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#giornata nazionale della felicità
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La primavera comincia ufficialmente oggi, lunedì 20 marzo alle 22 e 24 di sera. È il momento dell’equinozio, la primavera astronomica. Equinozio, in latino, significa, letteralmente, notte uguale e indica quel momento (un istante, non un’intera giornata) in cui notte e giorno, cioè periodo di luce e periodo di buio, hanno la stessa durata. Effettivamente il periodo di luce è sempre un po’ più lungo di quello di buio perché il sole è un disco e fra alba e tramonto ruba qualche secondo aggiungendo luce. Per gli antichi Greci l’inizio della primavera era il momento in cui la regina degli inferi Persefone tornava per visitare sua madre Demetra che per la felicità riempiva la terra di frutti e fiori fino all’autunno, quando poi sua figlia andava via. Analogamente per il neopaganesimo era il momento di Ostara: la dea sassone della fertilità, dei nuovi inizi e portatrice di entusiasmo verso gli altri e il mondo. Era simboleggiata da lepri, uova, farfalle, che tuttora rappresentano la Pasqua. In effetti da Ostara (o Eostre o Oestara) sono derivati i termini Easter e Oster che, rispettivamente, significano «Pasqua» in inglese e in tedesco e che ricordano come ancora una volta il Cristianesimo abbia fatto sue usanze pagane: la «rinascita» di Cristo cade infatti la prima domenica dopo l’equinozio, o quella seguente se è di luna piena. Ma la primavera è anche il momento delle nozze tra il Dio Sole e la Dea Terra, il momento dell’unione, della nuova vita. La festa del Nuovo Anno, in Mesopotamia, era l’equinozio primaverile. La data coincide con il segno zodiacale dell’Ariete, simbolo del Dio Marduk. La festività di Sham El Nessim in Egitto ha la stessa data. L’equinozio di marzo segna il primo giorno dell’anno per molti calendari fra cui quello iraniano. Secondo la mitologia Jamshid, il re mitico della Persia, salì al trono in questo giorno e ogni anno quest’evento veniva commemorato con feste per due settimane. È un giorno di festa anche per l’Azarbaijan, l’Afghanistan, l’India, la Turchia, Zanzibar, l’Albania e diversi paesi dell’Asia Centrale. In Giappone è una festa nazionale ufficiale che si trascorre visitando le tombe di famiglia.
Il 20 marzo è anche per inciso la giornata Internazionale della Felicità. Le statistiche dicono che il paese più felice è la Finlandia. E noi? mal che vada possiamo sempre partire...
cit.
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carmenvicinanza · 2 months
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Justine Triet
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Justine Triet, regista e sceneggiatrice, è tra le figure più interessanti e premiate del nuovo cinema francese.
Col suo film Anatomia di una caduta, ha vinto l’Oscar alla miglior sceneggiatura originale, la Palma d’oro al Festival di Cannes, due Golden Globe, un Critics Choice Award e un Premio BAFTA.
Le sue sono piccole storie che si agitano dentro la Storia. Nei suoi film cortocircuitano finzione e realtà, pubblico e privato, video arte e performance.
Nata a Fécamp, in Normansia, il 17 luglio 1978, si è laureata all’École nationale supérieure des beaux-arts di Parigi, nel 2003.
Dopo la laurea, si è fatta presto notare con le sue prime opere che hanno partecipato a diversi concorsi cinematografici. Il cortometraggio Trasverse (2004) è stato selezionato ai Rencontres Internationales Paris/Berlin e L’amour est un chien de l’enfer (2006) è stato proiettato alla Biennale d’arte contemporanea di Lione. Entrambi i film affrontano aspetti legati all’attualità sociale e politica, concentrandosi sulla “coreografia” delle manifestazioni politiche e degli assembramenti pubblici.
Sur Place, del 2007, che ha ricevuto la menzione speciale al Festival di Brive è stato inserito nelle collezioni del Centre Pompidou e del Museu Berardo di Lisbona. Girato da una finestra durante le proteste studentesche anti CPE a Parigi nel 2006, il suo sguardo è sul conflitto e sul ruolo dell’individuo all’interno di un gruppo, l’ambiguità e la visione stereotipata che i media rilanciano di questi eventi. La cittadinanza diventa protagonista pur restando una massa compatta e uniforme.
Nel 2009 ha diretto il cortometraggio-documentario Des ombres dans la maison, ambientato nella periferia di San Paolo, in Brasile, che racconta la storia del quindicenne Gustavo, della madre alcolista e dell’assistente sociale, pastore della chiesa evangelica, che deve deciderne o meno l’affidamento. Questo film rappresenta una svolta nel suo lavoro, perché pur confermando il suo interesse per i fenomeni di massa, come quelli che hanno al centro i predicatori, introduce una più marcata attenzione e un’intimità con i personaggi di cui narra la storia.
Vilaine fille, mauvais garçon, il suo primo cortometraggio di finzione ispirato nel titolo a una canzone di Serge Gainsbourg, è la storia di  due trentenni che la solitudine fa incontrare per caso a una festa, Thomas e Laetitia. Tra dramma e leggerezza, per loro è l’inizio di una notte “fuori orario” sulla strada della felicità. Il corto, nominato ai César nel 2012 ha vinto numerosi premi in vari festival francesi e internazionali, candidato all’Orso d’oro per il miglior cortometraggio, ha vinto il Prix UIP Berlin.
Il suo primo lungometraggio è stato La Bataille de Solférino del 2013, candidato ai César per la migliore opera prima, selezionato all’ACID di Cannes, Premio del Pubblico al Festival Paris Cinéma, considerato dai Cahiers du cinéma uno dei dieci film più belli dell’anno, è la storia di una giornalista che affronta la giornata delle elezioni vinte da François Hollande in Rue de Solferino, storica sede del Partito socialista francese. Girato in presa diretta tra i sostenitori che aspettano il risultato delle urne, il film si immerge nella realtà di un grande evento nazionale facendo rimbalzare la “guerra” politica con quella famigliare della protagonista che, per assicurare i servizi alla rete ha lasciato a casa le sue bambine, proprio il giorno in cui il padre separato vuole vederle. Un pezzo di metatelevisione e metacinema che fotografa angosce private e pubblici conflitti.
Anche Victoria, commedia sofisticata presentata in anteprima mondiale alla Settimana della Critica del Festival di Cannes 2016 è il ritratto di una donna complessa, contesa tra vita professionale e personale. Un film cinico e romantico sulla spirale emotiva di una donna che cade, sbaglia e si rialza, e sulle ossessioni della regista: le difficili relazioni tra i sessi, la solitudine, i figli, la giustizia, i soldi, il sesso.
Sempre a Cannes, in concorso, ha presentato Sibyl – Labirinti di donna nel 2019 a cui è seguito il pluripremiato Anatomia di una caduta del 2023, un legal drama che ha come protagonista una scrittrice sospettata della morte del marito in una remota località di montagna.
Un film appassionante, femminista, sfaccettato, intimista e pieno di colpi di scena. Un’opera di alto livello sull’ambiguità del reale. Un grande lavoro sull’infanzia rubata, violentata, sulla lotta estrema di un adolescente per riappropriarsi il più possibile di quanto stanno cercando di sottrargli. L’opera era stata anche candidata agli Oscar per la miglior regia.
Justine Triet non smette di sorprendere e di collezionare critiche positive per il suo sguardo che penetra nel profondo delle cose e delle persone, per la grandezza nel mostrare i diversi punti di vista. Un’artista che si dà tanto e che in ogni sua fatica riesce a sorprendere e incantare il pubblico.
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lamilanomagazine · 7 months
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Il ministro Zangrillo incontra i neoassunti del Comune di Caivano
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Il ministro Zangrillo incontra i neoassunti del Comune di Caivano. Si è svolto a Palazzo Vidoni, sede romana del Dipartimento della funzione pubblica (Dfp), un incontro tra il Ministro per la pubblica amministrazione, senatore Paolo Zangrillo, e i nuovi funzionari del Comune di Caivano assunti nell'ambito del piano di interventi per il rilancio della comunità territoriale e il rafforzamento della capacità amministrativa dell'ente comunale commissariato. L'intervento – condiviso tra la Funzione pubblica, il  Dipartimento per gli affari interni e territoriali del Ministero dell’Interno, il Commissario di Governo per il risanamento e la riqualificazione, Fabio Ciciliano, e la Commissione straordinaria guidata da Filippo Dispenza – ha infatti previsto, tra le sue linee d'azione, il reclutamento di 16 unità di personale, a tempo pieno e indeterminato, tra cui sei educatori scolastici e altrettanti assistenti sociali, due istruttori direttivi tecnici, un istruttore direttivo tecnico ambientale e un istruttore direttivo informatico. La procedura, indetta dalla Commissione Ripam e avviata con la pubblicazione del bando sul Portale inPA il 16 novembre scorso, ha visto già il 18 gennaio la pubblicazione delle graduatorie per i diversi profili. «Un giorno di gioia e di verifica della nostra responsabilità», ha detto il Ministro Zangrillo rivolgendo i suoi auguri di buon lavoro ai neoassunti: «L’inserimento di nuove risorse rappresenta un messaggio di fiducia verso il futuro e, allo stesso tempo, la testimonianza del rispetto degli impegni presi per il celere recupero di una comunità ferita e per troppo tempo dimenticata dallo Stato, diventata terreno di conquista per la criminalità organizzata. La capacità di donare forze nuove e nuovo vigore all'Amministrazione comunale significa renderla capace di tornare ad essere un riferimento per il tessuto produttivo e per la popolazione locale che vive in modo onesto e laborioso questi luoghi, a cui dobbiamo dare risposte tangibili. Si tratta di un impegno complesso, che ci coinvolge in una sfida comune e assolutamente necessaria. La rinascita di questo territorio – ha aggiunto il Ministro – passa da un approccio culturale corretto, una via che stiamo percorrendo anche con il coinvolgimento diretto delle Scuole». L'incontro con i nuovi funzionari si è svolto in concomitanza con le elezioni, con circa 800 piccoli votanti, dei 24 rappresentanti – 12 bambine e 12 bambini – del Consiglio delle bambine e dei bambini di Caivano, che si insedierà il 20 marzo in occasione della Giornata internazionale della felicità. Tra gli interventi del piano realizzato dalla Funzione pubblica, questa iniziativa punta a coinvolgere gli alunni delle classi quarte e quinte delle quattro Scuole primarie del comune nei processi decisionali sulle questioni relative alla vita dei minori, facendo esperienza diretta di cittadinanza attiva e di partecipazione. All'incontro con i neoassunti erano presenti rappresentanti del Dipartimento della Funzione pubblica, di Formez PA, della Scuola Nazionale dell'Amministrazione (SNA) e della Scuola Umbra di Amministrazione Pubblica. Nel corso della giornata i nuovi funzionari del Comune di Caivano hanno visitato Palazzo Vidoni e hanno assistito alla presentazione di Syllabus, la piattaforma di formazione dedicata al capitale umano delle PA. È prevista per il 15 marzo, intanto, una nuova riunione del Tavolo permanente per il rilancio economico del Comune di Caivano, dopo il suo insediamento avvenuto il 13 febbraio scorso.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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micro961 · 1 year
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Cosmopòliti - “Solita Storia”
Il singolo della band palermitana dal 29 settembre nelle radio
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“Solita Storia” è il nuovo singolo della rock band palermitana dei Cosmopòliti, sui principali stores digitali e dal 29 settembre nelle radio in promozione nazionale. Nel brano il rapporto tra l’essere umano e la ricerca della felicità, del raggiungimento del proprio equilibrio, della fortuna, rappresentata nel videoclip dalla Dea bendata, una ballerina che interpreta proprio questo ruolo. Fortuna che spesso non va cercata perché è lei che cerca noi. È un brano dalle sonorità mediterranea con contaminazioni anche orientali.
“La canzone parla della ricerca del riscatto della vita cercando nuove vie e opportunità, ricche di stimoli e di emozioni nuove, al di fuori della routine. Magari inseguendo o affidandosi alla fortuna o semplicemente lasciando che sia Lei a trovarti.” Cosmopòliti
Guarda il video:
youtube
Storia della band
I Cosmopòliti nascono nel 1990 a Palermo affascinati dal Med-Rock; decidono pertanto di sperimentare sonorità, intrecciando melodie rock con le diverse influenze del panorama culturale e musicale di una terra che affonda le proprie radici nella mescolanza straordinaria e unica delle contaminazioni portate dai popoli d’oltremare. “Cosmopòliti” esprimeva il bisogno di essere cittadini del mondo, attraverso messaggi universali con cui toccare le corde dell’anima. L'eterogeneità sonora
dei popoli mediterranei li affascinava, non volevano essere accademici, ma decisamente istintivi.
La band milita per dieci lunghi anni nel panorama musicale locale e nazionale, maturando innumerevoli esperienze tra festival, manifestazioni, ospitate in radio e tv partendo dalla vittoria del “Notamatch”, nel 1991, gara tra band palermitane che li porta ad incidere il loro primo 45 giri; sono ospiti ad una manifestazione al Palazzo del Turismo di Riccione (RN); registrano la loro prima demo-tape dal titolo “Mantra”; partecipano alla selezione regionale di “Arezzo Wave” e nel 1996 alle semifinali del “Festival Di Castrocaro” (FC). Tanti i palchi, le piazze tra cui lo Spazio Rock della Favorita per “Palermo di Scena”; finalisti al “Festival di Caltanissetta” (CL); presenti alla manifestazione “Non Dire No Live Concert”, prima giornata Nazionale donazione e trapianto di organi, organizzata dai maggiori comuni d'Italia e trasmessa in diretta Rai. Tanti concerti, innumerevoli ore di prove, pagine di giornali, foto e passaggi radiotelevisivi.
Essendo poco più che ventenni la vita li porta ad intraprendere strade lavorative e musicali diverse e la band si scioglie pacificamente. Con lo scoppio della pandemia, la voglia di riprendere da dove avevano lasciato li spinge a ricominciare, con l’ultima formazione di allora. Oggi si ritrovano con cinque singoli disponibili sui maggiori digital store rispettivamente dal titolo “Ho dentro un pensiero”, “Falsi dei”, “In Fondo al Cuore”, “Solita Storia” e “A lei”.
“Ho dentro un pensiero”, uscito il 4 giugno 2022, parla di una storia d'amore vissuta attraverso gli sguardi piuttosto che con le parole le quali, a volte, possono essere fraintese mentre un singolo sguardo può significare molto di più che centomila parole. Il brano è stato scelto per la partecipazione della band all’ undicesima edizione del Premio Lucio Dalla che si svolgerà a Roma dal 30 novembre al 2 dicembre 2023.
“Falsi Dei”, uscito il 16 luglio 2022, brano presentato alla 35^ edizione di Sanremo Rock (settembre 2022), parla di ricercare dentro di sé la vera forza di riscatto continuando a credere in se stessi e di non lasciarsi affascinare dai falsi miti dettate da mode e stereotipi sociali. Proprio a seguito della partecipazione a Sanremo Rock vengono contattati da un’etichetta milanese con la quale intraprendono una collaborazione che li porta l’11 dicembre 2022 ad un live al Rock’n Roll di Milano, club degno di nota che ospita spesso artisti di fama nazionale e internazionale, live che ha riscosso consensi positivi da parte di un pubblico al quale si affacciavano per la prima volta.
“In fondo al cuore”, uscito il 2 dicembre 2022, narra della complessa realtà del musicista o dell’artista in genere che pur di realizzare il proprio sogno è disposto a spostarsi in luoghi lontani rispetto al proprio paese di origine, trovando quindi soddisfazione e realizzazione dovendosi però districare tra la malinconia e la gratificazione.
In “A Lei”, ultimo singolo pubblicato il 12 agosto 2023, scritto e dedicato ad una giovane donna, viene descritto il primo fortuito incontro, il primo bacio, le prime sensazioni amorose. “A Lei”, con la sua ritmica incalzante e liriche profonde, stimola la riflessione sul sentimento dell’amore verso il prossimo e verso la natura che ci circonda.
Sito Web: https://www.cosmopoliti.it
Facebook: https://www.facebook.com/Cosmopoliti.RockBand
Instagram: https://www.instagram.com/cosmopoliti_band
YouTube: https://www.youtube.com/channel/UCBn3wNgOvwXBr-_9eNbGaHQ
Spotify: https://open.spotify.com/artist/01DtvGBsQUFpv42vNPUvm8
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personal-reporter · 1 year
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Europa in Versi 2023 a Como
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Dal 19 al 21 maggio ci sarà Europa in versi,  il Festival internazionale di poesia organizzato dalla Casa della Poesia di Como e diretto da Laura Garavaglia, che festeggia la tredicesima edizione con la partecipazione di poeti di rilevanza nazionale ed internazionale nella cornice di Villa Gallia a Como e, per la prima volta, a Villa Sormani Marzorati Uva. La felicità poetica è il tema portante di questa edizione in arrivo dato che “Proprio in relazione a questo momento drammatico e complesso, la poesia come massima espressione della creatività e sublimazione delle migliori energie dell’essere umano, ma anche come luogo privilegiato di una felicità interiore raramente raggiungibile con altri mezzi”, dice Laura Garavaglia. Grazie alle poesie e testimonianze degli autori che parteciperanno, provenienti non solo dall’Europa, ma da vari Paesi del mondo, il pubblico sarà sensibilizzato a riflettere sulle ipotesi di una felicità che sembra essere sempre più lontana e che può essere ricercata su piani diversi. Dopo l’incontro con gli studenti dell’Università dell’Insubria di venerdì 19 maggio, nell’affascinante scenario di Villa Gallia affacciata sul primo bacino del lago di Como, il Festival debutterà ufficialmente sabato 20 maggio con l’incontro con i poeti internazionali e italiani, mentre l’introduzione sarà a cura di Roberto Galaverni del Corriere della Sera. Gli ospiti arriveranno da vari paesi, con dal Vietnam Kieu Bich Hau,  poetessa, narratrice e giornalista, che difende nelle sue opere i diritti delle donne in Vietnam; redattore della rivista Neuma della Romania e vincitrice di numerosi premi di letteratura a livello nazionale e internazionale, dalla Corea del Sud Kooseul Kim, professoressa emerita di Letteratura inglese all’Università di Hyupsung, Presidente del Premio letterario internazionale Changwon KC e del Comitato organizzatore del KC & KS World Poetry Festival,  Dongho Choi, critico letterario, studioso di letterature orientale e occidentale e Presidente della Society of Korean Poets,  Ko  Doohyun, giornalista della principale testata nazionale di Seoul e ad accoglierli a Villa Gallia ci sarà anche il Console Generale della Repubblica di Corea sig. Kang Hyung Shik. Dagli Stati Uniti arriverà William Wolak, fotografo, artista del collage, le cui poesie, il cui tema principale è l’eros,  sono apparse in oltre cento riviste, dalla Colombia Carlos Velasquez Torres, nato a Bogotà, traduttore, musicista e accademico, che oggi lavora a New York, dove è co-direttore dell’Americas Poetry Festival,  dall’Ungheria Attila Balazs, le cui opere sono state tradotte in 20 lingue e dal Kosovo Jeton Kelmendi, professore presso l’AAB University College e membro dell’Accademia europea delle scienze e delle arti di Salisburgo, in Austria. Tra i poeti italiani al festival ci saranno  Emilio Coco, Giuseppe Bova, Deborah Zingariello e   Laura Capra. La giornata si concluderà con la premiazione dei vincitori del premio Europa in versi e in Prosa, con presidente di giuria il poeta Milo De Angelis e il professor Gianmarco Gaspari, docente all’università dell’Insubria e critico letterario. Domenica 21 maggio alla mattina si terrà una passeggiata con reading con i poeti ospiti del festival e con la partecipazione del pubblico, nei luoghi poetici di interesse storico e in occasione del bimillenario della nascita di Plinio il Vecchio, davanti al Duomo, nella cui facciata spicca la statua del grande scrittore, saranno letti brani dalla Naturalis Historia in collaborazione con Sentiero dei Sogni e la guida di Pietro Berra. Nel pomeriggio la giornata terminerà con un reading dei poeti nel parco della Villa Sormani Marzorati Uva, a Missaglia. Read the full article
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vforvileda · 6 years
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matthew-shiki · 2 years
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Il 5 di maggio in Giappone si festeggia il giorno dei bambini, kodomo no hi (子供の日)! Durante questa festività nazionale i bambini vengono celebrati e si augurano loro forza e felicità.
Inizialmente conosciuto come Tango no Sekku (端午の節句) o Ayame no Hi (菖蒲の日),  era parte delle cinque cerimonie collegate ai cambi di stagione che venivano celebrate in via ufficiale, chiamate appunto Gosekku (五節句). Anticamente questa giornata era conosciuta come la festa degli iris, che fioriscono proprio a maggio, e marcava l’inizio della stagione delle piogge.
Oggi questa festività è resa celebre dalle tradizioni e decorazioni uniche ad essa legate. Tra queste la più famosa è probabilmente quella degli aquiloni a forma di carpa koi, i koi nobori (鯉幟).  Una leggenda cinese narra di una perseverante carpa koi che nuotava controcorrente, e dopo infiniti sforzi riuscì finalmente a risalire una cascata. Gli dei, impressionati, premiarono la carpa per non essersi arresa trasformandola in un drago.  Questi aquiloni dunque simboleggiano la volontà che i bambini diventino individui coraggiosi e determinati e ne viene appeso uno per ogni membro della famiglia. Generalmente la carpa nera indica il padre, quella rossa la madre e per i figli si utilizzano il blu, l’arancione o il verde. 
Museo d’Arte Orientale Chiossone Genova
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sciscianonotizie · 3 years
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Giornata internazionale della Poesia 2022
Il Coordinamento Nazionale dei Docenti della Disciplina dei Diritti Umani in occasione della Giornata Mondiale della Poesia, che si celebra il 21 marzo dal 2000, intende ricordare il valore potentissimo della poesia, una delle forme espressive più antiche e più belle utilizzate dall’uomo.
La giornata è stata istituita dall’ONU nel 1999 perché da sempre l’uomo ha affidato al linguaggio poetico le sue emozioni più profonde e più autentiche e ha capito, attraverso la poesia, non solo l’esperienza personale, ma anche quella di molti.
La poesia infatti è sempre stata portatrice sana di autentica bellezza perché ha veicolato le emozioni più forti e condivisibili dell’umana esistenza: felicità, gioia, serenità, ma anche tristezza, dolore, delusione, nostalgia, rimpianto. E ha raccontato fin dall’antichità, e ancora racconta, chi realmente siamo.
La poesia, oltre a stimolare ovviamente il pensiero creativo, è sempre stata un mezzo per scavare dentro noi stessi e comunicare oltre i confini e le differenze culturali.
Sostenere e promuovere questa giornata significa credere nel ruolo privilegiato che ha la poesia di promuovere la comunicazione, la comprensione interculturale e tutti i valori più belli dell’esistenza umana, come l’universale valore della Pace, che sempre più spesso lo vediamo vacillare e lontanissimo dagli uomini.
Molti sono stati i poeti che hanno usato la parola poetica come baluardo difensivo per proteggerci dallo sgretolamento di molti valori importanti, dall’intolleranza e dall’odio che minacciano l’umanità.
Molti sono i poeti che hanno scritto poesie sulla Pace e contro la guerra trasferendo nei cuori dei lettori emozioni e sentimenti personali. E anche, e soprattutto, in questi casi la poesia ha parlato agli uomini degli uomini, delle loro fragilità, delle loro paure, delle loro miserie.
La poesia quindi narra in versi il nostro cuore, e ad esso permette di ormeggiare quando è stanco e solo. O quando una felicità grande gli chiede di guardarla negli occhi. Ed è questo il nobilissimo motivo per cui LEI è Patrimonio dell’Umanità, appartiene a ognuno di noi, è di tutti, da sempre.
Il 21marzo è il giorno in cui, come diceva Pascoli, dobbiamo ascoltare il fanciullino che è in noi:
“Il fanciullino è colui che parla agli animali, ai sassi, alle stelle, è colui che ha paura del buio”.
La Giornata Mondiale della Poesia è il giorno in cui dobbiamo aprire quel vecchio libro di rime e lasciarci cullare dalla dolcezza dei versi, senza temere di aver smarrito ormai tutto il coraggio di cui abbiamo bisogno per andare avanti, senza temere di non sapere più amare, senza sentirci piccoli, soli, vulnerabili davanti alle avversità.
Lasciamo che la Poesia di Catullo, di Dante, di Rodari, di Trilussa, di Shakespeare, di Ungaretti, di Rimbaud, e di tanti poeti e poetesse di ieri e di oggi, ci racconti i traviamenti e le conquiste dell’uomo di sempre.
Il CNDDU, convinto sostenitore dell’importanza della parola poetica come ingrediente fondamentale per sensibilizzare l’uomo verso tematiche di Pace, Giustizia e Libertà, invita i docenti della scuola italiana di I e II grado ad avvicinare gli studenti alla poesia, la più eccelsa e compiuta forma d’arte che sa nutrire l’animo umano di bellezza come poche altre.
L’iniziativa che promuoviamo quest’anno è La Poesia per la Pace, perché chi ama la poesia è contro la guerra.
Si tratta di individuare un gruppo di poesie che raccontano/condannano gli orrori della guerra e poi provare a trovare analogie e differenze tra i vari testi e le parole-chiave per fare lavori di approfondimento in classe da collegare al difficile momento che stiamo vivendo. Ed essere, così, anche attraverso la parola poetica vicino all’Ucraina.
Tramite l’iniziativa da noi promossa per il 21 marzo, intendiamo ancora una volta utilizzare tutti gli strumenti e gli spunti possibili e tutti i momenti importanti, per condannare l’orrore che si sta compiendo davanti ai nostri occhi.
E la Poesia quest’orrore può, sa e deve condannarlo.
L’hashtag per la Giornata Mondiale della Poesia 2022 è #LaPoesiaperlaPace
“Ci sono cose da non fare mai, né di giorno né di notte, né per mare né per terra: per esempio, la guerra”
Prof.ssa Rosa Manco
CNDDU
  source https://www.ilmonito.it/giornata-internazionale-della-poesia-2022/
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lamilanomagazine · 11 months
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"Diritti alla Pace": da domani entra nel vivo il programma di contrasto alla povertà educativa dell'assessorato al Welfare
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"Diritti alla Pace": da domani entra nel vivo il programma di contrasto alla povertà educativa dell'assessorato al Welfare. Bari. Entra nel vivo "Diritti alla Pace" il programma di eventi promosso dall'assessorato al Welfare e realizzato dalla Biblioteca dei Ragazzi in occasione del 20 novembre, data in cui ricorre la ratifica della Convenzione internazionale dei Diritti dell'Infanzia e dell'Adolescenza ONU. L'iniziativa mira a contrastare la povertà educativa, definita da Save the Children come la privazione da parte dei bambini, delle bambine e degli/delle adolescenti della possibilità di apprendere, sperimentare, sviluppare e far fiorire liberamente capacità, talenti e aspirazioni, in un'ottica di welfare culturale generativo e inclusivo. In considerazione del particolare momento storico, il tema principale a cui si ispira l'edizione di quest'anno, a cura della cooperativa sociale Progetto Città, è il Diritto alla Pace, purtroppo negato a tanti bambini e bambine nel mondo. Per tutta la città, durante il mese di novembre, si terranno eventi e laboratori con l'obiettivo di coinvolgere attivamente la cittadinanza, in particolare bambine e bambini, adolescenti e famiglie sui temi della nonviolenza, della convivenza pacifica e della costruzione di orizzonti di pace da esportare simbolicamente in ogni angolo del mondo. Da domani, sabato 11 novembre, e nei giorni 16, 18, 23 e 25 novembre, negli spazi della Biblioteca dei Ragazzi, nel parco 2 Giugno, si terrà una rassegna cinematografica di fiction e film d'animazione sul tema dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza: il giovedì sarà dedicato alla fascia di età 11-16 anni, mentre il sabato ai piccoli dai 4 ai 10 anni. Tutti i martedì di novembre, alle ore 17.30, avrà luogo "Diritti alle storie", sempre nella Biblioteca dei Ragazzi, con letture ad alta voce di albi illustrati per bambini dai 3 ai 6 anni e famiglie, tratte dai libri selezionati dal catalogo del programma nazionale Nati per Leggere. Il 18 novembre, dalle ore 15 alle 19, nell'Urban Center comunale, sarà possibile visitare "La città è visibile", un'installazione ludico-artistica interattiva ispirata alle "Città Invisibili" di Italo Calvino: bambini e famiglie potranno costruire una città immaginaria ma possibile, simbolo di accoglienza, di una comunità inclusiva che si reinventa e si prende cura di sé. Contestualmente si terranno letture ad alta voce sul tema dei diritti e reading a cura di Roberto Petruzzelli su "Marcovaldo" di Italo Calvino. Il 19 novembre, invece, sarà possibile salire a bordo del "Trenino della Felicità" alla scoperta del territorio e dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza esercitati in città, con fabulazioni teatrali e letture (per partecipare a uno dei tre percorsi in programma, in partenza alle ore 10, 11 e 12 dal lungomare Imperatore Augusto, altezza piazza del Ferrarese, sarà necessaria la prenotazione alla mail [email protected]). Il 20 novembre, ore alle 10, nell'Urban Center, l'iniziativa "Mille lingue per città di pace" allieterà i partecipanti con letture bilingue realizzate in collaborazione con le comunità straniere del territorio e con la valigia del progetto "Mamma Lingua", Aib e Regione Puglia. Il 29 novembre, alle ore 18, nella Biblioteca dei Ragazzi, si terrà la presentazione del libro "La casa di tutti. Biblioteche e città", Editori Laterza, con la partecipazione dell'autrice Antonella Agnoli e dell'assessora al Welfare Francesca Bottalico: sarà l'occasione per fare il punto con docenti, bibliotecari ed educatori sul tema della promozione di presidi multidimensionali che rispondano alle necessità quotidiane e affrontino questioni fondamentali per il benessere delle persone. Il 30 novembre, infine, si terrà una giornata di informazione e narrazione di esperienze dei minori nei Centri servizi per le famiglie, con la partecipazione della Tutrice civica per la tutela dei diritti dell'infanzia del Comune di Bari, Silvana Calaprice. Per tutto il mese di novembre, inoltre, cento libri in 14 lingue diverse saranno disponibili per la consultazione nella Biblioteca dei Ragazzi. Il programma di tutti gli oltre 100 eventi prevede la realizzazione di specifici percorsi gratuiti per tutti, realizzati con la collaborazione della rete cittadina di enti e organizzazioni del pubblico e privato sociale e con la rete Bari Social Book e ispirati a quattro diritti specifici: "ad avere diritti", "a essere noi", "all'immaginazione" e "al futuro". Nell'ambito di queste aree tematiche sono state programmate attività di formazione e informazione, letture animate e ad alta voce, spettacoli teatrali e di danza, atelier ludico-creativi, presentazioni di libri, proiezioni di film, laboratori audiovisivi e di fumetti, atelier di scrittura e musicali. Le attività avranno luogo in tutti i quartieri della città di Bari attraverso il coinvolgimento delle sedi dei servizi del welfare cittadino. Minori e adulti saranno coinvolti in percorsi a carattere socio-educativo e culturale in grado di valorizzare il senso di solidarietà, la collaborazione e la cooperazione tra pari, il rispetto dei diritti umani, della famiglia, della società, della natura e l'abbattimento degli stereotipi di genere, culturali e razziali. Particolare attenzione sarà prestata al termine "città", con eventi e attività che attraverseranno il territorio urbano, collegandosi idealmente Italo Calvino, in occasione del centenario della sua nascita, alle sue "Città Invisibili" e a quella raccontata in "Marcovaldo".... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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this-whomps · 4 years
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Onirodiario 22/04/20
Mi trovo all’ interno di una casa in legno, dalla finestra vedo i monti ricoperti di neve, anche se non sono l’unica cosa che cattura la mia attenzione. Un grande groviglio nero si sta formando direttamente fuori dai vetri di casa. I movimenti veloci e imprevedibili mi spaventavano, in poco tempo questa massa informe si rende riconoscibile, era un ciclone. La casa trema, ho paura che la finestra si rompa e che, di conseguenza, io venga risucchiata. Dietro di me ho mia sorella e mia mamma, ripeto più volte di smettere di guardare quel turbinio e di andare in un’ altra stanza, ma prima di darmi retta ci mettono un po’. Ci troviamo nel corridoio di casa, vediamo delle luci provenire dalla sala, è mio padre, che come al solito non dà attenzione a nulla quando si trova in balia del Dio Televisione. Ero riuscita a scattare una foto del tornado e a inviarla a un po’ di persone, tra le quali anche il ragazzo che mi interessa. Apro la chat per vedere se ho ricevuto risposta ma, con grande vergogna, scopro di aver inviato la foto sbagliata; c’è una parte di me e del sangue. É passato un po’ di tempo, mi sento di tornare in quella stanza e di vedere cosa sta accadendo. Il ciclone si è spostato a pochi metri da casa e ha scoperchiato il tetto del palazzo di fronte. Ora i turbinii neri sono più di due, uno sale sino alla vetta del monte e riesce a far crollare la punta. Un grosso masso sta rotolando lungo la pendice e prende velocità, è diretto verso casa mia, non sono spaventata, non mi sposto. Il macigno arriva a toccare la mia finestra, ma ne rompe soltanto un quarto.
Inizia un secondo sogno, mi trovo in un luogo all’aperto, è pieno di addetti alla sicurezza, c’è un evento e io voglio a tutti i costi entrare. Sono con i miei compagni di classe delle superiori, dietro ho il mio ex ragazzo e il suo amico, siamo in coda per entrare. Un grande uomo completamente vestito di nero mi nega l’accesso dicendo che devo aspettare, ma subito dopo uno dello staff mi fa segno di passare, solo io però. La mia felicità iniziale viene interrotta dal pensiero che Pietro e Matteo non possano entrare, alla fine trovo che sia divertente passare del tempo con loro, nonostante questo, vado avanti. Dall’ aspetto mi sembra essere un set cinematografico, incontro due attori Chandler e Joey, hanno bisogno di coca, io non ne ho, spaccio dello zucchero per sostanza e ci cascano. Passa qualche giorno e continua l’ attingere al sacco della “coca”, dicono di non riuscire a smettere, io mi rendo conto che è tutto dato dalla loro mente, non so se svelerò mai il segreto. Continua il mio giro per il set, c’è il sole, molto verde che si arrampica su muri variopinti di graffiti. Incontro uno spacciatore, mi racconta che la vecchia preside del suo liceo era stata a sua volta indagata per spaccio e qualche giorno dopo trovata morta, il caso si chiuse lì, la gente si concentrò su un altro omicidio, quello di Dawson. Giro lo sguardo e dentro queste strutture in cemento che mi circondano, vedo l’ombra di un mostro gigantesco che stritola tra le mani una bambina, io non ho potuto fare nulla. Non sono particolarmente turbata, continuo a passeggiare e incontro due miei amici Mauri e Nadia, avevamo sete, compriamo dell’acqua costosissima senza saperlo, li perdo di vista. Mi trovo su una spiaggia bianca, l’acqua è cristallina, siamo io e tre mie amiche, dobbiamo nuotare sino al paesino più vicino, solo in questo modo possiamo sbloccare l’accesso al nostro party. Mi metto la mascherina, iniziamo a nuotare, loro tre sono avanti, io dietro, vedo tutto appannato poi, tutto nero. So che sono davanti a me, sento l’acqua spostarsi, le bollicine e ogni tanto anche qualche calcio. Mi fermo un attimo, non sopporto che la maschera sia appannata, la pulisco, ma il risultato è lo stesso, solo che ora ho perso le mie amiche. Senza sapere bene come, mi ritrovo in casa di una di loro, era a letto, stava molto male, non posso fare a mento di notare che l’arredamento ricordava il fondale marino. Il giorno seguente decido di entrare in un negozio, mi sento in Spagna questa volta, non più sul set, la vetrina si rivela essere un appartamento, pieno di letti, c’è anche molta gente che dorme. La stanza è a più piani, scendo al piano terra vedo alcuni ragazzi fare colazione, sono affascinata dalla disposizione degli spazi, esco pensando che sia una trovata imprenditoriale geniale.  C’è tanta gente per strada, mi accorgo solo ora che nessuno porta la mascherina, mi stanno troppo vicini, passeggio per un sobborgo di Londra, vedo un mercato, entro. C’è una bambina che continua a fissarmi, ma non ho voglia di sorriderle, parte la sigla di Doraemon, tutti cantano, mi chiedo come sia possibile che in Inghilterra sappiano cantare la sigla italiana, mi avvio per uscire, mi ferma la mamma della bambina, mi chiede il numero perché vuole far contento quell’ essere smoccicoso che non ha ricevuto nessuna considerazione da me, glielo do senza starci a pensare troppo su, tanto non avrei risposto.
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Il secondo sogno è molto confuso, un peccato perché prima di poterlo scrivere mi sono addormentata di nuovo, scordandomi molti passaggi “logici”, sempre che di logica si possa parlare. 
Mi ricordo di aver sognato Atena che mi puntava alla fronte una spada, purtroppo non riesco a collocarla da nessuna parte, mi è rimasto in mente solo questo particolare, sarà un caso, ma appena aperto Telegram ho notato che il Ministero della Salute ricordava a tutti noi che oggi è la giornata nazionale della Salute della Donna, l’associazione che sta dietro? Atena onlus. 
Molti possono pensare che sia un caso, io invece credo sia legato a qualcosa che ora non mi è chiaro, ma in futuro magari sì. Tra l’altro vorrei raccontarlo alla mia terapeuta, ma non vorrei mi catalogasse come paranoica. Insomma nessuno mi spia, nessuno mi segue, non penso che il mondo ce l’abbia con me, penso invece che sogni, inconscio e dimensioni temporali siano in qualche modo collegati.
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davincialba · 5 years
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                                                ARTICOLO 21
 PERIODICO D ‘ INFORMAZIONE  DEL LICEO DA VINCI  - N. 2  A.S. 2019/20
                      “Homo doctus in se semper divitias habet” - Fedro
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INNO ALLA BELLEZZA
Il numero di questo mese vuole affrontare un argomento  spesso sottovalutato: il piacere che deriva dal contemplare un'opera d'arte o dal leggere un testo d'autore. Si tratta di qualcosa che non ha "utilità" materiale  e non si traduce in profitto immediato, pertanto  non ci si sofferma a considerarne l'importanza, nella vita di oggi. La bellezza ci circonda e spesso neanche ce ne accorgiamo: è nel sorriso di un bambino, nel volo di un uccello, nel rombo di un tuono... Chi, con il suo genio ha saputo trasmettere su una tela, su di un foglio o semplicemente su di un muro, tali emozioni, merita il nostro grazie più sincero, poiché ha lasciato ai posteri un'eredità culturale peculiare della specie umana. Anche vicino a noi vivono artisti e  scrittori: ne conosceremo due molto bravi, attraverso alcune loro opere recenti. La loro creatività vi stupirà piacevolmente e vi farà riflettere su temi importanti e delicati che solo la penna di uno scrittore o il pennello di un pittore sanno trattare, con il dovuto rispetto. Buona lettura!
INVITO ALLA LETTURA
Il ritratto di Dorian Gray
Buongiorno cari lettori! Il giornalino è tornato, con un nuovissimo numero tutto da leggere. Ho scelto, per la sezione di invito alla lettura, il romanzo   di   uno   dei   più   criticati   e   geniali   scrittori dell'Ottocento: Oscar Wilde. Il ritratto di Dorian Gray è uno dei romanzi più belli che abbia mai letto. Oltre che un quadro impietoso della società vittoriana, è una vera allegoria dell'arte come veicolo di espressione illimitato e portatore di bellezza. Wilde infatti afferma che “ l'artista è il creatore di cose belle" e che “l'artista può esprimere qualsiasi cosa”. Ora però si pone un problema non indifferente, qual è l'utilità pratica di una cosa bella? Nessuna. Perciò l'arte sarebbe una forma di ozio; sorge quindi un' altra domanda: come si può tollerare, in una società come la nostra,incentrata sulla produttività, l'inutilità dell'arte? Ecco la risposta di Wilde: “ possiamo perdonare a un uomo l'aver fatto qualche cosa di utile purché non l'ammiri. L'unica scusa per aver fatto una cosa inutile è di ammirarla intensamente. Tutta l'arte è perfettamente inutile.” Lascio a voi lettori la riflessione su questa pragmatica citazione. Questo libro narra la storia del giovane Dorian Gray e della sua trasformazione, ad opera   dell'amico   Lord   Henry  Wotton.   La   loro   amicizia scaturisce da un incontro a casa del loro amico comune, il pittore Basil Hallward, nonché l'autore del magnifico ritratto che conferisce all'opera il suo titolo. Al centro dell'intreccio troviamo   tre   personaggi   organici,  agli   antipodi   l'uno dell'altro. Al mio occhio di lettrice il soggetto più criptico e importante – escludendo ovviamente il  protagonista e il suo ritratto – è Lord Henry Wotton. Infatti è proprio a lui che l'autore   affida   i   numerosi   paradossi   ed   aforismi,   che contraddistinguono il suo stile tagliente e cinico, e per i quali è largamente citato, criticato e lodato. Nella trama Lord Henry è il diavolo tentatore, che spinge Dorian verso una strada senza ritorno, la quale lo trasformerà in una persona spietata, sempre alla morbosa ricerca di nuovi​ piaceri ossessionato dalla bellezza. Al contrario, possiamo definire Basil Hallward la personificazione della ragione.  Il pittore, infatti, aveva predetto fin dall'inizio che l'influenza di Lord  Henry  non avrebbe giovato  al  ragazzo  e che l'avrebbe   trasformato   irrimediabilmente.   Dorian   Grayinvece   è   un   personaggio  estremamente   dinamico   che subisce una profonda trasformazione durante la narrazione, tanto che è possibile identificarne tre facce: il Dorian di cui è   infatuato   Basil,   dolce,   innocente   e   inconsapevole; il beniamino di Henry e sua cavia personale che comincia ad aprirsi la strada nell'immoralità;  infine, il peccatore ternamente giovane, ossessionato dalla bellezza e privo di coscienza. L' aspetto più degno di nota però, è senza dubbio il suo ritratto, che è la rappresentazione delle paure di Dorian e dei suoi numerosi peccati. Il quadro è allo stesso tempo la realizzazione dei suoi desideri e la sua condanna. Infatti è proprio la tela a condurlo alla pazzia.  Spero che le mie parole siano state all'altezza del genio che mi ha ispirata e che questa recensione vi abbia invogliati non solo a leggere il romanzo, ma anche a fare dell'arte la vostra passione.
Matilde Ruffa
INVITO ALLA LETTURA (2)
“Kafka comprende il mondo  con una chiaroveggenza che stupisce, e che ferisce come una luce troppo intensa”.
                                                                  Primo Levi
Ein Hungerkünstler
È questo il titolo in lingua tedesca di uno degli ultimi racconti dello scrittore Franz Kafka.
L'autore de La Metamorfosi lascia sempre al lettore la possibilità di interpretare le sue narrazioni in senso piuttosto libero e soggettivo, poiché chi legge comprende fin dalle prime righe di trovarsi di fronte a  metafore e allegorie, ma non vi è nessun tipo di aiuto per "sciogliere" tali simboli che, pertanto, si possono considerare forme di "allegorismo vuoto" ovvero aperti a diverse interpretazioni.
Ein Hungerkünstler esce nel 1922,appena due anni prima della morte dello scrittore.
Ein Hungerkünstler viene tradotto nelle diverse edizioni italiane "Un digiunatore" oppure "Artista del digiuno".
Racconta con una prosa molto asciutta la triste storia di un uomo che lavora in un circo e si esibisce praticando l'astinenza dal cibo.
Inizialmente, egli gode di uno straordinario successo, ma in seguito il pubblico inizia ad annoiarsi di fronte alla sua esibizione, preferendo altro.
Come interpretare, dunque, questo racconto?
Cosa dovrebbe rappresentare il digiunatore?
Come abbiamo già premesso non possiamo che fornire una delle molteplici chiavi di lettura:
è l'artista, in generale e soprattutto lo scrittore che forse si può identificare con questo personaggio, perché colui che si rifiuta di produrre un'arte finalizzata a compiacere esclusivamente il pubblico pagante va incontro anche alla delusione, infatti non sempre la gente comune o la critica sono disposte a sostenere una forma di arte che non dia profitto.
"Io sono costretto a digiunare[...] perché non sono riuscito a trovare il cibo che mi soddisfacesse. Se l'avessi trovato, credimi, non avrei fatto tante storie e mi sarei rimpinzato come te e come tutti ".
Ecco queste sono forse le parole più intense e drammatiche di tutto il racconto e suonano come l'eco di ciò che lo straordinario scrittore di Praga andava sostenendo: "sono soltanto letteratura e non posso e non voglio essere altro".
                                                                                                Alberto Esposito
INVITO ALL’ASCOLTO
Alla ricerca di China Town
In questo artistico numero del giornalino, avrei piacere di parlarvi di una canzone a me molto cara, tratta dall'album "Museica" del cantante italiano Caparezza: mi riferisco a "China Town", nella quale il cantante si rivolge a inchiostro, matite, penne, piume d'oca... insomma, a tutto ciò che orbita intorno alla scrittura e all'arte, personificandoli e ringraziandoli di tutti i benefici che hanno portato all'umanità, dal momento che, prima dell'avvento degli anni 2000, la cosiddetta "epoca digitale", la massima ambizione per l'uomo comune era quella di esprimere le proprie idee attraverso carta e inchiostro, in modo che tutti quanti potessero avere l'opportunità di leggerle e diffonderle. L'autore racconta di come la scrittura e la composizione siano in grado di rapirlo e trasportarlo in universi lontani e città nascoste, tra le quali proprio China Town (va letto come china, intendendo l'inchiostro nero  e non come China, nome inglese della Cina) un luogo mistico, ubicato nella mente di ognuno di noi, dove risiedono la creatività e l'immaginazione, insieme alla voglia di scrivere ed esprimersi.
Con versi come: "Il luogo non è molto distante L'inchiostro scorre al posto del sangue Basta una penna e rido come fa un clown A volte la felicità costa meno di un pound",
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Caparezza vuole farci capire che spesso la felicità, la soddisfazione, non risiedono in gesti eroici ai quali tutti miriamo, in cerca di una spesso impossibile popolarità, bensì in atti ritenuti da molti inutili o semplicemente trascurati per la loro semplicità, come sedersi, alla sera, dopo una giornata ricca d'impegni, e scrivere, sfogarsi, liberarsi di tutti ciò che ci affligge o ci ha ferito, raccontare tutto il bene e il male che abbiamo ricevuto, semplicemente per noi stessi, in modo da trovare un qualche ristoro che ci sollevi da ciò che in precedenza ci ha fatto soccombere.
Se vi capiterà perciò di avere tre minuti e cinquantacinque secondi di libertà e non saprete cosa fare, vi consiglio vivamente di ascoltare questa canzone, non solo per il testo, ma anche per le forbite similitudini e giochi di parole tipici dell'autore, in grado di lasciare qualcosa anche in seguito all'ascolto.
                                                               Alessandro Cauda
LA PAROLA AGLI ESPERTI
Intervista alla scrittrice albese Giulia Marengo
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                                            Immagine pubblicata per concessione dell’artista
Quando è nata la tua passione per la scrittura?
Da bambina sognavo di fare la scrittrice. Ma anche l’astronauta, l’archeologa e il Nobel per la medicina, quindi prima o poi dovevo azzeccarci. Ho sempre amato scrivere, però i miei temi erano sempre un po’ troppo fantasiosi, un po’ sopra le righe, difficili da imbrigliare nelle redini strette dei saggi rigorosi e degli articoli di giornale che tanto erano in voga al Liceo Classico in quegli anni. Perciò la passione è rimasta dormiente per qualche anno, fino a che ho deciso di partecipare a un gioco di narrazione a tema fantascientifico – su Star Wars, per la precisione, un’altra delle mie passioni. Da quel momento, si sono rotti gli argini e tutte le storie che avevo represso negli anni sono defluite su pagine e pagine, inarrestabili. A 19 anni, per scommessa, ho inviato un racconto a un concorso letterario nazionale – proprio “Anatomia di un paradosso”, che poi, anni dopo, è stato incluso nella raccolta “32 frammenti dell’anima”. Inaspettatamente, ho vinto. Così ho preso coraggio e mi sono lanciata in un progetto più corposo, poi un altro. E così è cominciata. Ma la passione? Quella è sempre stata lì.
Quanto tempo ti occorre per elaborare e scrivere un racconto?
Il tempo, quando si scrive, è relativo. La “sindrome della pagina bianca” può giocare brutti scherzi ma, quando le condizioni sono propizie, sono molto prolifica, e riesco a scrivere circa un racconto al giorno. Come è ovvio, il seme dell’idea deve essere già lì, annidato da qualche parte nella confusione della mia mente, ma poi sono le voci dei personaggi che prendono il sopravvento, e raccontano la loro storia. Io ci metto solo le dita, e qualche virgola qua e là.
Durante la stesura di “32” ero sotto contratto, quindi avevo delle tempistiche molto stringenti. In tre mesi – nonostante un lavoro a tempo pieno - ho consegnato al mio editore la raccolta completa.
In "32 frammenti dell'anima" spazi dal genere realistico all'umoristico al fantastico, quale di questi senti di incarnare meglio?
La sfida di “32” è stata proprio giocare con in generi e mettermi alla prova. Arrivavo da un discreto successo con il fantastico, che è molto nelle mie corde, ma volevo cimentarmi con qualcosa che mi venisse meno naturale. In tutta sincerità non riesco a giudicare da me quali siano stati i risultati, ma i lettori hanno molto apprezzato i racconti più noir e, con mia sorpresa, quelli umoristici. Nelle mie preferenze c’è sicuramente una vena tragica, come ahimè ben sanno i miei personaggi… nessuno di loro è al sicuro quando mi metto alla tastiera.
C'è un racconto "Anatomia di un paradosso" che affronta un tema molto delicato, ma lascia un po' scioccato il lettore nel finale, perché hai pensato ad un epilogo così?
"Anatomia di un paradosso" è un racconto che amo molto (vi si affronta il tema dell'omosessualità N. D. R.). Originariamente ambientata a San Francisco e poi ricondotta in Italia, è una storia che si è scritta da sé. È volutamente provocatoria per un Paese come il nostro, dove stentano a essere superati alcuni pregiudizi. L’epilogo è scioccante, è vero, ma non poteva essere diversamente. Fa pensare, quando la diversità – qualunque tipo di diversità – è così tanto temuta da dover essere taciuta a ogni costo, persino a quello della vita stessa.
In altri racconti come "Masca" ad esempio ti fai interprete delle tradizioni popolari e della storia del tuo territorio, quanto conta per te l'attaccamento alle tue origini?
Durante i miei primi anni di scrittura ho avuto il piacere di collaborare con Donato Bosca a un progetto, per Araba Fenice, che raccoglieva le storie delle masche, raccontate a voce dagli anziani dei paesi di Langa e poi da me ricondotte alla pagina scritta. Alcuni di questi racconti mi sono rimasti nel cuore, ma più di tutto vi occupa un posto speciale la mia bellissima terra. Ho avuto il privilegio di studiare e vivere all’estero, ma le colline, quella luce speciale che incendia le vigne solo nei pomeriggi più limpidi di metà ottobre, le pennellate di colore dei petali di rosa che occhieggiano fra il verde dei pampini, mi mancavano troppo. Così, sono tornata a casa. Amo viaggiare, tantissimo. Ma alla fine, le mie radici sono qui, e amo pagarne tributo nei miei lavori.
Il racconto "L'uomo della polvere" è molto poetico, avresti voglia di raccontare la genesi di questa particolare narrazione?
Anni fa avevo un collega molto peculiare. Silenzioso, modesto, laborioso. Un’acqua cheta, come si suole dire. Poi ogni tanto cominciava a parlare, e raccontava storie meravigliose di viaggi esotici e avventurosi. Come spesso succede, queste informazioni sono sedimentate lentamente e poi sono tornate a galla, e “l’uomo della polvere” ha preso forma sulla carta. Nella raccolta ci sono tantissimi riferimenti a persone che conosco nella vita reale, magari distorte, combinate un po’ a casaccio, rielaborate, abbinate e poi di nuovo spaiate come le perline di una collana. Se vi capiterà di leggere anche il racconto “il cervello di uno scrittore”, beh, è tutto spiegato lì.
Stai lavorando ad un nuovo progetto letterario?
Ahimè, no. Mi sono presa quello che è partito come un anno sabbatico – sono diventata mamma – ma scrivere, per me, significa lavorare anche dodici ore di seguito, chiusa da sola dentro a una stanza. Conciliare la scrittura con un lavoro a sua volta molto impegnativo e con la mia famiglia è diventato al momento troppo difficile. Ho comunque almeno due romanzi nel cassetto, che prima o poi vedranno la luce. Di certo la mia storia d’amore con la pagina scritta non è finita.
Cosa suggeriresti a chi, come noi, frequenta ancora il Liceo e avrebbe tanto desiderio di fare della letteratura un progetto di vita?
Leggete. Leggete, leggete, leggete. Qualsiasi cosa, di qualsiasi genere. L’importante è che vi piaccia, senza leggere non è possibile imparare a scrivere. Perché è solo attraverso la lettura che si assorbe il ritmo, quella melodia armonica e perfetta che poi verrà riarrangiata sulla carta.
E poi scrivete, cancellate, riscrivete, correggete, buttate via tutto e ricominciate. Scrivere è difficile, è un lavoro infinito di lacrime e sangue. Ma se vi piace, l’unico consiglio che posso dare è “non mollate”. Anche se i vostri scritti rimanessero inediti, ne sarà valsa la pena.
Intervista condotta dalle alunne Martina Borgogno e Chiara Calissano
LA PAROLA AGLI ESPERTI  (2)
Intervista al pittore Mauro Rosso
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                                                 Immagine pubblicata per concessione dell’artista
Mauro Rosso è nativo della città di Alba dove vive e lavora e nonostante i fitti impegni è stato così gentile da concederci un po' del suo tempo.
Da quanto tempo coltiva questa sua passione?
"Ci sono PASSIONI con le quali hai a che fare da quando apri gli occhi la prima volta, per fortuna poi la curiosità che ho oggi è la stessa di quando ero piccolissimo."
Da cosa è ispirato?
"Mi è sempre piaciuto osservare, badare alle sfumature... Mi piacciono le persone che - dicono qualcosa- e che sanno ascoltare e ragionare con la propria testa. Mi piace il battito di ciglia o il sorgere leggero di un sorriso, la voce musicale. Mi piace ascoltare musica, non potrei farne a meno, mi piace guardare le mie dita muoversi sulla tela, stanno bene insieme... Io parlo tanto, ma ci sono momenti in cui resto in silenzio ad ascoltarmi. È in quei momenti che fabbrico i miei pensieri più veri, mentre cammino per le strade, osservando la gente che passa... O assaporando il sole che mi scalda dentro... Amo le cose belle, le belle storie che dicono qualcosa, mi piace tutto ciò che fa palpitare il cuore "
Nella collezione Hero, il soggetto prediletto è Batman, perché?
Per quale motivo ha, inoltre, deciso di inserire i supereroi all'interno di contesti di vita quotidiana?
"... Una notte, senza prender sonno, mi è tornato in mente il mio eroe preferito di quando ero bambino... Sotto un'altra luce... Vestito dei problemi di tutti i giorni: la spesa, la famiglia, le bollette. Tutto questo mi ha suggerito la collezione Hero, la trasposizione dal fumetto alla vita reale.
Le tele - si presentano - come frame di un vecchio film, immagini di un uomo normale. Un uomo normale vestito da eroe".
Intervista condotta da Marta Caffa e Yasmine Hijji
LA FUCINA DELLE IDEE
L’arte della poesia
Io sono come il re di un paese piovoso,
ricco ma impotente, giovane e però vecchissimo,
che, sprezzando gli inchini dei suoi precettori,
s'annoia coi suoi cani come con ogni altra bestia.
Nulla può farlo gioire, né preda, né falcone,
né il popolo che muore in faccia al suo balcone.
Del buffone favorito la grottesca ballata
non distrae più la fronte di questo crudele malato.
Il suo letto gigliato si trasforma in sepolcro,
e le dame d'intorno, per le quali ogni principe è bello,
non san più che impudica toilette trovare
per cavare un sorriso a quel giovane scheletro.
Nemmeno il sapiente che gli fabbrica l'oro è stato in grado
di estirpare dal suo essere l'elemento corrotto;
e in quei bagni di sangue ereditati dai romani
che gli uomini potenti rimembrano nei loro vecchi giorni,
egli non ha saputo riscaldare quest'ebete cadavere
in cui non scorre il sangue, ma l'acqua verde del Lete
L’arte è la voce delle nostre anime. La musica sfama il nostro bisogno di emozioni. La letteratura e la poesia sono la voce della nostra società, una voce spesso scomoda che denuncia un disagio generazionale o sociale. E’ stata spesso la voce di proteste, rivoluzioni, di idee o sentimenti. Spesso l’arte è un veicolo con il quale condividere emozioni, energie.Ho sempre pensato che la poesia fosse meravigliosa perché la si può interpretare come il cuore accoglie le parole che modellano la poesia stessa e il pensiero di ognuno non potrà essere criticato poiché l’arte è libera e così deve rimanere. Ho deciso di citare una nota poesia di Baudelaire perché nella sua espressione geniale,atratti macabra, che può piacere o no, è un esempio di protesta. Premetto che, oggettivamente, l’idea artistica dello spleen baudelaireiano ha posto le basi della letteratura moderna, trasportando con séil suo disagio, la sua apatia e il suo ribrezzo per il mondo industrializzato in una realtà che mescola storia con mondi fantasiosi. Il poeta si sente impotente, mutilato da una società che valorizza il prodotto, non le persone, non le idee. In molte delle sue poesie appare un elemento comune ovvero l’umiliazione a cui la società lo sottopone e il poeta sceglie, non a caso, la parola spleen, che indica la nausea per la nuova società modellata dalle industrie. Per questo motivo, il poeta inizia a condurre una vita alternativa, sull’onda dell’eccesso. La poesia è mistero, la poesia è un’arte che seduce l’anima con giochi di parole perfetti, spesso poco precisa o enigmatica,appare come un paesaggio annebbiato, dove i contorni non sono ben delineati. Tutto questo dovrebbe farci riflettere: l'arte e tutti i suoi mezzi per esprimersi sono un bisogno primordiale di comunicare… più potente delle armi, più potente della violenza.
​Stefan Huru
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giancarlonicoli · 6 years
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20 MAR 2019 17:30
“LA SOCIETÀ DEI CONSUMI CI VUOLE INSICURI E SCONTENTI: CHI È FELICE NON CONSUMA...” - L’EPIDEMIOLOGO FRANCO BERRINO: “IL SISTEMA ECONOMICO HA BISOGNO DELLA NOSTRA INFELICITÀ. CI NUTRIAMO DI CIBI E ACQUISTIAMO BENI DI CUI NON ABBIAMO BISOGNO, PRENDIAMO FARMACI CHE NON CI SERVONO SOLO PERCHÉ VI SIAMO INDOTTI…” - I CONSIGLI SU COSA MANGIARE…
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Alessandro Sala per “Liberi Tutti – Corriere della Sera”
Non è mai troppo tardi per cambiare stile di vita e per adottarne uno che ci aiuti ad essere più in forma, più in salute e più leggeri. Perché la leggerezza, quella fisica del corpo ma anche quella della mente, è il segreto del vivere meglio.
«Ha a che fare con la felicità - spiega il dottor Franco Berrino, medico epidemiologo, autore con Daniel Lumera del libro La via della leggerezza (Mondadori), in uscita in questi giorni -. Essere leggeri significa essere felici. E anche un po' rivoluzionari».
Perché dice questo?
«Perché la nostra società, quella occidentale e ricca, ha bisogno delle insicurezze e del malcontento delle persone per sostenere il proprio sistema economico. Ci nutriamo di cibi di cui non abbiamo bisogno, acquistiamo beni di cui non abbiamo bisogno, prendiamo farmaci di cui spesso non abbiamo bisogno. E lo facciamo perché vi siamo indotti dalla pubblicità, dalla comunicazione, da una politica che ritiene che l' economia possa funzionare solo rilanciando i consumi».
Sta dicendo che ci vogliono tristi per far girare il Pil?
«Certo. La società dei consumi muore senza consumi. E chi è felice non consuma. Chi è leggero non ha bisogno di cercare altrove gratificazioni che non trova nella sua vita».
Non siamo obbligati a seguire la pubblicità...
«Ma lo facciamo, siamo bombardati di messaggi, siamo inseriti in un sistema obesogeno . E poi ci attirano con cibi che all' apparenza sono super economici. Chi ha una certa età ricorda bene che un tempo l' acquisto di cibo assorbiva la maggior parte delle entrate delle famiglie. Oggi invece la spesa alimentare è una frazione minoritaria.
Ma è un imbroglio, perché non viene raccontato il prezzo imposto all' ambiente e alla salute. Un prezzo che poi paghiamo sempre noi, mai le aziende che su quei cibi fanno fortune».
Una delle sue tesi è che mangiamo non solo male, ma anche troppo.
«Noi occidentali abbiamo risorse economiche ed enorme disponibilità di alimenti e ne abusiamo. Dipende in parte dai geni: i nostri antenati non avevano cibo tutti i giorni e quando ne avevano l' occasione si nutrivano in abbondanza per sopperire ai successivi giorni di magra.
Quell' istinto è rimasto, ma le nostre vite sono cambiate: siamo i figli delle carestie ma senza più carestie e svolgiamo attività sempre meno faticose che richiedono meno dispendio di energia. Però continuiamo ad accumulare riserve».
Molti anziani, tuttavia, la fame l' hanno conosciuta davvero.
«Oggi però non c' è ragione di eccedere nel cibo. Occorre raggiungere la consapevolezza di non avere bisogno di consumare, a dispetto dell' economia».
Gli anziani sono anche i principali utenti del servizio sanitario.
«Le malattie danno un gran contributo alla crescita del Pil. Più ci ammaliamo più c' è lavoro per medici, ospedali, aziende farmaceutiche, produttori di strumenti sanitari e il resto dell' indotto. Lo stesso Mario Monti da premier diceva che era necessario promuovere la sanità perché è la principale industria nazionale. Effettivamente è così».
Detto da lei che per anni è stato direttore del Dipartimento di Medicina preventiva dell' Istituto nazionale dei tumori...
«Anche io sono stato considerato sui generis . Per portare certi messaggi nell' ambiente medico ho dovuto spendere il credito che avevo maturato in campo internazionale, con il registro tumori e gli studi sulla sopravvivenza dei malati. Mi ero fatto un nome e questo mi ha permesso di potere esprimere idee non in linea con il sistema».
E chi per tutta la sua esistenza ha adottato uno stile di vita poco attento, magari proprio in risposta alle privazioni dell' infanzia, è condannato a una vita di obesità, diabete e malattie correlate?
«No, si può sempre cambiare, anche da anziani. Adottando uno stile di vita più sano migliorano i parametri metabolici, si regola la pressione del sangue, si tengono sotto controllo i trigliceridi, si riducono i dolori, migliora il funzionamento delle articolazioni. E i benefici si vedono già in poche settimane».
Cosa bisogna mangiare?
«Basta riscoprire la vera dieta mediterranea: cereali integrali, noci, nocciole, mandorle, tanta verdura, frutta, pesce, limitare la carne, soprattutto quella rossa o lavorata, e non aggiungere zuccheri».
Lei raccomanda sempre di fare anche del movimento.
«È la terza colonna su cui si regge lo stare bene, oltre al cibo e alla mente. Non serve molto, basta tenersi in attività tutti i giorni. Camminare nel verde o in un bosco ha anche un effetto antidepressivo».
Perché è importante la leggerezza nella mente?
«È quello che nel libro io e Daniel definiamo il problema difficile, perché come abbiamo visto portare leggerezza nel corpo è un problema tutto sommato semplice. Non si può essere felici se si è appesantiti nello spirito. La leggerezza ha a che fare con il sentirsi liberi dalle oppressioni della vita quotidiana, liberi dai rancori del passato, liberi dai ricordi che ancora ci fanno soffrire, liberi dalle preoccupazioni per il futuro».
Tutte cose di cui però è complicato liberarsi...
«Bisognerebbe iniziare con l' eliminare il risentimento, un veleno per lo spirito. E riscoprire il potere del perdono, che non è un atto di cedimento ma di forza. Poi ogni giornata dovremmo iniziarla ringraziando».
Ringraziando chi?
«La vita, il sole, noi stessi, il nostro corpo. Diamoci un' iniezione di fiducia appena apriamo gli occhi. E andiamo a prepararci il caffè con fare maestoso, non trascinandoci stancamente verso la cucina. La ritualità, anche nei piccoli gesti, dà grandi benefici alla nostra mente».
Le nonne, ma anche Nanni Moretti in Caro Diario , dicevano che bere un bicchiere d' acqua al mattino fa bene...
«Lo dico anche io. L' acqua rimette in moto le nostre funzioni e purifica. E anche questo è un esempio di ritualità».
E poi c' è la meditazione.
«Viviamo in un mondo obesogeno anche per la nostra mente, in una società che ci distrae continuamente, con la tv, i telefonini, agende piene di impegni. Il nostro cervello è sempre catturato da qualcosa, non è mai libero. Dobbiamo invece riportare l' attenzione su noi stessi perché questo migliora il metabolismo e di conseguenza il funzionamento del nostro corpo. La nostra mente da sola è in grado di fare molto. Le filosofie orientali si basano molto su questo concetto. Ottimi risultati, da questo punto di vista, si possono ottenere anche con le arti marziali o con il thai chi».
Lei ha 75 anni ed è in perfetta forma, scrive libri, tiene conferenze, viene invitato in tv. È reduce da un viaggio di studio in Australia tra gli aborigeni. È il testimonial di se stesso e delle sue teorie?
«Diciamo che ci metto un po' di impegno. A 40 anni anche io avevo un girovita un po' pronunciato. La mia signora mi ha fatto capire che non le stava bene e allora ho deciso di cambiare. Anche lei mi ha aiutato ad intraprendere la via della leggerezza».
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gelateriasoban · 6 years
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Lo sapevate che oggi in Francia è la Giornata Nazionale delle Crepês? 😋 La tradizione voleva che nel giorno della Candelora, il 02 febbraio, ovvero 40 giorni dopo Natale, i contadini preparassero il tipico dolce francese, tenendo in una mano una moneta d'oro che andava arrotolata all'interno della crêpes stessa. Questa veniva poi posizionata in camera sopra in armadio e lasciata lì per assicurarsi felicità e prosperità per tutta la famiglia. Dopo un anno si recuperava la moneta che veniva donata al primo povero di passaggio. Oggi rimane la tradizione di ritrovarsi con gli amici per preparare tutti assieme le crepês. • • Se voi però non avete voglia di cucinarle, venite ad assaggiare le nostre proposte artigianali all'interno di Eataly Smeraldo! 😀 Tanti i gusti e gli abbinamenti tra cui scegliere, dalle creme spalmabili artigianali alla gianduia o alla nocciola, a vari tipi di marmellate al naturale, da aggiungere alle granelle di pistacchio o cocco, abbinate alla panna montata o al nostro gelato🍦! Vi aspettiamo! 👍😋😉 • • #nationalcrepeday #crepes #crepê #crepesuzette #nationalcrepesuzetteday #nationalcrepesday #gelatosoban #eatalymilano #eatalysmeraldo #crepesartigianali #crepesgourmet http://bit.ly/2TtmJ86
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philbook · 8 years
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@Regrann from @ladradilibri.blog - Questa settimana vogliamo raccontare una storia in cui crediamo molto. Anzi, moltissimo. Ci crediamo perché la Ladra è nata da quello stesso desiderio di indipendenza da rotte già tracciate, da pensieri già masticati e digeriti, da libri che, invece di essere libri, si trasformano in "oggetti falliti" e vengono trattati al pari della passata di pomodoro sottocosto, nei migliori supermercati. E ci crediamo perchè tutti coloro che aiutano la Ladra ad essere quello che leggete tutti i giorni, sanno che il libro non è solo un mercato, un prodotto, o qualcosa con il quale " non ci si campa". Il libro è un bene comune e, come tale, deve essere trattato. Perché leggere non solo rende liberi, ma anche più consapevoli e più forti. Questa settimana ci prepariamo insieme alla terza edizione del #bookpride di Milano, la fiera nazionale dell'editoria indipendente, promossa da #ODEI, l'Osservatorio degli Editori Indipendenti. E lo faremo in compagnia di @marcosymarcos @66thand2nd @lanuovafrontiera e tante news, piccole sorprese. Di cosa sto parlando? Ascoltatevi il podcast di oggi! E buona giornata della felicità a tutti! . . . . #editoriaindipendente #indiebook #indie #indieauthor #bookpride2017 #book #instagood #instabook #bookaholic #bookaddict #bookporn #libri #libro #libridaleggere #librisulibri #libribelli #cultura #love #librodelgiorno #podcast #talkradio #flowerpower #papercraft #paperflowers #happymonday #20marzo #giornatadellafelicità
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calabriawebtvcom · 5 years
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RIVIERA E BORGHI DEGLI ANGELI PRESENTE ALLA BIT
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RIVIERA E BORGHI DEGLI ANGELI PRESENTE ALLA BIT
RIFLESSIONI E PROPOSTE
Anche quest’anno, da Domenica 09 a Martedì 11 Febbraio, la rete di operatori turistici “Riviera e Borghi degli Angeli” ha partecipato alla Borsa Internazionale del Turismo di Milano in occasione della sua storica quarantesima edizione.
Grazie alla solita opportunità data dal Dipartimento Turismo della Regione Calabria, come fatto d’altronde nel resto delle edizioni passate, la rete turistica si è accreditata presso lo stand regionale con un proprio desk e con accesso all’agenda elettronica con appuntamenti ed incontri B2B con buyers, tour operator e agenti di viaggio stranieri ed italiani. La rete turistica è stata rappresentata in fiera dal proprio “Incoming Tour Operator – Travel Calabria by Agenzia Ferdinandea Travel” che ha avuto l’occasione di incontrare, grazie a circa 20 incontri, diversi agenti di viaggio e piccoli tour operator interessati alla Calabria ed esperti del settore legati al mondo del marketing turistico, giornalisti, colleghi di altri regioni.
I referenti di “Riviera e Borghi degli Angeli” hanno altresì partecipato a momenti di formazione e a incontri e dibattiti, come ad esempio alla conferenza tematica su “Valorizzazione Turistica e Culturale dei Borghi calabresi” tenutasi giorno 11 Febbraio presso lo stand della Regione Calabria. La conferenza sui “borghi calabresi” è stata introdotta e coordinata dal Dott. Arch. Antonio Schiava, in qualità di Dirigente Generale del Dipartimento Urbanistica della Regione Calabria, ed ha visto articolarsi anche un dibattito/confronto tra operatori del settore. Tra gli interventi che hanno animato la discussione-confronto della giornata anche quello del responsabile della comunicazione di “Riviera e Borghi degli Angeli”. L’intervento è servito per dare voce e rappresentanza alle istanze del territorio del basso ionio calabrese ed è stato fatto anche in qualità di primo soggetto proponente di un nuovo Distretto Turistico Territoriale (proposto alla Regione Calabria assieme all’Unione dei Comuni “Versante Ionico” e G.A.L. “Serre Calabresi” / L. R. 2/2019) che punta a creare TURISMO destagionalizzato e di qualità nei BORGHI del territorio…con progetti itineranti di “Paesi Albergo & Ospitalità Diffusa” e con l’incentivazione di formule di turismo lento, relazionale ed esperienziale, religioso e culturale, naturalistico ed enogastronomico (provando di fatto ad andare oltre la classica stagione balneare ed estiva).
Era e resta importante – secondo “Riviera e Borghi degli Angeli” ed in vista della formale costituzione del suddetto Distretto Turistico Territoriale – puntare ad un turismo sostenibile e responsabile, lontano da dinamiche massive e commerciali, dove le nostre località, a partire dai nostri piccoli borghi che continuano purtroppo a soffrire un latente spopolamento, devono provare lentamente a trasformarsi in “destinazioni umane” multiculturali, Slow & Smart, aperte al Mondo. Ed è solo così che si possono creare anche nuove opportunità, anche occupazionali e di economia circolare, tra nuove competenze e professionalità, servizi ricercati e risposte alle nuove esigenze dei nuovi viaggiatori. Ed è così che si può puntare a migliorare in maniera qualificata il c.d. “incoming turistico internazionale” sul breve e lungo periodo di soggiorno/vacanza.
Per far ciò non ci sta solo bisogno di sbloccare in maniera esecutiva ed operativa le procedure dei recenti bandi regionali sui “Borghi” (comunque importanti con le loro giuste e dovute misure e finanziamenti, rivolti sia a Comuni/Enti che a privati, per il miglioramento dei servizi turistici), ma serve avviare anche una discussione nuova per un serio e strutturato confronto orizzontale tra le parti…verso la stesura e approvazione condivisa di una “Legge Quadro Regionale sul Turismo” in Calabria. Una “Legge Quadro” dove possa trovare spazio anche il discorso legato al turismo e ai servizi turistici nei/per/dai borghi, alla loro rivitalizzazione anche architettonica/urbana e rurale, con le dovute ed importanti coperture finanziarie a medio-lungo termine, provando ad emulare modelli regionali italiani vincenti e virtuosi. Una nuova Legge che incrementi servizi di qualità con guide professionali e/o ambientaliste, accompagnatori turistici, escursionismo, trekking, attività sportive turistiche, trasporti e transfer turistici di qualità, qualificazione e regolamentazione vincente delle formule di ospitalità diffusa, ecc.: tutte componenti determinanti ed utili a facilitare la reale e piena fruibilità delle attrazioni/bellezze paesaggistiche, naturalistiche, storico-artistiche dei vari territori calabresi durante tutto l’anno.
La rete turistica “Riviera e Borghi degli Angeli”, pensa da tempo ad una discussione regionale ampia che sappia: da un lato, incentivare l’organizzazione dal basso dei territori/distretti e dell’offerta turistica territoriale, in maniera integrata e diversificata volta comunque all’internazionalizzazione; dall’altro lato, riavviare una pianificazione strategica delle politiche turistiche regionali, con l’obiettivo di incrementare e migliorare il lavoro annuale volto ad intercettare in maniera mirata e virtuosa la “domanda”. Bisogna investire risorse per rendere, altresì, più “accessibile” e da più versanti europei ed internazionali la Calabria con il suo Aeroporto Internazionale e non solo, aumentando le rotte aeree e garantendo sempre tariffe giuste e non variabili o impossibili, provando a migliorare i collegamenti infrastrutturali (alcuni da creare ex-novo) in raccordo concreto a tutti i territori della nostra regione.
Servono nuovi piani strategici, con politiche turistiche regionali ad hoc, che sappiano incrociarsi a più che urgenti piani strutturali nazionali, da richiedere e costruire col governo nazionale, a favore e tutela delle aree interne del Sud e dei Borghi dell’intero Meridione che… oggi sta rischiando non solo la sua desertificazione economica ma anche quella umana e culturale. E poi, pensando alle attività di comunicazione, promozione e marketing, ecc. servirà re-impostare ragionamenti nuovi con idee-progettuali innovative…provando a partecipare anche a manifestazioni e fiere nazionali ed internazionali alternative e specifiche a favore e supporto reale dei “Borghi” e delle nuove formule turistiche in atto da tempo. Servono più “Educational/Press Tour” promozionali da fare in Calabria con partner realmente interessati alla nostra regione, più “Road Show” in paesi esteri coi quali sono state minimamente avviate delle proficue collaborazioni, incrementare progetti di partnership e progetti di internazionalizzazione con le Camere di Commercio italiane all’estero agevolando l’incontro tra domanda ed offerta tra operatori calabresi e T.O/Agenti di Viaggio europei e internazionali.
“Riviera e Borghi degli Angeli”, in vista dell’ormai prossima costituzione formale del Distretto Turistico, continuerà ad andare avanti per questa strada, tracciata in questi ultimi anni con pazienza e determinazione, con l’idea che le nuove prospettive del turismo in Calabria possano sostanziarsi e realizzarsi nel vivere e riabitare i nostri autentici “luoghi”, con le loro bellezze paesaggistiche, architettoniche, storico-artistiche e contraddistinti da un notevole patrimonio umano (valore aggiunto per la sua insita ed antica indole ospitale); nella continua valorizzazione delle quattro dimensioni naturalistiche che caratterizzano il proprio territorio, esistenti in pochi chilometri quadrati e nel raggio di pochi minuti di spostamento con mezzi/veicoli (mare-spiagge, colline-borghi, campagna-agricoltura-cibo genuino, montagne-laghi-fiumane-cascate ecc); nella spinta costante di scoperta e conoscenza dei nostri luoghi, anche a favore degli stessi calabresi e per un turismo di prossimità, delle loro reali attrazioni turistiche e con la loro cultura locale, agricola e artigiana, e con le loro tradizioni popolari ancestrali ed autentiche
Bisogna provare assieme, lavorando dal basso e per relazioni e circuiti alternativi, a costruire formule e progetti per un “Turismo da Vivere” tutto l’anno e con esperienze e attività specifiche da proporre in relazione alle quattro stagioni, tenendo ben salda l’idea che il “Turismo” può esser sì un’industria…ma deve puntare a trasformarsi concretamente in una speciale “industria” di emozioni, relazioni, esperienze e felicità.
  Nota dell’A.Op.T. “Riviera e Borghi degli Angeli”
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eatparadeblog · 5 years
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"Delle buone torte di mele sono una parte considerevole della nostra felicità domestica." - Jane Austen https://ift.tt/2IcOyOt
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