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#regina inghilterra
fashionbooksmilano · 2 years
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Stampe Popolari Inglesi
James Laver
Electa Editrice, Milano 1971, 204 pagine, 208 ill. a colori e b/n, 34 x 27 cm,  cofanetto contenitore in cartoncino con illustrazione in oro
euro 35,00
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Introduzione. "Il libro illustrato del diavolo". Fogli volanti e manifesti. Stampe topografiche. Figurini di moda. Caricature e stampe satiriche. Stampe sportive. Attori nei panni dei loro personaggi e il "teatrino per bambini" o "juvenile drama". "La nostra cara regina". Valentine e cartoline di Natale. Cartoline illustrate. Bibliografia.
17/12/22
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s-memorando · 7 months
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"La favorita": il film
Dopo aver visto “Povere creature” con una superba interpretazione di Emma Stone mi è venuta voglia di curiosare nella carriera di questa attrice talentuosa e ho scoperto che “Povere creature” non era il primo film che girava con il regista Yorgos Lanthimos. Il film precedente era appunto “La favorita”, altro film visionario anche se con un solido fondo storico. I personaggi sono reali, la regina…
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acidvalleymagazine · 1 year
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Regina purosangue
Camilla is my Queen Io e la mia compagna di appartamento abbiamo fatto e facciamo danza, per cui la sfilata lungo le strade di Londra di Carlo Re era una una ghiotta occasione per studiare le coreografie degli eserciti comprendente soldatini e fattore equino. Sicuramente le telecamere della BBC avranno escluso i momenti critici generati da qualche purosangue iracondo che, stufo di aspettare…
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bisbiglidicarta · 1 year
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Jane Seymour, la terza moglie
Jane Seymour fu la terza moglie di Enrico VIII, quella da lui più amata. Di lei sappiamo pochissimo. Gli storici si chiedono ancora ora chi fosse in realtà. Una ragazza spinta dalla famiglia nel letto del re? Oppure una cinica calcolatrice che provocò la morte della moglie del re per poter subentrare al suo posto? Procediamo con ordine. Jane nacque nel 1508, circa, in una numerosa famiglia di…
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robdidarcy · 4 months
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Henri Chapron (30 dicembre 1886 - 14 maggio 1978) è stato un importante carrozziere automobilistico francese . La sua carrosserie , creata nel 1919, si trovava nel sobborgo parigino di Levallois-Perret.
Chapron ha spostato la sua attenzione sulla Citroën DS lanciata di recente . La prima coupé DS rimodellata di Chapron fu la Le Paris del 1958.
Inizialmente, Chapron acquistò questi veicoli e li personalizzò come creazioni uniche. Molte di queste divennero varianti decappottabili uniche. La sua DS decappottabile fece scalpore al Motor Show del 1958. I dirigenti della Citroën vennero a trovarlo a Levallois per offrirgli un contratto di produzione.
Per due anni, i team Chapron e Citroën hanno lavorato fianco a fianco per rafforzare gli standard di sicurezza della vettura e ridurre al minimo i costi di produzione. Sulla base di un progetto del designer DS Flaminio Bertoni, Chapron sviluppò una carrozzeria decappottabile a due porte che fu venduta attraverso la rete di concessionari Citroën. La serie decappottabile fu presentata al Motor Show di Parigi del 1960.
La collaborazione ufficiale con Citroën iniziò nel 1961. Una notizia sul Daily Variety del 20 luglio 1961 notava che Cary Grant aveva "telefonato alla casa automobilistica francese Citroën per ordinare una nuova auto da utilizzare nel film" Quel tocco di visone . [3] Secondo quanto riferito, la fabbrica ha spedito "il modello da esposizione" allo studio senza esitazione e l'auto è presente in primo piano nel film, ottenendo una pubblicità chiave per il modello.
Chapron ha costruito questa "Décapotable usine" (decappottabile di fabbrica) - 1.365 auto in tutto. Ciò ha consentito agli acquirenti di beneficiare di una garanzia di fabbrica sui convertibili Usine acquistati. Le decappottabili di fabbrica utilizzavano una piattaforma DS fornita da Citroën, che comprendeva tutta la meccanica, i parafanghi anteriori, il parabrezza e le ruote. Chapron ha utilizzato il telaio completo, ma ha rinforzato vari elementi nella zona del pavimento. Le porte della berlina standard sono state allungate di 18 cm; Chapron ha rifatto i parafanghi posteriori. Chapron ha continuato a realizzare i propri veicoli basati su DS, tra cui Croisette , Palm Beach , Le Dandy , Lorraine e Le Leman.
A differenza delle decappottabili di fabbrica, Chapron utilizzava solitamente per i suoi modelli un parabrezza più basso di sei centimetri. I finestrini laterali, compresi quelli posteriori, potevano essere abbassati manualmente o elettricamente, a differenza dell'auto di serie. Venditore esperto e intenditore, Henri Chapron desiderava le pelli più pregiate . Mentre Citroën acquistava le sue pelli da Costil a Pont Audemer, Chapron le ordinava da Connolly in Inghilterra. Nel 1968, Chapron realizzò uno speciale modello presidenziale DS esteso per il governo di Charles de Gaulle .
Nel 1972, Chapron consegnò due modelli presidenziali SM al governo di Georges Pompidou . Queste gigantesche decappottabili a quattro porte furono utilizzate per la prima volta nel 1972 in occasione della visita della Regina Elisabetta II in Francia e continuarono ad essere utilizzate fino all'inaugurazione di Jacques Chirac nel 1995.
La ​​Presidentielle fu rimessa in servizio nel 2004, quando la Regina Elisabetta II revisionò truppe sugli Champs Elysees con Chirac il 5 aprile 2004, all'inizio della visita di stato di tre giorni della regina in Francia per celebrare i 100 anni di amicizia formale tra Francia e Gran Bretagna. L' Intesa Cordiale , firmata a Londra l'8 aprile 1904, risolse una serie di controversie coloniali e contribuì a stringere un'alleanza contro la risorgente Germania
La Citroën SM Mylord è stata progettata come una decappottabile completa a due porte, ovvero senza roll bar. È stata dotata di una carrozzeria a tre volumi con un piccolo cofano del bagagliaio, che nella parte posteriore riprendeva autenticamente il design del veicolo originale, in particolare la targa rialzata. Il prototipo della Mylord fu presentato al Motor Show di Parigi nel 1971 e le vendite iniziarono un anno dopo. La produzione fu complessa, a cominciare dal fatto che Chapron ricevette una carrozzeria standard da Chausson. La tecnologia e il pianale della SM Coupé rimasero sostanzialmente invariati; anche il passo è stato mantenuto. I montanti B e C furono rimossi, dopodiché Chapron installò ampi rinforzi nella zona della carrozzeria.
La carrozzeria modificata fu trasportata alla Citroën, dove furono installati il ​​motore, il telaio e altri componenti tecnici. Alla fine, l'auto è stata riportata all'officina di Chapron per rifare gli interni e verniciarli. Nel complesso, furono prodotte solo poche Mylord decappottabili; le fonti variano tra sette e otto copie. Quello che è certo è che in Francia sono stati venduti quattro veicoli; altri due sono andati in Spagna, uno nel Regno Unito. Un anno dopo la Mylord Cabriolet, Chapron sviluppò una versione berlina della SM di serie, l' Opera. Chapron sviluppò una berlina che rimase fedele al design del modello originale e alla fine rappresentò una versione ampliata della SM Coupé. Partendo da una carrozzeria SM in bianco, Chapron ha esteso notevolmente il passo. Le porte anteriori sono state accorciate e sono state apportate alcune modifiche nella zona della linea di cintura. Le porte posteriori erano un progetto interno di Chapron. Riprendevano la linea della coupé e presentavano anche la caratteristica piega davanti al montante posteriore.
Alla fine, Chapron rimosse il grande portellone posteriore e lo sostituì con una costruzione a tre volumi . La parte posteriore, a sua volta, corrispondeva al design della coupé. Il veicolo era molto pesante e aveva perso parte della manovrabilità del coupé. La Citroën SM Opera venne presentata al pubblico al Salone di Parigi del 1972. Nei due anni successivi, Chapron produsse un totale di otto berline Opera. Almeno due di essi sono ancora conservati. Un veicolo in ottime condizioni si trova nei Paesi Bassi, un altro in Germania.
Henri Chapron muore a Parigi nel 1978 e l'azienda stessa sopravvive per qualche tempo sotto la direzione della vedova. Meno di cinque mesi dopo la morte di Chapron, l'azienda presentò una conversione con carrozzeria Landaulet costruita per un ricco cliente olandese, basata su una Peugeot 604 allungata .
C'erano speranze che questo potesse portare a una produzione bassa ma costante di conversioni simili, come era accaduto durante le versioni speciali allungate di Chapron basate sulla Citroën DS.
Ciò non accadde, ma l'azienda produsse alcune versioni speciali di lusso (compresi i landaulet) della Citroën CX con interni riccamente equipaggiati. Le officine Chapron prepararono diversi veicoli Landaulet basati sulla CX 2400 Prestige, inclusa un'auto nuziale, consegnata nel 1981 e utilizzata per la prima volta per il matrimonio di Henri de Passau, Principe di Borbone Parma e Grande Erede e Maria Teresa Grand Duchessa. Fu poi utilizzato per le nozze del re Harald V di Norvegia , del principe ereditario di Norvegia, dell'arciduca Cristiano d'Austria e della principessa Marie Astrid, e infine del principe Nicola del Liechtenstein e della principessa Margaretha di Lussemburgo per i loro rispettivi matrimoni
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gotaholeinmysoull · 11 months
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chi è la stronza che ha dovuto lavare la roba incrostata che si è trovata nel lavandino in cucina dopo una settimana che non c'era? eccomi
dio porco te ne vai per una settimana lava la tua roba mica sei la regina di inghilterra
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Mondiali donne: regina Letizia balla in campo con Spagna
Prima della finale del Mondiale donne tra Inghilterra e Spagna si era notata, polemicamente, l’assenza del principe William in tribuna, nonostante la carica di presidente onorario della federcalcio; dopo, ad esser ricordato sara’ sicuramente il festeggiamento in campo, con tanto di canti e balli, della regina di Spagna.     Letizia ha seguito la partita dalla tribuna autorita’ dello stadio di…
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fridagentileschi · 2 years
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10 curiosità su Agatha Christie
1 - Fino all'età di 8 anni, sua madre non voleva che lei imparasse a leggere. Abbiamo quindi rischiato di perdere una delle migliori "penne" del panorama letterario mondiale.
2 - Poirot a Styles Court, una delle sue prime novelle, è stata scritta per una scommessa con la sorella Madge. È stata lei, vedendo la passione della sorella per la scrittura, a sfidarla a produrre un romanzo e non solo piccole storielle. Tutto sommato, ha funzionato!
3 - Hercule Poirot è ispirato a una persona realmente esistente: un belga che la stessa Christie vide scendere da un pullman nei primi anni '10. La sua camminata stramba e la particolarità del suo volto e dei suoi baffi colpirono la scrittrice che decise di "usarlo" come protagonista per svariati suoi romanzi.
4 - Fin dai primi romanzi si intuisce che Agatha Christie non adora la violenza. Fateci caso, la maggior parte degli omicidi avviene per avvelenamento e davvero in rari casi il killer usa una pistola o le maniere forti.
5 - Molti hanno un'immagine di lei corrucciata, impegnata 24 ore su 24 a scrivere, scrivere, scrivere. Lei invece adorava surfare ed è spesso andata in cerca di onde giganti in Sud Africa e addirittura ad Honolulu. Non ve lo sareste mai aspettato vero?
6 - Nel 1926, quando ormai aveva una discreta fama scomparve per 10 giorni. I problemi con il marito la portarono a far perdere le sue tracce per un po'. Scattò subito l'allarme e misero un investigatore privato a cercarla ma lei si era semplicemente rinchiusa in una SPA per recuperare un po' di energie.
7 - Aveva un alias. Ebbene sì, ben 6 suoi romanzi sono stati pubblicati con il nome di Mary Westmacott, nome inventato che nasce dall'unione del suo secondo nome, Mary, e dal cognome di alcuni suoi parenti.
8 - Il New York Times ha dedicato una copertina a Poirot negli anni '50. In occasione della pubblicazione di Sipario, opera in cui muore il noto investigatore belga, il quotidiano americano ha dedicato un necrologio in prima pagina a questo iconico personaggio.
9 - La casa dove Agatha Christie ha passato gran parte della sua vita si trova a Devonshire, in Inghilterra. Attualmente è disabitata ma potete affittarla per circa 500€ a notte.10 - Forse in pochi lo sanno ma la Regina del giallo aveva una forte passione per l'archeologia. Dopo il naufragio della storia con Archie, Agatha si è fidanzata con un archeologo, Max Mallowan che l'ha spesso portata a fare dei sopralluoghi in Siria e Iraq in aree dal forte impatto storico.
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lalacrimafacile · 2 months
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Becoming Elisabeth - Il ritratto di una regina (2022)
Alla scoperta di "Becoming Elizabeth": Un'immersione nella storia Tudor
"Becoming Elizabeth" è una miniserie che cattura l'attenzione degli appassionati di storia e delle serie TV storiche. Essa offre uno sguardo affascinante e dettagliato sugli anni formativi della futura regina Elisabetta I d'Inghilterra. La serie, ambientata nel tumultuoso periodo post-Enrico VIII, esplora le dinamiche politiche e personali che hanno influenzato la giovane Elisabetta.
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Fedele ai Riferimenti Storici
Una delle principali forze di "Becoming Elizabeth" è il suo impegno nel rimanere fedele ai fatti storici. Ovviamente presenta qualche inevitabile licenza artistica. Nonostante il focus su Elizabeth, la miniserie mette anche in evidenza eventi chiave come la morte di Enrico VIII assieme alla successione di Edoardo VI. Vengono rappresentate le lotte di potere tra le diverse fazioni della corte inglese. Attraverso dialoghi ben scritti e una trama avvincente, la serie riesce a trasmettere l'atmosfera di incertezza politica che caratterizzò l'epoca.
Ecco che Elisabetta, interpretata da Alicia von Rittberg, è presentata come una giovane donna intelligente e ambiziosa. Una persona consapevole delle insidie che la circondano. La serie non manca di esplorare le sue relazioni personali. Sono inclusi i complessi rapporti con il fratellastro Edoardo VI, la sorella Maria, e il patrigno Thomas Seymour. Queste dinamiche sono trattate con una sensibilità che permette di comprendere meglio le sfide e le pressioni a cui Elisabetta fu sottoposta fin dalla giovane età.
Ambientazioni Autentiche
Le ambientazioni di "Becoming Elizabeth" sono curate nei minimi dettagli, offrendo uno spaccato realistico della vita nella corte Tudor. I set, dalle grandi sale del palazzo reale ai giardini curati e ai castelli austeri, contribuiscono a creare un senso di immersione totale. Le riprese, realizzate in parte in location storiche in Inghilterra, aggiungono autenticità e profondità visiva alla narrazione.
Come detto in precedenza, infatti, ogni ambiente è attentamente progettato per riflettere l'epoca, dai lussuosi appartamenti reali ai più modesti alloggi dei servitori. Le scelte cromatiche, la disposizione degli arredi e l'uso della luce naturale nelle scene interne contribuiscono a creare un'atmosfera che rispecchia fedelmente il periodo rinascimentale.
Costumi Dettagliati
Continuando a parlare dei particolari su cui i creatori si sono soffermati, parliamo dei costumi.
Un altro elemento che distingue "Becoming Elizabeth" è l'attenzione ai costumi. Quest'ultimi sono ricchi di dettagli e riflettono accuratamente la moda dell'epoca Tudor. Abiti sontuosi, ricami intricati, tessuti pregiati e gioielli sfarzosi contribuiscono a delineare lo status e la personalità dei personaggi.
Elisabetta, con i suoi abiti elaborati, trasmette l'evoluzione da giovane principessa a futura regina. I costumi di personaggi come Maria Tudor e Caterina Parr sono ugualmente curati. La serie quindi offre un ulteriore livello di profondità e autenticità alla rappresentazione storica.
Recitazione Eccellente
La qualità della recitazione in "Becoming Elizabeth" è un altro punto di forza della serie. Alicia von Rittberg offre una performance convincente e sfaccettata come Elisabetta. L'attrice riesce a trasmettere sia la vulnerabilità che la determinazione della giovane principessa.
Da fan delle romance, molto importante è stata anche la chimica tra la protagonista a l'attore di Robert Dudley. Jamie Buckley diventa uno dei principali attori negli ultimi episodi, dando alla serie una sfumatura più giovanile.
Gli attori di supporto, tra cui Romola Garai nel ruolo di Maria Tudor e Tom Cullen come Thomas Seymour, offrono interpretazioni altrettanto solide, aggiungendo complessità ai loro personaggi. Le interazioni tra i personaggi principali sono cariche di tensione emotiva e sottigliezza, riflettendo le sfide e le rivalità che caratterizzavano la corte Tudor.
Conclusione
"Becoming Elizabeth" è una miniserie che merita di essere vista sia dagli appassionati di storia sia da chi ama le narrazioni ricche e ben realizzate. La sua fedeltà ai riferimenti storici, le ambientazioni autentiche, i costumi dettagliati e la recitazione di alto livello si combinano per creare un'esperienza coinvolgente e istruttiva.
Guardando "Becoming Elizabeth", gli spettatori possono immergersi nel mondo complesso e affascinante della corte Tudor, scoprendo le radici di una delle sovrane più iconiche della storia inglese.
Se anche voi amate le serie storiche, romanzate come questa appena descritta, commentate e scrivetemi la vostra preferita!
Non perdetevi gli altri articoli di questo blog. Se avete dei consigli su quali serie TV recensire o qualche argomento che vi appassiona, scrivetemi!
Stay Tuned! La vostra Easy Tears
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carmenvicinanza · 2 months
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Theresa Goell
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Theresa Goell è stata l’archeologa che ha infranto barriere culturali e di genere per svolgere il suo importante lavoro che ha consegnato al mondo un periodo storico precedentemente oscuro e incompreso.
Pioniera in un campo ad appannaggio maschile, è stata anche tra le prime persone della storia a utilizzare nuove tecniche geofisiche negli scavi.
Divorziata, ebrea in un ambiente tutto musulmano e con gravi problemi di udito, è stata la prima donna occidentale a penetrare in territori isolati e mal collegati, con poco sostegno da parte della comunità archeologica, in un momento in cui viaggiare con migliaia di chili di attrezzature e forniture era una vera impresa.
L’impegno della sua vita è stato lo scavo di Nemrud Daği, nelle remote regioni montuose dei territori curdi della Turchia sud-orientale, che ha consentito di rivelare il ruolo chiave nella storia dell’Anatolia.
Nata a New York il 17 luglio 1901, figlia di ebrei della classe media emigrati dalla Russia, aveva studiato alla Syracuse University e poi al Radcliffe College, dove si era laureata in filosofia ed etica sociale.
Era ancora una studentessa universitaria quando sposò Cyrus Levinthal ed ebbe suo figlio Jay. In quel periodo iniziò a perdere l’udito a causa dell’otosclerosi.
Nel 1926, si era trasferita col marito in Inghilterra, dove aveva studiato storia dell’arte, architettura e archeologia all’Università di Cambridge.
Avrebbe potuto avere una vita agiata come moglie di un avvocato e cognata di un eminente rabbino di Brooklyn, ma lasciò il marito e il figlio per l’avventura che ne ha segnato l’esistenza.
Negli anni Trenta era stata spesso in Medio oriente, prima a Gerusalemme grazie all’American Schools of Oriental Research per cui aveva realizzato disegni di ceramiche, restaurato terrecotte e lavorato come assistente di architettura. L’anno successivo aveva partecipato alla spedizione a Gerasa, per ricostruire i reperti dello scavo.
In Palestina aveva lavorato anche come architetta e contribuito a progettare oltre 200 edifici tra Tel Aviv, Haifa e Gerusalemme.
Dopo gli studi alla New York University School of Fine and Applied Arts, aveva realizzato progetti architettonici di interni per grandi magazzini e società di ingegneria navale.
Studiava arte preistorica ed europea alla Columbia University quando, nel 1938 il suo studio sul monte Nimrud, ha portato al lavoro più importante della sua vita, lo scavo di Nemrud Daği.
Da quel momento trovare la tomba di Antioco è stato lo scopo della sua vita. Su una montagna alta 7.000 piedi a tre giorni di cammino dall’ufficio postale più vicino, c’erano i resti del grande personaggio che aveva governato il regno di Commagene e controllato le rotte commerciali attraverso il fiume Eufrate nel secolo prima della nascita di Cristo.
Le ci vollero sei anni per ottenere il permesso di scavare, raccogliere fondi, trovare studiosi che collaborassero con lei e attrezzare un accampamento in cima alla montagna per 50 persone.
Ci ha lavorato, in più riprese, per vent’anni, a stretto contatto con gli abitanti curdi per i quali divenne madre, infermiera, benefattrice. Portava vestiti e medicine da New York per curare i lavoratori e le loro famiglie, ha insegnato alle donne l’igiene e il controllo delle nascite. Era considerata la regina della montagna.
Nel 1960 ha relazionato le sue ricerche al Congresso per gli Orientalisti di Mosca e l’anno successivo, un’analisi del suo lavoro fu pubblicata sul National Geographic.
Eletta corrispondente dell’Istituto archeologico tedesco di Berlino, aveva tenuto importanti conferenze all’Università di Londra.
Dal 1963 ha condotto due anni di sondaggi geofisici del sito, riuscendo a far luce su riti e religioni influenzati dalle culture babilonesi, ellenistiche e anatoliche. Gli scavi hanno documentato l’influenza dei culti misterici della “salvezza” durante questo periodo di transizione tra paganesimo e cristianesimo.
Ha diretto altri scavi in Medio Oriente come quelli di Samosata e di Tarso.
Nel 1965 ha girato un film sul suo lavoro per la National Geographical Society.
È stata a Nemrud Daği per l’ultima volta nel 1973, nel cinquantesimo anniversario della fondazione della Repubblica Turca, il Ministero della Cultura ne aveva riconosciuto il grande contributo alla cultura e all’arte anatolica.
Nonostante una paralisi dovuta a un tumore alla colonna vertebrale, aveva preparato un rapporto sugli scavi a Samosata per la National Geographical Society e pianificato nuove spedizioni  in Turchia, dove era tornata nel 1978.
Non è riuscita a trovare la tomba di Antioco, ma il sito è diventato patrimonio dell’UNESCO e uno dei più visitati al mondo.
È morta a New York il 18 dicembre 1985, dopo una lunga malattia.
I suoi documenti sono stati donati all’Università di Harvard e sono ospitati nella Schlesinger Library and Semitic Museum.
Dal ritrovamento di scatole piene di foto, lettere, audiocassette e film relativi alla sua insolita carriera e alle lotte personali, la nipote Martha Goell Lubell, ha tratto un film documentario dal titolo Queen of the Mountain, uscito nel 2006.
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scienza-magia · 3 months
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L'intelligenza artificiale supera il test di Touring
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Si fa presto a dire test di Turing. A settant'anni dalla morte di Alan Turing, il suo test sulle intelligenze artificiali è tornato di stretta attualità a dimostrazione della sua grande influenza. L’8 giugno di settant’anni fa Alan Turing fu trovato morto nella propria casa di Wilmslow, in Inghilterra, dalla sua governante. Le analisi sul suo corpo portarono alla conclusione che uno dei più brillanti pionieri dell’informatica fosse morto il giorno prima – il 7 giugno – a causa di un avvelenamento da cianuro. Vicino al suo corpo c’era una mela mangiata a metà: si ipotizzò che Turing l’avesse usata per mascherare il sapore del veleno, ma non fu mai analizzata per verificare se contenesse tracce di cianuro. Turing morì dopo un periodo di grandi difficoltà, definito dalle leggi dell’epoca un criminale per la propria omosessualità e sottoposto alla castrazione chimica, dopo aver dato un contributo fondamentale all’informatica e allo sviluppo del concetto di “intelligenza artificiale”.
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Un monumento dedicato ad Alan Turing a Paddington, Regno Unito (Matt Brown, Wikimedia) Solo nel 2009, a più di mezzo secolo dalla sua morte, il governo britannico espresse il proprio rammarico per il trattamento riservato a Turing, così come alle migliaia di altre persone condannate per la loro omosessualità. Furono poi necessari altri quattro anni prima che la regina Elisabetta II concedesse a Turing una grazia postuma, riconoscendo il suo importante contributo per il progresso e la pace, soprattutto in un periodo drammatico come quello della Seconda guerra mondiale. Turing fu infatti uno dei protagonisti delle decodifica dei messaggi realizzati con Enigma, la macchina sviluppata dai nazisti per comunicare in codice e organizzare gli attacchi soprattutto contro i sottomarini degli Alleati, come raccontato nel film The Imitation Game con Benedict Cumberbatch. Ma il contributo più grande di Turing fu nello studio e nelle riflessioni intorno al rapporto tra gli esseri umani e le macchine, in un periodo in cui l’informatica per come la intendiamo oggi era agli albori e gli scenari in cui i computer avrebbero risolto molti dei nostri problemi sembravano ancora da fantascienza. Prima della Seconda guerra mondiale e di Enigma, Turing immaginò nei suoi studi una macchina in grado di svolgere qualsiasi compito, prospettando caratteristiche e funzionamenti non molto lontani da quelli dei computer che usiamo ogni giorno, smartphone compresi. Turing riteneva che la sua ipotetica macchina sarebbe stata in grado di rispondere a specifiche esigenze, a patto di fornirle un programma adeguato per farlo. Ma Turing era soprattutto affascinato dalla possibilità che un giorno le macchine potessero diventare sofisticate al punto da sembrare umane. Illustrò l’idea in un articolo pubblicato nel 1950 sulla rivista accademica Mind, descrivendo un esperimento per mettere alla prova un sistema artificiale in una conversazione tra esseri umani. Fin dall’inizio dell’articolo Turing chiariva la difficoltà del problema: «Propongo di prendere in considerazione la seguente questione: “Le macchine possono pensare?”». La riflessione proseguiva segnalando come fosse difficile definire il concetto stesso di “pensare”, arrivando alla proposta di un gioco-test basato per lo più sul linguaggio da considerare come un’espressione di intelligenza.
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Una versione di Enigma (Getty Images) Nel corso del tempo sarebbero state elaborate varie versioni del test, oggi noto come “Test di Turing” dal nome del suo inventore, ma ci sono spesso elementi comuni. Nel test un valutatore deve essere in grado di distinguere veri interlocutori da un interlocutore artificiale, naturalmente senza poterli vedere e sapendo che uno di loro è una macchina. Il sistema artificiale supera la prova se il valutatore non riesce a distinguerlo dagli esseri umani. Nonostante fosse stato presentato in un articolo in parte speculativo e “minore” rispetto ad altre ricerche svolte da Turing – e non fosse definito esplicitamente come un modo per misurare l’intelligenza di un sistema – il test che porta il suo nome sarebbe diventato negli anni un importante punto di riferimento per chi si occupa di informatica e di sistemi di intelligenza artificiale. A oltre 70 anni dalla sua pubblicazione, si discute ancora oggi sulla possibilità che una macchina sviluppi una propria coscienza, tale da consentirle di articolare un pensiero e di averne consapevolezza. Nel corso del tempo il test di Turing avrebbe ricevuto diverse critiche per una certa ingenuità, dimostrata dal fatto che alcuni dei vincoli previsti possono essere facilmente aggirati per dare l’illusione al valutatore di avere effettivamente a che fare con un essere umano, anche se sta interagendo con una macchina fortemente limitata ma programmata per nascondere i propri limiti. Anche per questo motivo nacquero test alternativi, pur basati sugli assunti di Turing. ELIZA, un programma sviluppato negli anni Sessanta negli Stati Uniti, dava risposte all’apparenza “intelligenti” imitando uno psicologo. Il sistema suggeriva con una certa frequenza ai propri interlocutori umani di riflettere sulle loro affermazioni, proprio come avrebbe fatto un terapista, semplicemente componendo le proprie frasi in domande che contenevano parte delle risposte appena ricevute. Secondo alcuni parametri, ELIZA superava il test e in un recente studio ha anche battuto una delle versioni di GPT, il sistema di intelligenza artificiale che fa funzionare il famoso ChatGPT. Che un sistema concepito 60 anni fa, quando i computer avevano una frazione della capacità di calcolo di quelli attuali, ne abbia superato uno recentissimo e molto discusso proprio per le sue capacità si spiega col fatto che non esiste un’unica versione formalizzata del test. L’idea di base è quella che fu esposta da Alan Turing a metà Novecento, ma i modi in cui viene effettuato il test possono variare sensibilmente in base ai criteri scelti dai gruppi di ricerca che se ne occupano. Essendo il sistema più conosciuto e studiato degli ultimi anni, ChatGPT è finito al centro di molte sperimentazioni anche tese a verificare la sua capacità di produrre conversazioni così verosimili da poter essere scambiate per quelle prodotte da un essere umano. Nel luglio del 2023 un articolo pubblicato su Nature ha segnalato il superamento del test di Turing da parte di ChatGPT, pur evidenziando come rimangano irrisolti molti problemi legati al produrre sistemi che siano effettivamente in grado di ragionare. Alcuni particolari sistemi di AI come ChatGPT sono basati su modelli linguistici di grandi dimensioni (LLM) per la generazione di testi, che prevedono le parole da utilizzare man mano che scrivono una frase senza che abbiano una consapevolezza di ciò che stanno facendo (per alcuni esperti è un problema secondario, nel momento in cui una AI svolge comunque efficacemente il compito che le è stato assegnato). A inizio 2024 un altro studio, pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences, ha segnalato come la versione all’epoca più recente di ChatGPT producesse conversazioni non distinguibili da quelle dei suoi interlocutori umani, rivelando le proprie origini artificiali solo nel caso di risposte orientate in modo più marcato alla cooperazione e all’altruismo. La sperimentazione era stata effettuata basandosi su una serie di test solitamente somministrati per verificare la personalità e le scelte in particolari scenari, di tipo etico ed economico. Secondo il gruppo di ricerca, lo studio dimostra uno dei primi casi in cui una intelligenza artificiale ha superato «un rigoroso test di Turing», ma per alcune delle risposte fornite «non avrebbe probabilmente guadagnato molti amici». L’esperimento non può comunque essere considerato definitivo, visto che la questione del test di Turing e più in generale della capacità delle macchine di pensare è ancora ampiamente discussa tra chi si occupa di filosofia, di informatica e di matematica. La proposta di Turing non era del resto orientata a dare risposte, ma a fare domande: non aveva pensato il proprio test come una prova di intelligenza e umanità, ma come un gioco, una gara di imitazione. Lo immaginò in un’epoca molto diversa dalla nostra, dove sarebbe stato già sorprendente di per sé avere un programma che risponde a delle domande ed è in grado di portare avanti una conversazione. Oggi sappiamo che quei sistemi esistono, sono ormai nella nostra vita di tutti i giorni, ma sappiamo anche che non hanno consapevolezza di sé e che non “pensano”. E quando arriviamo a quest’ultima conclusione, ci interroghiamo su che cosa significhi davvero “pensare”, un concetto per nulla banale e sul quale si ragiona e specula praticamente da sempre. Turing era consapevole dell’impossibilità di dare una risposta convincente alla definizione di quel concetto, ancor prima di applicarlo alle macchine.
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Una statua dedicata ad Alan Turing a Manchester, Regno Unito (Getty Images) Di certo Turing avrebbe osservato con interesse i progressi raggiunti nel campo delle AI negli ultimi anni, visto che già nel suo articolo del 1950 ammetteva che «Le macchine mi sorprendono con grande frequenza», aggiungendo poi: L’idea che le macchine non possano suscitare sorprese è dovuta, a mio avviso, a un errore a cui sono particolarmente soggetti filosofi e matematici. Deriva dal presupposto che non appena un fatto viene presentato a una mente, tutte le conseguenze di quel fatto affiorano nella mente simultaneamente con esso. È un presupposto molto utile in molte circostanze, ma si dimentica troppo facilmente che è falso. Una conseguenza naturale di ciò è che si presuppone che non vi sia alcuna virtù nel mero elaborare conseguenze partendo da dati e principi generali. Alan Turing morì a 41 anni in circostanze mai completamente chiarite e che ancora oggi lasciano aperte molte domande. Due anni prima della sua morte, la polizia stava indagando su un furto avvenuto nella sua casa e Turing ammise di avere avuto una relazione fisica con un uomo, che gli aveva riferito di conoscere l’identità di chi aveva commesso il furto e che sarebbe stato quindi utile alle indagini. Nel marzo del 1952 Turing fu accusato di «grave indecenza e perversione sessuale» e si dichiarò colpevole e fu condannato alla castrazione chimica attraverso l’assunzione di estrogeni. La condanna per omosessualità comportò la fine dell’accesso da parte di Turing ai documenti e alle attività governative secretate, per esempio legate alle attività di intelligence durante la Guerra Fredda, nonostante pochi anni prima avesse dato un contributo importante nel decifrare i messaggi di Enigma. Il corpo di Alan Turing fu cremato due giorni dopo la morte e le ceneri furono disperse nel giardino del crematorio, nel punto in cui anni prima erano state disperse le ceneri di suo padre. Read the full article
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cinquecolonnemagazine · 6 months
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Le feste nazionali inglesi: un viaggio attraverso le tradizioni
Le feste nazionali inglesi offrono un affascinante spaccato sulla cultura e le tradizioni del Regno Unito. Esse combinano antiche usanze religiose con celebrazioni più recenti, creando un calendario ricco di eventi e significati. Capodanno e l'Epifania Il 1° gennaio segna l'inizio del nuovo anno con festeggiamenti e fuochi d'artificio. Il 6 gennaio, l'Epifania, celebra la visita dei Re Magi a Gesù Bambino. In alcune zone d'Inghilterra, come in Cornovaglia, si tiene la tradizione del "ceffyl", un corteo con figure mascherate che porta in dono dolci e pane speziato. San Valentino Il 14 febbraio è dedicato all'amore e agli innamorati. Le persone si scambiano biglietti d'auguri, fiori e cioccolatini. In alcune città, come Londra, vengono organizzati eventi speciali come matrimoni di massa o cene romantiche a lume di candela. Pasqua La Pasqua è una delle feste più importanti del calendario cristiano. Celebra la risurrezione di Gesù Cristo e si svolge in due giorni: il Venerdì Santo, dedicato alla commemorazione della crocifissione, e la Pasquetta, giorno di gioia e festa. In Inghilterra, le uova di Pasqua sono protagoniste, decorate con cioccolato o dipinte a mano. Festa del Lavoro Il 1° maggio si celebra la Festa del Lavoro, in onore dei lavoratori e dei loro diritti. In molte città britanniche si organizzano sfilate e manifestazioni per celebrare questa ricorrenza. Festa della Primavera e Festa dell'Estate Il Regno Unito ha due "bank holiday" (giorni festivi) mobili: la Festa della Primavera, che cade l'ultimo lunedì di maggio, e la Festa dell'Estate, che si celebra l'ultimo lunedì di agosto. Questi giorni sono dedicati al relax, al tempo libero e alle attività all'aperto. Natale e Santo Stefano Il Natale è la festa più importante dell'anno in Inghilterra. Il 25 dicembre le famiglie si riuniscono per celebrare la nascita di Gesù Cristo con decorazioni, canti natalizi e il tradizionale pranzo con il tacchino. Il 26 dicembre, Santo Stefano, è un giorno di festa dedicato alle visite ai parenti e agli amici. Altre feste nazionali inglesi Oltre a queste festività nazionali, il Regno Unito celebra anche altre ricorrenze importanti come il compleanno della Regina Elisabetta II, il Guy Fawkes Day (5 novembre) e il Remembrance Day (11 novembre). Le feste nazionali inglesi sono un momento per stare insieme alle persone care, celebrare le tradizioni e godersi i piaceri semplici della vita. Un'occasione per scoprire la cultura britannica in tutta la sua ricchezza e varietà. Foto di 12019 da Pixabay Read the full article
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Gertrude Bell o la regina del deserto
Cosa spinge una fanciulla, nata in Inghilterra in piena età vittoriana da una facoltosa famiglia di industriali, a scalare montagne, attraversare deserti, confrontarsi con un durissimo mondo maschile, progettare e sostenere addirittura la nascita di una nazione, l’Iraq?
🖊️: Tiziana Concina
L’articolo completo su Vita-mine vaganti
What drives a young girl, born in England at the mid-Victorian age in a wealthy family of industrialists, to climb mountains, cross deserts, face a harsh male world, and even plan and support the birth of a nation, Iraq?
🖊️: Tiziana Concina
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lettieriletti · 9 months
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Marvel 1602 – Marvel Must Have
Inghilterra, anno 1602: strani e bizzarri avvenimenti stanno avendo luogo, e il medico di corte della Regina Elisabetta, Stephen Strange, ritiene siano di natura mistica. Intanto, mentre il capo delle spie reali, Sir Nicholas Fury, sventa un attentato alla vita della sovrana, iniziano a comparire giovani con incredibili poteri. Al centro di tutto potrebbe esserci una ragazza proveniente dal…
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micro961 · 10 months
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Classica Orchestra Afrobeat - Circles
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Il quarto album di inediti dell’ensemble diretto da Marco Zanotti
Un modello di vita più cooperativo, sostenibile, spirituale, ispirato e basato sulla circolarità e l’up-cycle.
 L'istrionico ensemble da camera di 14 elementi diretto da Marco Zanotti esce col suo quarto album di inediti pubblicato dalla label Brutture Moderne con la produzione artistica firmata da Andrea Scardovi. La Classica Orchestra Afrobeat in questo 2023 post-pandemico muove verso il concetto di circolarità con una nuova produzione intitolata “Circles”. Ospite d'onore dell'album è la regina della musica maliana Rokia Traoré, una delle più importanti artiste africane contemporanee che firma insieme a Zanotti il brano “Ka munu munu” (tradotto significa tutto gira).
��Se “Polyphonie”, il precedente disco uscito nel 2017, raccontava dei silenzi e dei canti della foresta, di una coralità delicata ed ecologica, con “Circles” ci ritroviamo in uno spazio-tempo se vogliamo distopico, un futuro nel quale le cose evidentemente non sono andate a finire bene, eppure (o forse per questo) siamo tornati ad un modello di vita più essenziale, cooperativo e sostenibile. Lo sguardo si distoglie dalla dimensione materiale e consumistica per volgersi verso l'alto, verso una dimensione più organica, spirituale, circolare. Dal legno come elemento centrale di “Polyphonie” siamo passati al metallo della mbira, del gong e degli ottoni, materiali sapientemente forgiati dall’uomo nell’antichità e riutilizzati nel futuro grazie all’up-cycling». Classica Orchestra Afrobeat
Per gli spettacoli live, Giovanna Caputi ha creato degli abiti di scena utilizzando stoffa grezza, corde ed elementi di recupero, mentre Marcello Detti ha realizzato una serie di gioielli con pezzi di vecchi strumenti musicali in ottone, inventando nuove geometrie circolari. E poi, sempre negli spettacoli dal vivo, troviamo l’orchestra accompagnata dalla Mutoids Waste Company, il collettivo nato in Inghilterra negli anni ’80 e residente da molti anni a Santarcangelo di Romagna, in quello spazio comunitario chiamato Mutonia. La foto di copertina dell'album è stata realizzata da Luca Perugini: un incredibile scatto effettuato dal basso verso l'alto di una torre di raffreddamento in disuso, alla ex-Sarom di Ravenna, mentre è di Thomas Cicognani la foto del retro di copertina.
Album Track by track La Classica Orchestra Afrobeat è un ensemble composto da 14 musicisti di estrazione mista classica, barocca e popolare. Diretta da Marco Zanotti, crea nei suoi lavori di composizione o arrangiamento un territorio di confine che mescola le sonorità e le peculiarità espressive degli strumenti della tradizione colta europea come archi, legni e clavicembalo con le percussioni, i canti e le poliritmie africane. Il disco d'esordio Shrine on you, Fela goes classical, risale al 2011, pubblicato dalla neonata etichetta indipendente Brutture Moderne. È un sentito omaggio a Fela Kuti, il più grande genio musicale nonchè ribelle politico africano della storia recente (Zanotti nello stesso anno traduce e cura l'edizione italiana della sua biografa, pubblicata da Arcana). L'album e l'idea della Classica Orchestra Afrobeat riscuotono sin da subito critiche entusiastiche, grazie ad una rilettura originale che diventa ponte di dialogo tra culture apparentemente distanti. All'album partecipano Seun Kuti e Oghene Kologbo e numerose sono le rassegne e i teatri che ospitano questo repertorio, scelto nel 2014 come evento di punta del Festival di Radio3 “RadioEuropa” e invitato nel 2013 (prima band italiana di sempre) allo storico Glastonbury Festival in Inghilterra.
Regard sur le passe, il secondo album uscito nel 2014, è una suite musicale in tre movimenti dal carattere spiccatamente barocco, che racconta l'epica dell'ultimo imperatore d'Africa, Samori Touré. Ospiti in scena in veste di cantante solista e narratore sono rispettivamente Sekouba Bambino e Baba Sissoko, due griot di fama internazionale, il primo considerato la “voce d'oro” dell'Africa Occidentale, il secondo ambasciatore della musica del Mali in tutto il mondo.
Il terzo lavoro risale al 2017 e si intitola Polyphonie: un concept-album di brani originali dedicato e ispirato alla foresta e al canto dei pigmei. Uno spettacolo dalla forte valenza ecologica, concepito e realizzato insieme al cantante camerunense Njamy Sitson. Tra le esibizioni più recenti della band quelle all’Auditorium Parco della Musica di Roma, al Teatro Verdi di Sassari, all’Orto Botanico di Padova, all’Auditorium Manzoni di Bologna, alla Rocca di Fano e un concerto-trekking per Ravenna Festival nel Parco del Casentino. Dopo l'anticipazione a maggio con l’uscita del nuovo singolo L’origine del mondo, alle porte dell’autunno 2023 esce il quarto disco di inediti dal titolo Circles per la label Brutture Moderne.
Etichetta: Brutture Moderne
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personal-reporter · 11 months
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Lucca Comics and Games 2023
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Il Lucca Comics & Games torna, dall'1 al 5 novembre, come tema dominante dalla nuova edizione Together, l'importanza dello stare insieme nella capitale mondiale della cultura pop, con oltre 45.000 mq di area espositiva per migliorare sempre di più l’esperienza della community. Quest’anno tutti i linguaggi della Nona Arte saranno declinati da oltre 300 artisti e artiste, tra cui 45 ospiti internazionali provenienti da Stati Uniti, Giappone, Spagna, Francia, Corea del Sud, Cina, Canada, Inghilterra, Argentina, Israele, Turchia, Croazia, Serbia, Bulgaria, Belgio in cui i lettori e le lettrici di fumetti di ogni età potranno godere dal vivo di incontri, firmacopie, anteprime, variant cover ed eventi esclusivi. Oltre a nomi come Naoki Urasawa, Hiro Mashima, Mingwa, Masaaki Ninomiya, Usamaru Furuya sarà ospite di Lucca Comics & Games con incontri e firmacopie e sarà anche uno dei protagonisti delle esposizioni allestite a Palazzo Ducale con la sua mostra, dal titolo This Time is Different; Kan Takahama sarà protagonista della mostra off Kan Takahama: le storie nascoste e incontrerà il pubblico in sessioni di firme ed eventi, Keigo Shinzo sarò presente grazie alla collaborazione con Dynit Manga; Shintaro Kago presenta la sua prima serie a fumetti,  Eldo Yoshimizu, artista a tutto tondo, scultore e mangaka indipendente, incontrerà lettori e lettrici italiani grazie a Bao Publishing e  Satsuki Yoshino, autrice di Barakamon, è pronta a conquistare il pubblico italiano grazie alla collaborazione con GOEN - RW Edizioni. Dal panorama internazionale, anglosassone ed europeo, arriveranno Garth Ennis, Jim Lee, Don Rosa, Amélie Fléchais, Craig Thompson, Howard Chaykin, Tony Valente, oltre a Bryan Talbot, Declan Shalvey, Jesse Jacobs e il duo Joe Kelly e Ken Niimura, che presentano Sergente Immortale per Bao. Il panorama franco/belga ed europeo sarà esplorato da autori come Jordi Lafebre, David Rubin, Goran Sudzuka,Martin Panchaud, Elizabeth Pich e il duo Bastien Vivès e Martin Quenehen con la nuova avventura di Corto Maltese, La regina di Babilonia. Non mancheranno naturalmente gli ospiti italiani,con le figure della produzione contemporanea tra cui Gipi, Milo Manara, Leo Ortolani, Zerocalcare, Sio (e tutto il gruppo di Gigaciao), Pera Toons, Silvia Ziche, Paolo Bacilieri, Igort, Fumettibrutti, Werther Dell’Edera, Barbara Baraldi, Simone Bianchi e tantissimi altri. Ma il fumetto italiano è protagonista anche con due antologiche, dedicate a due maestri nostrani e diversissimi tra loro infatti, oltre alla mostra di Dino Battaglia nel quarantennale della morte, a Palazzo Ducale sarà possibile fare un viaggio nella multisfaccettata opera di AkaB, al secolo Gabriele Di Benedetto, scomparso nel 2019 ed eletto Maestro del Fumetto postumo nel 2020 a Lucca Comics & Games. Nel 2023 anche Magic: The Gathering, il gioco community-based per eccellenza, che rappresentò ai tempi del suo esordio un vera e propria rivoluzione per il settore ludico, compie trent’anni r Lucca Comics & Games fa un omaggio al primo trading card game della storia e alla sua community dedicandole una mostra in Palazzo Arnolfini e una Magic Alley a Lucca Games, che ospiterà ben 18 artisti di fama internazionale fra i quali Adam Paquette, Andrea Piparo, Jeff Laubenstein, Jesper Ejsing, Johan Grenier, Justine Jones, Marta Nael,Michele Giorgi, Mark Zug, Mila Pesic, Randy Vargas, Richard Kane-Ferguson, RK Post, Seb McKinnon, Svetlin Velinov,e Tony DiTerlizzi. È prevista l'anteprima italiana del documentario su Magic: The Gathering “Igniting the Spark”, che verrà proiettato per la prima volta proprio a Lucca alla presenza di regista, showrunner e produttori. I percorsi espositivi dedicati al gioco e al fantastico quest’anno vedranno ben 6 mostre, fra le quali un'esposizione all’interno del padiglione Carducci di stampe di altissima qualità e miniature del maestro indiscusso dell’illustrazione fantasy, Frank Frazetta, realizzato in collaborazione con Corner4Art e Mindworks, oltre alla presenza in fiera di un’ospite d’eccezione: Sara Frazetta, la nipote di Frank, che ha dato vita 10 anni fa al portale Frazetta Girls raccogliendo l'eredità del nonno per condividerla con i fan. Read the full article
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