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#il mio mondo in bianco e nero
mybittersweet · 9 months
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eruanni · 1 year
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Quando tutto ti crolla addosso e tu non sai come fare 💔
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epilexia · 1 year
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Sono nato per sconvelgermi,o meglio sconvolgere. Nato per scopare e provare l'amore di una sera. Per bere nel baretto di provincia. Prendere un treno e andare ad un incontro al buio. (scappare dopo qualche ora) Salire sul punto più alto di una montagna e gridare dove fa eco. Ostentare l'alter ego. Camminare in una strada sterrata a fari spenti. Litigare nel locale. Prendersi e lasciarsi. Morsi che lasciano il segno per piacere o per dolore. Per non pregare ma solo bestemmiare. Farmi i selfie nel cesso,quando io stesso mi sento un cesso. Vaffanculo urlato forte. Fare a botte solo con te,o meglio si spera. Staccare per qualche giorno. Raccogliere fiori di campo e fumare oppio. fare lunghi viaggi in india. Per vivere costantemente nel caos e qualche taxi che per poco mi investe. Volevo solo chiamare la corsa. Il gelato al pistacchio. Le mani tra i capelli. Andare su una macchina sportiva cabrio americana. Ritrovarmi in quasi tutta la playlist. Non sono nato assolutamente per l'odio. Son nato perchè dovevo nascere,fuoriuscire dal grembo di mia madre che ha voluto vedessi con questi occhi la grandezza del mondo.
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soldan56 · 5 months
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- Zia Giorgia?
- Sì?
- È vero che tu governi il Paese?
- Io e altre persone, sì.
- È difficile?
- Molto. Certi giorni però è anche bello. Per esempio domani inauguro a Roma una mostra su Tolkien.
- Chi?
- Non conosci Tolkien? Ma, tesoro mio, è uno dei più grandi scrittori di tutti i tempi. L’autore del Signore degli Anelli, il mio romanzo preferito. Un libro che mi ha cambiato la vita.
- Perché?
- Perché ha influenzato la mia persona e definito quelli che oggi sono i miei ideali politici.
- E di che parla?
- È una grande storia. Un’epica fatta di onore, coraggio, fratellanza e cameratismo. Vedi, c’è questo piccolo gruppo di impavidi che deve sconfiggere un esercito molto più numeroso e attrezzato.
- Come i partigiani?
- Eh no! No cazzo! Non come i partigiani!
- …
- Scusa, io… scusami, non so che m’è preso. Mi spiego meglio: c’è questo manipolo di combattenti che muovendosi fra i boschi…
- Come i partigiani.
- No! Non sono come i partigiani! Sono diversi! Sono una compagnia, un pugno d’uomini, una… una…
- Brigata?
- Una squadra! Una squadraccia! La squadraccia dell’anello. Tosti, gagliardi, virili! Aragorno, Gimlio, Legolazzo!
- E che fanno?
- Fanno la marcia su Rohan.
- La che?
- Non importa. Ti basti sapere che questi sono uomini d’altri tempi, individui tutti d’un pezzo, come non se ne scrivono più. E insieme uniscono le forze per…
- Resistere?
- Assolutamente no! Semmai per difendere i confini della Terra di Mezzo. Pensa che nella squadraccia c’è un nano, un elfo, un umano, un…
- Che bello, sono inclusivi.
- Non sono inclusivi! Porca mignotta non possono essere inclusivi! Loro cercano l’omogeneità culturale. Via gli orchi, via i goblin, via pure gli elfi. Si tollerano i nani giusto perché ce li abbiamo in coalizione.
- Ma tu hai detto…
- Silenzio. C’è Aragorno, destinato a diventare re…
- Re?
- Reazionario. Il leader forte di cui la Terra di Mezzo ha disperato bisogno. E poi ci sono gli hobbit.
- Cosa sono gli hobbit?
- Sono i veri protagonisti della storia. Un popolo fiero e genuino che vive isolato dal mondo in una magica terra incontaminata chiamata Contea. E nella Contea trascorrono liete giornate in comunità bevendo e fumando erba rilassante.
- Come un centro sociale.
- Col cazzo! Un centro sociale! Come t’è venuto in mente?! È una comune hobbit!
- E che differenza c’è?
- Che questi stanno a piedi nudi e ballano e cazzo è un centro sociale.
- Te l’avevo detto.
- Ma non è neanche la Contea il punto. Il punto del libro è… è la guerra, il conflitto, le battaglie.
- Le battaglie contro chi?
- Contro Sauron e il suo malvagio regime. No, aspetta. Non regime, mi correggo: regno. Regno di Mordor che si trova dietro a un cancello di colore opposto al bianco…
- Cioè nero.
- Per cortesia, è solo un colore, non strumentalizziamolo. Si rischia di farlo diventare la solita coperta di Linus della sinistra. Insomma, questo Sauron ha creato una specie di stato autonomo dentro la Terra di Mezzo…
- Tipo la Repubblica di Salò?
- C’hai dodici anni! Dove cazzo hai imparato cos’è la Repubblica di Salò?
- A scuola.
- Devo assolutamente parlare con Valditara… Insieme a Sauron, che per quanto ne sappiamo potrebbe pure venir fuori da certi ambienti contestatori e sovversivi, ci sono i suoi cavalieri del colore non rilevante. Si chiamano Nazghul.
- Sembra nazisti.
- E invece no. E se volesse dire studenti? Se volesse dire zecche buoniste a cavallo di mostri alati? Mo conosci pure la lingua di Tolkien! Arrogante! Comunque non vorrei che adesso passasse l'idea sbagliatissima che i neri son tutti i cattivi e gli altri tutti buoni. Per dire, Saruman è bianco ma è anche cattivo.
- Okay. Chi è Saruman?
- Un tizio che parla da un balcone.
- E quando non parla dal balcone?
- Bonifica.
- Zia…
- …
- Perché fai così?
- Così come?
- Ti affanni nel tentativo disperato di accostare questo libro alla destra radicale?
- Be’, non ne abbiamo tanti.
- D’accordo, ma evidentemente questo non funziona.
- A noi piace questo.
- Perché proprio questo?
- Perché se riusciamo a trovare un modo per farci associare ad Aragorn e Frodo, in questa Storia vinciamo noi.
Non è successo niente
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donaruz · 2 months
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il menestrello del country
"Il successo è doversi preoccupare di ogni maledetta cosa al mondo, tranne che del denaro".
Johnny Cash, alla nascita John Ray Cash
Kingsland, 26 febbraio 1932 – Nashville, 12 settembre 2003
"The Man in Black"
"Ti chiedi perché mi vesto sempre di nero,
perché non mi vedi mai colori addosso,
e perché il mio aspetto sembra cupo.
Beh, c'è una ragione per le cose che indosso.
Indosso il nero per i poveri e gli sconfitti,
per i disperati, che vivono nei quartieri malfamati.
Lo indosso per il detenuto che ha pagato per il suo crimine, ma è lì, perché è lui stesso vittima di questi tempi.
Indosso il nero, per chi non ha mai letto, o ascoltato le parole di Gesù sulla felicità che si ottiene attraverso l'amore e la carità, sai, dovresti sapere che sta parlando direttamente a quelli come me e te.
Beh, so che sarei piu' "fico" su fiammanti automobili e vestito sgargiante
Ma vestito così non dimentico tutti quelli che stanno indietro, alla loro testa ci dovrebbe essere un uomo in nero.
Lo indosso per i malati e i vecchi lasciati soli,
Per i più temerari il cui bad-trip li ha stecchiti,
Indosso il nero ogni mattina per la vita che avrebbe potuto essere, perchè ogni settimana perdiamo un centinaio di bravi giovani.
Lo indosso per le migliaia che sono morti,
credendo che il Signore era dalla loro parte.
Lo indosso per un altro centinaio di migliaia di morti, che credevano che tutti fossero dalla loro parte.
Beh, ci sono cose che non saranno mai giuste lo so, e le cose hanno bisogno di cambiamenti ovunque.
Ma finchè le cose non inizieranno a cambiare,
non mi vedrai mai vestito di bianco.
Mi piacerebbe indossare un arcobaleno ogni giorno, e dire al mondo che tutto è ok,
certo cercherò di portare via un po 'di oscurità addosso, ma fin quando le cose non saranno ancora più luminose, sono l'uomo in nero."
Atlantide
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limoniacolazione · 7 months
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Ieri (casualmente era pure la giornata mondiale delle malattie mentali) è stato un anno tondo dalla mia prima crisi, quella che ha fatto capitolare me e il resto intorno. Me ne sono accorta solo oggi, perché nel mare magnum della depressione ogni giorno è uno di troppo e tutto si assomiglia. Poi ottobre è il mese che è e di date nella memoria ce ne sono già due: il 20, che è morto S., il 25, che è morto L. "Ogni giorno è un anniversario", diceva zia Rosa, che di gente ne aveva persa parecchia e passava i mesi a ricordare nascite e morti, fino a quando poi non se n'è andata pure lei.
Il mese prossimo una commissione medica si riunirà per decidere se sono depressa abbastanza. Non so da che cosa determineranno la mia volontà di stare al mondo o meno. Non è come un osso rotto in una radiografia o un neo dai contorni non definiti. Ci riuniremo quindi su un ponte e mi chiederanno di saltare? Mi aspetteranno in seduta plenaria col cappio pronto?
Per me non è questione di abbastanza. Non è questione di bianco o nero: la mia depressione è un eterno grigiore in cui nulla accade. L'atmosfera è talmente pesante che gli arti non si sollevano più. Un cielo plumbeo che però non piove mai (dentro di me).
Non è questione di combattere, né di mollare e neppure di resistere. Ho lasciato cadere il coltello, che comunque non ho mai tenuto dalla parte del manico. Ho alzato le mani in segno di resa, ma non è neppure questione di arrendersi. Non è questione neanche di ricordare, di segnare di rosso un numero nel calendario o di stracciare le pagine dell'agenda una dopo l'altra. Non è questione di riempire, sostituire, distrarsi. Pure se faccio tutte queste cose (fuori da me): guardo film, disfo cartoni, cucino, mangio, leggo, rido.
Lo sapranno, quelli della commissione medica, che sono un'artista del camouflage? E certo rido, leggo, mangio, cucino, disfo cartoni, guardo film, ma non esco di casa, non ascolto la radio, non getto l'occhio sulle pagine del giornale. Che sarebbe troppo, mi dico, aggiungere al mio il dolore degli altri.
Faccio lo slalom tra gli annunci dei social che mi chiedono aiuto per costruire un ospedale per i koala investiti sulla tangenziale - per i bambini che muoiono di fame - per chi fa la guerra e chi la subisce - per il long COVID - per distruggere le cimici dei letti che invadono Parigi - per salvarle, le cimici dei letti. No, non è neppure questione di agire o di chiudersi a riccio e lasciare il mondo andare a farsi fottere. Non è questione di girarsi dall'altra parte, né di guardare il pericolo negli occhi. Non è questione di dire qualcosa o dare la propria opinione (quanto di farsene una). Non è questione di problem solving.
Non è per forza questione di morire. Non è certamente questione di vivere. È questione di liberare spazio, di imbiancare la tela, di restare sgombri, di alleggerirsi per poter almeno galleggiare, oppure, al contrario, di immergersi completamente.
E quando penso ad immergermi mi viene in mente, chi lo sa perché, Ragnar Kjartansson e la performance audio-visiva "The Visitors". Forse è la vasca da bagno, oppure cantare all'infinito "Once again I fall into my feminine ways", come fosse un sortilegio per cadere, sì, e poi riuscirne intatti, liberi, leggeri.
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kon-igi · 1 year
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MOMENTI DIFFICILI
Questo è un momento difficile.
È più di un momento, purtroppo.
Diciamo che è un intervallo di tempo molto lungo in cui sono stati troppo frequenti i momenti difficili, ecco.
Non mi piace indulgere in lamentele personali qua su tumblr e nella vita reale me ne sentirete portare avanti ancora meno, però ogni tanto scrivo qualcosa, sebbene di solito quando il problema è stato risolto oppure ridimensionato.
E difficilmente si tratta di un problema solo mio.
Quando manifesto un disagio - o anche solo divento meno assiduo nel postare - ricevo sempre un sacco di messaggi, ask, sms, watsappi&telegrammi e persino anche delle telefonate con cui vi assicurate che vada tutto bene e se qualcosa non va bene mi chiedete cosa potete fare per raddrizzarlo.
Ma più o meno un anno fa (esattamente il 27 Dicembre 2021), nel periodo più buio e triste della mia vita, l’aiuto mi è arrivato inaspettato, da una persona inaspettata e in modo, ovviamente, inaspettato.
L’antivigilia di Natale mi ero trovato costretto a licenziarmi malamente da un posto di lavoro dove per 15 anni avevo dato tutto me stesso e in quei giorni il demiurgo aveva settato il mondo in bianco e nero e col volume al minimo.
Non è che non trovassi la forza di fare le cose... non aveva più significato farle.
Avevo deluso la mia compagna, le mie figlie, i miei genitori, non facendo qualcosa di sbagliato ma vedendo che un qualcosa di giusto diventava sbagliato nelle mani delle persone sbagliate.
Non avevo più desiderio di essere... ed era una sensazione orribile.
E poi @autolesionistra ha postato un video musicale ‘natalizio’ il cui testo non ho remore a dire che io considero la cosa più bella e struggente che io abbia mai ascoltato... nel momento in cui ogni cosa e ogni rapporto avevano perso di significato, mi sono reso conto che tutti i miei sforzi erano profusi nel difendere un qualcosa che altri avevano distorto e che in fondo sapevo non essermi mai appartenuto veramente.
La risposta non era nel valore di quello che facevo in cambio di uno stipendio e nemmeno nei vuoti riconoscimenti di quegli individui che poi si fregiavano dei miei successi.
Avevo dimenticato le persone dalle quali venivo, quelle che mi stavano accompagnando nel viaggio della vita e, soprattutto, quelle che lo avrebbero proseguito una volta che fossi stato troppo stanco per continuare.
Io quella canzone la riascolto ogni giorno e ogni volta, a un certo punto del testo, scoppio a piangere (come sto piangendo adesso a scrivere queste cose) perché sono stato così tanto vicino a perdere tutto che ogni strofa è una consolazione e un gentile invito a stropicciare gli occhi affaticati dalla stanchezza del mondo per tenerli meglio fissi sulle cose che davvero rendono un essere umano capace di essere umano...
La canzone è White Wine in the Sun di Tim Minchin e per quanto il titolo sembri tutt’altro che natalizio, il buon Autolesionistra ci ricorda che l’autore è australiano e laggiù il Natale lo festeggiano quando c’è il caldo dell’inverno australe.
youtube
White Wine in the Sun - Tim Minchin
I really like Christmas It’s sentimental, I know, but I just really like it I am hardly religious I’d rather break bread with Dawkins than Desmond Tutu… to be honest
And yes, I have all of the usual objections To consumerism, the commercialisation of an ancient religion To the westernisation of a dead Palestinian Press-ganged into selling Playstations and beer But I still really like it
I’m looking forward to Christmas Though I’m not expecting a visit from Jesus
I’ll be seeing my dad My brother and sisters, my gran and my mum They’ll be drinking white wine in the sun
I don’t go in for ancient wisdom I don’t believe just ‘cause ideas are tenacious it means they’re worthy I get freaked out by churches Some of the hymns that they sing have nice chords But the lyrics are dodgy
And yes, I have all of the usual objections To the mis-education of children who, in tax-exempt institutions Are taught to externalise blame And to feel ashamed and to judge things as plain right and wrong But I quite like the songs
I’m not expecting big presents The old combination of socks, jocks and chocolate’s is just fine by me
‘Cause I’ll be seeing my dad My brother and sisters, my gran and my mum They’ll be drinking white wine in the sun I’ll be seeing my dad My brother and sisters, my gran and my mum They’ll be drinking white wine in the sun
And you, my baby girl My jetlagged infant daughter You’ll be handed round the room Like a puppy at a primary school And you won’t understand But you will learn someday That wherever you are and whatever you face These are the people who’ll make you feel safe in this world My sweet blue-eyed girl
And if my baby girl When you’re twenty-one or thirty-one And Christmas comes around And you find yourself nine thousand miles from home You’ll know what ever comes Your brothers and sisters and me and your mum Will be waiting for you in the sun When Christmas comes Your brothers and sisters, your aunts and your uncles Your grandparents, cousins and me and your mum We’ll be waiting for you in the sun Drinking white wine in the sun Darling, whenever you come We’ll be waiting for you in the sun Drinking white wine in the sun Waiting for you in the sun Darling, when Christmas comes We’ll be waiting for you in the sun Waiting
I really like Christmas It’s sentimental, I know
Grazie a tutti voi di avermi permesso di ascoltarla ancora una volta e... di esserci.
Vi auguro di saper sempre stringere forte a voi le persone giuste... quelle che conoscono il vostro vero nome e che sapranno ripeterlo al vento del mondo finché non sarete mai più perduti.
Buon Natale <3
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mikaelarebel · 26 days
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Molti mi definiscono “diversa”, io semplicemente, penso di essere “rara”; ho dei difetti, ne ho parecchi, ma ho anche dei pregi, forse pochi.
Sono una persona di cuore, lo sono troppo. Non do mai tanto quanto gli altri danno a me, se posso e se voglio do tutta la mia vita. E no, non me ne pento mai, se c’è una cosa che voglio lasciare dentro una persona è il mio bel ricordo. Amo lottare per chi penso possa valerne la pena, e non mi tiro indietro al primo problema, anzi, abberei muri e cancelli.
Lascio agli altri la libertà di farmi del male, non sono stupida e nemmeno una fifona, purtroppo vedo del buono anche nelle brutte persone provando a tirar fuori il loro meglio, vorrei davvero che le persone fossero come realmente le vedo io. Sono un’ingenua, basterebbe solo aprire un po’ di più gli occhi. Le brave persone, quelle che ti amano soprattutto, non ti farebbero mai lo sgambetto.
Sono testarda, quando mi impunto non c’è verso che io cambi idea, ho bisogno di sbattere contro un palo e di cadere 1000 volte, per far sì che ascolti i consigli degli altri. Non ho paura del giudizio altrui, anzi non mi tocca minimamente, ma voglio sbagliare e camminare con le mie gambe, voglio poter capire da sola quali sono le cose che ostacolano il mio cammino e non mi lasciano passare.
Sono impulsiva, maledettamente impulsiva. Se c’è qualcosa che odio sono le bugie e le doppie facce. Ho bisogno di dire tutto ciò che penso, non riesco a trattenermene una. A volte questo mio lato viene “condannato”, non a tutti piace la verità sbattuta in faccia, eppure penso si vivrebbe meglio. Viviamo in un mondo fatto di menzogne.
Odio il grigio, o è bianco o è nero, le mezze misure non mi piacciono. Quando chiudo una porta, butto via la chiave, non torno indietro, tendo a farmene una ragione sin da subito.
Sono la persona più paziente al mondo in assoluto, sopporto fino a quando non scoppio, ma quando mi incazzo non mi trattengo.
Sono una romanticona, mi piace l’amore, io amo l’amore. Odio le sdolcinatezze, non mi si addicono per niente (sono quasi una scaricatrice di porto). Preferisco il cinema alla discoteca, un film con una pizza piuttosto che una cena a lume di candele al ristorante. CHE IMBARAZZO!! Sono passionale, mi piace fare l’amore con la persona per la quale mi batte il cuore. Sono una sognatrice, mi piace immaginare cose che per la maggior parte delle volte non accadono, però mi fanno star bene, meglio di niente, no?
Mi chiudo a riccio quando non conosco qualcuno, sono sfiduciosa verso il genere umano, ma quando prendo confidenza divento logorroica e inizio a parlare di tutto il mio albero genealogico e della mia vita dalla mia prima parola.
Sono insicura, non sempre mi convincono le decisioni che prendo e spesso, tendo a cambiare idea facilmente anche mentre la sto cambiando, mi sento una pazza!!
Sono folle, mi piacciono le pazzie, d’amore...
Sono una persona gelosa, non morbosa ma controllata, so cosa è giusto e cosa è sbagliato, nei limiti.
Sono complicata, è vero, ma non chiedo né pretendo nulla da nessuno, sono questa PRENDERE O LASCIARE
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uno-spazio-nell-oblio · 2 months
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Non ce la faccio più a sopportare questo mondo frenetico, dove tutto si muove troppo in fretta, come un treno senza sosta.
Non ce la faccio più a osservare le persone intorno a me, piene di rancore e di risentimento, che cambiano i loro legami affettivi come se fossero semplici accessori.
Non ce la faccio più a provare odio, verso me stesso e verso il mondo che mi circonda.
Non ce la faccio più a sopportare la mia tristezza, il mio vedere tutto in bianco e nero, le mie lacrime che vorrebbero liberarsi ma che si bloccano prima di nascere.
Non ce la faccio più a sentirmi solo, anche quando sono circondato da altre persone, mi sento solo anche con me stesso, privo di qualsiasi motivazione, desiderio, passione.
Non ce la faccio più a sopportare la gente falsa, la gente che tratta con indifferenza, con superficialità.
Non ce la faccio più a vivere con me stesso, a guardarmi allo specchio.
Non mi ritengo perfetto, solo una persona fragile in un mondo duro come la pietra, dove solo io posso salvarmi.
Non mi ritengo bravo, ma una persona con tanto amore, ma un amore deformato dall'insicurezza, dall'odio, dal mondo.
Non ce la faccio più, ma piano piano ce la farò (spero).
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precisazioni · 5 months
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con cadenza più o meno bimestrale, per ragioni del tutto fortuite mi ritrovo a pensare ai miei compagni di classe e alle persone della mia città natale; si tratta di un pensiero di matrice archeologica, se consideriamo che quasi con ognuno di loro ho interrotto i rapporti da almeno dieci o più anni. di quel posto sento, e neppur tanto, una o due persone: un'intera adolescenza e prima gioventù completamente rigettate allo scopo di provare a voltare pagina; non so bene le ragioni che mi hanno spinto a fare questo: in parte il provare a dare una svolta alla depressione, in parte un naturale svolgimento delle conoscenze che, se grossolanamente gestite, vanno nell'inevitabile dimenticatoio
capita dunque, ogni due mesi circa, che mi ritrovi a cercare persone, conoscenti, compagni di classe su facebook per poi, puntualmente, turbarmi di fronte alle loro vite, o a quello che vogliono manifestare, o ancora a quello che hanno manifestato prima che smettessero di usare quel social. alcuni di loro sono imprenditori spiccatamente normie; nessuno di loro si è scoperto queer. chissà come ci si sente ad avere quella capacità di sentirsi integrati nel mondo: io è quasi una settimana che non metto piede fuori casa, e se oggi lo farò sarà solo per la scusa di un evento di musica. manager, dentisti, medici, ingegneri; tutti eterosessuali e, se i figli non sono ancora arrivati, di certo lo è la foto mentre si baciano col partner sotto la torre eiffel
poi, tutti quegli alternativi che oggi, seppur esteticamente ancora 'alternativi' (che poi, dalle mie, parti, i millennial tali si identificano con: look da pin-up per le ragazze, fanboy di breaking bad per i ragazzi), hanno aderito alla più alta forma conformista possibile: sposarsi e avere figli. ciò che hanno in comune le due categorie, i normie e gli alternativi, è una sorta di orgoglio per quel che sono: che siano dei dirigenti o dei tatuatori con pargoli (e relativa foto con il figlio, per dimostrare che anche i tatuati sono brave persone), è la capacità di sapermi trasmettere, con una serie di foto banali quanto in alta qualità, se non anche in bianco e nero per donare quell'effetto di 'apprezzo i tempi passati' e magari anche una foto con risata genuina per manifestare l'amore per la vita, un orgoglio per la loro identità
ecco, per quanto possa trovare grossolane le loro manifestazioni su internet, per quanto di mio non abbia voglia di sbandierare sui social la vita privata e, per quanto abbia un concetto di privacy che comprende l'idea di non fare sharenting, ho pensato che forse dovrei iniziare ad andare un po' più orgoglioso di quello che sono: d'istinto, infatti, non mi vengono molte ragioni per esserlo. poco dopo l'aver subìto questo confronto con i miei anni trascorsi e la gente mia coetanea, ho deciso di riascoltare brevemente i due brani ambient che farò uscire e di rivedere i lavori grafici, seppur amatoriali, di cui sono soddisfatto
poi è arrivata la gattina, ci siamo coccolati e mi ha reso di buon umore. ho la mia vita e non mi dispiace; è il confronto con quella altrui a darmi un senso di insicurezza. forse dovrei iniziare a etichettarmi, mostrarmi fiero delle etichette: geek di musica nonchè musicista, appassionato di cinema, letteratura e scienza, di arte e di storia, transfemminista, gattaro, in una relazione stabile da più di sei anni, uscito da pensieri suicidi e dipendenze senza aiuto di psicologo e di farmaci, non ho perso la curiosità nel conoscere e mi vesto anche abbastanza bene. dopotutto, sono uno splendido trentatreenne (semicit.) e dovrei smettere di sentirmi inferiore nel vedere i profili social, falsati e per nulla attendibili, di persone che non sento da dieci o quindici anni
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pietrarossa · 1 year
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Stamattina ho realizzato quanto sia cambiato il mio modo di vedere le relazioni, che siano di amicizia o amorose. Ho sempre voluto avere il controllo su tutto, niente poteva essere diverso da come lo vedevo o volevo. Altrimenti non ne valeva la pena, chiudevo la porta e andavo avanti. Ma i rapporti non sono o bianco o nero. Tutto è condizionato da diversi punti di vista, diverse sfumature, che sono quelle che più ci piacciono alla fine. E lo sto vivendo a pieno in questo momento. Con il mio migliore amico, che è la persona di cui mi fido di più e che mi dimostra ogni giorno che l'amore è fatto di tante sfaccettature e quello che c'è tra noi è così raro e genuino che nulla lo può distruggere. Con i miei colleghi, che mi sostengono nei bei momenti, ma anche in quelli difficili e viceversa. E anche con la persona che sto imparando a conoscere da un paio di mesi. Quest'ultima sta aprendo porte in me che sono rimaste chiuse per tutta la mia vita. E fa paura, una paura tremenda. Mi sento vulnerabile e percepisco anche la sua di vulnerabilità, per quanto non ci sia ancora nulla di definito. Ma abbiamo bisogno di definire qualcosa per sentirla davvero? A che servono le etichette, quando basta guardarci negli occhi per capire chi siamo? Non mi sono mai sentita così consapevole di me stessa come ora. Ho passato la vita a guardare il mondo da un vetro appannato e ora è tutto così chiaro e limpido e sto bene. Mi voglio bene e sento che sto ricevendo tanto amore incondizionato. Le cose possono cambiare se permettiamo a noi stessi di cambiare
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mybittersweet · 9 months
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hanzo9789 · 3 months
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Ven 26 gennaio 2024 - Una vita così corta eppure così terribilmente lunga, lunga e terribilmente noiosa seppur movimentata in fondo che c'è di male in un po di movimento? Per me tutto. Sono timido,pacato il più delle volte mi sento fuori luogo eppure sempre costretto a stare sul pezzo, costretto da cosa ? Dal bisogno dalla necessità dalla voglia di VIVERE , eppure il desiderio e l odio per questa vita ambÌta viaggiano di pari passo. Riassumendo la mia esistenza in un qualcosa di concreto sarebbe identificata da un tunnel una enorme galleria come quelle delle macchine infinita buia illuminata solo da qualche lumino dal pallore fioco che appena ti dona un minimo di vista , le pareti si stringono ti senti soffocare l ansia si impadronisce di te.Buio avanzo nel buio oscuro inseguendo stellati lumini rimpiangendo i chilometri trascorsi correndo col fiatone chilometri che hanno lasciato amarezze gioie rimpiante e soprattutto vuoti incolmabili lasciati da persone anzi anime affini che hanno lasciato per sempre questo mondo in silenzio da sole senza riparo dalla pioggia o dal sole. I ricordi nella galleria si susseguono, scorrono come foto su un vecchio rullino in bianco e nero e mi fanno impallidire insieme al ritorno di vecchi rancori su me stesso.Buio, questa galleria è infinita e chissà forse un giorno finirà col mio ultimo respiro dovrò continuare a conviverci come fare? Terrore e ansia sostituiscono sicurezza acquisita da cose conosciute come il buttarsi sul lavoro ma l ego richiama qualcosa di diverso qualcosa di ...in più...quando la disperazione mi assale e inizio a pensare a cose orribili vedo uno di quei stellati lumini avvicinarsi e brillare pian piano sempre più intensamente , ad un certo punto tutto prende senso un senso che richiama lacrime fin ora tenute all interno. Silenzio la luce si fa sempre più forte e vicina diventa di un candore che inizia a riscaldare a riscaldare il cuore. Una luce sempre più forte una luce di speranza e redenzione una luce donata da una sorpresa inaspettata un regalo immeritato forse dal cielo che fin ora ho sempre solo bestemmiato e che eppure da qualche tempo a questa parte propio non riesco a bestemmiare come si può bestemmiare un qualcosa che ti regala la medicina al tuo malessere? La galleria è sempre lunga ma questa calda luce mi accompagna nel cammino questa luce malconcia anche essa sta diventato la mia più grande compagna la mia più grande speranza e la mia più grande occasione di rendere sensata una vita fin ora buttata lì, una luce di amore caldo e abbagliante un amore che non ha senso ma che prende senso all improvviso una luce nell ombra una luce che oggi ha un volto e un nome una luce che all improvviso nel posto più improbabile si presenta e ti scrive ciao , piacere Fabiana .
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dansideglobe · 4 months
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Una delle cose più frustranti di studiare relazioni internazionali, ma scienze politiche in generale, è il totale qualunquismo che si legge non solo sui giornali e telegiornali ma anche sui social: non è mai possibile ridurre i fatti internazionali a meri scontri tra il bene assoluto e il male assoluto. Questa costantemente semplificazione binaria è figlia a mio parere sia di una totale e cieca ignoranza della storia sia di una incapacità di cogliere la complessità della realtà ovvero di uscire dalla propria cultura e rendersi conto che noi non siamo il centro del mondo, che esistono altri modi di vedere e leggere la realtà e che per quanto diversi dai nostri questi modi meritano la stessa dignità che noi attribuiamo al nostro metodo.
Questo si vede nei commenti della guerra a Gaza: commenti che sembrano usciti da partite di calcio, commenti che ignorano più di 70 anni di storia, commenti che insultano e basta. Non si tratta più di capire cosa stia succedendo (perché Israele si comporta così? Perché Hamas si comporta così? Perché Iran e USA si comportano così? La risposta è che ognuno si comporta così per il proprio portato culturale e identitario), ma dai commenti che ci sono in giro si tratta semplicemente di prendere una posizione di fare vedere quanto si è (poco) preparati e quanto si urla forte. Si cerca costantemente di imporre la propria visione del mondo, si cerca costantemente e con arroganza intellettuale di assumere che la propria verità sia quella di tutti, che noi siamo sempre e costantemente nella ragione; quando lo stesso concetto di ragione e di razionalità sono tutti relativi alle culture, e quindi non universali (l'unica cosa universale è l'ignoranza).
Quando e se mai ci si renderà conto che al mondo non esiste una verità ma esistono molte verità tutte altrettanto valide (riprendendo le riflessioni di Panikkar) si spera non sia troppo tardi. Il mondo non è bianco/nero e sicuramente non è buono/cattivo. Il mondo è quello che è: inconoscibile e complesso in cui la nostra verità viene costantemente messa in discussione da altre verità, in cui la nostra morale non sempre è nel giusto e mai è universale.
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animadiicristallo · 2 months
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chiamate in altre vite, sei la mia cicatrice
sei come un meteorite caduto sopra di me
io so che vorresti dire, ma ti perdi e fai le finte
In mezzo a 'ste foreste fitte lei vive secondo il se
come hai fatto a non vederlo, mi chiedo io?
un motivo in più per essere in conflitto con Dio
se mi guardi bene nеgli occhi, vedi l'oblio
ho sempre odiato l'amorе a meno che non sia il mio
e amo la tua arte sopra quei fogli
tu sei come me in parte, troppi sogni
mi fai sentire in bianco e nero in un mondo a colori
un film anni Ottanta in mezzo a dei cinepanettoni
e lei che se la ride per le mie cazzate
ricordi chiari di te nelle mie vite passate
perciò per te mi priverei della mia vita
ti guarderei un'ultima volta e la farei finita,
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rintocchidichieravamo · 10 months
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Ho sognato.
Non mi ricordo quasi mai dei miei sogni.
Seduta davanti ad una scrivania, con le lacrime agli occhi e una lettera che mi fissava. Non ho capito se fosse già scritta o se la stessi scrivendo leggendola:
«Ciao mamma,
spesso milioni di gesti e di discorsi non servono per arrivare dove si vorrebbe, perché questi si allontanano anzitempo dalla memoria. Per questo ti scrivo nero su bianco, nella speranza che queste parole non sbiadiscano.
Sono cresciuta con voi al mio fianco e ne sono grata, vi sono grata, ma da tempo sento che vorrei dimostrarvi e dimostrarmi quanto io sia realmente cresciuta, maturata. Da quello stesso tempo però vivo l'impossibilità di farlo perché incontro un ostacolo in voi.
Non è proteggendomi dai rischi il modo di non farmi raggiungere da loro, è non dandoni modo di preprarmi tramite le esperienze che essi potrebbero raggiungermi.
Ho imparato che nella vita le cose che contano, quelle davvero importanti, non capitano per caso ma devono essere costruite ed io voglio essere libera di cercarle e di costruirle.
Io vi vedrò sempre come la mia patria dove fare ritorno per sentirmi amata, ma devo scoprire il mondo intorno e lontano da me per apprezzare e disprezzare, volere e lasciare, iniziare e finire quello che ancora non conosco.
Ho bisogno di diventare una donna e diventandolo non perderò il mio essere vostra figlia, soltanto non sarò più la vostra bambina. Vi voglio vicini a me, con l'amore che provate per me, mentre cercate di essere il mio trampolino, non la mia gabbia.
Mamma, ti sto scrivendo con una penna tra le mani, con gli occhi lucidi, qualche lacrima e con tanti rimpianti nei ricordi creati non per mio volere. Permettimi di vivere a modo mio, ti prometto che mi vedrai essere felice.».
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