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#pseudoscientifici
entropiceye · 1 year
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Avere una diagnosi può essere un sollievo a volte. È una risposta, una spiegazione reale e concreta a problemi che non eravamo in grado di comprendere.
Quel malessere subdolo ed invisibile, ben nascosto dentro di te, diventa improvvisamente tangibile. Capisci che le persone che lo hanno sminuito ed invalidato avevano torto.
Può essere il punto di partenza effettivo per arrivare alla radice di quel dolore profondo ed elaborarlo, pezzo dopo pezzo.
Ma avere una diagnosi può essere anche spaventoso. Si può commettere lo sbaglio di identificarsi unicamente col proprio disturbo, di sentirsi semplicemente un ammasso di problemi irrisolti, di dover essere costretti alla solitudine, di dover essere "sopportati e tollerati"...
Per non parlare della quantità spropositata di articoli pseudoscientifici fortemente stigmatizzanti e pieni di stereotipi, che può fare sentire senza speranza, come uccelli in una gabbia.
I nostri disturbi sono l'unica risposta che abbiamo saputo trovare per sopravvivere in un ambiente dove ci è mancato tanto. È per questo che "guarire" a volte non è facile, bisogna prima comprendere e accettare quelle basi inconsce, guardare oltre... Trovare quella parte di noi sola, ferita e spaventata ed imparare ad ascoltarla ed accoglierla.
Bisogna decostruire anni e anni di convinzioni ed automatismi, bisogna arare il campo prima di poter seminare.
Abbi pazienza, sii gentile con te stesso soprattutto quando le cose andranno male, perché succederà.
L'equlibrio è un viaggio, fatto di alti e bassi. La linearità non esiste.
La guarigione non è uguale per tutti: per qualcuno è la remissione totale dei sintomi, per qualcun altro è imparare a convivere con le proprie fragilità, imparare a fermarsi quando diventa troppo.
Ognuno ha il suo modo di stare bene ed il suo tempo per arrivarci.
Un abbraccio forte anime belle 💜
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pensivetense · 2 years
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just saw one of those pseudoscientificy diet charts except this one was about the ‘alkaline diet’ and listed the supposed ph levels of foods and it put lemons as a PH OF 10 and I had to make a post because I’m so distraught
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scienza-magia · 4 months
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La sfortuna esiste per davvero e arriva sempre
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La legge di Murphy, spiegata bene. È vero il principio secondo cui “se qualcosa può andar male, ci andrà”? La cronaca è piena zeppa di eventi ai quali è spesso difficile dare una spiegazione. Cerchiamo di capire meglio a cosa ci si riferisce quando si parla di “Legge di Murphy” Molti ne avranno sentito parlare nel film “Interstellar” di Christopher Nolan, ma in pochi sanno che la legge di Murphy non è altro che un insieme di paradossi pseudoscientifici nati dalla mente brillante dello scrittore e umorista Arthur Bloch. In pratica sono una serie di frasi umoristiche che hanno l’obiettivo di deridere gli eventi negativi che ci accadono nella nostra quotidianità. C’è da dire che il primo assioma, ovvero la legge di Murphy vera e propria, non è altro che un modo più divertente e alternativo per definire il calcolo della probabilità. Ma andiamo con ordine.
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Uno degli esperimenti che dovrebbero dare forza alla legge di Murphy: il più delle volte il toast cade dal lato imburrato. Questo però accade perché l’altezza media da cui cade gli consente di ruotare solo parzialmente. Se lo facessimo cadere da più in alto probabilmente il numero di volte in cui cade dall’altra parte (quella non imburrata) pareggerebbe i conti con l’altra faccia. Credit: Wikipedia. Da dove viene la legge di Murphy Il concetto secondo cui “se qualcosa può andare male, ci andrà” è considerato da molti una delle poche certezze matematiche della vita. Ma fu lo scienziato Edward Murphy, militare degli Stati Uniti, a pronunciare la storica frase “Se ci sono due o più modi di fare una cosa, e uno di questi modi può condurre a una catastrofe, allora qualcuno la farà in quel modo”. La frase fu poi riportata durante una conferenza stampa dal medico John Paul Stapp, soggetto di un test che riguardava esperimenti su razzi a rotaia. All’assioma della legge di Murphy hanno poi fatto seguito una serie di altre considerazioni sarcastiche, come “niente è facile come sembra” o “ogni soluzione genera nuovi problemi”, tutte raccolte (o quasi) da Arthur Bloch nella fortunata serie “La legge di Murphy” del 1988, a cui sono seguite numerose altre pubblicazioni. L’assioma di Murphy riassume un fatto statistico-matematico che ci riporta al calcolo delle probabilità. Per quanto improbabile, un certo evento finirà probabilmente per verificarsi dopo un numero elevato di occasioni. Lo stesso concetto si può esprimere con: il fatto che un evento sia improbabile, non vuol dire che non possa verificarsi già ai primi tentativi. Le leggi di Murphy, però, assumono un significato più ironico. Affermano, infatti, che l’evento considerato inizialmente improbabile, si verifichi spesso o addirittura sempre, al primo tentativo. Che è un’esasperazione, se vogliamo. È vero che quando andiamo di corsa, troviamo sempre il semaforo rosso, ma è anche vero che quando guidiamo spensierati a una velocità più moderata è più facile imbattersi nel verde, o non farci proprio caso. Quindi, per riassumere, si tratta di una legge che fa leva sul nostro cervello, in particolare su ciò che temiamo possa accadere. Read the full article
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levysoft · 6 months
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giuseppebarila · 6 years
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«Esiste un orgoglio appassionato dei mediocri e l’antisemitismo è un tentativo di valorizzare la mediocrità in quanto tale, di creare l’élite dei mediocri» (Sartre, ndr). L’antisemitismo, e la conseguente Shoah, non partivano soltanto da alibi pseudoscientifici, ma soprattutto da pulsioni sociali, dalla rabbia degli ultimi che cercavano qualcuno da abbassare sotto di sé, non sapendo elevarsi. Il razzista, proseguì Sartre, è un uomo che ha paura della sua vita, della sua libertà, della sua responsabilità, del mondo che cambia, non vuole meritare niente e pensa che tutto gli sia dovuto per nascita, «e l’ebreo qui è solo un pretesto: altrove ci si servirà del negro e del giallo». Questo, nel Giorno della Memoria, è giusto ricordare.
https://www.lastampa.it/2019/01/26/cultura/llite-dei-mediocri-yJLHnP3UjEP57IATup9MMP/premium.html
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pinnettusardo · 3 years
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Per fortuna questa sera mi hanno portato una bottiglia di vaccino Nepente sono già alla seconda dose😊 #vaccino #nepente #complotto #caprino #covid-19 #foodie #bookslove #drinkup #coronavirus #sibillini2018 #bermuda #montagna #drink #annifolegge #sibillini #drinks #secret #formaggio #bar #maxspeed #pecorino #vinorosso #dioboe #ludesan #glass #pseudoscientifici #lodi #drinking #libri #tuttoiniziadaqui (presso Pinnettu sardo) https://www.instagram.com/p/CQjwNjbsxn5/?utm_medium=tumblr
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giancarlonicoli · 4 years
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26 ott 2020 18:28
UNIVERSITA' DA RICOVERO - I COMMISSARI DELL’ABILITAZIONE SCIENTIFICA NAZIONALE SI SONO DIMESSI RIFIUTANDOSI DI GIUDICARE PIERLUIGI PANZA, STORICO DELL'ARTE E ARTICOLISTA DEL “CORRIERE DELLA SERA”, “REO” DI AVER PUBBLICATO UN ARTICOLO E UNA LETTERA SUL CASO DELLA BOCCIATURA DI ANGELA VETTESE DOVE SI CRITICANO I CRITERI CONCORSUALI UNIVERSITARI (DIVENTATI PERSINO UNA BARZELLETTA DOPO IL CASO SUAREZ)
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Dagonews
Doppio scandalo al concorso per l’Abilitazione scientifica nazionale nel raggruppamento di Storia dell’Arte: una bocciatura e una fatwa. Prima la “bocciatura” della nota curatrice Angela Vettese, di cui il “Giornale dell’Arte” è stato il primo a dare nota; quindi – primo caso che si ricordi – le dimissioni contra-personam di tutti i commissari versus un candidato.
Il candidato contro cui è stata scagliata una fatwa è il noto studioso e critico del “Corriere della Sera” Pierluigi Panza, reo di aver scritto un articolo per il “Corriere”, e una lettera al direttore del “Giornale dell’Arte”, sul caso-Vettese, criticando i concorsi universitari, i criteri di selezione stabiliti dall’Anvur (Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario) ma non in specifico i commissari del settore di Storia dell’Arte.
Pierluigi Panza, due lauree, un dottorato, docente a contratto con più di cento pubblicazioni scientifiche e migliaia di articoli, per giunta già abilitato in altro settore disciplinare e il cui solo catalogo di seicento pagine “Museo Piranesi” del 2017 lo manderebbe in cattedra per chiara fama in tutto il mondo, il 13 giugno 2020 ha pubblicato sul “Corriere della Sera” un articolo intitolato: “E’ troppo divulgativa.
La star delle curatrici bocciata dall’Università”, pezzo nel quale l’intervistata (Vettese) e l’estensore (Panza) prendono di mira i criteri Anvur. «I commissari - si legge -, non l’hanno abilitata giudicandola sulla base dei criteri stabiliti dall’Anvur, “che sfavoriscono chi ha successo nel mondo delle professioni e dello studio individuale e favoriscono chi staziona in università”, racconta Vettese.
I commissari hanno avuto “gioco facile” nel bocciarla: parametri pseudoscientifici alla mano, Vettese non possiede “responsabilità di studi e ricerche scientifiche affidati da qualificate istituzioni” (cioè la direzione di musei vale zero); non ha “responsabilità scientifica per progetti di ricerca internazionali che prevedano la revisione tra pari” (studiare per realizzare mostre non conta); non ha “direzione a comitati editoriali di riviste” specie di classe A e quindi non conta fare il critico per Il Giornale dell’Arte, il Domenicale del Sole 24 Ore.
Le sue pubblicazioni sono (scontato) ritenute “troppo divulgative”: “per bocciarmi — racconta — uno dei commissari ha preso una parte di quanto c’è scritto su di me su Wikipedia”».
Questi stessi temi sono stati sviluppati da Panza in una successiva lettera al direttore del “Giornale dell’Arte”, dal quale aveva preso avvio la vicenda. In questa si sottolineava che «non è affatto escluso che Angela Vettese non abbia, alla luce degli attuali parametri Anvur considerati obbligatoriamente dalla Commissione, i titoli per superare l’Abilitazione Scientifica Nazionale per docenti ordinari, anzi; il problema è che anche Renzo Piano non li avrebbe per insegnare Progettazione architettonica e Paolo Mieli per insegnare Comunicazione giornalistica: questo è il motivo per il quale il Paese arretra e i giovani vanno all’estero... »
Questa lettera ha irritato due società scientifiche private di Storia dell’Arte, che hanno scritto una dura e canzonatoria replica a Panza, canzonatoria al punto che l’editore ne ha chiesto una revisione prima di pubblicarla. Gli estensori sono Fulvio Cervini (presidente della Consulta per la Storia dell’Arte) e Massimiliano Rossi (presidente della Società italiana di Storia della critica d’arte).
E fin qui saremmo nel campo dell’articolo 21 della Costituzione. Se nonché, dopo la fatwa lanciata da queste due società private che radunano molti docenti del settore, i cinque commissari dell’abilitazione (proff. Marco Tanzi, Giovan Battista Fidanza, Cecilia De Carli, Silvia Maddalo, Rosanna Cioffi, della stessa università del ministro e già consigliere Regionale poi rientrato in università), con i quali non intercorre alcuna relazione o conflitto con il candidato Panza, hanno presentato al Ministero in data 12-13 agosto la richiesta di dimissioni “per il solo candidato Pierluigi Panza”.
Reo, evidentemente, di aver svolto in qualità di giornalista la mansione affidata e di aver raccolto ed espresso valutazioni su argomento di cui ha una trentennale conoscenza diretta.
Il Ministero, anziché respingerle, ha accettato le dimissioni contra-personam (con danno erariale poiché ne consegue nomina di altra commissione per un solo candidato). Ma dimissioni determinate da libera espressione (art.21 della Costituzione) non appaiono comprese nella legge.
L’Art 6 Comma 12 del Decreto del Presidente della Repubblica 4 Aprile 2016, n. 95 che norma l’argomento dice che le “dimissioni da componente della commissione per sopravvenuti impedimenti devono essere adeguatamente motivate”: per parentela, ad esempio; invece, quando commissario e candidato si conoscono, per esempio, nessuno si dimette mai. Anzi! Il caso fatwa contra-personam è stato sottoposto all’attenzione della Presidenza della Repubblica.
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La razza bianca
No, non voglio entrare nel merito della discussione politica sul caso Fontana. Ma vorrei prendere spunto da quello che e’ successo per parlare di una questione a cui e’ legata. Avrete sicuramente notato che negli ultimi anni ogni volta che si parla di razze umane dopo le giuste reazioni di sdegno arrivano poi gli articoli pseudoscientifici che ci rassicurano che le razze la scienza ha negato che…
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coachlapink-blog · 5 years
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La cosiddetta cellulite (chiamata anche “lipodistrofia ginoide”, ” pannicolopatia edemato fibrosa” , “adiposis edematosa”, “pannicolopatia edemato-fibro-sclerotica”, “dermopanniculosis deformans”, “status protrusus cutis”, “liposclerosi”, ” pelle a buccia d'arancia”, ” pelle a trapunta”) è una manifestazione topografica della pelle associata a depressioni o introflessioni, frequenti nella zona pelvica e addominale, nei fianchi, sui glutei e nelle cosce. Può manifestarsi anche associata a noduli nel tessuto adiposo sottocutaneo e in casi più rari ad un sospetto stato infiammatorio. La grande confusione sul nome da dare alla cellulite riflette la difficoltà di comprendere correttamente la natura del fenomeno. "Nonostante il grande interesse nel trattamento di questa condizione e l'enorme mercato per trattamenti topici volti a migliorare il suo aspetto, la cellulite è ancora una condizione enigmatica e un non-argomento di importanza minore, ammesso che ne abbia qualcuna, per i ricercatori medici”. “La grande quantità di nonsensi pseudoscientifici che circolano in relazione alla cellulite rendono il soggetto poco attraente per ogni serio gruppo di studio”. Una revisione delle ricerche scientifiche pubblicate nel periodo dal 1978 ad aprile 2011 conclude che si tratta di un “fenomeno fisiologico o con basi fisiologiche, caratteristico della donna, di origine multicausale che molti fattori possono scatenare, perpetuare o peggiorare”.L'opinione medica prevalente, specie nel mondo anglosassone, è che nel complesso si tratti di una “condizione normale di molte donne”. #cellulite #coachlapink (presso Libreria DELLO SPORT Palermo) https://www.instagram.com/p/Beoh11LDIud/?utm_source=ig_tumblr_share&igshid=xajqgwehelhj
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INDIGO & THE SIRENS
Presenta
"Ghost in the sheets"
featuring Aradia Morrigan
 primo VIDEO
tratto dall'Ep THE CULT OF YOUTH
 GUARDA IL VIDEO
https://www.youtube.com/watch?v=jTPHDMuD1lo&feature=youtu.be
 INTRODUZIONE AL BRANO
Ghost In The Sheets è un singolo dell'artista indipendente italiano Indigo & the Sirens, il primo estratto dal suo EP di debutto The Cult Of Youth. Scritto e prodotto dallo stesso Indigo in collaborazione col produttore Robin Marchetti, il brano unisce l'elettronica alla musica sperimentale creando un'ambientazione sonora claustrofobica e onirica all'interno della quale l'artista narra un'insolita storia di amore platonico che si trasforma in un incubo ad occhi aperti durante la notte. Ad aprire la traccia troviamo la cantautrice Aradia Morrigan che interpreta lo spettro che infesta i sogni del protagonista. Nel giugno del 2017 un video contenente un pezzo della canzone diventa virale su Facebook superando il mezzo milione di visualizzazioni in pochi mesi. Ghost In The Sheets contiene un'estratto de ''Il Cuore Rivelatore'' di Edgar Allan Poe e un sample della canzone ''My Baby Left Me'' di Arthur Crudup.
 BIOGRAFIA DELL'ARTISTA
Unendo influenze come la dark wave, il dream pop, l'elettronica e molto altro, Indigo & the Sirens è il progetto indipendente del cantautore italiano Mario Ferrara. Originario della provincia di Salerno, prende in prestito il suo nome d'arte da concetti pseudoscientifici e dalla mitologia greca, un mix che descrive perfettamente il sound di questa nuova promessa della scena alternativa. Nato a Nocera Inferiore il 9 maggio del 1996, si affaccia al cantautorato all'eta di 16 anni trovando rapidamente la formula perfetta per portare in vita storie e personaggi insoliti in ambientazioni sonore ricercate. Il suo ambizioso progetto inizia con il concept EP The Cult Of Youth, un lavoro barocco di elettronica dark e sperimentale dove vocals androgini incontrano il suo range gutturale più scuro narrando storie di giovinezza, innocenza, morte, amore platonico e peccati. Nel giugno del 2017 un video contenente un pezzo di Ghost In The Sheets, traccia contenuta nell'EP di debutto, diventa virale su Facebook dando vita a un modesto fanbase in continua crescita. Se Lana Del Rey e Dave Gahan avessero avuto un figlio probabilmente sarebbe stato Indigo & the Sirens.
  Directed by Indigo & the Sirens Cinematography: Nicolò Plebani
Camera Operator: Joseph Henry Corvino
Video Editor and Colourist: Nicolò Plebani
Costume Designer: Marianna Spinelli Choreographed and performed by Giulio Dilemmi
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wildbunch-ita · 7 years
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INDIGO & THE SIRENS
Presenta
"Ghost in the sheets"
featuring Aradia Morrigan
 primo VIDEO
tratto dall'Ep THE CULT OF YOUTH
 GUARDA IL VIDEO
https://www.youtube.com/watch?v=jTPHDMuD1lo&feature=youtu.be
 INTRODUZIONE AL BRANO
Ghost In The Sheets è un singolo dell'artista indipendente italiano Indigo & the Sirens, il primo estratto dal suo EP di debutto The Cult Of Youth. Scritto e prodotto dallo stesso Indigo in collaborazione col produttore Robin Marchetti, il brano unisce l'elettronica alla musica sperimentale creando un'ambientazione sonora claustrofobica e onirica all'interno della quale l'artista narra un'insolita storia di amore platonico che si trasforma in un incubo ad occhi aperti durante la notte. Ad aprire la traccia troviamo la cantautrice Aradia Morrigan che interpreta lo spettro che infesta i sogni del protagonista. Nel giugno del 2017 un video contenente un pezzo della canzone diventa virale su Facebook superando il mezzo milione di visualizzazioni in pochi mesi. Ghost In The Sheets contiene un'estratto de ''Il Cuore Rivelatore'' di Edgar Allan Poe e un sample della canzone ''My Baby Left Me'' di Arthur Crudup.
 BIOGRAFIA DELL'ARTISTA
Unendo influenze come la dark wave, il dream pop, l'elettronica e molto altro, Indigo & the Sirens è il progetto indipendente del cantautore italiano Mario Ferrara. Originario della provincia di Salerno, prende in prestito il suo nome d'arte da concetti pseudoscientifici e dalla mitologia greca, un mix che descrive perfettamente il sound di questa nuova promessa della scena alternativa. Nato a Nocera Inferiore il 9 maggio del 1996, si affaccia al cantautorato all'eta di 16 anni trovando rapidamente la formula perfetta per portare in vita storie e personaggi insoliti in ambientazioni sonore ricercate. Il suo ambizioso progetto inizia con il concept EP The Cult Of Youth, un lavoro barocco di elettronica dark e sperimentale dove vocals androgini incontrano il suo range gutturale più scuro narrando storie di giovinezza, innocenza, morte, amore platonico e peccati. Nel giugno del 2017 un video contenente un pezzo di Ghost In The Sheets, traccia contenuta nell'EP di debutto, diventa virale su Facebook dando vita a un modesto fanbase in continua crescita. Se Lana Del Rey e Dave Gahan avessero avuto un figlio probabilmente sarebbe stato Indigo & the Sirens.
  Directed by Indigo & the Sirens Cinematography: Nicolò Plebani
Camera Operator: Joseph Henry Corvino
Video Editor and Colourist: Nicolò Plebani
Costume Designer: Marianna Spinelli Choreographed and performed by Giulio Dilemmi
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giuliocavalli · 7 years
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Forse sarebbe il caso che la Lorenzin si occupasse dell’aria, più che della Raggi
Non sono un accanito sostenitore della politica di Virginia Raggi nella gestione della città di Roma ma forse sarebbe il caso che qualcuno sottoponga con una certa urgenza alla ministra Beatrice Lorenzin (quella che sventola banali concetti spesso pseudoscientifici come fossero clave contro l’avversario politico di turno) le osservazioni del rapporto “La sfida della qualità dell’aria nelle città…
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