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#marta bellu
chez-mimich · 1 year
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444names · 1 year
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english words with 4 vowels in a row in them + brythonic deities
Abelatiros Abelauetis Abelis Abellatus Abellisagus Abnobsegus Abnodenus Abnos Abnosed Abuxenus Adrotus Adsucambius Adsucius Adsus Adsusious Aerian Aerinus Aeriss Aernus Agrotus Agrus Alatepoeia Alaternus Alatis Alatona Alatucer Alaufagus Alauinnia Alious Aliovina Aliovius Amartris Amarus Amogus Ampest Ampesusly Ancamapoeia Ancarus Andatia Andiannis Andinos Andona Andonna Andra Andros Anemapoeia Anemauing Anextindius Anianos Anius Aniusucello Ankous Ankously Annesquio Annus Anomar Antio Antrio Antus Aqueteaunus Aquetious Aquious Arasta Arastarvos Arastrebis Arauai Arauetia Araufannus Araullos Arduis Arnus Artious Arusly Arvetis Arvos Aternest Atobius Aueaue Aueuetea Aunness Avenus Avernernuns Avernus Averta Aveter Avetia Avetiovis Avetisamult Bandinos Bania Belatia Belatios Belatuta Belauintis Belens Beleu Beleuea Beleued Belios Belis Belisanna Beliss Bellatia Bellatio Bellis Bello Bellos Bellugunus Bellus Belluxovan Boria Borina Boriovannia Borita Borius Borrus Borvetea Bricura Bricuraba Bricurannos Bridama Brigania Briganna Brisan Brita Britatiaer Britios Brius Buxovetiou Cadra Cadran Cadsullus Cadsus Camartiris Cambisan Cambris Camna Camogmiomor Campess Carum Carus Casgunnus Casgus Castrebis Cello Cetericura Ceteris Cetiros Cetis Cicocimbis Cicocius Ciconnus Cicurauios Cidamna Cidarmarvos Cidia Ciding Cidius Cimbis Cimbisus Cimbius Cimbris Cisamapoeia Cisamuluier Cisantios Cissios Cisus Clotonus Clotus Cocidintis Cocis Collates Collis Collugus Collus Connia Connodenus Connotutios Connus Conoborvos Conta Conternus Conthue Contucelis Conus Copoeia Copoeiannus Copomara Copomorrus Coponus Covandonna Covania Covenus Covertinomo Covius Damatona Damna Damorvos Dampes Dampesqueu Damult Datintis Essonusisus Esucis Esullus Fagrast Fagrastring Fagroquina Fagrus Fanextia Fanis Fanos Gomara Gomauaiian Gomauious Gooia Gooiania Gooiankous Gooie Gooieris Gooieu Gooieueuio Granus Gronus Hawai Hawaiia Hawaiiaer Hueous Hueta Hueueous Hueuissios Indra Intia Intus Ioutio Irobsequete Ironota Irosequeu Irotankous Kaufagrus Kauie Kault Kaunnus Kilatatiris Kilatess Lateaulus Latous Latucamna Latus Lauai Lauea Lauio Lenta Lentinus Lentios Lentus Leucamult Leueued Leuiess Leuio Louai Louaus Lously Luguns Luiesus Luina Luinus Luissonis Luxens Luxenunus Luxenus Luxovania Macondonos Maconius Mapomos Mapona Mapontes Mapontinta Marabarvos Marabelis Marduiessis Marta Martis Marus Matonus Matucadsus Matutatinus Mauedamna Mogunus Mondamo Monia Monius Monos Montinna Monunus Monus Monusis Morvenus Mullios Nemaconus Nemarduiou Nemaufania Nemete Nesquing Nesta Nesus Netiaerita Netirita Noban Nosegus Notonus Notucerisan Obankously Obanna Obara Obius Obiusly Oborrus Oborventia Oborvos Obsegoma Obsegomo Obsegusious Obsequio Obsequios Obsequoia Ogmio Ogmiouaullo Ogmious Ogunnusly Ondamaponus Ondia Onius Onnos Onodens Pharania Pharus Pharvo Plata Platea Platis Platondinos Platonos Platucamona Platus Platusios Platuta Platutio Plaue Plaullo Plault Plaus Quaiia Quaoarus Quauios Quault Queteridia Queterius Quetess Queuceris Queueuieu Queuina Quiessonus Quina Quing Quoia Quoie Quoiessis Robis Robius Ronos Roquetesus Rouaiia Rouiovanus Routa Routio Rudina Rudindonia Rudinusly Rudius Sedarus Segooiae Segooian Segooieuio Segunus Segus Sequea Sequedambis Sequedamna Sequeous Sequetea Sequeueaus Sequintea Sequintus Sequinus Sequios Sequoie Smeris Smertious Smeta Smetasgus Smeteaunnus Smetious Sucambis Sucartios Sucetia Trebis Trebius Tressonus Tresus Triganus Trious Ventious Veris Verita Vernus Verta Vetepona Vetious Vetona Vheta Vhetanos Vhetepondra Vheteponos Vheter Vhetis Vhetisus Vhetopomata Vinding Vintirita Viria Viricura Virigannos Virio Viris Virissonnus Virisususis Virobis Virobsegus Virona Vitaraunnia Vitaris Vitiriding Viusly
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lamilanomagazine · 1 year
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Pesaro: Parchi virtuali, percorsi post scolastici, bandiere lilla e il primo PEBA
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Pesaro: Parchi virtuali, percorsi post scolastici, bandiere lilla e il primo PEBA. Due giorni di incontri, panel, tavoli di lavoro e condivisioni di buone prassi, «Che interessano tutti, anche coloro che non sono già inseriti nei percorsi legati al tema, per incentivare la cultura dell’accessibilità, un’urgenza non più procrastinabile» così Marco Perugini, presidente del Consiglio comunale con delega alla realizzazione del PEBA e Maruska Palazzi, Garante per i diritti delle persone con disabilità nel presentare la II edizione degli Stati generali dell’accessibilità pesarese del 9 e 10 giugno al Centro Arti Visive Pescheria (corso XI Settembre 184).  «Abbiamo prorogato l’iniziativa a due giornate perché è necessaria una condivisione sempre più ampia sull’accessibilità – precisa Perugini –. Partiremo dalle criticità, dagli obiettivi e dalle proposte emerse nel 2022, e riportate nell’Agenda (QUI, pubblicata nel portale del Comune) per continuare questo percorso rivolto a incentivare la “cultura dell’accessibilità”. Un percorso importante e complesso che affrontiamo con un alto obiettivo: diventare, nei prossimi anni, città europea dell’accessibilità. Sarà un’eredità che lasceremo a chi verrà dopo di noi nel segno dell’identità de “La natura della cultura” di Pesaro2024».  Più di 100 le iscrizioni fino ad ora arrivate tramite il form degli Stati generali dell’accessibilità pesarese che inizieranno venerdì 9 giugno alle ore 14 con gli interventi di Perugini e del sindaco Matteo Ricci e con la relazione di Maruska Palazzi, che traccerà il punto delle istanze raccolte nei suoi due anni (1000 le domande arrivate ai suoi uffici), le proposte e le progettualità in campo.  Si proseguirà alle 15 con il panel sul tema “Sessualmente abili: aggiornamenti disessualità e disabilità” con il medio sessuologo Tullia Venturi e, alle 16 con quello sull’“Approccio ecologico all’inclusione: uno sguardo sulla scuola” insieme ad Alessia Muratori, Federica Sisti ed Elisa Ippoliti, del DISTUM (Dipartimento di Studi Umanistici) dell’Università degli Studi di Urbino. Alle 17, sarà il momento di Stella Robert Perez, mamma di Mirko Toller e ad Alessandra Sartori, autrice del libro "La storia di Mirko" (Erickson editore) e a Grazia Zappa, psicologa e psicoterapeuta del Centro clinico NEMO di Trento, che avranno il compito di illustrare il “Mirko Park - Luna Park virtuale inclusivo” di Trento.   La giornata di sabato 10 giugno avrà inizio, alle 9, con “PEBA: La coprogettazione per una città senza ostacoli” insieme all’ingegnera Elena Bellu, dell’Università Politecnica delle Marche, «Una prima traccia fondamentale del Piano per l’eliminazione delle barriere architettoniche; strumento di cui il Comune di doterà, come fosse un PRG, dopo l’approvazione in Consiglio comunale - precisa Perugini -. Sarà l’impianto portante su cui, nel tempo, andremo ad agire per perfezionare le azioni per rendere la città più accessibile, non solo dal punto di vista strutturale» precisa il presidente del Consiglio comunale.   Alle 10 sarà il momento del lancio di una nuova manifestazione, il “Festival Utopia” (a giugno) insieme ad Andrea Boccanera, presidente ONLUS Gulliver e a Roberto Franca, dirigente scolastico dell’istituto “Santa Marta”. «Un evento che è anche un laboratorio pensato – insieme all’assessorato di Francesca Frenquellucci - per sostenere i percorsi educativi anche nel post scolastico» spiega Perugini. Alle 11 sarà il momento di “Accessibilità diffusa nel territorio comunale” con Roberto Bazzano, presidente della Società Cooperativa sociale “Bandiera Lilla” «Un segno distintivo da apporre nei luoghi e che ne certifica l’accessibilità in base a criteri previsti da protocolli internazionali. Lanceremo il sigillo che adotterà Pesaro, e che sarà uno strumento utile sia a mappare gli spazi, sia a gratificare chi si è messo all’opera per abbattere le barriere. Sarà soprattutto uno strumento utile anche per i visitatori che ci raggiungeranno e che sapranno dove poter andare, per vivere senza fatica la nostra città» precisa Palazzi.   Gli spunti lanciati durante i panel saranno utili agli incontri specifici che si svolgeranno dalle 15:30 alle 17:30 del sabato con i Tavoli di lavoro aperti ai contributi del pubblico (coordinati dagli assessori del Comune) e suddivisi in Lavoro, Politiche sociali, Educazione, Urbanistica e lavori pubblici, Sport e tempo libero, Turismo e cultura. Alle 18, la restituzione e le conclusioni degli Stati generali dell’accessibilità.   «Sarà una bella giornata di incontri che ci auguriamo possa essere vissuta da tanti cittadini» concludono Perugini e Palazzi nel ringraziare i partner degli Stati generali dell’accessibilità pesarese, sono Fondazione Pescheria, Adriabus, Caffè Pascucci, Spazio Conad, Stile Ricamo.  Qui il Form iscrizione in cui è possibile indicare i panel e tavoli di lavoro a cui partecipare. Previsti, su richiesta anche il servizio transfer dalla stazione o dal parcheggio San Decenzio e il servizio pranzo "pocket lunch" per la giornata di sabato 10 giugno a cura di Harnold's.    ... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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sguardimora · 1 year
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Agnese Banti in residenza per “Shall we?”
03 Aprile 2023 - 14 Aprile 2023
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[ph. Elisa Mariotti]
Inizia oggi la residenza creativa e di ricerca per il nuovo progetto di Agnese Banti Shall we?
“Portare in scena la propria voce per interrogarla come altro da sé stessə. Per giocare ed entrarci in relazione, per scucire e ricucire lo spazio attraverso il suono spazializzato che si svela sulla scena. La ricerca compositiva, di ispirazione beckettiana e cageana, si articola in monologhi, cori, dialoghi e silenzi grazie a una coreografia che unisce le esperienze della musica acusmatica e della sound art con l’idea che gli altoparlanti non siano solo dispositivi di diffusione sonora ma anche presenze con cui entrare in relazione.” 
Agnese Banti
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Agnese, Delia Banti /Lei/ Artista sonora, musicista e overtone singer. La sua attività artistica ha sempre gravitato intorno alla musica corale, gli studi sul paesaggio sonoro, i repertori di musica tradizionale, la composizione per lo spazio e la dimensione collaborativa del fare musica. Diplomatasi con un progetto installativo sulla voce delle rane e le rovine antiche realizzato tra il Conservatorio di Bologna e l’Università di Corfù, da qualche anno collabora stabilmente con il centro fiorentino di produzione, ricerca e didattica musicale Tempo Reale e collabora a progetti di canto armonico con il compositore Roberto Laneri. Recentemente ha frequentato il corso di Alta Formazione Malagola, Scuola di vocalità e Centro studi sulla voce di Ravenna e ha collaborato con la coreografa Marta Bellu e la danzatrice Laura Lucioli nello spettacolo “I versi delle mani”. Nel 2023, grazie al sostegno di Fondo – Network per la creatività emergente, porta avanti la ricerca artistica per un nuovo progetto performativo che svilupperà in residenza presso Santarcangelo dei Teatri, I Teatri di Reggio Emilia, Fabbrica Europa, L’arboreto – Teatro Dimora e Ravenna Teatro.
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persinsala · 7 years
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Xebeche
A Spam! continua la Rassegna sulla danza italiana che guarda l’Europa, con il Gruppo Nanou, che presenta Xebeche – ossia, “colui che parla ad alta voce senza dire nulla”. (more…)
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maitejeannolin · 4 years
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SEVEN WINTERS
Le cycle des saisons invite à mesurer l’évolution de toute chose. À travers la rencontre du semblable et du différent, Seven Winters interroge le changement et la relation. Yasmine Hugonnet réunit sept interprètes pour danser, à travers le temps, l’espace et le geste, les mutations d’une immobilité illusoire.
Qu’est-ce que la réciprocité ? Considérée comme pratique chorégraphique, qu’induit-elle ? Dans un fragile équilibre, celui qui donne reçoit une impulsion, un flux, un poids. Par ce phénomène, les corps semblent se dédoubler et font apparaître leur reflet, leur négatif ou leur revers. Ce sont alors davantage de corps encore qui naissent de l’intrication du temps et de l’espace. Par le mouvement visible ou non, ces corps révèlent en creux la « peau du vide » dont la texture nous touche. Il est question de charge et d’échange, de responsabilité et de confiance, de soutien et de passation. Il est question de la manière dont un geste emplit le vide d’un imaginaire spécifique à celui qui l’exécute ou qui l’observe. La pratique de la réciprocité effeuille l’expressivité et délie le tissu des affects. Yasmine Hugonnet, danseuse et chorégraphe aux recherches hybrides, déploie le centrage simultanément au-dedans et au-dehors des corps physiques, déhiérarchise les postures et travaille l’anatomie du geste en-deçà de la forme et de l’image. Les interprètes en nombre impair édifiant une communauté instable, leurs postures laissent entrevoir ce qui advient dans ce qui n’est plus et la transformation même : cet état permanent qui relie tout vivant.
Chorégraphie Yasmine Hugonnet | Interprètes Matthieu Barbin, Stéphanie Bayle, Marta Bellu, Ruth Childs, Maïté Jeannolin, Ilaria Quaglia, Sabine Rivière | Collaboration artistique Michael Nick | Conception scénographique Nadia Lauro | Direction Technique Jérôme Vernez | Création Lumières Dominique Dardant | Costumes Nadia Lauro, Mickael Nick, Yasmine Hugonnet | Assistante Isabelle Vesseron.
https://yasminehugonnet.com/seven-winters/
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paeseseratoscana · 5 years
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Cango: domani in prima assoluta Marta Bellu e Donato Epiro Marta Bellu presenta in prima assoluta Where Else? su musica dal vivo di Donato Epiro, al Cango di Firenze, sabato 22 febbraio alle 21 La giovane coreografa(danzatrice, psicologa, performer, si occupa di progetti in ambito sociale e di formazione nelle scuole) porta avanti una ricerca sulla relazione tra pratiche contemplative, suono e linguaggio.
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tempi-dispari · 7 years
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Al Teatro Vascello, Festival Internazionale di danza Contemporanea, Fuori Programma dal 9 al 26 luglio
A Roma, al Teatro Vascello prende forma un Festival Internazionale di Danza contemporanea: Fuori Programma, un festival necessario per la capitale, per il nostro teatro e per gli operatori impegnati a promuovere la danza contemporanea italiana e internazionale. Un’attività inserita in un periodo lontano dalle programmazioni canoniche dei teatri, un’ulteriore offerta culturale per rafforzare l’immagine di Roma, non meno importante delle principali capitali europee.
Il programma di luglio 2017 è un timido ma forte segnale che ci auguriamo possa crescere negli anni, soprattutto se troverà consenso e interesse da parte del pubblico romano e nei tanti turisti di tutto il mondo che affollano nel periodo estivo questa meravigliosa città.
Il Teatro Vascello per la sua vocazione, da sempre orientata alla contemporaneità, con una spiccata attenzione alla scena coreutica avvia un nuovo progetto, in collaborazione con European Dance Alliance di Valentina Marini, per riportare la danza al centro delle programmazioni estive nella città di Roma.
FUORI PROGRAMMA nasce con l’intenzione di aprire uno sguardo sulla scena internazionale, raccogliendo una gamma di creazioni ed espressione di linguaggi differenti, legate a una geografia altrettanto variegata per portare in scena in cinque appuntamenti, durante i diciotto giorni di Festival, una sintesi delle più interessanti e recenti produzioni coreografiche su scala europea.
Siamo sempre stati convinti che la danza, per il linguaggio che esprime e per la sua universalità, possa rappresentare la chiave di volta per aggregare il pubblico, nonostante la sua apparente complessità di fruizione possa invece raggiungere tutti.
L’approccio alla danza contemporanea deve diventare un atto di fiducia per rinnovare i propri interessi, per la poetica e il senso estetico che appartiene alla nostra civiltà, lo strumento per riscoprire, attraverso l’uso del corpo e la musica, la sensibilità che si cela in ognuno di noi.
  9 luglio – domenica h 21 PRIMA NAZIONALE
LA VERONAL (Spagna)
KOVA ¬ GEOGRAPHIC TOOLS
Regia, messa in scena, costumi: Marcos Morau / La Veronal.
Coreografia: Marcos Morau in collaborazione con il corpo di ballo.
Ballerini: Laia Duran, Lorena Nogal, Marina Rodríguez, Manuel Rodríguez, Sau Ching Wong.
Assistente coreografo: Lorena Nogal.
Consulenza drammaturgica: Roberto Fratini.
Space e light design: La Veronal & Enric Planas
Produzione esecutiva: Juan Manuel Gil Galindo
Assistente di produzione: Cristina Goñi Adot
Première: 21st – 22nd October 2016 / SaT! – Sant Andreu Teatre, Barcelona.
KOVA on TV: https://vimeo.com/191043736
“Il cammino di coloro che temono di raggiungere l’obiettivo si trasformerà molto facilmente in un labirinto.” Walter Benjamin
Durante il suo percorso La Veronal si è distinto, per coreografie e composizione, attraverso un linguaggio unico e personale, per l’interazione tra la danza e una combinazione variegata di discipline che si sono arricchite, ingrandite e, nel tempo, hanno acquisito potere. Marcos Morau ha dato vita al suo catalogo, guidato da un desiderio di esplorare la natura di alcuni specifici luoghi del pianeta. Il modus operandi si è rivelato un celato tentativo di ricerca del territorio enigmatico che nasconde la geografia del corpo umano e dei movimenti. In questo lavoro di composizione coreografica, che dura da ben cinque anni, Marcos Morau e il suo team di ballerini hanno sviluppato uno specifico codice di movimenti chiamato KOVA, un manuale, una mappa che include un set di regole che coordina il linguaggio coreografico. Così, dopo aver definito una topografia specifica, sorge chiaro il bisogno di presentare KOVA per la sua validità di strumento di ricerca. A fronte di questa presa di coscienza, in questo nuovo lavoro, con KOVA- Geographic Tools, La Veronal abbandona il carattere più drammatico, testuale, iconico e rappresentativo delle sue creazioni, per focalizzarsi nella pura dinamica del movimento espresso attraverso KOVA. In questo modo si rende un ritratto istantaneo della composizione, un ritratto di plasticità fisica, liberando la danza di un altro strato, quello dato dal testo e dall’immagine.  KOVA trasmette una tensione attraverso una serie di regole dell’azione coreutica, che genera continui impedimenti e problemi, nei confronti del fisico del performer. In questo contesto, il ballerino che combatte per risolvere queste sfide auto-imposte, è capace di comunicare un interessante senso di libertà e di vastità di possibilità. Gli spettatori si trovano di fronte a un panorama coreografico ricco e complesso, un labirintico linguaggio del corpo, liberi da temi e forme programmate riconoscibili dentro uno schema figurativo. Geographic Tools vuole rendere le possibilità interpretative d’avanguardia e sceglie il corpo dei ballerini come unica immagine per comunicare con gli spettatori e con la danza, come unico testo possibile.  In questo modo, KOVA esplora il territorio semiotico del movimento astratto.
Kova ¬ Geographic Tools è il risultato della fusione di codici di creazione di movimento, sviluppato da La Veronal negli ultimi cinque anni, come risultato di ricerca e combinazione di decisioni che permettono di riempire il buio/libertà/ vaste possibilità che si offrono ad un ballerino durante una performance. Sulla base di questa pura astrazione la forma si collega allo spazio e al tempo per provare a generare/complicare/risolvere i problemi che essa provoca. La Veronal lavora e sviluppa questi meccanismi e questi sistemi in maniera continuativa.
Il fatto che KOVA formi una fraseologia labirintica non implica solo che il movimento dettato dalla fraseologia è particolarmente ricco in direzioni, tendenze, divergenze, separazioni, diramazioni, perdite ma anche la sua logica, come qualsiasi altro labirinto, è allo stesso tempo chiaro e nascosto dalla sovrabbondanza, dalla ridondanza dei segni e delle indicazioni date. Essendo “intelligente” per definizione, il labirinto è una trappola per la percezione. Qui la vista d’insieme è nascosta da mille altre prospettive, mille immagini, mille svolte che il labirinto offre a chi lo attraversa. Per questo stesso motivo, si può dire che il labirinto sta alle regole della costruzione come la retorica sta alla grammatica. Se KOVA realizza queste costruzioni complesse, così difficili per chiunque provi a decodificarle attraverso i dettagli, è perché la grammatica di KOVA, che potrebbe dar delineare un discorso monotono, preferisce invece proliferare in fenomeni di alto contenuto retorico, in una grammatica che non nasce dal linguaggio comune ma direttamente dalla poesia. Anche quando il poeta scrive con la stessa grammatica del reporter o dello scienziato, il ruolo della poesia è esattamente uno: nascondere in maniera enigmatica quella grammatica (in un labirinto fatto di figure sfuggenti e ingannevoli), che si risolve ad un livello più alto, più frenetico e più oscuro e che perde le sue tracce nel groviglio del cambiamento, dove tutto è identico perché è tutto differente, dove lo stesso posto sembra essere un altro, mentre ci avventuriamo attraverso le curve della struttura, o dove l’altro luogo sembra essere lo stesso luogo. Roberto Fratini
  11 luglio – martedì h 21 PRIMA REGIONALE
Gruppo Nanou (Italia – Ravenna)
Xebeche [csèbece]
coreografia Marco Valerio Amico Rhuena Bracci
coreografia: Marco Valerio Amico, Rhuena Bracci
con: Carolina Amoretti, Sissj Bassani, Marta Bellu, Rhuena Bracci, Enrica Linlaud, Marco Maretti, Rachele Montis, Davide Tagliavini
suono: Roberto Rettura
light design: Fabio Sajiz
produzione: E / gruppo nanou, Ravenna Festival
con il sostegno di: L’Arboreto – Teatro Dimora di Mondaino, Cantieri, Centrale Fies, Olinda – Ex Ospedale Psichiatrico Paolo Pini, Santarcangelo dei Teatri
con il contributo di: FONDO PER LA DANZA D’AUTORE della Regione Emilia Romagna 2015/2016, MIBACT, Regione Emilia-Romagna Assessorato alla Cultura
Video promo https://vimeo.com/174812285
Il mio nome è Xebeche “colui che parla ad alta voce senza dire nulla”.
Preferisco essere chiamato Nessuno. Jim Jarmush, Dead Man (1995)
Attraverso la negazione dell’identità, la sua scomparsa, il suo limarne i confini, il problema fondamentale è quello di produrre inconscio e, con esso, nuovi enunciati, altri desideri. Gilles Deleuze / Felix Guattari, Millepiani
Per la prima volta, Nanou si confronta con la struttura coreografica dell’ottetto attraverso il procedimento rigoroso di una strategia creativa, giocata sulla formalizzazione della figura e del recinto che la perimetra Il corpo è forma antropomorfica inevitabilmente in conflitto con il recinto geometrico.
La geometria del recinto assume l’esperimento retorico della perfezione, in quanto funzionale allo scatenamento prodotto sulla figura interna spaesata in un centro impossibile. La struttura coreografica è una continua mutazione che segue diversamente il passaggio del corpo e la trasformazione che questo dà al luogo.
Un infinito piano sequenza che si intreccia e si riversa su sé stesso fino a diventare nodo e quindi a scoppiare. Première dal 08 al 10 giugno 2016
  14 luglio – venerdì h 21 PRIMA REGIONALE
Zerogrammi (Italia – Torino)
Jentu
progetto, regia e coreografia Stefano Mazzotta
creato con Chiara Guglielmi
interpreti Chiara Guglielmi, Stefano Mazzotta
drammaturgia e collaborazione all’allestimento Fabio Chiriatti
luci Alberta Finocchiaro
produzione ZerogrammieStoriedivento
coproduzione Pim O” (It), LUFT casacreativa (It)
un ringraziamento a Chiara Michelini, Villa Cultura (It), Tersicorea
T.O” (It)
con il sostegno di Regione Piemonte, MIBACT – Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Turismo.
anno di produzione 2016
genere teatrodanza
durata 50 min. pubblico + 10
link video:
vimeo
Tutto solito. Nient’altro mai. Mai tentato. Mai fallito.
Fa niente.
Tentare di nuovo. Fallire di nuovo. Fallire meglio.
(S. Beckett)
  JENTU è una creazione ispirata al “Don Quijote” di Miguel Cervantes. Nella lettura attenta dell’opera l’interesse per le gesta del protagonista e dei suoi compagni di viaggio (da Sancho Panza a Dulcinea) si è spostato sul senso che tali imprese possono ancora avere per noi oggi. Azioni senza lieto fine, inutili, consumate nella penombra di una stanza. Azioni capaci di prefigurare una nuova etica e un nuovo modello di eroe senza poteri speciali, senza gloria né squilli di tromba ad annunciarne la fragile umanità. I colori più accesi si diluiscono acquarellando la scena attraverso coreografie, soli e duetti, azioni e silenzi pervasi di un umore delicato. Si disegna con tratto leggero e sfuggente la figura di un eroe emblema di un’etica del fallimento che rilancia la sfida a provare di nuovo, daccapo, con coraggio. Che ci parla della capacità di cadere, di esistere persistendo nell’inseguire un ideale, il proprio, dell’incapacità di volersi arrendere a ciò che è dato e deve essere accettato così com’è perché il senso di ogni azione non sia tanto il risultato quanto la tensione necessaria per tentare di raggiun- gerlo riscoprendo la meraviglia di farsi viaggio. Così i personaggi di JENTU. Esiliati da un tempo cui non corrispondono o da un luogo che gli è stato sottratto, sospesi, stranieri, abitano un paesaggio leopardiano che ha per soglia la resa, unico possibile luogo di appartenenza e senso. (Chiara Michelini)
(…) Semplicemente il viaggio verso le proprie aspirazioni, le proprie passioni, la propria bellezza. Così tentano, falliscono, ricominciano, senza mai perdersi d’animo i due protagonisti di Jentu. Novelli Don Chisciotte, anti-eroi contemporanei, che perseguono i propri ideali, viaggiando insieme, paralleli, spronandosi a vicenda. È racchiusa in questa metafora poetica del viaggio e della non resa al mondo la riuscita di Jentu (…) (Maria Luisa   Buzzi, DANZA&DANZA)
(…) un racconto a tappe, composto da una potente gesticolazione e da larghi passi danzanti, quasi tesi e protesi ad elastico da una finestra, luogo d’incontri e partenze. L’hidalgo è un anti-eroe, combatte contro illusioni, glorie e potere mondani. Jentu nella sua forma rotonda e compiuta riesce a raccontare tutto ciò con poesia. (…) (Marinella Guatterini, IL SOLE 24 ORE)
(…) Le coreografie ideate da Stefano Mazzotta evocano diversi stati d’animo, donandosi all’occhio e al cuore di chi guarda. (Miriam Arensi | LA VOCE)
(…) La partitura fluida di contatti e prese, di complicità e fratellanza (che rarità vedere un duo che non evochi l’amore tra l’uomo e la donna!) si alterna a malinconici momenti di sospensione alla finestra: quasi la realtà, impossibile da ignorare, finisse sempre per richiamare a sé stessa i due eroi. E anche se Chiara/Sancho non cessa si spronare il suo cavaliere (“alzati! corri! combatti!”), Stefano/Chisciotte, appeso il cappotto al chiodo, si allontana. Ma fuori dal palco, si sa, è ben più difficile dar corpo ai sogni. (Maddalena Giovannelli | STRATAGEMMI)
  18 luglio – martedì h 21 PRIMA REGIONALE
Compagnia Zappalà Danza (Italia – Catania)
Romeo e Giulietta 1.1
la sfocatura dei corpi
coreografia e regia Roberto Zappalà
Musica Pink Floyd, Elvis Presley, Luigi Tenco, José Altafini, Mirageman, John Cage, Sergei Prokofiev
Interpreti Maud de la Purification, Antoine Roux-Briffaud
Testi a cura di Nello Calabrò
Luci e costumi Roberto Zappalà Direzione tecnica Sammy Torrisi Management Maria Inguscio
Una produzione Scenario Pubblico/Compagnia Zappalà Danza – Centro di Produzione della Danza
in coproduzione con Orizzonti Festival. Fondazione
In collaborazione con “Le Mouvement Mons” Festival (Belgio)
Prima nazionale 5/6 agosto 2016 Orizzonti Festival, Chiusi
con il sostegno di Ministero dei Beni e delle Attività Culturali – Regione Siciliana Ass.to del Turismo, Sport e Spettacolo
Video https://www.youtube.com/watch?v=fBAO0xM5Wx8
Dopo la festa/compleanno del quarto di secolo e gli ultimi anni ricchi d’intensa produttività Roberto Zappalà inizia un nuovo progetto dal titolo Antologia. Con Antologia si intende recuperare i lavori più interessanti che hanno lasciato un segno nel tempo e nella costruzione della linea coreografica di Zappalà e della compagnia. Il progetto non ha soltanto il compito di “recuperare” e di “rivisitare”, ma anche quello di originare attraverso un nuovo “contatto” nuove visioni; dove anche il “semplice” cambiamento degli interpreti può fare da primo mobile per un diverso approccio alla creazione da parte del coreografo. Tutto ciò non solo determinerà una riflessione sul passato ma inevitabilmente porterà a riflettere sul futuro.
“La sfocatura dei corpi” era il titolo del Romeo e Giulietta del 2006 che Roberto Zappalà ha deciso di riprendere e riportare in scena come primo spettacolo di Antologia.
Una revisione che è anche e soprattutto un rinnovamento. Un romeo e giulietta 1.1
Cosa ci fa sentire sfocati, quando ci sentiamo sfocati ? Tecnicamente, (in ottica, fotografia, cinema), la sfocatura è una questione di distanza. La distanza tra il centro focale dell’obiettivo è l’oggetto inquadrato; se questa distanza è inferiore o superiore ad una certa misura l’oggetto risulta, appunto, sfocato.
Riportando tutto ai due amanti di Verona ci sentiamo sfocati quando “percepiamo” che la distanza tra noi e il mondo, tra noi e l’amato non è quella giusta; quando la distanza che ci separa dall’essere amato è condizionata dal proprio essere nel mondo; quando siamo, ci sentiamo, crediamo di essere, troppo vicini, o troppo lontani. Siamo tutti Romeo e Giulietta.
Nella versione 1.1 il coreografo ha spostato la propria messa a fuoco, concentrandola più che sulla coppia di innamorati, sulla loro individualità di esseri che vivono singolarmente un disagio soprattutto sociale. Nelle note vicissitudini scespiriane si arriva all’amore sublimato dalla morte (e viceversa), la versione 1.1 vuole riflettere e al contempo “ribellarsi” ad un tempo storico (oggi) dove la pulsione di morte è sublimata solo da se stessa e contrapporle passione e rispetto nei confronti della vita.
Una riproposizione di Romeo e Giulietta che non vuole “parlare” d’amore ma essere un atto d’amore verso la vita.
Si ringrazia Simone Viola per i movimenti di danze da sala e Stefano Tomassini per aver seguito in qualità di studioso l’inizio del percorso di ripresa e rilettura dello spettacolo.
  26 luglio – mercoledì h 21 PRIMA NAZIONALE
Company Chameleon (Inghilterra)
OF MAN AND BEAST
Coreografia: Anthony Missen
Musiche originali: Miguel Marin; Ocote Soul Sounds, Rage Against The Machine
Costumi: Company Chameleon
Performers: Anthony Missen, Theo Fapohunda, Lee Clayden, Taylor Benjamin, Thomasin Gülgec
Direttore prove: Anthony Missen
Commissionato da: Without Walls, Ageas Salisbury International Arts Festival and Merchant City Festival Glasgow
Durata: 30 min – Anno: 2015
  Indimenticabile pièce di danza che esplora e svela le molte face della virilità, Of Man And Beast, offre uno sguardo sensibile e potente al comportamento e alle dinamiche di gruppo tra uomini.
La spavalderia e l’aggressività riempiono i diversi scenari, perché se vuoi far parte di una gang devi essere forte, veloce e divertente. Il cambiamento della scala gerarchica porta ad una rottura del gruppo e subito, i protagonisti sono chiamati ad interrogarsi sulle proprie identità individuali, su come adeguarvisi e farle proprie.
Carico e volutamente veloce, lo spettacolo, dal forte carattere innovativo, dimostra lo stile fisico unico della Company Chameleon e il ricco mix di danza e tecnica. La coreografia di Anthony Missen emerge, allo stesso tempo, grezza e raffinata, attraverso l’imponente abilità atletica dei cinque eccezionali performer. A tratti altamente comici, scuri e minacciosi in altri, l’opera è uno specchio emotivo e provocatorio dei nostri tempi
Commissionato da: The Lowry, DanceXchange & Live at LICA.
Trailer https://vimeo.com/132338564
  Spellbound contemporary ballet (Roma Italia)
The hesitation day – The divided self
“THE HESITATION DAY”
Coreografia   Mauro Astolfi
Musica   Norn   Amon Tobin
Disegno Luci   Marco Policastro
Interpreti   Fabio Cavallo   Giovanni La Rocca   Mario Laterza   Giacomo Todeschi
Una produzione Spellbound realizzata con il contributo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Turismo, in collaborazione con The Egg-Albany-NY/USA
The Hesitation day, una produzione Spellbound con il contributo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Turismo in collaborazione con The Egg/Albany di NY, ha debuttato in prima mondiale il 23 ottobre 2015 al The Egg/Albany di NY, con la coreografia Mauro Astolfi, musica di Norn, Amon Tobin e il disegno Luci Marco Policastro.
“È quel giorno, quel momento dove c’è una sospensione temporanea di un’azione, di un pensiero o di un giudizio. In realtà è un momento prezioso, quasi un reset dove ricordare cosa vogliamo portare di noi nel mondo esterno. L’altro significato di “esitare” è di trasportare qualcosa, di farlo arrivare a destinazione proprio questo doppio e apparentemente opposto significato della parola ha innescato questo lavoro a volte il non sapersi (apparentemente) decidere, sta comunque portando delle nostre informazioni da qualche parte e, di certo, qualcuno le avrà qualcuno ci comprenderà. Ma per molti rimarremo illeggibili e indecifrabili, per tutti quelli che sapranno leggere solo il movimento continuo e non tutto che è subito prima e subito dopo l’azione.”
Studio: https://vimeo.com/143480005
  PRIMA REGIONALE
THE DIVIDED SELF
Coreografia Mauro Astolfi
Interpreti Serena Zaccagnini, Maria Cossu
Musica Rival Consoles Oto Hiax Nils Frahm Òlafur Arnalds
Una produzione Spellbound, prima assoluta Vitebsk Festival of Modern choreography, novembre 2015.
“The Divided self descrive alcuni gradi della difficolta’e della limitazione della liberta’ che inevitabilmente impone la presenza di qualcuno vicino a noi.
Cambia tutto quando non si devono spiegazioni del nostro modo d’essere, tutto’ scorre’ diversamente …cosi come è bello avere qualcuno con cui condividere…è altrettanto bello sentire il proprio silenzio e trasformarlo in azione.”
Questo duetto al femminile, inizialmente creato per due allieve dei corsi professionali del Daf Dance Arts Faculty di Roma ha debuttato il 21 novembre 2015 in Bielorussia a Vitebsk nell’ambito dell’international Festival of Modern Dance e si inserisce in un percorso di piccole creazioni e progetti volti a creare un trampolino di lancio e un avvio professionali ai migliori talenti cresciuti nelle fila del Daf di Roma sotto l’egida produttiva di Spellbound Contemporary Ballet.
La creazione è poi passata al repertorio della compagnia principale dal 2017.
vimeo
Biglietteria:
Intero € 18,00
Ridotto over 65 e studenti € 13,00
Servizio di prenotazione € 1,00 a biglietto
Abbonamento speciale Festival Internazionale 5 spettacoli 50,00 euro
  TEATRO VASCELLO
via Giacinto Carini, 78 – 00152 Roma
Tel. 06.5881021/06.5898031
www.teatrovascello.it [email protected]
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chez-mimich · 1 year
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NU ARTS AND COMMUNITY 2023: IRRINUNCIABILI PIACERI AUTUNNALI
La maratona di “Nu Arts and Community” festival di arti visive, danza, musica e molto altro che si tiene a Novara nel mese di settembre, è iniziata in una uggiosa sera uggiosa alla Galleria Giannoni, nel cui ingresso si era riunita una decina, o poco più, di anziani (pensandoci bene anche chi vi scrive è anagraficamente “un anziano”) in attesa di essere introdotti nelle sale della Galleria. Ad attenderli una giovane donna stesa a terra con il volto coperto da una sfera di acciaio. Intorno a lei, cosparsi sul parquet di diverse sale alcuni amplificatori che trasmettevano una trasmissione radiofonica con interviste a birdwatchers e naturalisti, intenti a raccontare “di nidificazioni e migrazioni dei volatili delle zone umide”. Beh, devo ammettere che, detto così, tutto possa sembrare molto surreale, ed in effetti lo era e lo è diventato molto di più quando il corpo di Marta Bellu del Collettivo Trifoglio/Iride ha ripreso vita e ha cominciato a muoversi sinuosamente in una danza liberamente ispirata ai suoni e ai movimenti della natura, se così possiamo semplificare. Il corpo, in dialettico rapporto con le sfere e le semisfere di acciaio disseminate nelle sale, si contorce lentissimamente, si avviluppa su sé stesso, rotea, striscia, si modella su stipiti e pareti, come un’alga su una roccia, si flette e si piega come una una chioma al vento. Ha un aspetto multiforme e poetico la natura che passa “attraverso” il corpo della incredibile Marta Bellu. Il silenzio delle sale ove sono esposte tele di marine e paesaggi ottocenteschi, è rotto solo dal fruscio del corpo della danzatrice e dai sommessi rumori elettronici di fondo di Donato Epiro, illuminato dalla luci di Andrea Sanson. Il pubblico anziano e un po’ meno anziano, sembra ipnotizzato e rapito, il pubblico giovane (ovviamente) non c’è. La performance termina con Marta in piedi, appoggiata accanto allo scalone della Galleria in un momento di meditazione profonda e di defaticamento. Gli applausi scrosciano e Marta interroga i più anziani che si rivelano essere pubblico attento e curioso. Fa parte della meraviglia di questo festival, unico nel suo genere, il saper coinvolgere “fette di città”, spesso lontane da questi eventi. Seconda parte della serata al Conservatorio “Cantelli” per la musica elettronica soft di Vittorio Montalti e “Blow Up Percussion” per “The Smell of Electricity”. Giochi di luce un po’ sacrificati a causa della serata piovosa e della location di emergenza all’interno del Conservatorio. L’elettronica di Vittorio Montalti è di quelle con cui si può stringere un patto di non belligeranza, poiché non è invasiva, potremmo azzardare quasi quasi un “dolce”, pur se con qualche bella citazione della rumoristica industriale alla Einsturzende Neubauten. Magnifico l’apporto delle percussioni elettroniche, gong, piatti ed oggettistica di Flavio Tanzi che sulla parte sinistra della scena divide idealmente il palco con la parte destra occupata dalle diavolerie elettroniche di Vittorio Montalti. Una piacevole cavalcata in una elettronica quasi vellutata, ricca di tante suggestioni ma non opprimente ed eccessivamente “noise”. Restate connessi…
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chez-mimich · 1 year
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Marta Bellu. “Nu Arts and Community” Festival 2023, Novara settembre 2023
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sguardimora · 6 years
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10/09/2018 - 16/09/2018 #ULTRAS sleeping dances
Inizia oggi e terminerà con la prova aperta di domenica 16 settembre alle ore 18 presso il Teatro Dimora di Mondaino la residenza creativa per la ricerca e la produzione del nuovo spettacolo di Cristina Kristal Rizzo
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ULTRAS sleeping dances  concept Cristina Kristal Rizzo danza Marta Bellu, Jari Boldrini, Barbara Novati, Cristina Kristal Rizzo, Charlie Laban Trier musica Deepsea Drive Machine, Dylan Mondegreen, Bonnie ‘prince’ Billy, Ed Sheeran, Napa Snidvongs allestimento e costumi Cristina Kristal Rizzo con i danzatori produzione Cab 008 con il sostegno di L’arboreto – Teatro Dimora di Mondaino; Regione Toscana e MiBACT in collaborazione con il Teatro Metastasio di Prato Progetto di residenza condiviso da spazioK.Kinkaleri , Centro nazionale di produzione / Virgilio Sieni, L’arboreto – Teatro Dimora di Mondaino
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