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#psicologo italiano a londra
edoardozolloitalian · 3 months
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Italian Psychologists in London: Bridging Cultures through Counseling
In the cosmopolitan city of London, where diversity thrives and communities intersect, accessing counselling and healthcare services that cater to individual needs and cultural backgrounds is essential for promoting mental and physical well-being.
For more details visit here: https://ed-counselling.co.uk/
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edcounsellinguk · 10 months
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edcounsellingonline · 2 years
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gcorvetti · 1 year
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Il senso della vita.
Qualche anno fa in un bar nel momento di alcolismo alto un pò per tutti un tizio iniziò a chiedere a tutti uno alla volta quale fosse il senso della vita, solo perché era ubriaco, qualcuno rispondeva "non lo so" bypassando di fatto la domanda, qualcuno diceva la sua. Arrivato a me gli dissi :"Ognuno di noi ha il suo senso della vita, non ne esiste uno generico", al che il tipo rimase un pò a pensare (lo immaginavo come Homer Simpson con la scimmietta che batte i piatti) e rispose :"Non male, ma cerco una risposta precisa", allora rinforzai con :"La risposta è dentro di te ed è unica come ognuno di noi", risposta :"Belle parole, ma inutili". Questo solo perché come ho sempre detto le persone qua hanno un modus sociale stupido, cioè quello di parlare solo dopo qualche bicchiere in più, perché se socializzi e parli con gli altri solo quando sei ubriaco e la mattina dopo o quando ci si rivede non saluti e ti volti dall'altra parte sei asociale comunque. Lo psicologo della ditta per cui lavoravo un giorno ci raccontò che ai tempi dei tempi, diciamo più o meno 500 anni fa, quando una famiglia voleva costruire una casa, qua in Estonia, sceglieva il posto, se a vista c'era il fumo di un camino, che può essere anche a 5km, dicevano che erano troppo vicini, allontaniamoci. Questo la dice lunga sull'interazione di un popolo chiuso nel loro piccolo mondo, di merda aggiungo io.
Ma tralasciando questo aspetto, che ha comunque il suo peso, torno alla domanda del tipo :"Qual'é il senso della vita?" In molti nei secoli si sono fatti questa domanda ma pochi hanno trovato la risposta, stando però fermo alla mia prima affermazione di quella sera aggiungo anche 'che dipende dal periodo che stai vivendo', il mio SDV (lo abbrevio così che mi rompe a scriverlo :D) a 16 anni era uno, quello di suonare, diventare famoso e girare il mondo; a 20, pochi anni dopo, era cambiato, non mi interessava diventare famoso, solo suonare; a 25 non era cambiato molto ma non vedevo prospettive di futuro a Catania, infatti a 26 sono partito. Tu dirai ma suonare non è un SDV, ma una cosa che vuoi fare, beh, per me suonare ha un senso diverso da quello che gli danno gli altri ed è la cosa che da un senso alla mia vita. Negli anni poi ho dovuto fare fronte a svariati problemi quali il lavoro, l'affitto, le bollette, tutte cose della vita comune di tutti, ma questo mi portò lontano dalla musica, ero triste, stressato e non stavo bene. Quando mi sono trasferito a Londra
solo per togliermi lo sfizio di suonare in quella che per me è stata sempre la mecca della musica e ci sono riuscito, ho iniziato a vedere le cose in maniera diversa. Per prima cosa la musica stessa scoprendo tutto un sottobosco che è fuori dal mainstream, ma non perché chi suona ha un'attitudine indipendente (non indie come lo intendono in Italia), era un pò come a cavallo tra gli 80 e i 90 a CT, dove ci si conosceva più o meno tutti e ci si scambiavano opinioni e spesso il palco, certo Londra è decisamente più grande di Catania, ma diciamo che nella nicchia che frequentavo era così. Quindi una visione diversa del solito tram tram che "fare i brani in modo che poi magari troviamo un produttore e chissà...", come spesso mi è capitato di dover affrontare musicisti che pensano al prodotto e non a suonare. In tutto questo e per tutta la mia vita ho sempre avuto ragazze, donne, che mi hanno allietato l'esistenza, alcune più altre meno, più che normale come cosa, ma ho sempre visto la situazione della complicità come un vero e proprio momento di libertà e spensieratezza, come dovrebbe essere, senza dare troppo peso agl'estetismi o a cercare a tutti i costi la gran scopata, la figa è libertà.
Adesso vivo un periodo dove nulla ha più senso, la ricerca del lavoro, la musica (aimè), la mia vita sessuale e affettiva; che senso ha cercare un lavoro dove non ti rispondono neanche, cuoco italiano con esperienza, si lo so sono un musicista ma ho lavorato molto nella ristorazione; suonare e cercare come sempre di essere unico sia nella scrittura che nel proporre qualcosa di nuovo per il luogo dove mi trovo; vivere con la propria compagna da 24 anni e non poter avere un minimo di piacere perché lei è impegnata a fare altro e non ha tempo per me. Che senso ha vivere così? Ogni volta che mi parte questa domanda mi ritorna in mente sempre la storiella della bottiglietta d'acqua, ma sempre più penso che non è solo il luogo dove mi trovo ma il tipo di società in cui vivo, una società asociale, culturalmente retrograde, con forti pregiudizi verso chi non è del posto, ecc ecc. Perché non vado via? C'ho pensato tanto e spesso mi viene l'impeto di prendere tutto e partire, ma per andare dove? Mi sono accollato di comprare la casa malgrado penso che le banche siano degli strozzini autorizzati e che stiamo ancora pagando, levando dalla visuale lei, ci sono i ragazzi, i nostri figli, e si sa che i figli so pezz e cor, più per mio figlio che ha il suo bel problemino, anche se Spock mi ha detto che quando suo padre, come il mio, andò via di casa lui si sentì più libero anche nella preoccupazione di essere l'unico uomo di casa, quindi acquisendo più consapevolezza di se stesso e poi mi disse che il rapporto con suo padre migliorò tanto, infatti mi ricordo che ci venne a trovare a Venezia ed erano pappa e ciccia, a differenza del mio che scomparì e ci tagliò fuori come se non fossimo mai esistiti.
Dulcis in fundo posso dire che il mio senso della vita in questo periodo è...nullo, almeno per ora.
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awarenesshealing · 3 years
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callumashton-blog · 5 years
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psicologo Italiano a Londra
I nostri psicologo Italiano a Londra sono specializzati in counselling e psicoterapia a breve, medio e lungo termine, per risolvere una vasta gamma di problemi, dalle preoccupazioni quotidiane che tutti noi sperimentiamo di volta in volta a condizioni di salute mentale gravi e complesse. Le nostre sedi a Londra si trovano a Kensington W8, Marylebone NW1, Oxford Circus W1, Shoreditch E1, Islington N1 e London Bridge SE1.
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Tim Roth al Museo Nazionale al Cinema
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Già protagonista al Festival di Cannes - che lo ha visto al fianco di Vicky Krieps in Bergman Island di Mia Hansen-Løve - e in concorso alla 78ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia con Sundown di Michel Franco, il candidato all’Oscar Tim Roth sarà ospite del Museo Nazionale del Cinema di Torino, dove il 30 agosto alle ore 18:30 incontrerà il pubblico in occasione di una Masterclass nell’Aula del Tempio della Mole Antonelliana. Nato a Londra nel 1961, Tim Roth nella sua carriera si è diviso tra cinema e serie tv, interpretando personaggi molto diversi tra loro, fortemente caratterizzati. Attore feticcio di Quentin Tarantino - magistrali le sue interpretazioni in Le iene e Pulp Fiction -, Roth nel corso della sua carriera ha lavorato con registi di fama mondiale quali Francis Ford Coppola, Michael Leigh, Tim Burton, Giuseppe Tornatore, Peter Greenaway, Woody Allen, Stephen Frears, e Robert Altman, giusto per citarne alcuni. La consacrazione con il grande pubblico televisivo arriva nel 2009 con la serie tv Lie to me, dove interpreta uno non convenzionale psicologo di comunicazione non verbale, esperto in microespressioni, prossemica, linguaggio del corpo, mimica facciale e reazioni involontarie. Debutta alla regia - alla quale, per sua stessa ammissione, vorrebbe dedicare più tempo - nel 1999 con il super acclamato The War Zone, presentato con grande successo di critica al Sundance Film Festival. Nel corso della masterclass Tim Roth sarà accompagnato da Domenico De Gaetano, direttore del Museo Nazionale del Cinema, e da Grazia Paganelli. Durante il suo soggiorno torinese, Tim Roth visiterà il Museo Nazionale del Cinema alla Mole Antonelliana e Photocall. Attrici e attori del cinema italiano, la mostra fotografica a cura di Domenico De Gaetano e Giulia Carluccio, che ripercorre oltre un secolo di cinema italiano attraverso i corpi e i volti delle attrici e degli attori che lo hanno reso famoso in tutto il mondo. Read the full article
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axorgath · 4 years
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🥁CHAD🥁
✨Nome: Michael Truman
✨Alias: Chad Keeble,Chaddin,Mike
(Pronuncia "Ciad Kibol")
✨Data di nascita: 20/03/1995
✨Luogo di nascita: Londra
✨Età: 24
✨Occupazioni: Batterista
✨Genere: Maschio
✨Specie: ibrido volpe artica e volpe rossa
✨Orientamento sessuale: eterosessuale
✨Religione: agnostico
✨Origini: norvegesi e italiane
✨Colore degli occhi: grigi
✨Colore dei capelli: biondi (tinti) rossicci (naturali)
✨Colore pelliccia: banco con delle macchie rossicce
✨Altezza: 1.65m
✨Peso: 59 kg
✨Gruppo sanguigno: A
🥁Carattere🥁
Chad ha un carattere molto particolare.Non si vergogna di dire in giro che ama i soldi e la fama,e che farebbe di tutto per un po' di notorietà.
Allo stesso tempo non vuole essere ricordato come un personaggio negativo,anche perché non lo è, quindi cerca di essere famoso ma in positivo.
Ama fare divertire chi gli sta intorno e gli piace sentire le risate dei suoi amici.
Il suo difetto principale è che non riesce a prendere seriamente le cose,e anche lui non riesce ad essere serio neanche un attimo, infatti durante i discorsi seri si allontana.
Ha anche una passione morbosa per il cibo che spesso sfocia in dipendenza, infatti,se non mangia qualcosa per un ora inizia ad avere le allucinazioni.
Ama la musica, infatti camera sua è cosparsa di CD divisi per categorie.
Chad soffre di alcuni difetti a livello labiale come la balbuzie e la dislessia,anche se nel primo caso in qualche modo riesce a controllarlo.
🥁Storia🥁
Chad nasce a Londra il 20/03.
Figlio di una madre norvegese e un padre italiano, Chad verrà abbandonato alla nascita di fronte ad un orfanotrofio Cristiano in un piccolo paesino dove passerà il resto della sua vita fino ai 18 anni.
La vita nell'orfanotrofio è davvero difficile per lui.
Fin da piccolo è sempre stato un ragazzo iperattivo e "disturbatore" e questo non giocava a suo favore,per via delle rigide regole dettate dalle suore.
Spesso e volentieri veniva rinchiuso in uno sgabuzzino tutta la giornata a riflettere o pregare senza aver mangiato ,e questo darà problemi alla sua crescita.
Non avrà una vera e propria infanzia perché nell'orfanotrofio non era permesso giocare o uscire se non per andare a scuola, e fu per questo motivo che sviluppò la passione nel fare divertire le persone,alimentato anche dalla sua iperattività.
Nel primo anno di asilo in mensa incontrò la sua prima amica,Choi (Pine),una timida bambina solitaria con cui trascorrerà tutta la vita.
Alle elementari sarà molto popolare sia tra i bambini che tra gli insegnanti e non avrà problemi a farsi degli amici, anche se rimarrà  sempre fedele a Pine, nonostante non siano nella stessa classe.
Nel corso delle elementari avrà dei problemi perché le diverse famiglie intenzionate ad adottarlo su ricrederanno appena vedranno il suo modo di fare, quindi passerà altri cinque anni della sua vita in orfanotrofio.
Alle medie rimarrà con il suo gruppo di amici e svilupperà il suo rapporto con Pine non stando sempre nella stessa classe, diventando inseparabili.
Ma le complicazioni arriveranno a livello di salute.
Infatti, nonostante i suoi 13 anni era ancora alto 1.30 e pesava 25,5 kg, ovvero l'altezza e il peso medio di un bambino di 8 anni.
Inizialmente nessuno ci fece caso,fino a che non iniziò ad avere mancamenti e diversi problemi di stanchezza e mal di testa continui.
Arrivato il dottore disse che il tutto era causato dalla malnutrizione dell'orfanotrofio e che per guarire avrebbe dovuto ricominciare a mangiare tutti i giorni un po' per volta per poi ritornare a mangiare regolarmente.
Nonostante le avvertenze del dottore però,le suore ignorarono il tutto continuando a lasciarlo per giorni senza mangiare.
La svolta decisiva arriverà alle superiori.
Li comincerà a ribellarsi alle suore insieme agli altri ragazzi dell'orfanotrofio, mangiando senza permesso anche d'avanti a loro e minacciando di denunciarle se non glielo avessero fatto fare.
Alle superiori succederanno anche altre cose interessanti.
In primis imparerà a suonare la batteria e comincerà a sviluppare la sua passione per la fama.
Comincerà a diventare più estroverso e spigliato di quello che era e si farà un sacco di amici.
Il suo unico scopo ormai è diventare famoso e conosciuto, quindi farsi più amici possibili è la prima cosa da fare.
Grazie alla sua simpatia diventò in poco tempo molto popolare nel suo paese.
All'età di 17 anni,Pine se ne andrà a studiare in un altra nazione,ma prima di andarsene manderà una lettera anonima a Chad dandogli un indirizzo e dicendo che se voleva dare una svolta alla sua vita doveva andarci.
Andato all'indirizzo si trovò d'avanti un ragazzo e una ragazza,che cercavano un batterista per la loro band ancora senza nome.
L'arrivo di Chad nella band nel 2009 sarà la ciliegina sulla torta dato che sarà lui a dare il nome e il concept.
Così nacquero i "Saturn's Other Rings" (abbreviato in "Sol!") ,una band alternative indie-rock che si contraddistingue per i video musicali animati da Chad stesso,di cui Chad farà il batterista insieme ai suoi compagni,Momo come voce e chitarrista e Yong come voce e bassista.
Grazie all'avvento dei social i Sol! diventarono molto popolari.
Dopo il diploma Chad decide di inscriversi all'università per diventare psicologo.
Tre anni dopo la band avrà un boom per via dell'arrivo di Kira nella band,anche se inizialmente Yong e Momo non volevano,ma lui insistette.
Tre anni dopo tornerà Pine,e li scoprirà che in realtà è la sorella di Yong,ed era stata lei a mandagli la lettera sapendo che il fratello aveva bisogno di un batterista.
Nello stesso anno su fidanzerà con lei.
Negli anni seguenti, oltre a laurearsi, Chad verrà inviato insieme al resto della band a diversi podcast e interviste,che renderanno il personaggio di Chad più chiaro.
Chad infatti diventerà famoso per via del fatto che a ogni domanda lui racconterà degli aneddoti sulla sua vita insieme agli altri ridendo e scherzando insieme.
Nel 2020 finalmente ripreso dal suo blocco artistico, farà uscire con il resto della band l'album "Sentimental".
🥁Curiosità🥁
✨Il suo genere musicale preferito è l'Aliencore*,e inizialmente aveva proposto di diventare una band aliencore .
✨La bruciatura sul labbro inferiore se l'è procurata da piccolo cercò di cucinare e si schizzò l'olio. bollente in faccia, effettivamente dovrebbe avere bruciature su tutto il volto ma sono invisibili
✨Nonostante sia intonato e abbia una bella voce evita di cantare per via dei suoi problemi labiali
✨I suoi anelli hanno un significato.
Sono sulla mano sinistra, simbolo della creatività.
Uno sul pollice, simbolo della schiavitù
Uno sull'indice, simbolo del successo
Uno sull'anulare, simbolo del matrimonio
Vorrebbe star a significare che è innamorato dal successo,ma allo stesso tempo schiavo.
✨Non ha mai scritto un testo per la band, perché considerati troppo disgustosi (non brutti,ma rivoltanti).
*È un sottogenere del metal ispirato alla fantascienza
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edoardozolloitalian · 3 months
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Empowering Minds: Exploring Eating Disorder Counseling
Ed counselling provides vital support for individuals grappling with complex relationships with food and body image. Therapists offer personalized strategies to address underlying issues, promote self-awareness, and foster healthier coping mechanisms, guiding clients towards sustainable recovery.
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edcounsellinguk · 10 months
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edcounsellingonline · 2 years
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gcorvetti · 2 years
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Psicoanalisi?
Non avrei mai pensato di finire dallo strizza cervelli, ebbene si, è quello del lavoro e dopo una mezz’ora di discussione e un mio pianto mi ha dato appuntamento anche domani ma per un’ora, probabilmente perché da medico ha visto che c’è qualcosa che non va, gli ho detto che secondo me sto cadendo, sempre se non ci sto già dentro, in depressione, vorrei vedere chiunque al posto mio quanto avrebbe resistito in un paese ostile contro chi viene da fuori, ti cagano solo se gli servi a qualcosa, come per esempio ho notato oggi che sul messenger, che tengo nonostante ho chiuso FB, mi è arrivato un messaggio il 31 maggio di una che è amica di una manager bastarda con cui ho lavorato tempo fa e che vorrebbe per il suo italian style Bday qualcuno che canta in italiano, a cu spacchiu cia cunti? Io non faccio piano bar, risultato non ho risposto, occhio per occhio. Il fine settimana l’ho passato a non fare niente, ma non nel senso bel cazzeggio, ma che non avevo nessuna voglia di fare niente, apatia totale, non ho neanche giocato al pc che di solito è una cosa che mi diverte, niente, ma un allarme me l’ha dato il fatto che lei era andata per lavoro via per 4 giorni ma quando è tornata non mi andava neanche di guardarla, neanche del sesso, niente. Ho iniziato a pensare che c’è qualcosa che non va già da giovedì, venerdì che sono andato coi ragazzi forse ero un attimo contento, ma onestamente non ho fatto i salti di gioia. 
Non so se a questo punto è questa condizione di semireclusione, non sono obbligato a stare a casa ma neanche voglio uscire per andare dove?, non so neanche se è colpa della mia solita voglia di scappare, che giustamente lo strizzamenti mi ha detto che se vado via mi porto il bagaglio di paranoie con me, lo so, per questo ti ho contattato che dici :D alla fine lui è bravo e simpatico e ha capito, fortunatamente, che non sono stupido e non mi tratta come tale, questo è importantissimo ma non so se fa parte del suo lavoro non sono mai andato dallo strizzacervelli. Oggi ho letto una frase bellissima su Twitter : “Anche se ti adatti non è detto che è il posto giusto”, direi che calza a pennello oggi, ricordo ancora quel bivio a Londra da una parte la strada portava qua e dall’altra mi si apriva una prospettiva del tutto nuova e inaspettata, fare il senza tetto a Londra, non sono proprio il tipo che potrebbe vivere per strada e non lo farei per rispetto a mia madre che mi ha dato tanto e non le darei mai questo dispiacere, anche se vedo gli homeless liberi so che dietro c’è sempre una brutta storia e una mente rotta che difficilmente tornerà a sanarsi del tutto, quindi la scelta più ovvia fu venire qua, ad oggi dopo 12 anni non sono sicuro che fu la scelta giusta. 
Penso anche che la questione musicale sia una parte grossa di questo mio malessere, come ho detto al tipo io ho una visione circolare della musica lo chiamo il cerchio della creazione, che ha delle fasi semplici ma che basta levarne una che non ha più senso, le fasi sono creazione, che include poi scrittura e prova e aggiustamenti, registrazione che oramai non più ma includeva anche tutto il processo di mixaggio ecc ecc, e performance dal vivo per vedere se quello che si è creato è valido, siccome qua l’ultimo punto non è praticabile e il cerchio non si chiude. 
Oggi però ho trovato la forza di sedermi davanti il pc, adesso, dopo una giornata di lavoro al pc per scrivere questa cosa, può essere un passetto avanti? Chissà, magari chiedo allo psicologo domani, va bè ma avevo anche scritto sabato, già, confuso? No che dici? Io, in questo momento sto giocando a golf con una carota, una palla da basket e una buca piccola come un oliva, tutto regolare.
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fabriziomottironi · 5 years
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Il tradimento e il perdono sono il cuore dell’esistenza non mancata.
Nel 1964 lo psicologo e filosofo statunitense James Hillman intervenne presso la Guild of Pastoral Psychology di Londra con una conferenza dal titolo Betrayal (Tradimento).
Il testo di questa conferenza di Hillman è stato pubblicato dalla Adelphi di Milano nella prima parte dell’opera Puer Aeternus.
Il tema affrontato da Hillman è stato ripreso più volte, non in ultimo l’omelia del vescovo di Rieti Domenico Pompili in occasione della Pasqua dello scorso anno.
Questo tema è tanto scottante quanto profondo, di seguito viene riproposto per come è stato trattato dal filosofo e studioso delle religioni italiano Elémire Zolla nel suo Uscite dal mondo (1992, pubblicato dalla Adelphi), alle pp. 366 e sgg.
«Comincia da una storiellina: un padre ebreo allena il figliolino a saltare da una scala cogliendolo fra le braccia, finché all'improvviso si scosta, lasciandolo stramazzare e dicendo: «Così impari a non fidarti di un ebreo». Hillman informa: «La storia va molto al di là del suo apparente antisemitismo, tanto più che con molta probabilità è una storia ebrea ». Anzitutto il repellente tradimento paterno ha una remota premessa, senza la quale non esisterebbe: lo stato edenico primordiale, la fusione dell'infante con la madre, in cui non era immaginabile un venir meno della fiducia.
Adamo passeggiava con Dio prima della caduta in una realtà pervasa di fede: Dio aveva creato il mondo per l'uomo, il suolo non poteva sottrarsi al piede che lo calcava, il sole non poteva mancare di rispuntare all'aurora. Ma in questo paradiso entrò Eva cioè l'anima e l'anima è ambigua, tradisce. Dopo il tradimento di Eva, tutta la storia è una successione di slealtà e di perfidie, Caino assale Abele, Giacobbe inganna Esaù, i fratelli vendono Giuseppe e infine Dio tradisce Gesù. L'uomo è sottratto alla pace che gli largivano la pelle tiepida, le soffici mammelle colme di latte, si aggrappa oramai a una parola virile che promette e garantisce amore, tutela, lealtà, sicurezza, parola di padre o di amico. Questa parola d'impegno consente di continuare a essere fanciulli, di non dover affrontare l'anima, l'ombra di Eva. Ma una parola non può essere mantenuta, è un fiato di voce ed Eva in noi dev'essere accettata. Perciò il tradimento è fatale, provvidenziale, salutare, occorre che il padre inganni.
La storiellina sgradevole comincia a prendere una luce inattesa, assume il profilo di un'iniziazione. Hillman insiste: il tradimento è necessario per passare dall'Eden al mondo della coscienza desta e della responsabilità avvisata. La vita deve spezzare la struttura di garanzie verbali, il ragazzo dev'essere tradito per poter toccare il cuore dell'esistenza e perciò Dio-padre è infido, appunto: traditore. La storia di Gesù esercita un fascino così costante perché manifesta l'archetipo del tradimento. Giuda inganna, i discepoli dormiranno durante la notte di strazi e invocazioni, Pietro rinnegherà tre volte. Via via il tradimento si moltiplica, dalla tristezza dell'ultima cena al patimento della notte nell'orto fino all'urlo sulla croce. Giuda, i discepoli, Pietro commettono tuttavia infedeltà accettabili, Gesù li può perdonare e può chiedere il perdono anche per i suoi carnefici, essendo una cosa sola con suo padre, ma giunge infine il tradimento insostenibile, dilaniante, di Dio. E Gesù urla il Salmo 22. Ceronetti traduce:
 Dio mio Dio mio perché mi lasci solo?
Mia Salvezza perché sei lontano?
Non parlo più muggisco
Era salvarsi invocarti
Mai essere delusi fidare in te
Eppure dal ventre mi hai cavato tu
Tu ai capezzoli di mia madre mi quietavi.
 Al culmine del disperato orrore il Salmo inverte tutto e grida:
 Tu mi hai risposto.
Gesù muore prima di avere questa risposta. Nel crescere progressivo di infamie c'è stato un risalire sempre più intenso dell'anima femminile, a principiare dal lavacro dei piedi fino alla conclusione trionfale: «alla ferita nel fianco nell'estremo momento della morte, come quando Eva fu strap pata dal fianco di Adamo» sgorga il sangue, il fanciullo divino muore, s'intravede l'uomo che gli succede.
S'intravede, ma nelle nostre vicende comuni può non emergere. Può invece insinuarsi nell'uomo tradito una stizzosa reazione: l'amore, egli dirà, è un inganno, la convinzione una trappola, e così evita di accettare il valore del tradimento. Le perle che profondeva al tempo della fiducia (le confessioni intime, le lettere d'amore, le rivelazioni sulla propria infanzia) ora gli appaiono sabbia, polvere, immondizia. Nega tutto, soffre, diceva Jung, senza autenticità.
 Oppure il tradito diventa un demente, si sforza di rimediare alla labilità delle parole con altre parole, esige d'ora in poi giuramenti disperati, professioni di fedeltà eterna. Sorge una domanda ardua: che cosa è stato il tradimento per il padre? Qualcosa di molto affine alla sua qualità paterna. Egli ha un lato puramente brutale e lo dimostra. Opera, nel dimostrarlo, con il lato sinistro della sua persona, inconsciamente. Non si spiega. Anche il maestro, nel senso tradizionale del termine, autorità assoluta e inspiegabile, ha una freddezza che sola può davvero iniziare il suo alunno. Penso all'allenamento inflitto a Milarepa. La capacità di tradire è affine a quella di guidare, lascia solo il guidato, quando occorra. E solo dev'essere, per sentire ciò che lo sorregge quando non sia più in grado di reggersi. In breve, il padre traditore si trova in un destino tragico, inspiegabile con la psicologia.
 Così il grande maestro iniziatico. Così anche il figlio o l'alunno che riescano a perdonare, operazione terribilmente difficile perché si è animati dall'amor proprio che è stato schiantato, dall'orgoglio che è stato irriso, dall'onore che è stato calpestato e l'offesa si ricorda, provvedono i sogni se nella veglia si riesce a reprimerla. Per perdonare, bisogna trasformare la propria amarezza mercé la Sapienza.
È la creatura che parla nel libro dei Proverbi (8, 22-25) e di sé dice:
L'Eterno mi ebbe all'inizio dei suoi atti
prima di fare le sue opere, in antico.
Fui stabilita in eterno
dal principio, prima che la terra fosse,
fui generata che ancora non c'erano gli abissi,
quando non c'erano ancora le acque sorgive
fui generata prima che i monti fossero fondati.
E entrata o rientrata nel nostro mondo concettuale abbastanza di recente, per opera di Russi. Incominciò Solov'èv a sentire accanto a sé la Sapienza a principiare da quando, all'età di nove anni, se la vide comparire dinanzi in un abbaglio e gli penetrò in cuore un'estasi piena di conoscenza. Per tutta la vita approfondì quella visione, contrappose quella femminilità intellettuale all'Umanità dei positivisti. Dopo di lui Florenskij riprese il tema e formulò la definizione: la Sapienza è la quarta ipostasi di Dio.
Grazie alla Sapienza si scopre che come la fiducia contiene il tradimento, così il tradimento contiene il perdono. La fiducia era inconscia e senz'anima, col tradimento la vita spezzò quell'incanto meramente verbale e il fanciullo si estinse attraverso la rivelazione dell'anima femminile e in virtù del dolore. Il perdono del tradito e l'espiazione del traditore sono la coppia redentrice finale. Credo che soltanto Dostoevskij ne seppe parlare, nell'Idiota.
Da questo punto in poi l'anima si potrà estendere e sviluppare in tutta la sua ricchezza.»
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dancegeneration · 7 years
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04.02.2017 LAMPARA - TRANI  Michel Cleis  Michel Cleis è passato dall'essere un producer sconosciuto con qualche vinile all'attivo, a diventare l'artista più caldo del momento grazie alla traccia intitolata ‘La Mezcla’. Nello spazio di due anni, Michel Cleis è passato dall'essere un producer sconosciuto con qualche vinile all'attivo, a diventare l'artista più caldo del momento grazie alla traccia intitolata ‘La Mezcla’. Nel 2008 Luciano ascolta un disco che sfugge alle classificazioni; una miscela sinuosa di battiti latini, ritmica tribale ed un'indimenticabile cantato spagnolo. Questo disco non si incastrava con nessuno, tranne che con la Cadenza. Così Luciano ha scelto ‘La Mezcla’ ed il nome Michel Cleis risuona nelle orechhie degli intenditori in tutti i club europei, per il suo genio inaspettato. Conoscere Michel significa capire che solo lui può aver prodotto una traccia come 'La Mezcla', perché rappresenta la ricchezza e la varietà della sua vita e musica. Nato e cresciuto nella Svizzera italiana, Michel Cleis parla 5 lingue e si è formato musicalmente ascoltando tutto: da Miles Davis e John Coltrane ai Beatles o al cantautore italiano Lucio Battisti. Mentre studia a Losanna, è testimone dello sbocciare dell'House music con artisti come Adamski, Robert Owens e Kid Bachelor. Non si immagina minimamente una carriera nell'ambito musicale. "Non sapevo cosa volessi fare", scherza Michel, "ma non volevo un lavoro normale". A dispetto di un'infanzia che lo avrebbe visto diventare panettiere, Michel diventò un praticante psicologo. Il suo amore per la musica però, rimaneva vivo e così si esibiva come DJ nel tempo libero. Galeotto fu un incidente, avuto mentre giocava a basket e che lo costrinse a letto per 3 mesi. "Avevo paura di impazzire", ricorda, "Così ho comprato un campionatore e ho iniziato a giocare coi miei dischi". La passione e la conoscenza musicale di Michel è cresciuta in anni passati ad ascoltare e fare djing, e si è concretizzata, con rapido successo, grazie a release su label come la Rekids, Supplement Facts, Buzzin’ Fly, Aus, Strictly Rhythm e ovviamente per la Cadenza. Michel si conquista la stima di Luciano campionando 'La Mezcla' e trasformando questo suo classico in una hit mondiale. "Non me l'aspettavo", dice umilmente. Sempre teso in avanti, Michel sta attualmente lavorando al suo album di debutto, col quale ambisce ad andare oltre i confini del dancefloor. "Non voglio essere solo da club", afferma. Nel frattempo è in tour e si unisce alla notte firmata Cadenza, 'Vagabundos', dall'Hushuaia al Pacha, nell'estate 2010. OKAIN (Quartz / Bpitch Control / Tsuba - Parigi) www.myspace.com/okainspace La storia d'amore tra Samuel (al secolo, Thalmann) e la musica elettronica comincia in giovane età quando, a 15 anni, scopre la sua più grande passione dietro i piatti. Le sue radici musicali vengono dal panorama black, dalla sua devozione per il soul, il jazz e l'hip-hop. I generi che l'hanno formato, sia come dj sia come producer, connotano un groove squisito. I set di Samuel, dai suoni sensuali, guidano il pubblico in un viaggio emozionante. Come producer, la carriera di Samuel è in continua crescita, sia da solista sia con il progetto Handycraft al fianco di Paul Ritch. Producer di prima scelta per diverse label, ha contribuito a release per etichette del calibro di Tsuba, Quartz Rec, Bpitch Control e FourTwenty. La sua musica ha attraversato il mondo, dalla Spagna al Giappone e dal Perù al Canada, con le esibizioni di Okain nei più importanti party e club, come il Fabric di Londra, il Goa a Madrid, il Rex Club a Parigi, lo Space di Ibiza e il Cocoricò a Riciione, per citarne solo alcuni. Come parte della sua proiezione creativa, Okain possiede e guida anche una label che stampa solo in vinile, la Lezar. Questa label non cita mai la paternità delle tracce, il suo scopo è infatti creare una nicchia interamente dedicata allo sviluppo delle idee musicali. MARCELLO CAROZZI (Amnesia Milano res./Fohn/Suara - Milano) www.myspace.com/marcellocarozzi Anno 1984, prodotto a Milano. L'unica cosa che conta sempre, è la musica; più esattamente il mondo del DJing. A ritmo di determinazione, maneggia i primi dischi concentrandosi sugli aspetti che ritiene fondamentali alla sua formazione: cultura musicale e conoscenza tecnica. Così imbocca entrambi i sentieri e, mentre consuma dischi House da Lerry Levan a Frankie Knuckles, passando per Mood II Swing e Kenny Dope e i re della Techno Jeff Mills e Carl Cox, studia software quali Logic, Live e Traktor finché per lui non hanno più segreti. Dalla preparazione alle performance il passo è breve e comincia ad esibirsi nei grandi party dance milanesi: a soli 18 anni sale in consolle nel super club Punta dell'Est e non si fa scappare il fu Rolling Stone, De Sade, Cafè Solaire e Gasoline (ora Punto G).Attualmente Marcello è resident di Amnesia Milano, tempio meneghino dove ha diviso la consolle con Sven Väth, Locodice, Luciano,Lemos & Kreon, Ben Klock, Reboot, 2000 and One, per citarne solo alcuni. Fuoriporta, in Italia, ha scatenato i dancefloor di Titilla e della famosa piramide del Cocoricò di Riccione. Nell'era dei producer, Marcello non è da meno, nel 2009 vede la luce la sua prima release 'Marulato', uscita su Suara. Nell'estate di quello stesso anno, parte alla conquista dell'Europa, bazzica Ibiza e si esibisce in serate come il 'Face of Ibiza' al Privilege e nella Red Room dello Space per 'Carl Cox and friends', per poi spingersi sino al Raum Club di Barcellona. Nell'inverno 2010, Marcello percorre un terzo cammino, quello del promoter. Nasce così il progetto Fohn, in collaborazione con Thomas Gioia e Luca Nove, che realizza il concetto di festa itinerante in spazi post industriali, dai contenuti House e Techno underground, spinto da un vento caldo che è la materializzazione della sensibilità musicale di Marcello. D'estate il vento cambia e spira di nuovo verso Ibiza, guidando Marcello allo Space e Zoo Project. Il suo sound si nutre di House e Techno dalle sfumature decise, si concede volentieri alla Dub, ricerca il calore raffinato delle correnti che l'hanno influenzato e mantiene
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weirdesplinder · 4 years
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Libri con Jack lo squartatore
Finalmente la lista di libri con Jack lo squartatore che mi avevate richiesto è pronta. Ho cercato trame varie e assortite e molto alternative in cerca di piccoli gioiellini, non semplici resoconti o rivisitazioni degli omicidi.
Titoli in italiano:
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- Shades. Jack lo Squartatore è tornato, di Maureen Johnson, edito Mondadori   Quello in cui Rory Deveaux arriva a Londra dalla Louisiana è un giorno memorabile. Per Rory è l'inizio di una nuova vita in un collegio privato della capitale inglese. Ma molti se ne ricorderanno a causa di una serie di brutali omicidi avvenuti in tutta la città, assassinii raccapriccianti che riproducono gli efferati crìmini commessi da Jack lo Squartatore oltre un secolo prima, nell'autunno 1888. Basta poco perché la "Squartatore-mania" si diffonda, ma la polizia ha in mano solo pochi indizi e nessun testimone. Tranne uno. Rory ha intravisto sul luogo del delitto l'uomo che la polizia considera il principale sospettato. Ma è l'unica. Neppure la sua compagna di stanza, che era con lei in quel momento, ha notato l'uomo misterioso. Perché solo Rory può vederlo? E, questione assai più impellente, che cos'ha in mente di farle, costui?
Titoli in inglese: - Stalking Jack the Ripper di Kerri Maniscalco (questo è l’unico young adult che ho inserito in lista tutti gli altri titoli sono adult) La diciassettenne Audrey Rose Wadsworth è la figlia di un lord, con una vita di ricchezza e privilegi davanti a lei. Ma tra tè e balli, conduce una vita segreta. Contro i desideri di suo padre e le aspettative della società, Audrey spesso scivola nel laboratorio di suo zio per studiare la raccapricciante pratica della medicina legale. E quando il suo lavoro su una serie di cadaveri uccisi selvaggiamente trascina Audrey nelle indagini su un serial killer, la sua ricerca di risposte la metterà in grave pericolo.
- Personal Demon di Susan Sizemore, Urban fantasy Una dei cacciatori di vampiri di Chicago, Ivy Bailey è responsabile della sicurezza dei residenti umani della città, un lavoro che diventa infinitamente più difficile quando qualcuno inizia a commettere atti raccapriccianti omicidi magici. L'esecutore di vampiri Christopher Bell è a Chicago per indagare sulle voci di una rivoluzione, ma quando incontra Ivy che sta venendo braccata da qualcuno, quello che trova è un fantasma dal suo passato. Oltre un secolo fa, Christopher ha combattuto il malvagio serial killer londinese Jack lo Squartatore e ha vinto. Ma ora l'anima contaminata dello Squartatore è tornata, ed è ancora una volta a caccia.
- Time After Time by Karl Alexander Quando H.G. Wells mostra ai suoi amici la sua fantastica macchina del tempo, non sospetta che il suo amico Leslie John Stevenson sia in realtà il Jack lo Squartatore. Ma quando i detective di Scotland Yard si presentano a casa di Wells in cerca di Stevenson, questo ruba la macchina e fugge nel futuro: nella San Francisco del 1979. Sapendo di essere responsabile della famigerata fuga dell'assassino, Wells insegue lo Squartatore verso il futuro. Una volta a San Francisco, Wells si rende conto che ora deve salvare una città e una giovane donna particolarmente adorabile, da un nuovo regno di terrore per mano del temuto Terrore di Whitechapel.
- Jaclyn the Ripper di Karl Alexander In Time After Time, H.G. Wells ha usato la sua macchina del tempo per dare la caccia a Jack lo squartatore nel 1979 dove ha incontrato Amy Catherine Robbins, l’amore della sua vita. Poi H.G. e Amy sono tornati nel 1893 per iniziare una nuova vita, ma quando Amy cede alla tentazione di usare la macchina del marito per tornare nel futuro e rivelare ai suoi genitori che lei sta bene, accidentalmente libera Jack dalla dimensione in cui l’avevano intrappolato…
 - What Alice Knew di Paula Marantz Cohen Un’invalida per la maggior parte della sua vita, Alice James, sorella del famoso scrittore Henry James e di un altrettanto famoso psicologo, è abituata a venire ignorata o sottostimata. Ma quando la sua famiglia si ritrova coinvolta negli omicidi di Jack lo squartatore Alice è certa di due cose: i suoi fratelli sono le persone giuste per scovare indizi per scoprire l’identità dell’omicida e lei è l’unica che può esaminarli e utilizzarli per risolvere il caso e smascherarlo.
- Break the Night by Anne Stuart (romanzo contemporaneo) Mentre il cielo si tinge di rosso su Los Angeles, un emulo di Jack lo Squartatore inizia ad uccidere per le sue strade e l'artista Lizzie Stride è perseguitata dai sogni dei suoi crimini. E ancora più inquietante? Il suo nome è identico a una vittima del vero Jack del 1888. Anche J.R Damien, un giornalista, è perseguitato da sogni violenti e vividi con dettagli che solo il vero Squartatore poteva conoscere. Dettagli che in seguito si riveleranno veri e quando incontra Lizzie, sa qualcos'altro che solo l’assassino potrebbe sapere: lei è la prossima vittima.
- The Business of Blood di Kerrigan Byrne (romanzo storico con tinte rosa) Morire è l’unica cosa che la gente fa con regolarità e Fiona si guadagna da vivere ripulendo dopo che i corpi vengono portati via. La sua amica d’infanzia Mary è stata l’ultima vittima di Jack lo squartatore e sono passati due anni da quando Fiona dovette ripulire il suo sangue. Londra ha quasi dimenticato Jack, ma Fiona no. Continua a cercarlo in cerca di vendetta. E quando viene chiamata a pulire la scena di un crimine che ricorda molto i suoi è certa che sia ricomparso. Quando l’affascinante ispettore di polizia Grayson le ricorda che non è compito suo indagare e l’invita a stare alla larga dal caso lei decide di non ascoltare il suo consiglio perché nel sangue ha trovato un indizio che è convinta la condurrà finalmente a Jack.
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eventiincitta · 6 years
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Michel Cleis sabato 7 aprile torna alla Lampara di Trani.
Michel Cleis è passato dall'essere un producer sconosciuto con qualche vinile all'attivo, a diventare l'artista più caldo del momento grazie alla traccia intitolata ‘La Mezcla’.
info 348 9391301
Nello spazio di due anni, Michel Cleis è passato dall'essere un producer sconosciuto con qualche vinile all'attivo, a diventare l'artista più caldo del momento grazie alla traccia intitolata ‘La Mezcla’. Nel 2008 Luciano ascolta un disco che sfugge alle classificazioni; una miscela sinuosa di battiti latini, ritmica tribale ed un'indimenticabile cantato spagnolo. Questo disco non si incastrava con nessuno, tranne che con la Cadenza. Così Luciano ha scelto ‘La Mezcla’ ed il nome Michel Cleis risuona nelle orechhie degli intenditori in tutti i club europei, per il suo genio inaspettato. Conoscere Michel significa capire che solo lui può aver prodotto una traccia come 'La Mezcla', perché rappresenta la ricchezza e la varietà della sua vita e musica. Nato e cresciuto nella Svizzera italiana, Michel Cleis parla 5 lingue e si è formato musicalmente ascoltando tutto: da Miles Davis e John Coltrane ai Beatles o al cantautore italiano Lucio Battisti. Mentre studia a Losanna, è testimone dello sbocciare dell'House music con artisti come Adamski, Robert Owens e Kid Bachelor. Non si immagina minimamente una carriera nell'ambito musicale. "Non sapevo cosa volessi fare", scherza Michel, "ma non volevo un lavoro normale". A dispetto di un'infanzia che lo avrebbe visto diventare panettiere, Michel diventò un praticante psicologo. Il suo amore per la musica però, rimaneva vivo e così si esibiva come DJ nel tempo libero. Galeotto fu un incidente, avuto mentre giocava a basket e che lo costrinse a letto per 3 mesi. "Avevo paura di impazzire", ricorda, "Così ho comprato un campionatore e ho iniziato a giocare coi miei dischi". La passione e la conoscenza musicale di Michel è cresciuta in anni passati ad ascoltare e fare djing, e si è concretizzata, con rapido successo, grazie a release su label come la Rekids, Supplement Facts, Buzzin’ Fly, Aus, Strictly Rhythm e ovviamente per la Cadenza. Michel si conquista la stima di Luciano campionando 'La Mezcla' e trasformando questo suo classico in una hit mondiale. "Non me l'aspettavo", dice umilmente. Sempre teso in avanti, Michel sta attualmente lavorando al suo album di debutto, col quale ambisce ad andare oltre i confini del dancefloor. "Non voglio essere solo da club", afferma. Nel frattempo è in tour e si unisce alla notte firmata Cadenza, 'Vagabundos', dall'Hushuaia al Pacha, nell'estate 2010. OKAIN (Quartz / Bpitch Control / Tsuba - Parigi) www.myspace.com/okainspaceLa storia d'amore tra Samuel (al secolo, Thalmann) e la musica elettronica comincia in giovane età quando, a 15 anni, scopre la sua più grande passione dietro i piatti. Le sue radici musicali vengono dal panorama black, dalla sua devozione per il soul, il jazz e l'hip-hop. I generi che l'hanno formato, sia come dj sia come producer, connotano un groove squisito. I set di Samuel, dai suoni sensuali, guidano il pubblico in un viaggio emozionante. Come producer, la carriera di Samuel è in continua crescita, sia da solista sia con il progetto Handycraft al fianco di Paul Ritch. Producer di prima scelta per diverse label, ha contribuito a release per etichette del calibro di Tsuba, Quartz Rec, Bpitch Control e FourTwenty. La sua musica ha attraversato il mondo, dalla Spagna al Giappone e dal Perù al Canada, con le esibizioni di Okain nei più importanti party e club, come il Fabric di Londra, il Goa a Madrid, il Rex Club a Parigi, lo Space di Ibiza e il Cocoricò a Riciione, per citarne solo alcuni. Come parte della sua proiezione creativa, Okain possiede e guida anche una label che stampa solo in vinile, la Lezar. Questa label non cita mai la paternità delle tracce, il suo scopo è infatti creare una nicchia interamente dedicata allo sviluppo delle idee musicali. MARCELLO CAROZZI (Amnesia Milano res./Fohn/Suara - Milano) www.myspace.com/marcellocarozzi Anno 1984, prodotto a Milano. L'unica cosa che conta sempre, è la musica; più esattamente il mondo del DJing. A ritmo di determinazione, maneggia i primi dischi concentrandosi sugli aspetti che ritiene fondamentali alla sua formazione: cultura musicale e conoscenza tecnica. Così imbocca entrambi i sentieri e, mentre consuma dischi House da Lerry Levan a Frankie Knuckles, passando per Mood II Swing e Kenny Dope e i re della Techno Jeff Mills e Carl Cox, studia software quali Logic, Live e Traktor finché per lui non hanno più segreti. Dalla preparazione alle performance il passo è breve e comincia ad esibirsi nei grandi party dance milanesi: a soli 18 anni sale in consolle nel super club Punta dell'Est e non si fa scappare il fu Rolling Stone, De Sade, Cafè Solaire e Gasoline (ora Punto G).Attualmente Marcello è resident di Amnesia Milano, tempio meneghino dove ha diviso la consolle con Sven Väth, Locodice, Luciano,Lemos & Kreon, Ben Klock, Reboot, 2000 and One, per citarne solo alcuni. Fuoriporta, in Italia, ha scatenato i dancefloor di Titilla e della famosa piramide del Cocoricò di Riccione. Nell'era dei producer, Marcello non è da meno, nel 2009 vede la luce la sua prima release 'Marulato', uscita su Suara. Nell'estate di quello stesso anno, parte alla conquista dell'Europa, bazzica Ibiza e si esibisce in serate come il 'Face of Ibiza' al Privilege e nella Red Room dello Space per 'Carl Cox and friends', per poi spingersi sino al Raum Club di Barcellona. Nell'inverno 2010, Marcello percorre un terzo cammino, quello del promoter. Nasce così il progetto Fohn, in collaborazione con Thomas Gioia e Luca Nove, che realizza il concetto di festa itinerante in spazi post industriali, dai contenuti House e Techno underground, spinto da un vento caldo che è la materializzazione della sensibilità musicale di Marcello. D'estate il vento cambia e spira di nuovo verso Ibiza, guidando Marcello allo Space e Zoo Project. Il suo sound si nutre di House e Techno dalle sfumature decise, si concede volentieri alla Dub, ricerca il calore raffinato delle correnti che l'hanno influenzato e mantiene quello stesso spirito di una passione che cresce ad ogni beat.
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