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#giorni di fango
mefateschif00-blog · 5 months
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ho messo le scarpe nuove, per i giorni di fango
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ho messo le scarpe nuove per i giorni di fango.
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francesca-70 · 6 days
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Se questo è un uomo
Voi che vivete sicuri
nelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a sera
il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
che lavora nel fango
che non conosce pace
che lotta per mezzo pane
che muore per un si o per un no.
Considerate se questa è una donna,
senza capelli e senza nome
senza più forza di ricordare
vuoti gli occhi e freddo il grembo
come una rana d'inverno.
Meditate che questo è stato:
vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
stando in casa andando per via,
coricandovi, alzandovi.
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
la malattia vi impedisca,
i vostri nati torcano il viso da voi.
Primo Levi
ll poeta obbliga il lettore a ricordare, in quanto non si può e non si deve dimenticare ciò che è accaduto durante lo sterminio nazista. Levi vuole far riflettere sul fatto che noi oggi viviamo quotidianamente nella sicurezza e nell'affetto, racchiusi nelle nostre case e nelle nostre abitudini, ma è importante ricordare chi non ha avuto e continua a non avere questa possibilità: quelle migliaia di uomini e donne che diventavano dei numeri e venivano uccisi queste migliaia di uomini e migliaia di donne, oggi, ridotti a numeri e uccisi dallla fame.
. Il 1° maggio 1886 fu indetto uno sciopero generale in tutti gli Stati Uniti per ridurre la giornata lavorativa a 8 ore. La protesta durò 3 giorni e culminò, il 4 maggio, col massacro di Haymarket: una vera e propria battaglia in cui morirono 11 persone.
Niente cambia..nulla muta..Non impariamo mai
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_____________________________BUONA FESTA DEI LAVORATORI 🖤
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io-e-la-mia-mente · 5 months
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Non cè un cera una volta , tantomeno un vissero felici e contenti...
E' tutto iniziato
Un semplice messaggio ricevuto su una delle tante piattaforme internet per rompere un ghiaccio virtuale , un messaggio inviato per vedere se dall'altra parte qualcuno avesse intenzione di interagire , quel qualcuno , o meglio , qualcuna , ero io .. Esatto , IO , quell'anima inquieta in cerca di quella persona che sapesse mettere a tacere i miei demoni , ogni giorno più forti ... Ho risposto a quel messaggio senza aspettative a dispetto di moltissime altre volte in cui invece sognavo castelli e mi ritrovavo poi con fango nelle mani .. quanto sono stata ingenua nella mia vita, quante bastonate ho preso, quante volte ho pianto senza lacrime il mio essere stata troppo buona, troppo abbindolabile a parole senza fatti .. quante volte mi sono data della stupida per aver voluto credere che le persone potessero essere vere e sincere ... Mi collegavo di rado , vuoi per i turni di lavoro, vuoi per la stanchezza fisica , vuoi per la paura di una ennesima delusione in un sistema di conoscenza virtuale sempre più corrotto da persone mediocri , con deliri di onnipotenza , seri problemi esistenziali e perenni Peter Pan legati ad una visione del BDSM cinematografica e scenica ... Cmq, ho risposto a quel messaggio a cui , con poca costanza e in modo piuttosto altalenante , sono seguiti altri messaggi, alternati a lunghe pause di riflessione ( da parte mia ) fino a giungere ad uno stato di quasi resa da parte di colui che aveva iniziato questa conoscenza con me , e che , probabilmente portato ormai a non credere che fossi "vera" , con un ultimo tentativo mi chiede un contatto chat diverso da quello utilizzato fino a quel momento .. ho accettato e ricevuto quindi un suo input ( detto in modo papele papele ..mi aveva lasciato il suo contatto telegram ) .. L'ho subito aggiunto ai miei contatti ma non ho scritto in modo altrettanto celere (ero stata segnalata e aggiungo , ingiustamente ) .. Mi sono fatta viva con un Toc Toc dopo forse un paio di giorni e la risposta è arrivata esattamente dopo un solo minuto con un ... ciao.. eccola.. finalmente.. e quel giorno era l' 11/11 ..da quel momento non ci sono stati giorni senza la Sua presenza .. Quel giorno è iniziato tutto , con la conoscenza poi reale che ha solo confermato quello che avevamo iniziato a sentire l'uno verso l'altra
Tua schiavetta
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canesenzafissadimora · 11 months
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La massa di vecchi tromboni che da giorni vomitano giudizi da quattro soldi sui giovani d’oggi, accusandoli di vivere per i like, hanno insegnato loro a vivere per i soldi.
Fatevi un esame di coscienza prima di gettare fango su una intera generazione.
Ipocriti.
Dalla pagina fb del prof Guido Saraceni
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l-altra-me-loulousnow · 2 months
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Torno a scrivere dopo tanto tempo, perché oggi rinasco.
Rinasco a primavera con la “mia” luna nuova in pesci.
È il momento di sognare alla grande, è il momento di creare, di progettare, di diventare quella che posso e voglio essere, è il momento di brillare nuovamente.
In questi giorni si è chiuso un capitolo surreale della mia vita, sono venute a galla verità che qualcuno cercava di nascondere da così tanto tempo, che non riesco nemmeno a ricordare da quanto andasse avanti tutto questo. Finalmente ho ricevuto soddisfazioni immense, stima e riconoscimenti per anni di lavoro e impegno. La serietà e l’onestà, alla fine ripagano sempre.
E a te, che hai cercato in tutti i modi di seppellirmi, a te che sei arrivata a farmi dubitare di me stessa e delle mie capacità, a te, che non hai esitato ad approfittare dei miei problemi di salute, per gettare fango e per cercare di togliermi la dignità, auguro solo una cosa… di avere per 5 minuti della tua vita, la lucidità mentale di capire il male che hai fatto (non solo a me), perché credimi che i faccia a faccia con la propria coscienza, sono la cosa più difficile da affrontare, non ti auguro altro, non serve, mi basta la soddisfazione di non essere mai scesa al tuo livello, di essere sempre stata sincera, anche qualche settimana fa, quando nonostante sapessi già che non hai mai smesso di scavarmi la fossa, ti ho consolata in un momento molto difficile. Spero che tu non debba mai incontrare nessuno come te, nessuno merita una cosa del genere, nemmeno tu. E ora basta, ti ho concesso anche troppo spazio (l’ultimo).
Sono grata a questa vita, la amo follemente, nonostante gli alti e i bassi, nonostante questo virus intestinale che mi ha devastata, sono grata pure a lui 🙄🤣
Daje Lu!!! Avanti tutta ❤️
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tiaspettoaltrove · 1 month
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È ora di smetterla con gli intoccabili.
Sono stanco di questo mondo fatto sempre di troppi pesi e troppe misure, di intoccabili, di eccezioni che non confermano la regola, ma cercano di demolirla. Sono stanco di questo mondo in cui si sfugge dall’onestà intellettuale, dalle riflessioni sofferte ma necessarie, dalla trasparenza. Un mondo in cui non ci si mette a nudo, ma si “scrolla” Tik Tok al posto d’indagare se stessi. E dire che una cosa non escluderebbe l’altra. Un problema enorme del nostro tempo, certamente uno dei più grandi in assoluto, è quello della personalizzazione del crimine. Ovvero: non è importante la cattiva azione in sé, quanto chi la compie. Ed è così che, a seconda di chi è il colpevole, tutto può essere affievolito o aggravato. Eppure, di fatto, la violenza è violenza. Giusto? Si è parlato, in questi giorni, di una giornalista che ha denunciato Rocco Siffredi, reo di averla molestata nell’ambito di un’intervista sulla serie tv Netflix a lui dedicata. Esistono i tribunali, i processi, i giudici, quindi in questa sede non parlerò del caso specifico. Mi limito però a dire che non è la prima volta che assistiamo a dinamiche simili. Sempre lo stesso personaggio, diversi anni fa (credo nel 2006, non sono riuscito a comprenderlo con certezza) si è reso protagonista di un episodio altamente discutibile (quantomeno) in una trasmissione televisiva francese. Vedere oggi il video di quello che è accaduto in quel frangente è agghiacciante, perché per la mia sensibilità descrive senza timore di smentita una violenza in piena regola (peraltro tra le risate generali dei conduttori e di parte del pubblico). Eppure, in seguito non è accaduto nulla. Nemmeno quella volta. Qualche articolo di giornale, qualche polemica, e tutti felici e contenti. Come si può accettare tutto questo? “Era un programma goliardico”, dice qualcuno, “e certi siparietti avvenivano in tutte le puntate”. È una giustificazione? Secondo me no. Ma siamo qui, nel 2024, e su uno dei maggiori servizi streaming del mondo (Netflix, appunto) ci ritroviamo una serie tv dedicata a quest’uomo. Per quanto mi riguarda, sapete, si è rotto qualcosa. C’è chi la chiama “dissonanza cognitiva”, e non penso che siamo molto lontani dalla verità. Ho usato il nome di quel personaggio solo per esemplificare un concetto, che però purtroppo troppo spesso vediamo concretizzarsi. Mi chiedo in questi casi dove sia il (vero) femminismo, ammesso che esista. Dove sia la lucidità mentale che ci consenta di guardare la realtà con obiettività, e senza cercare scuse o giustificazioni che non esistono. È possibile fare le persone serie, per una volta? A quanto pare no. L’ipocrisia, la falsità, la superficialità devono vincere sempre. È per questo che viviamo nel fango, che tutto è crollato, e che mancano le basi solide, per un futuro degno di questo nome. Siamo sempre, tutti, troppo distratti da quel che ci vuol essere imposto. Dalle frasi fatte, dagli slogan, dai tentativi di lavarsi la coscienza. E facciamo tante brutte figure, agli occhi di Dio.
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eleonorasimoncini · 4 months
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Ho messo le scarpe nuove per i giorni di fango …
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3nding · 1 year
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Io non so contro chi rivolgeranno la loro rabbia i romagnoli (o i marchigiani e tutte le altre persone a cui questo disastro sta devastando le vite). Sono almeno 15 anni che vengono pubblicati rapporti sul clima dove si dice che i fenomeni atmosferici si sarebbero ridotti ed estremizzati.
Se la prenderanno contro chi anche adesso mentre l'acqua continua a salire ridicolizza l'emergenza climatica ignorando volutamente in malafede che ormai piove l'acqua di mesi in giorni?
Se la prenderanno con chi ha governato ad ogni livello e avrebbe dovuto/potuto fare opere tali da poter prevedere e gestire tutto questo?
Se la prenderanno con i vari consorzi di bonifica che chiedono ogni anno il pagamento di una tassa per poi scaricare il barile ogni qual volta che dinanzi a una criticità gli vengono fatti notare cunette, fossi, rii ed alvei ostruiti e non manutenuti?
Se la prenderanno con quanti sono attualmente al governo e parlano di fondi e opere (o semifinali di champions) pur sapendo lorsignori cosa stesse per abbattersi sulle zone oramai in ginocchio?
Più prosaicamente se la prenderanno in saccoccia (nel c..o direbbero loro) e gli toccherà pure sentire le lodi quando andata via l'acqua si metteranno a spalare via il fango.
Resto in attesa della passerella di politici che si faranno vedere DOPO e delle anime belle che si scandalizzeranno se qualcuno li manderà a cagare a voce alta in dialetto.
Date retta, se se la cavano solo con un va a caghér rispetto a chi ci ha rimesso tutto, gli va anche di lusso.
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ilblogdellestorie · 11 months
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C’è tutta la voglia e la forza di reagire della Romagna in quella distesa di libri infangati che «Alfabeta» mette in vendita a prezzi quasi regalati: «Sono pagine appiccicate, fradice, ma ancora vive –dicono i proprietari della libreria – e si possono e devono ancora leggere».
Eccolo il mercatino del libro che fu e della tenacia che è, in questi giorni un simbolo per il mondo intero: la resilienza del grande poplo romagnolo passa anche per le vetrine infangate di una libreria che l’alluvione non ha voluto risparmiare. Ma la Romagna, nelle sue molteplici forme, resiste. Tra queste immagini ci sono anche quelle dei un mercatino dei libri adagiato sul pavimento diventato il simbolo della forza e della passione della libreria Alfabeta di Lugo di Romagna. Un luogo che vive dal 1979 e che, chi come me ha studiato in quelle zone, conosce e ricorda come sempre accade con i luoghi che diventano culle di formazione. L'odore dei libri appena arrivati, della carta appena stampata, delle gomme da cancellare profumate. Una libreria nata dalla passione dei suoi proprietari Massimo Berdondini e Marinella Fabbri che da quando l’acqua è piombata come una furia tra i loro libri non fanno altro che pulire il fango e cercare un modo per salvarli.
Così è nato il mercatino dei «Libri infangati, fradici, appiccicati, forse illeggibili, ma ancora vivi, maneggiabili». «Libri memento, monumento di dramma che ci accomuna, sopravvissuti come noi, ammaccati, feriti, piegati, ma ancora in piedi. Libri per voi, acquistabili a un prezzo simbolico, perché come simboli riecheggino sui vostri scaffali». Ammirevoli.
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klimt7 · 1 year
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CESENA , 22 maggio 2023
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CRONACHE DAL FANGO
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Ore e ore a riempire bidoni. A trasportare secchi d'acqua. A spalare fango per vuotare le cantine e i garages. A gettare ricordi, libri, oggetti, quaderni di scuola Elementare, di scuola Media, di Liceo.
E poi la scatola coi quadernoni di appunti delle lezioni dell'Università, e ancora, mobili e le scarpe invernali, le scarpette estive, i quadri realizzati durante gli anni del Liceo, e poi gli attrezzi, i trapani e gli avvitatori di mio padre. Ripescare con le mani nella melma, in fondo alla cantina, cacciaviti, forbici, pennelli, la cassetta in legno con i colori acrilici, e poi le valigie imbrattate di fango, i trolley, gli zaini utilizzati ai tempi dei "lupetti" e zaini più grandi utilizzati ai tempi degli Scout in parrocchia...
Lavorare per ore, staccando il cervello.
Rifiutarsi di pensare.
Sconnettersi completamente dagli abituali meccanismi mentali.
Perchè quella parola: "overthinking", lo sai bene che ora non serve. Anzi ti inquieta e la vuoi allontanare.
Quel veleno tossico, quel fattore che sai bene, genera ansia.
E allora ti imponi pensieri di lunga durata. Pensieri lenti. Pensieri che ti seguano, come un sottofondo, come una musica pacata. Pensieri che accompagnino semplicemente i movimenti fisici.
Rinunciare a voler spiegare il mondo, per ancorarsi a ragionamenti elementari. Come afferrare una cassetta, il bordo affilato di un mobile, un vaso per fiori di vetro, alto e sottile. Una borsa piena di libri inzuppati d'acqua. Come muovere lentamente i piedi immersi nell'acqua, per non creare l'onda.
Muoversi in modalità "pilota automatico".
Una sorta di "anestesia" applicata a se stessi. Staccare il cervello. Staccare le emozioni. Disconnettere il cuore.
Diventare una macchina. Una macchina capace di operare per ore ed ore, ad un ritmo basso ma inesorabile. Non sentir più la fatica.
È l'efficienza che serve, ora.
Efficacia delle azioni, ergonomia dei movimenti. Tentare di risparmiare energie e studiare ogni presa delle mani, ogni sollevamento e spinta delle gambe, ogni strappo verso l'alto delle braccia.
Imparare i meccanismi necessari per lavorare in una catena umana.
Una interminabile catena che passa i diversi materiali dai piani interrati fino al cortile del palazzo. Un movimento, uno sforzo breve il tuo, ma uno sforzo continuo e di lunga durata, capace di andare avanti per ore e ore, quello della "catena umana"...
Aderire al ritmo, al sincronismo, al lavoro collettivo, che mi ricorda tanto la cordata, l'arrampicata in parete, lassù sulle mie amiche Dolomiti.
Ogni gesto va valutato. Soppesato. Ogni muscolo in tensione, braccia che scattano, sollevano, spostano, tirano, dragano con le dita coperte dai guanti, il pavimento dentro trenta centimetri di melma collosa, che è quella rimasta, che ristagna su tutto il pavimento.
Siamo molti, siamo tanti.
Ragazzi delle Superiori, mischiati agli universitari e ai residenti e qualche anziano che conosce il quartiere e ci da informazioni preziose...
Ieri, - tutto ieri - così, e stamattina, di nuovo, fino alle 13.
E così, si rientra a casa per preparare il pranzo. Stavolta novanta grammi di pasta all'amatriciana, sono più che graditi, oltre che meritati!
Come per miracolo, mentre mangiamo, l'Enel torna a darci la corrente elettrica.
Tutti quelli del palazzo, esultano. È uno sguardo raggiante, quello che ci scambiamo sul pianerottolo. Sorpresi davvero, da tanta improvvisa ricchezza.
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Poi ci si saluta.
È l'una passata. Si va a controllare che la caldaia funzioni a pieno regime, dopo che da martedì pomeriggio, era rimasta per giorni, in silenzio.
Apro il rubinetto. Sento l'acqua che è già quasi tiepida. Le dita ritrovano sensibiità
ffffiuuu... pochi minuti e sarà calda!
È un attimo. Mi spoglio alla velocità della luce. Tutto finisce in ammollo nella bacinella più grande che trovo.
Ci sarà tempo più tardi, per lavare via tutto quel fango, prima a mano e poi in lavatrice.
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E ora, finalmente...
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DOCCIA !
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Ma ci vuole musica, adesso. Alzo il volume dello stereo. Parte il pezzo...
È una nuvola di vapore quella che mi investe, quando apro il box doccia.
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youtube
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Chiudo.
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mezzopieno-news · 5 months
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SALVATI DOPO 17 GIORNI 41 OPERAI SEPOLTI TRA LE MACERIE
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Un salvataggio durato 17 giorni, dopo che una parte di un tunnel in costruzione nell’Uttarakhand, in India, è crollata seppellendo i 41 operai che vi stavano lavorando all’interno.
“Leccavamo l’acqua che gocciolava dalle rocce per sopravvivere. Credevamo che saremmo morti lì” raccontano i sopravvissuti. I soccorritori hanno lavorato per più di due settimane per scavare rocce e detriti, facendo a turno per perforare la montagna, utilizzando strumenti di perforazione portatili e lavorando nel fango nel tratto finale del salvataggio. Le operazioni sono state svolte a mano quando la perforatrice meccanica si è rotta, dopo circa 47 dei circa 60 metri necessari per giungere agli operai intrappolati. Il terreno montuoso dell’Uttarakhand è estremamente duro e questo ha reso le operazioni molto complesse. Dapprima è stato fatto passare un piccolo tubo di 15 centimetri di diametro per portare ossigeno all’interno del tunnel crollato. Gli operai infine sono stati tirati fuori attraverso un passaggio fatto di tubi saldati che i soccorritori hanno spinto attraverso terra e rocce. “Rannicchiati insieme, pregavamo disperatamente per un salvataggio tempestivo… finalmente Dio ci ha ascoltato”, ha detto uno di loro dopo il suo salvataggio. All’uscita, una folla di famigliari ha atteso per giorni, scoppiando in un urlo di gioia quando gli elmetti degli operai sono apparsi dalle macerie e l’intera India ha esultato per il più arduo salvataggio portato buon fine degli ultimi decenni della storia del Paese.
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Fonte: ABC News
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susieporta · 5 months
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(AL FUNERALE CON CAINO) - L’avviso di un sms arrivato: “Mi accompagneresti tu?” mi scrive l'altro giorno un signore che, nel tempo lungo della galera, mi è diventato un po’ amico. “Dove devi andare?” gli chiedo via sms. “Vorrei andare al funerale di Giulia. Ma da solo non ho il coraggio”. Lui è un signore ancora giovane che, anni fa, quand'era ragazzo, ha commesso la stessa mattanza che ha commesso Filippo. Oggi, dopo aver scontato tutta la pena che la giustizia gli ha inflitto, è un libero cittadino che si sta rimettendo faticosamente in piedi.
“Certo che ti accompagno, così andiamo assieme!” gli rispondo. “Non voglio entrare in chiesa, però: stiamo fuori, in Prato della Valle. Poi ti riconoscono e io non voglio le telecamere addosso. Mi bastano ancora quelle di quella volta”. Colgo la più bella delle occasioni inaspettate: partecipare al funerale di Giulia con Alessio (nome di fantasia) che è come fosse Filippo. Una cerimonia da brividi: guardavo il volto di lui, il volto di quelli vicini a lui, respiravo il silenzio freddo delle esequie funebri. Il silenzio della piazza attonita.
Al momento della comunione, un signore vicino a noi due, vedendolo così preso dalla cerimonia, gli chiede: “Ma se ti capitasse una cosa del genere, tu cosa faresti?” Non sa che quest'uomo, accanto a me, ha ucciso anche lui una donna. Quella che avrebbe voluto fosse "sua". Il mio amico scrolla la testa, tace, la abbassa. Io capisco tutta la sua fatica, l'altro capisce che anche il mio amico, in un'occasione simile, non saprebbe come comportarsi. Dall'altare parla il papà di Giulia: Alessio mi stringe la mano e da come me la stringe percepisco che le parole di Gino Cecchettin stanno incidendo la sua memoria come fossero un punteruolo. Aspettando il tram, mi dice: “Oggi, per me, è finita la galera: dovevo vedere coi miei occhi, respirare, le conseguenze di un gesto simile a quello che ho fatto io, visto che quella volta il funerale di lei io non l'ho visto nemmeno per televisione. Mi sono sempre chiesto cosa si provasse”. Colgo la palla al balzo: "Cosa si prova, Alessio?" Mi allontana dolcemente con la mano.
Siamo andati via dopo le parole di Gino, attaccate addosso come fango e diamanti: “Io non so pregare, ma voglio sperare”. Ha messo i soldi nella macchinetta, ha comprato il biglietto del tram, anche per me: “Prossima fermata: stazione”.
Anche oggi, per l'ennesima volta, Dio mi ha rieducato: mi ha fatto partecipare al funerale di Abelegiulia accompagnato (e invitato) da Cainoalessiofilippo. Ci sono giorni, questo è uno di quelli, che il Vangelo ti scotta in mano. Ma non lo puoi passare come se stessimo giocando in oratorio a “palla avvelenata”: devi accettare di tornare a casa con le tue ustioni.
Seduto accanto a Caino che non parla più.
E ad Abele che, nel frattempo, potrebbe essersi messo in moto per andare a recuperare il suo Caino personalizzato.
Cosi sia #sullastradadiemmaus
Don Marco Pozza
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curiositasmundi · 1 year
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Capricorno
22 dicembre-19 gennaio
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In quanto Capricorno, uno dei tuoi punti di forza è la concretezza. Da quando sei nato sei pratico, ragionevole e con i piedi per terra. A volte, però, questa terra si trasforma in fango. Diventi troppo sobrio e serio, e rimani impantanato in un pragmatismo eccessivo. Sospetto che potrebbe succederti nei prossimi giorni. Cosa fare per evitarlo? Potrebbe esserti utile aggiungere elementi di aria e fuoco alla tua costituzione, in modo da riequilibrare le cose. Concediti un soprannome segreto focoso come Fulgore o uno arioso come Brezza. Cos’altro potresti fare per alimentare un vigore fresco e radioso, magari con un tocco di sfrenatezza?  
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biagiodiggi · 1 month
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Smettila di pensare a quello che ti manca…pensa a quello che sei…
Quanta forza hai dovuto trovare per affrontare i tuoi giorni no. Quante secchiate di fango hai dovuto scansare per non sporcare la tua dignità, quante notti in bianco ad ascigarti le lacrime, quante mani hai stretto cercando una carezza.
Pensa solo a quello che sei e abbracciati forte, dentro. Perché i dolori non ti hanno cambiato ma son serviti a volare più alto.
Ad accarezzare le nuvole.
A sorridere dei guai voltando le spalle.
Biagio D.G. & Emma Lamberti.
Ph Pinterest
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