Tumgik
#pestaggio
ginogirolimoni · 2 months
Text
Tumblr media
Che il pestaggio del giornalista Andrea Joly fosse di matrice fascista non c’era bisogno di scomodare l’Intelligence, solo dei fascisti possono pestare un uomo a terra cento contro uno. E solo un capo fascista, vista la parata che sta prendendo la manifestazione che ha organizzato, se la fila senza intervenire, sperando di non essere identificato.
Non serve a niente sciogliere le organizzazioni para-fasciste, si riorganizzerebbero in clandestinità, e sarebbe peggio, perché almeno così sai dove andarli a pescare; e ne alimenteresti solo il vittimismo, che è l’arma migliore degli underdog, che alternano il piagnucolio alla spranga, il chiagne e fotti.
Bisogna colpire duramente chi sgarra: dall’apologia del fascismo, al pestaggio e ancora di più, visto che si tratta di organizzazioni inclini alla violenza, creare cordoni di poliziotti ovunque si radunino a scopo dissuasivo.
4 notes · View notes
wolfman75 · 5 months
Text
Tumblr media
Richard Ramirez, all'anagrafe Ricardo Leyva Muñoz Ramírez (El Paso, 29 febbraio 1960 – Greenbae, 7 giugno 2013), è stato un serial killer statunitense.
Soprannominato dai media "Night Stalker", il cacciatore della notte, uccise almeno 16 persone dal 10 aprile 1984 al 24 agosto 1985.
Il 31 agosto 1985 è stato catturato ed affidato nelle mani della giustizia. È stato condannato nel 1989 alla camera a gas per 41 crimini, tra cui 16 omicidi. La sua esecuzione doveva avvenire tramite gas letale nell'estate 2006, ma la Corte suprema nel 2007 ha accolto l'ultimo appello di Ramirez, facendo slittare l'esecuzione in data da designarsi, esecuzione mai avvenuta vista la prematura morte dell'assassino. Anche Ramirez ha trascorso gli anni in prigione, come John Wayne Gacy, dipingendo quadri.
Julian e Mercedes Ramirez ebbero cinque figli, e il quinto nato fu Richard Ramirez. La madre era cattolica, e suo padre un ex poliziotto in seguito passato a lavorare come operaio sull'autostrada di Santa Fe. Il padre di Richard credeva fermamente nelle punizioni corporali come metodo educativo. Era molto legato alla sorella Ruth Ramirez.
Ramirez potrebbe essere stato influenzato verso l'assassinio da suo cugino, Mike, un veterano della Guerra del Vietnam che spesso si vantava con lui di aver ucciso e torturato decine di nemici, mostrandogli anche delle foto Polaroid delle vittime. Queste includevano immagini di svariate teste decapitate di donne vietnamite, con le quali in altre foto Mike praticava del sesso orale. Ramirez era presente la notte in cui Mike sparò alla moglie, uccidendola. Richard aveva 13 anni all'epoca.
Il 10 aprile 1984 qualcosa fece scattare nella mente di Ramirez voglia di uccidere e di intraprendere una lunga mattanza che lo vede come protagonista fino al 31 agosto 1985, giorno della sua cattura. Nell'hotel dove lavorava vide una bambina con il fratello più piccolo che piangeva perché aveva perso una banconota. Ramirez attirò la bambina nel seminterrato facendole credere di aver visto la banconota, la violentò, la uccise e appese i suoi vestiti su un tubo di aerazione. Il caso non fu preso in considerazione ma, dopo l'arresto di Ramirez, nel 2009 gli investigatori attribuirono l'assalto come responsabilità di Ramirez, portando il numero delle vittime a 16.
Il 28 giugno 1984 Ramirez decise di intraprendere la furia omicida nuovamente e di spostarsi a Glassell Park, una zona a nord di Los Angeles. Forzò una porta e fece così spaventare Jennie Wincow, una anziana donna. La assalì, la torturò, la uccise e scappò di fretta. A causa della poca risonanza mediatica questo caso fu poco preso in considerazione e, ancora oggi, sono in corso accertamenti dalla parte della polizia per cercare di attribuire questo delitto atroce a Ramirez.
Il 20 febbraio 1985 Ramirez attaccò due donne in età avanzata nella loro casa a Telegraph Hill nella contea di Los Angeles, pugnalandole a morte.
Il 17 marzo 1985, Ramirez attaccò la ventiduenne Maria Hernandez fuori dalla sua abitazione, sparandole prima di entrare nella casa della ragazza. Dentro trovò Dayle Okazaki, 34 anni, che Ramirez uccise immediatamente. La Hernandez invece sopravvisse. Il proiettile sparatole da Ramirez era rimbalzato sopra le chiavi di casa che la ragazza aveva istintivamente portato al petto per proteggersi dal colpo.
Dopo circa un'ora dall'omicidio della Okazaki, Ramirez colpì nuovamente all'interno del Monterey Park. Sulla scena del delitto fu ritrovato un cappellino da baseball con il logo degli AC/DC.
Assalì la trentenne Tsai-Lian Yu, trascinandola fuori dalla sua auto e sparandole due colpi di arma da fuoco prima di fuggire. La ragazza venne ritrovata ancora in vita da un poliziotto, ma spirò poco prima dell'arrivo dell'ambulanza. I due omicidi ebbero una grossa risonanza nei media locali, scatenando il panico tra i residenti delle zone colpite.
Il 27 marzo Ramirez sparò a Vincent Zazzara, 64 anni, e a sua moglie Maxine, 44. Il corpo della signora Zazzara fu violentato e mutilato con diverse coltellate e le venne incisa la lettera T sul seno sinistro, mentre le furono cavati anche gli occhi. I cadaveri di Vincent e Maxine furono scoperti nella loro abitazione di Whittier dal figlio della coppia, Peter. L'autopsia determinò che le varie mutilazioni erano avvenute post-morte. Ramirez lasciò delle impronte di scarpe da ginnastica marca Avia sul luogo del delitto, che la polizia fotografò ed archiviò. All'epoca questi erano gli unici indizi in possesso della polizia. I proiettili trovati sulla scena del crimine furono confrontati con quelli rinvenuti durante i precedenti omicidi, e gli agenti capirono di trovarsi di fronte ad un assassino seriale. Gli omicidi erano infatti opera della stessa persona.
Due mesi dopo l'uccisione degli Zazzara, Ramirez attaccò una coppia di cinesi: Harold Wu, 66 anni, e sua moglie, Jean Wu, 63. L'uomo venne ucciso con un colpo di pistola alla testa, mentre la donna venne picchiata, legata, e ripetutamente violentata. Per ragioni sconosciute, Ramirez decise di lasciarla in vita. Gli impulsi omicidi di Ramirez si facevano di giorno in giorno più violenti. Lasciava dietro di sé sempre più indizi, e fu in questo periodo che venne soprannominato "The Night Stalker" dai mass media. Le vittime sopravvissute descrivevano il killer come un uomo alto di etnia ispanica con lunghi e ricci capelli neri, il viso scarno e allungato e la dentatura in pessime condizioni.
Il 29 maggio 1985 Ramirez assaltò Malvial Keller, 83 anni, e la sorella disabile di lei, Blanche Wolfe, 80 anni, picchiandole entrambe con un martello. Ramirez cercò anche di violentare la Keller, senza però riuscirvi. Utilizzando un rossetto disegnò un pentacolo sulla parete della stanza da letto e su una coscia dell'anziana donna. Blanche sopravvisse all'attacco. Il giorno seguente, Carol Kyle, 41 anni, fu legata, picchiata e sodomizzata da Ramirez, mentre il figlioletto undicenne della donna era stato rinchiuso nell'armadio dal killer.
Durante giugno e luglio, altre tre donne furono uccise. Due ebbero la gola tagliata, una picchiata a morte, tutte e tre furono assalite nelle loro case. Il 26 giugno Ramirez rapì di notte prelevandola dalla sua stanza la piccola Anastasia Hronas, una bambina di 6 anni; dopo averla ripetutamente violentata la lasciò libera abbandonandola nei pressi di un benzinaio.
Il 5 luglio Whitney Bennett, 16 anni, e Linda Fortuna, 63, furono attaccate da Ramirez, ma riuscirono entrambe a sopravvivere. Il 20 luglio Ramirez colpì addirittura due volte nello stesso giorno. A Sun Valley sparò, uccidendolo, a un uomo di 32 anni, Chitat Assawahem, mentre la moglie Sakima, 29 anni, fu picchiata e costretta ad un rapporto orale. Ramirez sodomizzò anche il figlioletto di 8 anni della coppia davanti agli occhi della madre. Più tardi lo stesso giorno assalì una coppia a Glendale, Maxson Kneiding, 66 anni, e sua moglie Lela, anche lei 66 anni; entrambi furono uccisi e i cadaveri mutilati.
Il 6 agosto Ramirez sparò sia a Christopher Petersen, 38, sia alla moglie di lui, Virginia, 27. Miracolosamente, sopravvissero entrambi. L'8 agosto seguente, Ramirez colpì a Diamond Bar, uccidendo Ahmed Zia, 35 anni, e poi violentò la moglie dell'uomo, Suu Kyi, 28 anni.
Successivamente Ramirez lasciò la zona di Los Angeles, e il 17 agosto, uccise un uomo di 66 anni a San Francisco, picchiando e sparando anche alla moglie dell'uomo. La donna riuscì a sopravvivere e fu in grado di identificare il suo assalitore dagli identikit preparati dalla polizia. Sulla scena del crimine, Ramirez utilizzò un rossetto per disegnare un pentacolo e scrivere le parole "Jack the Knife" sul muro della stanza da letto, poi, dopo aver rubato del cibo dal frigorifero, vomitò sul pavimento in cucina e si masturbò sul tappeto del salotto.
La svolta decisiva nel caso ebbe luogo il 24 agosto 1985, Ramirez viaggiò per cinquanta miglia dal sud di Los Angeles a Mission Viejo, ed irruppe nell'appartamento di Bill Carns, 29 anni, e della fidanzata, Inez Erickson, 27. Ramirez sparò in testa a Carns e violentò Erickson. La costrinse ad inneggiare a Satana e poco dopo, la forzò ad un rapporto orale. Poi la legò e se ne andò. Erickson riuscì a strisciare fino alla finestra e a scorgere l'auto di Ramirez, una Toyota station wagon di colore arancio. Fu inoltre in grado di dare una descrizione dettagliata del criminale alla polizia. Un adolescente identificò l'auto della quale aveva sentito parlare al notiziario, e si segnò la targa del veicolo. L'auto rubata venne rinvenuta il 28 agosto, e la polizia riuscì ad ottenere le impronte digitali dell'assassino prelevandole dal finestrino di una portiera dell'auto. Le impronte si rivelarono quelle del già schedato Richard Muñoz Ramirez, descritto come un venticinquenne ispanico con una lunga serie di precedenti per stupro e spaccio di droga.
Due giorni dopo, la sua foto segnaletica venne trasmessa in televisione e stampata sui principali quotidiani della California. Ramirez fu riconosciuto, circondato e quasi linciato da una folla di passanti a East Los Angeles mentre stava cercando di rubare un'auto. Gli agenti accorsi sul posto dovettero disperdere la folla per impedire che i cittadini inferociti uccidessero Ramirez.
L'udienza preliminare per il caso iniziò il 22 luglio 1988, e si concluse il 20 settembre 1989 con Ramirez ritenuto colpevole di 13 omicidi, 5 tentati omicidi, 11 violenze sessuali, e 14 furti con scasso.
Durante la fase penale del processo, il 7 novembre 1989, Ramirez fu condannato a 19 pene di morte. Il processo di Richard Ramirez fu uno dei più lunghi e complessi procedimenti giudiziari della storia americana. Più di 100 testimoni furono chiamati a deporre durante i dibattimenti, e mentre alcuni faticavano a ricordare precisamente avvenimenti accaduti quattro anni prima, altri si dissero sicuri che l'assassino fosse proprio Richard Ramirez, il quale si presentò in aula con un pentacolo tatuato sul palmo di una mano esclamando "Ave Satana!".
Il 3 agosto 1988 il Los Angeles Times riportò la notizia che alcune guardie carcerarie avevano raccontato di aver sentito Ramirez che diceva di voler sparare al procuratore distrettuale in aula, con una pistola che intendeva contrabbandare in tribunale di nascosto.
Di conseguenza, venne installato un metal detector all'entrata dell'aula e furono disposti severi controlli. Il 14 agosto il processo fu interrotto perché uno dei giurati, tale Phyllis Singletary, non si presentò in aula. Più tardi quello stesso giorno la donna venne rinvenuta cadavere nel suo appartamento, uccisa da un colpo di arma da fuoco. La giuria rimase terrorizzata dall'evento; nessuno sapeva se Ramirez aveva avuto indirettamente qualcosa a che fare con l'omicidio, orchestrando il tutto dalla sua cella. In realtà Ramirez non era responsabile della morte della Singletary: la donna era stata uccisa dal suo fidanzato, che in seguito si suicidò.
All'epoca del processo, Ramirez aveva numerose fan che gli scrivevano appassionate lettere d'amore in carcere. A partire dal 1985, la giornalista freelance Doreen Lioy gli scrisse circa 75 lettere durante la sua incarcerazione. Nel 1988 Ramirez le propose di sposarlo, e il 3 ottobre 1996 la coppia si sposò nel carcere di San Quintino. La Lioy ha ripetutamente affermato che si sarebbe suicidata il giorno in cui Ramirez fosse stato giustiziato.
Richard Ramirez è morto per insufficienza epatica nel giugno 2013 all'età di 53 anni, mentre era detenuto nel Carcere di San Quintino.
youtube
6 notes · View notes
innoia · 2 years
Photo
Tumblr media
Facciamo chiarezza, circola una foto taroccata su Instagram e su Twitter, la foto originale è questa #fascistidimerda #innoia #fascistifirenze #squadristi #pestaggio #DESTRA #Firenze #aggressione #LiceoMichelangiolo #appesi (presso Florence, Italy) https://www.instagram.com/p/Co2K5wPDW1L/?igshid=NGJjMDIxMWI=
2 notes · View notes
omarfor-orchestra · 1 year
Text
Io mi aspettavo almeno un divorzio
1 note · View note
sauolasa · 1 year
Text
Cecenia: pestaggio di una giornalista dei diritti umani e di un avvocato
Brutalmente aggrediti in Cecenia, la giornalista russa Milashina e l'avvocato Nemov si trovano ricoverati a Grozny
0 notes
sguardimora · 1 year
Text
Residenze Digitali 2023
Sono stati pubblicati i nomi dei 4 vincitori della quarta edizione del bando Residenze Digitali.  I lavori sono stati selezionati dai rappresentanti dei 9 partner organizzatori e dalle 3 tutor, le studiose 𝗟𝗮𝘂𝗿𝗮 𝗚𝗲𝗺𝗶𝗻𝗶, 𝗔𝗻𝗻𝗮 𝗠𝗮𝗿𝗶𝗮 𝗠𝗼𝗻𝘁𝗲𝘃𝗲𝗿𝗱𝗶, 𝗙𝗲𝗱𝗲𝗿𝗶𝗰𝗮 𝗣𝗮𝘁𝘁𝗶.
Tumblr media
𝗜𝗹 𝗧𝗲𝗮𝘁𝗿𝗼𝗽𝗼𝘀𝘁𝗮𝗴𝗴𝗶𝗼 𝗱𝗮 𝘂𝗻 𝗠𝗶𝗹𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗱𝗶 𝗗𝗼𝗹𝗹𝗮𝗿𝗶 di MALTE & Collettivo ØNAR
Tumblr media
𝗔𝗶 𝗟𝗼𝘃𝗲, 𝗚𝗵𝗼𝘀𝘁𝘀 𝗮𝗻𝗱 𝗨𝗻𝗰𝗮𝗻𝗻𝘆 𝗩𝗮𝗹𝗹𝗲𝘆𝘀 <𝟯 di Mara Oscar Cassiani
Tumblr media
𝗖𝗶𝘁𝗶𝘇𝗲𝗻𝘀 di Simone Verduci, con la consulenza per il concept coreografico e la regia di Ariella Vidach Aiep
Tumblr media
𝗛𝘂𝗺𝗮𝗻𝘃𝗲𝗿𝘀𝗲 di Martin Romeo
0 notes
lusyscilly · 10 months
Text
Comunque è palese che la rai abbia capito che la maggior parte di chi guarda quasta serie sia qui solo per vedere le relazioni tra Manuel-Simone-Mimmo e nient'altro. Io rispetto il lavoro che gli attori ci hanno messo e che sicuramente volevano mostrare al meglio, ma la scrittura di questi episodi fa pena.
La molestia che ha subito Luna è da mettersi le mani nei capelli, con una frasetta solidale nei confronti suoi finale e un bellissimo "not all men" da parte di Dante, che fa già ridere così. E poi non chiamano la polizia e non denunciano! Okay tutto, ma non mi sembra che la rai sia famosa per il suo realismo, un messaggio di denuncia fatto come si deve poteva e doveva essere fatto!
Ma poi il pestaggio che ha subito Simone è ancora peggio. "Una ragazzata" o quello che era, ma gli sceneggiatori hanno le pigne al posto del cervello o cosa???? Qui rischiava anche peggio, non l'ospedale ma mettiamo tutto via per una ragazzata.
E si potrebbe andare avanti per ore e ore a discutere di questi problemi. Davvero, io sto rimanendo per vedere loro e lo ammetto, ma non ne posso più di vedere le briciole. Mi manda al manicomio sta roba e pensare che avevano il materiale dalla serie spagnola, che ci frega di tutte queste sottotrame intricatissime??
57 notes · View notes
anchesetuttinoino · 3 months
Text
Tumblr media
Udine, criminalità delle gang multietniche fuori controllo
Imprenditore giapponese in coma dopo un pestaggio: fermati 5 uomini tra i 20 e i 30 anni
👉un italiano
👉un “nuovo italiano”
👉due ucraini
👉un magrebino
11 notes · View notes
abr · 1 year
Text
Gli esecratori del brutto pestaggio del Quarticciolo, ai danni di uno scippatore straniero, non si credano poi tanto cristiani. Bernardo di Chiaravalle scrisse: “Chi uccide un malfattore, non deve essere reputato un omicida ma un malicida”. E Bernardo di Chiaravalle era un Santo. Leone XIII scrisse: “L’arrendevolezza dei buoni aumenta l’audacia dei malvagi”. E Leone XIII era un Papa. Vittorio Mathieu scrisse: “Attribuire la giustizia sommaria solo a ignoranza, e la vendetta solo a un meschino desiderio di rivalsa, significa non vedere in essi tentativi che, per quanto difettosi, mirano già alla giustizia”. E Mathieu era un filosofo cattolico. Gli esecratori del brutto, evidentemente brutto, pestaggio del Quarticciolo, sappiano di essere soprattutto hegeliani. Anni fa Carlo Nordio ricordò che i fortissimi limiti all’autodifesa contenuti nel nostro codice penale sono stati inseriti nel 1930 per assicurare allo Stato (lo Stato etico di Hegel) il monopolio della violenza. Da Vincenzo Manzini e Alfredo Rocco: giuristi fascisti e dunque hegeliani, o forse hegeliani e dunque fascisti.
Assolutamente senza forse (retorico): idealisti, provincia della provincia tedesca che assieme al liberalismo traviato di Croce, han mandato completamente fuori strada il "moderatismo laico" in Italì, tenendolo cinquant'anni indietro; via https://www.ilfoglio.it/preghiera/2023/09/09/news/non-si-creda-tanto-santo-chi-esecra-il-brutto-pestaggio-del-quarticciolo-5659578/
Chissà perché rilancio sempre più frequentemente e sempre più volentieri gli articoli di CAMILLO LANGONE: ma perché il suo è normale buon senso, spiegato con quel garbo ed eleganza che la cultura vera non i salotti ti dà; elegante ma diretto dirompente spiazzante senza sconti; nel panorama di penoso pensiero debole diffuso oggi, diviene manifesto di autentica ANTROPOLOGICA SUPERIORITA'.
22 notes · View notes
soldan56 · 7 months
Text
Tumblr media
Donzelli difende il pestaggio della polizia sugli studenti pisani perché dice che volevano ‘assaltare’ la sinagoga, che dista parecchio dal luogo del pestaggio. Disarmati e a volto scoperto....... Il fascista è vigliacco SEMPRE
14 notes · View notes
ilblogdellestorie · 10 months
Text
Tumblr media
"Un film non cambia le cose, le storie sì. C'è ancora domani è dedicato a mia figlia, che a otto anni e mezzo fatica a credere alle privazioni che le donne erano costrette a subire. Volevo che questa storia arrivasse alle ragazze, a tutte, perché è un attimo che si torni indietro e i diritti vanno difesi". Così Paola Cortellesi, nel presentare il suo film C'è ancora domani al Cineland di Ostia. Un'opera prima, la sua, che esce nelle sale in un periodo in cui la violenza sulle donne è di triste attualità. "Purtroppo un periodo che dura da anni - dice - Alle donne di qualsiasi estrazione sociale veniva consigliato di tacere. E noi siamo stanche, anche se non lo abbiamo vissuto personalmente". Emblematica la scena del pestaggio tra le mura domestiche rappresentata come un balletto, "una scena che si ripete, una routine - spiega - con la musica che canta 'nessuno ci può separare'. E nessuno può separare Delia da suo marito, per lei una condanna". "Per un attore accettare di interpretare un personaggio così odioso, stupido, senza riscatto, con la difficoltà di muoversi su registro molto drammatico e dall'altro su territorio ridicolo è stata una sfida molto grande - spiega Paola Cortellesi parlando del ruolo di Valerio Mastandrea - Non smetterò mai di essergli grata. Credo che il merito del successo di questo film sia dovuto al fatto che ognuno vi si riconosce in un pezzettino, in una parola, in un atteggiamento - dice al pubblico - E mi piace pensare che susciti un confronto tra chi lo guarda, che riporti le persone a parlare, a condividere".
13 notes · View notes
nipresa · 9 months
Text
Pensa però che sfiga questi quattro che tra tutti hanno beccato proprio un giornalista; se pestavano quello accanto, per dire, si sarebbero evitati ogni rogna.
9 notes · View notes
superfuji · 1 year
Quote
Del resto, Fratelli d’Italia nasce esattamente per sfruttare questa finestra di opportunità. Prendiamo i suoi tre fondatori ufficiali: Ignazio La Russa, Guido Crosetto e Giorgia Meloni. Il primo rappresenta (in modo perfino caricaturale) la fedeltà al fascismo storico, e la militanza nel torbido e sanguinario neofascismo del dopoguerra. Il secondo rappresenta la garanzia di totale organicità ai dogmi del liberismo economico e alle esigenze del sistema militare-industriale e dunque della guerra. La terza rappresenta l’apertura all’ideologia dell’estrema destra internazionale (da Orban a Bolsonaro a Trump). Quest’ultimo punto merita qualche parola in più. Nonostante l’affettuosa deferenza per Giorgio Almirante e alcune giovanili dichiarazioni di entusiasmo per Mussolini, Meloni è attenta a smarcarsi dal fascismo nostalgico alla La Russa. La ragione è la volontà di essere, e apparire, in sintonia con un nuovo fascismo che – pur nella sostanziale continuità ideologica con le idee di Hitler o di Evola – non ha bisogno di un apparato simbolico storico, e costruisce nuovi simboli e nuovi miti. In questo 25 aprile, prendetevi un momento per guardare un terribile video del 2013 (in francese, con sottotitoli in inglese: https://www.youtube.com/watch?v=XA5S5Qrg6CU). È la ‘dichiarazione di guerra’ alle democrazie lanciata da Génération Identitaire, un movimento politico nato in Francia (e lì sciolto dal governo nel 2017) che fa della ‘questione etnica’ il fulcro di una politica fondata sulla paura e sull’odio. La linea è quella del suprematismo bianco: e in concreto quel movimento ha organizzato una serie di attacchi anche fisici contro le Ong che soccorrono i migranti nel Mediterraneo. I simboli non sono le svastiche: ma, come si spiega nell video, i ‘lambda’, cioè le lettere greche che figuravano tra gli emblemi degli Spartani (‘lambda’ è la lettera iniziale di Lacedemoni, altro nome degli Spartani). La scelta cade sulla grande antagonista della democratica Atene: una città governata da una minoranza (gli Spartiati) che dominava attraverso la violenza e il terrore su una maggioranza (gli Iloti) etnicamente diversa. Un modello atroce, fatto proprio dall’organizzazione studentesca di Fratelli d’Italia. Un esempio eloquente: il percorso formativo di Azione studentesca si chiama ‘agoghé’, come quello dei giovani spartiati, che in esso si formavano alla resistenza fisica, e alla violenza (anche attraverso uccisioni rituali e impunite degli Iloti). Una ricca documentazione iconografica mostra come i ragazzi italiani che crescono all’ombra della Presidente del Consiglio non ricorrano ai fasci o alle svastiche (anche se la croce celtica rimane il simbolo ufficiale di Azione studentesca), ma ai simboli dell’antica Sparta: un mimetismo formale che mette i giovani di estrema destra italiana al riparo dalle accuse di fascismo nostalgico, e in connessione con i loro camerati di tutta Europa, consentendo una perfetta, e indisturbata, continuità con gli ‘ideali’ fascisti e nazisti. Vale la pena di ricordare che è stata proprio Azione studentesca la responsabile, nel febbraio scorso, del pestaggio dei ragazzi del Liceo Michelangiolo, a Firenze: e che nello stesso palazzo fiorentino hanno sede Fratelli d’Italia, Casaggì (nome locale di Azione studentesca) e la casa editrice “Passaggio al bosco” (etichetta esplicitamente jüngeriana che allude alla ribellione contro la democrazia), il cui catalogo è ricco di testi su Sparta, e sulla sua mistica del razzismo violento. È in questo quadro che si deve leggere l’uscita sulla ‘sostituzione etnica’ del ministro Lollobrigida, cognato di Meloni. Lungi dall’essere frutto di “ignoranza”, come penosamente asserito dall’interessato, si tratta della maldestra esibizione della parola d’ordine chiave per questa nuova-vecchia destra europea che fa della questione razziale e migratoria il centro di un intero sistema di pensiero e azione. Negli ultimi decenni si possono documentare decine e decine di uscite di Salvini, Meloni e molti altri leader della destra italiana sulla sostituzione etnica: e ora la tragedia di Cutro mostra come proprio quell’ideologia ispiri le azioni e le omissioni dell’attuale governo della Repubblica. Un nuovo fascismo, dunque: che non ha necessariamente bisogno dei labari del Ventennio. Ma che quel progetto comunque resuscita e persegue: soprattutto in una mistica della violenza e della morte che ha nei neri, nei musulmani, nei diversi i propri eterni obiettivi. Lo dimostra il fatto che la politica di questo governo fascista attacca frontalmente alcuni principi fondamentali della Costituzione antifascista
Il 25 aprile con un partito fascista al governo
49 notes · View notes
paoloxl · 1 year
Text
Tumblr media
La Procura della Repubblica di Roma ha chiuso le indagini sul pestaggio che ha avuto come vittime tre ragazzini di 16 anni. Gli autori dell’aggressione sono poliziotti. I fatti si sono consumati nella tarda serata del 9 giugno del 2022, e tutto è stato immortalato dalle videocamere di sorveglianza che hanno incastrato i tre agenti.
Il racconto delle tre vittime dell’aggressione
Si è trattato di 5 minuti di follia. I tre ragazzini, alle 23 e 55,  erano diretti al Mc Donald’s, come riporta La Repubblica, nei pressi della Circonvallazione Cornelia quando sono arrivati e subito dopo sono sopraggiunte anche due pattuglie della Polizia. Dopo quei fatidici 5 minuti le auto blu vanno via. Ma in quel lasso temporale cosa è successo? I tre 16enne racconteranno di essere stati picchiati dai poliziotti e a uno questi ultimi avrebbero anche spaccato il cellulare con il quale stava cercando di chiedere aiuto al padre. Fatti che hanno trovato conferme nelle immagini delle telecamere.
La chiusura indagini e le accuse nei confronti degli agenti
Ora la Procura ha chiuso le indagini a carico degli agenti e, sulla base dei racconti delle vittime e dei video reperiti dagli investigatori che confermerebbero il racconto dei ragazzini, l’accusa per tutti è di abuso d’ufficio e lesioni. A uno viene contestato anche il danneggiamento, mentre un altro di depistaggio, in quanto avrebbe negato i fatti realmente accaduti.
L’aggressione s’è consumata in un brevissimo lasso temporale. I poliziotti erano stati inviati sul posto dalla centrale operativa per una rissa tra stranieri. Ma una volta arrivati sul posto avevano trovato solo il gruppo di ragazzini che stava giocando con il carrello della spesa. A quel punto, secondo il racconto delle vittime, non ci sarebbe stato niente altro che l’aggressione. Una scarica di botte ingiustificate, come avrebbero poi raccontato agli investigatori.
22 notes · View notes
sauolasa · 2 years
Text
Memphis reagisce dopo il pestaggio a morte di Nichols. Sciolta l'unità Scorpions
Sciolta l'unità Scorpions, creata per sgominare le bande criminali della città con tattiche e pratiche spesso al limite della legge. Non esistono prove di un'infrazione da parte di Nichols
0 notes
sottotraccia · 3 months
Text
Tumblr media
In ricordo di Francesco Cecchin 🌹
16 giugno 1979, Roma, Ospedale San Giovanni, su un letto che lo teneva in coma da diciannove giorni, muore il diciassettenne Francesco Cecchin. Dai referti medici emergono gravi fratture e traumi, tra cui una profonda lesione alla milza, distrutta durante il pestaggio precedente al lancio del suo corpo da un terrazzo alto 5 metri.
Francesco è un giovane militante del Fronte della Gioventù e frequenta la sezione di via Migiurtinia, la zona più rossa del noto “quartiere Africano” . A scuola viene preso di mira dai compagni e isolato, costretto a cambiare istituto, esattamente come accadde quattro anni prima a Sergio Ramelli, un copione che si ripete in un teatro di odio e violenza: l’Italia degli Anni di Piombo.
Il 28 maggio 1979 è un giorno apparentemente ordinario. Sono le 20 e Francesco è intento a preparare un’affissione con altri due militanti, quando viene notato da un gruppo di comunisti, giunti con una Fiat 850, che considera la zona di sua “proprietà”. Seguono insulti e intimidazioni che Francesco respinge con la sua forte personalità. I comunisti si dileguano. Ma non finisce così quella notte. Verso la mezzanotte Francesco esce accompagnato da sua sorella maggiore, Maria Carla. È buio e dal marciapiede di via Montebuono scorge la stessa Fiat 850 bianca da cui scendono due uomini che iniziano a correre contro di lui e scappa, dopo aver detto alla sorella di fare altrettanto.
Si rifugia nel palazzo al civico n.5 della stessa via, dove abitava un suo amico, ma viene raggiunto sopra il terrazzo su cui si consuma la brutale aggressione. Viene ritrovato così, disteso a terra, ancora vivo, ma privo di conoscenza.  Perde sangue dalla tempia e dal naso.
L’evoluzione giudiziaria del suo omicidio è un delirio mediatico in cui si intrecciano scarsa accuratezza delle indagini, assurdità, silenzi, fino alla sentenza definitiva: «È convinzione della Corte che, nel caso di specie, non si sia trattato di omicidio preterintenzionale, ma di vero e proprio omicidio volontario».
Una morte scomoda che, ancora oggi, è rimasta senza colpevoli.
5 notes · View notes