Tumgik
#poltroncina
levantindesign · 2 years
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Backstage birth of our Support bar stools, in all-black paintwork ❤
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designmiss · 9 years
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Hideaway, una sedia per bambini a forma di guscio https://www.design-miss.com/hideaway-una-sedia-per-bambini-a-forma-di-guscio/ Una #sedia per bambini a forma di guscio, che offre un rifugio confortevole ed avvolgente.
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pingtopong · 1 year
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Library Venice A picture of a mid-sized, modern, open-concept family room library with gray walls, a wall-mounted tv, and a beige floor is shown.
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lhosgabello · 2 years
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Singola Poltrona in rattan con schienale di media altezza. Diversa o Deviante dal gruppo di cui faceva parte? Il set originale comprendeva tre sedie (più lei) e un coffeetable tondo. A noi piace più da sola con un appoggio a lato per essere utile alla lettura. Comoda quanto basta, ovviamente meglio con l’aggiunta di un cuscino. Spedizione da concordare. Dimensioni: 60x65cm h seduta 42cm h 103cm Prezzo: 67euro #poltrona #seduta #midollino #intrecci #armchair #rattan #interiordesign #giardinoinverno #homedecor #modernariato #bambu #vintagerattan #sedia #poltroncina #singlechair #single #brocante #furniturerattan #livingroomdecor #onlyone #lhosgabello (presso L'ho Sgabello) https://www.instagram.com/p/CksP9nTMECW/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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myberrylove · 9 months
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Ash si appoggiò pesantemente sulla spalla di Misty.
Ti preeeego!
La ragazza fece una smorfia poco contenta, guardando l’amico Ash con quell’espressione disperata, tipica di un bambino capriccioso.
Ash, avevamo fatto un patto…- disse lei per l’ennesima volta, cercando di nascondere l’imbarazzo di avere il suo viso così vicino. Anche dopo anni, quel ragazzo non smetteva di farla sentire come una bambina alla sua prima cotta.
Ok, ok… ma perché proprio uno spettacolo di Rudy?- brontolò lui, comodamente appoggiato sulla spalla di lei, quasi a cercare rifugio in quella stretta intima, come se fosse la cosa più naturale al mondo.
Perché sua sorella ci ha regalato i biglietti.
Ma lo sai che è così noooioso!
Solo perché non ti piace ballare, non vuol dire che il ballo sia noioso.
D’accordo, allora è Rudy a essere noooioso! E borioso!- la guardò con un’espressione tanto tragica da essere buffa- Dai, anche tu alzi gli occhi al cielo quando inizia a parlare di sé.
Misty cercò di rimanere seria, ma pensando alle parole di Ash non poté evitare di farsi sfuggire un sorriso complice.
Hai ragione, a volte Rudy è così… pieno di sé…
Visto?- disse trionfante Ash guardando l’amica che con difficoltà cercava di non ridere.
… Ma ho promesso a sua sorella che ci saremo andati.
Ash fece uno sbuffo indispettito e si staccò dalla spalla di Misty.
Va bene, ma non sorprenderti se dormirò durante tutto lo spettacolo- incrociò le braccia dietro la testa.
Non sarebbe una novità- commentò lei e salì per prima le scale per entrare nel teatro. Ash le fu subito dietro.
I due ragazzi si avvicinarono ai loro posti riservati, quando una ragazzina li notò e andò incontro a loro.
Misty! Sei venuta!- disse la ragazzina raggiante, per poi notare anche il ragazzo dai capelli nero corvino dietro di lei- … E Ash- aggiunse con un tono meno entusiasta.
Te l’avevo promesso- disse gentilmente Misty con un sorriso.
Ti ringrazio, mio fratello sarà felice di sapere che sei… siete qui- si corresse all’ultimo- Godetevi lo spettacolo- li salutò e andò a sedersi da un’altra parte.
Sempre felice di vedermi, eh?- commentò sarcastico Ash, mentre entrambi si sedevano nelle poltroncine vicino al palco.
Ancora con questa storia?- disse Misty stancamente, ignorando che la ragazzina stava guardando da lontano il ragazzo con uno sguardo poco amichevole- Non ha niente contro di te, non hai visto che era contenta di vederti?
Oh sì… era contenta di vedere te… - precisò lui- Immagino di aver rovinato i suoi piani…- borbottò con un susurro che Misty non sentì, perché in quel momento le luci si spensero e il tendone si aprì, facendo entrare gli artisti con un sottofondo di musica.
Misty osservò i ballerini muoversi con grazia sul palco, ma non poté evitare di notare che il ragazzo accanto a lei ridacchiava di nascosto. Lei gli diede una gomitata per farlo smettere. Erano così vicini al palco che avrebbero potuto vederlo.
Ash, ti sentiranno- sussurrò lei indispettita.
Ehi, non è colpa mia se è vestito in quel modo ridicolo- si giustificò lui con voce bassa.
Misty si limitò a sospirare, anche se non poteva dare torto a Ash… Rudy sembrava davvero buffo con quella calzamaglia. Ma non poteva certo ammetterlo davanti a Ash… era stata lei a insistere che ogni tanto dovevano provare dei passatempi più culturali.
Notò però che Ash la stava guardando con un’espressione gongolante.
… cosa?
Stai ridendo.
No, non è vero- si difese lei, cercando nuovamente di sembrare seria. Era dura cercare di essere la persona più matura nel gruppo- Ora fa silenzio.
Come vuoi…- lui si limitò ad alzare le spalle, sussurrando mentre si sistemava nella poltroncina- Quasi invidio Pikachu che è rimasto con Brock.
Misty evitò di commentare per concentrarsi sul balletto. Nel giro di qualche minuto però, avvertì un delicato peso sulla sua spalla. Girò la testa lentamente, e il suo sguardo si scontrò con la dolcezza di Ash che aveva posato la testa sulla sua spalla, cedendo al sonno.
Per un istante sentì un brivido leggero, una sensazione di intimità familiare, che cercò ovviamente di scacciare velocemente.
Ecco, lo sapeva… Ash e il teatro erano due cose incompatibili.
Avrebbe volentieri svegliato Ash con una forte gomitata, ma un mormorio assonnato simile al suo nome uscì dalle sue labbra mentre si sistemava meglio sulla spalla di lei. La mano di lui sfiorò le dita di Misty, quasi intrecciandosi in un legame invisibile.
Un leggero rossore colorò le guance di Misty, ma non era dovuto alle luci del palco.
Ash, beatamente immerso nel sonno, era così vicino a lei che, nonostante la leggera frustrazione, Misty si lasciò andare a un sospiro rassegnato.
Un piccolo sorriso affiorò sulle labbra di Misty e decise di accomodarsi anch’essa vicino ad Ash.
Solo per quella volta avrebbe lasciato correre. In fondo, erano poche le occasioni di stare così vicini senza che sembrasse imbarazzante per entrambi… senza che i sentimenti incasinassero la loro complicata amicizia.
E in quel buio avvolgente del teatro, i loro cuori battevano all'unisono, forgiando un legame che andava oltre le parole.
°*°*°*°*°*°
Ok, dovevo scrivere due righe per accompagnare il disegno, ma io noooo... devo sempre esagerare 🙄
E per chi se lo chiedesse... ho fatto prima il disegno e poi mi sono fatta ispirare per scrivere, non viceversa 😅 Mi viene più difficile disegnare in base alla storia.
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teredo-navalis · 4 months
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Boia de dio, il problema non è stare sulla poltroncina del dentista a farsi tirare i denti, quello potrei farlo ogni giorno; il problema è tutto quello che viene dopo😭😭😭
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orotrasparente · 9 months
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concorsi pubblici per le PA in italia be like: facciamo uscire nuovi concorsi interessanti però ovviamente come requisito di partecipazione mettiamo che si deve già essere dipendente pubblico 😃 perché è giusto che chi abbia già la poltroncina (xke ovviamente raccomandato) possa prendere poltroncina più grande
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quellostrano-1980 · 3 months
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È vero non ho fatto un beneamato stanotte al lavoro, ho praticamente fatto zapping sulle app guardando una puntata di una serie qui e una lì... E il mio collega che mi guarda e tutto contento mi fa "ma magari avere tutte le notti così, sarebbe una pacchia".
Si, decisamente. Ma la fa facile lui. Lui sta seduto in ufficio, poltroncina e climatizzatore. Io invece nel piazzale appollaiato su quel maledetto sgabello di ferro che mi ha praticamente distrutto la schiena.
Eh, ma ad avercene di notti così...
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princessofmistake · 4 months
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La mia testa, per usare una similitudine disgustosamente trita, è come un cestino pieno di cartacce, capelli e torsoli di mela ammuffiti. Mi sento depressa, perché mi sono esposta a tante vite, molte delle quali emozionanti e nuove per il mio stadio di esperienza. Passo accanto alla gente, la sfioro in superficie e mi turbo. Devo ammirare qualcuno perché mi piaccia sul serio - per considerarlo un amico. Mi è capitato con Ann: ammiravo il suo spirito, il suo modo di cavalcare, la sua fertile immaginazione - tutte le cose che erano parte integrante della sua personalità. Potevo contare su di lei come lei poteva contare su di me. Insieme, noi due potevamo affrontare qualsiasi cosa - no, non proprio, altrimenti sarebbe tornata. E così se n'è andata, e da un po' sono da sola. Ma cosa ne so io del dolore? Non mi è mai morto nessuno a cui volessi bene, nessuno è mai stato torturato. Non mi è mai mancato da mangiare, nè un posto dove dormire. Ho avuto in dono tutti e cinque i sensi e un aspetto attraente. Così è facile stare a filosofeggiare dalla mia comoda poltroncina. Insomma, sto frequentando uno dei più prestigiosi college d'America e vivo con le duemila ragazze più prestigiose degli Stati Uniti; di cosa posso lamentarmi, allora? Non di molto. Il modo migliore per accrescere il rispetto di me stessa è dire che sono qui grazie a una borsa di studio e che se alle scuole superiori, esercitando il libero arbitrio, non avessi studiato, ora non sarei qui. A pensarci bene, fino a che punto si è trattato di libero arbitrio? Quanto è dovuto alla capacità di pensare ereditata dai miei genitori, all'incitamento della famiglia a studiare con buoni risultati accademici, all'esigenza di trovare un'alternativa a una società di ragazzi e ragazze che non mi avrebbero mai accettata? E il mio desiderio di scrivere non deriva da una tendenza all'introversione nata quando ero piccola ed ero allevata nel mondo fatato di Mary Poppins e Winnie-The-Pooh? Non mi distingue, questo, dalla maggioranza delle mie compagne? [E] anche il fatto di prendere il massimo dei voti ed essere 'diversa' dalla marmaglia - in che senso non lo so esattamente, però 'diversa' come l'animale che torna nel branco con l'impronta di una mano umana su di sè.
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designmiss · 9 years
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Paleta, una poltroncina in stile scandinavo https://www.design-miss.com/paleta-una-poltroncina-in-stile-scandinavo/ #Poltroncine di design per un arredamento minimal
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naturalistadibordo · 1 year
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Quella mattina di fine estate doveva andare nello studio di un commercialista, dove si teneva una lezione sull’uso dei computer. Una novità per lei, ragazza nata negli anni Sessanta, studentessa di Ragioneria, che guardava all’informatica con grande curiosità. Il cugino, che avrebbe dovuto darle un passaggio in Vespa e restare con lei alla presentazione, era ancora a letto quando suonò il campanello di casa sua, all’orario stabilito. “Sta dormendo - le disse sua zia - sei sicura di non aver sbagliato giorno?” Lei però voleva partecipare all’incontro, voleva cominciare a capirci qualcosa… Si diresse alla fermata del pullman e raggiunse il paese vicino giusto in tempo. L’organizzatore dispose i partecipanti a piccoli gruppi attorno ai computer e accompagnò la ragazza in una stanza dove non c’era nessun altro. E mentre i vari gruppi lavoravano con dei tecnici, lui stesso si sedette accanto a lei e, con la scusa di mostrarle il funzionamento della macchina, iniziò a molestarla pesantemente. Come pietrificata, la ragazza avrebbe voluto sprofondare nella poltroncina, si illuse di aver frainteso ma lui non desistette fino a quando qualcuno bussò alla porta ricordando che il tempo a disposizione stava finendo ed invitando i due alla fase finale dell’incontro. Dopo aver fissato le date delle lezioni successive, la riunione finì e la ragazza si avviò alla fermata del pullman, incalzata dal suo aguzzino che insisteva per dalle un passaggio in macchina. Fu allora che uno dei presenti, che si era presentato con la figlia piccola e se ne stava andando tenendola per mano, si rivolse alla ragazza e la invitò ad unirsi a loro, visto che doveva proprio passare dal suo paese. Lei non rivide più questo signore gentile, ma da adulta avrebbe tanto voluto ringraziarlo per aver capito il suo dolore e per averle evitato ulteriori sofferenze. Non parlò con nessuno di quanto le era capitato, temendo che i genitori la rimproverassero per aver voluto andare da sola in un’ambiente dove non conosceva nessuno. Ne parlò, e tanto, con le figlie, con le alunne e con le colleghe (io sono una di loro). Alle figlie diceva di denunciare sempre, indipendentemente dal contesto, senza vergognarsi e con la certezza che mai avrebbe reagito con un “Non dovevi fare … , non dovevi andare…” , ma sarebbe sempre stata dalla loro parte. La parte giusta.
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lhosgabello · 2 years
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Le giornate si stanno accorciando a dismisura e si sfruttano maggiormente gli spazi interni. Noi stiamo sistemando l’esposizione per godere al meglio della veranda e del giardino d’inverno. Speriamo di farveli vedere a breve e farvi respirare gli spazi che amiamo. Cosa è meglio di un salottino in vimini per mettere buon umore e rilassarsi? Questo set è stato da sempre in una casa dove lo hanno trattato con i guanti. Praticamente si potrebbe dire che è nuovo! Utilizzato in esterno sotto un portico e riportato sempre in casa per non rovinarlo: l’anziana proprietaria lo ha veramente amato. Quanto ci tenevano i nostri nonni a “far durare” le cose? Le avevano faticosamente conquistate, scelte e apprezzate. Tre sedie e un tavolino tondo. (Cofeetable se volete più sentirvi “international”) LUI, LEI, L’ALTRO. Linea classica, nessuna attribuzione “di design”, condizioni vintage ottime. Spedizione da concordare. Dimensioni: sedia 55x55cm h seduta 41cm h 75cm tavolo diametro 53cm h primo ripiano 33cm h 56cm Prezzo: 227euro #poltrona #seduta #midollino #intrecci #armchair #rattan #interiordesign #giardinoinverno #homedecor #veranda #modernariato #bambu #vintagerattan #sedia #poltroncina #singlechair #single #brocante #furniturerattan #livingroomdecor #autunno #lhosgabello https://www.instagram.com/p/CjNwGmJOTua/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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diluvioaluglio · 1 year
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in che senso i deputati avranno un aumento di 1.269,34€? per fare cosa? dormire sulla poltroncina? ci sta gente che si muore di fame non ho parole poi dite che i francesi so stronzi quando loro in sta situazione avrebbero già appeso la bionda come un pipistrello
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ma-pi-ma · 2 years
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Faccio l'attrice per non morire..
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Non sono stata ribelle abbastanza, perché mia madre soffriva più di me. Le ribellioni sono guerre, e si può restare feriti. Allora ho cercato la fantasia, l'emozione, l'immaginazione che mi hanno poi seguito nei teatri.
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Avevo quattordici anni e mezzo quando ho recitato per la prima volta ne La nemica di Niccodemi, una donna di sessant'anni. Durante le ribellioni, si spera nel cambiamento. Io avevo da piccola una poltroncina, che significava la libertà, specialmente dei pensieri. Mi mollavo lì, ferma, aspettando che qualcosa cambiasse. Io avrei voluto avere qualche ribellione qua e là. Cercavo la fantasia, che mi ha fatto recitare, essere un'altra.
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La sincerità può essere uno stile? Non lo so. Ho cercato di essere severa, dura con me stessa. Senza pietà. A un certo punto della vita, a mia insaputa, devo aver deciso di dimenticare. Non dimenticare i dolori o gli errori, ma dimenticare fatti, persone, o forse solo confondere tutto.
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da Intervista a Monica Vitti di Maria Grazia Recanati
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lamargi · 1 year
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Anche una giornata noiosa in ufficio può diventare improvvisamente…occasione per una piacevole esperienza.
Si è presentato in ufficio all’improvviso. Il figlio della mia collega di stanza. Uscito da scuola prima e senza chiavi di casa, passato in ufficio per recuperarle.
Ma proprio qualche minuto prima la mia collega era stata chiamata dal capo per chissà quale riunione, tanto urgente quanto noiosa.
Lo accolgo io, quindi. - Ciao…ti ricordi di me? (Segno di assenso con la testa)….Ma come sei cresciuto? Che classe fai? (Si è fatto carino) Mamma si è dovuta assentare ….Non so quanto ci metterà (ma che ha da guardarmi come se mi vedesse per la prima volta?) Ma puoi metterti a sedere li, alla sua scrivania, aspetta un po’ …tornerà ….(chissà perché diventa rosso).
È così che l’ho fatto sedere e sono tornata alle mie cose, rivolgendogli ogni tanto qualche parola per non farlo sentire solo.
Ma con la coda dell’occhio …vedevo che mi fissava….Ho deciso di metterlo un po’ alla prova…allontanandomi dalla scrivania, per farm8 guardare meglio.
Mmm…non si perdeva un mio movimento…ma sempre timidissimo, cercando di non farsi scoprire…
E che male c’è in fondo se un ragazzo carino mi guarda?
Mi sono divertita a giocare con lui per qualche minuto ….poi ho cominciato a provocarlo apertamente…
Quando ho tirato su la gonna e passata la mano sulle calze per tirarle meglio (e mostrargli le mie gambe) l’ho visto diventare viola e il suo pomo d’adamo agitarsi nella gola….e forse non era l’unica cosa dura che aveva in quel momento….
Gli ho chiesto di andare a chiudere la porta. - A chiave, ho aggiunto, senza alzarmi dalla sedia.
- Mamma ritarda, ho aggiunto a voce bassa…..
Quando ho lasciato cadere una penna per terra l’ho visto sobbalzare.
Ma non c’è stato bisogno nemmeno di pregarlo di raccoglierla. Si è chinato ..per trovarsi con il viso fra le mie cosce, la gonna alzata, la mia mano che gli spingeva la nuca.
Mmm…Se come penso era la prima volta, il ragazzo ha dimostrato di esser davvero predisposto. E non mi ha deluso nemmeno quando l’ho spinto a sedere sulla poltroncina, gli ho abbassato i pantaloni mi sono messa a cavalcioni sul suo bel pene e l’ho scopato…..proprio niente male.
Il ritorno della sua mamma mi ha impedito di farlo godere ancora….ma per me la giornata è diventata improvvisamente ….molto soddisfacente.
Per fortuna sua madre non si è accorta quando gli ho fatto scivolare in tasca il mio numero di telefono e gli ho chiesto a quale scuola va…..
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astra-zioni · 1 year
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Oggi tra un esame e l’altro ho aspettato in corridoio, dormendo quasi tutto il tempo. Ho spaventato la tizia seduta davanti a me perché ho fatto un incubo e mi sono lamentata. L’incubo consisteva nel mio psichiatra che si trasformava in mio padre - o viceversa - che abbracciavo e il quale pregavo di non andarsene mai più. Sono anni che non dico a nessuno che mi manchi, che sto male per la tua assenza; lo trovo inutile, gli altri che potrebbero dirmi, Sei morto, non c’è nulla da fare. Diventerebbe una scena patetica, il malcapitato starebbe lì imbarazzato senza sapere cosa dire. Anche quando ero piccola soffrivo perché non c’eri, quando mi lasciavi a scuola, e tutti i miei compagni piangevano perché gli mancavano i genitori, ma io no, mai. Non ho mai pianto, anche se mi mancavi, mi mancavi tanto, papà. È tutta la vita che mi sento la bambina che piange fuori scuola perché le manca il papà che si è dimenticato di venirla a prendere. Oggi che di anni ne ho 24 sono un po’ stanca di fingere che non mi manchi, che non ti pensi, che sia assolutamente normale sognare di implorarti di restare tra un esame e l’altro sulla poltroncina di un corridoio. Quindi, almeno per questa volta: vienimi a prendere a scuola papà. Sto piangendo come tutti gli altri bambini che fanno i capricci. Mi manchi. Sono ancora (e lo sarò per sempre) la bambina col grembiulino rosa che ti aspetta sotto scuola. Almeno per questa volta: vieni. Non farti implorare. Io ti aspetto. È tutta la vita che ti aspetto.
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