Tumgik
#istituzionalizzazione
itisanage · 10 months
Text
Tumblr media
Oggi su “Avvenire” la recensione dell’ultimo libro di Roberto Esposito, Vitam instituere. Genealogia dell’istituzione, dedicato ai processi di istituzionalizzazione della vita... e non solo. Approccio, a mio parere, interessante ma altrettanto discutibile.
3 notes · View notes
crazy-so-na-sega · 1 year
Text
----mondialismo-----
Quella di cui abbiamo parlato finora è la globalizzazione economica. Che non va confusa con il mondialismo, vale a dire con la sua istituzionalizzazione, giuridica e militare, un tema un tempo caro alla Destra italiana che se lo è fatto scippare dalla Sinistra la quale però, a sua volta, non si rende conto che nell'anti-globalismo c'è un intimo e profondo antimodernismo in diametrale antitesi col suo progressismo e le sue stesse radici. Globalizzazione e mondializzazione non sono andate di pari passo. Solo all'indomani della prima guerra mondiale il presidente Wilson tratteggiò i primi lineamenti di una "democrazia universale", ma la seconda provvide a distruggere questa illusione. Dalla fine degli anni Quaranta la guerra fredda ha impedito qualsiasi ipotesi che vedesse un unico centro di potere mondiale. Anche se, da un altro punto di vista, le ideologie che erano alle spalle dei due blocchi, il liberalismo e il marxismo, sono solo due facce della stessa medaglia. Entrambi sono un parto della Rivoluzione industriale, sono illuministi, positivisti, progressisti, ottimisti, modernisti, economicisti, entrambi hanno il mito del lavoro (per Marx è "l'essenza del valore", per i liberali e i liberisti è esattamente quel fattore che, combinato col capitale, dà il famoso plusvalore), sono entrambi industrialismi che pensano che l'industria e la tecnica creeranno una tale cornucopia di beni da dare la felicità a tutti (Marx) o, più realisticamente per i liberali, al maggior numero di uomini possibile. Si dividono solo sul modo di produrre e distribuire questa ricchezza e possiamo dire che il marxismo è semplicemente un industrialismo inefficiente.
-Il vizio oscuro dell'Occidente -
6 notes · View notes
arcobalengo · 1 year
Text
Tumblr media
📌 Dopo il servizio del TGR dei primi di maggio, "Trento, l'intelligenza artificiale applicata alla sicurezza urbana", e dopo la manifestazione di sabato 20 che ci ha visti andare in trasferta in città, Ansa trentino, in data di ieri, ci comunica dal Festival dell'Economia l'ennesima e distopica novità:
👉 "Parte da Trento la sperimentazione italiana dell'E-Wallet"
👉 "[...] il portafoglio digitale che consentirà a cittadini, residenti e imprese dell'Unione europea di certificare la propria identità in sicurezza accedendo ai servizi pubblici e privati in tutti gli Stati membri"
L'agenda città intelligenti, le prigioni urbane del nuovo secolo, procede spedita e si intreccia con il progetto Identità digitale, sicuramente complementare.
👉 "Sperimentare a Trento le prime applicazioni del portafoglio elettronico europeo al fianco di realtà italiane di eccellenza [...] conferma il valore della collaborazione tra istituzioni, territori, società pubbliche, centri di ricerca e aziende private"
📌 È questo, in comune con il caso di Milano, dove segnaliamo la presenza nella grande "Alleanza Smart City" di A2A, IBM, Cisco, Accenture e tanti altri, uno dei passaggi più importanti e sottovalutati del fenomeno: la transizione formale da politiche territoriali democratiche (ora solo informalmente svuotate) verso il governo diretto delle corporation, dei centri di ricerca e dell'IA, nella completa istituzionalizzazione della tecnocrazia.
https://t.me/canalemiracolomilano
Sanno che la maggior parte dei trentini sono pecoroni o troppo impegnati col business, per cui sarà una passeggiata imporlo. A2A provò vent'anni fa a mettere le mani su Trento con l'inceneritore e gli è andata male. Chissà se questa volta si riuscirà a farmarla assieme ai suoi compagni di merende
1 note · View note
paoloferrario · 2 years
Text
LombardiaSociale.it, Newsletter 22 febbraio 2023
Programmazione e governance Un commento alla DGR 7758/2022, la c.d. “delibera delle regole”, approvata lo scorso dicembre Povertà A che punto siamo con l’educazione finanziaria? Il punto di vista dei professionisti del settore Disabilità Tutti a casa? Tra diritti e Qualità della Vita. Un commento alle Linee Guida sulla de istituzionalizzazione Anziani In equilibrio: una sintesi delle principali…
View On WordPress
0 notes
youviralart · 2 years
Link
Tumblr media
0 notes
abbattoimuri · 2 years
Text
Donne politiche che criminalizzano e rubano la scena alle militanti femministe
Donne politiche che criminalizzano e rubano la scena alle militanti femministe
Qualcuna scrive che il femminismo si dà la zappa sui piedi perché non ammette che le proprie istanze siano oggetto di normalizzata istituzionalizzazione. Beh, non è il femminismo che tenta di smantellare il diritto alll’ivg ma un certo gruppo di donne in politica che usa alcune delle istanze femministe come brand per riaffermarsi quando perdono consensi. Le stesse donne in politica che poi si…
View On WordPress
0 notes
Photo
Tumblr media
#no #parentalalienation #system #istituzionale #lucaabete #barbaradurso #leiene #striscialanotizia #gerryscotti #hunziker #nessunotocchisalvini #separazioni #campagnaelettorale #papa #prega #rapimenti #minorili #legalizzati #istituzionalizzazione #figli #istituzionalizzati #figlinegati (presso Italy) https://www.instagram.com/p/Bw7AmvRnGff/?igshid=1apuphlipsvwn
0 notes
camminidiliberta · 4 years
Text
Illich Ivan, Descolarizzare la Società
Descolarizzare la società esamina le funzioni e l'impatto dei sistemi educativi. La scuola dell'obbligo svaluta l'autodidatta, si basa sull'erroneo presupposto che l'apprendimento sia frutto dell'insegnamento formale, ed è strutturata in funzione di una economia consumistica. Illich afferma che un buon sistema di educazione dovrebbe mettere a disposizione di tutti le risorse educative e favorire lo scambio di saperi.
Recensione
Descolarizzare la Società è un bellissimo esempio di libero pensiero. E’ un libro figlio del sessantotto. In Descolarizzare la Società Illich intende dimostrare che l'istituzionalizzazione dei valori conduce invariabilmente alla degradazione sociale. Egli ritiene che ci sia bisogno di tecnologie che permettano di creare situazioni di interazione personale creativa e autonoma, e che l'istruzione pubblica trarrebbe giovamento da una simile de-istituzionalizzazione che investirebbe la società intera.
Nel 1970 la tecnologia auspicata da Illich non esisteva, ma oggi c'è. Si tratta della rete internet, che è in grado di promuovere la collaborazione spontanea, l'intelligenza connettiva e lo scambio di informazioni come mai era accaduto nella storia. Pertanto il testo di Illich cessa di essere un semplice attacco critico: non è un utopia, i problemi e le contraddizioni di cui ci avverte sono risolvibili grazie ai nuovi strumenti.
Gli attacchi di Illich sono sia di natura idealistica, sia di natura pratica. Anzitutto critica la discriminazione operata dallo stato nel decidere quali sono i saperi legittimi e quali no. La scuola non trasmette tutte le culture, seleziona, taglia fuori linguaggi, arti, tradizioni. Lo stato decide cosa è importante sapere e cosa no. Dal punto di vista pratico Illich critica le istituzioni assistenziali, che sono poco efficaci e tendono a creare o perpetuare il bisogno di aiuto. Porta l'esempio del progetto “Title One”
promosso negli Stati Uniti tra il 1965 e il 1968: sono stai spesi oltre tre miliardi di dollari per aiutare sei milioni di bambini svantaggiati, senza che si siano riscontrati risultati apprezzabili. Secondo Illich alle situazioni di svantaggio nell'apprendimento non si può rimediare affidandosi all'istruzione impartita nell'ambito della scuola. Il denaro speso per il progetto “Title One” è stato distribuito tra le scuole con il maggior numero di bambini svantaggiati, senza che le famiglie povere abbiano effettivamente usufruito dei soldi per rimediare alle condizioni che ostacolavano i loro figli. Ai bambini poveri mancano in gran parte le occasioni didattiche che sono normalmente a disposizione del bambino della media borghesia. Conversazioni con genitori colti, libri, viaggi e via dicendo.
Nelle nostre società il bisogno di istruzione si è trasformato in obbligo scolastico. La scuola è diventata una sorta di religione del proletariato moderno e fa promesse di salvezza dalla povertà, dal degrado e dalla disoccupazione. La successione di diplomi ricorda i rituali iniziatici e le ordinazioni sacerdotali di tempi lontani. Estensione logica di questo sistema è la richiesta di titoli di studio per ottenere un impiego. Calando le accuse di Illich nel contesto italiano contemporaneo: esempio della logica viziosa della scolarizzazione è la richiesta di laurea triennale per lavori che fino ad oggi erano svolti da diplomati. C'è davvero bisogno di una laurea? Si noti che il titolo di studio non è un certificato di competenza, tanto che in Italia esistono gli esami di stato per accedere agli albi professionali. Tuttavia non è possibile accedere agli esami di stato senza un determinato titolo. Perché una persona non può, ad esempio, tentare l'esame per diventare biologo se ne ha le capacità ma non il titolo? Se il titolo rilasciato certificasse la competenza avrebbe perfettamente senso che l'istituzione certificante decidesse che cosa si deve studiare. Tuttavia perché gli studenti devono studiare determinati contenuti se poi non si vedono neppure riconoscere i CFU da un'altra università?
Secondo Illich bisogna emanare leggi che vietino la discriminazione basata sui titoli di studio. Tant'è che numerose abilità e conoscenze utili non vengono imparate a scuola.
Le lingue straniere in genere vengono apprese grazie a viaggi o altri contatti con madrelingua; l'uso del computer raramente si studia con dovizia a scuola. La maggior parte delle persone impara l'uso del computer a casa, oppure attraverso gli esami per l'ECDL, ottimo esempio di formazione continua certificata.
Secondo l'esperienza di Illich l'interesse per la lettura non ha nulla a che vedere con la scuola. L'alfabetizzazione degli adulti è raggiungibile in poche settimane grazie ad incontri serali. Certo la scuola ha fatto molto per promuovere l'alfabetizzazione, si pensi al duro lavoro per rendere effettiva la frequenza alla scuola elementare in Italia, specie nelle zone rurali. Tuttavia, adesso che quell'obbiettivo è stato raggiunto, l'istruzione obbligatoria è diventata un'istituzione dannosa per la società. La più radicale alternativa alla scuola sarebbe una rete di scambio dei saperi. Questa rete è l'unico rimedio ai problemi dell'educazione.
Illich si domanda che cosa intendiamo per “scuola”. Nota come i sistemi scolastici moderni abbiano delle funzioni latenti: la custodia, la selezione, l'addottrinamento.
Tuttavia inizia la propria analisi con una “fenomenologia della scuola pubblica”.
La scuola raggruppa le persone in base alla loro età. È un raggruppamento che parte da premesse indiscusse: il posto dei bambini è la scuola, i bambini imparano a scuola, ai bambini si può insegnare soltanto a scuola, i bambini devono fare quanto si dice loro. Illich sottolinea che il concetto di fanciullezza è in realtà recente e circoscritto alla tradizione occidentale, si tratta di un concetto rinascimentale. Questa nozione di bambino non rispetta la dignità e la maturità del giovanissimo. Fino al secolo scorso i “bambini” della borghesia si formavano in casa, con l'aiuto di precettori e di scuole private. Solo con l'avvento della società industriale divenne possibile e fu messa alla portata delle masse la produzione in serie della “fanciullezza”. Il sistema scolastico è un fenomeno moderno come la fanciullezza da esso prodotta. In precedenza, e nella maggior parte dei paesi del mondo, una volta diventati “utili” i giovani iniziavano a fare i lavori degli adulti, e quando erano troppo piccoli svolgevano altre mansioni proporzionate alle loro forze. Illich rispetta i diritti dei bambini, ma in quanto esseri umani. Quindi critica il ruolo in cui i giovanissimi sono costretti nella nostra società. La scuola come istituzione attua una discriminazione contro i più giovani. Per definizione, i bambini sono allievi. La scuola è un'istituzione basata sull'assioma che l'apprendimento è il prodotto dell'insegnamento. Questo non è per niente vero: quasi tutto ciò che sappiamo lo abbiamo imparato fuori della scuola. Gli allievi apprendono la maggior parte delle loro nozioni senza, e spesso malgrado, gli insegnanti. È fuori della scuola che ognuno impara a vivere, si impara a parlare, a pensare, ad amare, a sentire, a giocare, a far politica e a lavorare, senza l'intervento di un insegnante. Gli allievi hanno sempre attribuito al merito dei propri insegnanti ben poco di quel che hanno imparato. I buoni voti o i giudizi negativi si creano a casa, durante le ore di studio e grazie alle condizioni socio-culturali-economiche della famiglia cui si appartiene. Raramente gli insegnanti che hanno provato a migliorare l'andamento scolastico di bambini poveri hanno avuto successo. Tuttavia questi ultimi imparano benissimo il messaggio trasmesso dalla scuola: chi non è scolarizzato, chi non ha un diploma, appartiene ad una categoria inferiore, se vuole riscattare almeno i propri figli deve mandarli a scuola.
Illich inoltre critica il ruolo dell'insegnante, che è custode, predicatore e terapeuta.
Deve poter disporre di autorità assoluta; catechizza l'allievo su ciò che è giusto o inammissibile, non soltanto a scuola ma nella società in genere; si ritiene autorizzato a frugare nella vita privata dell'allievo per aiutarlo a crescere come persona; lo persuade ad accettare passivamente la sua visione della verità e le sue idee su ciò che è bene. Dai rapporti insegnante-allievo sono escluse tutte le salvaguardie della libertà individuale. La scuola è un regime totalitario all'interno di una società democratica. La frequenza scolastica sottrae i bambini al mondo quotidiano della cultura occidentale per immergerli un ambiente più primitivo, una parodia della realtà.
Per quanto concerne l'università, Illich ne mette in luce l'aspetto di selezione e inculturazione: il laureato di un paese del terzo mondo si sente in genere più a suo agio con i colleghi europei o nordamericani che fra i compatrioti non scolarizzati; l'università seleziona a ogni livello coloro che abbiano dato prova di non rappresentare un rischio eccessivo per l'ordine costituito; i laureati si trovano bene soltanto in un mondo che metta in evidenza il loro status, definendo in tal modo il livello al quale la società può aspirare. L'università finisce dunque per imporre modelli di consumo sul lavoro e a casa. Essa ha rinunciato al compito di fornire una cornice per incontri autonomi, focalizzati ma nello stesso tempo ribollenti e non pianificati, preferendo invece gestire il processo mediante il quale si producono la ricerca e l'istruzione. In linea di massima lo studente vede nei propri studi l'investimento finanziariamente più redditizio, come testimoniano le critica mosse tanto spesso a chi sceglie facoltà che danno pochi sbocchi lavorativi. Gli stati considerano l'istruzione a livello universitario un fattore chiave del loro sviluppo. Una situazione opposta a quella esistente durante il medioevo, quando i chierici e gli studenti erano figure al margine della società.
L'intero sistema scolastico svolge oggi la funzione che nella storia fu sempre prerogativa delle chiese più potenti. È il depositario del mito fondante della società e la sede del rituale che maschera le discordanze tra mito e realtà. Illich sottolinea come non ci sia società nella storia che sia potuta sopravvivere senza un mito o un rituale, ma la nostra è la prima che abbia avuto bisogno di un'iniziazione al mito così lunga, noiosa, costosa e distruttiva. Le scuole pubbliche obbligatorie riproducono in maniera conservativa la cultura della società, non favoriscono né l'apprendimento individuale né l'eguaglianza sociale. È l'esistenza delle scuole a produrre la richiesta di scolarizzazione screditando l'autodidatta. In realtà l'apprendimento è l'attività umana che ha meno bisogno di manipolazioni esterne. In massima parte, non è il risultato dell'istruzione, ma di una libera partecipazione a un ambiente significante.
Il sistema scolastico come noi lo conosciamo è in funzione del capitalismo: in un mondo scolarizzato la strada della felicità è lastricata di indici di consumo. La scuola vende un corso di studi, i tecnici dell'istruzione prevedono le future richieste del mondo del lavoro, e l'insegnante-distributore porge il prodotto finito all'allievo-consumatore. Da qui la tendenza a ritenere che perfino l'università debba preparare al mondo del lavoro, con conseguente svalutazione degli studi umanistici e l'incentivazione di quelli tecnici. Implicita l'idea che sia il giudizio di qualcun altro a stabilire ciò che una persona deve imparare e quando. Dunque la scuola come nuova religione universale, dove il mito del consumo illimitato sostituisce la fede nella vita eterna. Ma anche la scuola come mercato del lavoro. Essa ha il compito di preparare le persone-strumento funzionali all'economia. Non ci si può liberare dal consumismo senza essersi prima liberati degli strumenti che ne inculcano la mentalità, tra i quali spicca la scuola dell'obbligo. Nelle parole dello stesso Illich (p. 29): “Fin quando non ci renderemo conto del rituale con il quale la scuola plasma il consumatore progressivo – risorsa numero uno dell'economia - non potremo né spezzare l’incantesimo di questa economia né foggiarne una nuova.”
Illich è dunque del tutto contrario ad un modello consumistico di progresso, che vede come una semplice stazione intermedia nel cammino verso il depauperamento e l'inquinamento dell'ambiente. Seguendo quest'ottica egli pone le istituzioni pubbliche su di una scala ai cui estremi stanno da un lato l'utilità sociale, dall'altro l'imposizione a favore di pochi. Le istituzioni del primo tipo sono quelle che sorgono spontanee, le imprese private che si fanno concorrenza con mezzi quali la pubblicità sono a metà strada, istituzioni come la leva militare e la scuola sono decisamente spostate verso il secondo polo. Queste ultime obbligano, manipolano e boicottano i modi alternativi per raggiungere risultati analoghi. Sono pseudo-servizi pubblici in quanto fanno gli interessi solo di una piccola parte della popolazione, inducendo la restante parte a dei bisogni fittizi. La scuola è insidiosa perché seleziona usando l'autorità dei diplomi, essa permette solo ad una piccola parte della popolazione di raggiungere il prestigio sociale. Anche se le scuole danno a prima vista l'impressione di essere egualmente aperte a tutti, i poveri hanno possibilità assai più scarse dei ricchi di istruirsi, e rimangono così fuori dalla casta dei benestanti. Il quadro è completato dal fatto che il prestigio si misura con il livello di consumo: chi riesce ad avere un'elevata istruzione potrà aspirare a comprare cose di lusso per distinguersi. Le scuole sono ritenute essenziali per l'acquisizione della competenza richiesta da una società che fa uso della tecnologia moderna, ma sono basate sul presupposto falso che l'apprendimento sia il risultato di un insegnamento programmatico. Esse pervertono l'inclinazione naturale a crescere e a imparare, trasformandola in richiesta di istruzione.
Secondo Illich la crisi della scuola in atto negli anni sessanta si sarebbe potuta risolvere solo grazie ad un intervento radicale. Ipotizzava di descolarizzare, di creare una rete o trama educativa che consentisse di porre i mezzi di apprendimento sotto il controllo diretto di ogni discente. Criticava la ricerca pedagogica per la quale ciò che conta è il presupposto che l'istruzione sia il prodotto di un processo istituzionale gestito da un educatore. Illich individuava la vera frontiera pedagogica in quello che oggi chiamiamo educazione non formale e informale.
Le sue riflessioni sono attualissime visto l'odierna situazione italiana, in particolare il suggerimento che la pedagogia interessata alla formazione extrascolastica farebbe meglio a sbarazzarsi della didattica frontale.
Illich descrive un modello di educazione descolarizzata, ma si tratta di un modello basato su tecnologie superate. Oggi il web costituisce il mezzo ottimale per descolarizzare. Quindi è importante capire le basi concettuali della proposta di Illich per poi trasferirle ai nuovi strumenti. Le idee fondamentali sono le seguenti: i discenti non dovrebbero essere costretti ad assoggettarsi ad un programma obbligatorio, o discriminati in base al possesso di un certificato o di un diploma; il pubblico non dovrebbe essere costretto a sostenere un enorme apparato professionale di educatori e di edifici che limita le possibilità d'apprendimento dei cittadini; si dovrebbe invece utilizzare la tecnologia moderna per rendere veramente universali, e quindi totalmente educative, le libertà di parola, di riunione e di stampa; le risorse educative dovrebbero essere messe a disposizione di tutti per un apprendimento autonomo.
Chi vuole imparare ha bisogno che qualcun altro gli fornisca sia le informazioni sia una loro valutazione critica. Dunque Non bisognerebbe chiedersi che cosa dovrebbe imparare una persona, ma con quali oggetti e quali persone possono voler mettersi in contatto i discenti per poter imparare. Quest'ottica porta a rivedere la nozione di “insegnante”. Per apprendere la maggior parte delle tecniche, una persona che ne dà una dimostrazione è la sola risorsa umana che occorra o che sia possibile trovare. Uno studente fermamente intenzionato a imparare ha spesso solo bisogno di qualcuno che possa mostrare a richiesta come si fa ciò che egli vuole apprendere. Ritenere che le persone competenti debbano possedere un diploma di pedagoghi prima di poter dare dimostrazione delle proprie capacità è frutto della pretesa che la gente impari ciò che non desidera sapere, o che tutti imparino certe cose in un determinato momento della loro vita e in circostanze prefissate. In pratica le scuole formano poco personale qualificato. Se si incoraggiassero le persone esperte in un mestiere, Illich fa l'esempio delle infermiere, a formarne delle altre e se si assumesse in base alla dimostrata capacità di possedere le competenze anziché i diplomi, non ci sarebbe deficienza di personale preparato. Nel peggiore dei casi le scuole radunano dei compagni di corso in una stessa aula e li assoggettano a un insegnamento identico per tutti. Nel migliore permettono a ogni studente di scegliersi un piano di studi entro un campionario limitato. Un vantaggio del modello a rete, tipo internet, è di permettere l'assortimento di gruppi omogenei di persone con gli stessi interessi e bisogni. Illich stava anticipando il concetto del blog didattico. E si spingeva a ripensare il ruolo dell'insegnante, che avrebbe dovuto essere dotato di tre tipi di competenze didattiche: quella di creare e far funzionare reti educative; quella di guidare gli studenti all'uso delle reti; e quella di agire come “primus inter pares” nell'affrontare l'esplorazione intellettuale. Una volta costituitesi le reti descritte, sarebbe stata responsabilità di ogni studente scegliere il proprio itinerario didattico. Tutta la riflessione si può applicare perfettamente alla blogosfera.
Illich vedeva lo smantellamento del sistema scolastico come inevitabile e imminente, temendo da un lato di assistere ad un allargamento del mandato del pedagogo e a un conseguente accrescimento del suo controllo sulla società anche fuori della scuola.
Dall'altro auspicando il diritto di accedere in modo egualitario agli strumenti che permettono sia di apprendere sia di rendere partecipi gli altri di ciò che si conosce.
Illich guardò al consumismo, e di conseguenza al sistema educativo che lo serve, come ad un atto di “Hubris”, come l'estrema conseguenza della tecnica prometeica. In questo senso si augurava la rinascita di un'umanità epimeteica.
L’autore
Ivan Illich (Vienna, 1926-Brema, 2002) libero pensatore, è stato sociologo, filosofo, storico, pedagogista, teologo. Capace di uscire da qualunque schema preconcetto si dedicò ad un'analisi critica delle istituzioni della società contemporanea: educazione e scuola, medicina, lavoro, uso dell'energia e sviluppo economico. Dal 1942 al 1946 studiò teologia e filosofia presso la Pontificia Università Gregoriana a Roma. Prestò servizio come sacerdote a New York City dal 1951, fu vice-rettore dell'Università Cattolica di Porto Rico dal 1956. Nel 1961 fondò a Cuernavaca in Messico il Centro Intercultural de Documentaciòn (Cidoc), centro di ricerca che offriva una preparazione linguistica e culturale ai missionari nordamericani. Alla fine degli anni sessanta tagliò i contatti con il Vaticano e rinunciò a tutti i titoli e le prerogative ecclesiastiche. A partire dagli anni ottanta viaggiò molto, dividendo il suo tempo tra Stati Uniti, Messico e Germania. Fu Visiting Professor di filosofia, scienze, tecnologia e società alla Penn State University, insegnò inoltre all'Università di Brema.
1 note · View note
paoloxl · 5 years
Text
L'opposizione al TAV del Movimento 5 Stelle si conclude con una ridicola scenetta, una di memoria grottesca, da prima repubblica.
TAV: un funerale a 5 stelle
Un balletto in cui il premier Conte fa la parte, a seconda dei punti di vista, del cattivo e Giggino si presenta come quello buono, ma è proprio evidente la presa in giro e nessuno gli dà più credito. Il copione adesso dovrebbe procedere con un voto in parlamento dal risultato scontato che servirebbe a lavarsi la coscienza di fronte agli attivisti, ma il movimento NO TAV ha gia detto chiaramente che non si farà prendere per scemo con questa farsa. Il M5S si è suicidato molte volte da quando è al governo, ma questa volta è quella della pietra tombale. I profili facebook dei parlamentari grillini, il blog delle stelle esplodono della rabbia dei molti che avevano creduto che almeno un sussulto di dignità, un momento di alterità, di coerenza con i principi fondativi, sulla “madre di tutte le battaglie” ci sarebbe stato. A poco serve ricostruire la mutazione genetica che ha portato alla completa istituzionalizzazione i 5 stelle e ancora meno serve bearsi degli psicodrammi che si consumano e si consumeranno in chi finora aveva creduto che “almeno su questo”...
Una cosa è evidente a chiunque dopo questa resa, la compagine grillina in parlamento nonostante abbia la maggioranza relativa, non conta niente. Il 5 stelle non esiste più perché ormai il compito che assolve è quello del surrogato di bassa qualità dell'alleato leghista. Con questa conversione al SI ogni (immaginario) asse di contrapposizione ai poteri forti della “crescita” svanisce nella narrazione dei pentastellati e non si capisce dove sia a questo punto il confine che divide i grillini dagli altri. Di Maio forse pensa che la gente dimenticherà presto, che col passare del tempo questa battaglia territoriale passerà in secondo piano, ma non comprende e non comprenderà mai quanto la lotta NO TAVincarni da trent'anni un fronte, sì territoriale in senso geografico, ma generale nel senso dei contenuti che porta, di resistenza all'arroganza del potere e della devastazione ambientale. Il TAV non è semplicemente un treno, non è un fatto tecnico, ma di visione politica e scegliere dall'inizio di “tecnicizzare”, burocratizzare la questione è stato un grande errore. Non perchè i numeri non siano dalla nostra parte, ma piuttosto perchè se si estrae il NO TAV dalla sua opposizione al modello di sviluppo vigente, dalla sua critica radicale ai rapporti economici esistenti si perde tutta la sua potenza. Che i ministri grillini questo non l'avessero capito, o non volessero capirlo era chiaro. Non basta semplicemente aprire il parlamento come una scatoletta di tonno, l'unica azione conseguente al NO TAV e alle lotte contro le grandi opere e la devastazione ambientale è opporsi senza tregua al partito del PIL. 
Dal nostro lato abbiamo assistito a molti funerali politici di forze istituzionali incoerenti che arrivate nella stanza dei bottoni hanno voltato le spalle al movimento NO TAV. Se questa è la progressiva fine della compagine pentastellata non lo è sicuramente dei movimenti che si oppongono alle grandi opere. Un altro compito ci attende nella fase che si delinea con un quadro istituzionale che vorrebbe disegnarsi funzionalmente come sovranisti contro europeisti, razzisti contro profughisti, ma che in realtà è portatore dello stesso sfruttamento, dello stesso impoverimento, della stessa devastazione e privatizzazione. Continuare a camminare con i NO TAV e con le altre lotte ambientali vuol dire oggi una battaglia ancora più dura e più profonda, ma ancora più generale nel contesto del cambiamento climatico. Vuol dire essere resistenza ancora una volta, resistenza al dilagare leghista nel punto in cui fa più male all'avversario: i territori, l'economia, la distribuzione delle risorse. Se una piccola valle in Piemonte per trent'anni con esercizio di coerenza è stata in grado far tremare industriali e governi un motivo ci sarà. Da questa ricchezza bisogna partire per costruire l'unica opposizione credibile in questo paese, senza scorciatoie istituzionali, senza ideologismi sterili, ma con la forza dei popoli in rivolta.
Abbiamo di fronte a noi nei prossimi giorni date importanti per segnare la differenza tra una ginnastica d'obbedienza e una pratica di coerenza, in alto i cuori, la lotta non si ferma.
4 notes · View notes
bohdan97-blog · 5 years
Text
Scambio di rokes: il futuro e l'innovazione del mercato delle criptovalute
Tumblr media
INTRODUZIONE:
Lo scambio di criptovaluta dopo qualche tempo ha davvero plasmato le occasioni di inclusioni legate al denaro e reso una piattaforma utile per l’interesse nelle attività di terzo livello, ad esempio le forme crittografiche di denaro. In questo modo, in vista la blockchain è in un senso generale un hub realizzato in una struttura decentralizzata per consentire ai clienti di indagare e realizzare attività uniche nel mondo quando tutto è stato detto. Le attività da svolgere sulla blockchain sono essenzialmente appassionate di natura, trasparenti e inoltre rivoluzionarie allo stesso modo dei pensieri che cambiano il mondo in libertà. Quindi, lo scambio di criptovaluta è venerante come uno degli scopi più radicati di preoccupazione per i clienti o gli investitori in criptovaluta.La capacità di scambiare criptovaluta progressivamente è una delle caratteristiche principali di altri progressi innovativi nel mondo delle criptovalute. Di conseguenza, rendere la liquidità monetaria del quadro sempre più pratica e conclusiva. La piattaforma di criptovaluta Rokes è una delle piattaforme aziendali più raggiungibili e utili. Caratterizza e parla del cambiamento standard di come la criptovaluta può essere ben scambiata, con l’uso del paradigma ERC20.Questo è il sistema più standard da utilizzare e mantiene l’interessante armonizzazione di varie criptovalute allo scambio fiat-cash. Fondamentalmente, il Rokes come piattaforma costruisce la piattaforma che rende il sistema e la fluttuazione corretti di quanta criptovaluta può essere scambiata e sfruttata nonostante la sua volatilità e struttura. L’utilizzo generale della piattaforma Rokes è la statura di molte idee di istituzionalizzazione e prospettive aziendali.
CHE COS’È ROKES COMMONS SCAMBIA TUTTO SU:
Rokes Exchange è una piattaforma di scambio per l’acquisto e la vendita di valute digitali, che sarà rapida, semplice, affidabile e sicura. Rokes Exchange offre le migliori tariffe per l’acquisto o la vendita di standard monetari computerizzati.
La società è registrata e gestita in conformità con la legge estone. Tutti gli scambi di clienti che sono registrati e preparati legittimamente con Rokes sono regolati dalla legge estone.
Tumblr media
CARATTERISTICHE DELLA PIATTAFORMA DI SCAMBIO DEI COMUNI ROKES
Le seguenti sono le funzioni principali di Rokes Commons Exchange che lo differenziano dagli altri scambi di criptovaluta:
Piattaforma innovativa: la piattaforma Rokes beneficia di una piattaforma innovativa, che rende semplice per gli investitori e gli utenti richiedere consulenza sullo scambio e il trading di valuta digitale. Questo rende semplice una vasta esperienza nello scambio di informazioni generali. Inoltre, gli utenti di tutto il mondo possono scambiare e svolgere al meglio tutoraggio inevitabilmente per gli altri nel centro di cripto-mercato.
Lavoro strutturale Blockchain: The Rokes utilizza la struttura blockchain del contratto per tutte le sue operazioni, il che rende la piattaforma sicura e verificata dall’impatto esterno. Gli scambi di criptovaluta sono sensibilmente utili dagli utenti e inoltre dagli investitori in generale.
Natura adattabile: la piattaforma Rokes è versatile per gli utenti in natura, rendendola semplice e adattabile agli utenti per indagare. La natura adattabile può trasmettere una misura illimitata del flusso di scambio per gli utenti e inoltre lo rende enormemente raggiungibile per gli utenti su una scala incredibile.
Ritorni degni di nota: sulla piattaforma Rokes, non vi sono limiti alla quantità di ripristini di stima che gli utenti possono ottenere dal trading sulla piattaforma. Questo lo rende solido e adattabile per prendersi cura di tutti gli scambi in vista di una sensazione di beneficio.
Elevata liquidità: la piattaforma Rokes è decentralizzata con una struttura di liquidità che consente un semplice pagamento per gli utenti. In generale, questa piattaforma consente agli utenti di scambiare criptovaluta con valuta fiat.
Trasparenza: sulla piattaforma Rokes, tutti gli scambi sono fatti in modo diretto per la fiducia, la rettitudine e l’incentivo tra gli utenti. Questo chiarisce perché qualsiasi utente può scambiare senza limiti sulla piattaforma.
Caso d’uso originale: The Rokes offre un caso d’uso certificabile per la sua struttura e nodo. In tal modo, soddisfare tutte le esigenze utilitaristiche della pratica di investimento continuo.
Decentrato: Rokes funziona come un sistema decentralizzato per i suoi utenti. Questo lo rende solido per una misura illimitata di portata in modo completo. Ciò implica che gli utenti possono connettersi sulla piattaforma con la vicinanza al web e lo scambio generale. Inoltre, la piattaforma utilizza il nodo decentralizzato per creare un gruppo più ampio di spettatori di spettatori, sviluppando in questo modo il business e la piattaforma.
Problemi riscontrati dagli operatori oggi:
La maggior parte delle piattaforme di scambio esistenti subisce ritardi nell’entrare o entrare, ora e poi è necessario attendere 3 giorni, questo è estremamente irritante.
Elevati costi di cambio: la maggior parte degli scambi di criptovaluta oggi stanno operando su una sensazione di transazione molto elevata che si è rivelata un problema maggiore per l’operatore o il trader.
La sicurezza è bassa. Potresti aver sentito più di una volta come questa piattaforma di scambio è stata hackerata, dove sono stati rubati molti soldi. Alcuni nuovi specialisti finanziari non mettono le risorse in criptovaluta, poiché accettano che gli scambi siano traballanti e discutibili e che perderanno i loro beni.
Cattiva amministrazione degli utenti. Un modello di comportamento negativo è che alcune piattaforme di scambio impiegheranno più di una settimana per vedere i tuoi rapporti. Inoltre, gli operatori di sostegno non sono costantemente preparati a rispondere alle vostre domande che è necessario porre ogni qualvolta vantaggioso per voi.
Alcune piattaforme di scambio hanno un’interfaccia mal sistemata e confusa che non può essere vista nemmeno da commercianti esperti e spinti.
Questo è un problema difficile che è estremamente irritante. In ogni caso, oggi demoliremo la piattaforma di scambio che tenterà di risolvere questo problema.
Punti salienti e vantaggi:
Alta sicurezza: le tue informazioni saranno costantemente confuse, il che garantisce alta qualità e sicurezza incrollabili.
Gli ingegneri creano una piattaforma di scambio in cui l’acquisto di standard monetari informatici sarà di base e chiaro, nonostante gli apprendisti.
Rokes Exchange riconosce qualsiasi carta di credito o platino da VISA o MasterCard.
Semplifichiamo l’acquisto della cripta: acquista le tue risorse computerizzate in un ampio ambito della criptovaluta più conosciuta su questo pianeta.
Portafoglio individuale: scarica i tuoi rapporti oggi stesso e rafforzerà i sondaggi entro 60 minuti.
Piattaforma affidabile: puoi utilizzare tutte le amministrazioni ovunque tu sia e in generale puoi essere sicuro dell’affidabilità della piattaforma di scambio.
amministrazione degli utenti di cui ti puoi fidare. Gli specialisti dell’assistenza sono costantemente pronti a rispondere a qualsiasi tua domanda che puoi porre quando ti sarà utile.
Tumblr media
Portafoglio comune
Un portafoglio utile per la comunità
Impostazione rapida
Importa solo tutti i parlamentari, i funzionari governativi e le banche dati della popolazione e sei pronto e pronto per partire in meno di 30 minuti.
Sicuro al 100%
I dati per ciascun paese sono archiviati in un ambiente isolato. La crittografia avanzata viene utilizzata per tutti i dati e le comunicazioni, garantendo la conformità con gli standard internazionali.
Può regolare
Funziona per tutti i paesi del mondo, indipendentemente dalle dimensioni della popolazione o dalla forma di governo. Tutte le funzionalità, dashboard e notifiche sono completamente personalizzabili.
I NOSTRI PARTNER
Conclusione
Rokes Exchange è una piattaforma di trading con molte funzionalità che consentono agli utenti di prendere decisioni di trading intelligenti, ridurre i costi e massimizzare i profitti da ogni transazione.
Il successo di ciascun progetto dipende in gran parte dal team. Il team del progetto è composto da molti esperti e vari professionisti Blockchain che hanno avuto anni di esperienza nel mondo della criptovaluta. Saranno in grado di portare la piattaforma di trading a un nuovo livello e offrire una piattaforma di trading molto affidabile e ad alta velocità per i trader.
Per ulteriori informazioni su questo progetto, visitare i seguenti collegamenti:
Website: https://rokes.exchange/
Facebook: https://www.facebook.com/CommonsRealty-1034402950064588/
Twitter: https://twitter.com/CommonsRealty
Telegram: https://t.me/commonsosexchange
Whitepaper: https://imgur.com/tHH2Y4A
Bitcointalk Announcement Thread Link: https://bitcointalk.org/index.php?topic=5150243.0
Bitcointalk Bounty Thread Link: https://bitcointalk.org/index.php?topic=5150643.0
Autore: Bitcointalk username: bohdan97 Bitcointalk profile link: https://bitcointalk.org/index.php?action=profile;u=236882
1 note · View note
gregor-samsung · 6 years
Quote
A ben esaminarla, la malattia - come condizione comune - viene ad assumere un significato ‘concretamente’ diverso, a seconda del livello sociale di chi è malato. Ciò non significa che la malattia non esiste, ma si puntualizza un fatto reale di cui si deve tener conto, qualora ci si metta in contatto con il malato mentale dei ricoveri psichiatrici: le 'conseguenze’ della malattia mentale sono diverse, a seconda del diverso tipo di approccio che con essa si instaura. Queste «conseguenze» (e mi riferisco al livello di distruzione e di istituzionalizzazione del ricoverato nei manicomi provinciali) non possono essere ritenute come la diretta evoluzione della malattia, quanto del tipo di rapporto che lo psichiatra, e quindi la società che egli rappresenta, instaura con lui:   1) Il rapporto di tipo "aristocratico" dove il paziente ha un potere contrattuale da opporre al potere tecnico del medico. In questo caso esso si mantiene su un piano di reciprocità al solo livello dei ruoli, dato che si attua fra il 'ruolo' del medico (alimentato dal mito del proprio potere tecnico) e il 'ruolo sociale' del malato che viene ad agire come l'unica garanzia di controllo sull’atto terapeutico di cui è oggetto. Nella misura in cui il malato cosiddetto 'libero' fantasmatizza il medico come il depositario di un potere tecnico, gioca contemporaneamente il ruolo di depositario di un altro tipo di potere: quello economico, che il medico fantasmatizza in lui. Benché si tratti di un incontro di 'poteri' più che di uomini, il malato non soggiace passivamente al potere del medico, almeno finché il suo valore sociale corrisponde ad un valore economico effettivo, perché - una volta che questo venga esaurito - il potere contrattuale scompare, ed il paziente si troverà ad iniziare la reale «carriera del malato mentale» nel luogo in cui la sua figura sociale non avrà più peso né valore. 2) Il rapporto di tipo "mutualistico", dove si assiste ad una riduzione del potere tecnico e ad un aumento di potere arbitrario, di fronte ad un «mutuato» che non sempre ha la coscienza della propria forza. Qui la reciprocità del rapporto è già sfumata, per ripresentarsi - reale - nei casi in cui vi sia una presa di coscienza da parte del paziente della propria posizione sociale e dei propri diritti, di fronte ad una istituzione che dovrebbe essere creata per tutelarli. Quindi la reciprocità esiste, in questo caso, soltanto in presenza di un notevole grado di maturità e di coscienza di classe da parte del paziente; mentre il medico conserva spesso la possibilità di determinare, come meglio gli aggrada, il rapporto, riservandosi di rientrare nel terreno del 'potere tecnico' nel momento in cui gli venga contestata la sua azione arbitraria. 3) Il rapporto "istituzionale" nel quale aumenta vertiginosamente il potere puro del medico (non è più neppure necessario che sia 'potere tecnico'), proprio perché diminuisce vertiginosamente quello del malato che, per il fatto stesso di essere ricoverato in un ospedale psichiatrico, diventa - automaticamente - un cittadino senza diritti, affidato all’arbitrio del medico e degli infermieri, che possono far di lui ciò che vogliono, senza possibilità di appello. Nella dimensione istituzionale, la reciprocità non esiste, né la sua assenza viene in qualche modo mascherata. È qui che si vede - senza veli e senza ipocrisie - ciò che la scienza psichiatrica, come espressione della società che la delega, ha voluto fare del malato mentale. Ed è qui che si evidenzia come non sia tanto in gioco la malattia, quanto la mancanza di valore contrattuale di un malato, che non ha altra alternativa per opporsi che il comportamento abnorme.   Questo abbozzo di analisi dei modi diversi di affrontare e di vivere la malattia mentale, di cui per ora non conosciamo che 'questa' faccia in 'questo' contesto, evidenzia che il problema non è quello della malattia in sé (che cosa sia, quale la causa, quale la prognosi), ma soltanto di 'quale tipo sia il rapporto che viene ad instaurarsi con il malato'. La malattia, come entità morbosa, gioca un ruolo puramente accessorio dato che, pur essendo essa il denominatore comune di tutte e tre le situazioni suggerite, nell’ultimo caso sempre (spesso nel secondo), assume un significato stigmatizzante che conferma la perdita del valore sociale dell’individuo, già implicita nel modo in cui la sua malattia era stata precedentemente vissuta.
Franco Basaglia, Le istituzioni della violenza, in:
AA. VV., L'istituzione negata. Rapporto da un ospedale psichiatrico, (a cura di Franco Basaglia; collana Nuovo Politecnico, n.19), Giulio Einaudi editore, 1974⁷ [1ª ed.ne 1968]; il brano citato si trova alle pp.120-22.
3 notes · View notes
fotopadova · 2 years
Text
La fotografia alla 59. Biennale d’Arte di Venezia e dintorni
di Paolo Felletti Spadazzi
 -- Venezia: arte e fotografia
La complessa vicenda dei rapporti fra arte e fotografia ha visto scorrere fiumi di inchiostro, fin dalla seconda metà dell’Ottocento, quando il nuovo medium fotografico ha iniziato a muovere i primi passi. Oggi possiamo constatare che negli ultimi decenni “l'arte è diventata sempre più fotografica”, come affermava David Campany nel suo “Art and photography” (Campany 2003). Sulla stessa lunghezza d’onda, Charlotte Cotton scriveva, nell’introduzione a “La fotografia come arte contemporanea”: “Viviamo un momento eccezionale per la fotografia perché il mondo dell’arte la accoglie come mai prima d’ora” (Cotton 2004).
Non vi è dubbio che, a distanza di quasi vent’anni da tali affermazioni, risulti confermata la tendenza che ha portato al tramonto dell’anacronistica contrapposizione tra arte e fotografia, che trovò in Baudelaire (1859) uno dei primi fautori.
Su questa linea si è mossa la città di Venezia, che ha ospitato numerosi eventi di rilevanza internazionale sulla fotografia come forma d’arte, a cominciare dalla Biennale Internazionale della Fotografia (1957 - 1965), il cui direttore Romeo Martinez riconosceva alla fotografia il «diritto di cittadinanza [...] accanto alla pittura, alla scultura, alla musica e al cinema, nel calendario regolare» delle manifestazioni veneziane (riportato in Dolzani 2019).
Non dobbiamo dimenticare il ritardo di circa 40 anni dell’italia rispetto ai paesi d’oltre oceano, Come sottolinea Francesca Dolzani, «Se negli Stati Uniti l’ingresso della fotografia nei musei risale agli anni Trenta, in Europa il processo di istituzionalizzazione inizia negli anni Settanta» (Dolzani 2019).
Segnaliamo di seguito altri eventi veneziani che hanno dato spazio al linguaggio fotografico.
Nel 1972 il padiglione degli Stati Uniti della Biennale di Venezia ha ospitato 10 fotografie di Diane Arbus, mentre al padiglione Italia era presente Franco Vaccari, con la sua Esposizione in tempo reale n. 4, dove i visitatori erano invitati a lasciare su una parete la traccia fotografica del loro passaggio, facendo uso di una cabina Photomatic predisposta a tale scopo.
Nel 1979 il Comune di Venezia, in collaborazione con UNESCO e International Center of Photography di New York, ha organizzato Venezia ’79 – La Fotografia, una importante manifestazione durata tre mesi, durante i quali le 26 esposizioni di autori come Hine, Atget, Primoli, Stieglitz, Weston, Modotti, Capa, Cartier-Bresson, Weegee, Frank e Arbus, sono state affiancate da 46 stimolanti workshop di 5 giorni ciascuno. L’anno successivo la formula è stata riproposta a Parigi nel Mois de Photo, alla cui organizzazione hanno partecipato moltissime delle personalità che avevano dato vita a Venezia ’79 (Dolzani 2019).
Nelle Biennali successive la presenza della fotografia è stata costantemente confermata. Ricordiamo, ad esempio, il cowboy di Richard Prince (Panama, 1949) alla Biennale del 2003 e, in quella del 2007, le fotografie di Beirut scattate da Gabriele Basilico (Milano, 1944-2013).
 La 59. Esposizione Internazionale d’Arte
Il 23 aprile 2022 è stata aperta al pubblico la 59. Esposizione Internazionale d’Arte veneziana, che chiuderà i battenti il 27 novembre 2022.
La Biennale d’Arte ha le sue due sedi principali ai Giardini Napoleonici e all’interno della grande area dell’Arsenale. Inoltre comprende altre 59 sedi (29 con partecipazioni nazionali e 30 con eventi collaterali) disseminate in tutto il centro storico e a Forte Marghera. Infine, chi si trovasse in città verrebbe inevitabilmente catturato da quegli ulteriori eventi di carattere artistico e culturale, che sono stati programmati a Venezia nello stesso periodo di apertura della Biennale, allo scopo di giovarsi del suo grande potere di attrazione.
Una caratteristica saliente della 59. Biennale d'Arte è la sua scelta di genere. Come scrive la curatrice, Cecilia Alemani: “Per la prima volta negli oltre 127 anni di storia dell’istituzione veneziana, la Biennale include una maggioranza preponderante di artiste e persone non binarie” (Alemani 2022). Il titolo della mostra, “Il latte dei sogni”, è preso da un piccolo libro per bambini, pubblicato integralmente per la prima volta in Messico nel 2013, che riproduce i testi e i disegni che la pittrice surrealista Leonora Carrington fece negli anni ’50 per i propri figli (Carrington 2018). I personaggi fantastici (umani e animali) che abitano questo libro "accompagnano il viaggio immaginario attraverso le metamorfosi dei corpi e delle definizioni dell'umano" (Alemani 2022), che sono al centro delle tematiche indagate nella mostra.
 Il Padiglione Centrale ai Giardini
All'interno del Padiglione centrale troviamo "la culla della strega", una delle cinque "capsule storiche" ideate dalla curatrice, dove sono presenti opere di quattro fotografe del secolo scorso: Claude Cahun (1894, Francia – 1954, Regno Unito), Gertrud Arndt (1903, Polonia-2000, Germania), Ida Kar(1908, Russia – 1974, UK), Florence Henri (1893, USA – 1982, Francia).
Claude Cahun, fotografa e scrittrice legata al movimento surrealista, realizzava solitamente le sue opere insieme a Marcel Moore, sorellastra e amante dell'artista. La produzione della coppia venne divulgata anche in occasione della mostra Dancing with myself (2018) a Punta della Dogana. Cahun è presente con alcuni dei suoi famosi autoritratti.
Nella "culla della strega" troviamo anche gli autoritratti di Gertrud Arndt, della serie Maskenselbstbildnis (1930), nella quale l'artista si traveste per interpretare diversi tipi femminili.
Ida Kar, fotografa legata anch'essa al movimento surrealista, è presente con L’Étreinte (1940) e Surreal Study (1947), foto iconica che mostra il calco di due mani femminili.
Florence Henri è presente nel Padiglione Centrale con diverse fotografie, tra cui numerosi ritratti. L'autrice frequentò al Bauhaus i corsi di fotografia di Laszlo Moholy-Nagy e, in seguito, ebbe modo di frequentare autori come Feininger, Kandinsky, Breuer e Gropius.
Tumblr media
     Florence Henri, ritratto, 1930
Sempre nel Padiglione Centrale, tra le fotografe contemporanee ricordiamo Aneta Grzeszykowska (Polonia, 1974) e Louise Lawler (1974, USA).
Aneta Grzeszykowska espone gli scatti della serie Mama (2018), nei quali è raffigurata la figlia dell'artista che gioca con una bambola in grandezza naturale, che rappresenta l'artista medesima in modo molto realistico. Nelle fotografie i ruoli di madre e figlia sono invertiti: la bambina assume, nei confronti della sua mamma-giocattolo, atteggiamenti ambigui: da un lato teneri e amorevoli, dall'altro dominanti o addirittura sadici.
Tumblr media
     Aneta Grzeszykowska, fotografie dalla serie Mama,  2018
 Louise Lawler, riempie le pareti con le sue fotografie a colori stampate su vinile (Hair (adjusted to fit), 2005, 2019/2021).
Da non perdere, al Padiglione Centrale, il filmato Sirens (2019–2020) della famosa fotografa contemporanea americana Nan Goldin (1953, USA), conosciuta soprattutto per il suo photobook Ballad of Sexual Dependency (1979–1986). Sirens è un video sulla top model Donyale Luna, creato con il montaggio di frammenti tratti da film di autori famosi, come Fellini e Andy Wahrol.
 L’Arsenale
Anche nella sede dell'Arsenale sono presenti autrici del secolo scorso, come Marianne Brandt (1893 – 1983, Germania), Anna Coleman Ladd (1878 – 1939, USA) e Florence Henri (1893, USA – 1982, Francia).
Marianne Brandt frequentò dapprima la scuola d'arte a Weimar e in seguito il Bauhaus, divenendo vicedirettrice del laboratorio di lavorazione del metallo alla fine degli anni venti. Più conosciuta come designer di oggetti in metallo e come autrice di collages, è presente con un gruppo di fotografie, tra cui Autoritratto con gioielli per il Festival Metallico (1929), nel quale l'autrice, che aderiva al movimento femminista, è pettinata con il classico taglio dei capelli "alla maschietta".
Le fotografie di Anna Coleman Ladd documentano gli interventi fatti sui volti di militari francesi, tornati dalla prima guerra mondiale con i lineamenti sfigurati. Nella realizzazione delle protesi l'autrice si basò sulle fotografie scattate prima della guerra.
Florence Henri, che abbiamo trovato anche al Padiglione Centrale, compare all'Arsenale con un autoritratto nel quale l'autrice appare riflessa in uno specchio, elemento che compare di frequente in tutta la sua produzione.
Fra le fotografe contemporanee presenti all'Arsenale troviamo Joanna Piotrowska (1985, Polonia), Özlem Altın (1977, Germania) e Lynn Hershaman Leeson (1941, USA)
Joanna Piotrowska presenta una serie di fotografie realizzate tra il 2014 e il 2019 che esplorano comportamenti umani, prevalentemente di autodifesa, all'interno di ambienti domestici.
Özlem Altın espone un grande collage in bianco e nero (Translucent shield, 2022), dove le fotografie dell'autrice sono assemblate con altri materiali provenienti da fonti diverse e poi ripassate con inchiostro bianco.
L'artista americana Lynn Hershaman Leeson presenta tra l'altro fotografie di persone inesistenti, create con tecniche di intelligenza artificiale.
Tumblr media
Lynn  Hershaman Leeson, ritratto di persona inesistente creato con tecniche di  intelligenza artificiale, 2022
 Le partecipazioni nazionali e gli altri eventi in città
Alcuni contributi interessanti si trovano anche nei padiglioni dei Giardini dove hanno sede le partecipazioni nazionali. Nel padiglione canadese troviamo quattro grandi fotografie di Stan Douglas (Vancouver, 1960) che documentano i tumulti del 2011 a Londra, New York, Tunisi e Vancouver (2011 ≠ 1848).
Al padiglione dell'Austria, Jakob Lena Knebl (Austria 1970) e Ashley Hans Sheirl (Salisburgo 1956) espongono opere realizzate con tecniche diverse dove sono presenti i loro ritratti fotografici.
Concludiamo questa breve rassegna con un cenno alle altre esposizioni presenti in città per un arco di tempo che spesso coincide esattamente con quello di apertura della Biennale e che propongono opere fotografiche spesso di notevole interesse.
Fra le personali, la mostra allestita alla Casa dei Tre Oci (dal 11.03.22 al 23.10.22) su Sabine Weiss (1924-2021) "La poesia dell'istante" è forse la più significativa. Si tratta della più ampia rassegna finora realizzata sull'opera della fotografa franco-svizzera, scomparsa da meno di un anno.
Da non perdere anche l'esposizione "Light of Grey" (dal 21.04.22 al 27.11.22) presso la Fondazione Wilmotte, a Cannaregio, dove si può ammirare una nuova serie di fotografie della laguna di Venezia del maestro coreano Bae Bien-U (Corea, 1950).
Segnaliamo infine, fra le personali, all'ultimo piano del Fondaco dei Tedeschi (dal 20.04.22 al 27 11.2022) la mostra "Storie Invisibili" con fotografie dell'artista franco-marocchina Leila Alaoui.
Tumblr media
     JR, Valeriia, 2022 -   Scuola Grande Misericordia
Alla Scuola Grande della Misericordia (dal 23.04.22 al 07.08.22) troviamo un evento collaterale della 59 Biennale, costituito da una mostra collettiva organizzata in collaborazione con le autorità ucraine dal titolo "This is Ukraine: Defending Freedom". Insieme ad artisti molto noti come Marina Abramović (Serbia, 1946), Damien Hirst (Regno Unito, 1965) e Takashi Murakami (Giappone, 1962), sono presenti i fotografi JR (Francia, 1983) e Boris Mikhailov (Ucraina, 1938). JR espone una gigantografia lunga circa 45 metri che ritrae Valeriia, una bambina di 5 anni nata in Ucraina. L'opera è molto conosciuta perché è apparsa la primavera scorsa sulla copertina della rivista Time.
A Palazzo Mora, sede delle collettive "Strutture personali" e "Tempo-Spazio-Esistenza" (dal 23.04.22 al 27.11.22), fra le numerose e diverse opere esposte, troviamo una serie di scatti di Martin Parr (Regno Unito, 1952), le raccolte "Aguas de Ouro" (Spiaggia di Ipanema, 2020) e "Scarti di Tempo" (2022) di Sandra Cattaneo Adorno (Rio de Janeiro, 1953) e la fotografia "Monstrous Paradise" (2017) di Nobuyoshi Araki (Tokyo, 1940).
Tumblr media
     Martin Parr, Magdalene Ball, Cambridge, England, 2015 
Segnaliamo infine la mostra "Burning Matter"allestita presso lo Studio 454 alla Giudecca (23.04.22 - 27.11.22) dal fotografo Tiane Doan na Champassak (Francia, 1973), che presenta, insieme ad alcuni suoi libri d'artista, alcuni famosi libri fotografici come "Various Small Fires and Milk" di Ed Rusha. 
 Bibliografia
Alemani Cecilia (2022), Il latte dei sogni, in AA.VV., 59. Esposizione internazionale d’arte. Guida Breve. Venezia: La Biennale di Venezia.
Campany, David (2003), Art and photography. London: Phaidon Press
Cotton, Charlotte (2004), La fotografia come arte contemporanea. Ed. italiana (2010) Torino: Einaudi.
Carrigton, Leonora, Il latte dei sogni. Milano: Adelphi.
Dolzani, Francesca (2019), Il gioco di nessuno. La forma biennale tra Venezia e Parigi nella fotografia del dopoguerra fino agli anni Ottanta, in Storie della Biennale di Venezia Stefania Portinari, Stefania e Stringa, Nico, a cura di. Venezia: Edizioni Ca’ Foscari.
------------------
Si ringrazia Lorenzo Ranzato per la collaborazione nella parte introduttiva.
0 notes
ilcontroverso · 3 years
Text
Disabilità, la voce della segregazione .
"Segregazione è una nozione politica che mette alla luce rapporti sociali di dominio: presuppone che da un lato ci sia il soggetto segregato e dall'altro il soggetto segregante, e soprattutto da soggetti che trovano consensi per queste stesse pratiche. "
La lingua italiana offre diverse parole per descrivere l’esclusione dalla società e l’isolamento. Parlando di persone con disabilità si inizia però a parlare di istituzionalizzazione, che esprime invece l’internare una persona in un luogo fisico all’interno del quale non potrà più uscire. E’ difficile comprendere il concetto di segregazione, tuttavia lo si può inserire in diversi settori:…
Tumblr media
View On WordPress
0 notes
toroseduto947 · 3 years
Link
0 notes
purpleavenuecupcake · 3 years
Text
Mipaaf: riunita la filiera lattiero-casearia
Tumblr media
Al centro dell'incontro prezzo del latte alla stalla e istituzionalizzazione del tavolo Si è tenuto oggi in videoconferenza la riunione del tavolo di filiera lattiero-casearia, alla presenza del ministro delle Politiche Agricole Stefano Patuanelli. Al centro della riunione il prezzo del latte alla stalla e la situazione del mercato lattiero caseario in Italia. Nel corso della riunione, cui hanno partecipato le organizzazioni agricole, le cooperative, l'industria e la Grande distribuzione organizzata, sono state affrontate diverse problematiche afferenti al settore.  Il Ministro Patuanelli ha ribadito, da un lato, la necessità di un accordo di filiera per garantire un adeguato prezzo ai produttori e, dall’altro, ha accolto le richieste pervenute riguardo la necessità di istituzionalizzare il tavolo lattiero caseario come appuntamento strategico per portare avanti un confronto costante e mettere a punto un piano sul futuro del settore. Il ministro ha inoltre auspicato che nelle prossime ore si possa già procedere con la sottoscrizione di un protocollo di intesa della filiera. Read the full article
0 notes
concorsioss · 3 years
Text
Corso online di Socio Culturale per partecipare al Concorso Oss
Tumblr media
Questo corso online è rivolto a chi è interessato a studiare l’Area Socio-Culturale e a chi è già in possesso di un Attestato di Qualifica Professionale OSS e necessita di un ripasso. Nello specifico il presente corso di insegnamento verte sui moduli relativi all’approccio multidisciplinare alle problematiche invecchiamento/anziano, malato terminale, emarginazione, disagio sociale, disagio psichico, dipendenze, istituzionalizzazione e alla realizzazione di attività di animazione rivolte a gruppi e a singoli in collaborazione con il personale competente. Il corso Socio Culturale rimarrà attivo per 1 anno durante il quale potrete usufruire di tutto il materiale in esso contenuto, ascoltare i video per ripassare l'argomento e continuare a esercitarvi con le prove alla fine di ogni modulo. Anteprima dell'introduzione al corso.  Per maggiori informazioni segui il nostro sito https://www.concorsioss.cedservizi.it/courses/corso-area-socio-culturale/
0 notes