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#proiettare
ragazzoarcano · 7 months
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"Il mio insegnamento è semplicissimo, dritto al punto essenziale: vivi momento per momento, muori al passato, non proiettare alcun futuro, godi il silenzio, la gioia, la bellezza di questo momento."
— Osho
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mostro-rotto · 1 year
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Le illusioni le lasciavo a chi aveva paura di vivere solo, a chi si aggrappava necessariamente a qualcuno su cui proiettare il proprio concetto puramente illusorio di amore. Sì, illusorio. Perché l'amore era solo un'idea, un'invenzione dell'essere umano che non accettava un'esistenza in completa solitudine, e si ostinava a trovare qualcuno con cui condividere la propria vita.
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ciaoamoreciao · 3 months
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russel crowe si sarebbe vestito direttamente da papera come i ballerini e avrebbe fatto il ballo del qua qua di sua spontanea volontà e avrebbe fatto proiettare il video a times square per minimo un mese
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abr · 8 months
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Guardate che ci deve essere un equivoco: noi non siamo come voi che quando non gradite, non approvate, vi vien spontaneo discriminare, rimuovere, abolire, zittire, colpire.
Abbiamo opinioni precise ma ci facciamo i casi nostri, noi che "il sociale non esiste" (cit.).
La differenza tra azioni e opinioni. Sono infantili immaturi, anche femminili subdoli a mescolar le due categorie. Soprattutto, sono costantemente a proiettare le LORO discrasie sugli altri.
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ilpianistasultetto · 2 months
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Me la ricordavo diversa quella casa paterna sulle colline ascolane. Scendo dalla macchina vicino alla chiesa dell'Assunta e mi avvio a piedi verso la casa. E' il primo pomeriggio, il sole inizia ad abbassarsi e a proiettare sempre più lunghe ombre sui lastroni di sasso intervallati da erbetta verde. In questi antichi paesini della collina ascolana capita spesso che i vicoli siano lastricati di pietre. Ancora due passi e sono arrivato.
Mi avvio all'ingresso del giardino, un portoncino in legno vissuto lungo il muro di cinta perimetrale tutto in sasso. Ed ecco che mi si apre una corte dove la vista spazia in là verso il paese più in basso. Il giardino è bello, grande e una panca che staziona da sempre sotto un grande albero di fico, come avessero messo le stesse radici , insieme. Mi siedo, mi guardo attorno, ispiro profondamente e inizio a fischiettare vecchi ricordi.. una musica che usciva dalla finestra aperta dei nostri vicini e una ragazzina molto bella con il viso pieno di lentiggini e le labbra nere per colpa di quella pannocchia arrostita che stava sgranocchiando. @ilpianistasultetto
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canesenzafissadimora · 3 months
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"La vita ti disillude perché tu smetta di vivere di illusioni e veda la realtà.
La vita ti distrugge tutto ciò che è superfluo, fino a che rimanga solo ciò che è importante.
La vita non ti lascia in pace affinché tu smetta di combatterla e accetti ciò che è.
La vita ti toglie ciò che hai, fino a che non smetti di lamentarti e inizi a ringraziare.
La vita ti manda persone conflittuali affinché tu guarisca e smetta di proiettare fuori ciò che hai dentro.
La vita lascia che tu cada una e un'altra volta fino a che ti decidi ad imparare la lezione.
La vita ti porta fuori strada e ti presenta incroci fino a che non smetti di voler controllare e fluisci come un fiume.
La vita ti pone nemici sul cammino fino a che non smetti di "reagire".
La vita ti spaventa tutte le volte necessarie a perdere la paura e riacquistare la fede.
La vita ti toglie il vero amore, non te lo concede né te lo permette, fino a che non smetti di volerlo comprare con fronzoli.
La vita ti allontana dalle persone che ami fino a che non comprendi che non siamo questo corpo ma l'anima che lo contiene.
La vita ride di te molte volte, fino a che non smetti di prenderti tanto sul serio e impari a ridere di te stesso.
La vita ti frantuma in tanti pezzi quanti sono necessari affinché da lì penetri la luce.
La vita ti ripete lo stesso messaggio con schiaffi e urla finché non ascolti.
La vita ti invia fulmini e tempeste affinché tu possa svegliarti.
La vita ti umilia e sconfigge fino a che non decidi di far morire il tuo Ego.
La vita ti nega i beni e la grandezza fino a che smetti di voler beni e grandezza e inizi a servire.
La vita ti taglia le ali e ti pota le radici, fino a che non avrai più bisogno né di ali né di radici, ma solo di sparire nella forma e volare dall'essere che sei.
La vita ti nega i miracoli fino a che non comprendi che tutto è un miracolo.
La vita ti accorcia il tempo affinché tu impari a vivere.
La vita ti ridicolizza fino a diventare nulla, fino a diventare nessuno, così diventi tutto.
La vita non ti dà ciò che vuoi, ma ciò di cui hai bisogno per evolvere.
La vita ti fa male, ti ferisce, ti tormenta, fino a quando non lasci andare i tuoi capricci e godi del respirare.
La vita ti nasconde tesori fino a che non inizi il tuo viaggio e non esci a cercarli.
La vita ti nega Dio, fino a che non lo vedi in tutti e in tutto.
La vita ti chiede, ti toglie, ti taglia, ti spezza, ti delude, ti rompe...fino a che in te rimanga solo AMORE"
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Bert Hellinger
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Trascendenza
Ieri, in un video, ho sentito parlare della possibilità di "trascendenza" della razza umana, ma non in senso spirituale, bensì tramite la digitalizzazione della coscienza e l'ibridazione con la macchina fino a un totale innesto della coscienza in essa; poiché la digitalizzazione della coscienza non equivale, come vogliono farci credere, a un suo trasferimento, ma a una sua duplicazione, il termine trascendenza mi sembra abusato: il termine giusto sarebbe "reificazione", ovvero la riduzione dell'essere umano a "cosa", processo che nulla ha a che vedere con la trascendenza, ma che ne è, anzi, l'antitesi. Portando alle estreme conseguenze questo processo di reificazione dell'uomo, si potrebbe proiettare la visione di un mondo che sia un museo dell'essere umano, un cimitero di morti resi illusoriamente vivi in quanto privati della morte, e interagenti fra loro come riproduzioni di coscienze, di fatto senza coscienza, in quanto "macchine". In un mondo del genere, il termine "artificiale" attribuito alla sostanza fisica o all'intelligenza, perderebbe di significato per mancanza di termine di paragone con la natura, e gradatamente si verrebbe a formare un nuovo concetto di natura, del tutto coincidente con l'artificialità: non lo trovate affascinante? E non pensate che qualcosa di simile possa già essere successo…proprio a noi? 😊
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turuin · 7 months
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Mi trovo in difficoltà.
La parrocchia locale ha "convocato" la famiglia per l'eventuale inizio del catechismo di Aurora, e ho saputo - io lavoravo, non sono andato all'incontro - che loro hanno un piano d'azione diverso dal consueto.
Normalmente, i bimbi seguono il catechismo preparatorio alla prima comunione, poi fanno la prima comunione, poi seguono il catechismo per la cresima e alla fine ricevono anche la cresima.
Questi no: visto che hanno notato un drastico tasso di abbandono dei fedeli tra l'uno e l'altro sacramento, hanno deciso che i bimbi fanno 4 anni di catechismo, alla fine dei quali vengono cresimati e ricevono la loro prima comunione.
Ora, piccolo background: io non sono mai stato un fervente cattolico e di sicuro non ho fatto sette anni di catechismo (mi hanno recuperato con due corsi ultra accelerati di 1 settimana il primo e 3 giorni l'altro) MA, post-cresima, ho suonato nel coro della chiesa di fatto frequentandone tutte le attività per SETTE anni. Quindi un po' d'esperienza sul campo ce l'ho.
Personalmente sono molto perplesso sul percorso proposto, per me non ha senso arrivare al sacramento della confermazione (la cresima) senza avere fatto i giusti passi - e la prima comunione, e la frequentazione "volontaria" da parte dei cresimandi, a indicare il preciso atto di volontà di confermarsi cattolici etc.
Il problema è che la bambina è interessata e vorrebbe frequentare il catechismo, molto probabilmente a causa degli insegnanti di religione della materna e della primaria. Per dire, una delle sue domande sull'argomento è stata "ma se vado in chiesa, Gesù è felice?"
Ora, Aurora è una bimba molto intelligente, razionale e sensibile. Io non riesco - è questa la mia grandissima difficoltà - a spiegarle la religione cattolica e il percorso che si trova davanti senza dirle come la penso in proposito ed affrontare i motivi per i quali me ne sono allontanato. E più penso a questo atteggiamento "di cattura" della parrocchia e più mi convinco che non sia la scelta migliore; ma, devo dire, è una scelta che sta manifestando di voler fare lei.
Ho provato a spiegarle un po' di cose sulle religioni, sul rispetto tra diverse culture e appartenenze, sul fatto che la religione non deve mai essere una tifoseria e che non esiste un dio migliore di un altro (e per alcuni non esiste, e vanno rispettati anche loro) ma devo ammettere che sento dentro di me un grande conflitto.
Un conflitto dovuto al fatto che si, io sono arrivato a determinate conclusioni, e ad abbracciare idealmente qualsiasi religione e appartenenza religiosa, e a ritenere che siano tutte originate da una stessa fonte, e a vivere bene senza dover per forza dare un nome, una storia, un corpus di precetti e tutta la compagnia a una entità di coesione universale che chiamo dio solo per mancanza di altri termini e in cui, alla fine della giornata, credo anche io.
Ma ci sono dovuto arrivare passandoci dal di dentro. E che diritto ho, io, di proiettare la mia esperienza personale su di lei? Non dovrei invece lasciarle fare le sue scelte e, casomai, rispondere alle domande che vorrà farmi? E però, non è giusto - da parte mia - avere perplessità su un percorso che questa parrocchia vuol fare in modo così alternativo e inconsueto per quello che dovrebbe essere un percorso cattolico "tradizionale" ?
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diceriadelluntore · 9 months
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Storia di Musica #287 - Tool, Lateralus, 2001
Ho scelto di dedicare la serie di album di Agosto ad un pensiero che nella musica popolare (nel senso più puro del termine) spesso non è il primo sentimento che passa per la testa dell’ascoltatore. Sto parlando di album “impegnativi”, che capisco benissimo che come concetto è qualcosa di aleatorio, ma che nella mia idea di scelte questa volta vogliono rappresentare un certo stato dell’arte dal punto di vista tecnico musicale, e spero che da queste scelte ne possa scaturire un bel dibattito al riguardo. Il primo di oggi ci porta negli Stati Uniti ad inizio anni ’80. Maynard James Keenan nato a Ravenna (quella in Ohio) e che era compagno di corso all’Università di Grand Rapids con il padre di una mia pen friend americana, è un tipo dai mille interessi, fa due anni a West Point, la prestigiosa accademia militare americana. Li con il termine tool si intende un cadetto che segue senza nessuna esitazione qualsiasi tipo di ordine dai superiori, che spesso li usavano anche per episodi di nonnismo. Scelse Tool come nome della band che fondò nel 1990 per il principio che avrebbe fatto sempre e solo quello che gli piaceva. Inizia così il percorso di una delle più incredibili realtà musicali degli ultimi anni, capaci di rinnovare e sperimentare almeno tre generi: l’heavy metal, il progressive e la musica sperimentale. Insieme al chitarrista Adam Jones (che è anche un grande esperto di effetti visuali e scenici, e ha lavorato in pellicole come Jurassic Park), dal bassista Paul D'Amour (prima) e in seguito dal britannico Justin Chancellor (dal 1995) e dal batterista Danny Carey (quest’ultimo uno dei più incredibili e bravi batteristi di tutti i tempi) pubblica Undertow nel 1993, che pur rimanendo in un solco heavy metal elettrico ha già degli spunti interessanti, si prendano come riferimento le adesso iconiche Prison Sex e la lunghissima Disgustipated. Nel 1996 l’album della consacrazione. Ænima è infatti un disco tutto giocato sul concetto della catarsi junghiana (ascoltate la lunga Third Eye o andatevi a rileggervi la storia che riguarda questo disco) ma che ha ancora momenti di puro e durissimo hard rock (la seminale Stinkfist) e rock progressive del ventunesimo secolo (H., Forty Six & 2). Per problemi con la casa discografica passeranno oltre 5 anni per il lavoro successivo. Keenan tra l’altro non si perde d’animo ed inizia il suo progetto parallelo degli A Perfect Circle, dove cura più la sua anima heavy metal, ottenendo tra l’altro grande successo. Nel 2001, dopo aver per mesi parlato di un album intitolato Systema Encéphale, il 15 maggio esce Lateralus. Il titolo è un riferimento sia al muscolo vasto laterale (Vastus Lateralis che ci permette di piegare le gambe) sia al pensiero laterale, definizione dello psicologo Edward De Bono, che individua soluzioni non di logica sequenziale, risolvendo il problema non partendo dalle considerazioni che sembrano più ovvie, ma cercando punti di vista alternativi per trovare la soluzione. Le fotografie interne fanno capire ancora più a fondo il percorso musicale di questo album: un viaggio nella mente umana, nelle sue passioni, nelle più profonde fratture, in cerca di risposte, anche di tipo politico, religioso, spirituale con il chiaro intento di arrivare alla perfezione, quindi ad un incontro con la divinità. Musicalmente è come proiettare i Van Der Graaf Generator o i King Crimson, scontratisi con il grunge e la musica industriale, negli anni 2000. Ne esce fuori un capolavoro assoluto, dalle infinite sfaccettature musicali.
The Grudge parla del mito di Saturno che divora i suoi figli, ed è una scalata strumentale incredibile, spezzata da un urlo di Keenan che supera i 20 secondi, citando anche La Lettera Scarlatta, romanzo del 1850 di Nathalien Hawthorne. The Patient inizia lenta e sognante ma poi finisce in una contorsione ipnotica. Schism, uno dei capolavori del disco (e Grammy per la miglior canzone metal del 2002, sebbene sia una costrizione bella e buona definirla tale), cambia il ritmo per 47 volte, inizia con un tempo di 12/8, poi passa prima a 7/8 e poi a 5/8, e parlando di scismi religiosi, effettua musicalmente uno scisma metrico (che geni…). Ticks & Leeches è uno dei più incredibili brani di batteria, grazie anche alla maestria diabolica di Carey, un gigante dello strumento, e che è rabbiosa e allucinata nel canto di Keenan, che dedica la canzone a tutti coloro gli hanno succhiato il sangue dalle vene. Mantra è uno di quei giochi musicali per cui sono famosi: è la registrazione lavorata come si deve dei miagolii di uno dei suoi gatti siamesi (i primi ascolti ipotizzavano fosse una donna che in trance dicesse I Love You). Parabol\Parabola sono due brani che si fondono in uno, con una natura da cantata funebre tibetana, mistica e struggente ed una seconda di rock maestoso. La triade finale che è da considerarsi come una super suite in tre parti è formata dalle splendide Reflection, Triad e da Faaip de Oiad (che in lingua enochiana, la lingua degli angeli, significa Visione di Dio) che sono lunghe, ipnotiche e dimostrano la maestria assoluta di questi musicisti (i duelli ritmici basso batteria, la chitarra affilata come una lama di Jones, un fenomeno). Menzione speciale però ha Lateralus, una canzone che ha affascinato i fan sul significato ma soprattutto per la sua struttura: Keenan canta parole le cui sillabe seguono la successione di Fibonacci (1,1,3,5,8…), per una musica ed un testo che non seguono un andamento lineare, ma a spirale (la canzone finisce con i versi Spiral out, keep going…). La copertina, realizzata da Alex Grey, è composta da strati trasparenti con la figura di un busto umano, e man mano che si sfogliano le pagine si penetra al suo interno così da vedere in successione i muscoli, lo scheletro, gli organi ed infine, voltata la penultima pagina, si trova la chiave di accesso al mondo spirituale, nell'ultimo strato è nascosta nel cervello la parola "GOD". Quella che ho postato all'inizio è la prima ristampa europea del 2003, molto più bella della prima in assoluto, che per dovere di cronaca posto adesso:
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La copertina Digitale è ancora più bella, e da collezione è il picture disc olografico per l’edizione celebrativa del 2005. Dopo altri 5 anni ritorneranno con 10.000 days, che è molto meno fantasioso e mistico, ma che mantiene un ottimo livello generale. Ne passeranno addirittura 13, quando nel 2019 uscirà Fear Inoculum (da cui dovete andare ad ascoltare 7empest che racchiude un po’ l’essenza della musica Tool) la cui title track da 10 minuti e 21 secondi è citata nel Guinness dei primati per la canzone più lunga mai entrata nella classifica di Billboard. Tutta questa carne al fuoco tra musiche elaborate, testi dalle mille citazioni e dai mille simbolismi, le grafiche dark e potentissime dei dischi (tra l’altro, per riallacciarci alle storie di Luglio, le prime copie di Undertow furono censurate per le foto di donne nude che c’erano a corredo dell’album), sono facili da spiegare le tentazioni dei più maliziosi alle immancabili allusioni magiche ed occulte; resta il fatto che sono uno dei più grandi e riusciti tentativi di modernizzare la musica contemporanea degli ultimi 30 anni. E come sempre possono piacere o meno, ma resta la novità stilistica dei linguaggi e soprattutto della musica. Ascoltateli. Ne vale la pena.
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barrenwomb · 2 months
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ho riflettuto molto su me stessa (cosa che evito di fare per scansare una crisi o duecento di nevrosi isterica) e sono giunta alla conclusione che non mi voglio incattivire e neppure irrigidire. mi ci è voluto tanto per ammorbidirmi e abbassare la guardia, che poi alla fine l'ho fatto davvero? mi sono ammorbidita? forse sì, forse no. prima avevo soltanto amicizie superficiali o semplicemente non ne avevo affatto; ora, invece, ho soltanto relazioni sessuali superficiali, perché è meglio che non averne affatto, penso. pensavo. voglio imparare a stabilire dei confini senza dover alzare muri alti dieci metri soltanto perché altrimenti mi lascio schiacciare senza reagire. come ho già detto, non voglio incattivirmi. non sono gesù cristo e la rabbia non è un tabù, ma il rancore ti avvelena soltanto l'anima e alla fine non ci guadagni nulla. alcune volte le persone ti feriscono perché sono ferite e nel ferendoti continuano a ferire anche se stesse. non giustifico chi fa del male (non parlo di cose aberranti o di crimini o di abuso vero e proprio), ma mi rifiuto di covare rancore. mi rifiuto anche solo di pensare che qualcuno possa essere ontologicamente malvagio. questa persona mi ha causato un dolore che non avevo mai provato prima, ma non mi va di vittimizzarmi: anche io ho sbagliato, anche io ho risposto al veleno con altro veleno, anche io l'ho ferita perché non ho ancora fatto bene i conti con le mie paure, le mie ansie, le mie insicurezze, i miei traumi. io la perdono e vorrei che anche lei perdonasse me e soprattutto se stessa. avrei voluto farle capire che esistono persone in grado di capirti se solo gli dai la possibilità di ascoltarti, che è possibile trovare un posto nel mondo anche nella confusione, che c'è chi ti ama indipendente da tutto; ma alla fine io non sono nessuno e devo smettere di avere la presunzione di poterla "salvare". nessuno ha bisogno di essere salvato. lei ha sbagliato nel suo continuo ed estenuante idealizzarmi e svalutarmi senza mai riuscire a vedermi come un essere umano, io ho sbagliato nel proiettare su di lei i miei storici tormenti interiori nel tentativo di poterli risolvere al di fuori di me e senza mai toccare quello che invece abita ben dentro di me. entrambe abbiamo sbagliato ad usarci a vicenda per soddisfare il nostro bisogno di amore e di intimità emotiva senza però mai riuscire effettivamente ad entrare in intimità perché bloccate e paralizzate. ammetto di voler amare ed essere amata e lo ammetto senza vergogna né senso di umiliazione. sono un essere umano. e voglio amare. e non diventerò cattiva. mai
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susieporta · 4 months
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QUELLO CHE TI FANNO PROVARE GLI ALTRI
“Se si imparasse che le persone sono solo la condizione che permette a ciò che abbiamo già dentro di uscire...
Si smetterebbe di dare la colpa a chi "ci fa sentire male" e di attaccarci a chi "ci fa sentire bene".
Ciò che si scatena, che sia gioia o odio, era già in te.
Non si vedeva perché mancava la condizione per farlo uscire fuori.
Non è certo il foglio a dare l'inchiostro alla penna. Ma è grazie al foglio se adesso lo vediamo quando scriviamo”.
“Lui mi fa arrabbiare.”
“Lui mi rende felice.”
“Lei mi fa stare bene.”
Ragioniamo su queste frasi.
Cosa stiamo dicendo davvero?
Occhio perché stiamo per rovesciare completamente quello che si è sempre creduto da millenni.
Stiamo dando la responsabilità del nostro mondo interiore, del nostro sentire, a qualcun altro.
Ed è così?
No, non è così.
Tutto ciò che provi dipende da te, da cosa c’è dentro di te.
La felicità, l’infelicità, il dolore, la gioia, l’amore, la sofferenza e tutto ciò che attiri nella tua vita non dipendono affatto dagli altri, ma unicamente da te stesso, da ciò che sei al tuo interno.
Curioso vero?
Ma pensa a un fiammifero.
Se lo gettassi in una tanica d’acqua, cosa accadrebbe?
Nulla, il fiammifero si spegnerebbe.
Ma se lo gettassi in una tanica di benzina, invece?
Il fiammifero era lo stesso identico, eppure sono accadute due cose totalmente opposte.
Perché, alla fine, contava ciò che c’era dentro il contenitore…
Lui dà sempre ciò che contiene, momento per momento. Ciò che si trova in superficie come prima cosa e poi strato dopo strato quello che è più in profondità.
Che tu ci creda o no, lo stesso è con noi:
Quasi tutte le tue reazioni emotive e psicologiche dipendono innanzitutto da ciò che viene toccato in te stesso e non necessariamente da chi le tocca.
Gli altri hanno una parte molto marginale in tutto questo, perché la rabbia, ad esempio, è già presente al tuo interno e non aspetta altro che un'occasione per potersi manifestare all'esterno.
Aspetta magari che una certa persona si comporti con noi in una certa maniera per poi palesarsi.
Ma la persona esterna non ne è la causa. Lei non ce l’ha messa dentro di te questa rabbia, non ha questo potere.
E cosa ha fatto? Semplice, lei è stata solo la condizione, la scusa per proiettare fuori la rabbia e il risentimento che già covavi dentro.
Senza una condizione, come ad esempio una persona, una relazione o una provocazione, il karma o le ferite non possono manifestarsi, stanno lì rannicchiate nel nostro inconscio e non si vedono. Lo vedremo meglio.
Ti basti sapere che tutta la tua vita, atteggiamenti, interpretazioni e comportamento, si muovono dal materiale accumulato nel tuo inconscio a causa di questa vita, ma anche dalle vite precedenti, mentre le situazioni esterne agiscono per lo più, come delle potenti calamite che attirano in superficie del materiale psichico interno che, in una data situazione o contesto, trova facilmente l'occasione per uscire sotto forma di rabbia, avidità, violenza, attaccamento, amore, lussuria, odio, vendetta, simpatia, felicità, ecc.
E sì hai visto bene, perché lo stesso vale anche per l'amore e per tutti i sentimenti positivi.
Essi sono già presenti al tuo interno.
Nulla esce da te se prima non si trova al tuo interno.
Non è forse vero che la stessa situazione, vissuta da più persone, verrà percepita diversamente in base proprio alla qualità e ai contenuti della loro mente e delle loro proiezioni mentali?
Oggi il sole splende, una brezza leggera ti accarezza la pelle.
Sorseggi la tua granita alla fragola e ti godi il mare cristallino sul lettino comodo della spiaggia. Ti giri per sorridere beato al tuo amico che però fissa il cellulare con occhi lucidi.
“Laura mi ha appena lasciato. Non mi ama più e me l’ha scritto su Whatsapp capito? Dopo 2 anni mi lascia per messaggio” ti dice.
Ve la state spassando allo stesso modo quella bella giornata di sole?
Vedi, nonostante la giornata sia la stessa potremo sentirci in paradiso o addirittura sperimentare l’inferno al nostro interno.
E questo dipende tutto dalla nostra mente.
Anche la qualità stessa della tua vita dipende da quella della tua mente-coscienza e dalla circolazione delle tue sottili energie psichiche.
Più le tue energie sono libere di fluire e sono integrate, tanto più vivrai in uno stato di gioia, di libertà, di amore e consapevolezza, anche in situazioni di forte attrito e difficoltà.
Più le tue energie sono bloccate, distorte e frammentate, tanto più vivrai in uno stato di sofferenza, di paura e d'impotenza, anche quando non c'è alcun tipo problema.
Noi però crediamo l’opposto e per questo il primo istinto è quello di dare la colpa all’altro.
Incolpiamo gli altri di averci fatto arrabbiare, mentre siamo felici di chi ci ha fatto innamorare.
Ma è tutto un sogno, un'illusione, un'allucinazione.
Noi incolpiamo gli altri per ciò che esce da noi.
Oppure ci attacchiamo a qualcuno sempre per ciò che esce da noi.
È ovvio che poi desideriamo così tanto cambiare gli altri, per fare in modo che, inconsciamente, possano comportarsi in modo tale da farci uscire solamente i lati positivi e non quelli negativi.
Non ci accorgiamo di questi giochi inconsci ed è qui che cadiamo nella trappola del karma e viviamo totalmente proiettati sugli altri.
“Bhè se non coltivo relazioni, se me ne sto il più possibile per i fatti miei, non soffro, non ho problemi e nemmeno devo fare lo sforzo di lavorare su me stesso, no?” potresti dirmi questo.
Bene. Ottimo.
Ma come puoi realmente isolarti da tutto e da tutti?
E come puoi pensare che negare alla tua anima certe esperienze possa essere buono per te?
Tutto ciò che si trova al tuo interno verrà puntualmente toccato ed evocato da ciò che accade all’esterno portandoti a reagire.
E questo non si può evitare, a meno che tu davvero sia da solo in una grotta sull’Himalaya ma anche lì probabilmente qualche emozione la sperimenti, non esiste che una persona non viva interazioni o eventi che non muovano il suo mondo interiore.
Comprendi che ciò che ferisce uno non ferisce l’altro.
E questo è illuminante, perché in questo modo scopriamo che si può guarire e trasformare il proprio materiale irrisolto.
ROBERTO POTOCNIAK
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falcemartello · 1 year
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L’obiettivo di produrre solo auto elettriche dal 2035 è un salto nel vuoto. Quello di avere emissioni zero a partire dal 2050 è un’utopia. Ma dove stiamo andando?
Vediamo.
Abbiamo dimostrato che sostituire gli impianti a fonti fossili (petrolio, carbone, gas) con tecnologie rinnovabili come pannelli solari e turbine eoliche non è letteralmente possibile per carenza di risorse minerarie.
https://twitter.com/fortnardelli/status/1632376572089978881
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Allora sarà giocoforza continuare ad usare impianti  fossili per gestire le intermittenze del solare e dell’eolico. Ma che succede con lo sviluppo delle vendite di auto elettriche?
Si prevede che nel 2035 tutte le auto prodotte siano elettriche e, nel 2050, tutto il parco auto sia elettrico. Se proiettiamo su scala mondiale questo obiettivo (parco attuale di 1.400.000.0000 auto) abbiamo quanto segue.
Secondo la previsioni Mckinsey nel 2030 si venderanno 40 milioni di auto cioè il 28,5% delle vendite totali.
https://t.co/Vw6bXb3BXO
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Partiamo da questo numero per proiettare i dati di produzione fino al 2050, partendo dall’assunto che dal 2035 tutte le auto vendute  saranno elettriche.
In questa ipotesi paragoniamo le riserve con la quantità cumulata di minerale necessaria. In rosso i valori che eccedono le riserve. Per esempio a partire dal 2042 il Cobalto richiesto (8,53+06 Ton) supera le riserve (7,6+06 Ton). Dal 2046 mancheranno LI e Ni.
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Qui sotto è paragonata la produzione annua necessaria con le richieste annue. A partire dal 2022 le quantità di Litio superano la produzione del 2019. Dal 2034 Ni, Li, Co, e Grafite supereranno di non poco la produzione annua di riferimento del 2019.
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In conclusione, anche senza le batterie di stoccaggio, i minerali necessari per le batterie delle auto elettriche sono in grave carenza. E’ facile prevedere una corsa all’accaparramento di questi materiali preziosi, con conseguente aumento dei prezzi.
Non avremo risolto granché dal punto di vista delle emissioni perché le auto elettriche provocheranno un aumento del 40% dell’energia elettrica per le ricariche, e le fonti fossili non potranno essere eliminate per le ragioni già spiegate sull’intermittenza.
Gli obbiettivi fissati per il 2035 e il 2050 si rivelano tutti irrealizzabili, e mostrano di essere un trampolino di lancio verso qualcosa di diverso dalla soluzione dichiarata. Sarà meglio approfondire per capire dove veramente verremo catapultati.
(Fortunato Nardelli)
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🔥 NOVITÀ IN LIBRERIA 💣
Emanuele Tesauro
IN VIAGGIO SENZA GANDALF
I nostri anni ‘90, tra sogni, palchi e barricate
Musica, viaggi, amicizia, ideali e cameratismo: “In viaggio senza Gandalf” racconta la nascita degli Hobbit, gruppo tra i più importanti e seguiti del rock nazionalista.
Con una lenta e intima distillazione memoriale, Emanuele Tesauro ripercorre le tappe di una storia recente che ancora non è stata metabolizzata: gli anni Novanta di Tangentopoli e del crollo dei partiti di massa, della fine del comunismo e dell’Europa di Maastricht, del Panfilo Britannia e della svendita della sovranità nazionale, della guerra del Golfo e di quella nei Balcani.
Anni di processi globali galoppanti e rivolgimenti epocali, ma anche di vite autentiche, di scelte militanti e di sottoculture vitali: dalla ribadita “continuità ideale” al grande fermento della scena musicale, dal fenomeno skin alla repressione del sistema e dalla volontà di restare “fuori dal gregge” all’elaborazione di uno stile che fosse capace di proiettare i princìpi della Tradizione nell’epoca dei primi telefoni cellulari.
Rocambolesche trasferte e aneddoti incredibili, concerti sgangherati e politica di strada, passioni brucianti e grasse risate: tra il fumo dei lacrimogeni e il sapore della birra, dove i miti perenni incontrano le chitarre elettriche, si collocano le prime peripezie di questi menestrelli “non conformi” che – con pochi soldi nelle tasche e tanti sogni in fondo ai cuori – continuano a far cantare i ribelli di tutta Europa.
INFO & ORDINI:
www.passaggioalbosco.it
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telefonamitra20anni · 5 months
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Dai bordi di periferia, al cielo sopra Berlino.
26 novembre 1988,
Volo sopra Berlino e nell'attesa di atterrare, un muro divide l'Europa, la stessa Europa che condivide e esercita il mio sogno. Con la forza di un sogno e dell'immaginazione, quel muro diventa cielo, telo bianco su cui proiettare immagini, dove riversare fantasia. Questa sera, lo smoking è la mia divisa di "maschio italiano", incarnazione perfetta della mia dolce vita che mia ha portato fino qui, non con poco sacrificio e passione, ma si deve pur "timbrare il cartellino!". Lo confesso, mi sento teso, in queste occasioni lo sono sempre un pò, ma cerco un distacco. Prendere premi, riconoscimenti è piacevole e per certi versi, per me, poco sostanziale, in me, c'è quella lotta eterna che mette in discussione mia effettiva bravura. Sono occasioni queste per stare in vetrina, lasciarsi spiare, mettersi sotto una luce tagliente di giudizi, ma questo è circostanziale. A me importa solo amare il mio mestiere, farlo bene e con passione, in realtà dello smoking me ne farei probabilmente ben poco. Dalle quinte mi sento chiamare, " ladies and gentleman, Marcello Mastroianni!" passo sicuro e da buon professionista, conquisto il centro del palco. Il teatro esplode in un applauso e mi riversa il suo calore. In queste occasioni, sono bravo a schermare un emozione tradita, ma qui, in questo teatro, a Berlino, quell'applauso mi è sembrato significativo. La mia storia l'avevo scritta come una sceneggiatura imperfetta, caratterizzante, io protagonista di mille storie, vite, anche equidistanti dalla mia, ho lasciato che si raccontassero, che dicessero anche un pò di me, come adesso, in questo esatto momento che a tradire, proprio me, ironicamente sono io. Per un attimo ho pensato a mia madre, a cosa avrebbero visto i suoi occhi, al suo esortare "Bravo"! ma è stato un solo attimo. Applaudono me, opportunamente sbagliato ed onesto, il "romano tranquillo", l'immagine italiana, esito di un tipo d'uomo che vorrebbe pigramente migliorarsi, progredire, ma che alla fine vorrebbe solo eternamente giocare al mestiere d'attore. Applaudono me, e lo fanno in piedi, con il rispetto dovuto, di chi si sente in debito per aver ricevuto bellezza, applaudono e lo fanno referenzialmente e mi sembra di ricevere incredibilmente tante pacche sulla spalla. Applaudono, e dicono che sono grande, ed io mi sento sempre più piccolo e distante.
Stasera la mia Hollywood è l'Europa. "ma adesso, guarda quanta bellezza ricevo, come potrò contraccambiare?"
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der-papero · 1 year
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Papero, me la togli una curiosità??
Tipo come quando chiedono alle modelle qual è il loro profumo preferito… 😆
Tu, che mouse, tastiera e monitor usi? 😝😝
Siccome questa risposta sarà per te una delusione, ti racconto una storia, a mo' di risarcimento danni e anche perché, non ci crederai, questa domanda è stata anche l'argomento del mio attuale pranzo con un collega.
Correva l'anno 2012, e io prendevo l'aereo di Novembre (cu' 'nu cazz 'e fridd) per andare a Berlino, alla mia prima pseudo-conferenza sul C++, i Qt Developer Days, una conferenza che durava 3 giorni, se non ricordo male, di cui il primo tutto incentrato sul C++11, uno standard da poco diventato produttivo.
Il nostro "prof" era nientepopodimenoche Marc Mutz, che potete ammirare in questa foto con la camicia bianca e la coda di cavallo
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Ad inizio corso si fa prestare un portatile da uno dei ragazzi seduti in prima fila, per proiettare le slide e fare qualche demo. Embè, desktop muto, colore neutro, niente icone, nessuna taskbar, nessuna reazione col mouse, nessun tasto che attivasse alcunché. Lui prova a fare qualche azione, senza ottenere risposta, ad un certo punto in preda alla disperazione si rivolge al proprietario e gli fa "senti, si può aprire un cazzo di terminale qui sopra?", il ragazzo arriva, tipo preme 3 o 4 tasti insieme a mo' di accordo di pianoforte e si aprono una fraccata di terminali. Marc lo guarda e lo manda affanculo.
Tutta 'sta manfrina per dirti che io preferisco essere come Marc, ovvero diventare un genio nella conoscenza pura, ma non mi ammazzo la salute con 1000 gadget da nerd, quindi so di lasciarti tanta amarezza su questo punto, ma ho una tastiera Amazon da 10 euro, mouse Cherry e un monitor tipo schiaffo sul lato quando non prende bene la Rai.
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mewscarrafone · 2 months
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TOKYO MEW MEW REWATCH EP 43
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- Che t'importa di perdere un compagno di squadra?
In linguaggio psicoanalitico, questo si chiama 'proiettare peggio che in un drive-in anni 50'.
Comunque questa scena si conclude in niente. Kisshu spiffera tutto di Deep Blue alle Mew Mew, chiede in modo molto vago a Zakuro di unirsi a lui, e poi se ne va piantandola in un cantiere. Boh? Io quando ho visto questa scena per la prima volta a sette anni mi aspettavo/speravo che Kisshu si alleasse con le Mew Mew per trovare un modo di salvare la sua gente senza ricorrere a Deep Blue, e ci rimasi abbastanza stranita quando di quella scena non se ne fecero nulla. Ho il sospetto che agli sceneggiatori sarebbe piaciuto andare in quella direzione, visto come hanno sviluppato il personaggio rispetto al manga, ma si siano dovuti trattenere per non discostarsi troppo. Il risultato sono scene molto belle e interessanti che però non sfociano da nessuna parte.
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Adoro quando mostrano le altre ragazze, oltre a Ichigo, comunicare con animali loro affini.
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La pesomortaggine si diffonde in fretta da queste parti!
Pace, almeno Minto ha cambiato idea ... Letteralmente un secondo dopo rispetto a quando sarebbe stato utile.
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Ryou che come al solito si sente tutte le responsabilità addosso. Certo che quando il suo personaggio è usato bene funziona alla grande: non può condividere la situazione delle ragazze Mew per quanto lui voglia, non riesce davvero a capire i loro problemi perché poveretto è pure presissimo dai suoi e immedesimarsi negli altri non gli viene facile, e al contempo si addossa tutte le colpe non appena qualcosa va male. Un piacevole disastro umano.
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E rissa! Minto effettivamente dimostra una certa forza morale nell'affrontare quella che è sempre stata il suo idolo, ma con il suo atteggiamento Zakuro, come le ribadisce Ichigo, sta davvero passando il limite. Come ho letto da qualche parte, Minto si è quasi sacrificata per salvarla mentre faceva il peso morto; non avrebbe imparato una grande lezione se fosse morta disciolta da un getto d'acido.
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Questo sarebbe stato un ottimo momento per fare usare il Mew Aqua Rod a Minto! Era il suo momento, il focus di questa scena è il suo coraggio e la sua forza d'animo. Perché il vecchio anime stava tanto in fissa con Ichigo?
Altra cosa in cui New fa di meglio, lasciando a ognuna delle ragazze il suo momento.
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- Ero arrabbiata perché avete creduto alle notizie senza prima consultarvi con me.
L'hanno fatto! È stata la prima cosa che Ichigo le ha chiesto, una conferma! Le uniche a crederci erano Minto e Purin!
Okay, d'altronde capisco che il punto di questi episodi sia che Zakuro abbia veramente esagerato. Quelle briciole del suo passato accennano a un evento traumatico che coinvolge qualcuno che non le ha creduto, e quello che le è sembrato un ripetersi della situazione ha probabilmente fatto da trigger per una reazione sproporzionata e totalizzante. Alle fine, il personaggio resta coerente con sé stesso, e alla fine riesce a svilupparsi in positivo ammettendo di aver avuto torto.
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