Tumgik
#pratino
ffantasmi · 2 years
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missing the sapienza experience more than i should
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Sono intorno a noi, in mezzo a noi
In molti casi siamo noi a far promesse
Senza mantenerle mai se non per calcolo
Il fine è solo l'utile, il mezzo ogni possibile
La posta in gioco è massima, l'imperativo è vincere
E non far partecipare nessun altro
Nella logica del gioco la sola regola è esser scaltro
Niente scrupoli o rispetto verso i propri simili
Perché gli ultimi saranno gli ultimi se i primi sono irraggiungibili
Sono tanti, arroganti coi più deboli, zerbini coi potenti
Sono replicanti, sono tutti identici, guardali
Stanno dietro a maschere e non li puoi distinguere
Come lucertole s'arrampicano, e se poi perdon la coda la ricomprano
Fanno quel che vogliono si sappia in giro fanno
Spendono, spandono e sono quel che hanno
Sono intorno a me, ma non parlano con me
Sono come me, ma si sentono meglio
Sono intorno a me, ma non parlano con me
Sono come me, ma si sentono meglio
E come le supposte abitano in blisters full-optional
Con cani oltre i 120 decibels e nani manco fosse Disneyland
Vivon col timore di poter sembrare poveri
Quel che hanno ostentano, tutto il resto invidiano
Poi lo comprano, in costante escalation col vicino costruiscono
Parton dal pratino e vanno fino in cielo
Han più parabole sul tetto che S.Marco nel Vangelo
Sono quelli che di sabato lavano automobili
Che alla sera sfrecciano tra l'asfalto e i pargoli
Medi come i ceti cui appartengono
Terra-terra come i missili cui assomigliano
Tiratissimi, s'infarinano
S'alcolizzano e poi s'impastano su un albero - boom!
Nasi bianchi come Fruit of the Loom
Che diventano più rossi d'un livello di Doom
Sono intorno a me, ma non parlano con me
Sono come me, ma si sentono meglio
Sono intorno a me, ma non parlano con me
Sono come me, ma si sentono meglio
Ognun per sé, Dio per sé
Mani che si stringono tra i banchi delle chiese alla domenica
Mani ipocrite, mani che fan cose che non si raccontano
Altrimenti le altre mani chissà cosa pensano, si scandalizzano
Mani che poi firman petizioni per lo sgombero
Mani lisce come olio di ricino, mani che brandiscon manganelli
Che farciscono gioielli, che si alzano alle spalle dei fratelli
Quelli che la notte non si può girare più
Quelli che vanno a mignotte mentre i figli guardan la tv
Che fanno i boss, che compran Class
Che son sofisticati da chiamare i NAS, incubi di plastica
Che vorrebbero dar fuoco ad ogni zingara
Ma l'unica che accendono è quella che da loro l'elemosina ogni sera
Quando mi nascondo sulla faccia oscura della loro luna nera
Sono intorno a me, ma non parlano con me
Sono come me, ma si sentono meglio
Merita intero il testo❤️
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sognosacro · 5 months
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mi sento strana la mattina.
ma ora mi sono alzata.
E mi sento male se faccio qualcosa.
Tipo guardo la cosa e mi viene la sensazione di vomitare.
(non veramente, solo la sensazione in pancia)
Allora sono seduta nella mia poltroncia accovacciata a pallina.
Con la finestrella aperta.
Nell'attesa di riequilibrare le mie energie per essere pronta ad agire.
ora sono un verme (credo di aver sognato un bruco e qualcuno che mi diceva, il bruco non è classificanto come lento, ma se vedi come si muove capisci perchè ci mette tanto ad arrivare se lo aspetti)
Era un bruco ciccione 🐛 e un pò liquido. Poi sull'asfalto. L'ho notato. Pensa che carino spostarlo sul pratino. Ma magari doveva andare di là, chissà!
Bruchini pancioniiii
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moonymisanthropist · 1 year
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Un tempo mi piaceva postare su Instagram i fiori del mio giardino.
L'unica vera bellezza che ho sempre trovato nella mia vita sono quei pochi metri di vegetazione non troppo curata che circondano la mia casa, un muro che mi protegge dal resto del mondo, dalle fabbriche, dalle strade trafficate, dal cemento. Dalla tristezza che mi mette questa società. Le piante sono silenziose ma riescono a darmi la forza di andare avanti, perché anche se tutto va a rotoli ho sempre loro, ho sempre la terra a confortarmi.
Non dovrebbe essere così per chiunque? Poter sentire la terra sotto i propri piedi, la solidità della vita, dell'ecosistema. Il silenzio potente delle piante "infestanti" che persistono nel crescere, anche se nell'orto o nel pratino all'inglese non sono le benvenute.
Quando Instagram è diventato un continuo urlarsi contro quanto è figa la propria vita, quanto siamo attivistɜ o meno, quante parole belle e vuote riusciamo a dedicare a questo o quello, video, storie, reel, sponsorizzazioni, influencer, social media management,
non ho più postato fiori.
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yoga lesson in the amazing Pratino our garden with view  thanks Fortinet
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vekkvlog · 5 years
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Pratino . . . . #vekkvlog #acquarilowcost #callitrichoides #pratino #ebay #semi #seed #seedplanting #pratino #prato #aquariumplants #aquarium #aquariumtank #test #aquariumtest #aquariumexperiment #experiment #faidate #pianteacquatiche #semina #paludarium #aquariumhouse #aquario #aquariodeaguadoce (presso Veneto, Veneto, Italy) https://www.instagram.com/p/BvqWbgJFUir/?utm_source=ig_tumblr_share&igshid=1q12h03wniy1s
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i-am-a-polpetta · 5 years
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C'è qualcuno qui che NON ANDRÀ ad Ibiza?
No perché se non sono l'unica ci becchiamo in riviera che offro acqua gasata a tutti.
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A me pare che scarseggi solo a me, ai miei amici e alle mie amiche mai 🤷🏻‍♀️
Il pratino del vicino è sempre più verde
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Ieri sono andato a dormire molto tardi perché tanto mi sono detto vai oggi posso svegliarmi quando mi pare, per cui nessun problema. Il vicino però aveva in mente di tagliare il pratino a partire dalle 6:30. Grazie amico, spero ti arrivi una percentuale consistente delle maledizioni che ti ho mandato.
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94 Ti depili le parti intimi?
No, però curo il pratino
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lenjix · 4 years
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Preferisci liscia o pratino?
Ma perché mi fate queste domande così superficiali.
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sognosacro · 5 months
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Ho mal di testa perché sta notte ho sognato di entrare in una grotta aliena, dove ho incontrato "il mio alieno" che voleva portarmi con l'astronave, ma avevo paura. Però era pieno di antenne e altissime frequenze, non so come diamine sono uscita. Però poi ero in una scuola d'arte e ho iniziato a non vedere più niente se non il pavimento, sono stata accompagnata da un maestro su una panchinetta e l'unica cosa ve vedevo era un ratto nero gigante che cercava di uscire da un tubo di carta fatto a mano. Io volevo liberarlo ma avevo paura di essere morsa.
lì mi faceva malissimo la testa nel sogno, avevo le allucinazioni nel sogno. Nessuno vedeva quel topo. Era un messaggio per me. Poi mi è comparaa una coperta al collo e il maestro è diventato una voce telepatica, fatta di coperte perchè io non ci vedevo proprio nulla. L'unica cosa nitida e distinta era quel topo.
(che sembrava un pò koaku, quindi mi sa che era una guida spirituale intrappolata)
Nel sogno ho cominciato a guarirmi la testa dal dolore e ho iniziato a vedere una cosa scura sul mio terzo occhio.
Poi il maestro ha cominciato a parlare delle sue preoccupazioni.
Io mi sono fermata e guardavo nuovamente il topo. Che una parte di lui era libera, poi sembrava avesse due teste piuttoato che una testa e una coda, ma non riuscivo a vedere.
Poi appunto mi sono svegliata con l 'istinto di liberare quel topo nel pratino usando la coperta, così che non mi mordesse.
(p.s quando ero con l'alieno avevo in braccio Koaku)
Solo che da sveglia avevo malissimo alla testa, al terzo occhio e forse è la cosa delle antenne di alte frequenze che ha modificato le mie vibrazioni, sulla questione business.
Ora ho fatto la stessa cosa che facevo nel sogno con la mano e le parole aliene e sto bene.
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p.s mio fratello aveva un ratto così con gli occhi azzurri, quindi in se mi piacciono i topi. (quelli belli) poi trovano tutti i tesori. Forse il fatto che era intrappolato e non sapevo cosa fare era proprio un segno frattale. Speravo lo liberasse il maestro e mi aiutasse, però invece non lo vedeva ed era semplicemente di fianco a me. Quindi era tutto nelle mie mani.
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ca-la-bi-yau · 4 years
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Mi ricordo tutto
Mi ricordo tutto, mi ricordo tutto di due anni che hanno segnato, in un modo o nell'altro, la mia vita. Mi ricordo la prima volta che sei entrata in aula VI e quando poi mi hai detto che quel giorno ti guardai male. Mi ha sempre fatto male quando dicevi così, che ti guardavo male e mi sono sempre chiesto se eri tu a vedermi così, se ero io ad avere uno sguardo così o se in viso sono scavato e scolpito da tristezza e rabbia. Non l'ho ancora capito. Mi ricordo la prima volta che mi hai chiamato, da san lollo, di notte e io mi sentivo per la prima volta impotente, lontano, incapace di aiutarti ma anche allora mi sarei fatto mezza Roma per venire da te. Mi ricordo quant'ero impacciato, quella notte di febbraio, in cui tu per la prima volta mi cercavi ed io ero spaventato, a morte, dallo scoprire una nuova intimità. Ricordo tutto il periodo successivo, fino a giugno, in cui ci siamo cercati, continuamente, fino a quel giorno, fino a quella piazza di quel lunedì e quella sera in cui finalmente ci incontravamo e accendevamo la prima miccia della prima bomba. Ricordo la bottiglia d'olio che spaccai, io, come al solito, il solito disastro. E poi ricordo tutto, ricordo tutte le volte che ho cucinato e tu lavavi i piatti, tutte le volte che hai cucinato tu e io, canticchando lavavo i piatti. Mi ricordo le pizze, le colazioni, i pranzi e le cene ad orari sempre continuamente sballati, tra una sessione d'amore e l'altra, tra il sesso e il dolce far niente. Mi ricordo la nostra prima estate, in cui abbandonavo per un po' le ansie e i progetti per la tesi per lasciarmi andare, con te, te... Un'estate in cui imparavo ad amarti, in tutti i sensi, mi ricordo Bari e Polignano e tutti tutti i posti che abbiamo girato, il mare e le canne e casa dei tuoi e tutte le giornate passate a scopare senza mai voglia di smettere, e le canne e Stalin e Milù e tutto, tutto quanto, le birre che tua madre mi offriva per il viaggio, la cena che preparó per noi e i panzerotti in giro, le peroni a 2 o 1 euro, le prese in giro, e ancora le canne e il lungomare di notte e l'imbarazzo ma anche tanto tanto amore. Mi ricordo tutto, anche le litigate, le volte che ci siamo feriti, attraversati, accarezzati, spinti via. Ricordo le mie crisi e le tue e come abbiamo a poco a poco imparato ad avvicinarsi un po' cercando di non ferirsi. Ricordo quando mi hai preso, raccolto, sostenuto mentre mi stavo buttando via e così tornavo a terapia, a farmi aiutare. Ricordo tutte le volte che mi hai accolto, abbracciato, fatto sentire al sicuro, nonostante quel che ero. Ricordo tutte le ore di studio perse perché qualcuno dei due aveva bisogno di piangere e il freddo delle panchine della sapienza e lo stringersi, starsi vicino, asciugarsi le lacrime. Ricordo i pranzi sul pratino, le battute, il giocare continuamente, prendersi in giro, i tuoi pasti da uccellino, la mia mela nello zaino. Se ci provo, ricordo ogni bacio che mi hai dato, da quelli più forti, dominanti, come a prendersi a morsi e quelli più dolci, quelli abbandonati, quelli arrabbiati, quelli bagnati dalle lacrime. Ricordo la prima volta che ti dissi Ti amo, ricordo tutte le volte che ti ho accompagnato a casa, i notturni, i tram, le feste, i gelati, le cene improvvisate, il ramen a termini, le brutte disavventure in stazione, tutte le volte che ti ho accompagnato in stazione con valigie più grandi di te e le volte che ti ho atteso dall'altra parte fremente, in attesa di abbracciarti e baciarti forte. Non ho voglia di ricordare le cose negative. Non ne ho voglia e non ne ho la forza. Mi ricordo quando ballavamo a piedi nudi in casa su Janis Joplin e come, dopo una giornataccia, lo stesso, su note immaginarie, su Patti smith, su quella spiaggia piena di conchiglie blu. Ricordi sparsi, ricordo casa a san giovanni e il davanzale e un qualsiasi mobile su cui mi sarei seduto a fumare, ricordo le altre case, ricordo ogni particolare delle case in cui sei stata, della tua stanza, qualsiasi cosa, le coperte, il telo, le lucine, i tuoi libri e il tuo disordine che assieme al mio creavano un caos niente male, tra lubrificanti, preservativi e frammenti sparsi di vita. Ricordo con precisione la tua voce al mio orecchio e i tuoi gemiti e i miei gemiti, le tue urla e il nostro supplicare, i tuoi e i miei orgasmi. Ricordo tutto, le città che abbiamo visto insieme e tutte quelle di cui abbiamo parlato, su qualche terrazzo con qualche canna in mano, ricordo tutti i giri per Roma che abbiamo fatto, dalle prime volte alle ultime, dal Colosseo al tufello, le mostre, i biscotti a trastevere. Mi ricordo tutte le manifestazioni, le proteste organizzate insieme, i cartelli, le foto, le tue foto e ancora oggi le uniche foto che ho di me, le uniche foto che non odio sono le tue e tutte quelle che abbiamo insieme. Ricordo tante tante cose, ricordo tutto anche se non tutto mi va di ricordare e potrei andare avanti per ore a elencare i momenti stupendi passati insieme ma il cuore mi si stringe, gli occhi si bagnano e sento di non aver molto altro da scrivere.
Ricordo quando ho sentito il mio cuore spezzarsi in più punti, più volte. E ricordo anche il momento in cui ho sentito e visto scricchiolare e poi cedere il tuo. E ora, che posso fare, ora che è andata così? Avrei potuto fare molto prima. Ora sto per andare a farmi una radiografia, l'ennesimo problema di questi mesi infiniti, che non finiscono mai, mesi in cui sembra che niente, niente, niente debba andare bene. E ripenso che hai ragione, avrei potuto fare tanto altro, avrei potuto non spezzarti il cuore in quel modo, avrei potuto presentarmi da te con dei fiori in mano e tanto altro, ma non l'ho fatto. Non l'ho fatto. Anche se con i metodi più sbagliati, ferendo la persona che amavo, avevo bisogno di quella distanza, di quella solitudine, dolorosa, pesante, insostenibile a volte ma necessaria. Mi sento morire ogni volta che leggo, che sento o che mi dici che stai male e so che quanto è responsabilità mia e mi sento morire ogni volta che penso che sarebbe bastato poco per evitare tanto dolore, dolore da entrambe le parti, dolore appunto evitabile. Mi sento male ogni volta che ti leggo e capisco come ti senti. E capisco quanto sia difficile, forse impossibile, farti cambiare idea, farti capire che tu per me non hai mai smesso di essere importante, di essere così importante... E ora sei diventata anche un enorme macigno che pesa sul mio cuore. Anche il mio cuore è spezzato, si è spezzato nel momento in cui ho capito, in quell'istante in cui ho realizzato che stare con la persona che amavo non mi faceva stare bene come volevo, come pensavo sarei dovuto stare, non mi faceva provare quel che pensavo avrei dovuto provare. Non ho voglia di tirare fuori ancora la paura, la rabbia, la tristezza, tutte quelle emozioni provate e di cui in questo momento sono saturo. Non scrivo quasi mai qualcosa così di getto, da pubblicare, senza rileggerla ma se non lo facessi mi perderei nelle mie solite masturbazioni mentali e cancellerei tutto di botto. Invece mi sento di scrivere qui, sul mio blog, sul mio diario dove sei tu l'unica che mi legge, l'unica che mi conosce. E anche, in senso lato, sei ancora la persona più vicina a capire il mio io, la persona che ha compreso di più la persona che io sono, la donna che mi ha amato e per questo ha dovuto soffrire tanto, per colpa del mio ego, del mio narcisismo, del mio dolore, del mio non stare bene con me e con gli altri. Tante cose sono cambiate in questo 2020. A volte mi sento solo un po' più vuoto ed invecchiato. Anche se so che non è così, anche se so che quel vuoto che mi ha sempre accompagnato non è più come prima, è ridotto, è combattuto, per una volta. A volte mi sento solo ancora un bambino sballotatto in una vita da adulto. Mi voglio un po' più bene, mi conosco un po' di più, forse questo è il mio grande traguardo di quest'anno.
Ti devo tante cose. Ti devo un mazzo di fiori e forse altre scuse. Ti devo tante cose. Vorrei tornare indietro, asciugare ogni tua lacrima, abbracciarti ogni volta che ne senti il bisogno, vorrei tornare ad essere la persona che ti faecva sentire bene, che ti faceva sentire i tuoi diciannove anni, vorrei non essere la persona di cui hai paura, la persona che ti fa soffrire, il carnefice, l'assassino, l'heartbreaker. Vorrei tornare indietro, forse o forse no. vorrei solo fare le cose diversamente. Non scambierei i traguardi raggiunti quest'anno con niente, però continui a mancarmi, continua a mancarmi il tuo amore, continua a mancarmi il mio amare. Non baratterei i cambiamenti che ho fatto, la persona che sono diventato, avrei voluto solo farli con te, cambiare con te, evolvere con te. Era possibile ma non l'ho creduto tale. E per questi e tanti altri motivi continuo a tormentarmi e continuerò ancora, non so per quanto. Quando ci siamo visti non ho saputo darti tutte le risposte che volevi, non ho saputo risponderti come forse avresti voluto ma ti ho ascoltata, ti ho ascoltata fino in fondo, ho visto la persona che sei diventata e ho capito molto, di te, di me, di noi. Avrei voluto sapere cosa dire, avrei voluto avere tutte le risposte, avrei voluto non provocare e vedere quelle lacrime, quell'ansia, quella paura. Vederti piangere mi ha colpito al cuore, come una coltellata, un'altra volta... ma ero sempre io ad avere in mano la lama e come un pazzo continuo ad agitarla e ad affondarla, un po' a turno, dentro te e dentro me.
Avrei tante cose da dirti ma non te le dico, non so perché. Anche quando ci siamo visti non sono riuscito a dirti tutto, le cose belle e le cose brutte che ho passato e vissuto, la persona che sono diventato e quella che sto diventando. Non sono riuscito a farti cogliere, penso, tutti i cambiamenti che ho fatto, forse perché non ne ero in grado, davanti al tuo sguardo, non ero in grado di reggerlo e forse ho fatto come al solito, mi sono rifugiato in una pantomima, in una sceneggiata, ho messo su una maschera e non mi sono comportato molto diversamente da come facevo prima e di questo mi dispiace. Ancora una volta ho nascosto il mio vero io, forse perché fragile, sì, perché il mio io e la mia identità sono ancora fragili, in fase di costruzione e ricostruzione. Come umano, come persona, continuo a farmi e a disfarmi, a rifarmi, scompormi e ricompormi. Sto cercando di diventare una persona migliore di quella che sono stata con te.
Avrei tante cose da dirti ma non te le dico, continuo a scrivere, fumo e scrivo, scrivo tanto, scrivo per te, scrivo di te.
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restlessmuseum · 4 years
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(la nobiltà - I)
La finestra, e poi dietro i due rettangoli di luce del giorno (molta ce ne vuole): cioè il dispositivo che replica le firme in calce. La forbice del caldo, così ben previsto, e delle disposizioni, ci ritaglia in canti separanti, quasi gli occhi strabicanti del novembre, camminiamo con la sorpresa del vecchio ordinamento, fila d’alberi in copia carbone. Se uno insegna la storia, l’altro insegna la filosofia: il fluire delle cose contro il dono di quel tempo in cui con lo zucchero si faceva merenda. Senza riserve è l’amore per la verità. Basta che vi cada la mano sulla matita e il campo appare sgombro. L’intensità di questo lavoro non è mai separata, così si crea un modello di vita, che poi ci seguirà minaccioso, facendosi intravedere quando meno ce l’aspettiamo, guardando in basso fuori dalla finestra, nel cortile, nel cortiletto, nel pratino artificiale. A forza di assomigliare alla vita, loro sono gli ultimi.
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sanssouvenir · 5 years
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“parton dal pratino e vanno fino in cielo, han più parabole sul tetto che S.Marco nel Vangelo”
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tuttalamiavitarb · 6 years
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Come sono arrivato qua
Il come io abbia eletto tumblr come tempio della mia socialitá digitale, è semplice e complesso allo stesso tempo. Iniziero dal dove, il quando è irrelevante e lo liquidero con un semplice " qualche mese fa".
Il dove:
Il mio lavoro mi porta spesso in posti strani, di solito impervi, quasi sempre uggiosi e vendicativi. Spesso nella stagione meno incata per andarvi. Mi trovo su una barca, oggetto che piu di tutti odio e detesto, perche ho il mal di mare in un pratino bagnato. Siamo in Alaska, stiamo tornando verso Palmer dall isoletta sulla quale spno andato per sbrigare faccende e raccogliere dati. Sto nausealmente ciondolando su quello che è una via di mezzo tra un peschereccio e un rompighiaccio, rumorossisimo, puzza di pesce marcito il secolo scorso e gasolio.
" Mate how do we keep in touch now?"
Questa frase mi scuote mi giro verso la ragazza che l ha pronunciata, e se ci fosse la laurea ad onorem per le risposte sbagliate io me la prenderei con 110 e lode e pompino accademico.
" Why should we keep in touch?"
In realta Ho dato questa risposta pensando lo alle implicazioni lavorative della cosa, abbiamo fatto un lavoro assieme, ti ho pagato quello che mi hai chiesto, ho 400 dollari di mancia per te x che sei stata bravissima . finito il lavoro ciaone e avanti il prossimo
Why should w....
La mia cacciatrice abbasa lo sguardo, leggo la delusionenei suoi occhi. mi fa notare che dopo 25 giorni passati assieme io e lei , lei ed io .25 giorni di silenzio quasi assoluto salvo le nostre voci e un centinaio di colpi sparati dal suo mitra da assalto modificato. La nostra avventura volge al termine. Questo in qualche modo le dispiace. Dopo una vita, lbultima volta vedrai era stata la mia mamma quando partivo militare, un essere umano mi fanotare che forse potrei mancarle, e le farebbe piacere avere miei notizie. E io gli rispondo un checcazzovuoi? Seppur tradottote educatamente in inglese.
Provo a giustificarmi con me stesso, non volevo essere scortese ero solo distratto
Il mio cervello si era rifugiato in quella tranche che solo i maratoneti e qualche altro pazzo, che fa sport estremi, puo capire. Finita la missione l adrenalina scende e tu non sei piu una macchina, ma un semplice essere umano e torni a fare cose normali, tipo pensare a chi aspetta a casa o al fatto che intorno a te ci sia un panorama.
"Mate, how do we keep in touch ?"
Fin li devo ammettere che ho sempre pensato al lei per quel che vuol far sembrare, cioè una pazza squilibrata e incline al risolvere tutto a fucilate, che accompagna sciagurati , i quali venendo dagli agi della citta, si intendono di avventurarsi in luoghi che a loro non competono. Luoghi Dove la metá delle robe che ivi risiedono, il signore le ha poste lí per ucciderti. A cominciare dal clima e finendo con gli animali che pascolano e cacano in quei luoghi magnifici. Lei è lí, e con tariffe adeguate, vi accompagna e evita che facciate l' unica cisa che sareste in grado di fare da soli: una fine orribile.
Ora per la prima voltala vedo per quello che è una ragazza di 26 anni. Col fucile da assalto. Probabilmente ne ha passate un casino, so che e orfana, quando siamo stari ospiti da dei suoi cugini, si è lasciata sfuggire che la madre si e risposata 2 volte dopo che e morto suo padre: l italiano che le ha lasciato gli occhi verdi e un sacco di libri e un dialetto livornese che lei crede essere la mia lingua. Morto di cirrosi 10 anni prima.
Deve aver passato una vita di merda. Forse sono stato una persona importante in una vita incasinata
"How do we keep in touch now?"
Abbassa lo sguardo e su quel viso tatuato sono certo di veder scendere una lacrima.
Incerto come un 13 enne al primo appuntamento le metto una mano intorno alla spalla lei non me la stacca, mi sento come bill murray in lost in traslation:
Hai la mia mail no? Mi scrivi e appena posso ti rispondo, hai il mio wazzap, il mio telegram. Hai il mio geosat se proproprio hai urgenza e non te ne frega di quanto spendi.
Mi sorride
Niente facebook? Ne facebook ne instagram, rispondo, No di certo, nella metá dei posti dove vado, la gente che mi ci manda, non vuole che si sappa che ci sono stato, quindi niente foto da postare. Tolto il mio lavoro del quale non posso condividere nulla, la mia vita è quella di un vecchio con la pensione minima, apparte le auto che non mi posso permettermi. Per twitter niente, sono logorroico, in 160 caratteri non riesco neanche dire come mi chiamo.
Lei mi dice ci sarebbe tumblr, una volta ne avevo uno chissa se me l hanno cancellato, ci puoi scrivere i cazzi tuoi a mo di diario, l ho mollato xchè era diventato un posto dove ci si fanno le seghe quelli strani.
Strani?
Si gusti assurdi, tipo ti eccitano solo le donne nere ma coi capelli rossi, oppure sdentate, oppure i porcospini che si inculano, qualsiasi assurdita ti ecciti, li c è. Non importa che tu dia le tue generalita, puoi entrare e scrivere come su un diario
Ora, dice tolgono il porno quindi vedrai chiude
Ecco che tumblr e diventato il sacial per me
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