Tumgik
#questa storia fa acqua da tutte le parti
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Dal libro dei perché
Perchè una cosa non vera si dice una "bugia"?
- La parola "bugia" viene da una parola straniera di tanti secoli fa, che voleva dire "cattiveria". Chi è bugiardo è cattivo proprio così. Ma questa domanda mi ha fatto venire in mente una strana storia che ho sentito narrare tanto tempo fa. Ve la voglio far conoscere, perchè è una storia che mi piace.
C'era una volta, là
dalle parti di Chissà,
il paese dei bugiardi.
In quel paese nessuno
diceva la verità,
non chiamavano col suo nome
nemmeno la cicoria:
la bugia era obbligatoria.
Quando spuntava il sole
c'era subito una pronto
a dire: "Che bel tramonto!"
Di sera, se la luna
faceva più chiaro
di un faro,
si lagnava la gente:
"Ohibò, che notte bruna,
non ci si vede niente".
Se ridevi ti compativano:
"Poveraccio, peccato,
che gli sarà mai capitato
di male?"
Se piangevi: "Che tipo originale,
sempre allegro, sempre in festa.
Deve avere i milioni nella testa".
Chiamavano acqua il vino,
seggiola il tavolino
e tutte le parole
le rovesciavano per benino.
Fare diverso non era permesso,
ma c'erano tanto abituati
che si capivano lo stesso.
Un giorno in quel paese
capitò un povero ometto
che il codice dei bugiardi
non l'aveva mai letto,
e senza tanti riguardi
se ne andava intorno
chiamando giorno il giorno
e pera la pera,
e non diceva una parola
che non fosse vera.
Dall'oggi al domani
lo fecero pigliare
dall'acchiappacani
e chiudere al manicomio.
"E' matto da legare:
dice sempre la verità".
"Ma no, ma via, ma và ..."
"Parola d'onore:
è un caso interessante,
verranno da distante
cinquecento e un professore
per studiargli il cervello ..."
La strana malattia
fu descritta in trentatre puntate
sulla "Gazzetta della bugia".
Infine per contentare
la curiosità
popolare
l'Uomo-che-diceva-la-verità
fu esposto a pagamento
nel "giardino zoo-illogico"
(anche quel nome avevano rovesciato ...)
in una gabbia di cemento armato.
Figurarsi la ressa.
Ma questo non interessa.
Cosa più sbalorditiva,
la malattia si rivelò infettiva,
e un po' alla volta in tutta la città
si diffuse il bacillo
della verità.
Dottori, poliziotti, autorità
tentarono il possibile
per frenare l'epidemia.
Macché, niente da fare.
Dal più vecchio al più piccolino
la gente ormai diceva
pane al pane, vino al vino,
bianco al bianco, nero al nero:
liberò il prigioniero,
lo elesse presidente,
e chi non mi crede
non ha capito niente.
La nonna legge Rodari
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BAGNINO AL LIDO AU PT 3
Olé
negli episodi precedenti e precelingua E FUTURAMA
Una cosa: ci sarà una parte quattro perché questi disgraziati mi fanno essere logorroica
Due cosa: sono onestamente shockata dal successo e da quanti di voi abbiano apprezzato una delle cose più a caso che ho scritto e onestamente dal profondo del mio kuore: GRZ
(spero solo di non deludervi)
Ermal aveva scoperto una cosa che odiava di più della sabbia
Ed era sentirsi un coglione perché credeva di piacere a qualcuno
Perché fin ora poteva accettare di venir rifiutato anche ogni santo giorno ma Fabrizio sembrava,,,,diverso???
"i ragazzi sono tutti uguali" sentenzia una voce alle sue spalle. Elisa, quella del bar, l'amica di Fabrizio.
Per quella sera Ermal fu intrattabile E VORREI VEDERE
E a ben vedere, per tutti i giorni a seguire
In teoria, era ben consapevole che non si erano detti nulla ufficialmente anzi, probabilmente era tutto nella sua testa
In pratica non poteva far a meno di fargli tutto completamente schifo incluso Fabrizio
Magari gli facesse davvero schifo Fabrizio
E quindi passa la giornata a rispondere a cazzo alle persone e a stare sotto l'ombrellone
Poi Fabrizio finalmente torna full force a passare il tempo libero con loro e oh boi. B o i
Ermal, internally: probabilmente non gli piacevo è libero di fare quello che vuole non stiamo insieme non ho nessun diritto di essere disturbato può farsi chi vuole ecc ecc ecc
Ermal, externally: HERE'S THE CHEATING BASTARD
Fabrizio dal canto suo basito basito suave suavecito non ci sta capendo un cazzo
Manca una mezza settimanella per stare con altri amici, torna, e si trova 3/4 del gruppo (ormai tra quello di Ermal e quello suo non c'era più distinzione) che gli fa i side eye, Ermal col veleno al posto della lingua e pure Elisa che lo guarda e scuote la testa
Fabrizio c'ha più F4 che anima
E lascia passare il primo giorno, che alla fine tutti parevano tornati alla normalità tranne Ermal
E fai passare il secondo, che magari c'ha i pensieri suoi e per questo risponde male
E via il terzo con Ermal campione nel mondo nell'ignorarlo e nello stare a km di distanza da lui
Al quarto, che Fabrizio stava là a suonare una canzone che si era studiato DI PROPOSITO per Ermal che ne avevano parlato, questo si alza e se ne va e allora no scusa che cazzo stiamo a dì
Il sole stava ancora tramontando che Ermal si era alzato e aveva preso a camminare in direzione con i piedi nell'acqua lungo il bagnasciuga e pareva gli avessero messo il pepe in culo per quanto scappava
Fabrizio si era messo letteralmente a correre per raggiungerlo e mettergli una mano sulla spalla
"mi spieghi che cazzo hai?"
Ermal, che ha 5 anni, lo guarda un momento e poi ricomincia a camminare PIÙ VELOCE
Fabrizio sta a tanto così dal placcarlo, ma ha imparato che a volte la miglior tattica è la pazienza
Quindi si mette e gli cammina affianco, aspettando che Ermal si rompa i coglioni
Neanche il tempo di pensarlo che Ermal sbotta "ma insomma non c'hai di meglio da fare?"
"ah no sono liberissimo"
E così per altri 10 minuti. Avevano superato la fine del "loro" lido da un bel po' ma Ermal non accennava a fermarsi
"vuoi farti tutta l'Italia dalla costa?" "E se anche fosse" "capirai che è un po' fuori di testa"
"non mi pare di aver chiesto il tuo parere"
Fabrizio si era rotto i coglioni pure troppo "Mi dici che ti ho fatto che stai tanto incazzato? Non ci vediamo da una settimana"
Truth is: Fabrizio era anche un po' ferito. Non diceva di volere le scene da cinema con tanto de corsa rallenty, ma nsomma
"Sicuro non ti sarai annoiato sta settimana. Non hai la tizia con cui vederti? O avete già scopato e non ti interessa più?"
A quel punto Ermal è costretto a fermarsi perché ha il polso bloccato in una stretta ferrea e uhm, forse aveva esagerato.
"di che cazzo stai parlando, oh?" "Mollami il braccio" "non mollo proprio niente ora mi sto stufando, pare che t'ho ucciso il gatto"
Ermal stacca con forza il polso dalla presa "sono sicuro che se torni, la tipa ti fa fare un altro giro. Non credo qualcuno ti direbbe mai di no"
"Ma che cazzo stai a dì che non scopo da tre mesi"
A quel punto stavano urlando e basta, spaventando quelle povere persone che si erano attardate per godere ancora del mare
"peggio per te che non sai cogliere i segnali, visto che praticamente te la sventolava davanti, l'altra sera" fu la risposta gelida di Ermal
Una lampadina minuscola, una minilucciola ancora non fulminata, si accende nel cervello di Fabrizio, con la sua Maria interiore che manda l'RVM delle serate alla ricerca di quello che intendeva l'altro e,,,,oh
"ma che sei geloso?"
Seh Fabbrì ciao.
Ermal ride istericamente
"No, Fabrizio, non sono geloso" "c'hai 'na strana maniera di dimostrarlo"
Non volendo, Fabrizio comincia a sorridere perché si insomma, il pensiero non poteva che fargli piacere.
E Ermal un po' si odiava di più perché aveva visto il sorrisino soddisfatto dell'altro e invece che incazzarsi ancora di più aveva voglia pure lui di sorridere damn when did he get so cute
"Non so di preciso cosa tu abbia visto o sentito dire o che cazzo ne so, ma non è successo niente"
"non mi devi spiegazioni o giustificazioni" "EH BOH EVIDENTEMENTE SI. È una tipa che mi ha presentato l'amico mio, Gallo, tedesca, non capivo un cazzo di quello che diceva e lei non capiva me e quando ha reso abbastanza chiaro quello che voleva ho declinato, tutto qua"
Per un momento c'era solo il rumore del mare e le voci in lontananza di gente e musica proveniente dai baretti, mentre Ermal assimilava l'informazione
"ma perché." Chiede infine, più a se stesso che a lui.
Fabrizio strabuzza leggermente gli occhi e se fosse in un anime avrebbe pure la mascella a terra perché IN CHE SENSO PERCHÉ TI DEVE FARE LA DICHIARAZIONE IN CARTA STAMPATA IO BOH
"cosa perché" "perché non ci sei stato" "perché non era chi mi interessava"
AH
"E chi è che ti interessa?" "Un cretino che mi ha fatto imparare una canzone intera degli Oasis, ecco chi"
A quel punto erano uno di fronte l'altro, Ermal ancora un po' titubante, quando Fabrizio lo prende per mano e comincia a marciare nella direzione da cui erano venuti
E se Ermal era in qualche maniera contrario non lo dava a vedere, anzi. Docilmente si lasciava portare mentre il suo cervello cercava di far mente locale tra quello che gli aveva detto e le implicazioni e tutti i sentimenti che si andavano impiastricciando nel mezzo
Perché la cold hard logic gli diceva che Fabrizio non era andato a letto una tipa pure bella da paura, per lui
E la mano che stringeva la sua (un po' troppo perché fosse una presa rilassata, quasi avesse paura Ermal sarebbe fuggito o boh cose) era un ulteriore prova
Ma,,,,,,,,,,non aveva senso. Non riusciva a processare una cosa del genere
E quindi non lo fa, perché l'ignoranza e il denial sono i motori che portano avanti questo mondo
Camminano in silenzio e riescono pure a rallentare il passo una volta che Ermal gli restituisce la stretta e gh sono così bellini per fortuna che Roberto aveva la macchina fotografica quella BuonaTM o Vige non sarebbe riuscito a fare la foto della VITA
(perché ovviamente li stavano tenendo d'occhio vi pare che un gruppo di pettegoli del genere si faceva i cazzi suoi, è già tanto che Paolo non avesse messo su i microfoni)(Temptation Island levati che qua stanno i professionisti)
Tornano dal gruppo, scagandoli di brutto in favore delle sdraio messe UNPOPPIÙINLLÀ su cui in teoria non ci si potrebbe mettere ma fregacazzi ci lavorano
Seduti uno di fianco all'altro, chitarra nel mezzo, Fabrizio prende a suonare le prime note di quella che Ermal riconosce immediatamente come Slide away
Che Fabrizio fosse bravo con la chitarra, Ermal lo sapeva da tempo, ma raramente cantava con serietà, lasciando di solito quella parte a qualcun'altro
E Ermal si sentì più speciale che mai solo per quel regalo
Perché per quanto acerba e incerta -e lasciamo perdere la pronuncia-, la voce di Fabrizio era qualcosa di assurdo
Il modo in cui accarezzava le parole e sentiva il testo
Now that you're mine, we'll find a way of chasing the sun. Let me be the one that shines with you.
Ermal rabbrividì all'ultimo ritornello, perché Fabrizio lo stava guardando dritto negli occhi e tutto ciò che voleva era togliere di mezzo la chitarra e baciarlo
E si sentiva stupido perché neanche un'ora prima avrebbe preferito non vederlo mai più
E ora Fabrizio stava spostando la chitarra e se lo era tirato addosso, facendo finire il naso di Ermal sotto il suo collo
"me sei mancato sta settimana" gli dice Fabrizio tra i capelli, prima di lasciarci un bacio
Ermal non risponde -non può- e si limita a stringere i bordi della maglietta
Rimangono così per un po'
Aka finché Ermal non sente la schiena fargli troppo male perché non era davvero la posizione più comoda del mondo e quelle sdraio sicuro non erano luxury
E tra una cosa e l'altra scemo e più scemo (vivibu) si cominciano a rendere conto che c'è un po' troppa gente in spiaggia
Cioè, davvero TROPPA
"ma che giorno è oggi?" "Uhm, martedì credo, perché?" "...il numero Fabbrì."
Insomma era il 7 e c'era la Festa di Nonsoché e la gente si era riversata sul lido perché facevano i fuochi d'artificio dall'acqua
Che in teoria è uno spettacolo bellissimo kudos a chi li prepara bravo chi spende i soldi e suvvia
In pratica c'era troppa gente per i gusti di entrambi che avrebbero preferito stare in ogni posto tranne che quello
Localizzare i loro amici era un casino perché si erano spostati senza manco avvisare
(Vige voleva andare ma in tre lo hanno placcato. Tre. Povero Vige)
Quindi Bizio c'ha l'idea del secolo e salta in piedi, mettendosi la chitarra sulla spalla e con l'altra mano prendendo il polso di Ermal
"ma dove stiamo andando? Vuoi approfittare del casino per rapirmi e uccidermi?"
Fabrizio alza gli occhi al cielo e non risponde, ma sente Ermal ridacchiare da solo
"vieni, conosco una scorciatoia"
Get ready for the final show ;)
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diceriadelluntore · 3 years
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Storia Di Musica #172 - The Trip, Caronte, 1971
Una delle conseguenze secondarie del boom economico italiano fu che una intera generazioni di giovani avesse disponibilità economica anche per la musica. Questo fece sì che il mercato discografico italiano fosse uno dei più floridi e ricchi del mercato europeo, e con praterie inesplorate di stili musicali. La storia della band di oggi inizia proprio così, quando Riki Maiocchi, cantante de I Camaleonti, volò a Londra per reclutare una nuova band per la sua carriera solista nel 1966. Ad accompagnarlo, il batterista Ian Broad, e i due scelgono alcuni promettenti ragazzi: il chitarrista Ritchie Blackmore, il bassista Arvid “Wegg” Andersen e un secondo chitarrista di nome Billy Gray (che aveva suonato addirittura con Eric Clapton e proveniva dagli scozzesi Anteeeks). A ottobre il cantante e i musicisti si presentano sui palchi italiani sotto la sigla Maiocchi & The Trip, ma già a dicembre Blackmore torna in Inghilterra per diventare, appena un anno più tardi, il chitarrista dei mitici Deep Purple; la band addirittura si separa da Maiocchi. Nel 1967 ai tre rimasti si uniscono prima il tastierista Joe Vescovi e poi nel giugno 1967 il batterista Pino Sinnone che sostituisce Broad.  Nasce così The Trip, nome preso in prestito dalla prorompente stagione psichedelica con chiare allusioni all’esperienze lisergica: il gruppo durerà pochi anni, ma sarà decisivo per l’introduzione in Italia dei nuovi stili d’oltremanica e sarà considerato, unanimemente, uno dei primi gruppi che aprì la strada al progressive italiano. Con la formazione a quattro guidata da Vescovi, il complesso propone una miscela di beat, rock e blues con qualche venatura sinfonica, che i critici battezzano “musica impressionistica”. Grazie a un provino effettuato al Piper Club di Roma, la band viene notata dal produttore Alberigo Crocetta che mette il quartetto sotto contratto per la RCA, facendo anche inserire un suo brano nella compilation intitolata Piper 2000, Bolero Blues. Tutto è pronto per l’esordio discografico. The Trip, con una meravigliosa copertina psichedelica, esce nel 1970: hard blues, psichedelia, il formidabile affiatamento strumentale ne fanno uno dei dischi più interessanti di quell’anno, con il gruppo che inizia ad avere una piccola ma solida schiera di appassionati. Passa un anno e tutte le aspettative del disco d’esordio esplodono e crescono nel disco di oggi, considerato uno dei dischi capolavoro della musica italiana degli anni ‘70, non solo progressive. Caronte, ispirandosi alla figura del nocchiero infernale, è un concept album sull’ipocrisia e sulla menzogna della società del tempo. Passa alla storia anche per la meravigliosa copertina: un Caronte ispirato ai disegni dell’Inferno di Doré, con una bandiera inglese irriverentemente posta a coprire le pudenda, all’interno, i dannati dell’Inferno sono dipinti come partecipanti ad un concerto, con cartelli inneggianti alla band e sensuali condannate in bikini che ammiccano in direzione di chi guarda (meraviglie degli Lp dell’epoca). Musicalmente, basta la bellezza disarmante di Caronte I, che apre il disco, a mettere sul tavolo il menù squisito dei The Trip: un massiccio hard-blues che è tutto un inseguirsi di tastiere, salti di ritmo e di stile, chitarre saturate che volano su una grintosa base pulsante, e per molti critici qui la piantina del progressive italiano inizia a germogliare; non di meno la favolosa Two Brothers, che sa della riforma Zeppelin all’Hard Rock, parte con un inseguimento e stridori di automobili, poi un intro metafisico fa partire un riff geniale di basso, per un crescendo musicale di musica e parti vocali, usate anch’esse come uno strumento. Little Janie, dedicata alla grande Janis Joplin, appena scomparsa, spiazza per la sua dolcezza di ballata alla Donovan. L’Ultima Ode A Jimi Hendrix è anch’essa un omaggio al leggendario mancino di Seattle, si sviluppa da una cupa fase iniziale a cui segue il meraviglioso lavoro di Vescovi all’organo (il protagonista della musica Trip) e la chitarra di Gray quasi a suonare un requiem maestoso, degno di cotanto maestro. Il disco si chiude con Caronte II che riprende il tema iniziale per finire in una sorta di spettacolo pirotecnico musicale finale, davvero indimenticabile. Il disco, fenomenale, rese chiaro agli ascoltatori, ai critici e anche agli altri gruppi che erano arrivate nel nostro paese delle idee, delle sonorità, dei riferimenti nuovi da cui si poteva partire per fondare la via italiana al progressive: già l’anno dopo, nel 1972, la loro lezione verrà portata da band come la PFM o il Banco a livelli altissimi. In quell’anno, i The Trip, che persero il chitarrista Gray e Pino Sinnone, che lascia del tutto la musica, pubblicano un lavoro altrettanto interessante, Atlantide (altra copertina clamorosa), che è quasi radicale ma più discontinuo rispetto a Caronte. La band verrà licenziata dalla RCA, nonostante il successo di Atlantide: pubblicheranno ancora un disco, Trip: Time For Change nel 1973, che però sancisce la fine della band: Vescovi andrà prima agli Acqua Fragile, poi nei Dik Dik, Furio Chirico, che aveva sostituito Sinnone, suonerà con gli Arti E Mestieri, Andersen torna in Inghilterra. The Trip però risorgerà quarant’anni dopo quando Joe Vescovi e Chirico richiamano Andersen iniziano a suonare ai Festival, addirittura in Giappone, dove registrano un Live in Tokyo 2011. Vescovi muore nel 2014, Pino Sinnone forma una band nel maggio 2015 con il nome di The New Trip, subito cambiato in The Trip, secondo lui per rispettare la volontà di Vescovi che gli aveva chiesto sul letto di morte di formare un gruppo che continui a proporre le idee e la musica di questa storica band. Modo migliore per me invece è quello di riscoprire i loro dischi classici, recentemente ristampati e facilmente rintracciabili, per scoprire una delle band più interessanti della storia del rock italiano.
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ma-pi-ma · 4 years
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Nuovi infetti e nuovi contagiati.
Io mi chiedo, ma perché deve essere così facile prendervi per le chiappe?
Lo sapete cosa sono i Postulati di Koch?
Robert Koch è stato un medico, batteriologo e microbiologo tedesco vissuto a cavallo tra il 1800 e il 1900 il quale ha ricevuto il Nobel, nel 1905, per la medicina. Koch ha formulato i quattro postulati che portano il suo nome i quali stanno alla virologia come il Teorema di Pitagora sta alla geometria.
Se vi interessasse sapere cosa dicono i postulati ve li cercate ma, sappiate, che su quattro il Coronavirus non ne rispetta neppure uno. Tanto per cominciare perché il celebrissimo SARS-CoV2 non è stato ancora isolato e quindi come diamine pretenderanno di farci un vaccino pure questo è un mistero che solo loro sanno.
La storia dei nuovi infetti e nuovi contagiati che sembrano moltiplicarsi come i conigli che escono dal cilindro di un mago e di cui vi parlano i TG – omettendo di dire che sono tutti asintomatici – fa acqua da tutte le parti e su tutti i fronti.
Non vi dicono che sono “asintomatici” A, perché vogliono farvi credere che gli ospedali siano pieni di gente che non respira e, B, sanno bene che gli asintomatici in realtà non esistono, quindi si tengono nel vago.
Una persona che non ha sintomi è sana, caproni!!
Se il soggetto è sano non può trasmettere ciò che non ha.
Questo è quanto affermava Koch.
Ma allora perché risultano positivi al tampone? Facciamo un'altra piccola regressione con la quale rischio di ripetere quanto ho affermato in precedenti post - ma spero ne valga la pena.
Il tampone è una brillante invenzione di Kary Mullis, pure lui premiato col Nobel nel 1993 proprio per questa scoperta.
Mullis inventò per l’esattezza il processo PCR: Polymerase Chain Reaction.
“La PCR viene utilizzata in tutte quelle situazioni in cui bisogna amplificare un quantitativo di DNA fino a livelli utili per analisi successive. I campi di applicazione sono enormi. La tecnica viene sfruttata oggi, per esempio, in campo medico per riconoscere cellule tumorali, quando esse sono troppo poche per essere evidenziate da altre metodiche. Estremamente utile è l’uso della PCR in medicina legale e in vari campi dell’ingegneria genetica. Il suo utilizzo consente inoltre di rivelare eventuali malattie genetiche”.
Avete letto bene? Capite quale era l’uso per il quale Kary Mullis inventò tale processo? Lo scopo era quello della ricerca, visto la possibilità di AMPLIFICARE (ricordate bene questa parola) un campione genetico.
Lui, Mullis - tutt’altro che un topo da laboratorio ma, anzi, surfista appassionato e personalità irreverente - fino a quando era in vita HA IN CONTINUAZIONE RIPETUTO CHE IL TAMPONE NON E’ AFFATTO IDONEO PER NESSUN TIPO DI DIAGNOSI.
Il tampone è uno strumento di ricerca.
Sapete quando è morto? L’anno scorso, il 7 agosto, giusto in tempo verrebbe da dire.
Se fossi un complottista penserei male.
E grazie a Dio lo sono.
Tornando al tampone: il metodo PCR funziona per “amplificazioni”, giusto? Più amplifichi e meglio vedi.
Sotto le 35 amplificazioni il test è sempre negativo (e certo! non è nato per fare diagnosi!!), sopra le 60 è sempre positivo.
Quindi di quanto amplificazioni ha bisogno una menzogna per stare in piedi? Concludete voi.
Ma non solo! Se il coronavirus, il SARS-CoV-2, non è mai stato isolato, il tampone cosa cerca? Cerca tutti i coronavirus e ce ne sono almeno una decina. Quindi, supponendo che si stia cercando un tale GI-anni vengono presi anche tutti i GI-ovanni, i GI-no, i GI-anluca, i GI-ancarlo, i GI-anmarco, i GI-ancristiano, i GI-anmaria e così via.
E la fabbrica di positivi lavora h24. Insieme a quella della vostra ignoranza.
Ma aspetta, se c’è una possibilità che si sviluppi una immunità è proprio quella che tutti diventino, impropriamente, “positivi asintomatici”. Costoro sono coloro che hanno con molta probabilità contratto il letalissimo Covid19, poi liquidato come fastidioso raffreddore, e infine "digerito".
Se esistono degli anticorpi naturali si trovano proprio nel loro organismo.
La gente dovrebbe riunirsi invece che distanziarsi, per immunizzarsi. E’ sempre stato così da quando esiste memoria in campo medico.
E voi? Voi invece li temete. Mascherinati come non ci fosse un domani.
Non solo! – perché non vi accontentate di essere ignoranti ma dovete anche rompere i coglioni – adesso dall’alto della vostra indiscutibile rettitudine e profondo senso civico condannate tutti coloro che sono andati in vacanza in Croazia o in Grecia o Malta e premiando al contrario, con le vostre vuote lodi, chi in vacanza è andato a Viserbella con mascherina ben posizionata anche a bordo del pedalò col quale ha raggiunto le boe a 250 metri dalla riva.
Veramente ragazzi, mi fate venire voglia di fare il dittatore da grande; avrei gioco facile con dei pappagalli ripetitori di “ordini superiori” altrui come voi.
Vediamo. A Malta, ad esempio, ci sono meno di quindici ricoverati nell’unico centro Covid dell’isola; nessuno di loro si trova in terapia intensiva. Ma i media vi dicono che a Malta è in corso una crisi epidemica e una ragazza di Palermo si è “infettata” proprio mentre vi si trovava in vacanza; e poi scopri che nel reparto Covid di Palermo non ci sono infettati provenienti da Malta e, pure qui, zero presenze in terapia intensiva. Come faccio a saperlo? Ho cercato.
Prima si cerca e poi si scrive, capito?
Ma i TG insistono con ‘sta storia. Per chi stanno lavorando? Ve lo siete mai chiesti invece di scrivere stronzate?
In Grecia ci sono pochissimi casi, e chiedetelo ad un greco invece di guardare gli articoli degli scribacchini corrotti italiani. Mentre in Croazia, per farsi fare un tampone al fine di rientrare in Italia senza rompimenti ulteriori di coglioni, un amico mio (greco, guarda caso) che l’ha appena attraversata da sud a nord in macchina, ha dovuto aspettare che il dottore dell’unico centro Covid della Nazione si riprendesse dallo stato catatonico nel quale era caduto (per noia) poiché il centro è completamente vuoto.
Ma dai telegiornali sembra che proprio in quei Paesi frequentati dalle inarrestabili macchine della perdizione che sono i vacanzieri italiani, sia scoppiato un massacro epidemico tale da ritenere quello di Wuhan una bazzecola.
Puttanate. Puttanate enormi alle quali voi credete come allocchi.
Voi invece vi sentite di essere, insieme agli altri lobotomizzati certi di aver individuato nelle discoteche il covo dei lanzichenecchi di manzoniana memoria, gl’unici pilastri della morale (di questo cazzo), gli eroi disposti al sacrificio della propria gioventù per il bene comune (siete già vecchi, mi dispiace, il sistema vi ha metabolizzati malgrado i vostri 20 anni), i soli muniti di senno e senso civico.
Mi dispiace.
Se non siete disposti a leggere qualcosa che vi potrebbe fare male, fermatevi qui.
Siete esattamente a 90°, e da questa scomoda posizione vi state preoccupando che il pene di chi vi sta sodomizzando sia ben irrorato di sangue al fine che l’erezione sia mantenuta a dovere. Questo fate.
Difendete i vostri boia. Questo fate. E mi chiedo anche se quella posizione ormai non vi cominci anche a piacere. Dicono sia una questione di abitudine.
Non sapete un cazzo, non leggete un cazzo. E infatti parlate a cazzo. Questo fate.
E non pensate che mi stia "vanagloriando" di chissà quale sapere. Io non so un cazzo. Ho un umilissimo diploma di media superiore, però, se è per la mia libertà che devo farlo, cerco di informarmi e di usare la ragione.
Mi faccio sempre delle domande. La più importante è
perché?
Perché ci stanno raccontando delle cazzate? Perché se sono morte tutte queste persone per il Covid, ad oggi in Italia – ma anche altrove – l’ISTAT registra meno decessi dell’anno scorso? Perché nessuno, ma proprio nessuno tra i rappresentanti del governo né, tanto meno, tra quelli delle strapagatissime Task del cazzo Force ci ha mai detto di assumere vitamina C in quantità, vitamina D, vitamine del gruppo B. Perché ci hanno impedito di stare al sole, indispensabile e salvifico aiuto per la sintesi della vitamina D; perché ci hanno impedito di fare il minimo movimento: passeggiate in campagna e giri in bici, e invece ci hanno fatto stare all’ingrasso all’interno di rinstrimizziti appartamenti senza raccomandare una dieta ipervitaminica povera di zuccheri? Le attività fisiche, le corrette abitudini alimentari, la giusta integrazione con vitamine avrebbero reso chiunque una fortezza inespugnabile.
Invece? Sono aumentati i diabetici e i cardiopatici, lo sapevate?
Macché. Intanto vogliono vaccinare la fascia anziana della popolazione col vaccino anti influenzale. Siete a conoscenza del fatto che a Bergamo e Brescia sono state iniettate qualcosa come 180.000 dosi di vaccino anti influenzale e anti meningococco fino ai primissimi mesi del 2019?
Poi cosa è successo lo ricordate, vero?
Allora ragazzi, voi siete indispensabili. Esattamente così.
Indispensabili.
Ci servite “di qua”, dove stanno quelli che vi stanno difendendo malgrado i vostri sforzi di denigrarci.
Ci serve che vi svegliate e cominciate a vedere il disegno. Non va tutto bene.
Al contrario, se non diventiamo in tanti saranno cazzi. Abbiamo bisogno di voi, abbiamo bisogno di tutti.
Se vi offendo è perché spero in uno shock che vi faccia rinsavire. E non vi chiederò scusa.
Studiate, leggete, fatevi domande e trovate le risposte.
Chiedete aiuto, siamo qui.
Che ci crediate o no, tra poco il gioco si farà duro.
Io ve l'ho detto.
Alessandro Giuliani
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gloriabourne · 3 years
Note
cambiare idea? ma qui non si sta parlando di gusti di gelato. troppo facile criticare certi programmi e fare l'intellettuale, mentre sei all'apice del successo, che tanto apice non è, e visto che mi chiedi da dove lo capisco, ha perso un sacco di seguito dopo il 2019 il che mi fa intendere che questa tendenza continuerà. e quando sarà tramontato del tutto, complice anche che non è più un ventenne, parteciperà eccome credimi. da bravo ipocrita
perché un ritiro dalle scene con dignità non mi parrebbe nel suo stile, sarebbe troppo dura da accettare. guarda, ti ricordo solo, se non ne sei al corrente, che esistono tante interviste datate circa inizi 2016, dove ermal diceva che non avrebbe mai partecipato ad Amici perché quello sarebbe stato come 'fare televisione', a cui lui non era interessato. ma poi lo vedi seduto alla poltrona della de filippi come giudice, ad aprile del 2017! per farti capire, la coerenza. furbetto proprio.
E ti prego di non pensare che io provi soddisfazione a immaginare questo oscuro risvolto per la sua carriera. ovvio che mi dispiacerebbe, tanto quanto mi indignerebbe profondamente. non ho mai superato il fatto che a causa proprio del talent della de filippi, Ermal nel 2017 abbia perso la stima e l'amicizia del grande Red ronnie, non so se sai a quale storia mi riferisco. un brutto segno mi sembrò ai tempi, non ho mai accettato questa cosa.
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Ma cosa vuol dire che non stiamo parlando di gusti di gelato? Dai su, ma che paragoni fai?
Il cambiare idea di una persona è applicabile a qualsiasi ambito, proprio perché come ho già detto entrano in gioco altri fattori come esperienze di vita che magari ti fanno cambiare idea su certe cose o vedere le cose in altra prospettiva.
Come hai detto tu, aveva detto che non avrebbe mai partecipato ad Amici e poi invece l'ha fatto. Questo non fa di lui un ipocrita, ma semplicemente una persona in grado di cambiare idea, che a mio parere è molto più lodevole che fare il testardo che si incaponisce sulle proprie idee per tutte la vita, visto che almeno così dimostra di saper tornare sui propri passi e di saper rivalutare certe cose.
Poi scusa, ma in che modo il fatto che non è più un ventenne dovrebbe influire sul suo successo? Non sono più gli anni 90, periodo delle boy band in cui passati i 20/25 anni gli artisti non se li cagava più nessuno.
Cioè sarò strana io, ma dei cantanti che seguo non ce n'è manco uno che abbia 20 anni. E tutti quanti hanno ovviamente avuto periodi di alti e bassi, come tutti, per alcuni di loro ci sono stati periodi in cui sono stati meno seguiti, ma da lì a essere tramontati (così come per Ermal) ce ne passa di acqua sotto i ponti.
E per rispondere all'ultima parte, sì invece. Penso proprio che in fondo tu stia provando un piacere un po' perverso a immaginare o almeno a dire certe cose. L'hai definito ipocrita, hai detto che nel giro di pochi anni la sua carriera finirà... Scusa tanto se leggendo i tuoi messaggi l'ultima cosa a cui penso è che tu sia una persona che si dispiacerebbe se effettivamente la carriera di Ermal subisse un arresto. Perché ti assicuro, dalle tue parole traspare tutto tranne il dispiacere.
Ah, e ancora una cosa: a me di Red Ronnie frega poco, mai seguito e poco mi importa di cosa dice, cosa pensa o chi stima. Però mi importa dei rapporti umani tra le persone e ti dico, a prescindere dal fatto che le persone coinvolte siano Ermal e Red Ronnie, che se basta così poco a perdere la stima e l'amicizia di qualcuno onestamente meglio perderla che trovarla. Soprattutto l'amicizia! Quella dovrebbe essere incondizionata - a meno che non ci siano di mezzo dei gravi torti da una delle due parti che rendono impossibile continuare il rapporto - quindi se Red Ronnie ha deciso che non voleva più saperne di Ermal solo perché ha deciso di partecipare a un talent (talent a cui tra l'altro hanno partecipato alcune tra le più belle voci del panorama musicale italiano, quindi non stiamo proprio parlando di merda se permetti) il problema non è di certo Ermal.
Poi sei liberissim* di continuare a considerare Ermal ipocrita, incoerente, vicino al declino... Ci mancherebbe, è un paese libero! Però penso che tu ormai abbia capito come la penso e che sia poco costruttivo per entrambe le parti continuare a discuterne, visto che tanto rimaniamo sulle nostre posizioni.
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veronica-nardi · 4 years
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Hwarang
La serie dei piccoli problemi di cuore
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Mi aspettavo delle cose belle e divertenti da questa serie, non ho mai pensato che sarebbe stata un capolavoro ma pensavo che mi sarebbe potuta piacere molto. E per vari episodi, infatti, mi è piaciuta assai. Fino a metà serie circa, dopo di che... il baratro.
Non è una serie da bocciare, alcune cose positive le ha, e l'ho anche guardata con piacere, ma è innegabile che Hwarang abbia un sacco di problemi.
Tagliamo la testa al toro: LA LEAD È IL PIÙ GRANDE MALE DI QUESTA SERIE.
All'inizio è inutile e piagnona, pensa solo a essere innamorata del presunto fratello. Poi comincia a finire nei guai in ogni singola puntata, con la conseguenza che i due lead maschili passano il 90% del tempo a preoccuparsi per lei. E poi piange. Piange sempre. Ed è passiva, non fa nulla, tutto quello che le succede è perché le viene fatto da altri.
Nemmeno Shijie di The Untamed era così tanto inutile e passiva, almeno lei teneva uniti i due fratelli risolvendo i loro problemi. Ah Ro invece i problemi non li risolve, lei i problemi li crea.
Raramente ho visto una lead così tanto insopportabile e scritta male.
Per non parlare del fatto che nessuno riesce a ucciderla nemmeno quando se ne sta ferma immobile nel mezzo di una radura, ed è qui che capisci le gravi forzature di Hwarang.
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Questa serie ha una sceneggiatura che fa acqua da tutte le parti. Credo di poter riassumere la cosa in questo modo: si sono persi per strada. Perché le premesse erano buone e interessanti, e quello che poteva venire fuori era davvero molto bello, ma nella seconda parte del drama la scrittura non ha saputo reggere le aspettative che aveva inizialmente creato.
Mi sembra quasi di aver visto due serie differenti: la prima è divertente, ricca di spunti, interessante, luminosa; mentre la seconda è sempre più seria, piena di lacrime, scura, con forzature a non finire, buchi di trama e dettagli che si perdono per strada.
Allora mi chiedo quale fosse l'intento di Hwarang: fare una serie spensierata ma comunque con riflessioni interessanti (tipo Weightlifting Fairy Kim bok-joo), o fare un drama storico che si prende sul serio? (Tipo My Country).
Su questo la sceneggiatura si è proprio persa. Sembra bipolare.
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Boccio in toto anche la storia d'amore principale (meno male ce n'è stata una secondaria): ripetitiva e noiosa, una brodaglia di sguardi sofferenti e parole scontate. Si tratta di una delle peggio ship che ho visto quest'anno.
La recitazione in alcuni casi è buona, ma mai nulla di straordinario, ma i tre lead non mi hanno conquistata proprio per niente. Peccato sopratutto per Park Hyung-sik, che mi aveva fatto innamorare in Strong Woman ma che qui passa la maggior parte del tempo con un'espressione da ebete depresso sulla faccia.
Per quanto riguarda i due lead maschili, li promuovo per grazia divina. Così come la Regina e il dottore.
Il protagonista è stato un personaggio abbastanza standard e davvero troppo legato a quella lagna della lead, tuttavia ho apprezzato il suo pensiero di conquistare il trono (ma dovrei dire che lo avrei apprezzato molto di più se fosse stato sviluppato meglio), perché pensavo che lo avrebbe rifiutato come qualsiasi umile eroe rifiuta il potere quando gli viene offerto.
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La Regina e suo figlio hanno dato vita a un rapporto abbastanza interessante, e tra i vari problemi di scrittura che presentano questi due personaggi, li promuovo.
Il villain non è né da promuovere né da bocciare, perché è un villain molto classico e banale, il solito tizio che vuole il potere. Mi ha fatto però molto ridere la sua strategia: anziché agire nell'ombra e in modo discreto, questo ha passato tutto il tempo a sbandierare i suoi piani a chiunque lo stesse ascoltando. Ci mancava solo che andasse in giro con un cartello con su scritto "sto avvelenando la Regina". Anzi, a pensarci bene forse lo devo bocciare, perché non capisco per quale motivo non viene ucciso nel finale. Da quello che ho capito cade in disgrazia, ma mi pare troppo poco per aver cercato di assassinare i membri della famiglia reale e aver quasi istigato una rivolta. Nel fatto che l'appena eletto Re non gli abbia tagliato la testa io ci rivedo lo stesso buonismo del protagonista di My Country, quando non riuscì a uccidere il suo nemico perché padre del suo ex migliore amico. Quindi mi viene da pensare che il re non abbia ucciso il villain perché padrino del suo amico Ban Ryu.
E parlando di Ban Ryu, ecco un bel personaggio. Non è un capolavoro di psicologia, ma è stato scritto bene e questo va detto. Mi ha ricordato molto Draco Malfoy e l'ho adorato insieme alla sua amata Soo Yeon.
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LORO SONO LA VERA STORIA D'AMORE DI QUESTA SERIE.
LEI AVREBBE DOVUTO ESSERE LA VERA LEAD!!!! #petizione
Sono stati carini, adorabili, naturali. Lei coraggiosa, fedele, sensibile. Lui sembrava un adolescente di quindici anni alle prese con la sua prima cotta: impacciato e incapace di spiccicare parola di fronte a lei, che ha sempre guardato manco fosse l'apparizione della Madonna XD.
Un altro personaggio che mi è piaciuto un sacco è stato Han Seong, interpretato da Kim Tae-hyung. È ormai da un po' di tempo che sono fan dei BTS, ma non penso di essere di parte quando dico che questo personaggio risulta essere uno dei migliori della serie, e non me lo sarei mai aspettata. È stato un amore. Un bambino innocente che stava imparando a diventare grande tra sogni e amicizie. Peccato che passati cinque minuti dalla sua morte nessuno sembra ricordarsi più di lui e nessuno ne parla più. Bah. Come vi permettete, infami.
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Nessuno potrà mai togliermi dalla testa che #hanseongmeritavadimeglio
Faccio i miei complimenti a Tae hyung per la recitazione. Essendo lui un cantante e un ballerino, non mi aspettavo chissà cosa dalle sue doti recitative. STUPIDA. È stato uno dei più bravi.
(E comunque ancora non riesco a giffare la sua morte perché devo ancora riprendermi)
Per quanto riguarda il gioco del trono, ha dei grossi problemi di sceneggiatura. In particolare, la scelta di mettere i due protagonisti l'uno contro l'altro per la conquista del trono SUL FINALE, è stata semplicemente ridicola. Siccome non c'era fisicamente tempo per una guerra come si deve tra i due (cosa che mi sarebbe anche piaciuta), ho subito immaginato che sarebbe finita a tarallucci e vino. E infatti...
Concludo parlando di questi benedetti Hwarang: io credevo che la serie parlasse di loro, invece si parla più che dei problemi di cuore del terzetto protagonista + la principessa (personaggio che devo bocciare perché inutile ai fini della trama).
Posso dirlo? A me sti Hwarang sono sempre sembrati più che altro un branco di pettegoli. Simpatici eh. Però mi aspettavo che gli fosse riservato più spazio, e che il loro percorso sarebbe stato diverso. Io ancora mi chiedo seriamente come questi Hwarang che a parole (in questa serie a parole sono tutti bravissimi) dovrebbero essere indipendenti e liberi di scegliere ma che poi vanno a "scegliere" come sovrano il re a cui guarda caso spettava il trono #lecoincidenze, mi chiedo come abbiano potuto unificare la Corea.
Tra l'altro io mi aspettavo anche delle bellissime bromance tra questi ragazzi, ma, di nuovo, gli è stato dato troppo poco spazio. La bromance tra i due lead non è riuscita a conquistarmi, per assurdo mi è piaciuta di più quella tra il protagonista e Han Seong.
MA UNA BROMANCE C'È.
LORO:
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Il loro rapporto combattuto tra rivalità e amicizia mi è piaciuto un sacco.
Due parole su Soo Ho: io e @dilebe06 lo abbiamo giustamente soprannominato "raggio di sole", e per vari episodi è stato la gioia della mia vita e luce dei miei occhi, ma penso che sia uno dei personaggi che più è stato sfruttato male e che non ha compiuto nessuna evoluzione. Non ho nemmeno apprezzato la sua """storia d'amore""" con la Regina, una storia a senso unico in cui fa tutto lui. All'inizio era divertente, ma poi è diventata ripetitiva e anche inutile, perché non ha portato da nessuna parte.
Ultima cosa: mi sono piaciute tantissimo le OST. Alcune sono moderne e quindi in contrasto con la presentazione storica della serie, ma a me questo mixer tra medioevo e modernità è piaciuto assai. È stato qualcosa di diverso dal solito.
Punteggio: 6.8
Questo commento mi è venuto brutto tanto quanto la storia d'amore della serie.
Consoliamoci con due risate:
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alchimilla · 4 years
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• Covid-19 • Ritorno nel buio ~ Un nuovo virus ancora più letale di Covid?
La vita ai tempi della pandemia - Mondo, Zona Rossa / giorno 125
La notizia è su tutti i principali media nazionali e internazionali, Cnn, Ansa, Adnkronos ecc. ecc.
Ed è una di quelle notizie, che in tempi normali, uno avrebbe letto rapidamente, senza farci troppi pensieri sopra, perché si sa, quello che capita lontano da noi, non capiterà mai a noi. Pensiero (errato, erratissimo) che appartiene, purtroppo, alla maggior parte delle persone.
Ma non a me.
E questi non sono tempi normali.
Sono tempi straordinari, e terribili.
10 luglio 2020:
Le principali agenzie di stampa, pubblicano la notizia, lanciata dall’ambasciata cinese in Kazakistan (e data la fonte della notizia, direi che è più che attendibile, vista la propensione della Cina a stare zitta su qualunque epidemia o catastrofe ci sia da loro, e l’attuale pandemia di Covid-19 ne è l’esempio più lampante. Ma forse, magari, la lezione l’hanno imparata stavolta. Più o meno) che <<una nuova polmonite di origine sconosciuta, e molto più mortale di Covid-19, ha già ucciso oltre 1.700 persone finora, quest’anno, in Kazakistan, e il numero di casi sta aumentando in modo significativo, da metà giugno 2020, in tutto il paese>>.
A lanciare l’allarme è l’ambasciata cinese in Kazakistan, in una comunicazione diffusa giovedì ai propri cittadini.
Un comunicato della Cnn riporta che:
<< Il dipartimento della Sanità del Kazakistan ed altre agenzie, stanno eseguendo ricerche comparative, e non hanno definito la natura del virus della polmonite.
Le autorità segnalano centinaia di nuovi casi al giorno.
I principali focolai sono concentrati finora nelle regioni di Atyrau, Aktobe e Shymkent, che nel complesso registrano quasi 500 nuovi casi e oltre 30 pazienti in condizioni critiche.
Sempre secondo l’ambasciata cinese, la malattia ha provocato 1.772 morti dall’inizio dell’anno – inclusi cittadini cinesi – di cui 628 solo nello scorso mese di giugno.
La malattia è molto più mortale del Covid-19>>, sottolinea il comunicato lanciando l’allerta.
Secondo l’agenzia di stampa del Kazakistan, “Kazinform”, il numero di casi nella capitale Nursultan è più che raddoppiato a giugno rispetto allo stesso mese dell’anno scorso(2019).
Il Ministero della Salute Kazako, però, smentisce la notizia, sostenendo che <<questa informazione non corrisponde alla realtà>>, e spiegando che <<si tratta di pazienti con sintomi simili a quelli del Covid-19, ma risultati negativi ai test per il coronavirus Sars-Cov-2>>.
La smentita del Ministero della Salute Kazako, ricorda la smentita del governo cinese sull’epidemia di Covid al 30 dicembre 2019, e guardate ora il mondo in che stato si trova.
Tra l’altro, questa patetica smentita del Ministero Kazako, fa acqua da tutte le parti: loro stessi ammettono che i pazienti hanno sintomi simili a quelli del Covid, ma i test per il Coronavirus Sars-Cov-2 non lo rilevano.
E allora, che polmoniti sono esattamente? Se non è Covid, e ovviamente non sono “normali” polmoniti, dato l’elevato numero di casi e decessi, si tratta di un nuovo virus letale?
Ma che cazzo sta succedendo nel mondo?
Cioè, l’ultima pandemia letale, è stata un secolo fa, 102 anni fa, per la precisione, con la Spagnola del 1918-‘20.
Le epidemie e pandemie, si sa, sono periodiche nella storia dell’uomo, ma si susseguono nel corso di secoli, appunto, non di mesi.
Nel mondo, da 6 mesi, abbiamo Covid-19.
E adesso, arriva quest’alto virus misterioso, ancora più letale di Covid.
Ma com’è possibile?
Tutti i virus letali si stanno risvegliando adesso? Come zombie che tornano dal regno dei morti?
28 giugno 2020:
Alcuni media pubblicano online la notizia di un gatto, nel comune di Arezzo, con un rarissimo virus, che proviene da un pipistrello, simile a quello della rabbia, che muore dopo aver morso la sua padrona.
Scattano subito le indagini, e il Centro di referenza nazionale per la Rabbia dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, isola, su un campione di cervello del gatto inviato dall'Istituto zooprofilattico di Lazio e Toscana, un Lyssavirus, che è tipico dei pipistrelli ed è diverso dal virus della rabbia classica.
La cosa incredibile, inquietante, assurda, è che, prima di questo caso, questo specifico Lyssavirus era stato rinvenuto una sola volta, a livello mondiale, in un pipistrello del Caucaso nel 2002, senza che ne fosse mai stata confermata la capacità di infettare animali domestici o l'uomo.
Come ha fatto questo gatto ad infettarsi con un virus così raro, da essere stato rinvenuto una sola volta, nel mondo, in un pipistrello del Caucaso del 2002?
È qualcosa di impensabile. Impossibile.
Gli scienziati, fanno inoltre sapere, che la trasmissione di virus analoghi al Lyssavirus, tra specie animali diverse, è un evento estremamente limitato.
E dunque ripeto: come può questo gatto di Arezzo, essersi infettato con un virus di un pipistrello del Caucaso, rinvenuto una sola volta nel mondo?
6 luglio 2020:
I media, danno la notizia di un caso di peste bubbonica nella Mongolia Cinese. Le autorità cinesi emettono un avviso di allerta di livello 3, su un sistema di 4 livelli.
Il caso è stato segnalato in un ospedale della regione di Urad Middle Banner, nella città di Bayannur. Non è chiaro come l'uomo, un pastore, si sia contagiato. La peste bubbonica è una malattia batterica diffusa dalle pulci, che vivono su roditori selvatici come le marmotte.
La peste bubbonica è estremamente contagiosa, e puó uccidere una persona adulta in meno di 24 ore, se non curata in tempo, con specifici antibiotici.
Dalla peste bubbonica, può inoltre svilupparsi la peste polmonare, che causa grave infezione polmonare con problemi respiratori, mal di testa e tosse.
Anche qui, ma com’è possibile che nel 2020, circolino ancora malattie che provengono dal Medioevo? La peste bubbonica, nel medioevo, era chiamata la “Morte Nera”.
C’è veramente qualcosa che non va nel mondo.
Qualcosa di davvero grave e oscuro, che sta (ri)emergendo direttamente dalle porte dell’Inferno.
I “Quattro Cavalieri dell’Apocalisse”, che simboleggiano “Pestilenza (Covid-19)”, “Morte (Covid-19)”, “Carestia (sciame di cavallette in Africa e Asia)” e “Guerra”, direi che stanno davvero arrivando.
Forse, siamo realmente verso la fine dei Tempi.
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paoloxl · 5 years
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«Come fa caldo in mezzo alle botte
Della centrale di polizia
Qualcuno non dormirà
Qualcun altro andrà via» 
Canta così Coez in Costole Rotte, dedicata a Stefano Cucchi. Niente di più vero, perché non sono state le scale, non è stato un attacco di epilessia, non è stata overdose come tuona Matteo Salvini nello sciacallaggio mediatico della vicenda (la sorella Ilaria Cucchi lo querelerà per queste sue ultime dichiarazioni). Il trentunenne romano, geometra, è stato ammazzato dalle botte. Pestato in carcere dalla polizia.
Dopo dieci anni si arriva a questa sentenza, dopo anni di battaglie politiche, insabbiamenti e gogna mediatica si riesce ad imputare la responsabilità ai veri colpevoli.
Dieci anni dopo il 15 ottobre 2009, quando Stefano Cucchi, veniva arrestato perché trovato in possesso di una decina di grammi di hashish e sparuti grammi di cocaina. Il giorno dopo, l’arresto viene convalidato dal giudice per le indagini preliminari che lo assegna al carcere romano di Regina Coeli. Il 22 ottobre, a sette giorni dall’arresto, dopo che la struttura penitenziaria aveva disposto un ricovero per “un peggioramento del suo stato clinico”, Stefano muore all’ospedale Pertini di Roma.
Dieci anni fa, lo Stato si ritrovava per l’ennesima volta a fare i conti con delle “cazzate”, degli “errori”, commessi dai propri ausiliari. Parliamo di forze dell’ordine, medici di strutture pubbliche, guardie penitenziarie, tutti insieme appassionatamente in una storia di rimpiattimenti orditi alle spalle di chicchessia: dai familiari colpiti dalla tremenda perdita, ai Governi che nel corso del decennio si sono succeduti. Il tutto con una tremenda puzza di marcio traboccante, in ogni stato e grado dei vari procedimenti penali.
Ma veniamo con ordine.
Il primo procedimento apertosi subito dopo la morte di Stefano, coinvolgeva tre medici e tre guardie penitenziarie, coi capi d’imputazione disposti dalla Procura su omicidio colposo per i primi e omicidio preterintenzionale per gli altri. Tali capi subivano però, nell’aprile del 2010, una derubricazione in abbandono di incapace, abuso di ufficio, favoreggiamento e falso ideologico per i medici e lesioni e abuso di autorità per le guardie penitenziarie. 
Il 13 dicembre 2012 invece, mentre la sorella Ilaria, srotolava le enormi foto risalenti alla visita di Stefano in camera autoptica, entrata poi nella memoria della collettività, i periti del tribunale dichiarano che Stefano Cucchi sarebbe morto a causa di carenza di cure mediche oltre che di cibo e acqua, sostenendo di non potere stabilire con estrema certezza se il corpo del giovane fosse tumefatto a causa di eventuali violenze o per via di un’ipotetica caduta accidentale.
Intanto le indagini si muovevano sull’ipotesi che Stefano aveva avuto una forma di ipoglicemia molto alta, e che le tumefazioni che il corpo presentava non erano così gravi da averlo condotto alla morte.
Nel frattempo un testimone dichiara che Stefano gli avrebbe riferito di essere stato picchiato, un altro invece, di aver visto personalmente degli agenti penitenziari che lo picchiavano.
Il primo grado volge al termine nel 2013, con una sentenza della Corte di Assise di Roma che condanna i medici dell’ospedale Pertini per omicidio colposo, mentre gli altri, compresi gli agenti, vengono assolti da tutte le accuse. La causa della morte di Stefano per i giudici di prime cure è stata causata da un attacco di epilessia.
Il successivo grado di appello nel 2014 si definisce con una sentenza sconcertante. Tutti gli imputati vengono assolti per mancanza di prove. La Cassazione si esprime nel 2015 annullando la sentenza di appello e disponendo la nuova celebrazione del secondo grado per rivalutare solo il capo d’imputazione nei confronti dei medici.
L’appello-bis si definisce con una sentenza gemella: gli imputati vengono nuovamente assolti. La Cassazione, richiamata nuovamente in gioco, annulla la sentenza, ma nel frattempo la spada di Damocle della prescrizione aveva quasi del tutto inglobato i reati contestati.
La famiglia-coraggio di Stefano decide di non demordere e di concentrarsi specificamente sulle condotte dei Carabinieri che per primi lo avevano identificato e condotto in caserma. 
Siamo ormai ad inizio 2017 quando viene disposto dal pubblico ministero il rinvio a giudizio per omicidio preterintenzionale e abuso di ufficio dei carabinieri. Agli stessi vengono contestate le lesioni attraverso l’uso della violenza che in combinato alla condotta omissiva dei medici avrebbero causato la morte di Stefano.
Secondo l’accusa del pubblico ministero Giovanni Musarò, i carabinieri D’Alessandro e Di Bernardo furono i responsabili delle tumefazioni al viso, delle ecchimosi del cuoio capelluto e delle palpebre, delle fratture delle vertebre e le successive infiltrazioni emorragiche in varie parti del corpo. L’indagine ha ricostruito che le lesioni inferte a Cucchi determinarono “una sorta di piano inclinato che condusse alla sua morte”. 
È il carabiniere Francesco Tedesco che scopre il vaso di Pandora. Il militare conferma il pestaggio ad opera dei suoi due colleghi, specificando di non avervi preso parte, anzi, lo stesso aveva cercato addirittura di fermarli.  
Dopo queste rivelazioni, il processo-bis si rinvigorisce di nuovi elementi di prova, fino a definirsi odiernamente con sentenza. I carabinieri Di Bernardo e D’Alessandro vengono condannati ad undici anni di reclusione per omicidio preterintenzionale, il superiore Mandolini a tre anni e otto mesi per falso e Tedesco a due anni e sei mesi anche egli per falso (venendo invece assolto invece dall’accusa di omicidio preterintenzionale).
Nelle stesse ore di ieri, 14 novembre 2019, veniva definito anche il processo d’appello-ter che ha stabilito l’intervenuta prescrizione del reato di omicidio colposo per tre medici dell’ospedale Pertini e l’assoluzione per la dottoressa Corbi “per non aver commesso il fatto”.
Il calvario giudiziario si è finalmente fermato con un accertamento delle responsabilità penali in capo alle forze dell’ordine, colpevoli dunque del reato a loro ascritto secondo l’art. 584 del codice penale.
Tale reato, omicidio preterintenzionale o “oltre l’intenzione”, sussiste quando avviene la morte di un soggetto quale conseguenza della condotta del reato di percosse e del reato di lesioni personali, richiedendo quale elemento soggettivo il dolo misto a colpa.
L’amaro in bocca è rappresentato invece dall’intervenuta prescrizione nei riguardi delle condotte ascrivibili ai medici.
Siamo tuttavia di fronte ad una sentenza epocale che coinvolge quanti nel corso di questo decennio, si sono mossi per ottenere verità e giustizia, per sancire che le personalità dello Stato non possono fuoriuscirne impuniti e al contempo con le mani grondanti di sangue.
Quanto ottenuto ieri apre uno spiraglio di speranza per tutte le vittime di Stato che, contrariamente a quanto avvenuto per Stefano dopo oltre dieci anni, restano coperte da un miscuglio di mendicità e silenzi. 
Viene dunque da pensare al puzzle coi tanti pezzi mancanti. 
Parliamo di Giuseppe Uva, Mauro Guerra, Federico Aldrovandi, Francesco Mastrogiovanni, Carlo Giuliani, Aldo Bianzino, Niki Aprile Gatti, Stefano Brunetti, Serena Mollicone, Riccardo Rasman, Michele Ferrulli, Riccardo Magherini, Carmelo Castro, Simone La Penna, Cristian de Cupis, Manuel Eliantonio, tutti loro vittime d’omicidio di un sistema statale che fatica ed arranca nell’opera di autoaccusa.
Non si può e non si deve lasciare l’ansia vorace di ottener giustizia ai soli familiari che, armati di forza di volontà e possibilità di spesa, tentano, alle volte con successo altre volte con nulla di fatto, di ottenere pace. Lo Stato non deve restare fuori dalla porta dei Tribunali a guardare, non può atteggiarsi a mero censore ora e a leviatano repressore poi. Abbiamo la necessità di uno Stato seriamente improntato alla garanzia dei diritti.
Perché non è un problema dei singoli, riguarda davvero chiunque. 
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storia di una folgorazione
non ce la faccio vorrei dirle da un pezzo quanto la amo ma tutto e iniziato con me fermo e tutto e finito con lei ferma li. ascolta noa non ti vedo da un pezzo come stai bene e tu io bene me ne sono andato da taranto non tornero mai piu sarai felice credo
perche non mi cambia niente
be so che ti ho creato tanti problemi mi spiace averlo fatto non volevo disturbarti in nessun modo, tutt’altro volevo solo conoscerti tutto qui ma credo che tu non volessi mi dispiace ancora averti infastidito ti saluto ora devo andare almeno spero che le mie scuse siano servite a qualcosa ciao ciao
. Salgo piango in silenzio nascondo i singhiozzi non importa sono riuscito a parlare .
la incontro per strada vicino casa lei ,mi guarda strana, io le ricambio lo sguardo finisce. li passano 6 mesi finisce il mio percorso, torno a taranto diverso arrivo e lei sta fuori dal negozio con il suo ragazzo mi riconosce io scarico la roba e le accenno un saluto  fine . salgo a casa giornate tranquille mi alleno nello spiazzo tutto il pugilato che ho fatto mi ha fatto un fisico d’acciao corda palletta flessioni addominali sollevamento corpo
lei esce con una cliente io mi interrompo ,lei mi osserva sono abbronzato fisico d’acciaio rimane un po ferma fa caldo io sudato prendo le cose e inizio ad andarmene, lei mi chiede fai pugilato
io si e me ne vado
interrompo la conversazione di spalle sembra che si stia interessando
perche perche perche tutto questo tempo adesso e solo mia immaginazione frutto della mia illusione di quegli occhi che non voglio guardare
. altro giorno mi alleno di nuovo esce lei si fuma la sigaretta io continuo lei ogni tanto sbircia io prendo tutto me ne vado
terzo giorno di nuovo mi alleno lei esce con la cliente ora mi guarda fisso vorrebbe chiedermi qualcosa ma io sono diverso prendo tutto e sto per andarmene le
i ma ti disturbiamo io
è diverso non mi riesco a concentrare lei
mi chiede hai combattuto questi mesi io
si diverse volte lei
si vede io
ora devo andare ti lascio stare lei
guarda che puoi continuare non ti diamo fastidio sono tre volte che te ne vai, non e che ti infastidiamo io
non riesco piu a trattenermi
il fatto e che non riesco ad allenarmi mentre tu mi guardi lei
allora non ti guardo io
mi dispiace ma non basta lei
che vuol dire me ne devo andare che stronzo io
guarda che non sono stronzo e solo che i tuoi occhi.....
mi fermo lascio tutto cosi e me ne vado lei ci rimane praticamente io salgo lei continua a cercarmi con lo sguardo io me ne vado…..
non mi alleno piu giu mi alleno in terrazza lei esce e lo nota ritorno ad allenarmi giu ma stavolta lei esce con il suo ragazzo io stavolta finisco di allenarmi anzi ci do dentro come un pazzo lei ogni tanto mi guarda poi io con tutta calma mi alzo prendo tutto e me ne vado indifferente tranquillo non mi tange il giorno seguente mi sto allenando lei esce da sola mi guarda
ma il tatuaggio che ti volevi fare non te lo fai piu io
guarda se hai tempo me lo faccio adesso lei
devi prendere appuntamento io
dico aspetta qua
salgo e scendo le faccio vedere un piccolo tatuaggio che mi voglio fare e le dico lo voglio fare adesso seno niente c’hai tempo lei
 domani io
non voglio gente intorno voglio stare tranquillo se domani mi prometti che me lo fai tu senza nessuno attorno me lo faccio senno addio tatuaggio me lo faccio da un altro lei
vabbe fattelo da un altro io mi fermo un secondo sei permalosa io domani vengo a che ora lei
non lo so io
ci vediamo domani.
Domani
scendo mi alleno lei esce
ma non ti dovevi fare il tatuaggio ti stavo aspettando io
sono pronto esco i soldi dammi la mano bastano
io entro dalla porta di servizio dove mi metto qui ok
io la guardo non riesco a reggere lo sguardo mi volto lei inizia il tatuaggio sul braccio io in silenzio lei mi chiede
be che hai fatto tutto questo tempo io
ho lavorato fuori e finito agosto me ne andro per sempre lei alza un secondo lo sguardo fa finta di niente io la guardo di nuovo mi giro lei lo nota inizia a farmi domande dove sei stato io
a barcellona che lavoro hai fatto bartender e poi mi sono laureato e devo fare un corso a roma e poi metto i soldi da parte per un master lei silenziosa mi risponde bene ti sei dato da fare e io le chiedo
e tu che mi racconti senza guardarla negli occhi
lei lo nota ha un sorrisetto ha capito
non riesco a reggere lo sguardo
lei ha il coltello dalla parte del manico
entra il suo ragazzo io
fermati continiamo un’altra volta
lei aspetta mo sbaglio io
dico grazie quando vengo lei
domani ti va bene si ok ciao ciao
lei ha capito
saluta il ragazzo e lo bacia io me ne vado buonagiornata lei ciao lui niente . domani mi alleno lei esce
so dove trovarti cavolo ti alleni tutti i giorni e io
fumi sempre eh
lei sorride iniziamo lei
io va bene ritorniamo in quel moemnto non ce nessuno lei si è fatta bella io lo noto io
le chiedo da ora ti prepari per uscire stasera lei
perche
non fare la finta tonta lei
non capisco vabbe dai pensiamo al tatuaggio
 lei ok cmq ogni tanto farsi belli è carino
io non hai bisogno di farti carina lei
era tutta indaffarata ad armeggiare si ferma di spalle non vedo la sua faccia poi riprende iniziamo col tatuaggio lei e silenziosa stavolta quello che le ho detto l’ha resa pensierosa io non parlo anzi mi rilasso lei finisce io bello grazie quanto ti devo lei hai gia pagato tutto io mi fermo la guardo negli occhi lei si aspetta qualcosa
io sospiro
faccio un giro con la testa
grazie ancora lei
vuoi dirmi qualcosa io
vorrei ma non posso vorrei tanto e da tanto grazie per il tatuaggio esco lei si muove in avanti fa aspetta
io si?!
lei sei strano
io gioia lo sai che 3 nni fa ti guardai negli occhi mi sono innamorato di te lei
ci rimane glielo avevo finalmente detto le faccio
be ciao
.passa una settimana ci becchiamo diverse volte ma lei mi evita io la evito è imbarazzante .
mi stavo allenando lei esce mi guarda si blocca vuole tornare indietro io la guardo lei esce si fuma una sigaretta di spalle
io mi fermo
ora sei tu quella strana lei
niente proprio mi sto fumando una sigaretta e non ti sto pensando io
la guardo incazzato lascio perdere cè il sacco lo distruggo lei si gira e vede
lei mi chiede quando te ne andrai io
non mi stavi pensando lei
non si puo fare conversazione io
se continuo cosi non me ne vado piu
lei ci rimane
di lato mi guarda un secondo
dai quando te ne vai io
presto lei quando si puo sapere io
mi giro un attimo e le dico perche tutto questo interesse lei mi guarda getta la sigaretta e mi manda affanculo .io ci rimango busso un attimo perfavore possiamo parlare lei no dai perfavore vorrei parlarti lei apre io entro siamo io e lei io stavolta le dico
a te non te n’è mai fregato niente di me perche ti interessa sapere quando me ne vado lei
sono fatti miei
va bene partiro a inizi di settembre lei
si gira un attimo lei
ok volevo sapere solo questo ora te ne puoi andare io la guardo e faccio assurdo lei viene avanti verso di me io rimango fermo a guardarla lei abbassa la voce scusami perfavore puoi andare via io si certo me ne vado lei braccia conserte . il giorno dopo lei con il suo ragazzo proprio a fumarsi una sigaretta del cazzo pero lei e diversa stavolta seria quando mi vede io vado avanti lei mi segue con lo sguardo seria non incazzata ne triste . ill giorno dopo io mi alleno lei esce con la collega ride scherza poi si avvicina
senti scemo ma tu ti alleni e basta io
be ogni tanto vado a mare ma visto che c’ho tutti gli amici a barcellona sono un po soletto scherzo
lei se ti va domani è domenica ti vuoi aggiungere io si perche no .
domani
ecco con lo scooter li seguo lei il suo ragazzo il fratello ecc arriviamo sulla spaiaggia sta la famiglia io mi presento gentile e educato prendiamo spazio mi viene offerta una birra la rifiuto loro eddai io se bevo con sto sole mi ammazzo no grazie esco acqua ghiacciata con l’igluu dentro  questa me la bevo di gran voglia il padre mi osserva io perche mi guarda losco hofatto qualcosa di male lui sorride no assolutamente io mi giro faccio vedre il tatuaggio e dico sono uno dei vostri l’ha fatto sua figlia e brava c’ha talento lui e lo so io anche me piace il disegno dipingo un po lei sente e dice quelli che mi hai fatto vedere quella volta io ne ho fatti altri lei fammeli vedre prendo il cell sfoglio bravo ma hai strada da fare io lo faccio per diletto non ce confronto sono sconfitto a prescindere
be dopo questo io sto morendo chi c’ha la palla partita da beach volley si inizia io praticamente volo da tutte le parti inizio a scherzare con tutti soprattutto col fratello è simpatico facciamo gruppo torniamo praticamente il mio fisico e la mia abbronzatura colpisce tutte lui mi chiede ma che allenamento hai fatto e sapessi ho buttato sangue gli racconto un po di stronzate scopre che sto scrivendo un libro vuole leggere qualcosa ci rimane dice cazzo sei bravissimo assisto a un piccolo litigio tra lei e il ragazzo prendo il fratello e ci allontoniamo ci facciamo uno scambio di palleggi loro discutono lei si alza e viene da noi ci facciamo una nuotata io certo.torniamo faccio congrigula con gli amici del padre so come comportarmi faccio risposte intelligenti con disinvoltura alla fine mi sdraio sul bagnoasciuga due ragazze si fermano loro mi chiedono di dove sei io inizio con lo spagnolo il fratello rimane estereffatto poi inizio con l’inglese le ragazze non ci capiscono un cazzo sono italiano vi sto prendendo per il culo si avvicina noa che sta succedendo
loro a scusa sei fidanzato io
no lei e una amica
a lei da fastidio ma non lo fa vedere
io scherzo con le rgazze lei inizia un po a infastidirsi io faccio spalla al fratello loro alla fine mi chiedeno il numero mi dispiace sono felicemente sposato a quella risposta nessuno ci ha capito un cazzo
loro dai me io
dai su
il fratello e prenditi il numero io scusate ma sono gia innamorato
noa non se l’aspettava mi chiede ma c’hai una ragazza io
si a barcellona è marocchina lei mi guarda io con il sorriso lei gelida impietrita non sapeva se ridere o essere seria le ragazze peccato dai ciao
io ciao
il fratello allora c’hai la ragazza io
no semplicemnte l’ho avuta bella storia ma poi sono tornato e visto che devo fare un po di cose in italia ci siamo lasciati. Lui araba
si
me la fai vedere
gliela faccio vedere guarda anche noa
ines bellissima
noa carina
il fratello minchia
io eh lo so be ora e finita
. ritorniamo a prendere il sole lei e il ragazzo non si parlano io decido di andarmene saluto il padre la madre e gli amici il fratello il ragazzo e noa per ultima lei non si alza perche sta lui io la saluto con la mano lei pure qualcosa era successo . lunedi mi alleno lei esce e mi chiede possiamo parlare io si mi fermo lei ieri sono stata bene  io ma che è successo tra te e il tuo ragazzo lei gli dava fastidio la tua presenza  e io
a te invece lei
mi guarda sorride e non risponde io rido lei ti va di uscire stasera con noi
io va bene .
la sera
il fratello mi saluta come se fossimo vecchi amici passo tutto il tempo con lui ridendo e scherzando entriamo in un bar
lei è con il suo ragazzo vorrebbe divertirsi ma non puo lui e un po freddo io ci provo con una ragazza al bancone
iniziamo a parlare
il fratello mi lascia da solo stiamo parecchio a parlare
lei si avvicina io mi giro e noto che noa mi sta guardando io mi giro
cazzo mi ha baciato
io mi sposto scusami faccio sono gay
lei come
io si un richionazzo da paura
lei che cavolo
torno al tavolo lei mi guarda glaciale. il ragazzo e il fratello io spiego la storia il fratello dice ma sei matto io
cazzeggio ma sono interessato a un’altra lui mi chiede chi è
noa fa be sentiamo io
non si puo dire
mi giro cameriere offro un giro di cicchetti parte tequila sale e limone ci divertiamo da pazzi noa mi fa battute stronze il bacio non l’aveva mandato giu il fratello ride come un pazzo la serta finisce bene.
Il giorno dopo non vedo noa nemmeno il giorno dopo il terzo giorno
la vedo che entra nel negozio e da sola io mi avvicino e la saluto come stai lei bene grazie ora devo andare io ma è tutto ok lei si ora devo andare ….. passano un po di giorni lei esce con la cliente io mi stavo allenando mi fermo e vado a salutarla lei è triste io tutto bene lei si perche mi sembri triste io
nooooooo per niente la cliente ride io le faccio
ti va un caffe quando smonti e mi racconti lei meglio di no per ora io
ma è successo qualcosa lei
be si ma meglio che non ce lo prendiamo il caffe allora le faccio quando finisci hai cinque minuti almeno per farmi capire lei va bene .
entro
lei da sola mi spiega che ha rotto con il ragazzo perche era geloso di me e lei
per non so quale motivo io
silenzio
lei e meglio che non ci facciamo vedere insieme io
perche
perche non cerco rogne e io
nemmeno io è un paese libero non avere paura almeno confidati spiegami non capivo perche eri schiva lei
e poi a te che te ne frega
be io faccio mi hai invitato a uscire con voi
sto cercando di essere gentile e lei
quello scemo geloso cazzo l’hai detto pure tu sei innamorato te ne vai poi hai baciato quella di fronte a me se eri interessato a me  non l’avresti fatto io faccio
veramente mi ha baciato lei e io ho detto che sono gay
lei mi guarda si vabbe
io non sto scherzando e poi lei e di chi sei innamorato almeno si puo sapere io mi giro questo e un segreto
lei di me per caso e poi ti baci le altre  
ei faccio ti ho spiegato come è andata lei
e io ti devo credere
noa le faccio
ti ricordi quando ti ho portato la camomilla e abbiamo parlato per la prima volta mi fermo la guarda alzo il braccio le sposto icapelli non ci crede tu avevi i capelli alla cleopatra tinti di viola su un lato occhi marroni verdi non mi scordero mai quel momento da quel momemnto sei sempre stata nei miei pensieri sempre e poi mi sono ammalato e sono stato malissimo ho vissuto il periodo piu prutto della mia vita e il piu bello perche mi sono innamorato di te lei non ha parole risponde ma tu ti sei fidanzato e ora hai detto che sei innamorato di lei ines credo si c’è stato amore ma non come lo provo per te tu quando ti guardo mi fai vacillare tu non puoi capire quanto ho desiderato questo momemnto per anni e anni . lei mi guarda tu ora te ne andrai io posso rimanere per te io questo lo farei ma solo per te lei rimane ancora di piu
silvio io io ora non posso guarda non so perche ma ora sei diverso  pero tu te ne andrai poi mi sono appena lasciata guarda ora non è momento e meglio se te ne vai, io
va bene tranquilla
.è l’utima settimana di agosto stranamente non è piu uscita a fumarsi la sigaretta. Una mattina esco dal portone incontro lei e il fratello lui mi saluta saluto anche lei lei entra e non risponde. Io gli chiedo e tutto ok lui
si sta un po male mi parla anche di te chiedigli di uscire su entra e chiediglielo avanti dai forse l’aiuta
prendo coraggio ed entro lei
silvio non è il momento
io ti va di uscire  stai tranquilla svaghi un po cerchi di stare meglio
silvio no lasciami stare io va bene ci ho provato lei si ferma come se volesse che io insista io la guardo
dai
lei mi guarda mi guarda ancora
fa segno no con la testa indecisa io esco il fratello mi chiede comè andata io male lui dammi il numero glielo do la convinco io ok. Passano due giorni una chiamata sconosciuta io pronto sono noa ei come stai senti usciamo stasera io va bene dove ci vediamo sotto casa tua alle 8 .
si fa sera
esco traquillo casual solo un profumo d’incenso mi metto lei mi vede è un po felice sente il profumo cosa è io
cosa questo profumo
io un profumo
cretino
camminiamo io inizio la conversazione per rompere il ghiaccio siceramente non sapevo dove cazzo iniziare allora hai mangiato
lei no
ti va una pizza
lei si perche no ti porto alla livornese
va bene ci sediamo due birre fredde diavola e capricciosa  mentre beviamo io la guardo stai bene stasera lei grazie
un po distante
che birra preferisci
basta che sia una birra io
be ce ne sono di birre se le provi tutte troverai le differenze lei be ora mi piacerebbe un po provarle tutte io be so dove portarti io scherzavo dai ti spiego un di birre lei va bene
è e passiva si fa trascinare deve prendere un po la serata e indecisa non è convinta piano piano lei mi continua a guardare come se mi volesse dire qualcosa ma si tiene tutto dentro poi a un certo punto mi fa come era qualla marocchina raccontami di lei e le dico tutto lei era tutto l’opposto di te finisco lei l’hai amata io si e lei tu in me cosa ci trovi allora io prendo una canzone che avevo inciso e gliela faccio sentire era in inglese lei non capisce io le faccio la traduzione lei ci rimane e mi chiede quando l’hai fatta a barcellona lei mi pensavi io si e sono stato molto male quando credevo di non poterti vedere mai piu lei lascia la birra e mi afferra la mano ……….non credevo fossi cosi tu entravi eri strano mettevi paura eri diverso e allora le ho spiegato il mio disturbo e del fatto che un gruppo di hacker mi avevano fatto terrorismo psicologico per 5 mesi è che successo subito dopo  che mi sono innamorato di lei. Lei non ha detto una parola mi guardava tra il triste per me e il tenero e poi mi ha detto mi dispiace lei non lo sapevo io come potevi sapere io cercavo di dirti solo cio che provavo lei scusami mi sono comportato da stronza io non lo sapevi lei si avvicina mi abbraccia si allontana un secondo  e mi guarda negli occhi a me esce una lacrima lei perche e me l’asciuga con la mano io non sai da quanto ti ho desiderato affianco a me lei mi bacia intesamente con le sue labra carnose si lascia andare gira con la lingua con dolcezza e passione si stacca mi guarda continua a baciarmi le labbra la prendo dal mento le bacio il naso e poi i suoi occhi verdoni mi avvicino al suo orecchio i tuoi occhi mi hanno fatto innamorare lei si avvicina al mio orecchio e mi dice non avrei mai pensato che una persona mi avesse cosi tanto amato e desiderato per tanto tempo
non parliamo piu arriva la pizza
e ci teniamo la mano ci guardiamo facciamo le smorfie mentre mangiamo usciamo lei e felice contenta soddisfatta calma io la sollevo dai fianchi lei fa un passo di danza la giro a mezz’aria verso di me lei io la tengo in alto la cingo sulla vita lei mi prende il volto con entrambe le mani e mi bacia schiocca lei non voglio andare a bere voglio camminare con te parlammo per ore gli raccontai di barcellona e di quello che avevo fatto a lei sarebbe piaciuto venirci la portai a casa lei mi diede un bacio e mi disse tusei diverso e tu mi fai sentire diversa .l’andai a trovare il giorno dopo al negozio di tatuaggi lei mi venne vicino e mi bacio io le chiesi se potevo vedere mentre lavorava lei disse va benissimo. Sono stato li in silenzio a osservarla tutto il tempo lei mi guardava e sorrideva cazzo guardi io niente cosi le giornate passavano mi allenavo  e continuavo a trovarla al negozio decisi di trovarmi un lavoro a taranto trovai lavoro in un bar come bartender la mia esperienza mi permise di avere subito una grande considerazione la gente accoreva per i miei cocktail e le mie acrobazie sapevo anche gestire contabilita e il pub si affollo presi un aumento nel giro di un mese come bartendermanager e alla fine pubblicai il mio primo libro ebbe un notevole successo guadagnai un po di soldi riusci a comprai una casa e una macchina lei lesse il mio libbro e pianse alla fine e mi disse tu hai passato tutto questo
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angelomeini · 4 years
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Greta (un´osservazione personale)
É ammirevole l'impegno che Greta imprime alla propria campagna per la tutela ambientale. Una ragazza giovane e carina, da molti osteggiata e da molti altri ammirata, ma va detto, la ragazza ha coraggio e carattere per sostenere anche le accese polemiche che di tanto in tanto compaiono su alcuni quotidiani. Tuttavia, l'inesperienza e una spiccata ingenuità hanno tratto un piccolo inganno che ha condotto Greta in errore. L'errore è ritenere che le altre persone non abbiano interesse o sensibilità nei confronti di un tema così complesso! É estremamente difficile ricordare la prima volta che ho avuto un contatto diretto con l'inquinamento in generale, ritengo di poter affermare d'aver sempre visto situazioni di degrado ambientale. Io sono nato e cresciuto in una zona che era ritenuta parco naturale quasi inviolabile, nelle vicinanze godevamo di una bella spiaggia “quasi incontaminata”... In estate però, quando da bambini ci portavano al mare, le spiagge al mattino erano già quasi totalmente coperte di rifiuti. Durante la notte le correnti marine avevano riportato a riva tutto ciò che non si era depositato sul fondo: barattoli, bottiglie di plastica, contenitori per detersivi in plastica, buste di plastica di tutte le misure, copertoni d'automobile, tubi di plastica, calzature in plastica e suole di scarpe, penne a sfera in plastica, giocattoli, ecc la lista non finirebbe mai! Ma la sensazione più affascinante, si presentava dopo un bagno in mare, ed era rimanere macchiati su tutte le parti scoperte del corpo di strane macchie nere. Così, quando uscivamo dall'acqua “maculati”, capivamo che non molto lontano una petroliera aveva sciacquato i serbatoi. La sensazione finale era determinata dalla rovente infiammazione della pelle dopo aver pazientemente lavato le grosse gocce di petrolio con nafta, gasolio o benzina. Ho domandato a molte persone più anziane di me, se ancor prima dei miei ricordi la situazione ambientale fosse migliore, purtroppo le risposte non sono state rassicuranti! Non molto tempo fa, ho trovato un articolo “agghiacciante “ (per usare un delicato eufemismo), non solo da molti anni siamo vittime dell'inquinamento da scorie nucleari, prodotte dalle centrali atomiche, ma non vogliamo prendere in considerazione i numerosi incidenti avvenuti? In questo articolo l'autore spiegava con dovizia di particolari, con una lista dettagliata e documentata, i casi durante i quali l'uomo nella sua storia ha smarrito testate nucleari, a seguito di incidenti aerei, avarie navali, tutti errori umani che in futuro potrebbero avere un prezzo molto alto! Ho lavorato per molte ditte, dalla meccanica all'edilizia. Chi potrebbe credere che il titolare di una ditta edile, avveleni anche i propri figli per aumentare gli introiti monetari? L'individuo smaltisce le plastiche bruciandole in grosse buche in un terreno di sua proprietà in collina, dove annualmente viene prodotto olio, frutta, vino e verdura... In altri casi autorizza i suoi lavoratori a buttare queste plastiche in un lago... in questo lago sono presenti vivai e allevamenti di pesci (poi commercializzati come prodotti biologici)... Nelle immediate vicinanze di questo lago, immense distese di terreni sono coltivati con piante di grano, legumi e altre verdure, come pensiamo che siano irrigati i campi? In un'altra ditta dove ho lavorato, frequentemente è successo di veder disperdere i gas per la refrigerazione in atmosfera... spesso ciò succedeva per problemi tecnici, difetti e guasti o incidenti causati sempre da errori umani! Quante volte è successo di imbattersi in carcasse di biciclette, motorini e auto, abbandonate nella vegetazione? Per capire l'entità del problema che stiamo affrontando, è sufficiente fare uno scavo nel terreno anche a grande distanza dai centri densamente popolati. Scavando una fossa nel terreno di 30 cm di profondità, con una larghezza e una lunghezza di circa 1 metro, è molto interessante fare la lista di tutti gli oggetti inquinanti (estranei alla natura del terreno) che “saltano fuori”. Pile, bottoni, tappi di plastica e metallo, piccole parti di plastiche colorate, grosse quantità di “teli di plastica nera”, posate e bicchieri di plastica... Fino a qualche anno fa le raffinerie usavano il piombo tetraetile come antidetonante nella benzina, successivamente sostituito col benzene, per cui è più nocivo per la salute pubblica il piombo o il benzene? Alzi la mano chi, in determinati quartieri o nelle periferie di molte città, non ha visto come si scaldano le prostitute per strada durante l'inverno, la sana combustione di copertoni d'automobile illumina le strade tutte le notti... Chi non è mai andato a mangiare la pizza? Purtroppo ho avuto occasione di assistere all'accensione e al sistema di alimentare il famoso forno a legna presente in molti locali! Per risparmiare non è insolito veder bruciare “bancali” vecchi e sporchi di chi sa quali sostanze chimiche, comprati a prezzi di svendita dalle aziende che non perdono occasione per sbarazzarsene e guadagnare qualche soldo (dovrebbero altrimenti pagare per uno smaltimento a norma di legge nel rispetto dell'ecologia e della salute umana)! Mia cara Greta, questi sono solo alcuni esempi che mi sono venuti in mente mentre scrivevo questo piccolo articolo, ma potrebbe esser scritto un libro riguardante questo raccapricciante argomento e sicuramente non sarebbe sufficiente! C'è un documentario che dovresti vedere, si intitola “Mondo Cane” i registi sono Jacopetti e Prosperi, ed è stato realizzato nel 1962 (quanti anni fa?). In questo documento sono mostrate le mutazioni genetiche degli animali che vivevano su quei famosi atolli oceanici, dove per molti anni alcune nazioni hanno effettuato “costruttivi” esperimenti nucleari... Personalmente ricordo quando il clima è radicalmente cambiato, a metà degli anni '80 durante l'estate andai sulla spiaggia, ma non riuscii a resistere lungamente, ebbi l'impressione che la temperatura fosse molto più alta rispetto agli anni precedenti, la forza dei raggi solari si era rafforzata così tanto che la pelle esposta bruciava subito, non sono mai più tornato al mare! Ricordo con orrore quando esplose la centrale nucleare a Chernobyl, per non pensare alla moltitudine di casi meno noti o sottaciuti, sicuramente non meno trascurabili! Ricordo con dispiacere e disgusto anche la discarica nella palude a pochi chilometri di distanza dietro casa! Con ripetitività ciclica in estate si incendiava da sola, sviluppando fumi e odori tutt'altro che stimolanti... Questa nuova “moda” che vorrebbe proporre ai consumatori prodotti biologici, propinando al pubblico “dottrine” salutiste, è paradossale! Ad esempio i liquidi velenosi che filtrano nel terreno durante i fenomeni di percolazione nelle discariche, giungono alle falde acquifere, come ben sappiamo i vegetali non crescono senza acqua!  Il rispetto per l'ambiente è circoscritto a quelle persone che abbiano “buon senso”, tuttavia l'ecologia è uno dei tanti aspetti che evidenzia la mancanza di Coscienza dell'essere umano e la profonda superficiale idiozia con la quale affronta la propria esistenza. Fin da bambini dovrebbe essere insegnata la responsabilità e la civilizzazione!
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waitthetimeyouneed · 5 years
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Essere e giudizio: un titolo alla “Jane Austen” anche se in questo caso, Jane Austen, non c’entra nulla
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Questa immagine è tratta da un film, il quale, a sua volta, è tratto uno splendido romanzo intitolato “Un giorno” di David Nicholls. E’ uno dei romanzi a cui sono più legata. Uno dei romanzi a cui sono legati più ricordi. Forse perché in un qualche modo mi ci rivedevo, ero sprofondata nella convinzione che le cose fosse così. Però mi sbagliavo. Ma questo non importa a nessuno. Non possiamo credere che la nostra vita sia legata ad un libro, ad un film, soltanto perché rappresenta un po’ la nostra storia. Sono situazioni che possono accadere tutti i giorni ma questo non vuol dire che soltanto perché ci sentiamo rappresentanti da quel carattere o dal quel protagonista, le cose andranno esattamente così. Magari. 
E’ una delle scene finali del film, che poi, sarebbe l’inizio della storia, diciamo che è un viaggio a ritroso ed è scandito cronologicamente da una data: 15 luglio. Una data che si perpetua di anno in anno, qualsiasi cosa succeda, i due protagonisti si ritrovano in quella data, per raccontarsi, per viversi. Questa è una scena bellissima: è da poco passata l’alba, i due sono appena scesi da una collina e si sono messi a correre programmando il resto della giornata prima dell’arrivo dei genitori di lui. Si sono messi a correre, liberi. Si sono sentiti liberi, di farlo. Non è una cosa bellissima? Trovare una persona con cui essere in grado di esserlo/farlo. Ma non forse non è indispensabile avere un’altra persona. Basta esserlo. Essere una versione quanto più veritiera della tua vera essenza. Non importa se gli altri ti criticheranno, se gli altri ti giudicheranno perché lo faranno sempre, sia che tu sia un santo, sia che tu sia un diavolo. Non andrà mai bene quello che farai, quello che dirai, quello che sarai, quindi perché sprecare tempo a preoccuparsi di fare quello che gli altri si aspettano da te, se provi ad accondiscendere a tutti, finirai per perdere di vista te stesso e ti troverai a sbattere la testa contro un muro a chiederti cosa fare, perché ti senti perso, senza una via di fuga. Alla fine, la gente, pretenderà sempre di più da te e se non sarai più in grado di farlo, troverà qualcun altro e farà un paragone. Detesto, i paragoni tra le persone. Veramente. Non hanno un senso. Quindi, fai quello che ti senti. Tanto ci sarà sempre qualcuno che avrà da ridire, a cui non andrà bene la cosa. Non si può accontentare tutti. Sii te stesso. In ogni sfaccettatura. Va benissimo. L’unica cosa...sii pronto alle conseguenze, pronto a prenderti le tue responsabilità, devi rispondere delle tue azioni perché non puoi scaricare la colpa sugli altri, dopo aver agito come pensavi. Sii pronto alle critiche, ai giudizi. Soprattutto i tuoi. Sii pronto all’autogiudizio. Forse il peggiore. Forse il più crudele. Nessuna azione resta impunita. Neppure da te stesso. Quello che ho fatto, il mio rimanere, sempre e comunque, in ogni caso, nonostante la distanza, nonostante sembri una cosa altamente masochista, dipende da quello che io sento e dalla persona che ho visto in te. Non ti rinfaccerò il male, perché sono fortemente contraria a questa cosa: non si rinfaccia mai il male ricevuto, si fa star male le altre persone; cosa più importante, non si rinfaccia mai il bene fatto, perché significa che lo avrei fatto con tornaconto personale. Cosa assolutamente non vera perché quello che ho fatto, l’ho fatto sinceramente, perché volevo farlo, perché sentivo di farlo. Vorrei aggiungere altro, ma non è il caso. Cerco di essere solamente una versione quanto più simile alla versione reale di me. Nonostante tutto il mio carattere faccia acqua da tutte le parti. Nonostante la mia complessità e nonostante le mie infinite paranoie e giri mentali. Perché detto sinceramente, mi sono stancata di fingere. Ho finto già abbastanza, per anni. Mi sono distrutta per cercare di andare bene alle persone a cui volevo bene e poi mi sono accorta che pretendevano sempre di più da me, pretendevano che io non reagissi in un determinato modo, che non fossi così, che fossi accondiscendente a tutto così da poter prendere loro il comando. La vera ribellione è essere se stessi in un mondo di maschere. E lo dico, poiché, in primis, sono io, a indossare la maschera. A volte serve, la si può indossare però per un tempo contato, poi diventa parte di te e alla fine ti chiedi se quello che sei diventata, sei davvero tu o è soltanto una finzione. Se la risposta è la seconda, c’è da rivedere un po’ le cose.
La canzone del giorno è la seguente:
“Si diceva che eran pazzi e si baciavan sui metrò / Per poi litigare ancora e darsi un altro abbraccio” dei Modà. Non sono una fan di questo gruppo ma questa canzone in particolare - sebbene io non riesca ad ascoltarla, senza farmi sciogliere il mascara sulle guance - è riassuntiva di tutto. C’entra poco anche con quello che ho scritto ma è l’unica che mi fa venire in mente il film. 
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Ti voglio dire tutte le cose che non ti ho detto, tutte quelle che forse non ho mai detto a voce alta, che quelle come me, urlano sempre ma alla fine le cose importanti non le sanno neanche sussurrare. Ti voglio dire tutte le cose che ho realizzato troppo tardi, quando eri già lontano. Ti voglio dire che non è vero che l’amore si apprezza sempre e non solo quando è lontano, che io il ti amo più vero l’ho detto al vuoto leggendo il tuo addio sullo schermo di un telefono. Ti voglio dire che ho analizzato ogni singolo momento della nostra storia, in 4 anni ho avuto tanto tempo libero, e che la colpa è solo mia, sempre mia. Ti ho cacciato io fuori, ti ho mandato io in posto così lontano da me. Ti voglio dire che mi dispiace, che mi manchi, che ti amo.
Ti voglio dire che forse la persona che amo e che mi manca non esiste neanche più. Ti voglio dire che la nostra canzone èancora nostra, che il posto nostro e ancora nostro. Ti voglio dire che il mio cuore, quello che ne è rimasto, è ancora e sempre tuo. Ti voglio dire che se in questo momento, proprio oggi che piove, o forse domani se c’è il sole, o il mese prossimo che fa caldo, tu tornassi, io ti direi si, cento, mille volte si. Che poi, come si fa a ricostruire una storia così? Io non sono più io senza te. Tu non sei più tu senza me. Cosi complici da essere destinati all’autodistruzione. Un disastro perfetto. Un film che sai già come finisce, ma lo guardi lo stesso. Io quando rivivo la nostra relazione nella testa, è un po’ come quando riguardi per la centesima volta il Titanic, che poi, non lo so, tu l’hai mai visto quel film? Lo so che in fondo sei romantico e questo genere di cose ti piace anche se non lo ammetteresti mai. È un po’ così. Fra di noi non so chi sia jack e chi rose, forse siamo entrambi annegati, forse entrambi ci siamo salvati. Salvati da chi poi? Da noi stessi. Armati di nient’altro che un amore troppo.. ma troppo che? Ci può essere il troppo in amore? Troppo ossessivo, troppo stronzo, io che ti ferivo con le parole e tu che mi rispondevi con un’indifferenza superficiale. Ti voglio dire che il primo ti amo me lo ricordo ancora, che me l’hai urlato dal finestrino della macchina alle 3 di notte, te lo ricordi? E che la mattina dopo credevi di averlo sognato, te lo ricordi? Ti voglio dire che mi devi aiutare, perché questa nave fa acqua da tutte le parti. Perché se io sono jack e tu sei rose, fammi posto su quella scialuppa che sto annegando.
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pangeanews · 5 years
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“Scrivono di annegare nel sesso, nella droga, di andare in paranoia… di panico e straniamento. Perenni”: l’epopea disperata dei Guns N’ Roses
“Steven…no, aspetta, che dice? Noi l’abbiamo spinto a drogarsi? ’Sto caz*o! È patetico. La verità è che non puoi essere un tossico e suonare in una band”. Era il 1989 e parlava così Mister sesso droga e rock ’n’ roll, Slash dei Guns N’ Roses, e ce l’aveva con Steven Adler, suo batterista e migliore amico e con lui in rehab, e Slash un po’ si era ripulito, Steven per niente, così veniva da Slash e soci cacciato dal gruppo e essere dimenticato, fino a pochi giorni fa, quando Steven è tornato protagonista del gossip, quello peggiore, quello nero: Steven si è accoltellato, voleva ammazzarsi o forse no, forse è stato un brutto incidente, comunque è salvo.
E Slash, e il resto dei Guns? Chissà che pensano di chi insieme a loro ha fatto un gran pezzo della storia del rock, oggi che a loro il presente sorride, son ultracinquantenni fuori da ogni eccesso, e a Slash è andata meglio di tutti, si diceva anche quando i Guns si separarono, che tra loro Slash era il migliore, e infatti con le sue chitarre ovunque è andato ha lasciato il segno, la sua impronta di sangue, perché Slash suona fino a farsi sanguinare le mani, di cosa credi siano frutto quegli assoli che ti accendono l’anima e ti bagnano il sesso? Di sangue, sudore, di un cuore che proprio su un palco, durante un assolo, non batte più, si è fermato, e Slash ha iniziato a vedere i pallini blu, e a collassare.
*
Perché un conto è fare la morale e dare insegnamenti di vita, anche giusti e sacrosanti non dico di no, però, se per anni sei tu che non hai il controllo di te stesso, e ci dai sotto a eroina, coca, crack, alcool a strafot*ere, e racconti che prendi sonniferi illegali, quelli che i veterinari usano per addormentare gli ippopotami, e dopo notti e giorni di sesso con groupie e pornostar famose vai in overdose, e una volta ti hanno ripreso per miracolo, ti hanno rimesso al mondo grazie a una siringa dritta nel cuore, come a Uma Thurman in Pulp Fiction, uguale uguale, allora sai che c’è, arrivi a 35 anni che ti prende un infarto sul palco. Ti credi indistruttibile, immortale, invece sei un dio con la chitarra ma un essere umano per il resto, e i medici ti salvano anche stavolta, ti mettono un defibrillatore nel cuore, ma ti danno 6 settimane di vita. E uno come Slash, che fa? Fa tournée e campa, chitarra in mano, (ri)pulito, e supino a quel demone, il rock, “che è la mia vita, pulsazione interiore che mi eccita”. Fuma nemmeno più.
L’ha sempre detto, Slash, “la verità è che noi Guns veniamo dal nulla se non peggio”, e lui, Slash, era ‘figlio di’, eppure prima di piazzare tre hit ai primi posti in classifica, dormiva per strada in sacco a pelo, come tutti gli altri futuri Guns. Non erano niente e non avevano niente se non sogni e strumenti malandati, erano la feccia, erano il nulla tra il nulla, e il dio del rock, o il caso, la fortuna, chiamala come ti pare, ma proprio dei rifiuti di strada era ciò che il boss della Geffen in quel momento cercava: stufo marcio del glam-rock, di quei rocchettari truccati e impomatati, voleva tornare all’hard, ai Led Zeppelin, voleva il rock ma quello duro, suonato, sudato. E questi rifiuti diventano i Guns N’ Roses, che dal niente salgono al numero uno, col primo disco. E fin da subito non hanno voglia di rimanerci, dei numeri uno, vogliono solo suonare e godersela, e godere per loro significa esagerare, oltre la strada dell’eccesso di William Blake: non c’è saggezza nel distruggere suite, gettare televisori dal 40esimo piano, farsi di droghe e scolarsi litri d’alcool, scop*te e ammucchiate, e risse, tra colleghi, coi fans, ai concerti, con la security. Se ai Guns qualcosa importa è suonare, quello sì, e scrivere di ciò che sanno, la strada dove hanno vissuto, in the jungle, la tensione sociale, sentirsi inadeguati. E scrivono di chi li osanna, che prima li chiamava straccioni, e negli stessi posti dove li acclama, li lasciava fuori come cani rognosi. Scrivono di annegare nel sesso, nella droga, di andare in paranoia quando, sotto la doccia, esci in strada nudo, fradicio, non è più acqua è sudore è terrore, qualcuno ti insegue, è un mostro, e lo vedi solo tu. Panico e straniamento. Perenni. La cultura, il sapere, per i Guns non ha mai contato, contava saper suonare, e nei dischi e sul palco dare tutto: come un’urgenza, come se non avessero tempo, non ci fosse tempo, un domani, la fine, come canta Axl Rose in Mr. Brownstone, “non mi preoccupo di nulla/preoccuparsi è una perdita di tempo”. Uno spettacolo i Guns N’ Roses anni ’90 nelle conferenze stampa pre-concerto, domande sull’attualità, “noi facciamo rock, non politica!”, questa la risposta diplomatica, ma se poi tu giornalista insisti, allora “vaffanc*lo, che ca*zo dovrei sapere su Mandela, o sulla guerra del Golfo?! Noi non siamo la guerra del Golfo, noi non siamo la guerra civile in Jugoslavia, noi non siamo la caduta del muro di Berlino. Siamo soltanto una fot*uta band di rock ’n’ roll!!!”.
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Proprio così, una fot*uta band di rock ’n’ roll, e ci avete regalato una scossa eterna, quella che parte ogni volta che inizia Sweet Child O’ Mine, e la dolce ragazzina del titolo e del video è Erin, una sventola compagna di scuola di Axl Rose poi diventata top model e che lui ha sposato ma non prima di essersi comprato un fucile automatico come regalo di nozze, e poco dopo aver litigato di brutto con Erin ed esserci venuto alle mani, ed è lei a stordirlo di ceffoni. Fanno pace, ma poi a un party qualcuno mette droga nel cocktail di Erin che sviene, e Axl dà di matto, e quando lei si riprende i genitori se la riportano a casa prima che Erin lo picchi a sangue di nuovo. Sicché Axl si consola con Stephanie Seymour, altra top model, musa di Herb Ritts, e la mette nei video di Don’t Cry e November Rain, video per cui su Axl Rose e Slash piovono eterne accuse di violenza e misoginia, quindi non cercateli, non li guardate, in Don’t Cry il ghigno di Slash è dallo schermo ancora mentalmente infettivo. Quando Axl nella vita reale è cornuto e mazziato dalla Seymour, si rinchiude per anni in una casa sulle colline di Beverly Hills, con una santona e le pareti tutte dipinte di nero, e gli diagnosticano un disturbo bipolare causa infanzia traumatica indubbiamente patita, disturbo che però non spiega il suo folle impulso omicida nei confronti dei barboncini. Ma non sono stati questi casini, né le droghe, nemmeno la vita dissoluta a minare i Guns N’ Roses: sono stati i soldi, gli avvocati, le tasse, le regole. L’inevitabile ingresso nel mondo degli adulti.
Barbara Costa
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janiedean · 5 years
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Ma il discorso fa acqua da tutte le parti. Cioè, sta gente deve capire che secondo il loro discorso se sono etero e scrivo di una coppia f/f sto a feticizzare le coppie lesbo alla stregua di quelle m/m. Basta. E poi cos'è sta storia della f/f=ideale di relazione sana. Se proprio vogliamo, questa esagerazione è propriamente l'esempio di come ridurre due persone a feticci, idealizzati e totalmente fuori dalla realtà. Cioè, non esistono donne abusive? Aiuto.
no, perché se sei donna etero e scrivi f/f STAI SCRIVENDO LE *DONNE* E SEI UNA *DONNA* QUINDI TECNICAMENTE VA BENE? bah ma so tutte cazzate cioè sto discorso non sta in piedi punto XD
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paoloxl · 5 years
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Avevamo detto che avremmo portato più gente possibile al cantiere, per far vedere a tutti da vicino contro cosa lottiamo e lo abbiamo fatto, con  grande impegno.
A differenza di tanti, il movimento No Tav mantiene sempre le sue promesse.
Sappiamo che tutta l’informazione si sta concentrando su “come” abbiamo raggiunto il cantiere ma il “come” che tanto fa notizia, è esattamente lo stesso modo in cui lo abbiamo fatto molte altre volte.
A noi interessa valorizzare quanti giovani e meno giovani sono partiti dal Festival per raggiungere la Val Clarea, con un tempo a dir poco incerto, e ci hanno spinto ad andare fino in fondo, sorpassando zone rosse e cancelli in metallo.
Un pacifico fiume in piena fatto di migliaia di volti di ogni età è partito da Venaus per arrivare a Giaglione e trasformarsi in un torrente in piena che si è diviso in mille rivoli tentando raggiungere il cantiere della vergogna. Il dispositivo di sicurezza tanto decantato dal ministro Salvini, con i suoi 500 agenti, faceva… acqua da tutte le parti! I jersey sono venuti giù e una marea di bandiere crociate ha violato la zona rossa.
Eravamo veramente tanti, sorridenti e determinati a ribadire che nonostante le parole di Conte e il voltafaccia delle stelle al governo, non ci saremmo fermati neanche un attimo, come avviene da tutti questi anni.
Tanti pensavano di poter chiudere il capitolo della lotta No Tav con un sospiro di sollievo, come se si trattasse di chiudere una parantesi nella storia del nostro paese. Hanno fatto male i loro conti. Qui c’è un libro appena aperto fatto di resistenza e determinazione, con tante pagine ancora da scrivere. Sono 20 anni che politici e giornali provano a scrivere patetici coccodrilli, recitando un de profundis della lotta No Tav  pregando che si possa finalmente mettere la parola fine all’esercizio di coerenza e determinazione che ha preso corpo in questa valle. Tra lo stupore generale nei giorni scorsi, abbiamo reagito all’infame decisione del governo dicendo che per noi “Non è cambiato niente”. La giornata di oggi ne è la prova. Siamo dalla parte giusta della storia.
Avanti Notav!
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ellenicgoldenboy · 6 years
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«Eccoti, LUMACA.»
Guarda quella chitarra come se fosse un compito di aritmanzia (il fatto che abbia scartato al volo la materia, l`anno prima, la dice lunga) e la sfiora appena, con delicatezza, come se avesse paura di romperla. «Al mercatino, uno del sesto se ne voleva sbarazzare per pochi spicci così ne ho approfittato. Secondo te, è in condizioni?» Domanda, porgendola verso il ragazzo con entrambe le mani, con una buona dose di attenzione e rispetto, neanche fosse una reliquia di qualche genere. «Nel caso.. cioè, per.. imparare, ecco.» Aggiunge, lasciando lo sguardo sul compagno, illuminato da un allegro sorriso mentre lo scruta fare le sue valutazioni, di cui ha evidente una altissima opinione. Rimane con le mani appoggiate sulle ginocchia, in attesa quasi agitata del responso.
«EHI EHI! Non sono una lumaca, è che sono troppo popolare, povero me!» Si da arie da grand uomo, sventolandosi con la mano prima di scoppiare a ridere.  «AH? Allora ti piacerebbe imparare davvero? Sarebbe thunderissimo!» Gli sorride entusiasta, aggrappato a un trasporto creato dalla simpatia che sembra aver sviluppato nei confronti del rosso oro. Mette la chitarra sopra le gambe, afferra il manico con la sinistra e il corpo con la destra così da provare le corde. Storce un po` il naso e rialza lo sguardo su di lui, una piacevole mezzaluna a condirne le labbra. «Si può suonare, deve solo essere accordata un po`. Posso farlo io se vuoi.» Si offre senza insistere ulteriormente, mantenendo lo sguardo su di lui per una manciata di secondi prima di portarlo tempestivamente di nuovo sullo strumento, concentrandosi sulle chiavi. «Sai, saper suonare è una cosa fighissima. Ci passi il tempo ed è una cosa che piace sempre a tutti, avere qualcuno che sa suonare in un gruppo.» Espira quasi pesantemente, rabbuendosi per un piccolo istante. «Che musica ti piace?» Di nuovo sorridente, continua a provare le corde della chitarra in modo da accordarla a dovere. «Oh, sei fortunato, non devi nemmeno cambiare le corde! Con qualche adesivo sembrerà quasi nuova.»
«Visto che tu sei troppo popolare, suppongo dovrò trovare un insegnante più disponibile!» Il tono è teatralmente serio mentre enfatizza quel "troppo" imitando il tono di Alika e assumendo un`aria offesa falsa come una banconata da 1 galeone. «Se ti va di farlo, magari! E potresti spiegarmi come farlo, la prossima volta.» Facilissimo, insomma. Il tono lascia trasparire un`ondata di entusiasmo, mentre si raddrizza col busto e prende un sospiro d`acqua fresca, la destra che passa a ravvivare i ricci in un gesto - dicasi tic - quasi meccanico. Inclina appena la testa, mordendosi appena il labbro inferiore, rendendolo più rosso di quanto già non spicchi sulla carnagione chiara del ragazzo. «Alika, che cos`era quello?» Domanda, senza pensarci due volte. «Problemi con la band in erba?» Aggiunge; il tono è più basso, dolce, come se temesse che il proprio classico tono di voce - allegro e incisivo, possa in qualche modo farlo fuggire. Si stringe nelle spalle, c`è un sorriso sulle labbra, dolce ma trattenuto. «Non disdegno nulla, credo. La musica è musica, se mi fa venire voglia di battere il ritmo o canticchiarla, ovvero sempre, mi piace.» Conclude, lanciandogli un`occhiata interrogativa e aspettandosi, palesemente, una risposta alla medesima domanda.
Anche solo per gioco o semplice piacere. Lui aggrotta le sopracciglia e si finge offeso, mano destra al petto e naso all`insù. «Staresti FORSE insinuando che Alika Diamandis sia una persona che non trova tempo per i suoi amici? Ver-go-gna!» La stessa mano viene poi agitata in direzione del ragazzo senza volontà di dargli addosso. «Se ti trovassi un altro con cui imparare sarei offeso fino ai MAGO! No, che dico. La fine dell`accademia. Ecco quanto.» Accorda la chitarra con cura, un po` per amore personale, un po` perché ci tiene che sia messa al meglio per il suo nuovo propietario. «E` una gran rottura di bolidi, enorme. Però effettivamente ti toccherà imparare anche questo. Hai dei plettri? Io ne ho in più, se vuoi.» Un imbarazzo insensato nell`offrire una cosa stupida come dei plettri che, per un istante, lo obbliga a guardare altrove salvo poi accorgersi della sua stessa stupidità, tornando sull`altro. Solo che lo fissa, bocca appena schiusa come imbambolato, e vorrebbe guardare altrove di nuovo ma sa che non può. Si concentra quindi sulla chitarra e sul cacciare quella piccola espressione che, comunque, viene notata. Arrossisce di botto sulle orecchie, incespicando fra le sue parole per un paio di secondi prima di riuscire a parlare come il mago che è. «Oh, no, vedi, nel senso. Sai. E` che» Quasi, come il mago che è. Sospira e si morde il labbro, indeciso sul da farsi. Non ama esporre i propri problemi e alcuni non può certo esporli ora. «Ho litigato con Grantaire ma ... Spero si risolverà tutto e ci sono problemi con la squadra, sai. L`altra settimana hanno litigato malissimo e Colt ha dato un pugno a Gus e Mabh ha urlato ed è stato WOH.» Tutt`altro che positivo. «E ho paura che la band non duri e che la squadra non sia come me l`aspettavo o come mio padre mi ha sempre detto che sono.» Si stringe nelle spalle quasi volesse rimpicciolirsi, osservando, in qualche modo, il grifondoro dal basso. Scuote la testa energicamente immediatamente dopo però, sorridendo a Jeremy con una spallata amichevole. «Non preoccuparti però, se chiacchiero qui con te non ci penso troppo.» Cosa vera, in fin dei conti. Fra la chitarra e la compagnia sembra stare alla grande, a parte quel piccolo frangente. «Beh, questa è una cosa buona, sai. Che ti piaccia tutto.» Gli sorride, mostrandogli un interesse palese nella sua opinione. «Così non parti con pregiudizi su nulla. Anche a me piace un po` tutto, diciamo che non vado pazzo per le boyband però.» Ridacchia, lanciandogli un`occhiata criptica ma lontana dall`essere negativa. «L`aternative pop e rock sono i miei preferiti. Oh, e il rap.» Gusti strani per un aspetto che urla 2D, per lo più. Gli sorride morbidamente, passandogli la chitarra e prendedosi un attimo di silenzio, senza ragione.
Sembra prendersi una manciata di secondi per riflettere su quanto esposto dal ragazzo di fronte. Alza il capo al cielo, distrattamente. «Beh, suppongo abbia ragione, in effetti.» Arriva a conclusione, abbassando lo sguardo, nuovamente allegro e illuminato da un sorriso, sul compagno. Non ricorda chi sia Aoide ma se gli passa per la mente di chiederlo, il pensiero fugge rapidamente come è arrivato. «Solfeggio?» Domanda, di nuovo quell`espressione perplessa che lo fa sembrare anche più infantile di quanto già non facciano i tratti del volto, ancora dolci. Assumendo una certa serietà, inarca un sopracciglio, tutt`altro che convinto dalla recita del tassorosso. Lo scruta per qualche secondo, come soppesando se credere o meno alle sue forti affermazioni. «Ok, va bene, mi hai convinto e non mi troverò un altro.» Alza la destra puntandogli l`indice davanti al muso, la serietà fatta persona con tanto di sguardo assottigliato e vagamente minaccioso (ma dove?). «Ma devi essere un maestro mooolto paziente.» Addolcisce lo sguardo, lasciando che il sorriso ormai non più trattenuto spunti sulle labbra rosse - la destra scivola di nuovo in grembo, insieme all`altra. «No, niente plettro. E` già tanto che il tipo» Si corregge. «Che il tipo-a si sia degnato di lasciarmi la custodia!» Allude con un impercettibile cenno del capo ad un involucro morbido appoggiato accanto alla tracolla. Persino uno distratto come Jeremy si accorge dei repentini cambi di espressione del tassorosso e per quanto gli sia estraneo, riconosce anche dell`imbarazzo, che però non sa ricollegare a cosa sia dovuto. Gli lascia il tempo di parlare, senza interferire, limitandosi ad ascoltarlo. Quando sembra aver concluso, si prende qualche secondo prima di prendere parola. «Mi dispiace, davvero. Immagino che dovrete parlare e chiarire, quanto prima.» Accenna un sorriso, gettandosi indietro con la schiena per raddrizzarla e puntellando le mani a terra per sostenersi. «La squadra, come la band..» Fa spallucce. «Capisci, le persone non sempre vanno d`accordo e a volte tu non puoi farci nulla. Alcuni avranno dei motivi che potresti non sapere. Io non so mai se l`allenamento si farà o se Lot avrà litigato con Stan o gli altri.» Dato di fatto e visto per esperienza: che poi ognuno ha situazioni diverse è un altro discorso. «Per la band, è lo stesso. Il punto è: se tu ci credi, e tieni duro, gli altri faranno altrettanto.» Si tira su, andando a prendere con estrema attenzione la chitarra, cercando di metterla nella stessa posizione in cui l`ha tenuta il ragazzo un attimo prima, sbagliando inconsapevolmente il lato (ovvero tenendo il manico con la mano sinistra). Abbassa lo sguardo sulla chitarra, mordendosi il labbro. «Mi dispiace se ti ho messo a disagio con questa storia. Però.. insomma, puoi contare su di me.» Non c`è traccia di imbarazzo nel suo tono, si rivolge ad Alika con la stessa serenità con cui affermerebbe una qualsiasi verità. Alza gli occhi sui suoi, rivolgendogli un sorriso dolce.
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