#ingegneria sociale
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anguilla83 · 7 months ago
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Ho cominciato il libro di Skinner "Oltre la libertà e la dignità", per ora ne ho lette 38 pagine, e mi piace molto...
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#riemersione #saggistica #libri #psicologia #comportamentismo #skinner #ingegneriasociale
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technewssocial · 1 year ago
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Spieghiamo le truffe online. Con Gabriele Gobbo - 196
In questa informativa puntata di FvgTech, Gabriele Gobbo, assieme a una inviata digitale generata con l’intelligenza artificiale, affronta un argomento di cruciale importanza nella nostra era digitale: le truffe online. Dalle false email al phishing, passando per sms sospetti e le tecniche di ingegneria sociale, Gabriele ci guiderà attraverso il labirinto delle strategie più comuni adottate dai…
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marcogiovenale · 28 days ago
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renata morresi: "leggo l'ennesimo articolo..."
Renata Morresi Leggo l’ennesimo articolo con le stime dei morti degli ultimi venti mesi: più di 50.000 vittime, centinaia di operatori sanitari e umanitari, circa 200 giornalisti, solo ieri 29 tra bambini e anziani morti di fame, 94% degli ospedali distrutti, camion di aiuti umanitari bloccati, bruciati e saccheggiati, bulldozer che spianano quel che resta di Gaza, pulizia etnica attivissima…
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pier-carlo-universe · 1 month ago
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Scopri la nuova collezione d’arte dell’Università di Padova firmata Bentivoglio e Giambrone: visite gratuite tra biblioteche, opere e riflessioni sul silenzio e la disparità di genere. Scopri di più su Alessandria today.
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dominousworld · 2 years ago
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VALUTE DIGITALI E INGEGNERIA SOCIALE
VALUTE DIGITALI E INGEGNERIA SOCIALE
di Anastasia Sergo L’introduzione delle valute digitali nei paesi sarà sincronizzata con l’ingegneria sociale, il cui scopo è eliminare la struttura a tre livelli dell’ordine sociale (povero-borghese-ricco) e il passaggio a una struttura a due livelli struttura in cui non ci saranno né poveri né borghesi, ma al loro posto si creerà una massa stratificata, il cui criterio non sarà il reddito, ma…
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falcemartello · 23 days ago
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Pubblicità progresso belga per l'eutanasia:
- Sarebbe meglio seppellirlo prima dell'estate.
- SÌ. E così potremmo pagarci una bella vacanza con l'eredità!
Presumibilmente il filmato è stato creato dalla A.I.
Si tratta di ingegneria sociale per preparare mentalità e cambi di paradigma. I tempi cambiano, i metodi restano.
Come durante il Covid, "tutti vaccinati, tutti protetti".
Qui: "Tutti moribondi, tutti soppressi".
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curiositasmundi · 6 months ago
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Ai federali, sarò breve, perché rispetto quello che fate per il nostro paese. Per risparmiarvi una lunga indagine, dico chiaramente che non stavo lavorando con nessuno. È stato abbastanza banale: un po' di ingegneria sociale elementare, CAD di base, molta pazienza. Il quaderno a spirale, se presente, ha alcune note sparse e liste di cose da fare che ne spiegano il succo. La mia tecnologia è piuttosto bloccata perché lavoro in ingegneria, quindi probabilmente non ci sono molte informazioni lì. Mi scuso per qualsiasi conflitto o trauma, ma doveva essere fatto. Francamente, questi parassiti se l'erano semplicemente cercata. Un promemoria: gli Stati Uniti hanno il sistema sanitario più costoso al mondo, eppure siamo all'incirca al 42° posto per aspettativa di vita. United è la [indecifrabile] più grande azienda negli Stati Uniti per capitalizzazione di mercato, dietro solo ad Apple, Google, Walmart. È cresciuta e cresciuta, ma con la nostra aspettativa di vita? No, la realtà è che questi [indecifrabile] sono semplicemente diventati troppo potenti e continuano ad abusare del nostro Paese per un profitto immenso perché il pubblico americano ha permesso loro di farla franca. Ovviamente il problema è più complesso, ma non ho spazio e, francamente, non pretendo di essere la persona più qualificata per esporre l'argomento completo. Ma molti hanno fatto luce sulla corruzione e l'avidità (ad esempio: Rosenthal, Moore), decenni fa e i problemi semplicemente rimangono. Non è una questione di consapevolezza a questo punto, ma chiaramente di giochi di potere in gioco. Evidentemente sono il primo ad affrontarlo con una tale brutale onestà.
'They Continue to Abuse Our Country for Immense Profit': Luigi Mangione's Manifesto Leaks Online
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e-ste-tica · 6 months ago
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torno nella landa sarda a trovare K, toccata e fuga di quattro giorni tra lui che lavora, torna a casa e ha bisogno di dormire ore mentre io vorrei scopare - lavoro sociale salariato ai limiti dello sfruttamento, come fargliene una colpa? una sera andiamo a un evento, un’altra ad arrampicare. l’ultimo giorno conversazione di rito al parco sugli alti e bassi di questa relazione: una macchina con gli ingranaggi che dopo due anni si incastrano ancora troppo spesso. decidiamo come sempre che è una macchina per cui vale la pena tentare: siamo innamorati e illusi? nessuno dei due ha studiato ingegneria. nonostante tutto ci salutiamo sereni, il volo va bene grazie a 21 gocce di ansiolin - una in più del dovuto. torno a casa cotto, cucino tardi una cena interamente surgelata e appena finisco di mangiare S. si butta addosso l’acqua bollente della mia camomilla. pronto soccorso, ustione di secondo grado, la stringo mentre piange dal dolore e mi addormento sulla sua spalla in sala d’attesa. torniamo alle quattro, sono così esausto da dimenticare di prendere il t e l’unica gioia che mi rimane è il pensiero sbrigativo del vibratore, che però appena acceso si scarica. stamattina la luce: mi sveglio e il padre in visita di un’altra coinquilina ci ha portato i cornetti al pistacchio. l’idea di dover lavorare oggi mi fa vomitare, in mezzo a tutta questa vita che accade e mi sdrena, le verdure da comprare perché non ho un cazzo da mangiare, ché manco posso muovermi velocemente in bici perché c’è il diluvio costante. buona settimana, ce la facciamo.
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rideretremando · 10 months ago
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Una buona storia è fatta di questo: di un prima e di un dopo. Di un dopo necessitato dal prima, ma anche di un prima necessitato dal dopo. Tanti anni fa, in un bar dalle parti di Macchine – uno degli edifici della facoltà di Ingegneria della mia città, Padova – ebbe luogo una furibonda discussione a causa della morte, avvenuta in circostanze assai improbabili, di una persona a tutti nota – nota a tutto quel pubblico di pensionati impegnatissimi, alle dieci del mattino, nella compulsazione dei giornali e nella verifica di qualità del bianco della casa. Le due fazioni così si dividevano: quella morte, è stata fatalità, o destino? Fatalità (la discussione si svolgeva in dialetto, naturalmente) è il caso; destino è ciò che «sta scritto». Dopo aver lungamente e duramente discusso, unanimemente i due schieramenti pervennero alla decisione di ordinare un secondo giro di bianchetti, e di passare a un altro punto dell’ordine del giorno.
Un sacerdote al quale volli molto bene – è morto una quindicina d’anni fa – per molti anni frequentò in ospedale un reparto di malati terminali. Erano, all’epoca, soprattutto persone abbastanza giovani, in preda all’Hiv. Una sera, mentre nella sua 126 rossa andavamo da non so dove a non so dove, mi disse: «Andando lì ho capito una cosa. La vita umana non ha senso». Il che, detto da un sacerdote, potrebbe sembrare a prima vista blasfemo; in realtà è ortodossissimo. Se la vita umana come la conosciamo, se questa vita qui, sulla terra, avesse qualche chance di avere senso, a che cosa servirebbe l’immaginazione di un’altra vita, in un indescrivibile altrove? Dove non ci sarà né morte, né lutto, né dolore e, asciugati da ogni lacrima, i nostri occhi contempleranno l’origine e la fine di tutto.
Il romanzo, dico il romanzo così com’è andato assestandosi nelle sue forme e dei suoi modelli dal 25 aprile del 1719 in poi, è in fin dei conti stato a lungo un tentativo di fare a meno del mondo che verrà. Le vite dei personaggi trovano il loro senso, quasi immancabilmente, nello spazio compreso tra la prima e l’ultima parola della narrazione. Dico quasi: perché l’illuministico sforzo, in realtà, non riesce proprio a tappare tutti i buchi. Perfino nei «Promessi sposi», scolasticamente spacciato senza esitazioni come «il romanzo della Provvidenza», nell’ultimissima pagina, nelle ultimissime righe, Renzo e Lucia giungono alla conclusione che «i guai vengono bensì spesso, perché ci si è dato cagione; ma che la condotta più cauta e più innocente non basta a tenerli lontani» (o, come si direbbe oggi, «la sfiga non ha regole precise»); e tale conclusione, «benché trovata da povera gente», pare al narratore «così giusta» da piazzarla lì, alla fine, come «il sugo di tutta la storia» (ed è chiaro che l’ulteriore considerazione, ossia che «i guai, quando vengono, o per colpa o senza colpa, la fiducia in Dio li raddolcisce, e li rende utili per una vita migliore», è meramente consolatoria).
Peraltro nel corso dell’Ottocento i romanzieri, quasi in massa, caddero in preda a illusioni positivistiche: vedi ad esempio il grande affresco sociale di Balzac o le teorie pseudodarwiniane di Zola (che a Darwin, tra parentesi, avrebbero potuto solo fare ribrezzo). Ma una teoria pseudoscientifica (e vale la pena di ricordare che il positivismo, con tutto il suo idolatrare della scienza, fu un movimento di pensiero nei fatti antiscientifico) o l’ambizione di un «affresco sociale» (es. il «marxismo senza Marx», cioè senza filosofia, di Balzac) non riescono, non ce la fanno, a prendere il posto di un’immaginazione religioso-cosmologica del mondo.
I grandi romanzi modernisti, o acquisiti nel modernismo (è il caso del «Moby-Dick» di Melville), sono poi o romanzi sostanzialmente mitologici (es. «Ulisse» di Joyce, «Giuseppe e i suoi fratelli» di Mann) o romanzi in qualche modo mistici («Doktor Faustus» ancora di Mann, «L’uomo senza qualità» di Musil, «I sonnambuli e La morte di Virgilio» di Hermann Broch). Poi, certo, c’è Proust: che è Proust, e non mi pronuncio.
In mezzo tra questi e quelli ci stanno, giganteschi, Dostoevskij e Tolstoj: due romanzieri intensissimamente religiosi. L’ultima pagina del romanzo più bello di sempre (ovvio: secondo me), «I fratelli Karamazov», ovvero l’ultima pagina di Dostoevskij, mette in scena uno sperdutissimo Alëša Karamazov che, nonostante la sua profonda fede non riesce a trovare – al pari dei fratelli Ivan e Dimitri, che fede non hanno – un senso alla propria vicenda, alla vicenda familiare – quindi a nulla. E Tolstoj scrive un intero romanzo, e pure bello lungo, «Guerra e pace», per dimostrare che il lavoro degli storiografi è insensato, perché la vita umana è governata dal caso: peraltro le pagine in cui ci si impegna di più (quelle su Napoleone, l’epilogo «filosofico») sono di una bruttezza indicibile, mentre laddove rimane un senso magico, per non dire religioso, della vita la bellezza esplode impareggiabilmente: il ballo di Nataša, le nuvole in viaggio osservate dal principe Andrej ferito e a terra…
È una lotta, una lotta. Come tra le due fazioni al bar: sempre presi tra un’idea di destino – qualcosa su di noi, su tutti noi e su ciascuno di noi, «sta scritto» da qualche parte – e un’idea di fatalità – nulla ha senso, il caso domina. Questo fa, chi racconta storie: entra in questa lotta. Lo splendore da una parte, la macchina della necessità dall’altra; la perennità da una parte, il continuo crescere e poi distruggere dall’altra. Questo è il romanzo, il grande romanzo: è la messa in scena di questa lotta.
Giulio Mozzi
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arcobalengo · 2 years ago
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Il potere ha compreso che la strategia migliore per assoggettare i cittadini è adottare le tecniche di ingegneria sociale per plasmare la psiche dei suoi sottoposti e orientarne il consenso. Alla “manipolazione dolce”, tipica delle democrazie, si alterna il ricorso alla coercizione in quei momenti in cui si palesa una crisi da poter strumentalizzare: è qui che lo spauracchio di un pericolo viene utilizzato per terrorizzare la popolazione, imporre misure impopolari e legittimare politiche liberticide. È qua che la paura diventa un metodo di governo. Nel nome dell’emergenza permanente si chiedono ai cittadini sacrifici immediati che verranno in teoria ricompensati in un futuro non meglio precisato che, infatti, non arriva mai. A seconda degli obiettivi che si intendono realizzare, la gran cassa mediatica tirerà fuori dal cilindro il “mostro” più adatto e utile. Dall’11 settembre a oggi, abbiamo assistito a un ventennio di stati di emergenza ripetuti. Si passa da uno stato di paura a un altro. Per evitare che lo spauracchio di turno si depotenzi e perda così l’ascendente sull’opinione pubblica, si deve generare sempre una nuova crisi e indurre la percezione di una minaccia “nuova”. Pertanto, si passa da una emergenza a un’altra. Da un nemico a un altro. Cambiano i nomi, i protagonisti, ma lo schema rimane identico. Conoscere le tecniche di ingegneria sociale che sfruttano l’emotività e fanno leva sulla teoria dello shock per disorientare e manipolare gli individui serve a disinnescare queste strategie e a immunizzarsi dal condizionamento. E questo è proprio lo scopo di Visione. Governare con la paura, in cui si svelano decenni di imbrogli e raggiri per risvegliare la consapevolezza collettiva e disintegrare le trame dei padroni delle idee.
https://visionetv.it/prodotto/governare-con-la-paura-visione-04-2023/
🔴 Per ricevere tutti gli aggiornamenti segui Giorgio Bianchi Photojournalist
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ofuyc · 16 days ago
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Dal reddito di base alla finanza on-chain: OFUYC interpreta le nuove opportunità crypto dietro la politica UBI della Corea del Sud
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Nel maggio 2025, il nuovo presidente sudcoreano Lee Jae-myung ha rilanciato la visione di un reddito di base universale (UBI), inquadrandolo nel concetto di “società di base” e tentando di attenuare l’impatto dei cambiamenti nella struttura occupazionale tramite una redistribuzione dei dividendi tecnologici. La piattaforma di scambio OFUYC ritiene che questa politica non sia solo una riforma del welfare sociale, ma preannunci un cambiamento profondo nell’architettura finanziaria globale. Con lo sviluppo rapido delle piattaforme di scambio di criptovalute, se l’UBI venisse ampiamente adottato a livello politico, avrebbe inevitabilmente un impatto sostanziale sul trading crypto, sulla compliance operativa e sulle tendenze di mercato globali.
Il percorso dal “pagamento in contanti” al “pagamento on-chain” è già stato progressivamente convalidato — sia dal progetto di valuta digitale nigeriano, sia dalla pratica argentina di pagare salari in USDT. La tecnologia blockchain sta diventando l’infrastruttura sottostante per una nuova generazione di meccanismi fiscali pubblici. OFUYC sottolinea che, con l’accettazione crescente del concetto di “governance on-chain” in diversi Paesi, esperimenti come quello di Lee Jae-myung, guidati da una logica tecnologica applicata alle politiche sociali, stanno fornendo nuovi modelli di politica monetaria al mercato globale e costringendo le piattaforme crypto a ripensare il loro ruolo nell’“infrastruttura sociale della spesa” del futuro.
L’UBI non è ingegneria sociale, ma l’ingresso a un cambio di paradigma finanziario
Il reddito di base universale proposto da Lee Jae-myung, apparentemente una politica di redistribuzione del welfare, rappresenta in realtà una nuova logica di circolazione monetaria. Secondo la ricerca di OFUYC, questa misura assomiglia a un meccanismo di “airdrop nazionale continuo” che in un contesto di ciclicità economica immette nel sistema fattori monetari controllabili e distribuiti. L’UBI trasforma la spesa fiscale direttamente nel “diritto di coniare moneta” per l’individuo, anziché realizzarsi tramite intermediari, rispecchiando la logica di DeFi che incentiva direttamente gli utenti on-chain. Se in futuro l’UBI verrà ulteriormente on-chain, l’effetto non sarà solo un aumento dell’efficienza distributiva, ma anche una ristrutturazione dei modelli sottostanti di comportamento patrimoniale degli utenti nel mercato.
OFUYC osserva che queste politiche possono ridurre in modo fondamentale il rischio sistemico nelle oscillazioni di mercato. Se il reddito base diventa un afflusso strutturale on-chain, non dipenderà più solo da salari o ritorni di capitale, ma si trasformerà in un “asset base on-chain persistente”. Ciò abiliterà gli utenti a partecipare più attivamente alla gestione del rischio e al trading di copertura nei derivati finanziari, aumentando la resilienza e la liquidità complessive del mercato. Parallelamente, la logica on-chain dell’UBI potrebbe favorire la diffusione di wallet crypto regolamentati e sistemi di identificazione digitale, diventando un volano per l’ecosistema finanziario centrato sul “diritto minimo alla vita on-chain”. Per OFUYC questa rappresenta un’opportunità per un aggiornamento strutturale dell’esperienza utente e della sicurezza nelle transazioni.
Dalla zona pilota all’autostrada finanziaria: come OFUYC costruisce un doppio motore tecnologico e regolamentare
L’espansione dell’UBI dipenderà inevitabilmente dall’interazione tra tecnologia e istituzioni. OFUYC osserva che, come nei programmi pilota attuati da Lee Jae-myung a Seongnam e nella provincia di Gyeonggi tramite finanza locale e sistemi digitali integrati, per una diffusione su scala nazionale saranno fondamentali infrastrutture come gestione on-chain degli account, smart contract, verifica identitaria e trasparenza degli asset. Le piattaforme di scambio crypto con capacità modulari adeguate potrebbero diventare i naturali partner e fornitori di servizi per questi pagamenti “di tipo governativo”.
OFUYC, già titolare delle certificazioni statunitensi FinCEN MSB e SEC Regulation D, sta implementando sistemi wallet conformi e verificabili in numerosi mercati emergenti, impiegando tecnologie di zero-knowledge proof per coniugare protezione dell’identità e legittimità delle transazioni. Il suo motore di AI per il controllo rischi è in grado di identificare fonti e utilizzi dei flussi finanziari degli utenti, fornendo strumenti di tracciamento altamente interpretabili per un potenziale sistema di monitoraggio dei fondi UBI. OFUYC ritiene che, nella futura governance sociale on-chain, il modello a “erogazione-fatturazione-feedback di governance” in tre fasi diventerà uno standard, con le piattaforme compliant chiamate a svolgere un ruolo cruciale come intermediari esecutivi.
Da “network di pagamento” a “fondamento sociale”: la nuova missione di OFUYC
OFUYC interpreta l’UBI non solo come un salto concettuale politico, ma come una naturale risposta all’evoluzione fintech. Nell’era in cui AI e automazione sostituiscono su larga scala il lavoro umano, la domanda su come il valore umano si preservi tramite forme monetarie è un problema strutturale del mercato. Le piattaforme non saranno più semplici intermediari di scambio, ma si trasformeranno progressivamente in infrastrutture di circolazione dei diritti degli utenti, distribuzione di dividendi sociali e gestione on-chain del credito.
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jzmor-sicurezza · 30 days ago
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JZMOR lancia un programma educativo contro le truffe, aggiungendo un ulteriore livello di sicurezza ai tuoi asset
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Con l’espansione rapida del mercato degli asset digitali, anche le truffe stanno diventando sempre più sofisticate: da finti operatori di assistenza clienti a progetti fraudolenti, praticamente ogni investitore può diventare un bersaglio. Per affrontare questa sfida concreta, la piattaforma JZMOR ha lanciato un programma educativo contro le truffe, offrendo una formazione sistematica sulla prevenzione delle frodi e insegnamenti basati su casi reali. La piattaforma non si limita a rafforzare la capacità degli utenti di riconoscere i pericoli, ma costruisce anche una protezione multilivello tramite strumenti intelligenti. In questo confronto tra tecnologia e frode, JZMOR sceglie di stare dalla parte dell’utente, creando una linea di difesa con responsabilità e innovazione tecnologica.
Le truffe digitali non sono più semplici tentativi di phishing con link sospetti, ma si sono evolute in trappole sociali altamente realistiche e ben strutturate. Nel campo degli asset digitali, le insidie più comuni non derivano da falle tecniche, ma da attacchi di “ingegneria sociale” che sfruttano la fiducia e le abitudini operative degli utenti.
Il tratto comune di queste situazioni è: la truffa non ti chiede più direttamente di cedere il denaro, ma ti induce a “fare tutto da solo” per trasferire i tuoi asset. È proprio questa manipolazione a livello mentale che deve essere il fulcro centrale dell’educazione contro le truffe. JZMOR è ben consapevole dell’aumento di questi rischi e, oltre alla struttura tecnica della piattaforma, ha avviato la costruzione di un intero sistema di conoscenze per l’utente. Non si tratta di semplici pop-up di avviso o annunci impersonali, ma di insegnamenti concreti basati su esempi reali, dialoghi e linguaggio esplicativo, per mostrare come “riconoscere le persone” e “riconoscere i meccanismi delle truffe”.
L’educazione contro le truffe promossa da JZMOR non si limita a dire agli utenti di “fare attenzione”, ma si fonda sull’analisi dettagliata dei discorsi utilizzati dai truffatori e sulla presentazione di dialoghi reali, per insegnare all’utente a percepire il “senso di pericolo” fin dal primo istante.
Oltre al modulo educativo, JZMOR ha attivato un sistema di allerta in tempo reale contro le truffe, che integra meccanismi di riconoscimento tramite intelligenza artificiale, sistemi di controllo comportamentale e database di blacklist provenienti da più fonti. Quando l’utente compie operazioni ad alto rischio – ad esempio clic su link esterni sconosciuti o tentativi di trasferimento verso indirizzi segnalati – il sistema mostra un “avviso di rischio elevato” e guida l’utente alla verifica dell’identità e alla revisione logica dell’azione. Questo sistema funziona come un freno che interviene prima che l’utente agisca d’istinto.
JZMOR non è semplicemente un canale di scambio, ma costruisce un ambiente ecologico sicuro e basato sulla fiducia. Dalla homepage della piattaforma, alla logica di accesso al servizio clienti, fino ai meccanismi di verifica dell’identità nelle community, ogni punto di contatto è dotato di sistemi di riconoscimento del rischio. Persino nel processo KYC, si effettua una modellazione predittiva della probabilità che l’utente venga esposto a truffe, in base al comportamento registrato, riducendo così alla radice la possibilità di cadere in trappola. JZMOR sa bene che senza la fiducia degli utenti, ogni tecnologia e funzione non ha valore. Per questo la piattaforma è disposta a investire più risorse e tecnologie per aggiornare costantemente il proprio sistema di prevenzione, accompagnando l’utente nel diventare un “esperto nel riconoscere le truffe”.
Quando si parla di prevenzione delle truffe, JZMOR non è mai superficiale. Educare, avvisare, proteggere: questi tre passaggi costituiscono la linea difensiva completa della piattaforma. In un’epoca in cui è sempre più difficile distinguere tra vero e falso, JZMOR non si limita a offrire scambi, ma offre sicurezza. Scegliere JZMOR significa scegliere tranquillità.
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pier-carlo-universe · 2 months ago
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Il ciclo “Diversi sguardi sull’acqua” indaga biodiversità, salute ambientale e fauna ittica dei canali di Padova. Un progetto Unipd tra ricerca e sensibilizzazione. Scopri di più su Alessandria today.
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staipa · 1 month ago
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Convegno su Truffe informatiche e ingegneria sociale
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Un nuovo post è stato pubblicato su https://short.staipa.it/le9lz Convegno su Truffe informatiche e ingegneria sociale Mi è stato chiesto di intervenire a una conferenza a Torino su un tema tanto attuale quanto scivoloso: le truffe informatiche e l’ingegneria sociale. Un argomento che può sembrare tecnico, ma che in realtà ci riguarda tutti, ogni giorno. L’evento è patrocinato dal Consiglio Regionale del Piemonte e Città di Torino e con il supporto dei media partner Engim Artigianelli e Vis Group e alla presenza di Marco Porcedda Assessore alla sicurezza e legalità, Ludovica Cioria Vice Presidente Consiglio Comunale di Torino, Paola Angela Stringa Presidente Consulta Femminile Comunale, Carla Balbi Vice Presidente Centro Italiano Femminile, Claudia Leo Presidente Ass. Soccorso e Rinascita non solo Donna Aps. Il convegno è riconosciuto dal Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Torino con 3 crediti formativi (CFU) validi per avvocati e avvocate. Iscrizione gratuita e obbligatoria registrando la propria presenza nell'apposito form. Il programma dell'evento è disponibile sul sito di engim qui: https://short.staipa.it/4crna locandina_a3_truffe_informatiche_artigianelli-2 Proprio lavorando su questo intervento, ho colto l’occasione per sviluppare un nuovo corso agile ma completo, di cui il mio intervento sarà solo un velocissimo estratto. Il corso è pensato per offrire a tutti gli strumenti necessari per riconoscere le trappole digitali e difendersi in modo consapevole. Tutti i dettagli del corso sono disponibili sulla pagina dedicata del blog: https://short.staipa.it/eylfi È nato da un’esigenza reale: capire come funzionano le truffe moderne, non solo nei loro aspetti tecnici, ma soprattutto nei meccanismi psicologici che le rendono così efficaci. Non si parla solo di virus, malware o phishing, ma di manipolazione emotiva, fiducia malriposta, schemi costruiti per aggirare la nostra attenzione. Durante la conferenza avrò modo di confrontarmi con esperti, forze dell’ordine, avvocati e cittadini. Uno scambio prezioso, che arricchirà anche i contenuti del corso stesso. Come ogni mio progetto divulgativo, il corso non è pensato solo per un pubblico tecnico: è per tutti, anche per chi non ha particolare dimestichezza con informatica e tecnologia. Può essere richiesto da scuole, comuni, aziende o altri enti, e adattato a contesti e bisogni specifici. L’obiettivo è semplice ma urgente: aiutare le persone a non cadere vittima di raggiri, a coltivare il dubbio sano, a riconoscere i segnali di pericolo prima che sia troppo tardi. Se ti interessa sapere: come funzionano le frodi online più comuni (dalle false mail bancarie ai finti operatori telefonici), cos’è l’ingegneria sociale e perché è così pericolosa, quali errori evitare e come proteggerti davvero, allora questo corso potrebbe fare al caso tuo. La consapevolezza è la prima forma di difesa.
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falcemartello · 2 years ago
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Le "smart city" sono un meme. Un pretesto per riempire le città di sensori, telecamere e ZTL.
La città da 15 minuti?
Ancora peggio: un modo per chiudere in quartieri-ghetto milioni di radical chic in monopattino.
Dietro l'ideologia c'è chiaramente il World Economic Forum, che ha creato nel 2019 una Global Smart City Alliance per dirigere il lavoro di politici e amministratori locali.
Con le città intelligenti da 15 minuti la vostra vita non sarà migliore in alcun modo.
L'esperienza di Venezia dovrebbe farvi capire cosa vi aspetta: una città trasformata in una gabbia in cui i residenti dovranno esibire un pass per non pagare il ticket d'ingresso.
Se ti interessa il tema, ne ho parlato a più riprese:
- Smart city: sorveglianza ed economia comportamentale, i casi di Venezia e Ivrea:
- Smart city e ingegneria sociale, la città che plasma l'Uomo:
- La Città da 15 minuti:
Matte Galt
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carmenvicinanza · 2 months ago
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Maggie Rogers
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La musica può creare legami intensi, indurre le persone a creare una comunità, offrire un momento di tregua in questi tempi di tensione sociale e politica.
Cantautrice, musicista e produttrice discografica, Maggie Rogers spazia dal folk al pop all’elettronica.
Nominata per il Grammy Award come migliore nuova artista nel 2020, è diventata famosa nel 2016 quando, ancora studentessa alla New York University, ha fatto ascoltare la sua canzone Alaska a Pharrell Williams durante una master class.
La sua musica è militanza e sensibilizzazione.
Utilizza i suoi social e la sua visibilità per coinvolgere le nuove generazioni in discorsi politici e sociali mettendosi in gioco in prima persona, mostrando fragilità e incertezze. Sostiene numerose cause e associazioni che tutelano i diritti umani e ambientali.
Ha pubblicato due album indipendenti The Echo (2012) e Blood Ballet (2014), e tre album in studio, Heard It in a Past Life (2019), Surrender (2022) e Don’t Forget Me (2024).
Nata il 25 aprile 1994 a Easton, nel Maryland, ha iniziato a suonare l’arpa all’età di sette anni e a dodici scriveva le sue prime canzoni. Suona anche pianoforte, chitarra e banjo.
Durante il suo ultimo anno di liceo ha registrato, in uno studio improvvisato in un armadio, il suo primo album, The Echo.
Si è poi iscritta alla Tisch School of the Arts della New York University dove ha fatto uno stage con la giornalista musicale Lizzy Goodman, collaborando alla redazione del libro Meet Me in the Bathroom.
Il successo è arrivato improvviso e travolgente nel 2016, con Alaska, canzone che ha scritto in quindici minuti a un corso della National Outdoor Leadership School per una master class con Pharrell Williams. Il video del producer visibilmente commosso mentre ascolta la canzone è diventato virale ottenendo milioni di visualizzazioni e centinaia di migliaia di ascolti.
Laureata in ingegneria del suono e produzione musicale, Maggie Rogers che aveva vinto anche un premio come miglior cantautrice alla Berkley University, si è formata anche a Parigi dove ha scoperto l’amore per la musica elettronica con cui ha contaminato i suoi lavori.
Dopo importanti ospitate negli show televisivi più celebri degli Stati Uniti e l’uscita di diversi singoli, il 18 gennaio 2019, ha pubblicato Heard It In a Past Life arrivato al secondo posto in classifica posizionandosi nelle top 10 di Stati Uniti, Australia e Canada dove è stato certificato disco d’oro.
Si è specializzata alla Harvard Divinity School con un master in religione e vita pubblica, scrivendo una tesi sulla coscienza culturale e l’etica del potere pop da cui è stato tratto l’album Surrender.
Ha avuto celebri collaborazioni e suonato nei più importanti festival musicali internazionali.
Nel suo impegno artistico e divulgativo, si è spesa contro le armi, per il diritto all’aborto, per la salvaguardia del pianeta e il consumo consapevole, ha parlato spesso di disagio mentale e libertà negate.
Ha utilizzato i proventi del suo lavoro per sostenere diverse organizzazioni umanitarie ed è stata invitata a cantare in diverse Convention Democratiche.
Durante il suo Don’t Forget Me Tour, il governatore del Maryland Wes Moore ha proclamato il 16 giugno 2024 come Maggie Rogers Day nello stato per i risultati di registrazione elettorale ottenuti grazie alla sua sensibilizzazione, l’impegno per la difesa dei diritti riproduttivi e sociali delle donne e per il prezzo equo dei biglietti per i concerti.
Nel 2024 ha sostenuto la candidatura di Kamala Harris e, il 12 aprile 2025, al Grand Park di Los Angeles, si è esibita, accanto agli immensi Neil Young e Joan Baez durante il comizio Fighting Oligarchy di Bernie Sanders e Alexandria Ocasio-Cortez.
Durante la manifestazione che ha raccolto migliaia di persone, evidenziando il ruolo della musica nel discorso politico e l’importanza delle canzoni di protesta nella società contemporanea, ha risuonato l’iconica canzone Rockin’ in the Free World che ha riunito tre generazioni di artisti in una toccante dichiarazione sociale e politica.
Maggie Rogers con la sua musica e i messaggi chiari e potenti, contribuisce a colmare il divario generazionale nell’attivismo.
Utilizza le sue piattaforme per raggiungere un pubblico più giovane e integrare la cultura contemporanea con le forme tradizionali di impegno politico.
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