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#romanzi storici
gregor-samsung · 2 years
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“ Le campane di Otranto suonavano a piena festa, mentre da ogni quartiere della città uomini e donne, vestiti di mille colori, con andatura disinvolta, gioiosa e spedita, che dava a tutti un piglio di giovinezza, avanzavano verso la piazza della cattedrale, raccontandosela e ridendo, sotto i raggi del sole ottobrino rimbalzanti con tanta leggiadria dalla terra al mare che il mondo sembrava improvvisamente piombato in una eccezionale pausa di felicità. Spiccavano tra gli uomini di guerra dame di fattura delicata, di carne fresca, in sopravveste di broccatello, belle più che mai e fiere come se fossero state la gloria stessa dei soldati vincitori fattasi persona. Qua e là invece qualche vecchio nobile salentino camminava da filosofo de contemnenda gloria, sguardando la folla festosa, in mezzo a cui ufficiali napoletani caracollavano su bestie snelle e capricciose, ornate di frange d’oro, eccitate dalla novità. Erano i primi di ottobre dell’ anno 1481 e a Otranto si festeggiava solennemente con un Te Deum nella cattedrale la liberazione della città, avvenuta il 13 settembre dello stesso anno ad opera delle milizie di don Alfonso d’Aragona. Dai tempi della giovinezza io non vedevo Otranto in un giorno di festa, gli stendardi sulla torre gialla, il dragone, il crocefisso con la scritta d’oro "Recordatus sum virtutis eius" e le sbarre rosse di casa d’Aragona, da quando la mia famiglia s’era trasferita a Napoli e io avevo vent’anni. Era dunque passata una decina d’anni, durante i quali la distanza dalla città nativa, la vita della capitale e della corte avevano trasformato Otranto in una di quelle realtà interiori che assomigliano più a un fatto dell’immaginazione che a una somma di cose vere: le piccole case bianche dei pescatori nei paraggi del porto, complici dei miei avvenimenti infantili e delle fantasie d’allora, vivevano entro la mia anima di una vita specialissima, intermittente, legata alle occasioni della solitudine e del profondo raccoglimento. Quando il duca Alfonso radunò le truppe per liberare la città dall’occupazione turchesca, mi trovai di mezzo fra gli agi pacifici della vita napoletana e il richiamo sottile della mia giovinezza; optai per il secondo e presi parte alla spedizione. “
Maria Corti, L'ora di tutti, con un saggio di Oreste Macrì, Bompiani (collana Tascabili n° 164), 2008¹⁷; pp. 312-313.
[1ª Edizione originale: 1962]  
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wicca87 · 1 year
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#romanzi #gialli #storici #libri #letture https://www.instagram.com/p/CpkqYF4oHH2/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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kyda · 3 months
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continuo ad aggiungere fantasy alla mia tbr come se non sapessi che finisco sempre per leggere e preferire pesanti mattoni, romanzi storici, classici di sofferenza e profonda meditazione sulla politica, sulla società e sulla vita dell'uomo sulla terra per l'università ma anche per mia spontanea volontà
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diceriadelluntore · 1 year
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Storia Di Musica #264 - Fabrizio De André - Non Al Denaro Non All’Amore Nè Al Cielo, 1971
La piccola scelta di dischi ispirati a grandi romanzi non poteva che finire con questo disco. Senza dubbio è forse il primo che viene a mente riguardo al tema di un disco italiano che ha la caratteristica appena citata, e rimane uno degli episodi più significati della carriera, straordinaria, del suo autore. Fabrizio De André aveva appena pubblicato un disco che, in teoria, poteva benissimo rientrare nel tema principale di Febbraio: La Buona Novella (1970) infatti era un concept, tipologia molto cara all’autore genovese, che si ispirava ai Vangeli Apocrifi. Il Gesù di De André è profondamente umano, in una Palestina antica che in molti passaggi rimanda ai riflessi dell’Italia degli anni ‘70, in una sorta di porta incantata di quotidianità. Allora lo aiutarono Roberto Danè, produttore, paroliere, arrangiatore che proprio in quegli anni fondava la Produttori Associati (che pubblica il disco) e gli arrangiamenti di Giampiero Reverberi. Album toccante, ha una delle mie canzoni preferite di De André, il Testamento Di Tito. Proprio questa canzone fu registrata dal cantante Michele, nome d’arte di Gianfranco Michele Maisano, come lato b di Susan Dei Marinai, scritta dallo stesso De André nei cui titoli non appare, sostituito dal grande Sergio Bardotti. Il progetto iniziale di un disco ispirato ad uno dei libri più amati da De André doveva essere infatti un progetto curato dallo stesso trio De André, Darè e Reverberi per il cantante Michele, ma dissidi interni ruppero l’accordo, e Reverberi se ne va. A questo punto, De André riprende l’Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters, il libro in questione, e ne inizia a ragionare con la sua amica Fernanda Pivano, colei che, su suggerimento di Cesare Pavese, per prima portò in Italia e tradusse questo viaggio sentimentale e particolare che Lee Masters fa dell’America di provincia, ancora più ricca di contraddizioni e storie marginali. Per chi non lo ricordasse, l’Antologia è una raccolta di poesie-epitaffio della vita dei residenti dell'immaginario paesino di Spoon River sepolti nel cimitero locale, pubblicato tra 1914 e il 1915 sul Reedy's Mirror di Saint Louis, che la Pivano tradusse e che Einaudi pubblicò  nel 1943 (prima edizione parziale) e nel 1945 (tutti i 212 epitaffi dei personaggi). De André collabora con un suo amico paroliere, Giuseppe Bentivoglio, con cui scrisse Ballata Degli Impiccati da Tutti Morimmo A Stento del 1968, per i testi e sceglie agli arrangiamenti un fresco diplomato del conservatorio, Nicola Piovani, al suo primo impiego importante di una carriera che lo porterà fino all’Oscar. Ad aiutarli una squadra di musicisti grandiosa:  il violista Dino Asciolla, Edda Dell'Orso, soprano, i chitarristi Silvano Chimenti e Bruno Battisti D'Amario, questi tre ultimi storici collaborato di Ennio Morricone, il bassista Maurizio Majorana, membro dei Marc 4, il violoncellista classico d'origine russa Massimo Amfiteatrof, il batterista Enzo Restuccia, il maestro beneventano Italo Cammarota e il polistrumentista Vittorio De Scalzi, membro fondatore dei New Trolls. De André compone 9 brani, partendo come Lee Masters da La Collina, il luogo dove sorge il cimitero dove riposano i defunti di Spoon Rivers. 7 brani sono divisi in due grandi categorie: uomini morti d’invidia, ovvero Un Matto, Un Giudice, Un Blasfemo, Un Malato Di Cuore e uomini di scienza, con le sue contraddizioni etiche, ovvero Un Medico, Un Chimico, Un Ottico. Rimane poi Il Suonatore Jones, l’unico che rimane con lo stesso titolo del libro, che chiude il disco, con De André che però gli “toglie” il violino e lo fa suonatore di flauto. Straordinario è il lavoro di rifacimento e di ricreazioni nei testi: per esempio ne Un Giudice, ispirato a Selah Lively, deriso per la sua statura, in Masters è 5 piedi e 2 pollici (=157 cm circa) e nel testo di De André diviene così: Cosa vuol dire avere\Un metro e mezzo di statura\Ve lo rivelan gli occhi\E le battute della gente. I personaggi dell’invidia sono il giudice che ha trovato nella vendetta la sua alternativa alla derisione di essere basso, il matto che è stato spinto dall'invidia a “imparare la Treccani a memoria” (anche qui splendido gioco di trasposizione, in Lee Masters è l'Enciclopedia Britannica), il malato di cuore che riesce a vincere l'invidia attraverso l'amore, nonostante muoia appena porge le sue labbra su quelle della ragazza di cui è innamorato, Un Blasfemo invece è la canzone più politica, essendo uno strale contro chi “non Dio, ma qualcuno che per noi l'ha inventato / ci costringe a sognare in un giardino incantato”. Degli uomini di scienza, un medico è costretto dalla sua benevolenza, cioè curare i malati gratis, a vendere pozioni “miracolose” essendo caduto in miseria, un chimico è invece una storia di disillusione sull’amore, di un uomo che non capisce le unioni imperfette degli uomini rispetto a quelle perfette delle sostanze chimiche, un ottico invece, che vorrebbe regalare ai clienti un paio di occhiali magici per vedere davvero la realtà, è l’unico che probabilmente non è morto, dato che parla al presente (unicità che è presente anche in Lee Masters). Chiude il disco Il Suonatore Jones, inno alla libertà, di chi non ha voluto chiudere la sua libertà lavorando nei campi ma “Finii con i campi alle ortiche\Finii con un flauto spezzato\E un ridere rauco\E ricordi tanti\E nemmeno un rimpianto”. Oltre la qualità immensa del lavoro testuale è la musica che stupisce: gli arrangiamenti orchestrali, gli sviluppi tematici (come nel caso del motivo principale dell’iniziale La Collina, in continua trasformazione), la sovrapposizione di parti in forma di suite (un Ottico, con evidenti echi progressive ad un certo punto), l’uso di strumenti classici come clavicembali e violini. Sulla copertina della prima edizione, quella che ho pubblicato anche io, c’è un evidente errore grafico, con l’errata accentazione di "né". L’errore fu aggiustato nelle edizioni successive, e nel disco era presenta una lunghissima e delicata intervista di Fernanda Pivano a De André sulla genesi di questo disco e sul libro di Edgar Lee Masters, e alcuni racconti dello scrittore americano erano inseriti all’interno della confezione. Disco memorabile, da riscoprire e che formerà con il successivo, l’amatissimo e criticatissimo Storia Di un Impiegato uscito appena un anno più tardi (ad inizio del 1973) una trilogia lucidissima e potentissima sull’Italia di inizio anni ‘70.
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weirdesplinder · 7 months
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La mia top ten dei classici della letteratura mondiale
Era un po' che ci pensavo. In questa era di TIKTOK i nostri giovani leggono gli stessi classici della letteratura che abbiamo letto noi, oppure sono ormai finiti nel dimenticatoio? Mi sono posta questa domanda e molte altre simili e ho deciso che era il caso di rimboccarsi le maniche e mettersi a parlare anche dei classici di cui di solito non parlo perchè do' per scontato che tutti già li conoscano o li abbiano addirittura letti a scuola. Ma visto che temo non sia più così e credo sia meglio rinfrescare la memoria a qualcuno o farli proprio conoscere a chi magari non li ha mai neppure sentiti nominare attraverso un aserie di video e post.
Iniziamo a parlarne molto in generale con un classico del mio blog, la mia lista di preferiti, la mia top ten dei classici della letteraura mondiale. A cui seguiranno liste più specifiche divise geograficamente.
Naturalmente come al solito è una lista estremamente soggettiva che riguarda me, perciò siete liberissimi di aggiungere nei commenti i vostri preferiti in questa categoria:
Guerra e Pace, di Lev Tolstoj
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Trama: In questa celeberrima opera si fondono due narrazioni: da una parte, i grandi avvenimenti storici che travolsero la Russia all'inizio del XIX secolo; dall'altra, le vicende delle due famiglie dei Bolkonskij e dei Rostov, unite dalla figura del conte. In tutto il romanzo emerge chiaro il pensiero di Tolstoj, per il quale non sono gli eroi, i generali e i re a fare la storia, ma le grandi masse, con le loro paure, le loro sofferenze e le loro speranze. La storia è infatti una successione inarrestabile di eventi che il singolo non può modificare. L'autore è abilissimo nel descrivere l'identità psicologica dei personaggi: dal principe Andrej, altero e deluso dalla vita, alla bella Nataša, vivace e affascinante, al conte Pierre, fragile e tormentato, ma le loro vicende non avrebbero senso senza il racconto della storia del popolo russo, di cui essi divengono dei simboli. In "Guerra e pace" sembra che i veri protagonisti siano proprio lo scorrere del tempo e l'avvicendarsi ineluttabile degli eventi, che rendono questo capolavoro della letteratura quasi un poema epico.
La mia opinione: se stupisco qualcuno con questo primo posto mi dispiace perchè secondo me questo è un classico imprenscindibile, un romanzo storico che veramente contiene tutto e scavalca tutti i sottogeneri del romanzo storico perchè li comprende tutti. E' la storia di una guerra, di un'epoca, di due famiglie, di un popolo, di una nazione, dell'Europa, di personaggi indimenticabili. Ha tutto perciò come non mettterlo al primo posto?
2. Il Conte di Montecristo, di Alexandre Dumas
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Trama: Nel febbraio del 1815, a Marsiglia, il marinaio Edmond Dantès viene falsamente accusato di bonapartismo e arrestato nel giorno delle nozze, alle soglie di una brillante carriera navale. Durante la prigionia nel castello d'If, uno scoglio in mezzo al mare, affina un odio feroce per gli autori della sua rovina e, quando l'amicizia con un altro prigioniero gli procura l'evasione nonché un favoloso tesoro, ne farà lo strumento di una vendetta grandiosa e spietata.
La mia opinione: come non amare Dumas? Io adoro tutti i suoi romanzi, come scrive, le sue trame, erano già dei film su carta prima delle loro trasposizioni cinematografiche. Avventura, intrigo, insomma il padre di D'Artagnan, La maschera di ferro e Robin Hood non ha bisogno di presentazioni.
3. Umiliati e offesi, di Fedor Dostoevskij
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Trama: Fra le strade di Pietroburgo, nelle fredde prospettive della capitale, si incrociano le vicende di esseri umani in lenta rovina. La famiglia Ichmenev, amministratrice dei terreni del principe Valkovskij, viene allontanata dalla casa familiare a causa dell'amore sorto fra la giovane Natasha e il figlio del principe, l'ingenuo Alesa, ed è costretta a trasferirsi nella capitale; qui si muove anche Nelly, orfana poco più che bambina, che ha assistito impotente alla malattia della madre e all'indifferenza del nonno. Ivan Petrovic, studente e scrittore, ritratto di un Dostoevskij ventenne, è testimone protagonista: innamorato di Natasha sin da bambino, la aiuta nella fuga d'amore con Alesa, e decide di adottare Nelly per sottrarla agli abusi e alla mendicità. In "Umiliati e offesi", uno dei primi romanzi di Dostoevskij, emergono da una nebulosità ancora diffusa i personaggi e le situazioni che saranno propri del grande scrittore: i tormenti e l'amore, i personaggi candidi, l'indagine e la comprensione dell'animo umano.
La mia opinione: non ricordo nemmeno più perchè comprai questo romanzo, forse perchè visto che non avevo amato Delitto e Castigo, mi rifiutavo di non riuscire ad apprezzare un opera di questo scrittore così osannato da tutti e infatti Umiliati e Offesi mi piacque molto di più. E' un opera ottimista? No. E' molto triste e malinconica? Sì. Ma al contempo il fatto che al centro del romazo ci siano i rapporti famigliari, in particolar modo padre/figlia la rende per me più capibile a molti livelli. Poi il quadro storico è stupendo, i personaggi ben delineati. E' un romanzo forse poco nominato di Dostoevskij, ma che per la mia formazione è stato importante.
4. Orgoglio e pregiudizio, di Jane Austen
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Trama: I Bennet sono una famiglia rispettabile, ma non agiata, che vive nell'Hertfordshire, composta dai genitori e da cinque sorelle: Jane, Elisabeth, Mary, Catherine e Lydia. La signora Bennet è una donna frivola e dal comportamento spesso imbarazzante, il cui unico scopo nella vita è quello di trovare un buon marito alle proprie figlie. Quando il ricco Charles Bingley si trasferisce vicino alla tenuta dei Bennet con le due sorelle e l'amico Darcy, si verificano cambiamenti importanti.
La mia opinione: vi ho già parlato di questo libro in quasi ogni mia lista, un romanzo che ha segnato la storia del romanzo e del romanzo femminile in particolare, una bella storia raccontata con garbo e arguzia e che per questo è rimasta nei nostri cuori senza tempo, sempre attuale. La si può traslare in qualsiasi epoca questa trama e funziona sempre
5. Il visconte dimezzato, di Italo Calvino
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Trama: La bizzarra storia del visconte Medardo di Terralba che, colpito al petto da una cannonata turca, torna a casa diviso in due metà (una cattiva, malvagia, prepotente, ma dotata di inaspettate doti di umorismo e realismo, l'altra gentile, altruista, buona, o meglio "buonista"). "Tutti ci sentiamo in qualche modo incompleti" disse Calvino in un'intervista "tutti realizziamo una parte di noi stessi e non l'altra.
La mia opinione: altro classico della mia infanzia e lettura scolastica, divetente, piacevole e molto più profondo diq uello che sembra se lo si analizza.
6. Il signore degli anelli, di Tolkien
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Trama: La Compagnia dell'Anello si apre nella Contea, un idilliaco paese agricolo dove vivono gli Hobbit, piccoli esseri lieti, saggi e longevi. La quiete è turbata dall'arrivo dello stregone Gandalf, che convince Frodo a partire per il paese delle tenebre, Mordor, dove dovrà gettare nelle fiamme del Monte Fato il terribile Anello del Potere, giunto nelle sue mani per una serie di incredibili circostanze. Un gruppo di hobbit lo accompagna e strada facendo si aggiungono alla banda l'elfo, il nano e alcuni uomini, tutti uniti nella lotta contro il Male. La Compagnia affronta un cammino lungo e pericoloso, finché i suoi membri si disperdono, minacciati da forze oscure, mentre la meta sembra allontanarsi sempre di più.
La mia opinione: nelle mie liste dedicati ai classici della lettteartura cercherò di non citare romanzi di generi specifici come il fantasy o la fantascienza, ma per lui faccio un'eccezione.
7. L'antologia di Spoon River, di Edgar Lee Masters
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Trama: «Dove sono Elmer, Herman, Bert, Tom e Charley, / il debole di volontà, il forte di braccia, il buffone, il beone, il rissoso? / Tutti, tutti dormono sulla collina». L'autore dei versi, un avvocato del Kansas, compose il documento forse più completo, realistico e lirico sulla vita nella provincia americana di fine Ottocento, testimoniata dagli abitanti defunti del paesino di Spoon River. Con distacco, con passione, con ironia, con rabbia, si presentano su un palcoscenico ideale e raccontano la propria storia. La poesia nuova di Masters, asciutta, limpida, forte, procede nel racconto come una lente d'ingrandimento che rivela anche gli inganni meglio dissimulati, le frodi, le ipocrisie. O i desideri e la bellezza di uomini e donne cui la società negò ogni riconoscimento.
La mia opinione: opera che forse non molti conoscono estremamente d'impatto che ha un posto speciale tra le mie letture. racconta la vita e la sua caducità in sintesi senza fronzoli.
8. L'Orlando furioso, di Ludovico Ariosto
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Trama: Poema cavalleresco di travolgente intensità narrativa e inimitabile equilibrio formale, l'Orlando furioso ha attraversato ogni epoca e stagione letteraria senza smettere di incantare i propri lettori. Ideale prosecuzione dell'Orlando innamorato, il Furioso porta ai massimi sviluppi la ricca sostanza umana e artistica dell'opera boiardesca: il conflitto tra le forze cristiane e quelle musulmane, l'amore non corrisposto del paladino Orlando per la principessa Angelica, la travagliata unione dinastica tra Ruggiero e Bradamante. Ma nel poema dell'Ariosto gli ideali della società cortese si separano definitivamente dalla realtà, segnata da quell'irrazionale intrico delle passioni che sarà raffigurato nella forsennata giostra dei cavalieri. Una tensione drammatica dietro cui si cela l'amara consapevolezza della crisi dei valori su cui si fondava l'utopia della civiltà umanistica.
La mia opinione: in teoria andrebbe studiato a scuola, ma in realtà già quando io andavo allae superiori veniva trattato molto in fretta per potersi dedicare maggiormente ad altri autori italiani ed è un vero peccato. In realtà è un'opera che meriterebbe la stessa analisi accurata che i programmi scolastici dedicano a Dante e Manzoni eppure non è mai così. Quindi perchè non leggerla nel tempo libero come romanzo di storie cavalleresche e cortesi? Tutte le edizioni pubblicate sono ben commentate in modo che chiunque possa leggerla e capirla senza problemi.
9. Miseria e Nobiltà, di E. Scarpetta
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Trama: La commedia ha come protagonista Felice Sciosciammocca, celebre maschera di Eduardo Scarpetta, e la trama gira attorno all'amore del giovane nobile Eugenio per Gemma, figlia di Gaetano, un cuoco arricchito. Il ragazzo è però ostacolato dal padre, il marchese Favetti, che è contro il matrimonio del figlio per via del fatto che Gemma è la figlia di un cuoco. Eugenio si rivolge quindi allo scrivano Felice per trovare una soluzione. Felice e Pasquale, un altro spiantato, assieme alle rispettive famiglie, si introdurranno a casa del cuoco fingendosi i parenti nobili di Eugenio. La situazione si ingarbuglia poiché anche il vero Marchese Favetti è innamorato della ragazza, al punto di frequentarne la casa sotto le mentite spoglie di Don Bebè. Il figlio, scopertolo e minacciatolo di rivelare la verità, lo costringerà a dare il suo consenso per le nozze.
La mia opinione: per quanto mi riguarda le opere teatrali, Shakespeare docet, sono opere letterarie valide quanto le altre e alla stessa altezza, quindi ne vedrete comparire molte nelle mie liste. Questa l'avrò rilettta cento volte e ogni volta mi fa ridere. Un classico.
10. La bisbetica domata, di Shakespeare
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Trama: Petruccio è un avventuriero che parte da Verona e va a cercare fortuna a Padova. È un maschio giovane, forte e avvenente, assai dotato, e ha quella libertà di movimento che agli uomini è pienamente concessa nell'Italia immaginata da Shakespeare – così come nella sua Inghilterra. E quale modo migliore di fare fortuna se non trovare moglie? Moglie vuol dire dote. Anche se brutta come il peccato, o scontrosa come la proverbiale Santippe, la donna assolverà comunque al suo compito, se il padre-padrone com'è suo dovere la consegnerà al futuro sposo coprendola d'oro il giorno del matrimonio. È così che il giovane Petruccio s'imbatte nella giovane Caterina, la quale non sarà brutta, ma senz'altro è la più scorbutica delle spose. Caterina è la sorella ribelle dell'angelica Bianca, che tutti vorrebbero in moglie, ma che non potrà sposarsi, se il padre non si sarà prima liberato di quella gattaccia selvatica che è Caterina.
La mia opinione: e per concludere ancora teatro, stavolta del grande Shakespeare che non ha bisogno di presentazioni.
Lista come sempre molto soggettiva e riduttiva che rispecchia la mia formazione letteraria e i miei gusti, per fortuna potrò citare molti altri miei classici preferiti nelle altre liste specifiche altrimenti mi sarei sentita troppo in colpa!
Ora sono curiosa di conoscere i vostri classici delle letteratura preferiti, lasciatemeli nei commenti.
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garagecomunicazione · 2 years
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Emilio Salgari
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🖊“Scrivere è viaggiare senza la seccatura dei bagagli”.
📌Nell’agosto del 1862 nasce a Verona #EmilioSalgari. 
Pur essendo essenzialmente ricordato come il papà di #Sandokan scrisse anche romanzi storici e storie fantastiche.
Non lasciò mai l'Italia, ma viaggiò con la sua fervida fantasia creando oltre 1300 personaggi. 
Illustrazione di Alessandro Sottile
#Illustration #artwork #design #ink #accaddeoggi #litterature #books #drawingoftheday #classiciillustrati #TigredellaMalesia
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elmas-66 · 26 days
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La poetessa Tamikio presentata da Angela Kosta, giornalista, recensionista, poetessa
Foto cortesia di Tamikio L.Dooley Tamikio L. Dooley è una nota scrittrice americana, insignita di numerosi premi nazionali e internazionali. Lei ha scritto oltre 100 testi e ha pubblicato finora 86 libri. Dooley ha scritto libri di gialli, thriller, fantasy, western, libri storici, romanzi, personaggi epici e soprannaturali, ecc… Nel tempo libero scrive racconti, poesie, articoli, saggi, libri…
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jacopocioni · 1 month
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La Storia del Lo Struscio Fiorentino
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Franco Ciarleglio Negli anni '70 uno studente universitario di nome Franco Ciarleglio si affaccia curiosamente, e ne venne conquistato, al mondo delle giostre, dei pali, dei tornei medievali della Toscana e di conseguenza anche alle leggende, gli aneddoti, le credenze popolari, i modi di dire e le burle della Firenze medievale e rinascimentale. In altre parole la Firenze Minore. La curiosità porta Franco a documentarsi leggendo dei libri, soprattutto quelli dei grandi Maestri: Luciano Artusi, Giorgio Batini e Don Foresto Niccolai in primis. La passione che ne segue determina una costante raccolta di materiale che organizzato sembra delineare un progetto. Come sarebbe portare delle persone in passeggiata per Firenze illustrando questa Firenze minore spesso non conosciuta ai più?
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Il Narator Cortese Il progetto diventa realtà quando Franco organizza le prime Passeggiate Storiche gratuite insieme ai colleghi di lavoro della Banca Commerciale Italiana di via Tornabuoni. E' il giugno del 1990, 34 anni fa, e Lo Struscio Fiorentino prende vita. Le "Passeggiate lento pede" diventano famose tra i fiorentini tanto che negli anni successivi Franco viene contattato da varie Associazioni Culturali, Storiche, Dopo lavori, Lions e Rotary Club che richiedono di organizzare, per i propri associati, delle sortite per i quartieri fiorentini.
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Umberto Panti e Franco Ciarleglio Nel 2000, su consiglio di un amico lungimirante, Franco scrive e pubblica il suo primo libro "Lo Struscio Fiorentino", un libretto tascabile ed economico, un manuale pratico della Firenze minore. Il successo è esponenziale con oltre 22000 copie vendute. A questo primo libro ne seguiranno altri, ben 15 ad oggi. Ognuna delle successive opere letterarie si dipana sullo stesso filone letterario affrontando leggende, gli aneddoti, i modi di dire e le burle, senza far mancare anche dei romanzi storici.
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Piero Paoletti Nel 2004 Lo Struscio Fiorentino è ormai "istituzione" a Firenze e necessita di un'organizzazione più capillare, ed è così che inizia la collaborazione stretta con il DLF Dopolavoro Ferroviario di Firenze capeggiato da Piero Paoletti con il quale si cementa un sodalizio che è durato fino al periodo della pandemia (2020) quando, necessariamente, si sono dovute interrompere le Passeggiate Storiche. Le Passeggiate dello Struscio sono nel tempo aumentate passando da una singola sortita annuale del 1990 a ben 3 (tre) annuali dal 1995 fino a spingersi a 4 (quattro) nel 2005. Quattro passeggiate: una per ogni Quartiere Storico fiorentino.
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Luciano e Ricciardo Artusi con Franco Ciarleglio Sempre nel 2005 inizia la collaborazione con il Maestro Luciano Artusi e con suo figlio Ricciardo ai quali viene dedicata una quinta passeggiata con la loro attiva partecipazione e collaborazione. Una collaborazione che è attiva e gradita ancora oggi. Nel tempo a Franco si sono avvicinati svariati appassionati che in un modo o nell'altro hanno dato il loro piccolo contributo ad affermare Lo Struscio come una realtà sulla conoscenza della Firenze minore. Tra loro l'insostituibile Umberto Panti, conosciuto anche come Penna Bianca, Gabriella Bazzani, appassionata ed esperta di storia fiorentina, Fabrizio Ciabatti, colto storico e preciso narratore, e Jacopo Cioni, editore e direttore della Rivista Fiorentina che state leggendo.
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Franco Ciarleglio
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Umberto Panti
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Gabriella Bazzani
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Fabrizio Ciabatti
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Jacopo Cioni Ed ecco che, grazie all'unione di Franco con questi appassionati, nel 2021 (il 24 giugno) viene fondata l'Associazione Culturale "Lo Struscio Fiorentino" meglio conosciuta come "COMPAGNIA DELLO STRUSCIO FIORENTINO". Ciò che era nato da una passione si è trasformato nel tempo in una vera e propria attività culturale che meritava di evolvere per consolidarsi nel tempo. I suddetti fondatori formata la DIRIGENZA hanno poi allargato la schiera degli appassionati creando la BRIGATA che include Marilena Gambuti, Alfonso Fornabaio e Gianni Degl’Innocenti Balsicci.
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Marilena Gambuti
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Alfonso Fornabaio
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Gianni Degl’Innocenti Balsicci Come ogni compagnia che si rispetti anche la Compagnia dello Struscio Fiorentino è dotata di un carro che evolvendosi dal brindellone assume la denominazione di STRUSCIOMOBILE.
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gregor-samsung · 2 years
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“ A volte al vespro don Felice ed io passeggiavamo in direzione della Rocamatura, fra ameni aranceti, il cui verde contrastava con la terra rossa; dalla Punta il panorama era di una vaghezza quasi pungente; Otranto appariva un grande castello, cinto di solidi bastioni, poggiato sul mare. «Chissà,» io dissi una sera, «se qualche sventura sovrasta questa terra.» «Sventura?» domandò don Felice, che era intento a guardare due giovani popolane, le quali attingevano acqua a un pozzo per innaffiare la cicoria degli orti. «I turchi non si fermeranno a La Valona,» dissi, «in qualche posto d’Italia cercheranno di sbarcare. In quale? Questo è il fatto.» «Mah!» disse appena don Felice, che non riusciva a togliere gli occhi dalle mosse lente, composte ed eleganti di una delle due ragazze che, postasi la quartara dell’acqua sulla spalla destra e, reggendola con il braccio sinistro incurvato ad arco sopra il capo, avanzava silenziosa a piedi nudi per la campagna. Don Felice soggiunse: «Speriamo che tutto si svolga per il meglio.» «Otranto?» io insistetti. «Brindisi? Taranto?» «Perché Otranto? Così piccola,» disse don Felice. «Ma sul canale,» io risposi. Dopo aver fatto per un po’ di tempo ipotesi e controipotesi ci trovammo al di là della Punta, in vista dei boschi dell’Alìmini. Don Felice si sedette su uno scoglio, respirò col fiato grosso per lo sforzo di aver portato in giro il suo corpo pesante, disse: «Voi mi state contagiando, amico, con le vostre angustie, con le vostre previsioni. Se i turchi verranno o non verranno io non lo so; quello che so è che intorno a noi in questo momento ci sono colori, profumi, donne, e voi non siete riuscito ad accorgervene un istante perché i turchi hanno invaso la vostra testa. Cacciateli stasera, vi prego, cacciateli.» Tacque, si asciugò il sudore sul collo, sulla fronte; disse: «Amico, occupiamoci delle cose che contano a distanza; guardate, per esempio, la bellezza sparsa qui attorno in questo tramonto.» Le sue pupille giravano nell’orbita, piene di una sottile felicità. “
Maria Corti, L'ora di tutti, con un saggio di Oreste Macrì, Bompiani (collana Tascabili n° 164), 2008¹⁷; pp. 135-137. [1ª Edizione originale: 1962]
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wicca87 · 1 year
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Romanzo Caterina d’Aragona la vera regina #romanzi #storici #letture https://www.instagram.com/p/Cntu5xoAjQH/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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kyda · 10 months
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scusate ma da quando ho capito di amare i romanzi storici (o forse solo ken follett) e fino a quando mi seguirete dovrete sopportare i miei post su 1 quanto sono belli questi libri e 2 quanto sono grata che ci siano all'inizio di ogni libro mappe e/o liste sulle decine di personaggi e sulle famiglie protagoniste
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diceriadelluntore · 1 year
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Epidemie
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Si dice spesso che un grande romanzo è quello che racchiude in sé, oltre sue le storie, un Tempo che il suo autore ha voluto fermare nelle sue pagine. Questa è ovviamente una delle possibili soluzioni alla domanda su cosa sia un grande romanzo, ma se vogliamo tenerla per buona, questo che ho appena finito di leggere è un grandissimo romanzo. Orhan Pamuk, premio Nobel per la letteratura nel 2006, torna con un libro che si rifà negli intenti ai  romanzi storici dell’Ottocento, quelli di Tolstoj, di Manzoni, di Stendhal: Le Notti Della Peste (Einaudi) Lo è nella struttura, nell’incedere, nella costruzione della trama. Ma è allo stesso tempo tempo una grandiosa allegoria dei nostri tempi, soprattutto di un epocale biennio appena passato.
Tutta la storia è incentrata nei circa 240 giorni che sconvolsero l’isola di Mingher, tra aprile e ottobre del 1901: isola fittizia, è situata sulla rotta che da Alessandria d’Egitto porta a Smirne, non lontano da Creta. Perla dell’Impero Ottomano, in quei tempi sull’orlo della dissoluzione, è famosa per l’acqua di rose, la bellezza dei paesaggi e per la pacifica e centenaria convivenza tra i romei, ovvero le diverse popolazioni orientali di tutte le regioni dell'antico Impero bizantino che utilizzavano il greco come lingua franca nei servizi liturgici, per i commerci e gli affari, i musulmani e le altre minoranze. Ma dall’Asia sono arrivati, su una nave proveniente da Honk Kong, dei ratti portatori di peste. Ai primi segnali, su una nave che trasportava anche una principessa nipote del Sultano, Pakize, con suo marito medico, il dottor Nuri, scende il Dottor Bonkowski, il massimo esperto di malattie infettive dell’Impero, con il suo fido assistente, Dottor Ilias, tutte e due inviati dal Sultano. La prima cosa che trova Bonkowski è la reticenza delle autorità che non credono ci sia la peste, infatti tutto sembra scorrere come sempre: arrivano le navi dagli altri porti, le strade brulicano di commerci, i minareti e i campanili chiamano alla preghiera. Ma basta una settimana a Bonkowski per confermare, scientificamente, che è in atto un’epidemia di peste. Subito la voce percorre le strade, sono già in atto le prime azioni di contenimento e di quarantena, quando il Dottor Bonkowski viene trovato senza vita. Pochi giorni dopo stessa sorte toccherà al Dottor Ilias, avvelenato durante un pranzo. Il Sultano ordina al Dottor Nuri di indagare sulle morti dei due medici. In un drammatico crescendo  di eventi, la peste dilaga, acutizzando e frantumando quell’equilibrio che aveva regnato, magari fittiziamente, sull’isola: ogni decisione ha troppe implicazioni politiche, religiose, di diplomazia internazionale (l’isola è contesa dalle grandi potenze europee che fiutano la malattia dell’Impero intero), dove si intrecciano vecchi dissapori, nazionalismo, paura della scienza, obblighi tradizionali. L’isola ne verrà totalmente sconvolta, in modi talmente travolgenti che la Storia verrà totalmente cambiata, facendo anche di chi era lì per altri motivi radice storica e comunitaria indelebile, pedina indiretta di una nuova speranza.
Questo è un libro monumentale, per l’idea mondo che contiene: le analogie, le sensazioni che trasmette nelle sue oltre 600 pagine, sono un motivo per ricordare ciò che tutta l’umanità ha appena passato, non si sa nemmeno ancora se definitivamente.  È un affresco che brulica di personaggi, di strade e monumenti inventati, di personaggi storici e di religioni, tradizioni, profumini e cibi esotici, e che indaga a fondo e in maniera esemplare alcuni dei problemi dei nostri giorni: il legame tra paura e potere, tra particolare e generale, tra fede e ragione, tra pratica e scienza, tra passato, presente e futuro.
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carmenvicinanza · 1 month
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Christa Wolf
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Il passato non è morto; non è nemmeno passato. Ce ne stacchiamo e agiamo come se ci fosse estraneo.
Christa Wolf è la più nota scrittrice contemporanea di lingua tedesca. Autrice di romanzi, racconti e saggi, la sua critica della società e della politica, unita all’impegno per le questioni di genere e di identità, l’hanno resa un fondamentale riferimento culturale.
Tra le sue opere più celebri si annoverano Cassandra e Medea.Voci, in cui reinventa due famose figure della mitologia classica dal punto di vista femminista.
Sempre alla ricerca di nuove forme espressive per esplorare le complessità della storia e della società, il suo stile è caratterizzato da una profonda introspezione psicologica dei personaggi e una scrupolosa attenzione ai dettagli storici e culturali che mescola la narrazione con la riflessione filosofica e politica.
È stata una voce dissidente all’interno del regime comunista dell’Est a cui non sono state risparmiate aspre critiche per le sue idee in difesa della libertà di pensiero e espressione. 
Nata col nome di Christa Ihlenfeld a Landsberg/Warthe (oggi Gorzów Wielkopolski, Polonia) il 18 marzo 1929, ha vissuto gran parte della sua vita nella Germania dell’Est.
È cresciuta sotto l’avvento del nazismo e vissuto l’odissea dei profughi provenienti dalla parte orientale del Terzo Reich di fronte all’avanzata dell’esercito sovietico.
Si è laureata in  germanistica all’Università di Jena.
Nel 1951 ha sposato lo scrittore Gerhard Wolf, da cui ha preso il cognome e iniziato a lavorare come critica letteraria per la rivista dell’unione degli scrittori della DDR credendo con fermezza nella missione politica della letteratura.
L’esperienza di lavoro presso una fabbrica di vagoni ferroviari ha dato origine alla stesura del romanzo sulla divisione della Germania che l’ha posta al centro dell’attenzione della critica internazionale, Il cielo diviso, per il quale, nel 1963 ha ricevuto il premio Heinrich Mann.
Coinvolta nel dibattito politico e nella difesa dei diritti umani, ha fatto parte del Partito Socialista Unificato di Germania da quando era ventenne e sostenuto la politica di apertura e riforma durante gli ultimi anni della Germania Est.
Dopo la riunificazione, le sue opere hanno dato luogo a molte controversie. La critica della Germania occidentale le rinfacciava di non aver mai criticato l’autoritarismo del regime socialista tacciandola di “moralismo”.
Nel 2002 è apparso il testo Un giorno all’anno. 1960-2000 che raccoglie le pagine di diario scritte ogni 27 settembre in quell’arco temporale da cui emergono i conflitti interiori e l’analisi lucida della società tedesca fino all’unificazione ed oltre.
L’ultimo libro Con uno sguardo diverso (2005), raccoglie otto racconti che spaziano dalla sperimentazione letteraria alla forma diaristica (vengono presentate le pagine del 27 settembre 2001) fino alla toccante scomposizione della sua vita coniugale.
È morta il 1º dicembre 2011 a Berlino.
Uno degli aspetti più interessanti della sua scrittura è la sua capacità di mettere in discussione la narrazione tradizionale della storia, offrendo una prospettiva diversa e più critica sugli eventi del passato. Spesso i suoi romanzi esplorano il ruolo della memoria nella costruzione dell’identità individuale e collettiva, ponendo domande importanti sulla verità storica e sulla responsabilità nei confronti del passato.
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weirdesplinder · 1 year
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Nuova serie romance storica di Tess Thompson da scoprire
Voglio segnalarvi l’uscita questo mese di due romanzi di una serie di libri romance storici ambientati in America nel 1910 su un’isola nello stretto del Puget Sound, stato di Washington.
La serie si intitola “Il sensale misterioso di Ella Pointe”. ed è opera dell’autrice  Tess Thompson.
Entrambi i libri sono già disponibili su Amazon
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1. Sensale si diventa
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Trama: Nell’autunno del 1910, un violento patriarca con molti nemici viene assassinato, liberando la moglie e i quattro figli disadattati che da tempo soffrivano a causa sua. Riuscirà un piano segreto di incontri combinati a far trovare l’amore agli eccentrici membri della famiglia Tutheridge? I quattro fratelli Tutheridge sono cresciuti sotto la spietata dittatura del loro ricco e potente padre. Isolati su una piccola isola del Puget Sound, i suoi tre figli e la figlia hanno poche speranze di trovare l’amore, soprattutto a causa delle loro personalità uniche e dei loro demoni interiori. Ma quando la madre, ormai vedova, ingaggia segretamente una squadra di sensali di matrimoni, per questa famiglia solitaria e un po’ strana sboccia la speranza. Se non scopriranno il piano per farli incontrare con persone fatte apposta per loro, potrebbero avere il loro lieto fine. Tuttavia, quando i segreti del padre vengono svelati nelle settimane successive alla sua morte, tutti diventano sospettati di omicidio. Potrebbe essere stato uno di loro ad aver perso il controllo in un momento di rabbia? O è stata una delle tante persone che ha manipolato e ferito nel corso degli anni che alla fine ne ha avuto abbastanza? Ed è possibile che l’amore fiorisca all’indomani di un evento così truce? A metà tra il giallo e un’appassionante storia d’amore, questa novella dà l’avvio a una nuova serie romantica e delicata di Tess Thompson, autrice della fortunata serie di Emerson Pass.
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2. Per amore di Benedict
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Trama:
Amelia Nella primavera del 1910, un annuncio che trovai sul giornale di Boston attirò la mia attenzione. “Famiglia benestante ha bisogno di una segretaria a Whale Island. Deve avere amare i libri.” Quando mi viene offerto il posto, non esito a mettere le mie poche cose in valigia e a partire per lo stato di Washington. Dopo tutto, non ho nulla da perdere. Sono stata licenziata dalla mia attuale posizione. Non ho famiglia. È un sogno che si avvera. L’unico problema? Il mio datore di lavoro, Benedict Tutheridge, mi fa battere il cuore e mi fa tremare le ginocchia. Non mi aspettavo che fosse interessante o di una bellezza devastante. Purtroppo, non sono una persona di prestigio o ricca. Un uomo come Benedict non sposerebbe mai una donna come me. Benedict In una città piena di disadattati, io li batto tutti. Dopo la morte prematura di mio padre, sono chiamato a gestire l’azienda di famiglia. Tuttavia, nonostante i miei sforzi e la mia istruzione, so a malapena leggere e scrivere. Su sollecitazione di mia madre, accetto di assumere una segretaria, aspettandomi che A.F. Young sia un uomo. Con mio grande stupore, Amelia Frances è una donna. Una donna bella e seducente. Una donna che non si innamorerebbe mai dell’idiota del paese.
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girasoleazzurro · 2 months
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Il primo tema di cui parla Faeti nell'introduzione spiega già quasi tutto.
Si parla di imagerie popolare, iconografia con un lungo passato, nata nelle piazze e radicata nel volgo italiano. E di quelle figure che si muovono in questo ambito: i Figurinai, originariamente venditori ambulanti di figurine, intesi qui come un gruppo definito di illustratori con definite caratteristiche ed affinità con questo tipo di immaginario.
Si fa riferimento a quella antica tradizione che riguarda le stampe popolari e la letteratura ad esse collegata - accostabile ai chapbook inglesi, i bilderbogen tedeschi e la litterature de colportage francese. Erano libretti portati nelle città e nelle campagne da venditori ambulanti. attraverso i quali poteva comporsi una cultura popolare fondata su prodotti artigianali, diversi da quelli offerti dall'editoria moderna. Erano arrangiamenti, manipolazioni, riassunti tratti da opere più complesse ed inserite in grandi e famosi filoni: romanzi, aneddoti, descrizioni di miracoli, episodi storici, biografie di personaggi illustri. La loro più evidente caratteristica era la presenza dell-immagine, che doveva convincere, esporre, spiegare. Le immagini venivano spesso appese alle pareti {da cui la definizione di letteratura murricciolaia}, dalle quali potevano trasmettere il loro messaggio, che spesso risultava decisamente alternativo rispetto ai contenuti pedagogicamente diffusi dall'autorità costituita.
Questa spinta si incarna nelle immagini “capovolte” quelle che rendono protagonisti coloro che sono abitualmente disprezzati, odiati o temuti: Il mondo alla rovescia, L'albero della cuccagna, La gran compagnia de-rovinati, sono alcuni esempi, a cui si può facilmente accostare la mia idea di un carnevale dove la luna si mostra girata al contrario. Queste storie nascono poi nelle piazze, dai racconti dei cantimbanchi, dove nascono anche le maschere del carnevale della commedia dell'arte.
La fine dell'ottocento il momento in cui questa tradizione inizia ad essere sostituita, in parte integrata, con quella che oggi definiamo come letteratura per l'infanzia. Il caso di Salani è emblematico perché si pone al confine di quest'epoca, ed è anche l'editore del corpo principale di opere illustrate da Chiostri che compongono la mia ricerca. La tendenza di Salani era di inserire nell'ambito della letteratura popolare, prodotti che rinnovassero questo repertorio senza del tutto abbandonarlo, seguendo così un itinerario secondo il quale la letteratura per l'infanzia si approprierà di contenuti che gli adulti hanno ormai abbandonato. Un esempio di questo territorio condiviso tra letteratura popolare e libri per bambini sono le Novella della Nonna di Emma Perodi, in cui la fiaba si appropria di contenuti da feuilletton, sempre illustrate da Chiostri.
Analizzando il segno di autori come Chiostri e Mazzanti risulta chiaro come derivi da quello degli anonimi autori delle antiche stampe vendute per strada. La chiarezza del loro segno ripropone la simbolica fissita’ delle immagini dei santi, mentre allude ambiguamente all'ambito opposto, dell’imagerie popolare, con i suoi preti peccatori, e il suo gusto per il blasfemo {che è forse una delle prime espressioni di voglia di sovversione?).
...
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Penso che il rapporto con l'immagine sacra sia uno di quegli elementi cuciti sottopelle che sto cercando di raccontare in questo progetto, che forse è anche un modo di riappropriarsi e ri-ambientarsi in un luogo, un tempo, una cultura, concreta e spirituale.
É fondamentale la sacralità della Luna all’interno del mio racconto, incarna una divinità femminile come la madonna e la fata turchina. Così come fondamentale il senso di sovversione e di rovesciamento. In questa dicotomia tra aderenza ad una cultura cattolica profondamente radicata {e un rigido sistema pedagogico}, e spinta sovversiva, quasi blasfema, presente nella letteratura Murricciolaia, sento espresso quel senso di appartenenza ed al tempo stesso di messa in discussione della religione, con il suo carico di immagini, simboli, ricorrenze e modi di scandire la vita famigliare, soprattutto nel periodo dell’infanzia, soprattutto la mia.
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da Corpo Celeste, di Alice Rohrwacher, 2011. (Dopo ne parliamo).
Marta che accarezza il crocifisso –
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the-entangler · 3 months
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“Un utente, come si verrà poi a scoprire una donna di nazionalità cinese, aveva iniziato a popolare l’enciclopedia online con oltre duecento articoli collegati tra di loro. Questi testi, partendo da una voce su una pressocché sconosciuta miniera di argento a Kashin, in Russia, si sono dipanati in una narrazione dettagliata e immaginaria su vari aspetti della storia e della cultura di antichi stati dell’Asia centrale. Le vicende raccontate in quel gioco di intrecci e rimandi erano quelle delle lotte di potere fra i principi di Tver e i Duchi di Mosca. Fra tutti, il più elaborato tra questi era un lungo articolo sulla grande rivolta dei Tartari nel XVII secolo. La rivolta è avvenuta davvero ma il testo non è altro che pura finzione storica. Quest’utente è riuscita a non essere notata per molti anni perché ha usato una serie di account multipli – i cosiddetti sockpuppet account – che interagivano fra di loro e che, come gli eteronimi di Pessoa, riuscivano a mantenere delle personalità distinte. Questa sorta di ciclo di validazione chiuso non è stato scoperto per molti anni e le ha permesso di rendere gli articoli in lingua cinese sui tartari significativamente più lunghi di quelli in russo. Paradossalmente, a insospettirsi non sono state le strutture di controllo stesse interne a Wikipedia bensì uno scrittore di romanzi cinese che stava cercando degli articoli storici da cui prendere spunto. Tentando di approfondire la ricerca sull’argomento ha visto che i riferimenti bibliografici non corrispondevano agli argomenti trattati e che nella maggior parte dei casi i corrispettivi in russo degli articoli erano o inesistenti o delle brevissime bozze. La creatrice della storia verosimile, ma falsa, sui Tartari ha rispettato i criteri di attendibilità e le regole dell’editing di Wikipedia ed è stata scoperta da chi, come lei, era abituato alla finzione e, quindi, anche a riconoscerla con più facilità. Dopo essere stata scoperta l’utente ha confessato che dopo aver scritto il primo articolo, la prima bugia, come ha detto lei, ne ha dovute scrivere altre per renderla più verosimile. Si è quindi scusata con la comunità e i suoi articoli sono stati, purtroppo, tutti cancellati. Anche in questo caso i Tartari si sono affacciati alla realtà ma sono stati ricacciati entro i confini dell’immaginario.”
VALENTINO ELETTI, “Chi sono, davvero, i tartari”, L’Indiscreto (02/02/2024)
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