nella tempesta infernale e irrimediabilmente abbracciata all’amato Paolo. Alla compassione per chi morì d’amore, segue il terrificante passaggio
attraverso la città di Dite, in cui l’aggressione di demoni infernali, volanti, o striscianti, minaccia l’avanzata di Dante. Sempre al fianco del suo amato Maestro Virgilio, il poeta fiorentino approda nella mortifera foresta dei suicidi, che allo spettatore appare pietrificata, lugubre. Qui avviene l’incontro con Pier delle Vigne, altro personaggio storico, accusato in vita di tradimento: suicidatosi a causa di un onore irrimediabilmente compromesso, si presenta a Dante come tronco, impressionante immagine di sterilità e negazione della vita. Solo Dante riuscirà ad animarlo, anche se per poco, dandogli la possibilità di raccontare col canto la propria pena. Dante, profondamente scosso dalla crudeltà dei destini con cui entra in contatto, acquisisce una nuova consapevolezza. Poco dopo incontrerà sul proprio cammino Ulisse. Il loro incontro sarà reso in scena da contenuti visual animati in 3D. È il ghiaccio a chiudere il cerchio del passaggio infernale: con Ugolino, Dante raccoglie la disarmante testimonianza di un padre che divora i propri figli e ne rimane scosso e raggelato, tanto quanto la landa desolata all’interno della quale si consuma l’incontro con l’ultimo dannato. Dopo le immagini a tratti opprimenti, dalle forti tinte emotive del primo atto, Dante si ritrova immerso in uno scenario più rarefatto. Sulla spiaggia del Purgatorio incontra Catone, che con il proprio racconto canta la forza morale di chi non cedette al compromesso e si batté in modo integerrimo, in difesa della propria libertà di pensiero contro Cesare. Tra sfumature cangianti e paesaggi carichi di magia, Dante si imbatte in una processione di anime in preghiera, tra cui vi è Pia de’ Tolomei, vittima di femminicidio ad opera del marito. Dopo un malinconico canto notturno che incornicia Dante e Virgilio nell’unico momento di sosta lungo il viaggio, l’Angelo della Penitenza permette il passaggio attraverso la Porta del Purgatorio. Così Dante e Virgilio incontrano gli amici poeti Guido Guinizzelli e Arnaut Daniel. A illuminare come un faro nella notte il percorso, le brevi e topiche apparizioni di Beatrice rinfrancano la fiducia di Dante, che adesso più che mai percepisce prossimo l’avvicinamento, come spinto da una felicità ancora incosciente. Sarà proprio Beatrice a distrarlo dal momento solo il viaggio. Da solo Dante approda dunque nel paradiso terrestre, in cui la stravagante e leggiadra figura di Matelda lo conduce al fatidico incontro con l’amata. Una solenne processione introduce e sancisce il momento emozionante in cui Beatrice diventa luce che rischiara e guarisce dalle tenebre, simbolo di quell’Amor che move il sole e l’altre stelle, unica possibile chiave di accesso alla felicità: solo nell’incontro con la donna e con l’amore, Dante - o meglio - l’uomo, ritrova se stesso, scioglie i nodi della selva, e trova Dio. Medaglia d’oro Società Dante Alighieri. Premio Persefone Miglior Musical 2019 e 2020. Il valore di questo testo è nella sua modernità, nel patrimonio di identità culturale che porta con sé, nella sua “italianità”. È un caposaldo della nostra cultura italiana, come un quadro di Caravaggio, come la Pietà di Michelangelo, così la Divina Commedia parla di noi, della nostra cultura, intrisa di arte e genio. Tutto nella Comoedia si riferisce alla nostra epoca, che può e vuole trovare nella sua storia una nuova linfa. Otto cantanti-Attori, dodici ballerini-acrobati, cinquanta componenti in troupe, settanta scenari con effetti 3D, duecento costumi di scena. La Divina Commedia Opera Musical, di Gianmario Pagano e Andrea Ortis -regia: Andrea Ortis; assistente alla regia: Emma De Nola; interpreti e personaggi: Antonello Angiolillo (Dante), Andrea Ortis (Virgilio), Myriam Somma (Beatrice), Leonardo Di Minno (Ulisse/Catone/Guido Guinizzelli), Valentina Gullace (Francesca/Matelda), gipeto (Caronte/Ugolino/Cesare/San Bernardo), Antonio Sorrentino (Pier delle Vigne), Sofia Caselli (Pia de’ Tolomei/La Donna); corpo di ballo: Mariacaterina Mambretti,
Danilo Calabrese, Fabio Cilento, Alice Pagani, Serena Marchese, Arianna Lenti, Raffaele Rizzo Michela Tiero, Alessandro Trazzera; capo balletto: M. Mambretti; musiche: Marco Frisina; voce narrante: Giancarlo Giannini; scenografia: Lara Carissimi; coreografie: Massimiliano Volpini; luci: Valerio Tiberi; video: Virginio Levrio; suono: Francesco Iannotta; produzione: MIC International Company; patrocinio morale: Società Dante Alighieri; radio ufficiale: RDS; treno ufficiale: Frecciarossa -, già andato in scena a Senigallia (AN) - Teatro Fenice dal 25 al 27 gennaio scorsi -  e a Milano (Teatro Arcimboldi, dal 30 gennaio al 4 febbraio scorsi) rimarrà al Teatro Brancaccio fino a domenica 25 febbraio 2024 (orario: dal martedì al venerdì, ore 20.45; sabato 17 e sabato 24, doppio spettacolo alle ore 16.00 e 20.45; domenica 18 e domenica 25, ore 17.00). Dopodiché, proseguirà la sua tournée a Torino (Teatro Alfieri, da giovedì 29 febbraio a domenica 3 marzo) e a Catanzaro (Teatro Politeama da giovedì 7 a sabato 9 marzo).
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micro961 · 9 months
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Marco Rò - Il nuovo singolo “La vita non aspetta”
Il brano del cantautore sugli stores digitali e dal 22 dicembre nelle radio
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“La vita non aspetta” è il nuovo singolo del poliedrico cantautore Marco Rò, sui principali stores digitali e dal 22 dicembre nelle radio italiane in promozione nazionale. Il brano, distribuito da Amuse, vede la collaborazione di Dario Falasca per la parte musicale, ed è stato prodotto da Romabbella Records con la direzione artistica e gli arrangiamenti di Fabrizio Palma e la consulenza musicale di Lorenzo Sebastianelli. Il sound, curato nei minimi dettagli, possiede una veste attuale e di tendenza, ma evidenzia nello stesso tempo la forte personalità dell’artista, maturità acquisita da tanti anni di musica sulle spalle tra pubblicazioni e palchi. Le melodie che entrano in testa sin dal primo ascolto rendono il tutto estremamente radiofonico e l’interpretazione, intima e sentita di Marco Rò dona un’ulteriore spinta emotiva. “La vita non aspetta” è una riflessione su quanto tempo ed energie concediamo alla ricerca di una felicità che spesso appare sfuggente, dimenticando che il percorso dell’esistenza non è una gara di velocità.
Il singolo ha anche un videoclip, presto in anteprima nazionale, con la regia di Edoardo Taddei e Beatrice Campagna, ed è stato realizzato da Restart Media Company con la produzione esecutiva di Stefano Bacchiocchi.
“E anche se nel tempo dell’inganno la verità è un affanno, ciò che rende unico il tuo viaggio è il coraggio di essere quello che puoi.” Marco Rò
Storia dell’artista
Marco Rò è un cantautore romano, ex voce dei “Clyde” (Senza Controllo - 2004 Videoradio) con tanta esperienza live e collaborazioni per la tv, come cantante, musicista e corista. Pubblica l’EP “Un Mondo Digitale” (2011 - Novo Sonum/Edel) e “A un Passo Da Qui” (2017 - Romabbella Records), album “sociale” nato fra Inghilterra, Russia e Medio Oriente e nel quale sono presenti diverse collaborazioni, fra cui quella con il cantautore Marco Conidi. La titletrack del disco è inserita nella playlist del M.E.I. “Materiale Resistente 2.0” ed il video è uno dei vincitori del Roma Videoclip 2016. Firma la colonna sonora dei documentari “Matrimonio Siriano” e “Matrimonio Siriano, un nuovo viaggio” di Laura Tangherlini e della serie web “L’Anima de Roma” diretta da Fabrizio Giannini per il collettivo “The Cerebros”, con il quale collabora. Apre l’ultima data del tour “Sulla strada, controvento” dei Modena City Ramblers e partecipa agli eventi di “Risorgimarche 2019”, occasione in cui si esibisce anche con Neri Marcorè. Nel 2020 pubblica il suo ultimo EP “3”, interamente registrato presso l’Abbey Road Institute di Londra negli storici studios, avvalendosi della collaborazione di Jack Lewin al pianoforte e Gabriëlle Stok alla chitarra e dal quale vengono estratti i due videoclip “Laura” e “L’abitudine” (2021 - Romabbella Records / Blue Art).
Facebook: https://www.facebook.com/marcorofan
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Spotify: https://open.spotify.com/intl-it/artist/3jAjzN3YgRW8TC0UJrBceP?si=DaIuzXwfQmSqZfHIS1QpGQ
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Sito web: www.marcoro.it
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carmenvicinanza · 10 months
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Agnieszka Holland
L’armonia è di per sé impossibile senza le differenze.
Combattere i flussi migratori è inutile, nonché criminale. Sarebbe bello imparare a rendere possibile la coesistenza, ma non immagino un futuro roseo per l’Europa.
Agnieszka Holland, pluripremiata regista e sceneggiatrice polacca, rappresenta uno degli sguardi più liberi, acuti e apolidi del cinema contemporaneo.
Due volte candidata all’Oscar, nel 1985, per il Miglior Film Straniero con Raccolto Amaro e nel 1991 per la migliore sceneggiatura non originale di Europa Europa, Miglior Film Straniero ai Golden Globe e al New York Film Critics Circle.
I suoi film hanno spesso indagato temi come famiglia, sessualità, i passaggi delicati e misteriosi tra infanzia, adolescenza ed età adulta. Con forza e  grazia resta con discrezione accanto ai suoi personaggi, seguendone i movimenti e le scelte e, al tempo stesso, lasciando uno spazio creativamente aperto e praticabile in un’ambigua e densa sospensione.
Nata a Varsavia, in Polonia, il 28 novembre 1948, da madre cattolica e padre ebreo, la cui famiglia venne sterminata dai nazisti, è cresciuta in un ambiente di attivismo politico critico nei confronti del regime. Quando aveva tredici anni, suo padre, quadro del partito comunista polacco, è morto cadendo da una finestra mentre subiva un interrogatorio. Trasferitasi in Cecoslovacchia, si è diplomata in regia al FAMU, la celebre scuola di cinema e vissuto il periodo della Nová Vlna e della Primavera di Praga. Nel 1970 è stata arrestata come dissidente e solo dopo mesi di interrogatori e torture è riuscita a tornare in Polonia, dove è entrata a far parte del collettivo di cineasti guidati da Andrzej Wajda.
Ha iniziato come assistente alla regia, collaborato a diverse sceneggiature per il cinema e per la televisione e diretto diversi spettacoli teatrali, prima del film che le ha portato il vero successo, Attori provinciali, tra le pellicole manifesto del “cinema dell’inquietudine morale“, premiato dalla critica al Festival di Cannes nel 1980.
Nel 1981, a causa del colpo di Stato, si è stabilita a Parigi e, successivamente, negli Stati Uniti.
Nei film realizzati dopo aver lasciato il paese d’origine, Agnieszka Holland ha continuato a rappresentare personaggi che sentono il bisogno di una via di fuga, in lotta per la realizzazione personale, alla ricerca della felicitàe che alla fine falliscono o sono costretti ad accettare un dubbio compromesso.
Del 1988 è Un prete da uccidere, ispirato dalla storia vera di prete vicino a Solidarność ucciso dalla polizia segreta.
Nel 1992 Olivier Olivier è stato presentato alla Mostra del Cinema di Venezia e l’anno successivo ha diretto Il giardino segreto prodotto da Francis Ford Coppola e collaborato con Krzysztof Kieslowski, alla sceneggiatura della sua trilogia Tre Colori.
Poeti dall’inferno del 1994, girato in Belgio, narra il rapporto devastante fra Paul Verlaine e Arthur Rimbaud, interpretato da un giovanissimo Leonardo DiCaprio.
Con Washington Square – L’Ereditiera, del 1997, ha raggiunto la pienezza del suo stile capace di coniugare la problematicità e lo spessore di uno sguardo europeo con le forme tipiche del cinema hollywoodiano.
In concorso alla Mostra del Cinema di Venezia nel 2002, ha presentato Julie walking home.
Nel 2008, le è stato reso omaggio con una retrospettiva al MoMA di New York.
Per la televisione ha diretto episodi delle serie televisive The Wire, House of Cards, Cold Case, Treme, The Killing e The First.
Ha scritto o collaborato alla stesura di sceneggiature per film realizzati da altri registi e firmato la regia di alcune commedie per la televisione polacca. Tra i suoi film più recenti ci sono L’ombra di Stalin (2019), Charlatan – Il potere dell’erborista (2020) e The Green Border (2023) Premio Speciale della Giuria alla Mostra del Cinema di Venezia. Il film racconta la tragedia che si consuma nelle insidiose foreste paludose del confine che separa la Polonia e la Bielorussia: le persone rifugiate provenienti dal Medio Oriente e dall’Africa, attirate dalla propaganda che promette un facile passaggio verso l’Unione Europea, si trovano intrappolate in una crisi geopolitica cinicamente architettata dal dittatore bielorusso Aljaksandr Lukašėnko.
L’opera le ha fatto subire un tremendo attacco nel suo paese, da cui è stata praticamente bandita. 
Nonostante l’età stia avanzando, questa indomita regista non smette di fare attivismo attraverso la sua arte. L’intera comunità cinematografica si è schierata dalla sua parte.
Invece di trasformare il nostro continente in un continente di crimini di massa, di crimini contro l’umanità, possiamo provare a discutere, a dibattere, per arrivare alla nuova soluzione: come rendere possibile la coesistenza e l’armonia della diversità?
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personal-reporter · 11 months
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Lucca Comics and Games 2023
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Il Lucca Comics & Games torna, dall'1 al 5 novembre, come tema dominante dalla nuova edizione Together, l'importanza dello stare insieme nella capitale mondiale della cultura pop, con oltre 45.000 mq di area espositiva per migliorare sempre di più l’esperienza della community. Quest’anno tutti i linguaggi della Nona Arte saranno declinati da oltre 300 artisti e artiste, tra cui 45 ospiti internazionali provenienti da Stati Uniti, Giappone, Spagna, Francia, Corea del Sud, Cina, Canada, Inghilterra, Argentina, Israele, Turchia, Croazia, Serbia, Bulgaria, Belgio in cui i lettori e le lettrici di fumetti di ogni età potranno godere dal vivo di incontri, firmacopie, anteprime, variant cover ed eventi esclusivi. Oltre a nomi come Naoki Urasawa, Hiro Mashima, Mingwa, Masaaki Ninomiya, Usamaru Furuya sarà ospite di Lucca Comics & Games con incontri e firmacopie e sarà anche uno dei protagonisti delle esposizioni allestite a Palazzo Ducale con la sua mostra, dal titolo This Time is Different; Kan Takahama sarà protagonista della mostra off Kan Takahama: le storie nascoste e incontrerà il pubblico in sessioni di firme ed eventi, Keigo Shinzo sarò presente grazie alla collaborazione con Dynit Manga; Shintaro Kago presenta la sua prima serie a fumetti,  Eldo Yoshimizu, artista a tutto tondo, scultore e mangaka indipendente, incontrerà lettori e lettrici italiani grazie a Bao Publishing e  Satsuki Yoshino, autrice di Barakamon, è pronta a conquistare il pubblico italiano grazie alla collaborazione con GOEN - RW Edizioni. Dal panorama internazionale, anglosassone ed europeo, arriveranno Garth Ennis, Jim Lee, Don Rosa, Amélie Fléchais, Craig Thompson, Howard Chaykin, Tony Valente, oltre a Bryan Talbot, Declan Shalvey, Jesse Jacobs e il duo Joe Kelly e Ken Niimura, che presentano Sergente Immortale per Bao. Il panorama franco/belga ed europeo sarà esplorato da autori come Jordi Lafebre, David Rubin, Goran Sudzuka,Martin Panchaud, Elizabeth Pich e il duo Bastien Vivès e Martin Quenehen con la nuova avventura di Corto Maltese, La regina di Babilonia. Non mancheranno naturalmente gli ospiti italiani,con le figure della produzione contemporanea tra cui Gipi, Milo Manara, Leo Ortolani, Zerocalcare, Sio (e tutto il gruppo di Gigaciao), Pera Toons, Silvia Ziche, Paolo Bacilieri, Igort, Fumettibrutti, Werther Dell’Edera, Barbara Baraldi, Simone Bianchi e tantissimi altri. Ma il fumetto italiano è protagonista anche con due antologiche, dedicate a due maestri nostrani e diversissimi tra loro infatti, oltre alla mostra di Dino Battaglia nel quarantennale della morte, a Palazzo Ducale sarà possibile fare un viaggio nella multisfaccettata opera di AkaB, al secolo Gabriele Di Benedetto, scomparso nel 2019 ed eletto Maestro del Fumetto postumo nel 2020 a Lucca Comics & Games. Nel 2023 anche Magic: The Gathering, il gioco community-based per eccellenza, che rappresentò ai tempi del suo esordio un vera e propria rivoluzione per il settore ludico, compie trent’anni r Lucca Comics & Games fa un omaggio al primo trading card game della storia e alla sua community dedicandole una mostra in Palazzo Arnolfini e una Magic Alley a Lucca Games, che ospiterà ben 18 artisti di fama internazionale fra i quali Adam Paquette, Andrea Piparo, Jeff Laubenstein, Jesper Ejsing, Johan Grenier, Justine Jones, Marta Nael,Michele Giorgi, Mark Zug, Mila Pesic, Randy Vargas, Richard Kane-Ferguson, RK Post, Seb McKinnon, Svetlin Velinov,e Tony DiTerlizzi. È prevista l'anteprima italiana del documentario su Magic: The Gathering “Igniting the Spark”, che verrà proiettato per la prima volta proprio a Lucca alla presenza di regista, showrunner e produttori. I percorsi espositivi dedicati al gioco e al fantastico quest’anno vedranno ben 6 mostre, fra le quali un'esposizione all’interno del padiglione Carducci di stampe di altissima qualità e miniature del maestro indiscusso dell’illustrazione fantasy, Frank Frazetta, realizzato in collaborazione con Corner4Art e Mindworks, oltre alla presenza in fiera di un’ospite d’eccezione: Sara Frazetta, la nipote di Frank, che ha dato vita 10 anni fa al portale Frazetta Girls raccogliendo l'eredità del nonno per condividerla con i fan. Read the full article
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scienza-magia · 1 year
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In Italia turismo da miliardi di euro in evasione fiscale
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I sette peccati capitali del turismo: vale 100 miliardi ma spazza via tutte le regole. Dopo il Covid l’Italia è di nuovo invasa dai visitatori, con meno italiani e più stranieri. Ma le città d’arte soffocano, le norme sono inapplicabili e le restrizioni agli affitti brevi non arrivano. Tra inquinamento, evasione e lavoro nero il viaggio è da incubo. Inquina. È in prima linea nell’evasione fiscale. Applica condizioni di lavoro da settore tessile nell’Inghilterra di fine Settecento. Ha regole a iosa ma i controlli sono quasi impossibili. Chiede sussidi e occupa sempre più gli spazi pubblici. Vive di concessioni, come quelle dei lidi o dei taxi, che si tramandano per ius sanguinis. Sta snaturando le città d’arte con il fenomeno degli affitti brevi e con una pressione di visitatori insostenibile. I sette peccati capitali del turismo sono uguali nel mondo. In Italia, sono un po’ più gravi perché bisogna aggiungere la fragilità del sistema trasporti-infrastrutture, le condizioni climatiche e persino il dissesto idrogeologico. Sotto questo titolo possono rientrare l’alluvione in Emilia-Romagna di questa primavera, a ridosso dell’apertura delle spiagge in riviera, l’incendio di un condizionatore o di una fotocopiatrice che ha bloccato l’aeroporto di Catania e l’ondata di calore sahariana.
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Eppure, dopo gli anni orribili della pandemia che hanno fatto saltare tutti i parametri di settore, il turismo ha mostrato la sua capacità di ripresa e resilienza. E se il cliente o il residente non sono sempre soddisfatti, affari loro. I serbatoi delle Americhe, dell’India e della Cina sono ben lontani dall’essere sfruttati secondo le potenzialità. In un’Italia che perde peso nell’industria e dell’innovazione tecnologica da ben prima del Covid-19, il turismo si conferma un pilastro del prodotto interno lordo con 100 miliardi di euro circa nel 2022 pari a poco più del 5 per cento rispetto ai 1.909 miliardi del pil totale 2022. Per dare un’idea, è lo stesso peso del comparto costruzioni ed è un quarto dei 400 miliardi che porta a casa l’intero settore industriale. Il rilancio dopo le chiusure del 2020 è stato disordinato, da corsa all’oro della California, e la stagione estiva si sta chiudendo con un bilancio altalenante. In sintesi, i visitatori stranieri hanno compensato il disamoramento degli italiani costretti sulla difensiva dalla crisi e dai prezzi impazziti. Ma già parlare di stagione è anacronistico. Il nuovo mantra è appunto la destagionalizzazione con le giunte comunali e regionali che sempre più si orientano verso i grandi eventi per dodici mesi all’anno. Il nuovo tsunami ha creato, soprattutto ai sindaci, un caso clamoroso di falsa coscienza. Da un lato, benedette siano le orde che puntellano l’economia cittadina pagando la divisione in due dei toast sul lago di Como, il servizio torta a Palermo e tre pizze a 63 euro a Genova. Dall’altro, ci sono i datori di lavoro dei sindaci ossia gli elettori, sempre più imbestialiti da mangifici e movide. Fermare il maremoto che stravolge i centri urbani sembra impossibile. Un esempio è Milano che solo vent’anni fa nessuno avrebbe mai definito una città turistica e che nel 2022 ha totalizzato 6,7 milioni di presenze con un +33 per cento (871 mila unità) nel luglio 2023 rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Fra settimane della moda, del design, del beauty, del wine, si dovesse mai usare l’italiano, il capoluogo lombardo è diventato un riferimento persino per la capitale che ha 911 siti culturali contro i 524 della città governata da Beppe Sala. Roma oggi ha un assessorato ai grandi eventi, sport e turismo guidato da Alessandro Onorato, 41 anni, imprenditore della ristorazione che nei mesi scorsi si è detto prudente sul giro di vite alle licenze varato dal primo cittadino di Firenze Dario Nardella. Per la capitale ancora in caccia dell’Expo 2030, quindici anni dopo l’esposizione milanese, è stato un anno ottimo. Il record del 2019 è stato superato con +14,3 per cento di arrivi e + 9 per cento di presenze, secondo l’ente del turismo regionale (Ebtl). Il valore aggiunto punta a quota 10 miliardi di euro, quasi un decimo del pil turistico nazionale. Ad agosto l’aeroporto di Fiumicino ha mosso 4,2 milioni di passeggeri (+30 per cento sul 2022). L’esordio del Pantheon a pagamento ha fruttato 280 mila visitatori mentre la Ryder cup di golf da poco conclusa ha portato prenotazioni per 70 mila stanze.
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Ma il saldo è in chiaroscuro. Sul fronte del passivo ci sono i deficienti che imitano Anita Ekberg e il suo bagno dentro la fontana di Trevi. C’è l’accaparramento dei biglietti del Colosseo attraverso i bot che imitano gli acquirenti reali per consentire a chi li manovra di rivendere gli 11 mila biglietti quotidiani sul mercato del second ticketing a prezzi maggiorati. Ci sono le file di due ore ai taxi della stazione Termini denunciate dal presidente di Federalberghi Bernabò Bocca e le risse con gli Ncc a Fiumicino. Ci sono le metropolitane a singhiozzo, l’Atac e l’Ama in crisi, il traffico impazzito. Soprattutto sono stati censiti 12 mila b&b abusivi oltre alle 35 mila strutture dedicate agli affitti brevi. L’evasione della tassa di soggiorno è stimata fra i 20 e i 40 milioni di euro. Dal grande al piccolo Venezia, che ha una concentrazione di siti superiore a Roma (258) considerando l’estensione, per la prima volta ha offerto più posti letto ai visitatori che ai residenti: 49700 contro 49300. La città lagunare sarà la prima a pagamento del mondo. A metà settembre la giunta del sindaco Luigi Brugnaro ha approvato in via sperimentale la tassa d’ingresso a partire dalla prossima primavera. Anche grazie a questo provvedimento, due giorni dopo l’Unesco ha votato contro l’inserimento di Venezia nella lista nera dei siti patrimonio dell’umanità a rischio. Resta peraltro da vedere se la tassa inciderà sulla limitazione degli accessi o se sarà soltanto una fonte di reddito in più per Ca’ Farsetti. Il boom più inatteso si è verificato a Napoli tanto che il giornale francese Le Monde, con romanticismo discutibile, ha rimpianto i bei giorni in cui i Quartieri spagnoli erano il regno di contrabbandieri e prostitute anziché dei pellegrini in visita a Largo Maradona bardati di maglia azzurra con scudetto tricolore. «Napoli teme di diventare una seconda Barcellona», ha titolato il giornale francese citando il caso della capitale catalana che per prima in Europa ha affrontato il tema del contingentamento delle licenze per gli affitti brevi e per gli esercizi commerciali, otto anni fa con Ada Colau sindaca. L’esempio della socialista spagnola è stato seguito dalla collega socialista parigina Anne Hidalgo che nel 2019 ha fatto causa ad Airbnb chiedendo 12 milioni di euro. En passant, è una cifra non proprio angosciante per il colosso fondato da Brian Chesky, Joe Gebbia e Nathan Blecharczyk. Airbnb ha chiuso il 2022 con 6,6 milioni di annunci attivi e utili netti a quota 1,9 miliardi di dollari. Ma nemmeno a Chesky piace perdere quote di mercato perché, dopo Barcellona e Parigi, anche Amsterdam, Berlino e Londra hanno introdotto limitazioni al numero di notti l’anno per non essere considerati struttura alberghiera, con le tasse e i controlli che ciò comporta. Ultima è arrivata New York, dove il 5 settembre è entrata in vigore la Local law 18 che stabilisce limitazioni severe sugli affitti brevi sia per le piattaforme sia nei confronti degli utilizzatori. Nell’intervallo tra la proposta di legge, annunciata a gennaio del 2022, e la sua applicazione venti mesi dopo la Grande Mela ha visto scendere i suoi annunci attivi a 7 mila, meno che a Napoli. È difficile dire se l’opposizione dei sindaci, alla lunga, creerà un effetto diga. Ma una diga serve. Secondo il rapporto Ue “Consumo e ambiente”, il turismo è la quarta causa di produzione di Co2. Secondo il Wttc (World travel and tourism), un forum di imprenditori che coopera con i governi, il settore è responsabile di una quota fra l’8 e il 10 per cento della produzione globale di anidride carbonica. In Giappone hanno coniato il termine Kanko Kogai (inquinamento turistico). Nella lingua dei viaggiatori, è semplicemente Overtourism.
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A livello di governo centrale italiano la riforma promessa non c’è ancora. A giugno una prima bozza di disegno di legge della ministra del Turismo Daniela Santanchè, impiombata dalle inchieste giudiziarie sulle sue società, è stata ritirata fra le critiche. La seconda bozza è stata proposta in senso più restrittivo verso gli affitti brevi e con il no alla cedolare secca del 21 per cento. «Noi non siamo contro la proprietà privata ma prima c’era un far west che gli amministratori non hanno contrastato», ha replicato la ministra a Sala che l’accusava di non avere fatto nulla. Le critiche del sindaco, e di tanti altri politici locali schiacciati dalle invasioni barbariche, non sono rimaste isolate perché la regolamentazione del turismo è il modo ideale per farsi nemici, dovunque si mettano le mani. Confedilizia, il sindacato dei padroni di casa, insieme ad altre dieci organizzazioni di categoria, ha accusato il ddl sul turismo di ledere in modo incostituzionale il diritto di proprietà e di «contrastare la locazione di abitazioni private attraverso l’introduzione di un numero ingiustificato di divieti, limitazioni, requisiti e obblighi, alcuni dei quali di impossibile applicazione». Per motivi opposti il testo Santanchè è stato accolto con favore da parte di Federalberghi, che vede negli affitti brevi il nemico numero uno. Ma mentre gli squadroni di Airbnb, Booking, Expedia procedono compatti, in Italia si vive di spaccature corporative tra associazioni aderenti alla Confindustria (Federturismo), alla Confcommercio (Fipe) e decine di altre sigle indipendenti. Fra gli strumenti disponibili a sostegno del settore ci sarebbe l’ente del turismo Enit, carrozzone per antonomasia che nel lontano 2014 Matteo Renzi aveva messo nella lista delle rottamazioni. A novembre 2022 Santanchè ha affidato l’Enit all’amica Ivana Jelinic, ex numero uno di Fiavet, la federazione delle agenzie di viaggio messe in crisi dal fai da te online disponibile sulle piattaforme. Per adesso Enit si è sentita nominare per la campagna da 9 milioni di euro Open to Meraviglia, contestata urbi et orbi, e per l’accordo con WeChat, una sorta di WhatsApp cinese, finalizzato ad aumentare le presenze dalla Repubblica popolare, abitata da 1,4 miliardi di persone che solo in piccola parte hanno scoperto le gioie del turismo. Per gli operatori sarà una gioia accoglierle. Per tutti gli altri è l’incubo assoluto. Read the full article
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tempi-dispari · 1 year
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Heruka, tornare all'essenza della musica
Il panorama musicale estremo nostrano da sempre è fucina di talenti. Sono diversi i nomi che si distinguono in questo ambito. E per tipologia di proposta musicale, e per perizia tecnica, e per tematiche. Gli Heruka racchiudono diverse di queste caratteristiche. Soprattutto spiegano come anche la musica estrema possa evolvere. Una chiacchierata ricca di punti, tutta da leggere.
Una presentazione per chi non vi conosce Il progetto Heruka venne creato nell’anno 2000 da me, Adranor (Vocals/Bass/Keyboards/Drum programming), e Valdemar (Vocals/Guitars) dando alla luce la prima demo che registrammo tra il maggio-giugno 2001: “Doxa Epicurea”. Il monicker “Heruka” deriva da una distorsione dell’antico nome di Erice (Iruka) utilizzato durante la dominazione degli Elimi che, secondo lo storico ateniese Tucidide, era un popolo composto da esuli troiani e dalla popolazione autoctona.
Per quanto riguarda la formazione della band originariamente era composta da soli 2 elementi: Valdemar e me. Successivamente ho portato avanti il progetto da solo con l’aiuto di Moha sia in studio (registrammo “Leggenda” nel 2005) che nei live. È seguito un periodo d’inattività fino al
Successivamente al mio trasferimento nel Lazio il progetto ha ripreso vita coinvolgendo altri elementi oltre me, Adranor (Guitars/Background Vocals), Moha (Bass), Nekrom (Vocals) e NemuriShi (Drum/Background Vocals). Con questa formazione sono stati rilasciati il primo album “Deception’s End” (2018), l’EP “Turning to Dust” (2019), il secondo album “No Sun Dared Pass Our Windows” (2020) e il live album (Dvd/Blu-ray) “Dust from the Deception Sun” (2021).
Infine con l’ingresso in formazione al basso di Cruz ed il conseguente ritorno di Moha alla chitarra, è stato rilasciato il terzo album “Memorie” (2022).
Qual è il vostro genere? Il genere musicale che proponiamo è un black metal, a tratti atmosferico e a tratti crudo e diretto, molto personale con influenze da altri generi di musica estrema e non solo.
È stata una scelta? Non ci siamo imposti né tanto meno abbiamo scelto il genere. Tutto è avvenuto naturalmente in fase compositiva. Ovviamente molto hanno inciso gli ascolti musicali che abbiamo fatto precedentemente alla nascita del progetto musicale stesso. L’anima degli Heruka si evolve in continuazione necessariamente parallelamente alle nostre esperienze di vita. Chissà se un domani il genere proposto si potrà ancora definire con questo termine.
Le vostre influenze? Nelle recensioni e nei commenti degli ascoltatori sono state riscontrate affinità della nostra musica a molteplici realtà musicali più o meno note. Non c’ispiriamo però ad una o più di esse in maniera particolare. Abbiamo intrapreso una nostra strada, personale, cercando di non farci influenzare nel nostro modo di comporre, liberi da ogni vincolo. Per gli ascoltatori è però naturale fare dei paragoni e preferiamo lasciare loro definire le nostre influenze dopo averci ascoltati.
Di cosa trattano i vostri testi? Nei nostri testi esploriamo gli angoli più oscuri della mente umana, dal desiderio di morte dettato dalla sofferenza e argomentato nelle tracce di “Memorie” o di “Turning to Dust” ad esempio, alla follia, tema che abbiamo esplorato in “No Sun Dared Pass Our Windows”. In quest’ultimo ci si interroga su quale e dove sia il confine che definisce la malattia mentale. Testi sempre molto introspettivi e visionari a cui viene data particolare importanza.
Come nascono le vostre canzoni? Musica e testi vanno di pari passo: contemporaneamente alla stesura di arrangiamenti musicali viene impostata la parte delle liriche. Una fortissima simbiosi fra i due elementi affinché il prodotto finale possa essere più forte e coerente possibile con il messaggio che vogliamo trasmettere.
Principalmente sono io che mi occupo di entrambe le cose anche se in passato soprattutto Nemuri Shi mi ha aiutato non poco. Poi tutti collaborano a raffinare e ultimare l’insieme.
Quanto è importante la musica nel mondo di oggi? La musica rappresenta una componente fondamentale nella vita dell’uomo sin dall’inizio della sua esistenza. Portatrice di ogni emozione conosciuta, dalla felicità alla gioia così anche dalla sofferenza e all’angoscia. Spesso spunto di riflessione e di esplorazione del proprio io, al giorno d’oggi un compositore punta per lo più a stupire, anche senza che a questo stupore si debba necessariamente dare una connotazione positiva.
Si è persa parte della sua essenza principale e chi compone non lo fa per una sua genuina passione bensì per il mero scopo di lucro e voglia di apparire. Proprio per questo motivo ad esempio un’etichetta discografica investe su un artista non in base a quello che crea ma in base al peso della sua presenza sui social. Un declino evidente nella grande maggioranza dei casi ma fortunatamente esistono ed esisteranno ancora delle eccezioni per cui la musica continuerà ad essere quel per cui è nata.
Parlateci del vostro ultimo disco Il nostro ultimo disco “Memorie”, rilasciato in versione cd dall’etichetta Rude Awakening Records nel 2022 e successivamente in versione tape dall’Impaler DistroList nel 2023, è un’esplorazione di molteplici stati d’animo legati all’inconsistenza della vita umana e alla necessità di porvi fine. Ognuna delle dieci tracce che lo compone descrive una determinata esperienza di vita tormentata in cui un essere umano può essere coinvolto non per suo volere. La lingua scelta per la stesura dei testi è l’italiano.
Quanto è importante la copertina di un cd? Riteniamo che la copertina di un cd sia estremamente importante in quanto è parte del progetto di comunicazione legato al messaggio che si vuole trasmettere oltre a ricoprire un ruolo nell’aspetto commerciale. Non di rado però delle releases con copertine stupende nascondono delle composizioni davvero di scarsa qualità o in cui si clona palesemente un gruppo mainstream. Al contrario dei cd con delle copertine poco accattivanti possono rivelare una maturità musicale non da poco.
Una band per cui vorreste aprire?
Non ambiamo ad aprire a una determinata band in particolare. A noi più che altro interessa vivere a pieno l’esperienza live magari anche una buona sinergia con le altre band con cui dividiamo il palco. Il bello della musica live è anche questo: condivisione di esperienze.
Un gruppo mainstream che ancora vi stupisce? Personalmente non ho mai seguito molto i gruppi mainstream tranne poche eccezioni. Da sempre preferisco di gran lunga sostenere l’underground estremo, soprattutto nazionale. Si scoprono realtà davvero interessanti e valide purtroppo però non supportate come meriterebbero.
Aspettative per il futuro? Oltre a cercare quanto più possibile di proporre dal vivo la nostra musica, è già stata programmata una nuova release per il 2024; stavolta insieme ad altre 2 band del panorama estremo italiano. Continueremo a percorrere il nostro cammino senza esitazione.
Un motivo per cui le persone dovrebbero ascoltarvi? Cerchiamo di catapultare l’ascoltare nel nostro mondo musicale, un viaggio immersivo e sinestetico attraverso gli stati d’animo che ogni testo descrive in sinergia con la musica.
Un saluto a chi vi legge Ringraziamo i lettori del vostro portale per il tempo dedicato a leggere quest’intervista sperando di aver suscitato in loro la curiosità ad ascoltarci e ringraziamo inoltre voi di Tempi Dispari per lo spazio che ci avete concesso.
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maddalenafragnito · 2 years
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SCIENZE SOCIALI CHE CAMBIANO PER UNA SOCIETÀ CHE CAMBIA  VII Convegno SISEC 8-11 febbraio 2023
Sessione 25 – Saperi e pratiche del lavoro di cura: le trasformazioni in atto
Barbara Giullari (Università di Bologna), Carlotta Mozzana (Università di Milano Bicocca) Francesca A. Vianello (Università di Padova), Davide Caselli (Università di Bergamo)
Paper proposto: 
CONCURARE. Oltre il mutualismo, dentro e fuori le istituzioni, fra autonomia e interdipendenza.
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Sessione 25 – Saperi e pratiche del lavoro di cura: le trasformazioni in atto
Gli eventi drammatici che caratterizzano l’attualità (pandemia, guerra, crisi climatica, crisi socioeconomica, etc.) hanno fatto ‘riscoprire’ la funzione essenziale del care work [ILO, 2018] nelle sue diverse configurazioni (spaziando dall’ambito sanitario, educativo a quello sociale e socioassistenziale), ma in un quadro caratterizzato da una sempre più massiccia accelerazione delle tendenze di mercatizzazione, precarizzazione, processi di esternalizzazione che esacerbano una vera e propria crisi della cura, quale tratto caratteristico dell’attuale fase del capitalismo [Dowling, 2020]. Il terreno della cura è peraltro storicamente denso di conflitti e contraddizioni e caratterizzato dalla tensione tra assunzione di responsabilità pubblica e privata, al confine tra produzione e riproduzione sociale [Fraser, 2026].
In questo quadro la sessione si propone l’obiettivo di declinare la più ampia proposta tematica del convegno affrontando le principali riconfigurazioni che riguardano l’eterogeneo mondo del lavoro di cura con specifica attenzione alle diverse forme di conoscenza (scientifica, tecnica, basata sull’esperienza) su cui si basano le pratiche degli attori sociali e l’azione istituzionale [Borghi, Giullari, 2015; Giullari e De Angelis 2019, Mozzana, 2019]. Le forme della conoscenza implicate nei processi di definizione e pratiche della cura rappresentano infatti un aspetto centrale per la ridefinizione del rapporto tra trasformazioni della società e trasformazioni dei processi di conoscenza nelle scienze sociali. Inoltre, il lavoro di cura, nelle sue diverse forme, costituisce un terreno di analisi particolarmente fertile non solo per cogliere le trasformazioni in corso del lavoro e dei suoi confini, ma anche per identificare cambiamenti sociali ed economici di più ampia portata, poiché è strettamente legato ai mutamenti dei regimi di welfare e di cura, ai processi di invecchiamento della popolazione e al boom della silver economy, alle trasformazioni della famiglia e delle relazioni di genere, ai fenomeni migratori. A partire dalla cornice delineata, la sessione intende raccogliere contributi che affrontino i processi di trasformazione dell’ampio campo della produzione di cura a livello nazionale, ma soprattutto locale, rispetto alle riconfigurazioni organizzative, agli attori e alle dinamiche di potere che in questo ambito stanno prendendo forma. Ci interessa in particolare riflettere sulla possibilità di sviluppare saperi condivisi con gli attori che vivono e praticano quotidianamente la cura (operatrici e operatori, fruitori dei servizi, caregiver, ecc.) per cogliere il potenziale trasformativo di queste forme di produzione di sapere sulle dinamiche di mutamento in atto. Sono quindi invitati contributi teorici e/o empirici orientati a esplorare, tra gli altri, i seguenti temi: – la possibilità/lo sviluppo di forme nuove di ricerca condivisa (ricerca azione, conricerca, ricerca partecipata, etc.), per dare voce ai lavoratori e alle lavoratrici della cura, così come alle persone che fruiscono dei servizi (sia in forma di esperienze empiriche, sia di riflessioni metodologiche). – le condizioni di lavoro (inquadramento contrattuale, retribuzioni, stabilità, effetti sulla salute, etc.), l’organizzazione del lavoro e i processi lavorativi di chi opera in organizzazioni pubbliche e private di servizi di care e nel mercato informale della cura; – esperienze inedite di forme di redistribuzione e co-produzione di cura tra attori di differente natura, tra cui le esperienze di mutualismo e mutuo aiuto che rivendicano un modo di produrre relazioni e istituzioni di cura alternative sia al mercato che al servizio pubblico; – le ricadute dei processi di mercatizzazione e di privatizzazione sulle condizioni di lavoro e sull’accesso alla cura; – esperienze di mobilitazione dei lavoratori della cura (attori, logiche, etc.) e le ricadute sui processi di visibilizzazione/invisibilizzazione del lavoro e delle lavoratrici e dei lavoratori della cura nel discorso pubblico e nei documenti di policy elaborati nel contesto della pandemia.
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Primo arbitro donna in Serie A: il debutto di Maria Sole Ferrieri Caputi
Dopo la promozione arrivata a luglio, è stato tempo per il debutto ufficiale del primo arbitro donna in Serie A, Maria Sole Ferrieri Caputi. L'arbitro classe '90 segna la prima volta storica di una donna arbitro in Serie A nel match svolto alle ore 15 tra Sassuolo e Salernitana Primo arbitro donna in Serie A: Maria Sole Ferrieri Caputi Classe 1990, l’arbitro toscano nella vita è una ricercatrice alla fondazione Adapt (Associazione per gli studi internazionali e comparativi in ​​materia di lavoro e relazioni industriali) e dottoranda all’università di Bergamo. Dopo aver trascorso cinque anni tra i dilettanti, Ferrieri Caputi è stata promossa nella CAN C nella stagione 2020-2021. Aveva già diretto gare in serie B e il match di coppa Italia dello scorso dicembre fra Cagliari e Cittadella. Maria Sole Ferrieri Caputi vanta, inoltre, già una grande esperienza internazionale nel calcio femminile avendo già debuttato alla direzione di gara di diverse partite fra nazionali. La prima è stata quella tra Cipro e Scozia valevole per le qualificazioni al campionato europeo di calcio femminile del 2022. Le parole dell'AIA “Questo è un momento storico”. Così il Presidente dell’AIA Alfredo Trentalange ha aperto la conferenza stampa, svolta presso la sede della FIGC a Roma, commentando le designazioni di questa ottava giornata di Serie A. “E’ una designazione che è arrivata per merito e capacità – ha proseguito – Maria Sole Ferrieri Caputi è una persona che si è guadagnata questo risultato. Stiamo parlando di impegno e professionalità, perché siamo profondamente convinti che non debba essere dato per privilegio quello che spetta per diritto. L’esordio in Serie A del primo arbitro donna, per il quale sono emozionato e soddisfatto, rappresenta il successo del lavoro sul movimento arbitrale femminile su cui puntiamo molto con 1700 ragazze in organico. L'arbitraggio femminile in Europa Com'è, però, la situazione dell'arbitraggio femminile "Made in Italy" in Europa? Partiamo da un concetto basilare che vale sia per i maschi che per le donne. La UEFA suddivide i direttori di gara internazionali in quattro categorie: - Élite - First - Second - Third Il massimo livello rappresenta "l'urna" dove la UEFA pesca per la direzione delle partite più importanti all'interno del calcio femminile a livello internazionale. Ad esempio, all'interno della categoria Élite è presente l'arbitro Stéphanie Frappart ovvero la prima donna a dirigere una partita di Ligue 2, Ligue 1, Europa League, Champions League ed una finale europea (la Supercoppa Europea 2019 tra Liverpool e Chelsea ad Instanbul). L’Italia conta infatti su arbitri internazionali di cui una in categoria First, una in Second e due in Third: - In First abbiamo Maria Marotta, della sezione di Sapri, attuale arbitro in CAN C. In Second abbiamo Graziella Pirriatore, della sezione di Bologna, attuale arbitro in CAN D. Infine in Third ci sono sia Maria Sole Ferrieri Caputi, della sezione di Livorno, anch’essa arbitro di CAN C e Valentina Finzi, della sezione di Foligno, arbitro di CAN D. Read the full article
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lamilanomagazine · 11 months
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Roma, 30 misure cautelari nel blitz della della Polizia e della Direzione Distrettuale Antimafia nel basso litorale romano
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Roma. Vasta Operazione antidroga della Polizia di Stato nel basso litorale romano, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia. 30 misure cautelari eseguite e un soggetto arrestato durante le perquisizioni. Dalle prime ore di questa mattina la Polizia di Stato, su disposizione della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, ha dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Roma nei confronti di 30 indagati, ritenuti gravemente indiziati, a vario titolo, del delitto di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, tentato omicidio, detenzione illegale di arma da fuoco, trasferimento fraudolento di valori ed auto riciclaggio. Nell'operazione sono i 27 destinatari di custodia cautelare in carcere, 1 agli arresti domiciliari, 2 obblighi di presentazione alla Polizia Giudiziaria, 1 destinatario della misura interdittiva del divieto temporaneo di esercitare attività imprenditoriale. Nel blitz anche numerose perquisizioni, che hanno visto impegnati gli uomini della Squadra Mobile di Roma, che hanno operato con il supporto di equipaggi del Reparto Prevenzione Crimine, del Reparto Mobile, del Reparto volo della Polizia di Stato e con l’ausilio delle Squadre mobili di Latina, Benevento e Ravenna, per un totale di circa 300 operatori. Le indagini, avviate dalla Squadra Mobile tra il 2019 ed il 2020 e coordinate dalla Procura Distrettuale Antimafia capitolina, sono state anche corroborate dalle propalazioni di un collaboratore di giustizia, documentando l’esistenza di due distinti sodalizi criminali, operanti nella zona sud della Capitale con ramificazioni sul basso litorale romano ricompreso tra i comuni di Pomezia e Nettuno ed in concorrenza fra loro per il predominio del monopolio del mercato della droga in quei territori, in particolare, cocaina e marijuana. E’ stato accertato, in termini di gravità indiziaria, l’esistenza di un primo sodalizio, diretto da M. F. coadiuvato da “luogotenenti” impegnati nell’immissione dello stupefacente nei Comuni di Pomezia-Torvajanica, Ardea, Anzio e Nettuno che si è anche reso responsabile di una spedizione punitiva nei confronti di uno spacciatore della consorteria concorrente capeggiata da P. S. Nel corso dell’attività d’indagine, è stato individuato un soggetto gravemente indiziato di un tentato omicidio per motivi possibilmente legati a quel contesto criminale e sono stati effettuati numerosi arresti in flagranza di reato che hanno portato al sequestro complessivo di 10 kg circa di cocaina, 75 kg di marijuana, 1 piantagione di marijuana. Nel corso dei numerosi interventi effettuati da parte della Squadra Mobile sono state sequestrate anche delle armi da fuoco detenute dal sodalizio criminale, tra cui 4 pistole clandestine. Le indagini hanno, inoltre, permesso di documentare numerose operazioni di auto riciclaggio e trasferimento fraudolento di valori da parte di alcuni affiliati apicali del sodalizio che investivano i proventi illeciti in società, immobili, autovetture e orologi di pregio: pertanto, contestualmente all’esecuzione della cennata misura cautelare, il Giudice per le indagini preliminari di Roma, accogliendo la richiesta della Procura Distrettuale Antimafia, ha disposto il sequestro preventivo di una villa con piscina e di nr. 3 società, tutte operanti nel settore del gioco legale e delle scommesse sportive, e dei relativi complessi aziendale e rapporti finanziari. L’operazione si inserisce nella più ampia azione della Direzione Distrettuale Antimafia e della Squadra Mobile di Roma tesa a contrastare l’attività criminale posta in essere nel basso litorale romano, caratterizzato da una costante conflittualità tra più gruppi criminali connessa al predominio sulle piazze di spaccio della zona, nel contesto della quale, negli ultimi tempi, si sono registrate numerose aggressioni commesse anche con l’utilizzo di armi. Durante le perquisizioni odierne un soggetto è stato tratto in arresto poiché trovato in possesso di circa un chilo e mezzo di hashish, 30 grammi di cocaina e chetamina. Nelle abitazioni di due destinatari di misure cautelari sono stati trovati un fucile e del munizionamento, tutto sequestrato.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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agrpress-blog · 8 months
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Il grande giornalista, saggista e sceneggiatore romano, esperto di terrorismo, intelligence, mafie e criminalità organizzata, compirebbe settantuno anni. Nato a Roma il 1° febbraio 1953 - è morto il 19 luglio 2023 dopo una breve malattia -, giornalista professionista dal ’74, Andrea Purgatori consegue il master of Science in Journalism presso la Columbia University di New York nel 1980. Inviato del «Corriere della Sera» per circa venticinque anni (dal 1976 al 2000), è noto per le sue numerose inchieste e reportages su casi scottanti del terrorismo internazionale italiano dei cosiddetti “anni di piombo” e sullo stragismo, come il caso Moro (1978) e la strage di Ustica (1980 - A. Purgatori è stato il giornalista d’inchiesta che più di ogni altro si è battuto per la ricerca della verità sulla strage di Ustica). Ha raccontato molti delitti da mafia dal 1982 fino alla cattura di Totò Riina (1993). Ha realizzato reportages su numerosi conflitti, fra cui la guerra in Libano (dal 1982 al 1985), la guerra fra Iran e Iraq (1980-88), la prima guerra del Golfo (1991), l’intifada e le rivolte in Tunisia e in Algeria. Oltre che per il «Corriere della Sera», ha scritto per «l’Unità», «Vanity Fair», «The Huffington Post», «Le Monde diplomatique». Ha collaborato fino all’ultimo con il «Corriere della Sera» e «Style». È stato autore e conduttore di Uno di notte (1998). Ha realizzato servizi televisivi per Dossier, Spazio Sette, Focus (RaiDue 1978-88). In tv ha condotto anche Confini (1996, RaiTre). Ha scritto molte fiction per la tv - Caravaggio (2008), Lo scandalo della Banca Romana (2010), Il commissario Nardone (2012), Lampedusa (2016). Per la saggistica ha scritto A un passo dalla guerra (1995), Il bello della rabbia (1997), I segreti di Abu Omar (2008). Nel 2019 ha pubblicato il romanzo Quattro piccole ostriche (HarperCollins). Per il cinema ha scritto Il muro di gomma (1991) di Marco Risi, dedicato alla sua inchiesta sulla strage di Ustica, Il giudice ragazzino (1994) di Alessandro Di Robilant - film sulla vita del giudice siciliano Rosario Livatino (1952-1990) dal suo ingresso in magistratura al suo impegno nella lotta alla mafia fino al suo assassinio -, L’industriale (2011) di Giuliano Montaldo. Ha vinto, fra gli altri, il Nastro d’Argento per il Miglior Soggetto con Il muro di gomma, il Premio Hemingway per il giornalismo (1993), il Premio Crocodile - Altiero Spinelli per il giornalismo (1992), il Globo d’Oro (1994) per la Miglior Sceneggiatura di Il giudice ragazzino e il Premio Sergio Amidei (2009), con Marco Risi e Jim Carrington per la Migliore Sceneggiatura Internazionale di Fortapasc (2009) di M. Risi, film sulla vita e la tragica fine del giornalista Giancarlo Siani (1959-1985). Nel 1987, oltre a partecipare al soggetto ed alla sceneggiatura del film Spettri di Marcello Avallone, vi appare come attore. Nel 2002 partecipa al programma televisivo Il caso Scafroglia (RaiTre), interpretando la voce off che dialoga con il conduttore (Corrado Guzzanti), mentre nel 2006 prende parte al film Fascisti su Marte di C. Guzzanti e Igor Skofic. Sempre con C. Guzzanti ha realizzato Aniene (SkyUno). È stato coatore del programma tv di Antonio Albanese Non c’è problema (2002, RaiTre). Dal maggio 2014 al giugno 2020 è stato presidente di Greenpeace Italia. È stato membro dell’Accademia del Cinema Italiano e dell’Accademia Europea del Cinema, presidente delle Giornate degli Autori e, dal marzo 2015, membro del Consiglio di Gestione della SIAE (Società Italiana degli Autori e Editori). Dalla stagione 2017/18 ha condotto la nuova edizione di Atlantide (La7), per cui riceve il Premio Flaiano (2019) come Miglior Programma Culturale. Fra i sui ultimi lavori, nell’autunno 2022, la docu-serie Netflix Vatican Girl: la scomparsa di Emanuela Orlandi. Nel 2018 Andrea Purgatori ha partecipato, con una sua preziosa testimonianza, alla realizzazione del libro fotografico Aldo Moro. Memoria, politica, democrazia
(Archivio Riccardi, 2018), da cui è tratta la mostra fotografica omonima, formata da oltre cento scatti del grande fotografo Carlo Riccardi (1926-2022).
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micro961 · 1 year
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Il Barone Lamberto - Zenit
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Il singolo che anticipa il nuovo album dell’artista modenese
Il cantautore italo/somalo torna sul tema del conflitto interiore attingendo dalla sua esperienza di vita e professionale  a contatto con gli adolescenti
«Zenit è un brano votato alla spensieratezza e alla joie de vivre, decisamente in controtendenza con quella che è la mia natura piuttosto ombrosa e pessimista. Negli ultimi tempi qualcosa in me è cambiato ed ho deciso di provare a fare musica per “curarmi”, per riuscire a conquistare una certa leggerezza e serenità» Il Barone Lamberto
La musica come cura, dunque, seguendo l’esempio di tanti celebri autori che hanno fatto della positività la loro arma e il loro scudo, in un momento in cui si avverte la necessità di una nuova energia per esprimersi. Una catarsi. Il brano è composto interamente dal suo autore, che ne ha suonato piano e diamonica. Al mix e al master Dario “Daddario” Casillo, tecnico del suono già al lavoro con Samuele Bersani, Umberto Tozzi, Stadio, Eugenio Finardi, oltre che con tantissimi artisti della scena reggae italiana e internazionale come Lion D, Raphael Jun Sun, Brusco e G Mac.
Etichetta: autoproduzione 
Release album: Primavera 2023 
 Il Barone Lamberto è Kheyre Yusuf Abukar Issak, cantautore italo/somalo di Modena che è stato pianista di Cisco (ex Modena City Ramblers). La sua proposta fonde Folk, Rap, Trap, Rock e Indie. Cambia diverse formazioni nel corso degli anni ed entra in contatto con professionisti sempre più di frequente: da Luca Rossi degli Ustmamò con cui registra ed arrangia alcuni brani a Little Paul Venturi, con cui condivide la passione per il blues delle origini, mantenendo costante la ricerca di un sound personale che non lo vincoli ai confini di un genere così come il più importante fra i suoi maestri virtuali, Beck Hansen in arte BECK. Nel 2009 il nome di Kheyre arriva alle orecchie di Stefano “Cisco” Bellotti che lo vuole come pianista per il suo tour. Questa é la prima vera esperienza professionale e gli dà modo di toccare con mano quelle realtà che fino a quel momento aveva solo immaginato. Il tour di Cisco copre in effetti tutta l’Italia, la Sardegna toccando anche la Germania e l’Ungheria. Ne esce addirittura un doppio album Cisco dal Vivo volume 1 & 2. Ma anche durante il tour, Kheyre, non smette di dedicarsi ai suoi brani originali e nel 2010 abbandona la band di Cisco per cercare la sua strada. Nel 2017 vince il Festival Internazionale Bascherdeis di Vernasca. Nel 2018 pubblica il video del brano “Giostrai” che ottiene molti consensi sia in termini di critica che di pubblico e partecipa al contest Deejay On Stage 2018 sul prestigioso palco di Radio Deejay a Riccione. Ha aperto i concerti di artisti come Vallanzaska, Punkreas, Speaker Cenzou, Willie Peyote, Ghemon, Mondo Marcio e Tedua. Ad agosto 2019 partecipa al Festival Balla coi Cinghiali insieme ad artisti come Shandon, Dutch Nazari e Fast Animals And Slow Kids. Lo stesso anno esce anche il primo album dal titolo “Prima”, un disco totalmente autoprodotto, arrangiato e registrato dallo stesso Kheyre. Ad Aprile 2020, durante il lockdown, esce “volumeuno”, Ep in cui la cassa dritta la fa da padrone fondendosi con sonorità elettropop, rock e trap. In “volumedue”, uscito a luglio 2020, le ispirazioni sono prevalentemente Rap/Trap ma sempre ibridate con una vena cantautorale ironica ed autoironica. Un Ep che tratteggia il carattere graffiante del suo autore ed esplora le nuove sonorità con un occhio attento e critico. Segue un altro Ep dal titolo “Sì” che consta di soli due brani ed è la celebrazione di un momento molto importante nella vita del cantautore, ovvero il suo matrimonio. Nel 2022 riceve una menzione speciale al Festival Inedito Colline di Torino e vince il Contest Arezzo Wave 2022 come miglior artista emergente italiano. Attualmente fa parte del Rooster di “Make a Dream”, agenzia di booking umbra. È proprio nell'esperienza del live che trova la sua dimensione più autentica. Il 27 febbraio 2023 pubblica “Ho fatto pace”, seguito a marzo da “Zenit”, primi singoli del nuovo progetto discografico la cui pubblicazione è prevista in primavera.
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corallorosso · 3 years
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Alimenti dell’Unione Europea destinati ai bisognosi? Cercateli nella spazzatura! di Natalia Carpanzano Sprecare cibo è una cosa deprecabile, soprattutto in tempi di crisi economica ed ambientale. Ma il gettarlo via deliberatamente si configura come un vero e proprio atto criminale nel caso in cui gli alimenti in questione riportino sulle confezioni la scritta “Aiuto UE FEAD – prodotto non commerciabile”. Su numerose testate giornalistiche locali, periodicamente e con una certa uniformità geografica, si leggono notizie riguardanti ritrovamenti di generi alimentari perfettamente conservati e non scaduti, riportanti chiaramente l’appartenenza agli aiuti alimentari di cui sopra. San Benedetto del Tronto nel 2018, Ischia e Lanciano nel 2019, Crotone nel 2020. Sono sono alcuni dei luoghi dove sono stati rinvenuti centinaia di chili di pasta, latte, riso, verdure in scatola gettati nei cassonetti o in zone periferiche poco battute. Ad Ispica, in provincia di Ragusa, dal 2015 si ravvisa una scia ininterrotta di ritrovamenti, che siano rigatoni o biscotti per l’infanzia fa poca differenza, trattasi sempre di alimenti che dovrebbero trovarsi nelle dispense dei bisognosi ed invece sono stati gettati fra i rifiuti. (...) In Italia l’Organismo Pagatore è l’AGEA, che organizza il sistema di distribuzione di aiuti alimentari destinati alle persone in condizione di indigenza acquistando direttamente cibo e beni tramite gare d’appalto e fornendoli alle organizzazioni partner che ne facciano richiesta. Le organizzazioni partner possono essere organizzazioni non governative che dichiarano all’AGEA il numero e la tipologia di nuclei familiari in stato di bisogno e richiedono la tipologia di aiuti secondo loro più idonea. Tali organizzazioni ricevono, inoltre, una somma forfettaria a rimborso delle spese amministrative, di trasporto e di magazzinaggio sostenute, pari al 5% del valore dei prodotti alimentari. Datosi che i quantitativi che periodicamente vengono richiesti dalle organizzazioni partner all’AGEA hanno come unità di misura i quintali si capisce bene come questo 5% di rimborso spese possa essere corredato da diversi zeri al seguito. Cosa ci fanno dunque dei preziosi carichi di alimenti gettati tra i rifiuti? Cosa spinge qualcuno a liberarsi di nascosto di cibo perfettamente conservato, destinandolo al macero invece che alle dispense delle famiglie che hanno bisogno di assistenza persino per mangiare? Risulta poco credibile che i prodotti alimentari siano arrivati ai beneficiari e siano stati gettati via da loro perché sgraditi, in quanto le estreme condizioni di indigenza dichiarate dovrebbero essere motivo primario per riempirsi lo stomaco con il cibo recapitato. Esiste dunque qualche altra ragione? È possibile che gli alimenti non siano mai arrivati a destinazione perché in realtà quelle famiglie indigenti non esistono nel numero dichiarato o la consegna degli alimenti risulta troppo onerosa? Qualcuno che ne capiva di certi affari diceva di seguire i soldi, quindi ricapitoliamo. Ci sono soldi che si palesano come derrate alimentari da consegnare, ci sono soldi che entrano per l’organizzazione di attività atte a favorire l’inclusione sociale (leggi ad esempio corsi educativi e formazione) e soldi richiesti a rimborso forfettario delle spese teoricamente sostenute per immagazzinare e consegnare i beni da distribuire. Serve fare anche un disegno?
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