Tumgik
#ricominciare dal nulla
schizografia · 3 months
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Barnstone: A Cincinnati, quando un ammiratore vi ha det-to: «Possiate vivere mille anni», voi gli avete risposto: «Atten-do ansiosamente e con gioia la mia morte». Cosa volevate dire?
Borges: Voglio dire che quando sono infelice - e questo succede molto spesso a tutti noi - mi consola veramente il pensiero che tra pochi anni, o forse tra pochi giorni, sarò morto e quindi nulla avrà più importan-za. Non vedo l'ora di essere cancellato. Ma se pensassi che la mia morte sarà solo un'illusione, che dopo la morte continuerei ad esi-stere, allora mi sentirel molto, molto infelice. Perche sono veramente stanco e nauseato di me stesso. Naturalmente però, se continuassi a esistere senza ricordarmi di essere mai stato Borges, allora e solo allora non mi importerebbe, perché potrei essere stato centinaia di persone strane prima di nascere, ma tutto questo non m'importerebbe dal momento che li avrei dimenticati. Quando penso alla morte, lo faccio con fiducia, con un senso di attesa. Direi che desidero la morte, che voglio smettere di svegliarmi ogni mattina per dirmi: «Bene, eccomi qua, devo ricominciare a essere Bor-ges». C'è una parola in spagnolo, che presumo voi conosciate. Mi chiedo se si usi ancora. Invece di dire «svegliarsi» si dice recordar-se, cioè ricordare se stessi. Mia madre era solita dire Que me recuerde a las ocho, cioè: voglio essere ricordata a me stessa alle otto. Ogni mattina provo questa sensazione, perché mi trovo più o meno in uno stato di non esistenza. E così, quando mi sveglio, mi sento sempre come se venissi abbandonato, perché, ecco, sono ancora qui, c'è ancora lo stesso stupido e vecchio gioco che va avanti: devo essere qualcuno, devo essere esattamente quel qualcuno. Ho certi impegni da rispettare: uno di questi è sopravvivere tutto il giorno.
Jorge Luis Borges, Conversazioni americane
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licisca-73 · 20 days
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Mentre mi rivesto, lurida, spalancata e devastata, lo guardo, ci baciamo e gli sorrido: è il mio adorato Porco ma è anche la persona che amo e senza la quale non potrei stare. Che fosse ben dotato e abile lo avevo compreso fin dal nostro primo incontro, come fare quindi ad accontentarsi di altro, ma che dietro un gran Porco ci fosse una persona straordinaria, paziente, presente e dolce come poche l' ho scoperto col passare del tempo. Lo guardo e vorrei stare lì tutto il giorno, già pronta a ricominciare perché non riusciamo a stare vicini senza "fare nulla", lo guardo e mi dico che quello che sono oggi lo devo a lui, in ogni senso, lo guardo e mi dico che con lui ne faremo delle belle, siamo due persone generose e per i "nostri" amici ci "spacchiamo il culo", lo guardo e già vedo nei suoi occhi quello che accadrà la prossima volta...
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a-dreamer95 · 2 months
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Quasi 29 anni. Arrivata a questa età, pensavo di aver già ricevuto le più grandi delusioni della vita, e invece mi sbagliavo. Mai come quest'anno mi sono sbagliata così tanto riguardo alle persone. Ogni nuova delusione è un colpo inaspettato, come se il cuore fosse costretto a riprendersi da una ferita mai del tutto guarita.
Fino a qualche anno fa mi ritenevo ingenua, immatura, troppo buona. E ci cascavo sempre. Ma anche oggi sono caduta di nuovo, e mi rendo conto di come ogni volta faccia male come la prima. Il dolore si ripresenta con la stessa intensità, e sembra di non aver mai imparato la lezione. Mi sento come una barca alla deriva, tradita da chi pensavo fosse il mio faro. È una sensazione di amara solitudine, come se il mondo intero mi avesse voltato le spalle. La fiducia si sgretola sotto il peso delle aspettative deluse, e mi ritrovo a chiedermi se sarò mai in grado di distinguere il vero dal falso. Le persone mi deludono, e ogni delusione è un frammento che si aggiunge a un mosaico di esperienze dolorose. Mi scopro a dubitare di me stessa, della mia capacità di giudicare e, a volte, anche del mio valore. È un'epifania dolorosa, un risveglio brusco da un sogno di ingenua fiducia.
Eppure, in questo flusso di coscienza, trovo una sorta di pace. È come se, accettando la realtà delle cose, riuscissi a liberarmi del peso delle aspettative. Forse è proprio questo il segreto: non aspettarsi nulla, accettare tutto. Continuare a navigare, nonostante tutto, cercando dentro di me la forza di ricominciare, ancora e ancora.
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yoursticazzi · 1 year
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Nulla sará perso finché avremo il coraggio di proclamare che abbiamo perso tutto e che bisogna ricominciare dal principio.
J. Cortázar
(Trad. di M.Fernández)
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be-appy-71 · 5 months
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"Vorrei portarti a cena, senza limousine, senza macchina e senza nemmeno quel famoso cavallo bianco.
Vorrei passare a prenderti in bicicletta, tu davanti che t'assapori l'aria e io che respiro quella che passa da te, quell'ossigeno di vita alimentato dal tuo sapore e dal tuo sorriso che accende definitivamente l'estate.
Tu appoggiata a me, ed io sopra le case attorno a noi che riecheggiano questo umore che colora la strada dietro di noi.
Vorrei portarti a cena, solo per stare con te, solo per saziarmi della tua presenza, solo per parlare di quello che inizialmente era un vuoto nel nulla ed ora è divenuto un noi, un soffio di rugiada che spegni i pensieri e accarezza un mondo che rotolava giù dalla scarpata e, rinasce in una valle desolata e oppressa, ma ora pure i girasoli sono rinati e seguono la tua luce.
Vorrei coprirti con un manto di stelle ed il buio attorno per poterle contare tutte, fermandoti al due per poi ricominciare, perché nasce lì il vero significato che hai dato al mio nome.
Vorrei una coperta e la bicicletta lasciata da parte, a puntare quelle stelle, una candela per far risplendere il tuo sorriso e contare le mie nuvole che stanno sbiadendo adesso, di quanto fiato ho sprecato e di quanto ne sto recuperando tutto in una volta.
Vorrei portarti a cena in questo ristorante particolare nato solo per noi, sfamandoci con quel dove sei stata sino adesso e con quel morire sulle tue labbra per iniziare a vivere."♠️🔥
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(Andrea Talignani)
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vefa321 · 1 year
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Sette: il numero magico.
Dai sette peccati capitali alle sette meraviglie del mondo.
Nulla viene tralasciato.
Qualche esempio con il numero sette dalla scienza alla funzione cinematografica.
📌7 colori dell’arcobaleno,
📌7 note musicali,
📌7 giorni della settimana,
📌7 anni (età della ragione),
📌7 chakra (per veicolare l’energia),
📌7 anni (per il rinnovamento delle cellule umane),
📌7 meraviglie del mondo,
📌7 bracci del candelabro sacro ebraico,
📌7 raggi (Alice Bailey),
📌7 peccati capitali,
📌7 sacramenti,
📌7 virtù (teologali),
📌7 invocazioni (nel Padre nostro),
📌7 leghe (gli stivali delle),
📌7 mogli (di Barbablù),
📌i 7 mercenari,
📌i 7 samurai,
📌007 (James Bond),
📌le 7 bocce di cristallo,
📌le 7 vite dello sparviero,
...
Insomma il sette è un filo conduttore, dal quale cominciare e ricominciare.
E ora parliamo delle sette strisce della pastiera.
➡️Per chi crede o chi vuole crederci.
Tra il mito e la leggenda, la storia di una sirena o il connubio simbiotico del mare e Napoli.
Secondo la prima leggenda le strisce della pastiera devono essere 7, disposte in modo tale da creare dei rombi. La storia racconta di una sirena "dormiente", come in letargo, che in primavera emerge dalle acque per salutare il popolo della sua città. Come da tradizione, la sirena canta, allietando tutti i napoletani. Questi ultimi, per ringraziare la creatura mitologica, le portano farina, ricotta, uova, grano, acqua di fiori d’arancio, spezie, vaniglia e zucchero. Gli ingredienti, mescolati insieme, formano la pastiera e sono 7, come le strisce che vanno a ricoprire il dolce partenopeo.
La seconda leggenda riguarda invece il mare: pare che una volta, sulle spiagge di Mergellina, le mogli dei pescatori abbiano portato sette ceste con ricotta, frutta candita, grano, farina, burro, uova e fiori d’arancio come offerte per il "Mare", così da "ingraziarsi" l'elemento acquatico e far tornare i propri mariti a terra, sani e salvi. Al mattino, quando le donne tornano in spiaggia per riaccogliere gli uomini si accorgono che i flutti d'acqua avevano mischiato tutti gli ingredienti. In una delle ceste è comparsa però una torta tutta nuova: la pastiera appunto.
❕❗Insomma oggi si è Pastierato... modestamente.
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lavitafattapuntino · 18 days
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🇮🇹
Cancellare i social è stata la scelta migliore della mia vita, essere continuamente attaccati allo schermo, visualizzare sempre gli stessi contenuti, leggere commenti sempre più tossici, vedere solamente persone che si copiano a vicenda perché quel determinato contenuto ha più visual degli altri e mai nemmeno uno che non abbia critiche perché le persone dietro uno schermo diventano improvvisamente più sicure di se, altezzose e arroganti verso la felicità altrui, ma d'altra parte viene mostrata solo quella piccolissima parte di gioia perché ovviamente che vantaggio ci sarebbe a mostrare il vero io piuttosto che la persona di qui essere gelosi, è ovvio che facendo così ci si sente più importanti, ma è un auto appagazione insignificante se poi togliendo il social ci si sente vuoti dento.
Essere condizionati da ciò che si vede, 300 pubblicità al secondo, continuare a recepire false informazioni, ma soprattutto vedere la personalità e l'originalità di ognuno di noi svanire è la cosa più triste.
I social sono tossici dalla testa ai piedi meglio non averci a che fare, si vive decisamente meglio.
Pace se le persone ha cui dico che non ho nulla mi guardano come un alieno, meglio dedicare il tempo alle cose importanti e trovare la vera felicità nelle piccole cose senza il bisogno di gridarlo al mondo.
Tante volte si preferisce postare foto o video piuttosto che vivere il momento, ci sta per ricordo ma non ci sarà mai quella soddisfazione e quell' emozione nel rivedere un video a schermo in confronto ad averlo visto la prima volta con i propri occhi e non tramite la lente della fotocamera.
Anche perché evitare di stare sempre al telefono non vuol dire staccarsi dal mondo ma esattamente l'opposto, significa ricominciare a vivere respirare aria pulita tornare a usare i sensi e sentire realmente ciò che ci circonda provando emozioni vere.
🇬🇧
Deleting social media was the best decision of my life. Being constantly glued to the screen, always seeing the same content, reading increasingly toxic comments, watching people just copy each other because certain content gets more views than others, and never finding a post without criticism because people behind a screen suddenly become more self-confident, arrogant, and condescending towards others' happiness. On the other hand, only a tiny part of that joy is shown because, obviously, what advantage is there in showing your true self rather than the person people are envious of? It’s clear that doing this makes people feel more important, but it’s an insignificant self-satisfaction if, once you remove social media, you feel empty inside.
Being influenced by what you see, 300 ads per second, continuously absorbing false information, but above all, watching each of our personalities and originality fade away is the saddest thing.
Social media is toxic from top to bottom, it’s better not to have anything to do with it. Life is definitely better without it.
It doesn’t matter if people I tell this to look at me like I’m an alien; it’s better to dedicate time to important things and find true happiness in the small things, without the need to shout it to the world.
Many times, people prefer to post photos or videos rather than live the moment. It's fine for memories, but there will never be the same satisfaction and emotion in watching a video on a screen compared to having seen it the first time with your own eyes, not through the camera lens.
Also, avoiding being on the phone all the time doesn't mean disconnecting from the world, but exactly the opposite: it means starting to live again, breathing fresh air, going back to using our senses, and truly feeling what surrounds us, experiencing real emotions.
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Nulla è perso se abbiamo il coraggio di proclamare che abbiamo perso tutto e che bisogna ricominciare dal principio.
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Julio Cortázar
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Ho odiato la depressione
Ho odiato l’ansia e gli attacchi di panico
Ho odiato sentirmi dire “è tutto nella tua testa”
Ho odiato non essere compresa dalle persone che facevano parte della mia vita.
L’essersi allontanata da tutto e tutti perché il dolore era troppo forte.
Ho odiato le giornate in cui mi sono sentita completamente assente, in cui non sentivo più nulla, ho odiato il fatto di dover fingere di stare bene per non far preoccupare le persone intorno a me.
Ma più di tutto ciò che ho più imparato è che dal dolore puoi ricominciare e che nonostante tutto le poche persone che faccio entrare nella mia vita avranno sempre la parte più bella di me, non importa che io in cambio non abbia mai ricevuto il bene, perché nonostante tutto so farlo pur non ricevendo mai qualcosa, questo è il bello di me l’amare ancora in modo incondizionato perché soffrire tanto non mi ha mai trasformato in qualcosa di diverso, non ho trasformato ciò che gli altri mi hanno fatto in cio che io posso dare, non farò mai del male, non ferirò, perché sono cambiata in tanti aspetti, ma mai in questo.
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fashionbooksmilano · 9 months
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Eric Kessels Complete Amateur
A Pro's Guide to becoming more Amateur
Corraini Edizioni, Mantova 2022, 160 pages, 13,50x20cm, English, ISBN 9791254930137
euro 26,50
email if you want to buy [email protected]
Un tributo al dilettantismo da parte di Erik Kessels, tra i più originali e irriverenti protagonisti del mondo dell’arte, della grafica e della comunicazione: Il perfetto dilettante ci mostra come dimenticare tutto ciò che sappiamo e misurarci con ciò di cui non sappiamo proprio nulla. Costellata di irresistibili capolavori di principianti assoluti (e artisti che dei principianti hanno mantenuto l’approccio libero e sperimentale), questa guida fotografica è un invito ad allenare il muscolo del dilettantismo per sfuggire alla trappola della professionalità. “Fallo come se non sapessi cosa stai facendo”, propone Kessels, suggerendo che buttarsi alla cieca a volte è l’unico modo di vedere le cose con chiarezza, e che le idee migliori spesso vengono quando non si conoscono le regole e non si teme di sbagliare. Ricominciare da zero ci costringe a esplorare strade nuove e imprevedibili, nella vita e nel lavoro: questo libro – che può essere letto come si vuole, anche partendo dalla fine – ci esorta a liberarci dal nostro bagaglio di aspettative, conoscenze e soluzioni sicure (ma banali), per riscoprire finalmente il nostro principiante interiore.
03/01/24
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questaelamiavita · 2 months
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Se riesci a tenere la testa a posto quando tutti intorno a te
L'hanno persa e danno la colpa a te,
Se puoi avere fiducia in te stesso quando tutti dubitano di te,
Ma prendi in considerazione anche i loro dubbi.
Se sai aspettare senza stancarti dell'attesa,
O essendo calunniato, non ricambiare con calunnie,
O essendo odiato, non dare spazio all'odio,
Senza tuttavia sembrare troppo buono, né parlare troppo da saggio;
Se puoi sognare, senza fare dei sogni i tuoi padroni;
Se puoi pensare, senza fare dei pensieri il tuo scopo,
Se sai incontrarti con il Trionfo e la Rovina
E trattare questi due impostori allo stesso modo.
Se riesci a sopportare di sentire la verità che hai detto
Distorta da furfanti per ingannare gli sciocchi,
O guardare le cose per le quali hai dato la vita, distrutte,
E piegarti a ricostruirle con strumenti logori.
Se puoi fare un solo mucchio di tutte le tue fortune
E rischiarlo in un unico lancio a testa e croce,
E perdere, e ricominciare dal principio
e non dire mai una parola sulla tua perdita.
Se sai costringere il tuo cuore, tendini e nervi
A servire al tuo scopo quando sono da tempo sfiniti,
E a tenere duro quando in te non c'è più nulla
Tranne la Volontà che dice loro: "Tenete duro!"
Se riesci a parlare alle folle e conservare la tua virtù,
O passeggiare con i Re, senza perdere il contatto con il popolo,
Se non possono ferirti né i nemici né gli amici affettuosi,
Se per te ogni persona conta, ma nessuno troppo.
Se riesci a riempire ogni inesorabile minuto
Dando valore ad ognuno dei sessanta secondi,
Tua è la Terra e tutto ciò che è in essa,
E — quel che più conta — sarai un Uomo, figlio mio!
(Rudyard Kipling)
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ipotesi-controversa · 4 months
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oggi è uno di quei giorni in cui fingo di tenere occupato il mio cervello per sfuggire ai ricordi.
mi piacciono i miei ricordi, anche quelli in cui ci sei anche tu; sono gelosa, me ne rendo conto dal modo in cui sorrido quando ne parlo. mi chiedo come si possa diventare sconosciuti da un giorno all'altro e mi viene da piangere perchè mi rendo conto che i miei modi non sono mai stati all'altezza della situazione.
io non mi sento mai all'altezza della situazione-questo è il punto.
sia chiaro, era tutto un totale fallimento, ora lo so.
è difficile sradicare qualcosa che è dentro di te, l'ho capito qualche tempo fa quando fingevo disinteresse e invece ci sono rimasta male, ma non ho detto nulla come al mio solito.
tu comprendevi sempre quando qualcosa non andava, come quel giorno di febbraio in cui mi hai visto piangere, senza nessuna apparente ragione, e nell'unico momento tranquillo, mi hai detto "dai, mettiti qualcosa che ti porto in un posto".
ho riguardato di recente le foto di quella giornata, e poi riletto anche il messaggio che diceva qualcosa del tipo "una giornata iniziata male, può comunque finire bene".
quando sono nostalgica mi rintano nelle cose positive che ci sono state; sono state molte, molto belle, difficili da ripetere.
qualche giorno fa, ho ricevuto una chiamata, un amico mi chiedeva un consiglio e mi è venuta in mente quella volta che mi ho trovato quel bigliettino con quella canzone che mi piaceva tanto e due biglietti per salire in alto, fino al cielo in uno dei miei posti preferitissimi nel mondo- "quando sei qui con me, questa stanza non ha più pareti, ma alberi, alberi infiniti"
ho chiuso gli occhi un istante e mi è venuto in mente quel monologo di Verdone di quel film che abbiamo visto insieme - "C’è la neve nei miei ricordi, c’è sempre la neve e mi diventa bianco il cervello se non la smetto di ricordare".
c'era tantissima neve e nemmeno un albero, lì a pochi passi dal cielo, ero felice e lo sapevo benissimo e anche tu eri felice.
come sia possibile ricominciare dopo determinate cose, io non lo so.
non lo so ora, non lo sapevo mesi fa e continuerò a non volere una risposta vera a questa domanda perchè vorrebbe dire accettare di andare avanti pur non avendo più nulla di simile a ciò che mi rendeva un piccolo grumo di felicità.
ho parlato con la psicologa, non è venerdì, ma certi pensieri fanno più rumore di altri nonostante io abbia impostato la modalità "non disturbare" sulla tua persona.
oggi, dopo un po' di tempo, sono nostalgica, nostalgica per davvero e forse mi manca la Giulia felice di quel periodo, ma non posso proprio farci nulla.
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filmetto · 1 year
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Heyyy ho visto su letterboxd che hai guardato the story of film a new generation... Come ti è sembrato?? (Anche io l'ho guardato ieri, dopo una rewatch di tutta la serie)
Hey amica!!! ⛲️🍉🌻 io sto facendo il rewatch al contrario, nel senso che volevo vedere prima il nuovo episodio e poi ricominciare la serie. C’è una grande pecca per me che purtroppo non ha nulla di oggettivo, che è la mia abitudine alla voce italiana di Jeremy Irons che parla soavemente di Ozu, mentre la voce narrante di Cousins è una Derry girl cresciuta. Parte del fascino della narrazione quindi per me si perde, ma restano le osservazioni stimolanti che strutturano anche il resto della serie. Credo sia pressoché impossibile dare una visione storicamente completa e lucida del decennio cinematografico che abbiamo appena finito di vivere, sia per la saturazione e l’esplosione di contenuti, sia perché è difficile rendersi conto di quali film faranno la storia quando non sono ancora stati messi alla prova dal tempo. Penso che Cousins ne fosse consapevole, e che abbia scelto di limitarsi a suggerire delle interpretazioni, delle linee guida in base a cui ragionare su quello che il cinema ci dice del periodo storico che attraversiamo. Mi è piaciuta la riflessione sulla cattiveria umana, e che abbia spostato l’attenzione dal cinema alla società usandolo come specchio per ricordare quanto ancora siamo lontani da un mondo giusto.
E poi c’è sempre quel bel momento in cui arriva a parlare di un film non tanto chiacchierato, ma che è uno dei tuoi film preferiti, quelli che ti fanno amare il cinema in toto, e te ne spiega un pregio, e tu pensi sì! esatto! ha lasciato un segno in te come lo ha lasciato in me! Ed è il sentimento euforico che penso regga l’intera serie. L’ho provato anche in questo episodio e quindi mi ritengo soddisfatta. (Per me il film era Leave no trace. È successo anche a te con uno di quelli di cui ha parlato?)
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susieporta · 6 months
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La missione che avete in questa vita, non la stabilisce il governo.
Se siete nati guaritori, troverete il modo di farlo anche seduti su una panchina.
Se siete nati artisti, o ingegneri, o estetisti o parrucchieri, o per essere madri o per cucinare, nessun governo potrà impedirvelo, l’esistenza troverà comunque il modo di farvi portare avanti il vostro compito.
Io aiutavo le persone anche mentre vendevo le maglietta in negozio.
Nulla che sia destinato a voi può esservi tolto e cosi pure il contrario.
Se qualcosa ad un certo punto non servirà più alla vostra anima, per evolvere, al primo passaggio di saturno, vi verrà portata via.
Più di una volta nella mia vita sono rimasta a zero. Su vari fronti. E ho ricominciato tutto daccapo.
La paura di perdere cose o persone è legata esclusivamente alla mancanza di fede.
La mia fede nell’esistenza, messa molte volte a dura prova, è sempre tornata più forte di prima quando ho osservato quale tassello dovevo sbloccare per fare un balzo in avanti.
Da diversi mesi, non ho più la salute di prima, anzi diciamo non godo di buona salute, ma in fondo sono convinta che debba comprendere qualcosa che ancora mi sfugge, o che non sono disposta ad accettare.
Ognuno di noi ha qualcosa che non vuole assolutamente mollare: io confidavo sempre nella mia enorme energia fisica ad esempio, viaggiavo continuamente, non stavo mai ferma più di una settimana nello stesso luogo. Ora non posso farlo più.
Più siamo attaccati a qualcosa, più questo crea karma, più l’universo tenderà a riportarci ad uno stato di neutralità verso quella cosa.
I nostri maggiori attaccamenti sono visibili nei temi natali.
Non vogliamo assolutamente mollare la presa e allora, la dovremo mollare per forza.
Funziona così per tutti.
Qualcuno ha un’intera vita di malattia
Qualcuno di lutti
Qualcuno non ha mai soldi
Qualcuno viene continuamente truffato o derubato
La chiesa ci dice che nasciamo tutti peccatori, e sbaglia nella forma ma in un certo senso karmicamente è vero: tutti abbiamo degli irrisolti ( è la parola peccato che confonde) che abbiamo creato coi nostri comportamenti, pensieri, desideri, attaccamenti, non detti, non fatti.
Tutte queste cose ci spingeranno a tornare su questo pianeta e ricominciare tutto daccapo, più e più volte finché non ci saremo completamente risvegliati dal sogno.
Occorre lavorare sui principali attaccamenti e imparare a sganciarsi dalla presa da soli, senza aspettare che sia la vita a staccarci con la forza.
Il lavoro che si fa, se è una missione, quindi cambierà forma, ma non sostanza.
Se è solo uno stipendio per sopravvivere, forse ti verrà tolto per farti comprendere che devi sviluppare altri talenti, una fede più forte, espanderti, aprirti all’abbondanza e cosi via.
Per questo farsi ricattare è sempre una pessima idea: bisogna guardare il diavolo negli occhi e far si che sia lui a tremare!
Quindi al prossimo giro in cui vi ricatteranno per qualche motivo, in amore o nel lavoro, ricordatevi queste parole.
E non tremate.
Lasciate la presa.
E continuate il viaggio.
Quando non servirete più, allora lascerete il corpo, ma questo, come al solito, non lo stabilisce il governo che sta in parlamento, ma un altro governo.
Decidete voi a chi obbedire.
_Claudia Crispolti
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saayawolf · 11 months
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Straniero sulla terra è colui che non trova pace, né luogo dove soggiornare, colui che ha sempre gli occhi rivolti al cielo e che si sente prigioniero sul pianeta. Egli ha sempre una forte nostalgia che non sa definire, si commuove se guarda le stelle e non riesce ad identificarsi con niente e nessuno.
Egli si sente legato agli elementi naturali, ama i sassi, la terra, il fuoco, l'acqua, l'aria limpida e cristallina, gli alberi maestosi e il vento, gli oceani e i deserti sconfinati, tutte le forme di vita, anche le più piccole, ma tutto ciò è per lui fonte di continuo stupore, di meraviglia, come potrebbe essere meravigliato e affascinato un turista che visiti luoghi ameni e nuovi. Egli ne è attratto perché sente che il suo corpo è fatto con gli stessi elementi e quindi con loro si riconosce, ma solo in quanto elementi essenziali alla vita su questo pianeta e non come una cosa che rappresenti se stesso, poiché il corpo umano viene sentito come un veicolo stretto e limitante.
Lo straniero è un solitario, spesso un introverso che vorrebbe scappare sulle montagne più alte o sprofondare negli abissi marini. Ha sempre un certo fascino sugli altri ed è fortemente amato o odiato, non suscita mai indifferenza e se pur vive spesso con le persone, egli preferisce la solitudine. É indipendente, sa bastarsi e può fare a meno di tutto e di tutti. Sa amare profondamente ogni cosa, un filo d'erba come un altro essere umano, ma può rinunciare a qualunque affetto e può ritirarsi dentro di sé senza perdere l'amore per il Tutto.
Lo Straniero vive nella terra di nessuno, non ha patria, né razza, né catene e non è neppure un cittadino del mondo perché egli si sente perso ovunque vada. Per lui non esistono differenze negli uomini o nei paesi, perché ogni paese lo affascina e lo respinge, perché ogni uomo è simile pur essendo troppo diverso da lui.
Egli appartiene alla razza umana solo perché ne riveste l'abito, ma non riesce ad identificarsi con nulla e nessuno. Trascorre la sua vita tentando di scappare dal mondo, cercando altri spazi sconfinati e continua a porsi l'interrogativo: "Qual è il mio posto?", e percorrendo ogni strada non lo troverà mai.
Lo Straniero ha un carattere eclettico, si interessa di tutto, è affascinato dalla scienza e dalla tecnologia, ma non approfondisce mai nulla, impara ciò che gli serve esclusivamente per la momentanea necessità e poi passa ad altro, ha un'ottima manualità che preferisce usare solo a scopi pratici per la sopravvivenza quotidiana. Egli ha una elevatissima adattabilità e una enorme capacità di trasformazione e riutilizzazione di materiali di ogni tipo.
Lo Straniero è senza tempo, egli vive costantemente il presente e non sa programmarsi il futuro, dimentica velocemente il passato e trasforma tutto in dati da elaborare al fine di imparare velocemente ciò che gli serve.
Lo Straniero non appartiene a nessuno e non desidera che nulla e nessuno gli appartenga. Egli è vagabondo sulla terra, alcuni di loro senza pur mai rassegnarsi, cercano di trovare un adattamento, altri non ci riusciranno mai e rimangono vagabondi anche di fatto, oppure sconfinano nell'alienazione, altri scoprono e accettano il compito per il quale sono venuti.
Lo Straniero ha un intuito sviluppatissimo che lo guida, ha doti telepatiche, comunica con l'universo e riceve indicazioni, egli sa di non poter decidere della sua vita, ma non tutti lo scoprono a tempo e seguono la strada indicata o trovano le indicazioni. Per lo Straniero possono trascorrere anche molti anni prima di comprendere il suo percorso, per questo, ogni tanto, altri stranieri gli indicano la strada.
Allo Straniero è concesso di incontrarne altri, ma sta solo a lui riconoscerli e farsi riconoscere, non gli è concesso però la comprensione degli umani con i quali può vivere, ma non integrarsi. Allo Straniero non sono concesse certezze e sicurezze e se egli le crea, queste gli vengono distrutte, tolte e deve ricominciare a vagabondare. Egli va dove è atteso con una valigia in mano e vive di elemosine dall'universo.
Non ha amici e parenti, ma è l'amico più affettuoso e leale, il figlio più amabile, il genitore più comprensivo ed è disposto a lasciare tutto e tutti per rispondere alla chiamata, perché egli non appartiene a nessuno ed è di tutti.
Lo Straniero è un ribelle, anticonvenzionale e difensore della giustizia assoluta, non ha regole e religione e non conosce aggregamenti e partiti, lavora da solo pur trascinando anche le masse, spesso sconfina nell'utopia e viene sacrificato dagli stessi che ha difeso o per i quali ha lavorato.
Lo Straniero non comprende la sua realtà, è destinato a soffrire a lungo, la nostalgia di casa lo attanaglia per lungo tempo, non trova mai una sistemazione definitiva ed è vittima dei suoi mutamenti. Si sente diverso dagli altri e non comprende il perché; cerca costantemente delle risposte che non trova e viene attratto da tutto ciò che appare fuori dalla norma. Rifiuta schemi precostituiti, imposizioni, Maestri di ogni tipo, scuole e dottrine unilaterali, pur tuttavia continua la sua estenuante ricerca della sua verità.
Per il mondo, spesso lo Straniero è un disadattato, un anormale, da emarginare o da emulare. Lo Straniero è un riformista, ma anticipa sempre troppo i tempi e non vive mai in contemporanea con i suoi simili. Ha grandi idee, spesso innovative o rivoluzionarie, ma manca totalmente di quel senso pratico prettamente umano che in genere consente poi, di attuare facendosi spazio forzatamente. Egli vive nel mondo delle idee che spesso regala ad altri.
Esteticamente lo Straniero è spesso piacevole, attraente, ma fisicamente è quasi sempre limitato, come se facesse molta fatica ad adattarsi al corpo umano; più probabilmente egli non lo accetta mai completamente così, da essere egli stesso con il tempo, a creargli dei limiti.
La sua vita umana è in genere molto complessa, piena di ogni tipo di esperienze, spesso anche contraddittorie; infatti può rivestire i ruoli più strani, può fare l'umile facchino e poco dopo il mega direttore; si amalgama bene con qualsiasi ceto sociale, ma non rimane mai troppo a lungo nelle situazioni. Se lavora per ottenere qualcosa, che sia un oggetto, che sia un'idea, un progetto o altro, appena l'ha ottenuta perde di interesse e passa subito ad altro. L'unica cosa che non perde mai è la costante volontà di comprendere, di ricercare la propria strada, di tentare di tornare a casa.
Da dove viene questo misterioso ed affascinante essere che sconfina nella follia degli eroi e dei martiri? L'universo è la sua casa e il suo viaggio non ha fine, poiché fino a quando esisteranno esseri deboli e sofferenti egli verrà inviato a soccorrerli. Egli è messaggero di una voce di pace e di risveglio e il suo unico bagaglio è l’amore.
Monolitum -The Portal
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Ventidue. Il quarto di secolo si avvicina sempre di più e ancora non sei laureato, non hai un lavoro stabile e non sei nemmeno sposato. Non sei neanche più sicuro di voler continuare con la specialistica, visto che non hai idea di quale campo ti interessi di più — quei simpaticoni dei tuoi amici suggeriscono Geriatria, la mamma ti vedrebbe bene come ortopedico — e stai seriamente prendendo in considerazione di ricominciare tutto da capo e iscriverti a Veterinaria.
Niccolò sdrammatizza, ricordandoti che eri tu quello che diceva che bisogna vivere la vita minuto per minuto e che se nel prossimo minuto vuoi diventare il dottore delle giraffe più famoso al mondo a lui sta più che bene.
“Il tuo lavoro non definisce chi sei come persona. Certo, visto che ti toccherà farlo fino a quando sarai ottantenne anche nel corpo, oltre che nello spirito, sarebbe meglio non lo detestassi… Ma per pagare le bollette puoi anche diventare, che so', autista dell'ATAC.” Rincara la dose, di tanto in tanto.
Perfino tuo padre ti dice che hai solo ventidue anni e hai tutto il tempo di reinventarti quante volte vuoi.
Che poi, te ne danno già ventidue dal primo gennaio — nonostante tu insistessi che no, erano ancora ventUNO — quindi…
22; Nicco sostiene sia un numero importante, lo scrive dappertutto in questi giorni e non sai se sia per prenderti per il culo — preferisci altre maniere, in tal caso, molto più piacevoli — e forse ora che hai aperto il biglietto di auguri con sopra un gigantesco 22 capisci pure perché.
“Il 22 è uno dei numeri più potenti ed è un segnale di qualcosa di potente nella tua vita in grado di trasformare i sogni nobili in realtà. È connesso alla sicurezza delle proprie azioni, è un numero pragmatico, ambizioso e indisciplinato.
Infatti viene associato alla gioventù e ai tumulti emozionali che si provano da ragazzi. Se stai vivendo una particolare relazione di coppia il numero 22 è un invito a osare, a chiedere e sperimentare con il tuo partner”
Che sia un modo piuttosto contorto di Niccolò per chiederti di provare qualcosa di nuovo? Potrebbe darsi.
Bè, non avresti nulla in contrario. Si vive una volta sola e ogni anno ti avvicina inesorabilmente alla vecchiaia, no?
Meglio godersi la vita finché si può.
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