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#porto di napoli
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« Naples is the most mysterious city in Europe. It is the only city of the ancient world that has not perished like Iliuim, Nineveh, Babylon. It is the only city in the world that did not sink in the immense shipwreck of ancient civilization. Naples is a Pompeii that has never been buried. Naples is not a city, it is a world. It is the ancient world, pre-Christian, remained intact on the surface of the modern world. Naples is the other-Europe.  »
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sergeyakramov · 1 year
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Porto di Napoli from the series "Transit way" acrylic and spray paint on canvas 100 х 120 cm 2021
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filo-derba · 2 years
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signor giodilo però così non vale 🥵🥵🥵🥵🥵🥵
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io super happy perché crush non segue il calcio quindi non tifa nessuno quindi non mi rompe i coglioni per campionato, champions league ecc.
mamma mia grazie Zeus per il regalo, me ne ricorderò
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themhac · 1 year
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no fa ridere perché sono mesi che non guardo una partita né seguo i risultati e oggi che ne stavo parlando la roma perde eeeh ragazz scusate purtroppo sono io che vi devo dire
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libero-de-mente · 7 months
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Ti porto a fare un giro
Ti porto a fare un giro mamma, tu così fragile e piccina. Con i tuoi vuoti di memoria e le tue ridondanze.
Ho smesso di raccontarti chi sono io in realtà molto tempo fa, hai sempre avuto le tue convinzioni inamovibili. Le tue certezze senza basi.
Dall'auto sembri guardare il mondo dal finestrino di un treno. Uno di quelli che ti porta lontano. Le strade e il paesaggio cambiano velocemente qui da noi negli ultimi anni sai?
Spesso uso il navigatore per ritrovarmi in zone che non riconosco più o, forse, non voglio più riconoscere.
Le tracce del passato fatto di corti, cascine e oneste case di schietti lavoratori lasciano il posto a nuove palazzine architettonicamente diverse. Così diverse da come le costruiva papà.
Sembra tutto nuovo per te, hai lo sguardo di una bambina che arriva dalla campagna per la prima volta in città.
Posso immaginare uno sguardo simile quando dal tuo mondo partenopeo fatto di terra lavica calda e fertile, di colori vivaci sotto il sole come il tuo carattere, arrivasti qui. In queste terre difficili da comprendere ma che una volta intese sanno comunque stupirti.
Per accompagnarti nel viaggio riproduco musica al pianoforte, tra queste sinfonie parte inaspettatamente un brano suonato magistralmente.
Hai il volto stanco, lo sguardo assente ma quando parte "Reginella" i tuoi lineamenti si rilassano, da quel vuoto creato dal tuo osservare silenzioso sento la tua voce cantare, la tua mente ricordare:
"Te si' fatta 'na veste scullata
Nu cappiello cu 'e nastre e cu 'e rrose
Stive 'mmiezo a tre o quattro sciantose
E parlave francese è accussì
Fuje l'autriere ca t'aggio 'ncuntrata
Fuje l'autriere, a Tuleto, gnorsì"
Sei ancora intonata mamma.
Nella mia mente risalgono i tuoi ricordi che mi raccontasti, di quando piccina cantavi sul palco per gli americani, quelli che entrarono a Napoli in un fine settembre del 1943, riempiendo le strade e le campagne limitrofe di speranze e di aspettative. Tu che la vera fame l'hai sentita stringerti lo stomaco, patendola per una guerra assurda come lo sono tutte le altre.
Ti porto a fare un giro mamma, in quei posti che avresti voluto vedere con lui e invece ci sei andata da sola.
Io mamma viaggio tanto nella mia testa sai? Si che lo sai. Hai sempre detto a tutti che io ho la testa fra le nuvole. Eppure io volevo restare con i piedi per terra, ma la superbia dell'uomo mi ha portato a viaggiare tra le nuvole.
Mi stavo solo proteggendo mamma, o forse sopravvivevo a una vita dove chi è più scaltro e furbo vince. Trattando da perdente chi, come me, da spesso la precedenza. Pensando di fare un gesto gradito.
Ti porto a fare un giro mamma per vedere la bellezza nei tuoi occhi, quelli di chi è diventata di una semplicità disarmante. Di occhi complicati ne vedo troppi.
Ti ho portato a fare un giro mamma, ora riposa tranquilla e ripensa a quello che hai visto, a quello che hai sentito, a un pomeriggio passato con il figlio che ti è rimasto vicino. Quello che oggi chiami ancora "figlio mio".
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neapolis-neapolis · 2 years
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💙Porto di Procida, Napoli.
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isoleminori · 2 years
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L'isola di Nisida, autore ignoto, primi anni '50 L'isola vista dall'alto con la baia di Porto Paone. #nisida #isoleminori #isoleflegree #isoleitaliane #mare #isole #island #sea #isola #tirreno #mediterraneo #photography #vintagephoto #vintagephotography #oldphoto #foundphoto #lostmemories #antiquephoto #oldphotos #oldphotograph #isoleminorifoto #napoli #oldnaples #napoligram #pozzuoli #bagnoli #marechiaro #posillipo (presso Isola di Nisida) https://www.instagram.com/p/CkNomCNsz8I/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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iamsamuele · 10 months
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Nonostante tutto…
Mi capita ancora di pensarti sai?
Nonostante sia una cosa “fresca”, per me è stato un colpo pesante
Ripenso a quello che eravamo, o forse a quello che siamo…oppure a quello che eravamo e che,sotto sotto, spero di essere ancora un’altra volta. A quello che mi avevi fatto credere magari…
Mi manca il tuo profumo che tu dici di non avere, ma che mi hai lasciato ovunque. Sulla felpa, sulla macchina, sulla maglietta, sul cuscino del mio letto. Ti sono bastati 10 minuti sdraiata per lasciare quel profumo per tanto tempo.
Sai a volte penso di immaginarmelo, perché ancora adesso nonostante non ci vediamo da tanto mi capita di risentirlo
Mi mancano i pochi minuti in macchina insieme
Mi manca dirti “prendi il telefono, metti la musica che vuoi tu”. Non avevi bisogno di chiedere la password, la sapevi e la saprai perché è sempre stata quella e sempre rimarrà la stessa.
Mi manca ascoltare quella canzone, che oltretutto mi è capitato di sentirla oggi in un video, e boh magari è un segno?
Mi mancano i messaggi improvvisi per organizzarsi e fare qualcosa a breve, anche in 10 minuti
Mi manca, quello che sarebbe potuto essere, cose che non abbiamo mai fatto. Come il viaggio a Napoli e a Genova, che volevi tanto fare.
Mi mancano all’idea di non averli fatti.
Per scoprire le tue abitudini, vederti la mattina appena alzata, imbronciata col mondo ( posso immaginare )
I tuoi sbadigli dolci e i tuoi occhi neri socchiusi.
Mi manca il vederti mangiare, il tuo ridere e la mano davanti alla bocca mentre ridi, quasi fosse una tua debolezza.
Avrei voluto vedere con te Pompei, i quartieri spagnoli, vederti mangiare una pizza fritta.
Avrei voluto portarti da donato a mangiare un super mega panino di quelli che piacciono ad entrambi.
Portarti sul lungo mare a vedere il Vesuvio.
Avrei voluto portarti a Genova a vedere l’acquario appena arrivati, la sera vedere la città e il porto.
Il giorno dopo treno per camogli e il mare.
Programma che avevamo fatto, poi per un motivo o per un’altro non siamo riusciti.
Mi manchi, tanto.
Nonostante il male che mi hai fatto. L’aver giocato con i miei sentimenti per ripicca, con cattiveria.
Ti ho dato il mio cuore in mano..ti ho sempre pensata, in qualsiasi cosa.
Sentirsi dire chiamando il nostro ristorante per prenotare, “per due giusto samu?” Mi ha fatto male, tanto tantissimo e tu non puoi capire.
Potresti capirlo solo se stessi come me, se ti capitasse di trovare una persona che, come te, con cattiveria gioca con i tuoi sentimenti, nonostante tutto quello che è stato.
Ma non lo augurerei a nessuno, perché so bene cosa vuol dire non è la prima volta purtroppo.
Ti odio, perché sono stato di un male indescrivibile, ma ti voglio un bene dell’anima, ti voglio più bene di quanto non ne voglia a me stesso. Ma è sempre così, e infatti a chi piange il cuore sono sempre io.
È così facile sostituire e dimenticare una persona? Oppure mi pensi anche tu, hai questi pensieri anche tu ma per il tuo orgoglio non lo dirai mai?
Nonostante tutto, se tornassi, mi faresti stare bene… MA, solo dopo una strigliata non da poco. Solo dopo dimostrare di tenerci, solo dopo aver riacquistato la mia fiducia. Perché il mio cuore è chiuso e la mia testa dice di no, e quindi così sarà per un po’ almeno.
E poi magari potremmo pensare ai panini da donato, al Vesuvio, all’acquario e ad andare a camogli. A vedere il Vesuvio, la città di notte, a prendere il sole insieme.
Ti voglio bene, ma torna quando sarai in grado di farmi solo bene, non voglio altro.
Tuo, samu
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gregor-samsung · 2 years
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“ Le campane di Otranto suonavano a piena festa, mentre da ogni quartiere della città uomini e donne, vestiti di mille colori, con andatura disinvolta, gioiosa e spedita, che dava a tutti un piglio di giovinezza, avanzavano verso la piazza della cattedrale, raccontandosela e ridendo, sotto i raggi del sole ottobrino rimbalzanti con tanta leggiadria dalla terra al mare che il mondo sembrava improvvisamente piombato in una eccezionale pausa di felicità. Spiccavano tra gli uomini di guerra dame di fattura delicata, di carne fresca, in sopravveste di broccatello, belle più che mai e fiere come se fossero state la gloria stessa dei soldati vincitori fattasi persona. Qua e là invece qualche vecchio nobile salentino camminava da filosofo de contemnenda gloria, sguardando la folla festosa, in mezzo a cui ufficiali napoletani caracollavano su bestie snelle e capricciose, ornate di frange d’oro, eccitate dalla novità. Erano i primi di ottobre dell’ anno 1481 e a Otranto si festeggiava solennemente con un Te Deum nella cattedrale la liberazione della città, avvenuta il 13 settembre dello stesso anno ad opera delle milizie di don Alfonso d’Aragona. Dai tempi della giovinezza io non vedevo Otranto in un giorno di festa, gli stendardi sulla torre gialla, il dragone, il crocefisso con la scritta d’oro "Recordatus sum virtutis eius" e le sbarre rosse di casa d’Aragona, da quando la mia famiglia s’era trasferita a Napoli e io avevo vent’anni. Era dunque passata una decina d’anni, durante i quali la distanza dalla città nativa, la vita della capitale e della corte avevano trasformato Otranto in una di quelle realtà interiori che assomigliano più a un fatto dell’immaginazione che a una somma di cose vere: le piccole case bianche dei pescatori nei paraggi del porto, complici dei miei avvenimenti infantili e delle fantasie d’allora, vivevano entro la mia anima di una vita specialissima, intermittente, legata alle occasioni della solitudine e del profondo raccoglimento. Quando il duca Alfonso radunò le truppe per liberare la città dall’occupazione turchesca, mi trovai di mezzo fra gli agi pacifici della vita napoletana e il richiamo sottile della mia giovinezza; optai per il secondo e presi parte alla spedizione. “
Maria Corti, L'ora di tutti, con un saggio di Oreste Macrì, Bompiani (collana Tascabili n° 164), 2008¹⁷; pp. 312-313.
[1ª Edizione originale: 1962]  
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vitadapanda · 1 year
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Panda, famiglia e Pizza
Sono arrivati i miei, il loro carico di pacchi e depressione si è ben palesato. Tengo duro, cerco di farmi forza e di far capire loro quanto sono fortunati.
Centro storico di Napoli: cibo, musica e arte.Stamattina sono venuti i miei genitori, ovviamente oltre al carico aggiuntivo di scatoloni che NON centrano in questo monolocale, hanno portato un carico ben peggiore e cioè la loro pesantezza. Avevo ripetuto più volte che non c’era spazio ma loro testardi come sempre hanno ripetuto “porto il necessario, non sai quante cose lasciamo in…
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al-trov-e · 2 years
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hey G.,
ti ringrazio per essere approdato qui, per aver girato il timone, fissato le vele e fermato la tua barchetta in questo porto virtuale che sono io. Non credevo che t’avrei mai di nuovo ospitato qui, per cui non far caso al disordine delle parole, ai sentimenti a soqquadro, a tutto quello che trovi in giro e che ho scritto e chiuso in questa specie di mansarda.
Sei qui. / Mentre ti scrivo sono da poco passate le due di notte in questa stanza al sesto piano dove mi sono ritrovata per caso tra Calabria e Basilicata e ripenso a quell’ultima volta in cui avevo una stanza tutta per me all’undicesimo piano di un grattacielo in Tailandia. Quel viaggio ha cambiato tutto per me e da lì niente è poi cambiato più davvero in me. E come allora ancora ci ripenso alle tue lentiggini se sto in queste lenzuola bianche tutte per me. Ma adesso non troverai nessuna delle storie che vorrei tanto raccontarti, qui e ora troverai una spiegazione a un pacchettino arrivato nelle tue mani e di cui conoscerai, a questo punto, già il contenuto. / È notte, te l’ho detto e tu lo sai la notte cosa mi fa e allora mi è venuta questa idea di affidarti una fotocamera usa e getta. / Chissà cosa fotografano i tuoi occhi, chissà cosa catturano i miei in questi giorni delle nostre estati che per la prima volta non coincidono e non condividiamo in un plurale che è diventato singolare. E allora d’improvviso e d’impulso mi è venuta questa idea: mettere in questo rullino l’estate tua (e io metterò la mia in un rullino come il tuo) fatta di posti opposti, di esperienze nuove tutti i giorni o quasi, di fughe improvvisate, di cibi brutti ma buoni, di mare e di montagna, di noi che cambiamo e siamo sempre gli stessi, delle nuove-vecchie persone che incontreremo e dei soliti posti diversi. / E alla fine, dopo tutto questo vagare su e giù per l’estate, l’afa, la vita tutta, i giorni vuoti, a fine estate scambiarci gli occhi che vuol dire scambiarci le fotocamere e sviluppare io la tua estate e tu la mia, ridendo e sorprendendoci di ciò che è passato nell’agosto di uno e che è arrivato nel settembre dell’altra. / Non è questo un modo per tornare indietro ma forse solo per esistere.
È un gesto impulsivo, forse sbagliato, lo giudicherai fuori luogo ma io non ho più un luogo in cui stare e allora sto fuori e non lo so se tu ce l’hai ancora un posto ma credo che anche tu stia cercando il tuo, fuori. / È un pacchetto strano e anticonvenzionale, a suo modo coraggioso e timoroso assieme ma senza pretesa alcuna. / Se vorrai tenere le serrande dei tuoi occhi abbassate come in quei quartieri di Napoli centro in cui ci si nasconde dietro alla controra, puoi farlo. Puoi non scattare nessuna foto, puoi scattare tutte le foto in un solo giorno o in più settimane, puoi tenere il rullino nella tua stanza con le lucine, puoi sviluppare le foto di questa tua diversa estate e tenerle solo per te. Oppure alla fine di questa estate ci sarà un modo per raccontare senza parole ma senza silenzi e attraverso le immagini un pezzetto di vita che profuma di mare e su cui ci sarà un po’ di salsedine. / È questo un segreto solo mio e solo tuo. Io non racconterò a nessuno di questi scatti da fare-aspettare-sviluppare. / Infine, non mi devi nessuna risposta e nessuna parola se non vuoi, mostrami solo un cenno-accenno che questa emotivamente ingombrante idea sia passata tra i tuoi occhi e le tue guance e prenditi il tuo tempo, senza fretta. /
Nel pacchetto Amazon non mi ha fatto mettere tutte queste parole (ecco perché lo ho dovute infilare qui) ma dentro ci sono dei cuoricini coreani, prendili per le tue lentiggini se ti va e portali anche nella Capture.
Ciau cuorì e buona estate.
-A
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amore0429 · 1 year
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Alberto Chiancone, Nel porto di Napoli, anni venti, olio su cartone cm 20,3x30
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0hcicero · 1 year
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The interesting thing for me is that when we see from the Red Battle Squad battalion medal on the wall of Katya's father's house, in the flashbacks to her childhood in Russia, we can see that she didn't just miraculously learn her skills, she wasn't just dropped into this cycle of violence from a vacuum. Her family had ties to Stalin's protection rackets. There's a reason she's so skilled at escaping, at arms deals, and at executing traitors -- Because her grandmother was one of the three women in the Bolshevik Expropriator's Club (see: The sepia photo beside the medal), which makes it doubly clear how the cycle is about to be perpetuated when we get that panning shot across Goncharov's bookshelf in the first meeting with Lenin's The State and The Revolution on it.
It was always going to end badly. They were doomed from the start. I know that in the end, Goncharov wasn't just human trafficking as a way of helping political prisoners escape Russia into Italy, but we saw at least a few people that came through the porto di napoli that actually were political prisoners that Goncharov (through Katya's network) helped liberate from Siberia. In those moments, they were in sync. They worked. But like the Soviet Union under Lenin, all that idealism was going to inevitably unravel.
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piccinasblog · 1 year
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Msc Napoli.... Valencia..... Marsiglia.... Genova..... La Spezia... ❤️Ultimo giorno un po piovoso ma nel cuore porto posti e persone conosciute che forse qui conosco e a ritorno a Napoli saranno pure sconosciute nonostante Tutto avranno avuto un posto almeno qui sulla crociera una piccola parte di me come noi una parte di loro❤️❤️❤️ msc crociere da non dimenticare ❤️
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laterrazzasorrento · 2 years
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La spiaggia degli Inglesi 📍Ischia È una piccola insenatura a poca distanza dal porto di Ischia. La strada per arrivarci è un po’ impervia ma ne vale davvero la pena. C’è un unico lido su piattaforma ed una piccola spiaggia libera. #ischia #ischiaisolaverde #pithecusae #spiaggiadegliinglesi #golfodinapoli #gulfofnaples #mediterranean #tirreno #martirreno #sorrento #sorrentocoast #costierasorrentina #penisolasorrentina #santagnello #laterrazzafamilyholidays #casavacanze #vacationrental #amalficoast #costieraamalfitana #amalfi #positano #capri #naples #napoli #italia #italy #vacanze #holiday #vacation #instatravel (presso Ischia, Italy) https://www.instagram.com/p/ChcOGdftwQx/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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