Tumgik
#quindi è libero
omarfor-orchestra · 2 years
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Oh no ma quindi c'è anche Nic stasera
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persephoneflouwers · 1 year
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anchesetuttinoino · 25 days
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Il vizio della parola
Il vizio della parola
Il divieto per le donne di usare la voce in pubblico nell’Afghanistan dei talebani. E noi ammutoliti da un diluvio di neologismi assurdi (vedi alla voce “maranza” o “sunshine guilt”)
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Se togli loro la parola, scompariranno. I talebani hanno recentemente emanato una serie di leggi inerenti la propagazione della virtù e la prevenzione del vizio. Già questo proietta lo sguardo su un mondo che appartiene a una galassia lontanissima. E quando mai dalle nostre parti si parla più di vizi e virtù? In ambito legislativo, oltretutto.
In ogni caso, queste leggi sono state approvate dal leader supremo dei talebani, Hibatullah Akhundzada, e tra i provvedimenti ne spicca uno: «La voce di una donna è considerata intima e quindi non dovrebbe essere ascoltata mentre canta, recita o legge ad alta voce in pubblico». Per promuovere la virtù e scacciare il vizio, le donne non potranno esprimersi a voce alta nei contesti pubblici. Le imbavagliano, anzi le ammutoliscono, ma per il loro bene s’intende.
La scena è agghiacciante, ci costringe a una doccia terribilmente fredda. I talebani hanno chiaro chi sia una donna, a differenza della nostra situazione un po’ più aperta, cioè confusa. Abbiamo trascorso l’estate – ma è stata la ciliegina su una torta sfornata da tempo – a interrogarci su livelli di testosterone, Dna, intenzioni d’anima. Magari, al prossimo caso mediatico, potrebbe essere utile cambiare sfondo e ambientare tutti i nostri dubbi per le vie di Kabul e «vedere l’effetto che fa».
Se dai loro in pasto tantissime parole, scompariranno. Aggiungere vocaboli non è per forza segno di progresso, si può diventare muti per eccesso terminologico. L’aggiornamento dello Zingarelli per il 2025 prevede che il dizionario si arricchisca di nuovi termini, “maranza” e – udite udite – “gieffino” si conquistano un posto nell’Olimpo delle parole validate da definizione. Ma questo è solo un ritocco brutalmente onesto al nostro ritratto umano.
Il crimine terminologico è altrove, là dove spuntano espressioni che ci ritroviamo sotto gli occhi scrollando le notizie. “Coolcation” è la tendenza in crescita per trovare mete di viaggio al fresco. “Workation” è la scelta di lavorare da remoto scegliendo luoghi che offrano svago e servizi per il tempo libero. Una medaglia d’oro per l’assurdo spetta all’espressione “sunshine guilt”, il senso di colpa per aver sprecato una giornata di sole.
C’è, nel nostro intimo, un ribollimento senza nome. Sono scampoli di paura mescolati a slanci di affetto, pulsioni cattive e lacrime struggenti. È questa fucina scabrosa, feconda e indicibile che alimenta la libertà nel tumulto di gesti, scelte, responsabilità. Sono poche, devono essere poche e vertiginose, le parole a cui ricondurre il senso del nostro travaglio. Sillabe scottanti come “amore” o “invidia”. Frantumare il quadro in un mucchio di nuovi pezzettini lo riduce a un puzzle che resta scombinato.
Finiamo per scomparire ed essere muti se l’impegno di affrontare la novità di ogni nuova alba – l’ignavia che fa a pugni con la rabbia, i desideri che bevono sorsi di fiducia – viene sgonfiato dalla bugia che tutto affondi in un senso di colpa per il timore di perdere un giorno di sole.
via tempi.it
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falcemartello · 1 month
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TRADERE
Published on 25 Luglio 2024 by Orgonauta
Un altro concetto, al pari di sessualità e psiche che non ha ancora trovato una definizione condivisa, oserei dire scientifica, è la libertà. Cosa si intenda esattamente con il termine libertà non lo sa nessuno, eppure chiunque parla di libertà; caso strano, però, riguarda sempre il proprio stile di vita e mai quello degli altri; se un’ideale di vita contrasta con quello di un altro individuo uno dei due è illiberale. Per non parlare di quell’affermazione che viene ribadita in continuazione: “la tua libertà finisce dove inizia la mia”.
Quindi questa libertà che deve essere limitata per fare tutti contenti sarebbe la libertà? E anche ammettendo che debba funzionare così, arriva la domanda da un miliardo di euro: chi decide questi limiti? Su cosa si basano? Mi si risponderà che esistono dei valori, questi sì condivisi, valori fondamentali che riguardano tutti gli individui come il valore della vita e quindi le necessità basilari per vivere; appurato che senza la soddisfazione di queste necessità un individuo non potrebbe dedicarsi ad altre attività o coltivare altri interessi e di fatto non sarebbe libero.
Fino a qua il ragionamento ha una sua logica ma entrando nel merito iniziano ad apparire altri meccanismi: le necessità vitali sarebbero la possibilità di nutrirsi, avere una dimora, creare una famiglia. (Continua)
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fatticurare · 6 days
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Chiariamo un equivoco.
Se io ti regalo le armi, una volta fatto non è che posso dirti come utilizzarle.
Se io ti regalo armi, devo scontare il fatto che le userai come vuoi, e che NON HO ALCUN POTERE PER IMPEDIRTELO.
Quindi la querelle sulla "autorizzazione all'Ucraina a utilizzare armi 'occidentali' sul suolo russo" è semplicemente ridicola.
La verità è che, in violazione degli artt. 11, 78 e 87 della Costituzione, l'Italia è di fatto in guerra contro la Russia sin dal febbraio di due anni fa.
C'è il piccolo dettaglio che, come chiaramente detto da Putin, quel tipo di armi, i missili a lungo raggio, non possono essere usati senza uomini e informazioni occidentali.
-Libero Petrucci
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kon-igi · 5 months
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Ciao Kon,
Tu forse non ti ricorderai di me ma io invece ricordo un liquore alla liquirizia, più di un meet up e quello che doveva essere un incontro al Lucca Comics finito "male" per il troppo casino (non siamo riusciti a beccarci).
Ti scrivo in anonimo perché penso tu sia una grande cassa di risonanza perché nonostante tumblr sia diventato -non per noi nostalgici- un po' obsoleto vedo che continui ad essere un punto di riferimento per questa comunità e che forse tu con il tuo cinico dissezionare la situazione possa in qualche modo riuscire a scuotere i più, ma ahimè vige il segreto professionale, cose firmate e quant'altro che mi impediscono di esprimere questo disagio pubblicamente.
REGÀ I SORRISI DEI COMMESSI SONO FALSI. Non perché non abbiamo più voglia di fare questo lavoro, ma perché è diventato tutto uno schifo, le aziende e anche i clienti se vogliamo dirla tutta.
Cosa si cela dietro la vita del commesso?
Conta persone agli ingressi, voi non li vedete ma è così e di recente c'è anche il contapersone del passaggio esterno, quindi se non ti cazziano perché non hai venduto, ti cazzieranno perché non è entrata gente.
Statistiche: pezzi per vendita, scontrino medio, media di scontrino per ingressi. Voi non lo sapete, ma ogni giorni ci sono storici e budget da raggiungere in base anche solo ad un singolo ingresso che voi fate "per dare un'occhiata" - ora capite perché non è facile sorridere quando i vostri figli giocano ad acchiappino correndo fuori e dentro i negozi? Perché per quei venti ingressi senza scontrino ci sarà un area manager pronto a far il culo allo staff.
Se sei fortunato e capiti in una squadra in cui ci si spalleggia bene, altrimenti è l'azienda stessa a incentivare la lotta e l'invidia tra colleghi in una lotta tra poveri per mantenersi il posto al miglior venditore.
Non abbiamo mai abbastanza personale, MAI. Siamo spesso contati, se ci ammaliamo almeno nel mio caso ci si mette una mano sul cuore e per non mettere i colleghi in difficoltà si va a lavoro con due bombardoni di tachipirina col rischio di portarsi dietro il malanno per un mese.
Le ferie saltano perché decidono di aprire più punti vendita ma non di assumere gente che non soccomba al "gioco degli stagisti".
Turni del cazzo, spezzati e il più delle volte tutto quello che fai oltre l'orario di lavoro (anche la semplice chiusura) è straordinario che non viene contabilizzato.
Reperibilità quasi totale, manco fossimo in un ospedale. Nel tuo giorno libero è un miracolo non venir contattati dal gruppo di lavoro.
E poi vogliamo parlare dei vari festivi in negozio? Io ho dovuto combattere per avere un cazzo di permesso per la comunione di mia sorella.
È domenica, sono le 15 sono in turno da un'ora in un piccolo centro commerciale di due clienti entrate, una mi ha salutato e trattato come se le avessi offeso l'intero albero genealogico con uno sdegno tale che fa tanto lotta di classe quando siamo tutti nella stessa sudicia barca.
Quindi Kon, per favore aiutami a diffondere il verbo, io sono disposta a rispondere a tutte le domande di questo magico mondo cercando di farvi entrare in empatia con i commessi, ma per favore se non è proprio questione di vita o di morte: SMETTETE DI ANDARE A GIRO PER CENTRI COMMERCIALI, TANTO LA DOMENIC SIETE TUTTI SCOGLIONATI A PRESCINDERE E ALLORA STATE COI VOSTRI CARI, MAGARI È LA VOLTA BUONA CHE SMETTERANNO DI LUCRARE A VUOTO SU STO MONDO.
Ps: stare fino alle 18 fuori e poi riversarvi alle 20 nei negozi non funziona, mettetevi una cazzo di mano sulla coscienza.
Per me i centri commerciali sono un aberrazione sociale che riesce a darmi claustrofobia e agorafobia al contempo ma dopo essere stato a quello di Orio al Serio (aspettavamo che le figlie scendessero dall'aereo... direttamente nel centro commerciale!), ho fatto la tessera di iscrizione ai terroristi.
Non sono un nostalgico della bottega sotto casa, anche perché erano altri tempi e altri modi di vivere... mi basta il supermercato ma il centro commerciale è concepito perché la gente sia invogliata A VIVERLO e questo lo trovo demotivante.
Mi spiace per te ma alla fine mi spiace per tutte quelle persone - non schiavi ma servi - che devono sacrificare se stessi per il benessere superfluo di gente che dà tutto per scontato, quasi se lo meritassero.
E invece sono solo nati dalla parte giusta della società. E del mondo.
EDIT
Non mi ricordo di te al Meetup perché probabilmente ero già ubriaco <3
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ross-nekochan · 1 month
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Ora che sono in ferie voglio parlare di una cosa di cui volevo parlare già da settimane, ma la vita di merda che faccio non me lo aveva permesso.
Allò, settimane fa per la prima volta dato che mi ero depilata le cosce mi sono messa in casa non solo in cannottiera, ma anche in pantaloncini. Passa un giorno e mi ritrovo la mail nella foto.
Come ben sappiamo, qui a Tokyo non è che si muore di caldo, PEGGIO, quindi un giorno di questi mi vesto come in foto a dx in ufficio (che è come mi vestirei in Italia in un giorno normale) e nello stesso giorno inoltrano una mail per dire di rispettare il "business dress code" aziendale che è letteralmente "business casual", pure se non si capisce né che cazzo sia né il perché, dato che non ci sono clienti e siamo solo tra di noi, ma okay.
Mo, premettendo che quando ho lavorato a Napoli, ci andavo in PANTALONCINI (ovviamente non quelli di jeans, ma un tipo più carini e "formali" insomma), qua invece così non va bene perché la maglia ha una stampa + i pantacollant sono considerati il demonio.
Tutti sono sempre a lodare i giapponesi perché sono un popolo omogeneo, che dà la prevalenza al gruppo piuttosto che all'individuo, ma non sono omogenei e uniti perché ci sono nati, sono omogenei perché sei LETTERALMENTE FORZATO (nelle maniere più passivo-aggressive possibili) a omologarti. E questo vale con i vestiti, vale con il peso (perché se pensate che sono tutti secchi di natura, beh col cazzo) e con mille altre cose.
Ora è vero che questa prevalenza dell'interesse di gruppo in alcune cose funziona ed è il motivo per cui noi della cultura euroamericana li ammiriamo, ma voi sareste disposti a rinunciare alla vostra libertà pure sulle piccole cose pur di accontentare l'interesse generale?
Per continuare con l'esempio dei vestiti, loro si vestono così:
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A maniche lunghe (anche con 50°C), con diversi strani addosso spesso inutili (perché sono ossessionati dai tumori alla pelle); le donne o tutte fate dei fiori con i tacchi tutte pronte (e io col cazzo che le imito) o come fossero state cacciate via di casa (e io col cazzo pt.2). Ma tutti hanno un comun denominatore: colori scuri o neutri (nero, grigio, bianco) o pastello, senza chissà quale fantasia o stampa particolare.
Se non segui l'omologazione, spicchi, ti si vede o ti senti in qualche modo osservato. E questo è già lo standard ad essere euroamericano in mezzo ad asiatici, figuriamoci se ti vesti seguendo le tue regole e non le loro.
Uno poi dirà "vabbè sono cose da poco, ci si abitua" e lo capisco, ma non funziona così. Anzi, sono le piccole cose che, accumulandosi, diventano le più pesanti da sopportare.
Oppure i weaboo del cazzo direbbero che "bisogna rispettare la loro cultura e rispettare le loro regole" (cit.), ma loro quella degli altri quando letteralmente non fa male e non cambia un cazzo a nessuno perché non la rispettano?
Questo non è un paese libero, non puoi MAI fare come vuoi, ci sono sempre regole da rispettare, ma fossero regole con un senso uno capirebbe, invece sono regole inutili che letteralmente mìnano la libertà di espressione individuale a livelli base. Invece qua niente o fai la pecora in mezzo al gregge oppure pecora ti ci fanno diventare, perché altrimenti sei, di nuovo, il gaijin di merda che vuole fare di testa sua.
E sapete cosa fanno i gaijin quando hanno le palle piene di ste stronzate? Fanno i gaijin di merda e le regole senza senso le mandano a fanculo.
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schizografia · 3 months
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I bambini sono bambini dello Stato, così pensa lo Stato e si comporta di conseguenza, provocando da secoli danni devastanti. È lo Stato in realtà che partorisce i bambi-ni, vengono partoriti soltanto bambini di Stato, la verità è questa. Non esiste un solo bambino libero, c'è soltanto il bambino di Stato, di cui lo Stato può fare quello che vuole, è lo Stato che mette al mondo i bambini, alle madri vien solo dato a intendere che siano loro a mettere al mondo i bambini, ma è dal ventre dello Stato che nascono i bambini, la verità è questa. Sono centinaia di migliaia i bambini che ogni anno escono dal ventre dello Stato sotto forma di bambini di Stato, la verità è questa. I bambini di Stato vengono messi al mondo dal ventre dello Stato e vanno alla scuola di Stato, dove sono istruiti dagli insegnanti di Stato. Lo Stato partorisce i suoi bambini nello Stato, la verità è questa, lo Stato partorisce i suoi bambini di Stato nello Stato e non li lascia più uscire. Ovunque ci guardiamo intorno, non vediamo altro che bambini di Sta-to, scuole di Stato, lavoratori di Stato, funzionari di Stato, anziani di Stato, morti di Stato, la verità è questa. Lo Stato produce e autorizza soltanto esseri umani di Stato, la verità è que-sta. Lessere umano secondo natura non esiste più, è rimasto soltanto l'essere umano di Stato, e dove l'essere umano secondo natura esiste ancora, esso viene braccato e perseguitato a morte e/o trasformato in un essere umano di Stato. La mia è stata un'infanzia bella ma nello stesso tempo crudele raccapricciante, penso, un infanzia nel corso della quale quando ero dai nonni potevo essere un essere umano secondo natura, mentre a scuola ero tenuto a essere un essere umano di Stato, a casa dai miei nonni ero un essere umano secondo natura, a scuola ero un essere umano di Stato, per mezza giornata ero secondo natu-ra, per mezza giornata di Stato, per mezza giornata, e cioè di pomeriggio, ero secondo natura e quindi felice, per mezza giornata, e cioè di mattina, ero di Stato e quindi infelice. Di pomeriggio ero l'essere umano più felice che si possa immaginare, di mattina il più infelice. Per molti anni fui di pomeriggio l'essere umano più felice in assolu-to, di mattina il più infelice in assoluto, penso. A casa, dai nonni, ero un essere secondo natura e felice, a scuola, giù nella cittadina, ero un essere innaturale e infelice. Quando scendevo giù nella cittadina andavo nell'infelicità (dello Stato!), quando tornavo a casa dai miei nonni in mon-tagna, andavo nella felicità. Quando andavo dai nonni in montagna, andavo nella natura e nella felicità, quando scendevo giù nella cittadina, a scuola, andavo nell'artificio e nella infelicità.
Entravo, di prima mattina, direttamente nell'infelicità e per mezzogiorno o nel primo pomeriggio ritornavo nella felicità. La scuola è una scuola di Stato, dove i giovani vengono trasformati in esseri umani di Stato, vale a dire in galoppini dello Stato e nient'altro. Quando andavo a scuola andavo nello Stato, e poiché lo Stato annienta gli esseri umani, andavo nell'istituto per l'annientamento degli esseri umani. Per molti anni io sono uscito dalla felicità (dei nonni!) per andare nell'infelicità (dello Stato!) e ritornare, sono uscito dalla natura per andare nell'artificio e ritornare, la mia infanzia è consistita in questo andirivieni e nient'altro. Sono cresciuto in questo andirivieni dell'infanzia. Ma in un simile diabolico gioco, non ha vinto la natura ma l'artificio, la scuola e lo Stato, non la casa dei miei nonni. Lo Stato ha costretto me, come tutti gli altri, a entrare al suo interno e mi ha asservito, lo Stato ha fatto di me un essere umano di Stato, un essere umano irreggimentato e registrato e addestrato e diplomato e pervertito e depresso come tutti gli altri. Quando vediamo degli esseri umani, vediamo soltanto esseri umani di Stato, servi dello Stato, come giustamente si dice, non vediamo esseri umani naturali, ma esseri umani di Stato sotto forma di servi dello Stato che sono ormai in tutto e per tutto innaturali, e per tutta la vita rimangono al servizio dello Sta-to, il che significa per tutta la vita al servizio dell'artificio. Quando vediamo degli esseri umani, vediamo soltanto esseri umani di Stato sotto forma di esseri umani innaturali, immolati all'ottusità dello Stato. Quando vediamo degli esseri umani, vediamo soltanto esseri umani in balia dello Stato e al servizio dello Stato, ormai vittime dello Stato. Gli esseri umani che vediamo sono vittime dello Stato e l'umanità che vediamo non è altro che il foraggio dello Stato, con cui lo Sta-to, sempre più ingordo, viene appunto foraggiato. L'umanità non è altro, ormai, che un'umanità di Stato, e già da secoli, e cioè da quando esiste lo Stato, essa ha perso, penso, la propria identità. L'umanità oggi non è altro, ormai, che una disumanità, che poi è lo Stato, penso.
Thomas Bernhard
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mucillo · 4 months
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Leonard Cohen - So Long, Marianne (Live in London)
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🎶Sporgiti alla finestra, piccola mia
mi piacerebbe leggere la tua mano.
Ho sempre pensato di essere uno spirito libero
prima di lasciarmi condurre a casa da te.
E allora a presto Marianne, è ora di cominciare a ridere e piangere
e piangere e ridere di tutto ancora una volta🎶
...................................
So long, Marianne trae spunto dalla relazione avuta con Marianne Ihlen (1935 - 2016) che Cohen conobbe nell'isola greca di Idra nel 1960. Suo marito, lo scrittore Axel Jensen, l'aveva appena lasciata, abbandonandola sull'isola insieme al suo bimbo di sei mesi. Cohen, molto attratto dalla sua bellezza, la accompagnò in macchina fino a Oslo per finalizzare le pratiche del divorzio da Jensen. Poi la inviterà a stabilirsi con lui a Montreal, insieme al figlio. I due vissero quindi per diversi anni insieme.
Alla morte di Marianne, avvenuta il 28 Luglio 2016, Cohen scriverà il seguente elogio funebre:
Beh, Marianne, siamo giunti a questo momento nel quale siamo così vecchi che i nostri corpi decadono e penso che ti seguirò presto. Sappi che ti sono così vicino che se solo proverai ad allungare la tua mano, riuscirai a incontrare la mia. E sai che ti ho sempre amata per la tua bellezza e per la tua saggezza, ma non ho bisogno di aggiungere altro perché sai tutto questo. Ma ora voglio solo augurarti un buon viaggio. A presto, vecchia amica. Con un amore infinito, ci vediamo alla fine della strada.
Cohen morirà pochi mesi dopo, il 7 Novembre 2016.
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omarfor-orchestra · 1 year
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Ma perché 4lvise
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ombranelvento · 1 month
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Nessuno vuole essere giudicato oggi. Lo si ripete più volte sui social. Ognuno pretende di essere libero di vivere come vuole. Il concetto non è sbagliato ovviamente. Ma a due condizioni. Primo, esistono azioni che limitano o influenzano la vita degli altri. Come il giocare coi sentimenti. Quindi la tua libert�� non deve ferire nessuno. Secondo. Nemmeno tu devi giudicare. Gli altri vogliono credere in dio o essere atei? Vogliono sposarsi o incontri di solo sesso? Tu devi farti i cazzi tuoi!
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orotrasparente · 2 months
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un anno fa a quest’ora mangiavo come un porco, studiavo come un mulo ed ero la persona più pigra dell’universo
quest’anno (o meglio da quando mi sono laureato a dicembre) faccio cose strane tipo alzarmi alle 5 per fare allenamento a corpo libero, mangio quasi come un vegetariano da ormai 6 mesi (quasi perché non rinuncio a pollo, pesce e bresaola 🫠), cerco di ottimizzare ogni buco di tempo, sto costantemente a programmare nuovi progetti per i mesi a venire
io non lo so cos’è che mi è successo ma tra queste nuove abitudini, il fatto che ormai sono diventato un monaco zen che non si lascia più influenzare dalle altre persone (almeno il 90% delle volte) e che lascio correre quasi tutto perché alla fine sticazzi delle altre persone (come direbbe christina yang il mio sole sono io) e il fatto che sto lottando contro la mia ansia e non sto lasciando che mi prevarichi, sto riscoprendo o meglio scoprendo una versione di me che mi piace molto, io lo chiamerei l’emanuele 3.0, se diventare adulto significa cambiare così tanto in fondo mi va bene e accetto il cambiamento (ho persino festeggiato il mio compleanno come si deve quest’anno e non mi sono rifugiato come ogni anno perché mi deprimo a invecchiare)
comunque quanto cazzo sono logorroico (sto da solo in ufficio e non ho molto da fare😃 quindi rifletto e rimugino)
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madziy · 1 year
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La mia attività preferita della domenica mattina (per me nel weekend è mattina almeno fino alle 14) è prendere il caffè e spiare i cagnetti dei miei vicini che fanno le passeggiate. Vorrei anch’io un cane ma viaggio troppo e quando non viaggio sto comunque fuori casa da mattina a sera (e poi ho una paura fottuta di essere responsabile di una creatura e non accorgermi che sta male e ha bisogno di cure). Tra i viaggi già fatti e quelli prenotati ho già finito i miei giorni di vacanza che avevo da usare per quest’anno quindi quando la settimana scorsa ho ricevuto un’email che mi offriva un giorno libero in cambio di un’attività di beneficienza mi sono subito iscritta presa dall’eccitazione, senza realizzare bene che si tratta di una corsa. Io odio correre, ma ho fino a settembre per farmelo piacere. Ci ho messo quindici anni a farmi piacere le olive e ora le adoro. Quando arriva giovedì e sono esausta dal lavoro e dalle attività solite della settimana e sento un ronzio in testa per le ore passate in inutili riunioni online, per cena mangio olive davanti alla tv pensando al prossimo viaggio. Capita a volte che le persone mi dicano che devo avere un sacco di soldi per viaggiare tanto e io spiego sempre che semplicemente tutti i miei soldi li investo in quello. Non ho bambini, non ho una macchina e non compro cose costose. Forse se prendessi un cane spenderei tutti i miei soldi per lui e il problema del viaggiare troppo si risolverebbe così. Comprerei finalmente una macchina e ci faremmo dei road trip pazzeschi. Il problema più grande comunque rimangono i pochi giorni di ferie quindi sto pensando a quale sarà la prossima grande cosa in cui investire e smettere di lavorare.
Ah, presa dalla disperazione mi sono fatta rossa, segno da donna basic che qualcosa deve cambiare.
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colonna-durruti · 15 days
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Da rete solidarietà rivoluzione bolivariana
Per non dimenticare l'11 settembre.
Nel giorno dall'anniversario del colpo di Stato in Cile (11 settembre 1973) è interessante mostrare attraverso documenti ufficiali di quali appoggi godesse il criminale fascista Augusto Pinochet oltre a quello degli Stati Uniti e della CIA.
WikiLeaks anni fa infatti ha rivelato i legami tra il Vaticano e la dittatura che rovesciò il presidente socialista Salvador Allende ed il suo governo popolare eletto democraticamente.
Secondo il quotidiano spagnolo Publico.es, si tratta di un documento segreto datato 18 ottobre 1973, in cui il sostituto del segretario di Stato vaticano, Giovanni Benelli, manifestava ai diplomatici statunitensi “la sua grave preoccupazione e quella di Papa Paolo VI, riguardo la vincente campagna internazionale della sinistra per distorcere la realtà della situazione cilena".
Il giornale spagnolo scriveva che in quella data: “Benelli era di fatto il numero due del Papa, poiché il Segretario di Stato, il Cardinale Amleto Giovanni Cicognani, era troppo vecchio per adempiere alla maggior parte delle sue funzioni e quindi aveva consegnato l'incarico al suo sostituto. In tal modo questo fiorentino lavorò a stretto contatto per un decennio con papa Paolo VI fino a guadagnarsi il soprannome del "Kissinger del Vaticano" per la sua gestione aggressiva, quasi autoritaria, a capo della diplomazia della Santa Sede".
"Benelli era così importante in Vaticano, che fu lui in persona a ricevere Richard Nixon ai piedi dell'elicottero con cui il presidente degli Stati Uniti atterrò in Piazza San Pietro nel 1969 per sigillare l'alleanza anticomunista tra la Casa Bianca e la Santa Sede la quale diede origine ai più crudeli colpi di stato militari in America Latina. Dopo il colpo di stato di Pinochet, Benelli considerava esagerata la copertura degli eventi in Cile definendola forse il più grande successo della propaganda comunista ed era preoccupato del fatto che anche i circoli moderati e conservatori sembravano disposti a credere alle bugie più gravi sui crimini del governo cileno di Pinochet", scrisse l'Ambasciata degli Stati Uniti a Roma nel suo rapporto classificato come SEGRETO e con il codice EXDIS "di massima riservatezza".
Benelli aggiungeva che "Le forze di sinistra, resesi conto che la caduta di Allende era stata una delle più grandi battute d'arresto per la causa comunista, hanno cercato di convincere il mondo che la caduta di Allende era dovuta esclusivamente alle forze fasciste ed esterne, piuttosto che ai fallimenti della sua stessa gestione politica" Benelli esprimeva anche il timore che il successo di questa campagna di propaganda comunista avrebbe potuto influenzare i media del mondo libero in futuro" continua il documento statunitense.
"I racconti dei media internazionali che parlano di una brutale repressione in Cile non hanno fondamento”, affermava il numero due del papa.
Per quanto riguarda la repressione del regime militare di Pinochet, dichiarava: "Naturalmente, purtroppo, dopo un colpo di Stato, dobbiamo ammettere che c'è stato qualche spargimento di sangue nelle operazioni di pulizia in Cile, ma la Nunziatura a Santiago, il cardinale Silva e l'episcopato cileno in generale hanno assicurato a papa Paolo VI che la Giunta militare sta facendo tutto il possibile per riportare la situazione alla normalità e che le storie dei media internazionali che parlano di brutale repressione sono infondate".
Secondo la pubblicazione, Benelli (che era candidato ad essere papa dopo la morte di Paolo VI e Giovanni Paolo I) sosteneva che "non si poteva mettere in dubbio la validità o la sincerità del Cardinale Silva". Sempre secondo Benelli il papa fu sottoposto a forti pressioni interne nella Chiesa, specialmente dalla Francia, per esprimersi contro gli eccessi della Giunta militare di Pinochet e nonostante gli sforzi del Vaticano, la propaganda di sinistra aveva avuto un notevole successo anche con alcuni dei cardinali più conservatori e con molti prelati che sembrano incapaci di considerare la situazione in modo obiettivo. Il risultato era che la sinistra (sempre secondo Benelli) era riuscita a creare una situazione in cui il Papa sarebbe stato attaccato dai moderati se avesse difeso la verità in Cile.
"Il Vaticano è convinto, e la Nunziatura ha confermato, che durante gli ultimi mesi del governo di Allende, l'Ambasciata cubana stava fungendo da arsenale per distribuire armi fabbricate in Europa orientale ai lavoratori cileni", afferma Benelli.
Il rapporto segreto dell'ambasciata degli Stati Uniti in Vaticano si conclude con una breve frase:
“La scorsa settimana il Vaticano ha informato un intermediario di sinistra che il Papa non poteva ricevere Isabel Allende, e Benelli ha paura che questo possa provocare ulteriori critiche contro il Vaticano".
#11september #cile #Wikileaks #11settembre
https://m.elmostrador.cl/noticias/pais/2013/04/08/wikileaks-revela-que-el-vaticano-colaboro-con-eeuu-apoyando-el-golpe-de-pinochet/
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kon-igi · 9 months
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THIS LAND IS MINE
@sirkaj ha detto:
Non so se posso riuscire a portare argomentazioni diverse ma ho visto molti video su YouTube e studiato diverse mappe. Non è un genocidio, secondo me, ma un conflitto fra popoli che si odiano. Le risposte ai post non possono essere lunghe. Invito ad aprire YouTube e dare un occhiata ai molti reportage che danno una immagine più precisa, anche se sempre asettica, insapore e inodore. Certo il governo attuale di Israele non è il mio ideale, ma è stato eletto e di elezioni ne hanno avuto diverse negli ultimi anni. È un paese con dinamiche di popolazione complesse ma resta un paese democratico. Come lo è il nostro, anche se il governo attuale non mi piace, o l'Ungheria, che sceglie Orban perché non c'è una opposizione. È vendetta? Invito a vedere le immagini. L'orrore è che parliamo di uomini, donne, bambini, che non hanno scampo. Israele ed Egitto non li vogliono, e il mare è bloccato. E lo era prima del sette ottobre. Di ciò di cui non si può parlare si deve tacere», sentenziava Ludwig Wittgenstein. E questo mi hanno insegnato da ragazzo. Sono posti lontani...orrori lontani. Dal nostro paese abbiamo mandato una nave ospedale che non ha modo di operare. Tutto inutile. Cerchiamo di fare bene a chi è il nostro prossimo e chissà... Magari è un onda, altrimenti solo ipocrisia.
Perdonami ma qua non dobbiamo valutare se Israele sia uno stato democratico o meno (se vogliamo toglierci subito di torno la reductio ad Hitlerum, anche la Germania nazista tecnicamente lo era, con un parlamento e un cancelliere eletto dal popolo)...
La democrazia è un qualcosa che riguarda i cittadini, mentre noi stiamo discutendo di scelte politiche nei confronti di una minoranza.
Perché Pisani e Livornesi si odiano, da centinaia d'anni, ma possono farlo in modo libero e paritario... Ebrei e Arabi si odiano da migliaia di anni ma ora assistiamo a una contrapposizione sproporzionata tra uno stato armato dalla più grande potenza bellica mondiale e due milioni di poveracci senza cibo, acqua e medicine intrappolati in una striscia di terra larga come Milano e provincia.
Poi, sinceramente, non ho capito se tu concordi o meno oppure il tuo sia solo un flusso di coscienza pieno di dubbi.
Il fatto che siano posti e orrori lontani vale anche per le decine di conflitti MOLTO più sanguinosi, di cui infatti si parla poco o nulla ma la questione è proprio quella: qua tutti non solo ne parlano ma partecipano attivamente al conflitto, anche solo impedendo - letteralmente - che sia promossa una qualsivoglia voce discordante con la narrazione comune.
O urli Bene! Bravo! Bis, Israele! oppure stupri e bruci vive le ebree nei kibbutz.
Una polarizzazione così enorme e univoca negli ultimi anni l'ho vista solo nel conflitto Russo-Ucraino, con la differenza che in quel caso ce la prendevamo con gli oppressori e non con gli oppressi.
Per concludere, vi prego di non continuare a massacrare Wittgenstein citando e ricitando quella sua affermazione senza mai aver letto il suo Tractatus logico-philosophicus... se tu lo avessi fatto avresti capito che il suo tacere si riferisce alle leggi della natura che sfuggono alla comprensione umana e che quindi non possono essere spiegate tramite il verbo logico filosofico, meramente descrittivo pur in modo attivo.
Io, per non far rigirare personaggi illustri nella tomba uso questo:
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P.S.
La nave ospedale che abbiamo mandato è un'onda... anzi, uno tsunami. Di ipocrisia.
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anchesetuttinoino · 1 month
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Liliane Murekatete, moglie del deputato Aboubakar Soumahoro, ha perso il suo ricorso in Cassazione contro i giudici del tribunale del Riesame che, di fatto, confermavano l’ordinanza di misure cautelari nei suoi confronti. I magistrati confermano l’entità delle «condotte distrattive» della donna nel caso dello scandalo Karibu.
La signora Soumahoro ha infatti sottratto la modifica cifra di un milione di euro e “non era una semplice segretaria” della coop gestita dalla madre, come sosteneva la difesa. Una pietra tombale sul castello di carta dei garantisti a senso unico della sinistra che leggevano un complotto contro il paladino dei migranti. Non c’erano quindi motivazioni xenofobe, razziste o ideologiche sull’attenzione dei giornali al “diritto al lusso di Lady Soumahoro”: la condotta della moglie dell’onorevole eletto con Fratoianni e Bonelli è stata tutto tranne che onorevole.
Soumahoro tace: la sentenza della Cassazione pubblicata su Latina Oggi
«Da ieri mattina è tutto pubblico, ben stampato sulla prima pagina di Latina oggi – scrive oggi Francesco Storace su Libero – e chissà quanti giornali ne avranno tenuto conto nell’edizione odierna. La vicenda di sfruttamento odioso dell’accoglienza per gli immigrati si “arricchisce” di ulteriori dettagli che è difficile derubricare in distrazioni. Sono reati e non di poco conto, dice la Cassazione nelle sue motivazioni». Come ricorda il quotidiano diretto da Mario Sechi, «lo scandalo Karibu  era già passato al vaglio del Gip di Latina con una misura cautelare, confermata dal tribunale del riesame di Roma. L’indagata eccellente aveva fatto ricorso con gli altri imputati in Cassazione e ieri si è appreso perché ha torto, col deposito delle motivazioni dei giudici dell’Alta corte. “Le condotte distrattive sono state poste in essere mentre l’indagata era sottoposta a misura interdittiva per altro procedimento”.
Nello scandalo Karibu, come ricorda il quotidiano, tra i reati contestati, c’è la frode nelle pubbliche forniture, «per aver distratto ed essersi appropriata delle somme erogate dalla Prefettura alla società Karibu» ma anche bancarotta fraudolenta per distrazione con trasferimento su conti correnti esteri. Liliane Murekatete attraverso l’avvocato Lorenzo Borre, sosteneva di «non ricoprire cariche sociali se non quella in una società inattiva da venti anni e avente un diverso oggetto sociale relativo all’organizzazione di matrimoni». La mazzata della Cassazione sul punto è stata netta: «È infondata la doglianza relativa alla non pertinenza del pericolo rispetto alla carica ricoperta in una società avente ad oggetto l’organizzazione di matrimoni».
Come osserva sapidamente Storace, chissà perché «il deputato portato in Parlamento da Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni non pronuncia più una parola sull’argomento, che pure dovrebbe essergli “familiare”…».
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