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#il conte tacchia
butteryfreshbasement · 9 months
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Il conte Tacchia - con Vittorio Gassman - Film Completo by Film&Clips
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haidaspicciare · 8 years
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Giuseppe Pambieri e Zoé Chauveau, “Il conte Tacchia” (Sergio Corbucci, 1982).
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abr · 3 years
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Il Tar del Lazio ha accolto il ricorso presentato da un dipendente pubblico sospeso dal lavoro e dallo stipendio per non essersi vaccinato. Il tribunale ha motivato così la sentenza: "La privazione della retribuzione provoca danni gravi e irreparabili".
https://www.affaritaliani.it/roma/no-vax-sospesi-lo-stipendo-va-restituito-la-sentenza-del-tar-778939.html
Ri-Ricorsi fase II: dopo i dpcm del Conte tacchia, ora tocca ai latrati dei cani governativi per indirizzare il gregge. 
Non serve bruciarsi in piazza contro questo statodimmerda, basta chiamare l’avvocato. Vanno combattuti coi loro stessi mezzucci: le carte. Svelando la loro incapacità imbelle a cucinare le loro stesse regole, nel loro stesso campo di gioco. So’ solo burocrati. 
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auryskitchen · 7 years
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Ciak_Si_Mangia 108
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Nuovo Tom Tom... E con questa sono 20 POMPE X BICI scarpa da bimbo porta fortuna.. ... Lasciatemi cantare sono un italiano... Jerry cala' parola, lino banfi Rai movie AL. BAR DELLO SPORT sottofondo cutugno....parola ha sempre finto di esser muto.... Crema da barba alla. Menta e la Moviola la. Domenica in TV.... E ora c'è Montesano IL CONTE TACCHIA.... Ahahahah a nsai che pacchia quanno ce stava ancora er conte TACCHIA... Dunque che c'è da metter a posto qui, un cavo android una cuffia iPhone tre prese tre portalampada due triple e varie ciabatte etc... Ce sta pure ninetto davoli daje a bambascio... (presso Don Vito's Cats Bar Home) https://www.instagram.com/p/CVAKw8hD6re/?utm_medium=tumblr
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corallorosso · 7 years
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Paolo Panelli, “Il conte Tacchia” (Sergio Corbucci, 1982). (giffeteria)
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donvitopene1 · 6 years
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Io il 21 vado a vedermi il #conte #tacchia, #Montesano torino, ho fatto bene non spender soldi come tutti quelli vanno #Sanremo xche han bisogno di #notorietà cioè non li conosce nessuno eheheh... Il #rap di strada è #Paris #TheDaysOfOld che toglie gente dalla strada e li istruisce, il rap italiano invece toglie gente dai banchi di scuola e li mette x strada a essere ignoranti e sappiamo quali conseguenze, #salvini deve vietare con decreto legge le canzoni inneggiano a odio malavita e ste stronzate da analfabeti... (presso Don Vito's cats bar home) https://www.instagram.com/p/BtouBRtlHA9/?utm_source=ig_tumblr_share&igshid=cb324qmv94m
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ilcontoxfavore · 7 years
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“Dove posso portare degli amici a cena, che non sia un locale con cucina friulana?”
Questa è la domanda che ci ha posto Luca, un nostro amico, durante un aperitivo in centro a Udine. Luca ha aggiunto: “Non proponetemi i soliti posti però, voglio da voi qualcosa di nuovo.” Subito le nostre sinapsi hanno iniziato a lavorare e ci ricordiamo di un nuovo locale di cui ci hanno parlato e che volevamo provare. Chiediamo a Luca: “Quanto tempo abbiamo per rispondere?” Ci risponde: “Avete 10 giorni di tempo, perché i miei amici arriveranno tra 15 giorni.”
Sfida accettata. Il giorno dopo abbiamo prenotato un tavolo per due per sabato sera.
Oggi vogliamo sfidare la tua cultura cinematografica. Il nome del locale lo capirai solo se sei un amante del cinema all’italiana da alcune citazioni del film: Citazione n° 1: “Attenti che rompete le tazzine! Ah Signò! Basta che non rompemo …” Citazione n° 2: ”Lo sapete che ve dico…andatevene tutti … non continuo perché sto in chiesa, per rispetto del Signore, l’unico signore che c’é qua dentro!” e citazione n° 3: “E ricòrdate che er nonno der nonno der nonno der nonno de quarsiasi nonno nobbile, prima de’ esse nominato nobbile… era solo ‘no … come tutti l’artri!” Hai capito di che film stiamo parlando? Ok, te lo diciamo: è “Il Conte Tacchia” una commedia del 1982 con Enrico Montesano, regia di Sergio Corbucci.
Hai dunque capito anche di che cucina stiamo parlando.
Romana, giusto.
Il Conte Tacchia si trova a Cussignacco, periferia sud di Udine. Il locale ha aperto i battenti da poco, ma già si è sparsa la voce in città della bontà e dell’abbondanza dei suoi piatti. Noi vogliamo provarlo. Arriviamo, non in carrozza come nel film, ci sarebbe piaciuto però, in anticipo per ispezionare il posto. Una rapida occhiata alla sala mentre attendiamo che la cameriera ci conduca al tavolo. Il ristorante è pieno, forse anche troppo per i nostri gusti. Non notiamo nessun legame con la romanità a parte il menù scritto sulla lavagna. Seduti al nostro tavolo sfogliamo il menù che risponde, nelle pietanze proposte, pienamente alle nostre aspettative; c’è tutto: porchetta, cacio e pepe, amatriciana, saltimbocca alla romana, involtini alla romana, carciofi alla giudia…delizie per il palato.
Che te lo dico a fa’: pancia mia fatti capanna! Eh daje! Che se magnano?
Come antipasto un bel piatto di porchetta da condividere, sui primi invece ognuno per sé. Ery prende la sua amata cacio e pepe, io invece mi butto sulla amatriciana. Lei ama la cacio e pepe alla follia e non perde occasione di provarla, cuoca avvertita. Ah, si dimenticavamo di dirti che in cucina c’è una cuoca, non capiamo se è romana; il titolare invece è un autentico romano che racconta barzellette e mette a proprio agio gli avventori. Siamo alla scelta dei secondi. Non c’è tempo da perdere, la fame avanza. Ery, pensando alla linea, non prende il secondo ma solo un contorno: dei carciofi alla romana; “solo” lo dice lei. Poi vediamo se non vorrà assaggiare anche il mio secondo. Io che della linea conosco solo “La Linea” – personaggio protagonista di un cartone animato ideato da Osvaldo Cavandoli – prendo degli involtini alla romana e non potevo farmi mancare il carciofo fritto alla giudia. Ordinazione conclusa con acqua e vino, ma non ci viene proposto nessun vinello “de li castelli”. Peccato. Ora non ci resta che attendere la porchetta che per fortuna non tarda ad arrivare, accompagnata da un cesto di pane. Appena la cameriera posa il piatto sul tavolo le nostre mani afferrano un “tozzo de pane”, qualche fetta di porchetta e la bocca della verità si spalanca per dire se è buona o meno. La bocca della verità non mente mai e la porchetta riscuote successo, finisce in men che non si dica.
Porchetta
Porchetta
La cameriera ripassa dopo poco e con la faccia stupita porta via il piatto vuoto dicendo: “Buona?” La nostra risposta è: “Siii”. A rovinare l’idilio giunge però un problema: il bicchiere del vino di Ery porta tracce di rossetto. Il dramma è che il vino è già stato versato. Chiamo la cameriera e le faccio notare il problema, lei prontamente si scusa dispiaciuta e sostituisce il calice con uno pulito e colmo di vino. Problema rientrato e vino recuperato. Arrivano i piatti di pasta. Ery non lascia che la cameriera chieda per chi è la ca… che esclama “mia”! La cacio e pepe è assegnata.
Cacio e pepe
Amatriciana
Come abbiamo sentito le porzioni sono abbondanti per i comuni mortali; noi ci dovremo adeguare. I piatti vengono finiti in men che non si dica, con tanto di scarpetta col pane. Che dire erano buoni e ci sono piaciuti; diciamo che ci hanno soddisfatto pienamente. Ora non ci resta che concludere con gli involtini e i carciofi. La fine tarda ad arrivare perché il locale è pieno di gente. Quindi ci tocca aspettare, speriamo che l’attesa venga ricompensata. Nel mentre ascoltiamo il proprietario spiegare il menù ad altri avventori del locale. L’attesa non viene ricompensata appieno: il piatto degli involtini non è stuzzicante come quello della pasta. L’impiattamento non gli rende giustizia, ma non mi faccio scoraggiare dall’aspetto. Sono buoni anche se rimango deluso dal fatto che sono quasi freddi al centro. Anche i carciofi risultano freddi. Peccato.
Involtini alla romana
Carciofo alla romana
Il morale viene risollevato, invece dal carciofo alla giudia: bello, fritto e saporito; ci riporta il sorriso.
Carciofo alla giudia
Decidiamo di chiudere in bellezza con una crostata di martellata di frutta; ma anche qui la bellezza rimane nel piatto perché la crostata non ci soddisfa, è un pò troppo asciutta e non si sente il gusto della marmellata.
Crostata
Chiediamo “Il Conto per Favore” che in totale ammonta a 61,50 euro. Lo reputiamo leggermente alto. Che dire … il locale è carino, si mangia abbastanza bene, a parte qualche “svista” dovuta forse alla eccessiva clientela. Noi ci torniamo per provare altri piatti del menù e per dargli una seconda possibilità.
Conclusione: Luca cosa possiamo dirti? Non ci fermiamo finchè non troviamo il locale perfetto da consigliarti. In questo caso non ci sentiamo di dirti:  “certo porta pure i tuoi amici, sei in una botte di ferro”, “ci mettiamo la mano sul fuoco come Gaio Muzio Scevola“. Visto che non ci ha completamente convinto ti diciamo: “non disperare il locale giusto lo troviamo”. Ne abbiamo già uno in mente che potrebbe fare al tuo caso. La missione continua.
E tu, sì proprio tu, sei già stato al Conte Tacchia? Raccontaci la tua esperienza.
Se invece hai bisogno di un consiglio, scrivici a [email protected], saremo felici di ascoltarti.
I soliti posti, voglia di un locale nuovo “Dove posso portare degli amici a cena, che non sia un locale con cucina friulana?” Questa è la domanda che ci ha posto Luca, un nostro amico, durante un aperitivo in centro a Udine.
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persinsala · 7 years
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Enrico Montesano porta sul palcoscenico del Sistina uno dei suo personaggi più amati dal pubblico: Il Conte Tacchia, liberamente tratto dal film di Sergio Corbucci e riscritto dallo stesso attore romano con Gianni Clementi. In scena fino al 25 marzo.
Sui sampietrini bagnati dalla pioggia di via Sistina, si alternano diverse carrozze trainate da cavalli bianchi e neri e al loro interno alcuni dei protagonisti della versione teatrale de Il Conte Tacchia, che scendendo salutano fotografi, giornalisti e parte di quel pubblico in attesa della prima, che si è tenuta il 22 febbraio scorso. Sono trascorsi quasi trentasei anni da quando in Italia uscì la pellicola cinematografica diretta da Sergio Corbucci con protagonista lo stesso Enrico Montesano, a quei tempi già popolare grazie a tanti personaggi di successo portati sul grande schermo. Francesco (Checco) Puricelli, soprannominato appunto Il Conte Tacchia, per via delle zeppe di legno poste sotto i mobili per non farli traballare, è in realtà un personaggio realmente esistito, ispirato ad Adriano Bennicelli, vissuto tra il 1860 e il 1925, diventato, per merito dell’interpretazione di Montesano, un’altra famosa maschera dopo quella di Rugantino e de Il Marchese del Grillo, che lo stesso Enrico ha portato sul palcoscenico con grande seguito.
La storia a teatro ha subìto delle modifiche, considerando anche l’età anagrafica del protagonista, che pur interpretando lo stesso identico ruolo, ci mostra anche un ideale sequel. Checco, infatti, dall’America ritorna nella sua bella Roma alla ricerca di Fernanda e come per magia rivive tutto quel periodo in cui, pur essendo figlio di mastro Alvaro, falegname di umili origini, si divertiva a girare con abiti aristocratici frequentando soprattutto la dimora del Principe Terenzi. Rivivono così anche questi due grandi personaggi della sua vita, interpretati nel film da Paolo Panelli (suo padre anche in altre commedie) e Vittorio Gassman, sulla scena omaggiati rispettivamente da Andrea Pirolli e Giulio Farnese; il loro è un compito arduo, ma nell’insieme il risultato è buono, seppur nelle orecchie resta l’eco delle inconfondibili voci dei due grandi predecessori. Ben riuscita la scena della grande abbuffata, in cui Alvaro e il Principe muoiono con gli spaghetti in bocca, e per questo applaudita calorosamente. Giorgio De Bortoli è invece Ninetto, Elisabetta Mandalari ricopre il ruolo di Fernanda, Monica Guazzini la Duchessa, mentre Benedetta Valanzano è la Duchessina Elisa. Accanto a suo padre recita anche il bravo Michele Enrico Montesano, tra l’altro somigliantissimo all’attore e regista, nel ruolo di Lollo D’Alfieri. Tutti i personaggi indossano costumi dell’epoca, realizzati con cura da Valeria Onnis.
Il Conte Tacchia si muove tra le interessanti scenografie di Carlo De Marino, che ha ricostruito la piazza principale dove si aprono negozi e portoni, nascosti quando il quadro lo richiede, dal viale alberato del Lungotevere proiettato su una parete velata. Il contesto è inoltre rallegrato dalla presenza dei popolani, ovvero da un corpo di ballo formidabile, in cui spiccano i salti acrobatici del bravo Manuel Mercuri. Le battute presenti nel testo sono sicuramente più colorite: se per esempio i letti, nel film, secondo Checco servivano per riposare, qui son fatti per «insifonare», non mancano inoltre riferimenti all’attualità, seppur mascherati; quando, sempre Checco, racconta di un uomo conosciuto in America col ciuffo biondo c’è un chiaro riferimento all’attuale Presidente degli Stati Uniti e alla politica, sempre presente in modo sottile nei copioni di Montesano. Un testo che invece non è stato alterato è quello della canzone Ansai che pacchia, sulle musiche originali del Maestro Armando Trovajoli a cui si aggiungono nuove canzoni scritte appositamente per la commedia dal Maestro Maurizio Abeni. Il Conte Tacchia allieterà le serate di quanti vorranno rivivere una bella commedia senza tempo fino al 25 marzo al Teatro Sistina, tempio del bel musical e dell’intramontabile romanità.
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Lo spettacolo continua: Teatro Sistina via Sistina, 129 – Roma fino a domenica 25 marzo orari: da martedì a sabato ore 21.00, domenica ore 17.00, mercoledì 14 e 21 marzo ore 17.00 (durata 2 h e 30 minuti intervallo escluso)
Thalia Produzioni presenta Il Conte Tacchia di Enrico Montesano, Gianni Clementi regia Enrico Montesano con Enrico Montesano, Giulio Farnese, Giorgio De Bortoli, Andrea Pirolli, Monica Guazzini, Elisabetta Mandalari, Benedetta Valanzano, Michele Enrico Montesano, Roberto Attias, Tonino Tosto, Sergio Spurio,
Giacomo Genova, Gerry Gherardi, Ambra Cianfoni, Francesca Rustichelli solisti Valentina Bagnetti, Michela Bernardini, Saria Cipollitti, Annalisa D’Ambrosio, Viola Oroccini, Silvia Pedicino, Manuel Mercuri, Kevin Peci, Federico Pisano, Giuseppe Ranieri, Sebastiano Lo Casto, Rocco Stifani musiche Maurizio Abeni produzione esecutiva Valentina Mauro, Teresa Trisorio luci Luca Maneli suono Dario Felli coreografie Manolo Casalino costumi Valeria Onnis scene Carlo De Marino
Il Conte Tacchia Enrico Montesano porta sul palcoscenico del Sistina uno dei suo personaggi più amati dal pubblico: Il Conte Tacchia…
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itspepepadothings · 5 years
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Il Conte Tacchia - Dovete anna' a lavora' - Montesano Gassman - muppets...
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haidaspicciare · 8 years
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Ania Pieroni, “Il conte Tacchia” (Sergio Corbucci, 1982).
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allinfoit · 7 years
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@TEATROSISTINA: Enrico Montesano è "Il Conte Tacchia" - in scena da mercoledì 21 febbraio
@TEATROSISTINA: Enrico Montesano è “Il Conte Tacchia” – in scena da mercoledì 21 febbraio
Ancora un’amatissima maschera romana per il mattatore Enrico Montesano, che torna da protagonista al Teatro Sistina con la nuova commedia musicale “Il Conte Tacchia”, in scena da mercoledì 21 febbraio. (more…)
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fancityacireale · 8 years
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L'Esoterico
Sotto ogni italiano sta nascosto un Cagliostro e un San Francesco (Leo Longanesi)
Gli Acesi avvezzi al web lo conoscono tutti,  Giovanni Trovato l’uomo che è a suo agio dalla fiera del sabato al Teatro Massimo Bellini, l’uomo che odia farsi chiamare Conte Tacchia soprannome che lui stesso si è coniato, il giannizzero di Roberto Barbagallo e di Nicola D’Agostino fino alla fronda che lo ha portato a cavalcare la tigre del dissenso, tigre che cavalca con maggior incisività, lucidità e concretezza delle opposizioni intra ed extra consiliari.
Chi lo frequenta sa che ha conoscenze in vari campi, è avvezzo a tante discipline, ma dove riesce di più è sull’esoterico e sul trascendentale. Passa tranquillamente a dissertali dai rituali massonici al Pentecostalismo Cattolico e tutto con cognizione di causa. E’ il novello Cagliostro, sentite a me.
Cosa mi ha spinto a scrivere del Conte Giovanni Adriano Cagliostro Tacchia Trovato Bennicelli? Le Calandre di Santa Lucia, un metodo antico di prevedere il tempo che risale ai monaci Basiliani che dimoravano nelle nostre contrade all’epoca della dominazione Bizantina e prima dell’invasione Araba. Il sei gennaio ha previsto il tempo di oggi, ora per ora. Già un’altra volta mi aveva sorpreso con il tempo del carnevale, quando ci divertivamo a celiare Antonio Coniglio con la pioggia e l’uscita dei carri. Non dico di fare scongiuri quando l’incontrate, ma portategli deferenza, quest’uomo nella foto, per conto mio, è in intimi rapporti col Bafometto. (dottorziz)
L’Esoterico was originally published on Fancity Acireale
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corallorosso · 7 years
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Paolo Panelli, “Il conte Tacchia” (Sergio Corbucci, 1982). giffeteria
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haidaspicciare · 8 years
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Paolo Panelli, “Il conte Tacchia” (Sergio Corbucci, 1982).
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haidaspicciare · 8 years
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Enrico Montesano e Paolo Panelli, “Il conte Tacchia” (Sergio Corbucci, 1982).
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