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#gli eroici furori
garadinervi · 15 days
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From: François Bonjour – R.R.R. Il ritorno dei ricordi rimossi, Gli eroici furori, Milano, October 8 – November 8, 2014 [Art: © François Bonjour]
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libroazzurro · 1 year
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È PIÙ SACRO VEDERE CHE CREDERE – LA FORMA PIÙ SACRA D’AMORE È CIECA
 Eppure, la forma più sacra d’amore è cieca. Lo affermano, contro la superstizione che vede nei sensi e nella passione un ottundimento dello spirito, non solo Marsilio Ficino, Pico della Mirandola e Lorenzo de’ Medici, ma anche Giordano Bruno, che, negli “Eroici furori”, individua nove gradi di cecità nell’amore, di cui il nono è il massimo. È qui, secondo Bruno, che l’uomo trova l’apice della propria passionalità, la più viva esaltazione dei sensi: i suoi occhi sono completamente velati dalla luce divina.
  Nell'immagine, "Cupido con gli occhi bendati", dettaglio dalle Storie della vera Croce, affreschi realizzati da Piero della Francesca nella Basilica di san francesco ad Arezzo, intorno al 1460 (foto nel pubblico dominio, tramite Wikimedia Commons).
 Testo di Pier Paolo Di Mino.
Ricerca iconografica a cura di Veronica Leffe.
https://www.libroazzurro.it/index.php/note/e-piu-sacro-vedere-che-credere/119
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delicatesuit · 2 years
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Io ero, in quell'inverno, in preda ad astratti furori. Non dirò quali, non di questo mi son messo a raccontare.
Ma bisogna dica ch'erano astratti, non eroici, non vivi; furori, in qualche modo, per il genere umano perduto. Da molto tempo questo, ed ero col capo chino. Vedevo manifesti di giornali squillanti e chinavo il capo; vedevo amici, per un'ora, due ore, e stavo con loro senza dire una parola, chinavo il capo; e avevo una ragazza o moglie che mi aspettava ma neanche con lei dicevo una parola, anche con lei chinavo il capo. Pioveva intanto e passavano i giorni, i mesi, io avevo le scarpe rotte, l'acqua che mi entrava nelle scarpe, e non vi era più altro che questo: pioggia, massacri sui manifesti dei giornali, e acqua nelle mie scarpe rotte, muti amici, la vita in me come un sordo sogno, e non speranza, quiete. Questo era il terribile: la quiete nella non speranza. credere il genere umano perduto e non aver febbre di fare qualcosa in contrario, voglia di perdermi, ad esempio, con lui. Ero agitato da astratti furori, non nel sangue, ed ero quieto, non avevo voglia di nulla. Non mi importava che la mia ragazza mi aspettasse; raggiungerla o no, o sfogliare un dizionario era per me lo stesso; e uscire a vedere gli amici, gli altri, o restare in casa era per me lo stesso. ero quieto; ero come se non avessi mai avuto un giorno di vita, né mai saputo che cosa significa essere felici, come se non avessi nulla da dire, da affermare, negare, nulla di mio da mettere in gioco, e nulla da ascoltare, da dare e nessuna disposizione a ricevere, e come se mai in tutti i miei anni di esistenza avessi mai mangiato pane, bevuto vino, o bevuto caffè, mai stato a letto con una ragazza, mai avuto dei figli, mai preso a pugni qualcuno, o non credessi tutto questo possibile, come se mai avessi avuto un’infanzia in Sicilia tra i fichidindia e lo zolfo, nelle montagne; ma mi agitavo entro di me per astratti furori, e pensavo il genere umano perduto, chinavo il capo, e pioveva, non dicevo una parola agli amici, e l’acqua mi entrava nelle scarpe.
#eliovittorini #conversazioneinsicilia #podcastallaradio #adaltavoce #radiorai #leggereesognare #ipercorsidellamente #animachelegge
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fabiansteinhauer · 2 years
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Falter flattert
In Giordano Brunos Dialogen über die heroischen Erregungen ("Gli eroici furori") ist von dem Emblem eines Falters die Rede, der nah um eine Flamme flattert. Das Motto laute, so läßt Bruno Tansillo sagen: Hostis non hostis.
Die Embleme aus Brunos bekanntem Dialog zählen zu den ungemachten Bildern. Die Drucke enthielten keine Illustrationen. Es gibt Literatur, die verfolgt hat, an welchen Emblemen sich Bruno möglicherweise orientiert hat. Ich verzehre mich, also bin ich: das wäre schon ein hilfloser Versuch, das Motto zu deuten.
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arnesaknussemm · 6 years
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L'eroico ingegno si contenta più tosto di cascar o mancar degnamente e nell'alte imprese, dove mostre la dignità del suo ingegno, che riuscir a perfezione in cose men nobili e basse.
Giordano Bruno, De gli eroici furori
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kyda · 3 years
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Io ero, quell’inverno, in preda ad astratti furori. Non dirò quali, non di questo mi sono messo a raccontare. Ma bisogna dica ch’erano astratti, non eroici, non vivi; furori, in qualche modo, per il genere umano perduto. Da molto tempo questo, ed ero col capo chino. Vedevo manifesti di giornali squillanti e chinavo il capo; vedevo amici, per un’ora, due ore, e stavo con loro senza dire una parola, chinavo il capo; e avevo una ragazza o moglie che mi aspettava ma neanche con lei dicevo una parola, anche con lei chinavo il capo. Pioveva intanto e passavano i giorni, i mesi, e io avevo le scarpe rotte, l’acqua che mi entrava nelle scarpe, e non vi era più altro che questo: pioggia, massacri sui manifesti dei giornali, e acqua nelle mie scarpe rotte, muti amici, la vita in me come un sordo sogno, e non speranza, quiete.
Questo era il terribile: la quiete nella non speranza. Credere il genere umano perduto e non aver febbre di fare qualcosa in contrario, voglia di perdermi, ad esempio, con lui. Ero agitato da astratti furori, non nel sangue, ed ero quieto, non avevo voglia di nulla. Non mi importava che la mia ragazza mi aspettasse; raggiungerla o no, o sfogliare un dizionario era per me lo stesso; e uscire a vedere gli amici, gli altri, o restare in casa era per me lo stesso. Ero quieto; ero come se non avessi mai avuto un giorno di vita, né mai saputo che cosa significa esser felici, come se non avessi nulla da dire, da affermare, negare, nulla di mio da mettere in gioco, e nulla da ascoltare, da dare e nessuna disposizione a ricevere, e come se mai in tutti i miei anni di esistenza avessi mangiato pane, bevuto vino, o bevuto caffè, mai stato a letto con una ragazza, mai avuto dei figli, mai preso a pugni qualcuno, o non credessi tutto questo possibile, come se mai avessi avuto un’infanzia in Sicilia tra i fichidindia e lo zolfo, nelle montagne; ma mi agitavo entro di me per astratti furori, e pensavo il genere umano perduto, chinavo il capo, e pioveva, non dicevo una parola agli amici, e l’acqua mi entrava nelle scarpe.
Conversazione in Sicilia, Elio Vittorini
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matthewsblue · 3 years
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Desio mi sprona,ed il timor m’affrena.
-De gli eroici furori,
Giordano Bruno.
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somehow---here · 5 years
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"Mai fia che de l’amor io mi lamente / senza del qual non vogli’ esser felice.”
Giordano Bruno, De gli eroici furori
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liviaserpieri · 6 years
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“... Una sola e unica notte ... un sentire lucreziano, quindi catulliano”
“Perché la morte è la prima notte di quiete?”
“È un film impudico, come tutti i film che possono dare la sensazione di una confessione al limite del nichilismo. […] Ha, mi pare, un grande vantaggio rispetto alle pellicole normali: è stato fatto dimenticando volutamente ogni funzione di controllo critico.”  (Valerio Zurlini).
“...Spider cerca intanto di sondare il passato di Dominici, oscuro e apparentemente senza radici. Ritrova una vecchia raccolta di poesie firmate da lui e dedicate a un suo amore adolescenziale, finito con il suicidio della ragazza. Nel chiedere a Daniele il perché del titolo di quella raccolta, "La prima notte di quiete" (una frase di Goethe), si sente rispondere che la prima notte di quiete è la morte, perché finalmente si dorme senza sogni. “ (da Wikipedia)
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“Già, ma da quale lirica proviene tale verso di Goethe? Tutta la pletora di critici, studiosi, detrattori, cineasti e cinefili si sono sempre accontentati di tale risposta. Dopo quarantadue anni a nessuno dei suddetti è sorto l'interesse, il desiderio erudito, la curiosità o lo scrupolo filologico di controllare in quale poesia del vate germanico sia incastonato tale verso ... per carità, inutile sperare.
Gli intellettuali italiani hanno l'ansia di conoscenza di un gatto morto ... d'altra parte: 42 anni, non vorrei mettergli fretta ... o infierire: il film di Zurlini (e Zurlini stesso) sono una Caporetto della valutazione critica ... il film, nonostante il successo di pubblico, fu sminuito, sbeffeggiato, quasi ridicolizzato ... oggi, passati gli eroici furori della stroncatura mentula canis, sta assumendo i netti contorni di un capolavoro. Del film ne riparleremo. Sul verso chiedo il vostro aiuto. Io, per me, ho tre opzioni:
1. Il verso è di Goethe (ma non si riesce a trovarne la fonte)
2. Il verso non è di Goethe (e Zurlini, uomo colto, ci ha ingannati)
3. Il verso è di Goethe, ma non letterale. Forse è il sunto concettuale (zurliniano) di una lirica...” 
http://mvl-monteverdelegge.blogspot.it/2014/12/di-chi-e-questa-poesia.html
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robertomastroianni · 4 years
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In tempi di quarantena e prigionia sanitaria si torna alla saggezza degli antichi maestri. “Agli uomini di eroico spirito tutte le cose si convertono in bene, e si sanno servire della cattività in frutto di maggiore libertade, e l'esser vinto una volta convertiscono in occasione di maggior vittoria". Giordano Bruno, “Gli eroici furori”. In times of quarantine and medical imprisonment, the wisdom of the old masters returns. "To men of heroic spirit all things turn to good, and they know how to serve captivity in the fruit of greater freedom, and being won once convert to the occasion of greater victory". Giordano Bruno, "Gli eroici furori” #quarantine #bruno #giordanobruno #filosofia #philosophy #philosopher #eroicifurori #ancientwisdom #antichisaperi #wisdom #liberty https://www.instagram.com/p/B_CsgoFoSNy/?igshid=1ldy28du35ird
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gianlucadandrea · 7 years
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Collage Invernale – Estetica del nuovo amore
Collage Invernale – Estetica del nuovo amore
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di Gianluca D’Andrea
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Foto tratta da: Giordano Bruno, De gli eroici furori, Mondadori, 2008
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marcotalla · 7 years
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Io ero, quell'inverno, in preda ad astratti furori. Non dirò quali, non di questo mi son messo a raccontare. Ma bisogna dica ch'erano astratti, non eroici, non vivi; furori, in qualche modo, per il genere umano perduto. Da molto tempo questo, ed ero col capo chino. Vedevo manifesti di giornali squillanti e chinavo il capo; vedevo amici, per un'ora, due ore, e stavo con loro senza dire una parola, chinavo il capo; e avevo una ragazza o moglie che mi aspettava ma neanche con lei dicevo una parola, anche con lei chinavo il capo. Pioveva intanto e passavano i giorni, i mesi, e io avevo le scarpe rotte, l'acqua che mi entrava nelle scarpe, e non vi era più altro che questo: pioggia, massacri sui manifesti dei giornali, e acqua nelle mie scarpe rotte, muti amici, la vita in me come un sordo sogno, e non speranza, quiete. Questo era il terribile: la quiete nella non speranza. Credere il genere umano perduto e non aver febbre di fare qualcosa in contrario, voglia di perdermi, ad esempio, con lui. Ero agitato da astratti furori, non nel sangue, ed ero quieto, non avevo voglia di nulla. Non mi importava che la mia ragazza mi aspettasse; raggiungerla o no, o sfogliare un dizionario era per me lo stesso; e uscire a vedere gli amici, gli altri, o restare in casa era per me lo stesso. Ero quieto; ero come se non avessi mai avuto un giorno di vita, né mai saputo che cosa significa esser felici, come se non avessi nulla da dire, da affermare, negare, nulla di mio da mettere in gioco, e nulla da ascoltare, da dare e nessuna disposizione a ricevere, e come se mai in tutti i miei anni di esistenza avessi mangiato pane, bevuto vino, o bevuto caffè, mai stato a letto con una ragazza, mai avuto dei figli, mai preso a pugni qualcuno, o non credessi tutto questo possibile, come se mai avessi avuto un'infanzia in Sicilia tra i fichidindia e lo zolfo, nelle montagne; ma mi agitavo entro di me per astratti furori, e pensavo il genere umano perduto, chinavo il capo, e pioveva, non dicevo una parola agli amici, e l'acqua mi entrava nelle scarpe. — Elio Vittorini, Conversazione in Sicilia
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realpaparazzi · 7 years
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New Post has been published on http://www.realpaparazzi.com/romina-carrisi-attrice-fotografa/
Romina Carrisi: attrice, fotografa e poetessa. A Maggio la sua mostra "Stanza"
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Non è trascorso neanche un mese dalla fine del suo tour teatrale con “La Compagnia degli Onesti” per la commedia Smanie della Villeggiatura, che Romina Carrisi Power fa già nuovamente parlare di sè.
Tornata in Italia, pare proprio che Romina Carrisi non abbia intenzione di andarsene, almeno non prima di aver mostrato al bel paese di non essere solo figlia di, ma un’artista vera e propria.
Poco fa Romina, ha terminato il tour teatrale che la vedeva attrice nella commedia di Carlo Goldoni riadattata, Smanie della Villeggiatura. Noi abbiamo seguito la compagnia, e abbiamo racchiuso in un video mamma Romina Power e papà Al Bano che sono andati a godersi (in momenti diversi) lo spettacolo della figlia minore. Mamma Romina, nella serata di debutto a Budrio, risplende di orgoglio intenta a riprendere con lo smartphone il momento finale degli applausi. Papà Al Bano, accompagnato da Yasmine, la figlia avuta dal Loredana Lecciso, stringe la mano a tutti uscendo dal teatro Rifredi di Firenze.
Ma Romina non si ferma all’avventura da attrice. Il 4 Maggio, a Milano, verrà inaugurata la sua mostra chiamata “Stanza“. La mostra sarà ospitata nella galleria d’arte Gli eroici furori arte contemporanea di via Melzo 30, a Milano. Si parla di poesia fotografica, di ricerca del proprio spazio e vissuto interiore che si trasmette anche allo spazio e al vissuto circostante. Le fotografie di Stanza sono un viaggio che ci mostra la continuità di pensiero e sentimento, di dentro e di fuori, per la memoria e con la memoria.
La mostra di Romina Carrisi, curata da Silvia Agliotti, è un’installazione site specific con fotografie e poesie. “Intimi segni lasciati dall’artista sulla carta fotografica dialogano con i segni poetici lasciati sulla carta, in empatica coesione con l’installazione presente in galleria, che accoglie ed accompagna questo inedito percorso tra fotografia e poesia“
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annainlobster · 7 years
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Se non e vero, e ben trovato, Se non è vero, è ben trovato (итал.) — поговорка: «если это не правда, то хорошо придумано»
изречение Джордано Бруно в его «Gli eroici furori» (Пар., 1585)
И есть ещё более “понятный” вариант - “Умная лож лучше глупой правды”
Чего только не найдется на просторах интернета, даже если ты этого вовсе не ищешь. Ave Internet \о/ Ave глобальная паутина \о/
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marcotalla · 7 years
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Io ero, quell'inverno, in preda ad astratti furori. Non dirò quali, non di questo mi son messo a raccontare. Ma bisogna dica ch'erano astratti, non eroici, non vivi; furori, in qualche modo, per il genere umano perduto. Da molto tempo questo, ed ero col capo chino. Vedevo manifesti di giornali squillanti e chinavo il capo; vedevo amici, per un'ora, due ore, e stavo con loro senza dire una parola, chinavo il capo; e avevo una ragazza o moglie che mi aspettava ma neanche con lei dicevo una parola, anche con lei chinavo il capo. Pioveva intanto e passavano i giorni, i mesi, e io avevo le scarpe rotte, l'acqua che mi entrava nelle scarpe, e non vi era più altro che questo: pioggia, massacri sui manifesti dei giornali, e acqua nelle mie scarpe rotte, muti amici, la vita in me come un sordo sogno, e non speranza, quiete. Questo era il terribile: la quiete nella non speranza. Credere il genere umano perduto e non aver febbre di fare qualcosa in contrario, voglia di perdermi, ad esempio, con lui. Ero agitato da astratti furori, non nel sangue, ed ero quieto, non avevo voglia di nulla. Non mi importava che la mia ragazza mi aspettasse; raggiungerla o no, o sfogliare un dizionario era per me lo stesso; e uscire a vedere gli amici, gli altri, o restare in casa era per me lo stesso. Ero quieto; ero come se non avessi mai avuto un giorno di vita, né mai saputo che cosa significa esser felici, come se non avessi nulla da dire, da affermare, negare, nulla di mio da mettere in gioco, e nulla da ascoltare, da dare e nessuna disposizione a ricevere, e come se mai in tutti i miei anni di esistenza avessi mangiato pane, bevuto vino, o bevuto caffè, mai stato a letto con una ragazza, mai avuto dei figli, mai preso a pugni qualcuno, o non credessi tutto questo possibile, come se mai avessi avuto un'infanzia in Sicilia tra i fichidindia e lo zolfo, nelle montagne; ma mi agitavo entro di me per astratti furori, e pensavo il genere umano perduto, chinavo il capo, e pioveva, non dicevo una parola agli amici, e l'acqua mi entrava nelle scarpe. Elio Vittorini, Conversazione in Sicilia
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