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#la bottega del caffè
libriaco · 1 year
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Un caffè?
Dedicato a @ross-nekochan, colpita dalla piu terribile delle disgrazie, là, nel lontano e incivile Cipango.
Nell'Oriente era in uso la bevanda del caffè sino al tempo della presa di Costantinopoli fatta da’ Maomettani, cioè circa la metà del secolo decimo quinto; ma nell’Europa non è più d'un secolo da che vi è nota. La più antica memoria che sen abbia è del 1644, anno in cui ne fu portato a Marsiglia, dove si stabilì la prima bottega di caffè aperta in Europa l’anno 1671. La perfezione della bevanda del caffè dipende primieramente dalla perfezione del caffè medesimo, il quale vuol essere arabo, e nell’Arabia stessa non ogni campo lo produce d’egual bontà, come non ogni spiaggia d’una provincia produce vini di forza eguale. Il migliore d’ogni altro è quello ch’io uso, cioè quello che si vende al Bazar, ossia al mercato di Betelfaguy, città distante cento miglia circa da Mocha. Ivi gli Arabi delle campagne vicine portano il caffè entro alcuni sacchi di paglia, e ne caricano i cameli; ivi per mezzo dei banian i forestieri lo comprano.
Tratto dall'articolo: Storia naturale del Caffè, di Pietro Verri, ne: Il caffè, Giugno 1764. Riportato in: Il Caffè, a cura di G. Roverato, Treviso, Canova, 1975
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missviolet1847 · 2 years
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Magnifico il Teatro Donizetti ( ristrutturato ) a Bergamo e un bravissimo Michele Placido con "La bottega del caffè" di Goldoni !
# Teatro Donizetti - Bergamo
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manifestocarnivoro · 12 days
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LA GRANDA, TUTTO LO SPAZIO PER LA CARNE
Quello de La Granda a Genola è uno spazio multifunzionale con bar, bistrot, cucina, banco macelleria (a sinistra), bottega dei sapori tipici, celle frigorifere e laboratori di lavorazione e trasformazione della carne. Aperto da mattina a sera per diverse occasioni di consumo, dal caffè all’aperitivo fino alla cena e naturalmente per la spesa di eccellenze agroalimentari e carni di Piemontese. «La chiave di volta per esaltare il gusto della carne, sono i fieni polifiti, composti da tante varietà di erba» spiega Sergio Capaldo. «Col professor Andrea Cavallera ricostituimmo prati stabili e avvicendati, ripristinammo la concimazione del suolo con biofertilizzanti naturali per dare alle piante il microbiota che le radici si aspettavano, ottenendo mais e fieni con un valore nutrizionale importante».
Fonte: “La Granda” di Massimiliano Rella, Eurocarni 7/24
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lamilanomagazine · 1 year
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Vicenza: al Parco della Pace in arrivo l'Hangar Palooza, attività sportive e tanta musica
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Vicenza: al Parco della Pace in arrivo l'Hangar Palooza, attività sportive e tanta musica. Sono attive le prenotazioni per le attività al Parco della Pace previste durante l'Hangar Palooza festival, il grande evento dedicato a tutte le fasce d'età che si terrà il 13, 14 e 15 ottobre. Attraverso il sito internet dell'evento bit.ly/prenotazionehangarpalooza si potrà scegliere tra opportunità di vario genere per organizzare la propria permanenza nella grande area verde cittadina aperta in via eccezionale in occasione dei tre giorni di festa. Visite al parco, brunch, workshop, cinema notturno, degustazione di vini sono le proposte per le quali viene richiesta la prenotazione, per una migliore organizzazione. Attività su prenotazione: Il parco si potrà "esplorare" a bordo del trenino eco express con 20 posti che sarà attivo sabato 14 e domenica 15 ottobre dalle 14 alle 18. Il percorso durerà 15 minuti e consentirà di ammirare la flora e la fauna del parco (biglietto 3 euro). Chi preferisce visitare il parco a piedi potrà farlo, a piccoli gruppi, insieme ai volontari di Lipu, WWF e ai tecnici del servizio ambiente, energia e territorio del Comune di Vicenza sabato 14 e domenica 15 ottobre dalle 9 alle 12.30 e dalle 14 alle 18. La partecipazione è gratuita e il percorso durerà 40 minuti. Sabato 14 ottobre dalle 9.30 alle 12.30 si potrà partecipare ad un workshop sulla comunicazione non violenta di M. B. Rosenberg a cura di Angela Attianese, formatrice e facilitatrice CNV certificata dal CNVC. Il laboratorio è rivolto a tutte le persone che vogliono prendersi cura di se stesse e delle relazioni con gli altri. Sono previsti al massimo 25 partecipanti. L'evento è gratuito. Sabato 14 e domenica 15 dalle 9 alle 10 è prevista una sessione di Hatha flow con Yasmine Sinno e Silvia Mariossi. Si tratta di una pratica in cui le posture dell'Hatha Yoga vengono legate tra di loro e proposte in una sequenza fluida a ritmo moderato accessibile a tutti i livelli (portare il tappetino). Attività gratuita. Kitsch kitchen è il workshop di decorazione di oggetti in programma il 15 ottobre dalle 14 alle 16 con Stella Tasca che insegnerà come assemblare piccoli elementi di materiale diverso, decorando con pennarelli e stencil creati ad hoc per dare vita ad estetiche moderne ed estrose. Insieme cooperativa sociale metterà a disposizione materiali da decorare oppure ciascuno potrà portare oggetti propri da casa. Attività gratuita. Sempre il 15 ottobre dalle 14 alle 16 si imparerà a dare una seconda chance ai capi d'abbigliamento. RicAmav - per il tuo vestito finito in fondo al cassetto con Elenonora Zerbetto: ingresso libero. La prenotazione è necessaria anche per il Cine club, il cinema notturno a cura del Cinema Odeon. Il 13 ottobre dalle 2 si potrà assistere a "Cannibal Holocaust" di Ruggero Deodato (Horror club), il 14 ottobre dalle 2 a "The Warriors - I guerrieri della notte di Walter Hill" di Walter Hill. Ingresso libero (Cine club di sabato e domenica alle 18 non necessita di prenotazione). Al Parco della Pace ci sarà l'occasione per gustare un brunch vegano o vegetariano a cura di Silene bio bottega e cucina. Il 14 e il 15 ottobre dalle 11 alle 14 si potrà ricevere un box di materiale compostabile comprensivo di posate anch'esse compostabili con all'interno 5 proposte dolci e salate accompagnate da succo di mela e caffè americano. Ogni box avrà il costo di 15 euro. Il menu dettagliato è disponibile sulla specifica sezione dedicata alla prenotazione. Una degustazione vini naturali del Veneto domenica 15 ottobre sarà condotta da Simone Fanton che promuoverà la conoscenza di piccoli vignaioli dislocati nella regione. Le degustazioni sono a pagamento. Per costi e fasce orarie disponibili consultare il link per la prenotazione. Oltre agli eventi su prenotazione sono molte altre le attività in programma. Il programma completo si trova nel sito http://www.hangarpalooza.it/ Eventi musicali Gli eventi musicali vedono tra i nomi più noti Populous, testimonial della musica elettronica italiana nel mondo, i Derozer, storico gruppo della città e tra le più note band italiane della scena punk rock, e la storica band Casino Royale composta da veterani e nuove leve con i nuovi brani tratti dall'ultimo EP "Polaris. Altri eventi Oltre alla musica live ci saranno dj set, dibattiti, cineforum, workshop, jam session, concerti all'alba, spettacoli busker, writer, mercatino artigianale e biologico, truck food. Sport Al Parco della Pace si potrà anche praticare sport. Sabato 14 alle 11 appuntamento speciale con "Corri x Vicenza" l'iniziativa di Atletica Vicentina che accompagna gli appassionati di running ogni martedì per le vie della città. Sabato, in occasione del Festival, verrà effettuato un percorso all'interno del parco. https://atleticavicentina.com/eventi/corri-x-vicenza/ Sabato 14, in mattinata, Open Day Rangers Rugby dedicato ai per bambini e ragazzi che vogliono sperimentare questa disciplina https://www.rangersrugbyvicenza.it/ Sabato 14 dalle 14 alle 17 e domenica 15 ottobre dalle 9 alle 12 il Circolo tennis Vicenza sarà a disposizione di bambini, ragazzi e adulti per prove. https://circolotennisvicenza.it/ Domenica 15 oltre al tennis si potrà provare Spartan workout dalle 10 alle 12, tiro con l'arco dalle 9 alle 18 a cura della Compagnia Arcieri Vicenza (https://www.arcierivicenza.it/) e il Canoa club Vicenza sarà a disposizione di bambini e ragazzi per un simpatico giretto in canoa dalle 10 alle 16. Infine domenica 15 ottobre dalle 10 alle 13 al campo di rugby verrà disputata la partita internazionale under 16 con Rangers Rugby. Area food Al parco della Pace si potrà anche pranzare e cenare nell'area truck food con burrito e tacos, hamburger e fritti, polpette e altre sfiziosità, pizza o con la cucina vegana. Scuole Nella mattinata di venerdì 13 ottobre saranno coinvolte anche le scuole con attività a loro dedicate. Domenica ecologica In concomitanza con Hangar Palooza Festival domenica 15 ottobre è organizzata anche la Domenica ecologica, a cura dell'assessorato all'ambiente, che prevede eventi tra Quartiere Italia, Parco della Pace e centro storico. Informazioni e programma: https://www.comune.vicenza.it/vicenza/eventi/evento.php/356017 Ingresso al parco All'ingresso al Parco della Pace durante i tre giorni, a partire dalle 18, sarà richiesto 1 euro a copertura delle spese. Sarà a disposizione un parcheggio e anche in questo caso verrà richiesto un contributo di 5 euro, sempre per sostenere le spese di organizzazione. L'intenzione è comunque quella di incentivare l'arrivo al parco con altri mezzi a piedi con l'autobus (è disponibile la corsa numero 9, orari  al link) oppure in bicletta. Sarà a disposizione una postazione per il bike-sharing: si potranno utilizzare e-bike e biciclette muscolari per raggiungere il Parco della Pace e per spostarsi dal parco ad altre zone della città. RIDEMOVI Spa, l'azienda che gestisce il servizio per il Comune di Vicenza, proporrà sconti dedicati alla tre giorni di festival: sconti per i pacchetti da 30 e 60 minuti, per il pass da un giorno e per il "30 giorni movi prime" e la riduzione del 10% sull'abbonamento trimestrale o annuale con bici muscolari. Hangar Palooza è organizzato dal Comune di Vicenza e dal Coordinamento Festival di Vicenza che riunisce le sei feste rock che per tradizione animano l'estate in città: Jamrock, Lumen, Riviera Folk, Ferrock, From Disco To Disco e Spiorock.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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enkeynetwork · 1 year
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jacopocioni · 1 year
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Rosticcerie, venditori ambulanti e caffè a Firenze nel XVIII secolo
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Giuseppe Conti Firenze Vecchia, frontespizio delle’edizione Vallecchi del 1928 Quando, scorrendo nel tempo, le osterie furono abbandonate dai pensatori e dagli artisti e non furono più luogo di conversari e di burle imbastite o vissute, si trasformarono in quelle che sono oggi le nostre trattorie. Siamo a Firenze intorno al XVIII secolo e grazie a Giuseppe Conti e al suo libro intitolato Firenze vecchia scopriamo rinomate trattorie del tempo, come quella della Cervia, sull’angolo di via dei Cardinali oggi via dei Medici, ma soprattutto si resta colpiti dalla presenza in città anche di un nuovo tipo di ristorazione: le rosticcerie e i venditori ambulanti di cibo cotto. Colpisce perché non immagineremmo una presenza, molto simile all’attuale, di luoghi di ristorazione da asporto. Scrive il Conti che la rosticceria più nota era quella della Fila, in via del Corso, la più antica di Firenze perché sembra esistesse già dal XVII secolo. Aggiunge che la sua rinomanza fosse addirittura proverbiale perché in occasione o di solennità o di feste era davvero infinito il numero di polli che vi si arrostivano e poi l’agnello e i fegatelli e il maiale, e il fritto, ma la vitella di latte sembra proprio facesse resuscitare i morti.
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Firenze Palazzo Bombicci in Piazza Signoria angolo via dei Calzaioli Tra gli ambulanti racconta di una figura caratteristica che richiamava tantissima gente e non di giorno, ma ce lo descrive in piazza del Granduca, l’attuale piazza Signoria, dove si piantava vicino alla cantonata di Via Calzaioli, sulla gradinata del palazzetto Bombicci, e non riparava a smerciare i suoi maccheroni”: “tutte le sere verso le ventiquattro arrivava col suo carretto pieno di panieroni da cinque fiaschi, nei quali panieroni metteva uno sull’altro tanti piccoli piatti coperti, dove c’erano dei maccheroni freddi, che andavano via a ruba appena li metteva fuori. Di ogni piatto ne tagliava cinque spicchi; da una scodella piena di cacio di Roma grattato ne pigliava pulitamente con le mani un pizzicotto, li incaciava, e con un bussolotto bucato ci spruzzava il pepe e ne dava via ad un quattrino lo spicchio”. Possiamo ancora oggi immaginare il nostro Martino nei pressi di palazzo Bombicci anche se diverso nella sua attuale struttura: di origine trecentesca, fu uno dei pochi ad essere risparmiato dall’ampliamento di via dei Calzaioli, il lato principale si trova proprio su questa strada angolo via della Condotta e piazza della Signoria. Dai primi anni del Settecento in poi le osterie vennero a perdere il loro ruolo di luoghi di ritrovo per i ceti elevati, artisti, conversazioni o burle alla toscana e lo acquisirono via via i Caffè che si affermarono nell’Ottocento. A conferma abbiamo la testimonianza di un illustre cittadino del tempo, Giovanni Targioni Tozzetti, medico e studioso fiorentino, che scrive in un saggio dedicato al figlio Ottaviano “Io mi ricordo sempre con piacere dei dilettevoli e istruttivi crocchi che si facevano mattina e sera nella bottega di libraio e poi nei caffè di Panone e dello Svizzero dove i galantuomini si adunavano in certe ore e sollevavano l’animo con lieti ed insieme dotti discorsi e si aveva una gran scuola del mondo”. In un altro saggio in cui scrive delle “bevande calde forestiere” diffusesi anche in Firenze ai tempi di Ferdinando II e oggi “familiarissime” a tutti gli strati sociali, il caffè e la cioccolata, che indica come “equivalenti e succedanei” del vino, il primo per gli Arabi e la seconda per gli Americani e aggiunge “ma forse non ugualmente utili per noi che siamo soliti bevere promiscuamente il vino” Aggiunge quindi una notizia curiosa: ”In Firenze la prima Bottega dove si vendesse Caffè fu quella detta del Burma, come ricavo da una Cicalata di Giulio Benedetto Lorenzini” La Bottega detta del Burma è collocata da molti studiosi in via Porta Rossa, come Panone, mentre lo Svizzero in via Calzaioli, ma altri collocano Panone in Via Por Santa Maria. Quel che resta per certo è che il Caffè ha soppiantato nell’Ottocento quello delle vecchie osterie del Quattro/Cinquecento dove abbiamo visto convenire spiriti bizzarri nonché i dotti e i “signori” come Lorenzo il Magnifico. https://tuttatoscana.net/storia-e-microstoria-2/microstoria-in-cucina-rosticcerie-venditori-ambulanti-e-caffe-a-firenze-nel-xviii-secolo/
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personal-reporter · 1 year
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Ottone Rosai, raccontare la Firenze del Novecento
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Il pittore che visse una vita segnata dall’amore per l’arte… Ottone Rosai nacque il 28 aprile 1895 in via Cimabue, nel cuore di uno dei vecchi quartieri di case popolari di Firenze, il  padre, Giuseppe, era fiorentino, la madre, Daria Deboletti, della provincia di Siena, ed ebbero altri tre figli: Ada, Oreste e Perseo. Il nonno paterno, valente intagliatore, aveva lasciato in eredità ai suoi  discendenti una bottega d’antiquariato con laboratorio artigiano annesso, ma la speranza di Giuseppe di indurre il primogenito a continuare la tradizione di famiglia fu  ben presto delusa, dato che si iscrisse all’Istituto d’Arti Decorative in piazza Santa Croce, dove non rimase che per poco tempo. Successivamente Ottone frequentò il Regio Istituto di Belle Arti ma, se  i risultati dei corsi di studio erano  buoni, dopo un diverbio con il maestro Calosci fu immediatamente cacciato. Inadatto alle costrizioni, Rosai passò la sua adolescenza tra la passione per le sale da gioco, i caffè, il biliardo, ma soprattutto la vita notturna nella Firenze popolare. Del novembre 1913, a Firenze, in un locale di via Cavour, allestì la sua prima mostra insieme a Betto Lotti e nella stessa  strada, dal libraio Gonnelli, era vistabile quella dei futuristi di Lacerba, condotti da Papini. I futuristi una sera visitarono la vicina esposizione, dove conobbero Rosai, che divenne amico di  Marinetti, Boccioni, Palazzeschi, Carrà, Severini e Soffici, suo amico, maestro e punto di riferimento per tutti gli anni Venti, facendogli scoprire l’innovativa lezione di Cézanne e il cubismo di Picasso. Nel 1915 Rosai si arruolò come volontario all’entrata dell’Italia nella prima guerra mondiale e fu decorato più volte per atti eroici e a cui dedicò le memorie di Libro di un teppista (1919) Dentro la guerra (1934). Fra il 1919 e il 1920 Ottone orientò la sua ricerca espressiva, tra tele e disegni di piccole dimensioni che restano  fra gli esiti più significativi dell’arte italiana del Novecento. Nel novembre 1920 espose alcuni fra i migliori lavori del periodo in una mostra personale ordinata nelle sale di Palazzo Capponi, a Firenze, ma nel febbraio 1922 il  padre, oppresso dai debiti, si suicidò gettandosi nelle acque dell’Arno. Il 17 aprile 1924 il pittore sposò Francesca Fei, un’impiegata del giornale La Nazione conosciuta nel 1921, ma per saldare i debiti dovette vendere, a poche lire, gli oggetti di casa e i quadri più belli per saldare i conti in sospeso del padre e solo nel 1927 riprese a dipingere con una certa continuità. Nel 1930 pubblicò Via Toscanella per Vallecchi e un anno dopo affittò nella frazione di Villamagna un casotto da adibire a studio. In quegli anni Rosai divenne amico di Montale e dei giovani poeti ermetici, oltre che con lo scrittore Romano  Bilenchi. Nel 1942 gli fu assegnata la cattedra di pittura dell’Accademia di Firenze, mentre dipingeva una serie di autoritratti e alcune emblematiche crocefissioni. Dopo la seconda guerra mondiale Rosai prese parte a una serie di mostre internazionali che lo videro  protagonista, dal 1950 in poi, anche a Parigi, Zurigo, Londra e Monaco di Baviera. Nel 1952, alla Biennale di Venezia, gli fu dedicata un’intera sala, ma i membri della giuria per l’assegnazione dei premi gli negarono il riconoscimento ufficiale. Quando nella primavera del 1957 Pier Carlo Santini organizzò ad Ivrea, presso il Centro Culturale Olivetti, un’importante rassegna antologica incentrata sulla figura umana, Rosai si recò in Piemonte per curare personalmente l’allestimento, ma, nella notte del 13 maggio, mori per un malore in una camera dell’Albergo Dora. Read the full article
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quellodeiborghi · 2 years
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Collinando – La cucina della Trattoria Ivano Sfoggia a Selva del Montello
Nel 1993 la rivista l'Etichetta diretta da Luigi Veronelli dedicava al Montello un 'dossier' informativo di notevole evidenza. Un buon modo dunque per ricordare l'illustre enogastronomo e riscoprire gli inediti del buon e bello vivere dei tempi d'oggi.
Borghi d'Europa 'riprende' i temi di quel viaggio del gusto, per proporre all'interno dei Percorsi Internazionali, gli appunti sul Montello.
I temi scelti :
i formaggi di capra dell'azienda agricola Col dei Laghetti ; le Vie della Pizza con la Pizzeria Vesuvio a Venegazzù ; le delizie segnalate da Fabio Stefanon de La Bottega dei Sapori Crai di Pederiva di Montebelluna ; il pane di Antico Forno di Caerano san Marco ; i vini dell'azienda agricola del comm. Rosalio Pozzobon di Volpago del Montello ; l'Agribirrificio Napinta ; la cucina della Trattoria Ivano Sfoggia a Selva del Montello ; il caffè e i dolci della Pasticceria Loana di Biadene ; la Panetteria Pandolfo di Caonada .
Le tagliatelle ai funghi porcini alla Trattoria di Ivano Sfoggia a Selva del Montello
Da Giallo Zafferano : " Benvenuto autunno! Quale modo migliore di celebrare questa stagione ricca di colori caldi, sgargianti e sapori prelibati se non con un buon piatto di tagliatelle ai funghi porcini! Un primo piatto di pasta fresca tra i più classici autunnali, dal gusto intenso e avvolgente. Le tagliatelle, fatte rigorosamente a mano, hanno la porosità giusta per assorbire tutto il sapore dei carnosi funghi porcini trifolati, protagonisti popolari e indiscussi della stagione. Semplice da preparare e molto gustosa, questa ricetta succulenta è ideale per i vostri menu domenicali! Riunite a pranzo tutta la famiglia: seguendo passo passo il procedimento scoprirete i segreti per sfoggiare un perfetto piatto di tagliatelle ai funghi porcini! "
La scelta dei comunicatori e dei giornalisti di Borghi d'Europa è caduta sulla Trattoria di Ivano Sfoggia, in quel di Selva del Montello, uno dei luoghi del desiderio dei nostri Percorsi.
Ivano è per davvero un personaggio, che ha saputo e sa interpretare le tradizioni con uno spirito
inedito, al di fuori di tutti gli schemi a cui ci ha abituati una certa cucina di regime.
Ci ritorniamo sempre volentieri, a conferma che il talento, nel Montello, non è del tutto scomparso!
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attorenovizio · 4 years
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"La gola è un vizio che non finisce mai, ed è quel vizio che cresce sempre quanto più l’uomo invecchia" (La Bottega Del Caffè)
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ozu-teapot · 4 years
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Das Kaffeehaus | Rainer Werner Fassbinder | 1970
Das Kaffeehaus is a 1970 TV production by Fassbinder of a 1750 play by Carlo Goldoni (La bottega del caffè).
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libriaco · 1 year
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Nerissimo
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RIDOLFO: Tutti cercan di fare quello che fanno gli altri. Una volta correva l'acquavite, adesso è in voga il caffè.
C. Goldoni, La bottega del caffè [1750]. Scaricabile da LiberLiber.
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bottegamarvel · 4 years
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✴️ Secondo uno screenshot di una chat con l'assistenza clienti Disney+ (tramite un utente di Twitter @cinemAddikt) in America Latina, WandaVision è stato ritardato a gennaio. Tuttavia, è importante notare che questo ritardo potrebbe essere nazionale, e la prossima serie Marvel potrebbe ancora uscire nel servizio streaming Disney nella sua data di uscita di dicembre che ad oggi potrebbe essere verso la metà/fine del prossimo mese.
Tradotto più o meno il messaggio in spagnolo del servizio clienti Disney+ latino-americano dice:
"Sì, stanno cercando di promuovere i classici Disney, ma naturalmente ci saranno molti più contenuti, come accennato in precedenza, come I Simpson, avremo i film e le serie Marvel; WandaVision debutta a gennaio. documentari del National Geographic, ecc."
Non ci resta che attendere un prossimo trailer o delle conferme ufficiali!
⬇️ Fammi sapere cosa ne pensi qui sotto!
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levysoft · 4 years
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Sebbene le sue origini siano napoletane e, ancora oggi si senta forte l'appartenenza della tombola alla città di Napoli, la tombolata ha anche una lunga tradizione romana, o meglio, tiburtina.
La Tombola Tiburtina
I Tiburtini erano soliti riunirsi per estrarre i numeretti e riempire le cartelle della tombola, dando ad ogni numero un soprannome, tramandato nei secoli e arrivato fino a noi. Se i napoletani hanno la loro "smorfia" infatti, i romani hanno quei soprannomi divertenti, pittoreschi a caratterizzare le piacevoli tombolate del Natale.
Di seguito l'elenco di tutti i 90 numeri della tombola tiburtina diventati oggi quelli della tombola romana:
lu più rossu o pippetto
luddù
baciu oppure Cazzetta
bara o beccamorti
la mano
la befana o stupido che sei
i dolori o er padre
l’occhiali o chinotto
le scarpe o le commari
merluzzo e baccalà o pasta e ceci
i zeppetti
la dozzina
fortuna o il diavol
san Valentino
i belli
se dice ma nun se fa
la desgrazzia
er sangue
mbriacò
la festa
la primavera
le carrozzelle
bucio de’ culo
la vigilia
Natale
S. Stefano
co’ l’innocenti so’ finite le feste e li quattrini
er prete
pozzi cascà
spigni che c’entra
ogni giorno ne capita uno
er pesciarolo
l’anni de Cristo
la coccia
gabbia de matti
er ballo
er frate
la battilonda
er cappio ar collo
la gallina canta
er cortello
er caffè
le campanelle
le ricottelle
er vino bono
i sordi
morto che parla
oggi li conto e domani te li porto
la ciccia
mezzo quintale
er giardino
tu’ madre
er vecchio
er cappello
le spie der colle
colui che cade rotolando
er gobbo
Zi’ Checca
i peli
la madonna
er cacciatore
l’ammazzato
la sposa
er vestito bono
er piagnone
le du’ zitelle
la chitarra
la contestazione
su e giù
nessuno la picchia
Peppulitto
la morra
l’ospedale
la grotta
la purce
la fontana
le gambe delle vecchie
er quadretto
er ladro
la pelosa
i fiori
er pranzo
er tempaccio
la Chiesa
le anime der purgatorio
la bottega
i pidocchi
l’occhialoni
la vecchia
la paura
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lamilanomagazine · 1 year
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Trento: arriva “Arte in bottega” e la città si trasforma in palcoscenico
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Trento: arriva “Arte in bottega” e la città si trasforma in palcoscenico. Mancano solo un giorno ad “Arte in bottega”, l’evento che trasformerà il centro storico di Trento in un palcoscenico a cielo aperto con 26 formazioni artistiche e oltre 70 performance per 6 ore di spettacolo. L’appuntamento è per venerdì 8 settembre a partire dalle ore 17. La pluralità di linguaggi espressivi appartenenti al mondo della musica, della danza, del teatro, dell’arte di strada, della poesia e della sperimentazione elettronica offrirà al pubblico occasioni di divertimento adatte a tutte le età e a tutti i gusti. Grande varietà degli stili nell’ambito della danza con coreografie di modern, hip hop, danza urbana e freestyle, ma anche nel teatro che offrirà spettacoli di prosa, reading musicati e musical. Il panorama musicale permetterà inoltre al pubblico di assaporare ritmi e suoni diversi, passando dalla purezza della musica classica all’energia vibrante del rock, dalle note calde e sensuali del repertorio sudamericano all’eleganza del jazz, senza dimenticare le più belle canzoni della musica italiana o delle colonne sonore più iconiche della storia del cinema. DANZA Nta Dance School con Voci di principessa, ospitato da Amanito shop in via Cavour 26 alle ore 17, 19 e 21, omaggerà i più bei film di animazione Disney con il linguaggio della danza modern, hip hop e contemporanea su basi musicali cantate. L’associazione Gdm Val di Cembra proporrà in collaborazione con Infinity Dj uno spettacolo di danza urbana e freestyle con dj set. Urban Show si svolgerà al Bar Pasi di piazza Pasi alle ore 17, 19 e 21. La compagnia di danza D.Lab farà invece viaggiare il pubblico tra i ritmi dell’Oriente con Est, spettacolo di danza moderna contemporanea che si svolgerà alla Bottega del caffè Dersut in Piazzetta delle Erbe alle ore 18, 20 e 22. TEATRO Gli amanti del teatro potranno soffermarsi al City Bar di via Roggia Grande 24 alle ore 17, 19 e 21 per vedere lo spettacolo de Il Funambolo A distanza, in cui il teatro incontrerà la letteratura e l’illustrazione dal vivo. Luna racconta...storie all'ombra della luna è invece la proposta di Elisa Salvini (attrice) e Martina Mosconi (fisarmonica), ospiti di Trentino Weddings in via Torre Verde 58 alle ore 17, 19 e 21. Musica e parole saranno le protagoniste anche dello spettacolo A second of feare, ideato dalla compagnia Rifiuti speciali che si esibirà all’enoteca Vinom di via Verdi 71 alle ore 17, 19 e 21. La storia di Trento entra in scena nello spettacolo La soffitta di Trento “a la carte” dell’omonima compagnia La Soffitta di Trento, che animerà in dialetto alcune foto storiche della città alla libreria Due punti di via San Martino 78 alle ore 17, 19 e 21. Gli amanti del musical e del tip tap potranno divertirsi con Tapsteps to Broadway, proposto da Triple Threat Musical, che si esibirà alla boutique Ana Duia di Largo Carducci 22 alle ore 17, 19 e 21. La Compagnia dei Bravi alle ore 18, 20 e 22, porterà in scena alla Casa del caffè di via San Pietro 38 Circus Bidonì, performance che unisce clownerie e teatro comico. MUSICA DuoCellissimo (duo di violoncelli) con Happy Cello Hour presenterà al Bar Incentro di piazza Duomo alle ore 18, 20 e 22 opere originali appositamente scritte per esaltare i suoni gravi e morbidi del violoncello. Viaggio a più tappe nella tradizione popolare del Duo Andretti – Lenardon, che si esibirà al bar Il Monello di via Mazzini 11 alle ore 17, 19 e 21, calerà il pubblico nell’atmosfera di brani folkloristici creati dall’incontro di flauto e chitarra. Ritmi latini, musica brasiliana e bossanova, ma anche italiana d’autore saranno invece il filo conduttore del trio Eu, Vocè, Nos Duet, che aspetterà il pubblico al Gallo Blu Bar di piazza Santa Maria Maggiore 19 alle ore 18, 20 e 22. Anche Anemos Trio con il suo spettacolo Il soffio sonoro che incontra il mare e si fa canto porterà il pubblico a viaggiare tra Sud America e Italia, vicino all’osteria Il posto di Ste nella piazzetta del Sass alle ore 18, 20 e 22. La band Fare Jazz si esibirà invece in Sextet Quartet Dixie Band proponendo al pubblico le pietre miliari del Dixieland e del New Orleans Jazz al KT Store di via Galilei 22 alle ore 17, 19 e 21. Arrangiamenti per lo strumento in solo e composizioni originali di musica classica, jazz e pop saranno il repertorio del chitarrista Federico Bosio, ospite di 19dieci in Largo Carducci 37 alle ore 18, 20 e 22. Il ritmo del blues incontrerà soul, jazz e pop nell’esibizione Anima Blues del Villanova Duet, che suonerà al bar La bella vita in piazza Lodron alle 18, 20 e 22. Al ristorante Le scuderie del castello, in piazza Mostra 30 alle ore 17, 19 e 21, il pubblico potrà assistere al concerto Acoustic live session della band True Notes, che spazierà dal pop al rock, alla musica leggera internazionale. Il duo Double Trouble (voce e contrabbasso) con la performance 6 gradi di swing proporrà alle 17, 19 e 21 al negozio Sottosopra Calaresu di via del Simonino 7 una serie di pezzi in chiave swing inframmezzati dal racconto di aneddoti. Alla pasticceria Momi di piazza Cesare Battisti 4 alle ore 18, 20 e 22 If Sara Wakes Up si esibirà in una serie di cover dei più grandi successi pop, rock e dance dagli anni Novanta ad oggi. Escape Rum suonerà al pub L’angolo dei 33 di via Calepina 33 alle ore 18, 20 e 22, proponendo con Distillato di musica ad alto “volume” un tributo agli artisti della scena rock internazionale di cui racconteranno aneddoti e curiosità. Direttamente da Innsbruck arriverà al bar Baccus di piazza Fiera 11 il gruppo Echoes, che si esibirà alle ore 18, 20 e 22 in un concerto che unisce i suoni tipici dello shoegaze alle chitarre elettriche. A La quinta del sordo in via del Suffragio 86 arriverà Chiara Gilmozzi alle ore 17, 19 e 21 con la performance Il suono della rivolta, che unisce poesia a brani di musica pop, rock, folk cantati e suonati. Maria Devigili accoglierà il pubblico da Uva & Menta Cafè in piazza Garzetti 5 alle ore 18, 20 e 22 proponendo cover e brani originali editi e inediti in lingua italiana, francese, spagnola e inglese. Ospite della libreria Due punti anche la B-Ing Band formata da biologi e ingegneri dell’Università di Trento che si esibiranno alle ore 18, 20 e 22 in un variegato repertorio di brani intervallato da descrizioni culturali e scientifiche. Allo Store 67 di via degli Orbi 9 sarà possibile ascoltare alle ore 17, 19 e 21 Fm. 199 nel suo Concerto in “3D”, un’interpretazione di tre cantautori della musica italiana del calibro di Francesco De Gregori. Fabrizio De Andrè e Lucio Dalla. Alle ore 18, 20 e 22 il Bar Duomo di via Verdi 40 ospiterà il gruppo Kyma che proporrà una performance in cui i suoni dell’ambiente verranno rielaborati in maniera estemporanea per offrire al pubblico un’esperienza musicale amplificata. Maggiori dettagli sono reperibili sul sito del Comune di Trento, al link. Si ricorda che, in caso di maltempo, la manifestazione sarà posticipata a sabato 9 settembre. Per informazioni, è possibile contattare l’ufficio Cultura, turismo ed eventi chiamando il numero 0461.884287 o scrivendo a [email protected].  ... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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tarditardi · 4 years
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Labottega - Lainate (MI), il giro d'Italia a tavola prende il via da Roma! 
A Labottega di Lainate (MI) - via Pagliera 48, 20020, 0293571316, www.labottegalainate.com -  fino al 4 ottobre 2020 si gusta un menu tutto dedicato alla tradizione culinaria romana e laziale. Tutta l'Italia, ha piatti e tradizioni che tutto il mondo ci invidia, ma un viaggio d'eccellenza tra le ricette e le specialità potrebbe davvero partire dal centro Italia.
In particolare, il menu che LaBottega dedica a Roma inizia con un antipasto che mette insieme due specialità indimenticabili: Panzanella alla romana e Porchetta di Ariccia. La panzanella, celebrata da Aldo Fabrizi, un mito tra cinema e cibo Aldo Fabrizi, viene preparata bagnando pane secco in olio, aceto, pomodori, basilico e pepe. Un piatto povero che in realtà è "un boccone da signori". La Porchetta sembra sia nata ad Ariccia perché lì i sacerdoti romani preparavano le carni suine da offrire in sacrificio nel tempio di Giove Laziare sul vicino Monte Cavo.
Il primo piatto sono i celeberrimi Bucatini all'Amatriciana. Sembra che questo piatto sia nato per saziare i pastori di Amatrice come Gricia, a cui poi è stato aggiunto il pomodoro, originario delle Americhe.
Il secondo piatto proposto da Labottega sono i Saltimbocca alla Romana, con contorno di patate alle erbe. L'Artusi li descriveva così: "Bracioline di vitella di latte, condite leggermente con sale e pepe, sopra ognuna delle quali si pone mezza foglia di salvia (una intera sarebbe di troppo) e sulla salvia una fettina di prosciutto grasso e magro".
Anche il dolce è da non perdere: il Maritozzo con la Panna viene gustato anche a Firenze, ma è tipico della tradizione capitolina. E' un panino lievitato non troppo dolce perfetto per iniziare la giornata in bellezza, oppure finire una cena da re.
Roma @ Labottega - Lainate (MI)
ANTIPASTO Panzanella romana e porchetta di Arriccia PRIMO PIATTO Bucatini alla Amatriciana SECONDO PIATTO Saltimbocca alla Romana con patate alle erbe DOLCE Maritozzi con la panna
Acqua Calice di Vino (rosso, Montepulciano d'Abruzzo; bianco, Pecorino Terre di Chieti) Caffè 29€
Labottega - Lainate (MI) Cucina, pizza, cantina Gli artigiani del gusto italiano
via Pagliera 48, 20020 Lainate (MI) 0293571316
https://www.instagram.com/labottegalainate/ https://www.facebook.com/labottegalainate http://labottegalainate.com
Cucina che spazia tra i classici della tradizione italiana partendo da materie prime di qualità, selezionate seguendo la stagionalità. Pizze d'eccellenza ed una cantina con 60 etichette di tutta Italia, scelte dal wine specialist Simone Martinelli, in cui non mancano birre artigianali e distillati d'eccezione. La proposta de Labottega, a Lainate (MI), è allettante, anche perché il locale, tra dehor e interno, è spazioso (150 coperti) e accogliente.
Dietro un serramento in ferro e vetro spicca il grande forno, realizzato a Napoli dalla famiglia Izzo. Rivestito in rame, mette insieme l'eccellenza della tradizione campana e l'ecologia (è elettrico, per cui non produce fumo).  Legno chiaro su pavimenti e bancone, tortora alle pareti, seduti sulle sedie a croce: a La Bottega ci si rilassa in un attimo... come è giusto fare in una bottega, un luogo familiare in cui ogni giorno lavorano artigiani del gusto. I prodotti con cui nascono i piatti e le pizze de Labottega di Lainate (MI) sono sempre italiani e di qualità assoluta. Ognuno (l'olio, la passata di pomodoro, la farina, le acciughe... ) ha la sua storia e può essere acquistato presso il locale.
Lo staff de Labottega di Lainate (MI) è giovane: chi sta in sala, al forno o in cucina è giovane ma già esperto e ha voglia di crescere nel lavoro, facendo sentire a casa ogni sera gli ospiti.
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jacopocioni · 2 years
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I caffè di Firenze: fra caffè ed arte.
A Firenze: caffè, leccornie, artisti e letterati tra Otto e Novecento ovvero ma lo sai dove ti siedi? Gilli, Paszkowski, Giubbe Rosse, Rivoire, Castelmur, Gran Caffè San Marco Caffè Gilli la vetrata liberty con l’orologio Firenze tra Otto e Novecento non era nuova ai ritrovi in centro città; già dal Settecento poteva vantare diversi luoghi d’incontro dove consumare dolciumi o bevande scambiando chiacchiere e toscanacce battute, ma anche opinioni e considerazioni in un’atmosfera sospesa tra le delizie del palato e la gradevolezza dell’ambiente. Piacevolezze di un tempo e non solo: antiche osterie, ormai scomparse ma di cui resta precisa traccia nei toponimi cittadini, testimoniano che da sempre Firenze ha prediletto questi luoghi di ritrovo in cui gli intellettuali del tempo, come il Magnifico, si ritrovavano bevendo del buon vino, gustando mangiari e discorrendo amenamente o animatamente. Se dei locali settecenteschi rimane poco più che il nome, possiamo ancora sedere in piazza della Repubblica, allora Vittorio Emanuele, ai tavolini di Gilli, delle Giubbe Rosse e di Paszkowski, o gustare una dolcezza da Giacosa o da Rivoire. E il fenomeno non può essere considerato solo fiorentino ma va esteso alla Toscana, con Firenze a rappresentarla tutta nella storia particolare dei Caffè. Caffè, birrerie, cioccolaterie terre del gusto ma in cui sono state scritte anche pagine di storia letteraria e artistica o che comunque erano al centro dei movimenti che le creavano, nello scambio, nello scontro e nel confronto. E mi piace allora perdermi in quel tempo di socialità fisicamente condivisa e creativa e, come in un viaggio con la macchina del tempo (nel nostro caso cronaca e fotografia), ricostruirne la storia, le curiosità, le immagini.
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Gilli in un disegno tratto dalla pagina dell’associazione Cffè storici E cominciamo con Gilli, perché è stato il più antico Caffè di Firenze: nato nel 1733 non proprio come caffè ma come bottega di “pani dolci” era allora in via de’ Calzajoli angolo via delle Oche, in quel tratto che si chiamava ancora corso Adimari. A metà Ottocento lo troviamo come caffetteria in via degli Speziali, dove offriva anche rosolio e assenzio i liquori preferiti dell’epoca, non lontana dalla nuova e definitiva sede, nel 1910, in Piazza della Repubblica, con aperture in Via Roma oltre che nell’allora Piazza Vittorio Emanuele accanto a Pazskowski. Era frequentato dall’alta società, ma anche da artisti, borghesi e benestanti affermando successivamente la sua prerogativa di caffè letterario. Oggi se all’esterno gli spazi ricavati sulla piazza hanno i caratteri di un’attività recente, l’interno è invece un salto nel tempo: l’arredamento belle epoque, l’antico orologio che sovrasta la vetrata liberty di accesso alla sala da tè, la cioccolata in tazza e non, che Gilli produce da oltre due secoli… Accanto a Gilli il Caffè Centrale, poi Paszkowski, ma che i Fiorentini chiamavano “puzzuschi”; nacque come birreria.
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Un tappo che riporta il marchio della birra Karol Paszkowski, nobile polacco, dopo un soggiorno negli Stati Uniti tornò in Europa dove sposò un’austriaca imparando a Vienna la tecnica della birrificazione. Arrivato a Firenze nel 1903 fu pioniere di quest’arte in Italia rendendo famoso, soprattutto nell’Italia centrale, il prodotto con il proprio nome per ben trent’anni quando il marchio venne assorbito dalla bresciana Wührer. Aveva locali grandiosi che si affacciavano con ben tredici porte sulla piazza, su via Tosinghi e su via Brunelleschi, riccamente decorato con specchi e varie suppellettili e un’orchestrina che gli conferivano le caratteristiche di Caffè Concerto. Si affermò come Caffè letterario per la frequentazione assidua di artisti, letterati e musicisti tra cui i membri fondatori delle Riviste “La voce” e “Lacerba” rispettivamente Prezzolini e Papini e Soffici e, tra i suoi tavolini, lo stesso Dino Campana offriva i suoi “Canti Orfici” agli avventori. E nel tempo altri intellettuali noti siederanno nelle sue sale: D’Annunzio, Montale, Saba, Pratolini saranno clienti abituali. Ai Caffè di Firenze avanguardia e tradizione fanno la storia della letteratura e non solo italiana. Ma è dall’altra parte della piazza che le avanguardie la fanno da padrone: alle Giubbe Rosse.
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Caffè Paszkowski in una foto d’epoca Quando i fratelli Reiminghaus, tedeschi e fabbricanti di birra, nel 1896 aprirono il loro Caffè birreria, nella piazza era stato costruito da un anno l’arco che ancora oggi possiamo vedere, chiamato dai fiorentini “Arcone”, dopo la demolizione del Mercato Vecchio e del Ghetto, cosa che dispiacque ai più, compreso Telemaco Signorini che ne fermò il tempo su varie tele disturbato dalle distruzioni e soprattutto dalle porcherie che venivano su al loro posto. Sorse nel luogo dove, quando esisteva ancora il Mercato vecchio, c’era una vineria. Era diventato il punto di riferimento della comunità tedesca a Firenze, con le sue due grandi vetrate di cui una serviva da ingresso e con i camerieri “attillati in uno smoking rosso fiamma e con un ampio grembiule bianco che li fasciava tutti come una sottana” da cui il nome dato dal nuovo gestore nel 1910.
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La copertina del libro di Viviani edito nel 1933 dal titolo Giubbe Rosse Così ce lo presenta Alberto Viviani, poeta e pittore fiorentino, cronista degli avvenimenti e dei personaggi di quegli anni nel suo libro “Giubbe Rosse” edito nel 1933: Due grandi vetrate, una chiusa ed una che serviva da ingresso, sormontate da un fregio in legno massiccio con un angiolo ghiotto di birra, sotto una grande scritta: “Reinighaus”; molte lampade ad arco, di quelle che oggi si riscontrano soltanto a Parigi e che spandono una strana luce riposante, sfolgoravano all’ingresso Nella prima sala placidi e massicci tedeschi immersi nella lettura ”Le Giubbe Rosse” erano fornite dei quotidiani e delle riviste di tutto il mondo Più che un caffè le prime due sale avevano l’aspetto di un circolo di lettura ma la pace sonnacchiosa venne sconvolta quando dal 1913 la terza sala diventò la sede fissa del gruppo di “Lacerba” e quindi dei futuristi fiorentini. Fu proprio a partire da questa data che Papini e Soffici frequentatori fino a quel momento del Paszkowski e del Castelmur si stabilirono definitivamente alle Giubbe Rosse. Questo girovagare tra i Caffè non deve stupire, da sempre letterato ha fatto rima con squattrinato e i nostri artisti e innovatori non facevano eccezione: si sistemavano dove il credito era ancora disponibile!
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La cioccolata a vapore in un vecchio manifesto di Rivoire che la reclamizza Piazza Signoria, Palazzo Lavison costruito su progetto dell’architetto Landi nel 1868 al posto della Loggia dei Pisani e della chiesa di Santa Cecilia: la grande ricostruzione di Firenze capitale era cominciata e, come ebbe a scrivere il Pesci, fedele cronista di quegli anni, i “buzzurri”, calati in Toscana dopo la proclamazione, si erano accaparrati i posti migliori per le loro botteghe; è lì, nei grandi fondi commerciali del palazzo che nel 1872 si insedierà la fabbrica di “cioccolata a vapore” del piemontese Rivoire. In effetti la posizione che ancora oggi occupa il locale è davvero mirabile. Il fondatore, Enrico Rivoire, era torinese e fornitore della casa reale; quando la capitale fu trasferita da Torino a Firenze, il cioccolattiere si trasferì al seguito, ma preferì restare quando la capitale nel 1870 fu spostata a Roma probabilmente incantato dallo spettacolo che la bella piazza offriva…
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Caffè Castelmur in un disegno a illustrazione del romanzo di Carlo Lorenzini in arte Collodi Non lontano, su via dei Calzaioli angolo via dei Tavolini, un caffè oggi scomparso ma che ha riempito della sua storia e dei suoi trascorsi varie pagine, anche negli scritti dei protagonisti “ogni volta che ripenso alla bella compagnia del quieto e grave Castelmur” scriveva Ardengo Soffici in una lettera indirizzata all’amico Papini parlando del caffè tra i più antichi della città impiantato dagli Svizzeri nel 1700, detto pertanto anche Helvetico, dove al posto del vino si “mescevano” le nuove bevande: caffè e cioccolatte. Talmente rinomati e apprezzati, i suoi prodotti di pasticceria parteciparono alla prima Esposizione nazionale dell’appena nato Regno d’Italia, tenuta a Firenze nel 1861 presso la Stazione Leopolda, riadattata allo scopo. Se agli inizi della sua attività il locale era frequentato dagli svizzeri e dai tedeschi, nella lunga vita del Caffè Castelmur, anche i fiorentini e letterati illustri lo avevano eletto a proprio punto di ritrovo. Così come il fondatore della rivista “Il Leonardo” nei primi anni del Novecento o come Carlo Lorenzini in arte Carlo Collodi con spirito arguto nel suo “Un romanzo in vapore. Da Firenze a Livorno. Guida storico umoristica”, pubblicato nel 1856, lo descriveva nella pagina dedicata ai fiorentini al Caffè “è il piede a terra di tutti gli oziosi e di tutti gli intelligenti di pasticceria e di bevande spiritose. Le sue manifatture sono accreditatissime presso i buon-gustai e meritatamente. La sua posizione topografica lo rende necessariamente il luogo di Stazione di tutti i vagabondi, che traversano dalla mattina alla sera, la popolatissima via dei Calzaioli”.
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Gran Caffè San Marco in Piazza San Marco angolo via Larga in una vecchia foto. Lasciamo via de’ Calzaioli e ci dirigiamo verso Piazza San Marco dove all’angolo con via Larga, oggi Cavour, nel 1870 aprì il Gran Caffè San Marco, con il nome di “Caffè Fanti” il generale la cui statua in bronzo, opera di Pio Fedi, fu posta nel 1872  fra le aiuole del giardino al centro della Piazza. Ritrovo degli studenti della vicina Facoltà di Lettere e dei frequentatori della Biblioteca Marucelliana o dell’Accademia delle Belle Arti o della Libreria di Ferrante Gonnelli, nella vicina Via Cavour, o dal nutrito gruppo di professori e intellettuali come Luzi e Bigongiari, solo per citare i nomi di alcuni tra i maggiori esponenti toscani di quel movimento che prese il nome di Ermetismo (oltre a Bo, Parronchi, Macrì). Quel Caffè, e non le aule della vicina università, era il più frequentato dai giovani di allora, con Renato Poggioli, lo slavista, a fare da maestro, lì la sede della vera università. Read the full article
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