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#godersi il momento
ragazzoarcano · 7 months
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"Il mio insegnamento è semplicissimo, dritto al punto essenziale: vivi momento per momento, muori al passato, non proiettare alcun futuro, godi il silenzio, la gioia, la bellezza di questo momento."
— Osho
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eccellentedonna · 2 years
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Non mangiare prugne marce! Capacità di ottenere il desiderato
Non mangiare prugne marce! Capacità di ottenere il desiderato
La parabola più saggia di tutte A un uomo povero avevano regalato un enorme cesto di prugne. Ogni giorno l’uomo smistava le prugne, separava quelle un po’ marce e le mangiava. Un giorno, mentre mangiava l’ultima prugna, si rese conto che il cesto era vuoto. Così ha mangiato un cesto di prugne marce. Ti dico subito: se metti da parte la tua crema preferita perché è costosa e usi quella più…
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conilsolenegliocchi · 5 months
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~ Quante volte noi ~
Cosa significa fare l'amore?
Cercarsi, spogliarsi, sfiorarsi, toccarsi, darsi brividi, baciarsi i lividi, entrarsi dentro, godersi il momento, farsi battere il cuore, lasciarsi nudi con l'anima a vista da accarezzare?
Se è tutto questo
adesso dimmi, dimmi per favore
con i pensieri, con le parole,
quante volte io e te abbiamo fatto l'amore?
@conilsolenegliocchi 🐞
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harshugs · 3 months
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piccolo pensiero sull’essere introversi
essere introversi non significa provare sempre timore nello stare in mezzo alle persone, non significa sempre rifiutare le nuove conoscenze per paura del giudizio o perché non si ha sempre molto da dire.
essere introversi spesso significa trovare piacere nell’osservare l’ambiente che ci circonda, conoscerne i comportamenti, le reazioni, le emozioni, le abitudini.
un po’ come un gatto che rimane seduto in una vicina lontananza, che agli occhi degli altri sembra diffidente, ma in realtà sta soltanto godendo della tranquillità dell’osservare, del comprendere.
non sempre essere introversi significa scappare, ma può significare anche mettersi da parte per godersi al meglio il momento e conservarlo tra i ricordi.
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susieporta · 7 months
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LA VOGLIA DI FARE L’AMORE
Non hai più voglia di fare l’amore?
È normale, questa società ti ha tarpato l’origine dell’energia radice per radice: il gioco, la gioia, la risata, la fantasia, la magia, il ballo, il tatto, l’abbraccio, l’improvvisazione, le sorprese.
Per aver voglia di fare l’amore, devi fare il pane, trovare nuovi utilizzi agli oggetti, giocare con dei bambini, impiastricciarti tutto e morire dal ridere.
Devi cedere il comando alla fantasia e disegnare quello che viene su tutto quello che vedi.
Cucinare con combinazioni nuove ogni giorno, invitare gli amici, sperimentare con la materia, annusare pugni di sottobosco, abbracciare gli alberi, giocare con un cane sporcandoti da capo a piedi.
Per aver voglia di fare l’amore, la tua giornata dev’essere un tripudio di situazioni tragicomiche, surreali e poetiche…
Le persone di cui ti circondi dovrebbero essere collegate al cuore e alla pancia, ridere di gusto, godersi i sapori veri, vedere la bellezza in ogni cosa, saper tornare bambini, divertirsi con niente… E se non se lo ricordano, accendili tu.
Per aver voglia di fare l’amore, devi far sì che la tua vita sia un atto di creazione continua! Un circolo virtuoso. Un vulcano inesauribile. Una nave piena di tesori.
Scrivi, dipingi, canta ogni volta che puoi, gioca, fai scherzi, balla da sola, non importa che tempo fa, non importa cosa capita fuori, non importa se puoi o non puoi fare questo o quello oggi: svegliati con la certezza che tu renderai la tua giornata esilarante!
Per aver voglia di fare l’amore, devi sorprenderti, stupire te stessa, camminare sui divani, sdraiarti per terra, mangiare quando ti pare, creare con qualunque cosa - situazioni, opere, doni, battute, avventura...
Il gioco, la gioia, la risata, la fantasia, la magia, il ballo, il tatto, l’abbraccio, l’improvvisazione, la sorpresa devono diventare ingredienti immancabili della tua esistenza, dal momento in cui apri gli occhi alla mattina.
Per avere sempre voglia di fare l’amore, devi far sì che la tua vita sia un atto di creazione continua.
Sonia Serravalli
www.ilboscofemmina.com
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L’immagine che abbiamo l’uno dell’altro. Strati e strati d’incomprensione. L’immagine che abbiamo di noi stessi. Vana. Presuntuosa. Completamente distorta. Ma noi tiriamo dritto e viviamo di queste immagini. «Lei è così, lui è così, io sono così. È successo questo, è successo per questi motivi…» Basta. Lotti contro la tua superficialità, la tua faciloneria, per cercare di accostarti alla gente senza aspettative illusorie, senza un carico eccessivo di pregiudizi, di speranze o di arroganza, nel modo meno simile a quello di un carro armato, senza cannoni, mitragliatrici e corazze d'acciaio spesse quindici centimetri; offri alla gente il tuo volto più bonario, camminando in punta di piedi invece di sconvolgere il terreno con i cingoli, e l'affronti con larghezza di vedute, da pari a pari, da uomo a uomo, come si diceva una volta, e tuttavia non manchi mai di capirla male. Tanto varrebbe avere il cervello di un carro armato. La capisci male prima d'incontrarla, mentre pregusti il momento in cui l'incontrerai; la capisci male mentre sei con lei; e poi vai a casa, parli con qualcun altro dell'incontro, e scopri ancora una volta di aver travisato. Poiché la stessa cosa capita, in genere, anche ai tuoi interlocutori, tutta la faccenda è, veramente, una colossale illusione priva di fondamento, una sbalorditiva commedia degli equivoci. Eppure, come dobbiamo regolarci con questa storia, questa storia così importante, la storia degli altri, che si rivela priva del significato che secondo noi dovrebbe avere e che assume invece un significato grottesco, tanto siamo male attrezzati per discernere l'intimo lavorio e gli scopi invisibili degli altri? Devono, tutti, andarsene e chiudere la porta e vivere isolati come fanno gli scrittori solitari, in una cella insonorizzata, creando i loro personaggi con le parole e poi suggerendo che questi personaggi di parole siano più vicini alla realtà delle persone vere che ogni giorno noi mutiliamo con la nostra ignoranza? Rimane il fatto che, in ogni modo, capire bene la gente non è vivere. Vivere è capirla male, capirla male e male e male e poi male e, dopo un attento riesame, ancora male. Ecco come sappiamo di essere vivi: sbagliando. Forse la cosa migliore sarebbe dimenticare di aver ragione o torto sulla gente e godersi semplicemente la gita. Ma se ci riuscite… Beh, siete fortunati.
Philip Roth, Tr. Vincenzo Mantovani, Pastorale americana.
Ph Elliott Erwitt, Connecticut 1990
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greenbor · 7 days
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Poesia di https://www.tumblr.com/conilsolenegliocchi
~ Quante volte noi ~
Cosa significa fare l'amore?
Cercarsi, spogliarsi, sfiorarsi, toccarsi,darsi brividi, baciarsi i lividi, entrarsi dentro, godersi il momento, farsi battere il cuore, lasciarsi nudi con l'anima a vista da accarezzare?
Se è tutto questo
adesso dimmi, dimmi per favore
con i pensieri,con le parole,
quante volte io e te abbiamo fatto l'amore?
@conilsolenegliocchi🐞
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vogliediprimavera · 1 year
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Bagnarsi
Si trovò completamente fradicia, in mezzo ad un bel temporale fuori stagione. Tornò a casa e decise di fare un bagno caldo, sicuramente fuori orario, ma di cui sentiva l'impellenza.
Mentre preparava la vasca lo videochiamò per rassicurarlo di essere a casa e per evitare di essere disturbata nella mezz'ora successiva così da godersi la pace e il tepore che ora voleva.
Ma lui le disse di non chiudere la chiamata. Le chiese di posare il telefono con la videocamera accesa, disse che l'avrebbe seguita nel suo rito in silenzio e di fare tutto ciò che doveva sentendosi sola, ma osservata. Lei rimase un attimo a pensare se assecondarlo, forse a pensare anche a tutti gli uomini, oltre a lui, dai quali avrebbe voluto farsi osservare mentre faceva il bagno. La sua fica era già bagnata ed iniziò a pulsare di quel desiderio che da qualche giorno non era soddisfatto.
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Cominciò a spogliarsi. Gesti lenti e più accentuati del normale, movimenti sinuosi come le sue misure, quelle delle attrici degli anni settanta. I pantaloni scesero lentamente mostrando il sedere sodo e il piccolo perizoma che lo incorniciava. La maglietta, che prima stringeva il seno, si sollevò liberandolo e facendolo sobbalzare.
Si avvicinò al telefono mostrando bene il seno ed accese la playlist che sentivano sempre quando facevano il bagno insieme. Poi si girò di spalle e si abbassò per sentire la temperatura dell'acqua. Nuda, con il suo splendido fondoschiena sodo in primo piano e le gambe lunghe e affusolate.
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Si voltò a guardare lo schermo, si passò una mano tra i capelli per spostarli di lato, poi scese accarezzando i capezzoli in tiro e sfiorandosi il corpo. Le piaceva la sua pelle, morbida e liscia. La mano scese sfiorando il corpo solo con i polpastrelli fino ai fianchi per poi girare sulla linea delle natiche. Quel movimento ed il contrasto tra il corpo nudo e il calore che usciva dalla vasca le fece venire la pelle d'oca. Appoggiò le mani sul bordo della vasca e alzò una gamba per entrarvi. Si allargò esattamente davanti al telefono mostrando tutta la sua nudità intima, la sua fica ben rasata e già pronta a quel momento.
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Dall'altra parte del telefono si sentì un primo sospiro, un segno che lui stava apprezzando.
Era appena entrata nell'acqua calda, il vapore saliva nell'aria, si girò verso il telefono con quello sguardo, quello sguardo che senza parlare stava dicendo: ho appena cominciato, mettiti comodo.
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mewscarrafone · 7 months
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TOKYO MEW MEW REWATCH - EP 35
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- Le torte alla panna hanno troppe calorie!
Al rogo la diet culture!
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E alla giustissima obiezione di Ichigo di godersi la vita prima di trovarti circondato da gente che ti fa l'IMC sbagliato a vista, l'adorabile marmocchia risponde dandole della vecchia e grassa. Almeno ci ha regalato una delle poche volte in cui Masaya mostra un'emozione nel vecchio anime, nello specifico 'Dio aiutami non sono abbastanza forte per prevenire un massacro'.
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- Io il passaggio l'avevo offerto a Zakuro, ma tu ti sei fiondata in auto!
Minuto di silenzio per Minto e i suoi sogni di una sana limonata sul retro della macchina. Tanto il guidatore non vede e non sente.
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Scena dolcissima in cui Zakuro tira fuori il suo lato più gentile ... oltre che a quanto sia gnocca in gilet e cravatta.
Comunque urrà per il messaggio 'non stare a fare i conteggi delle calorie, se vuoi esser sana fai una dieta equilibrata ed esercizio fisico', oltre che alla critica implicita agli standard assurdi del mondo della moda che Momoka sembra seguire.
Certo, nella mia esperienza personale i danni non arrivano tanto dalle famigerate modelle stecchino quanto dalle famiglie convinte che una pancia non perfettamente piatta sia la definizione di obesità grave, ma intanto è uno sforzo in positivo anzichè in negativo.
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Finalmente qualcuno sbatte in faccia a Ryou i punti deboli dei suoi piani!
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Kisshu prova l'approccio Yuebin.
Scherzi a parte, è l'unica volta in cui abbia provato a farsi cedere spontaneamente la Mew Aqua invece di strapparla di prepotenza. Mi chiederei se non fosse un riguardo per l'età di Momoka se non fosse che passa a darle il tormento e a spingerla via dieci secondi dopo.
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Frame gloriosi e dove trovarli, parte 2.
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Eccolo! Il momento di gloria che tutti stavamo aspettando!
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Unico momento in 52 episodi in cui Kisshu riterrà opportuno tirarsi su le braghe.
Filler carino, che non storpia i personaggi ma anzi li approfondisce, mostrandoci un minimo del passato di Zakuro e il suo lato più gentile. Oltre a darci la chicca del celeberrimo cazzotto, e per questo rimarrà un episodio importante degno del team di Satoshi Ishino.
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nineteeneighty4 · 5 months
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Sogni d'oro.
Sono nella mia città natìa, solo che non mi trovo né nel presente, né nel futuro. Credo siano su per giù gli anni sessanta. A casa sono tutti morti, non ho più nonni, zii e cugini. È rimasta in vita solo mia madre. La cosa strana è che il mio sguardo osserva la realtà intorno come quando si guarda una vecchia fotografia dai colori poco nitidi e sbiaditi, i toni delle piante e degli oggetti, infatti, appaiono tenui. Entro in casa dove non si sente nulla se non il soffio del vento, nonostante tutte le finestre siano spalancate. Provo una sensazione bellissima, a me già nota, mista a una felicità immotivata. L'atmosfera è quella tipica dell'alba e non si ode nulla se non lo stridìo dei gabbiani che vanno, di tanto in tanto, a posarsi sugli archi medievali poco distanti dal mio balcone. È come se la città fosse abbandonata e tutti gli abitanti si fossero trasferiti altrove. D'improvviso, poi, mi affaccio alla finestra della stanza dov'ero solita dormire con mia madre e mi accorgo che il mare, un tempo abbastanza distante da poterlo scorgere in lontananza, adesso è piuttosto vicino. Posso sentire le onde, la brezza marina, l'odore di salsedine che si diffonde nell'aria. Posso osservarne il colore che varia dal blu più intenso al verde. Sono stupita dall'emozione che mi suscita, talmente contenta che provo ad immortalare il tutto in una fotografia. Quindi prendo il cellulare e cerco di mettere a fuoco. Zoommo, una volta,due fino a quando nell'obiettivo della fotocamera scorgo una persona. È una ragazza dai lunghi capelli scuri, la sola che stia nuotando tra le correnti. La osservo meglio, benché sia girata di spalle, e in quel momento capisco che si tratta di me. Entusiasta dell'atmosfera, dei ricordi che iniziano a riaffiorare alla memoria e delle sensazioni provate, chiamo mia madre, allora, e la informo su come tutto sia mutato. La cerco a voce, come se fosse lì presente e di fatto mi risponde subito ma il suo tono è insolito,la sua persona non si lascia vedere. Di lei percepisco solo la presenza. Poi la scena cambia ed è pomeriggio. Dalla finestra percepisco molta confusione. Il chiacchiericcio è quello tipico degli adolescenti in spiaggia e ogni tanto, le parole, le grida, le risate, sono interrotte da un brindisi, da colli di bottiglia che urtano tra loro. Mi affaccio nuovamente e adesso sotto la finestra il mare ha lasciato posto a dei blocchi di scogli artificiali e su questi tantissimi ragazzi sono seduti a prendere il sole, intenti a godersi l'estate, leggere o sono presi dal fare tuffi più in là, verso quella che una volta era una strada. Mi domando che senso abbia tutto ciò, nonostante stia dormendo. È il tramonto e la città ora è ancora più bella, perché di essa rimane immutata solo la struttura, persistono soltanto gli edifici invasi dagli uccelli che entrano ed escono dai vetri rotti degli appartamenti. Successivamente sono nel soggiorno. Lì la visuale è diversa, normale. Stranamente però mi accorgo che di fronte al mio balcone c'è una sorta di altalena piuttosto ampia sospesa nel vuoto e poggiata su un filo d'acciaio sottilissimo con sopra : una valigia antica, una coperta e un gattino bianco e nero a cui hanno legato il muso e le zampe. L'altalena oscilla a destra e a sinistra e il gatto prova a non scivolare giù. La coperta e la valigia passano prima da un lato e poi dall'altro. Capisco che devo fare qualcosa. Non è più il quarto piano. Le dimensioni del palazzo assomigliano ora a quelle di un grattacielo, sfioriamo le nuvole, superiamo i tetti degli altri. Dopo essere uscita fuori, quindi, provo a sporgermi nel tentativo di afferrare il filo d'acciaio ma mi accorgo che non ci riesco perché è troppo distante, non mi resta che una soluzione: arrampicarmi sulla ringhiera a mio rischio e pericolo. Senza pensarci due volte, decido di provarci. Tiro più forte che posso per avvicinare la dóndola ma qualcosa va storto. Il filo si rompe e il gattino, la valigia e la coperta precipitano giù, come me.
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mynameis-gloria · 9 months
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하루를 잘게 쪼개어
Oggi giornata molto molto molto felice. O meglio, giornata in cui mi son sentita esattamente nel posto in cui dovevo stare. A godermi le piccole cose, l'erba fredda ed umida a contatto con i piedi scalzi, il panino cotto e mozzarella mangiato sotto i raggi del sole, I ritardi e le attese, la brioche farcita al cioccolato mangiata ad un orario decisamente non più da colazione che mi ha sporcato addirittura il naso di zucchero a velo, le viuzze e i passi fatti prima di quel momento, il dolce far nulla se non quello di godersi il tempo, i miei occhi particolarmente piu azzurri del solito, stare distesi a guardare il cielo, ridere di gusto, ridere di cuore, sfiorarsi e abbracciarsi, rimanere stretti per un tempo non calcolabile. Crollo, anche se avrei ancora tanto da dire, foto da postare e sensazioni che non voglio scordare e far svanire una volta chiusi gli occhi. Ma così è! E forse è giusto così. Bisogna solo imparare a cogliere.
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thelastdinner · 2 months
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Ho capito che fermarsi vuol dire godersi il momento e non farsi fallaci aspettative .
Azeruel
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crazy-so-na-sega · 11 months
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“Lotti contro la tua superficialità, la tua faciloneria per cercare di accostarti alla gente senza aspettative illusorie, senza un carico eccessivo di pregiudizi, di speranze o di arroganza, nel modo meno simile a quello di un carro armato, senza cannoni, mitragliatrici e corazze d’acciaio spesse quindici centimetri; offri alla gente il tuo volto più bonario, camminando in punta di piedi invece di sconvolgere il terreno con i cingoli, e l’affronti con larghezza di vedute, da pari a pari, da uomo a uomo, come si diceva una volta, e tuttavia non manchi mai di capirla male. Tanto varrebbe avere il cervello di un carro armato. La capisci male prima d’incontrarla, mentre pregusti il momento in cui l’incontrerai; la capisci male mentre sei con lei; e poi vai a casa, parli con qualcun altro dell’incontro, e scopri ancora una volta di aver travisato. Poiché la stessa cosa capita, in genere, anche ai tuoi interlocutori, tutta la faccenda è, veramente, una colossale illusione priva di fondamento, una sbalorditiva commedia degli equivoci. Eppure, come dobbiamo regolarci con questa storia, questa storia così importante, la storia degli altri, che si rivela priva del significato che secondo noi dovrebbe avere e che assume invece un significato grottesco, tanto siamo male attrezzati per discernere l’intimo lavorio e gli scopi invisibili degli altri? Devono, tutti, andarsene e chiudere la porta e vivere isolati come fanno gli scrittori solitari, in una cella insonorizzata, creando i loro personaggi con le parole e poi suggerendo che questi personaggi di parole siano più vicini alla realtà delle persone vere che ogni giorno noi mutiliamo con la nostra ignoranza? Rimane il fatto che, in ogni modo, capire bene la gente non è vivere. Vivere è capirla male, capirla male e male e poi male e, dopo un attento riesame, ancora male. Ecco come sappiamo di essere vivi; sbagliando. Forse la cosa migliore sarebbe dimenticare di aver ragione o torto sulla gente e godersi semplicemente la gita. Ma se ci riuscite…Beh, siete fortunati.”
 Philip Roth, “Pastorale americana"
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sonego · 10 months
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anyway .. non è detto nulla però l'incazzatura rimane nel vedere nelle mani di chi è il club al momento. poi oh niente dura per sempre neanche i cardinali vescovi papa. comunque vada il calcio sta diventando uno shitshow ogni giorno di più non solo il milan né solo l'italia e non mi va giù e spero non mi vada mai giù perché vorrebbe dire che hanno vinto quelli che calcio = profitto quando per ME il calcio è passione. più di un giocatore singolo o persino più del mio club, il calcio per me è godersi uno sport, punto.
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haria00 · 1 year
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04/05/2023 18:12
avevo deciso che doveva essere ieri sera, avevo deciso come, quando e dove. avevo pensato a chi mi avrebbe trovata dopo, a cosa scrivere prima ma nessuna parola sarebbe stata abbastanza completa per spiegare come mi sento. Il pensiero della morte è qualcosa di così doloroso e affascinante al tempo stesso. Era quasi una consolazione, un “dai resisti per un altro po’” e anche un incentivo a godersi quel momento per lasciare un bel ricordo. Questo pensiero è stato nella mia testa per tanto tempo così da diventare un sogno lucido dove potevo immaginare ogni dettaglio, ogni odore, quasi come un film.
È terribilmente pauroso avere un pensiero del genere nella tua testa e non penso che le persone che mi sono affianco abbiamo mai avuto un idea talmente forte e oscura nella propria mente. La paura mi ha portato ad andare alla mia prima seduta da uno psicologo, il coraggio a fare anche la seconda e la terza.
e ora eccomi qua, fino a qualche giorno fa non prendevo impegni che superassero la sera del 3, non pensavo neanche alle vacanze estive o agli esami da dare. sono ancora a pezzi, il mio stomaco è pieno solo di bibite energetiche ormai da due giorni, il mio braccio ha cicatrici vecchi e graffi nuovi, la mia gamba non smette di tremare, il mio cervello non riesce a concentrarsi, i miei occhi iniziano a piangere se incrocio il mio sguardo allo specchio, le mie orecchie sono sempre attaccate alle cuffiette quando sono da sola. Sono tutti meccanismi che uso per proteggermi da quello che sento, per anestetizzarmi, perché ho paura che un’altra ferita non la reggerei.
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susieporta · 5 months
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LA MANIPOLAZIONE FAMILIARE
Come avviene l'inibizione da parte della famiglia delle potenzialità e inclinazioni del bambino?
A partire dagli irrisolti familiari, i quali scontrandosi con i bisogni di sviluppo dei figli creano conflitti che vengono sedati tramite la repressione e la manipolazione dei secondi.
La gioia e la vitalità della bambina, ad esempio, fa emergere nella madre la frustrazione per ciò cui ha dovuto rinunciare.
Oppure, la forza del bambino e la sua intelligenza stimolano il risentimento del padre, che per qualche motivo non è riuscito a esprimere le sue capacità.
Il bambino può sviluppare le sue doti e le sue risorse, ma direi anche la stessa personalità, solo e soltanto finché non va a toccare le regole familiari, le convinzioni, i dettami impliciti, i quali spesso proteggono i genitori dal contattare ferite mai del tutto assimilate.
Il divieto di spendere denaro per prendersi cura di sé da un punto di vista estetico o dal punto di vista della crescita personale, ad esempio, potrebbe essere legato alle restrizioni che il genitore ha dovuto applicare su di sé per proteggersi da un momento di crisi economica.
Il divieto di svolgere una determinata attività da parte del bambino, magari creativa, potrebbe essere collegato al fatto che il padre o la madre hanno dovuto inibire le loro spinte creative da piccoli perché hanno dovuto fare lavori umili per sopravvivere e far sopravvivere la famiglia.
Il farsi bravo/a o bello/a da parte del bambino o della bambina, viene vissuto dal genitore dello stesso sesso come un affronto al suo stesso orgoglio, e al suo status di genitore inteso come detentore dell'autorità.
Il divieto di godersi la vita, le relazioni e gli eventi sociali, è spesso legato al divieto subito dal padre o dalla madre di vivere gli stessi piaceri.
Il divieto di sviluppare i propri progetti, di avere dei sogni, delle aspirazioni di autorealizzazione, è connesso al trauma che i genitori hanno subito per aver dovuto inibire a loro volta parti di sé.
I genitori inibiscono le risorse dei figli colpendoli nella loro autostima, magari appellandosi a infondate regole morali e generalizzazioni.
Le frasi possono essere:
"È meglio se abbassi la cresta perché tanto la vita è dura per tutti"; "Più sono alte le aspettative più ti farai male quando cadrai per terra"; "Accontentati di quello che hai"; "Stai con i piedi per terra "; "Non esaltarti tanto, i sogni fanno presto a rompersi"; "Studiare è inutile, guadagnati da vivere come puoi".
Questo tipo ingiunzioni (leggi "proiezioni"), frutto di ferite mai sanate e mai affrontate, generano nel bambino convinzioni limitanti, senso di colpa, emozioni parassite, abbassando la sua autostima.
La mancata riparazione delle ferite originarie da parte dei genitori, a loro volta probabilmente feriti dalla generazione precedente, ricade sui figli sotto forma di disistima, mancanza originaria, inadeguatezza, alienazione e senso di perdita irreparabile rispetto al legame di appartenenza alla famiglia.
Questo filo rosso che collega drammaticamente le diverse generazioni tra loro, per il tramite di mancanze, ferite, traumi, fa sì che i figli portino su di sé cicatrici che in realtà non gli appartengono.
Nel seminario del 30 dicembre lavoreremo insieme a Claudia Crispolti su tali legami, su queste lealtà invisibili, per sciogliere finalmente i nodi soffocanti che imbrigliano la nostra creatività, risorse e capacità di sviluppo.
L'adulto investito di tali fardelli limita automaticamente la propria esistenza, relazioni, professione, stile di vita, senza sapere perché, ma accettando semplicemente le proprie idee, derivanti da tali lasciti del tutto inconsci, come un dato di fatto.
Come qualcosa di immutabile.
Il legame invisibile che unisce i genitori ai figli e le generazioni precedenti a quelle successive, crea un obbligo interno che spinge i discendenti a ruotare attorno a ferite mai rimarginate, le quali investono in modo tossico la loro vita, limitandone le potenzialità e facendoli appassire come fiori senza acqua.
L'evoluzione è possibile solo dopo aver attraversato le strette maglie dei lasciti familiari inconsci, oltre i cui recinti è possibile vedere la luce della propria essenza.
Omar Montecchiani
#quandolosentinelcorpodiventareale
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