Tumgik
#roba da lettori
gabriellovescandy · 2 years
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Elezioni del 25 settembre
Di solito non faccio mai post originali, men che meno in italiano e onestamente non so neanche quanti italiani mi seguano, ma mi sembra di averne visti almeno un paio in giro quindi ci tenevo a dire qualcosa a riguardo di questo 25 settembre. Non sono nessuno, ma stavolta mi pare importante.
ANDATE A VOTARE!
Lasciatemi spiegare: so che c'è un grosso movimento di persone disilluse in questo periodo che non sa cosa fare. Oggettivamente non ci sono molte opzioni, e nessuna è particolarmente rappresentativa della nostra idea (nostra usato come termine generale, anche non avessimo le stesse opinioni sento questo sentimento comune che gira da un po'). È vero, fa tutto abbastanza schifo. Ma. La scelta è comunque presente.
I partiti fanno tutti schifo io sto a casa e faccio vedere che ne servono di migliori
Capisco il sentimento di ribellione: io non sono d'accordo con i partiti che mi presentate, resto a casa. Però non è questo il modo per ribellarsi. Stando a casa, il governo non conta il tuo moto di ribellione, non ti conta e basta. Non saprà mai la tua opinione. Mentre se vai a votare scheda bianca (opzione che personalmente non supporto, ma posso comprendere ed è meglio dell’alternativa), il tuo dissenso viene contato e preso in considerazione dal governo. In particolare per il partito che vincerà! Se non ti stanno bene le scelte presenti, sappi che il potere del partito in entrata aumenta o diminuisce in base alla percentuale di voti presi rispetto al popolo votante. Il che vuol dire che se prendono 55 voti su 100 sono al governo, è vero, ma hanno dei limiti. Dopo una certa percentuale di voti presi però, hanno il potere di cambiare la costituzione. Cosa che se non sei fan dei partiti presentati immagino che tu non voglia! Quindi... vai al seggio! Fai sentire la tua opinione! E se vuoi protestare, ti prego fallo in modo sensato almeno.
Sarò anche di sinistra/centro, però la destra ha un fronte unito, non voglio che il governo cada di nuovo
E ora per quelli che invece hanno le idee meno chiare, che sono indecisi magari tra sinistra e destra perché bella la sinistra ma la destra effettivamente ha una coalizione forte e non farà crollare il governo, una sola domanda: secondo voi, perché la destra non è un partito unico? Sarebbe la scelta più sensata, schiaccerebbe la concorrenza, avrebbero molti più voti! La risposta è perché hanno tutti idee diverse. Sembrano un fronte unito, e venderanno questa idea fino al loro ultimo respiro (o più probabilmente fino al 26 settembre), ma si sono oggettivamente messi insieme solo per vincere queste elezioni. Dopo le elezioni pensate davvero che riusciranno a restare uniti? Quando su ogni singola questione ognuno dei leader ha dato risposte drasticamente diverse? No.
Conclusione:
Sono stanca di scrivere questo post quindi andate a votare un partito sensato a sinistra che per quanto disastroso non vuole ammazzare gay e rom e riportare il fascismo in Italia, eh? Perché è l’unica cosa che accomuna quelli di destra, e tanto il governo cade lo stesso perché siamo in Italia. Ma almeno non ci saltano fuori leggi sulla leva obbligatoria e sulla ghettizzazione di minoranze etniche e sociali! Quindi andate a votare e esprimete la vostra opinione, perché il primo che sento lamentarsi del governo per poi dire “beh certo che non ho votato faceva tutto schifo haha lol“ lo meno. Forte. Con una spada affilata.
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3nding · 6 months
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Roba che può disturbare molto il sonno quindi consigliata a insonni o lettori impegnati da tazza del cesso. Cito solo una data: 2033.
Scegliete la scena di don't look up che preferite.
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lunamarish · 2 months
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Mangiare troppo, abbuffarsi e poi pentirsi, è un vizietto che condividiamo in tanti. Un’altra peccaminosa delizia della vita, assai meno condivisa, è l’abbuffata di libri. Sere fa, a cena fuori, un amico scrittore e un’amica che lavora in una famosa casa editrice, raccontavano che i romanzi, belli o brutti che siano, tranne rare imprevedibili eccezioni, vendono poco o niente. Un libro che nel 2000 veniva comprato da cinquantamila lettori ed era considerato un discreto successo, oggi ne avrebbe cinquemila di lettori, più o meno il 10%. Una percentuale così scarsa da incutere spavento, non solo a noi scrittori che, in fondo, chissenefrega no? ma a noi italiani tutti perché il risultato è un Paese ottuso, perdente.
Abbiamo imparato a mangiare bene, anzi, raffinatamente. In tv o nelle conversazioni si chiacchiera di cibarie a più non posso, ma a leggere bene non ci bada quasi nessuno; eppure, credo non esista attività più eccitante o delizia peccaminosa che leggere, di nascosto dal mondo, un romanzo, una biografia, un saggio.
Chi mai rinuncerebbe a respirare? Come i pesci nascono con le branchie noi nasciamo con gli occhi, la mente e il cuore, siamo fatti per vivere e leggere, per fare esperienza attraverso le vite di personaggi storici o di fantasia, per districarci nelle trame che in vita nostra non ci capiterebbero forse mai, per imparare a essere grandi. Certi libri sono scorciatoie per il paradiso o per l’inferno. Non leggerli è pura follia, rimbambimento suicida, condannarsi alla eterna mediocrità.
Non mi è mai capitato di conoscere qualcuna o qualcuno che abbia rinunciato a farsi una magnifica scopata. Eppure, tutte queste migliaia di persone non hanno mai letto Kafka, Edgar Lee Masters o Stevenson, né Cent’anni di solitudine, Beppe Fenoglio, Conrad o il Gattopardo.
C’è un detto maschilista e un po’ coglione riferito alle scopate non fatte: “Ogni lasciata è persa”, più poetico e onnicomprensivo a Napoli “Tutto ‘o lassato è perduto”: potremmo dire lo stesso di centinaia di libri che non abbiamo letto, castrandoci per sempre della gioia di averli fatti nostri.
Ma non è che noi italiani abbiamo improvvisamente smesso di leggere. È che leggiamo qualunque robaccia ci passi sotto gli occhi alla velocità della luce sui cellulari e sugli schermi via Internet. Siamo diventati dei guardoni. Leggere su Facebook o su Instagram è diventato compulsivo come abboffarsi di patatine fritte davanti alla tv. Non leggere è come andare a cena nel ristorante di uno chef pentastellato e accontentarsi di un hot dog. Sui social non vai oltre tre righe e passi a un altro boccone di notizia vera o fake, commento, citazione, foto di uno/a sconosciuto/a mentre pela le patate o festeggia il compleanno. Abbuffate che poi ti lasciano vuoto lo stomaco della mente ma t’insozzano il cervello di puttanate. Perché per “leggere” hai letto, e non ne puoi più. È come scegliere di masturbarsi sulla foto di un attore o di un’attrice, quando lei o lui sono venuti personalmente a prenderci sotto casa con una spider per portarci via.
Capisco, staccare tutto e prendere un libro o leggere un eBook, in orgogliosa solitudine, di questi tempi, può sembrare come andare dagli Appennini alle Ande sui pattini. Poi però voli e ti salvi la vita per sempre. I libri sono passaporti che abbattono tutte le frontiere. Sono le prime cose da comprare, come lo spazzolino da denti o un vestito per uscire. I libri si abitano come le case. Sono gli amici che non ti abbandoneranno mai, neppure da vecchi, quando si è inevitabilmente soli.
Divorare tre piatti di carbonara di seguito, ti abboffa. Il porno, dopo un po’, disgusta. Leggere roba buona è come sniffare cocaina sana, che infatti non esiste. Drogarsi con i libri invece sì, esiste, è pure sano e ti puoi fare di esperienze incredibili, sempre di più, con una voluttà che aumenta anche quando la sessualità diminuisce o sei costretto, per l’età, a cibarti con una minestrina.
Leggere è sexy e misericordioso. Comprate libri e abboffatevi di loro, voglio vedere il sugo delle parole colarvi dalle labbra e quegli occhi, dio quegli occhi angelici e barbarici che solo i grandi lettori hanno, al ritorno da uno dei loro incredibili viaggi fra le pagine di un autore conosciuto o sconosciuto.
Diego Cugia
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ross-nekochan · 10 months
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東京美術館に「ローマ」という展示会が開催されています。美術大好きのイタリア人としてはその機会は欠かせなかったので、先週末に行きました。
Qualche mese fa, quando ancora non ero stata resa schiava, mi ero resa conto che stavo perdendo il mio tempo libero nel weekend a fare poco e niente. E mi sono domandata: ma cosa facevo in Italia? Ah sì, andavo ai musei. Ma ci andavo sapendo cosa c'era dentro, perché conosco almeno una infarinatura della storia e della storia dell'arte europea, che mi appartiene.
Conosco e ho studiato anche quella giapponese che, per carità di Dio, ha i suoi pregi e il suo fascino ma... non credo sia all'altezza della nostra (sorry not sorry).
Quel giorno però mi misi a cercare qualcosa che avrebbe potuto interessarmi e incappai nella mostra perfetta per me: una mostra su ROMA, nel Tokyo Metropolitan Art Museum (più facile in giapponese ma vabbè, lo faccio per voi lettori). La mostra era una collaborazione con i Musei Capitolini di Roma, dove non sono mai stata.
La settimana scorsa non ho perso tempo, ho comprato il biglietto e ci sono andata.
Che meraviglia: ho di nuovo sentito quell'emozione spirituale e quella pace dei sensi che solo l'arte può dare. Mi era mancata, tantissimo. E nel provarla ho sentito anche l'angoscia di non poterla provare più facilmente come ho fatto fino a quando ero in Italia, dove TUTTO È ARTE.
In Giappone nei musei è proibito fare foto nel 90% dei casi quindi mi è venuta l'idea di fotografare le cartoline delle opere che c'erano dentro. Tra le più importanti: una replica della famosa lupa che allatta Romolo e Remo e la Venere Capitolina.
Avrei voluto fare un check up ravvicinato fotografico alla Venere come feci con quella di Jago a Bologna per ricordare la grazia, la perfezione di quell'opera così antica ma perfettamente sobria in tutti gli aspetti possibili. Ci ho girato in tondo due volte, a passo lento, per osservare tutto: il volto, le mani aggraziate, le cosce, le natiche, il sedere, la schiena...
Ma la sorpresa più bella è stata trovare senza nemmeno saperlo un quadro del Tintoretto e poi anche il mio amato Guido Reni (!!!) con la sua "Lucrezia". Firma immancabile del pittore, lo sguardo verso l'alto che in questo quadro ti scioglie peggio che nel San Sebastiano.
I giapponesi non facevo che guardare le cose e ripetere le solite esclamazioni del cazzo: sugoi, subarashii... "tanto non capirete mai a pieno la grandezza di quello che state vedendo, capre che non siete altro", dicevo nella mia testa. Ed infatti è stato pure scritto a chiare lettere che nell'era Meiji siamo stati proprio noi a far capire qualcosa di arte vera a sti poveri coglioni. In particolare furono Antonio Fontanesi, Vincenzo Ragusa e Giovanni Vincenzo Cappelletti a insegnare la nostra arte in questa povera terra di stupidi (nomi mai sentiti ma su cui dovrò assolutamente farmi una cultura).
La dimostrazione della loro stupidità è stata il bookshop che con la mostra non c'entrava quasi un cazzo. Infatti un'intera parete era piena di prodotti italiani artigianali e di alta qualità (dalla pasta di Gragnano ai grissini e ai cuneesi) proprio come se fossimo a una sagra Coldiretti. Il resto del bookshop era roba da merchandise come se la mostra fosse stato un concerto: magliette e felpe di tutti i tipi, gomme da cancellare con la forma dei busti, latte di cioccolatini con la Venere stampata, peluche della lupa (che è diventata tipo un mostriciattolo peloso) e per finire un tovagliolo con sempre la lupa mostricciolo e la scritta "dammi il latte" (perché ha appunto allattato Romolo e Remo).
Cosa non farebbero sti stronzi per vendere...
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arcobalengo · 8 months
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DOPPIOPESISMO
Secondo Molinari delegittimare i media per via dell'identità del loro editore è roba da regime. Ma quando sono stati chiusi i canali legati alla Russia andava bene vero?
🤕 Rigetta l'ipocrisia, entra nel canale Telegram https://t.me/lafionda
Giorgio Bianchi
E poi si meravigliano dell'emorragia dei lettori...
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marikabi · 2 years
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Caro Babbo Natale. Omicron edition (cosa chiedevamo nel 2021)
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(per ricordarci un anno fa cosa chiedevamo)
Caro Babbo Natale,
te lo confesso, proprio non la volevo scrivere la letterina, quest’anno.
Il primo motivo è che qualcuno ha autorevolmente ribadito coram populo che tu non esisti. Abbiamo percepito lo sgomento bi-partizan di bambini e genitori, privati, rispettivamente, di una favola e di una scusante ipocrita. Ma è stato un attimo.
Poi, il marketing (per scontate esigenza economiche ed imprenditoriali) ha rimesso a posto le cose, anzi le pure migliorate: abbiamo versioni pubblicitarie di te in coupè fiammanti, o in bomber vistosi, tricologicamente curatissimo che manco Vacchi, va’.
Detto fra noi, marketing o no, anche la Befana è un’invenzione, solo che per vetustà di apparizione – ovverosia di epifania, etimologicamente discettando - nessuno ne contesta più di tanto l’esistenza e/o la tradizione, ormai anche anacronistica dal punto di vista commerciale.
Il secondo motivo è che rileggendo (qui e qui), per promemoria (ma anche per vanità), le letterine che ti ho dedicato negli ultimi due anni, ho constatato che quasi niente è cambiato, né per la nostra Città (compresa l’umiliante e perdurante posizione nella classifica della vivibilità urbana e gli scazzi nel Piddì locale), tanto meno per l’umanità.
Abbiamo ancora gli stessi problemi (non nell’ordine): pandemia dilagante, validazione tessere del PD irpino, gente no-vax, classi dirigenti locali inadeguate, maleducazione civica, gente no-greenpass, servizio sanitario locale molto discutibile, precarietà del lavoro, povertà in aumento, giovani senza futuro né pensione, mortalità sul lavoro, violenze domestiche, episodi criminali nel nostro Capoluogo, disastri ambientali, guerre e diaspore, divisioni sindacali, sfacelo dei piani di zona. And counting, come si dice adesso.
In più, l’inflazione (cara vecchia compagna di decenni passati) è tornata a farsi sentire, così come il caro-combustibili, memoria di un’austerity con indiscussa dignità storica. Neanche i nostri piissimi desideri sono cambiati (vorremmo città pulite, persone meno maleducate, guidatori meno incivili, liste di attesa sanitarie almeno accettabili, trasporti decenti, esponenti politici adeguati e competenti, scuole nuove e più ampie, asili nido, and much more counting, anche qui), per cui diventa inutile e ridicolo ripetersi epistolarmente a cadenze annuali, data anche l’inerzia nel non risolvere i problemi quotidiani più sentiti.
Ci sarebbe pure un terzo motivo: me.
Quest’anno, ho provato un’immensa gioia, durata il tempo di un’estate, ma attualmente vivo una disperazione senza fine. Dopo più di vent’anni di grande e puro amore, quest’estate ci eravamo sposati, e dopo neanche tre mesi, una rapida e impensabile malattia si è portato via il mio adorato compagno/complice/amico/marito. Egli era il mio tutto. Il mio mondo attuale è stravolto e ho sbattuto violentemente la mia ragione contro il senso (assurdo) dell’universo, religioni comprese. Roba da cui si esce (chi ce la fa) molto malconci. Non so venir fuori dalla mia depressione e non so come sublimare l’incolmabile perdita e l’incommensurabile dolore che ne è derivato. Vorrei chiederti di restituirmelo, il mio amore immenso, ma è irrealtà e per questa irrealtà, nonché per l’assurdità dell’accaduto, io sto impazzendo. Vorrei soprattutto chiederti perché te lo sei portato via.
Tuttavia, ti scrivo, perché così mi sfogo (un po’ come le comari che inveiscono malamente contro San Gennaro quando non si scioglie il sangue nell’ampolla) avendoti (come molti) sovrapposto all’idea di Centro-Regolatore-Massimo-con-interfaccia-umana, una specie di icona/avatar di Padreterno, magari più intelligibile da noi umani. Sì, Babbonatale, da quest’anno ce l’ho ferocemente contro di te, perché hai trasformato la felicità e soprattutto la grande serenità che avevamo conquistato in strazio inguaribile.
Tralascio – per pietà nei confronti dei Lettori - le mie dolorose vicende personali, e mi dedico al solito bilancio di fine anno, con annesse nuove e/o reiterate richieste.
Indubbiamente, la migliore buona nuova per il pianeta è stata la formulazione di più vaccini anti SARSCov2. Siamo a cinque, escludendo per ora il vaccino cubano che promette meraviglie. La cattiva notizia, di converso, è che non tutti ne hanno accesso. La prima richiesta che ti rivolgo è, dunque, che tutti possano usufruire dell’immunizzazione vaccinale.
Non ti chiedo, conseguentemente, di far cambiare idea ai no-vax, anzi agli anti-scienza, come è più giusto definirli (perché no-vax potrebbe identificare anche coloro che non possono accedere ai vaccini, come ci ha spiegato Michele Serra). Immagino che la loro protesta sia più contro un indefinito/indeterminato sistema general-generico in cui intendono non riconoscersi (per svariatissimi motivi, che non sempre essi stessi riescono a descrivere intelligibilmente, le cui analisi sarebbero oggetto di trattati di sociologia, o di psicologia) che contro la formula bio-chimica di un preparato, sicuramente non più dannoso di altri farmaci in commercio.
Io mi fido della scienza: sono un’eroina della doppia dose di AstraZeneca. Non mi fido dei media che cercano il click-baiting, la rissa, il traffic-whore, per qualche punto in più di auditel, o qualche copia in più venduta in edicola (in un mercato editoriale al lumicino), alla stessa stregua del politicante che vuole pescare in tutti i bacini, come una raccolta di punticini a briscola.
Anche i no-greenpass vivono una sindrome di antagonismo ad un non ben delineato ‘sistema’ che ritengono in ogni caso coercitivo. (Sarei curiosa di sapere che ne pensano gli abitanti di Minsk dei nostri no-green-pass. Giusto per.)
Il mondo è molto variegato, indubbiamente. Tuttavia, mi dispiace molto (considerata la tragedia planetaria che viviamo) che si dia sproporzionato (come ha detto pure il nostro amato Mattarella) spazio a minoranze, le quali hanno sì il diritto di protestare (non viviamo in una dittatura, nonostante i loro slogan), ma non quello di essere sovra-rappresentate dai media , creando distopie e dissonanze nell’opinione pubblica, cercando lo scontro in diretta video, il sensazionalismo e l’audience-a-tutti-i-costi.
(Fra poco, l’attenzione dei media si sposterà sulle elezioni quirinalizie. I media apriranno altre piste nel confuso circo tra giornalismo e spettacolo.)
Anyway. Noi Italians potremmo annoverare come ottime notizie tutte le vittorie sportive, i successi scientifici ed artistici, come pure l’unico successo politico dopo decenni di sprofondo, ovverosia, Mario Draghi Presidente del Consiglio (il quale è un po’ anche orgoglio altirpino, lo sapevi Babbonata’?). Di ciò ce ne stiamo compiacendo, nel combinato disposto del complimentone della Merkel, la quale auspicava per la Germania la stessa situazione vaccinale dell’Italia e l’articolone su The Economist, come miglior Paese per cambiamenti positivi.
Siamo il Paese dell’Anno, abbiamo superato i blasonati, in particolare il Regno Unito, cui rode parecchio assai. Non te l’avevamo chiesto l’anno scorso, ma grazie lo stesso per i regali: da Jacobs a Tamberi, da Vio a Goggia, dai Maneskin, agli Azzurri, da Parisi a Palmisano. Il Colosseo è il patrimonio UNESCO più visitato al mondo, l’Italia è il Paese che nel mondo ha più siti UNESCO (di cui cinque solo in Campania, prima tra tutte le Regioni). Siamo finanche diventati primi in Europa per riciclo rifiuti.
(Dài su, manca solo l’Oscar a Sorrentino e facciamo cappotto.)
A noi, tapini com’eravamo ed intimamente ci sentivamo, sarebbe bastato sfangarla con la pandemia, tornare a ballare sulle spiagge e durante i veglioni di Capodanno, farci di mojitos d’estate e di spritz d’inverno, alla faccia del CoVid-19, nelle più plausibili declinazioni del nostro ingenuo ‘andrà tutto bene’.
Ci hai messo una grande responsabilità sulle spalle, invero, regalandoci – oltre ai successi sportivi, culturali, scientifici ed artistici – anche del buonsenso, che finora ci difettava. Però, noi – Paese dell’Anno - abbiamo avuto in dono anche Sergio Mattarella e Mario Draghi. Non uno, bensì due pazienti veltri dotati di ottimo buonsenso, due conducatores e non uno soltanto, tanto invocati e anelati da populisti incalliti (qual siamo da sempre) ma fino a ieri in scacco di leader e leaderini abbaianti e straparlanti.
Ecco, posso dirlo? Il tessuto socio-culturale si sta smacchiando del populismo più deleterio e materico grazie a scienza e competenza, e ciò è un bene. La nuance che rimarrà potrebbe serenamente rientrare nella categoria della socialdemocrazia, di cui l’Unione Europea penserà a ridefinire la giusta tonalità.
A ben pensarci, approfittando, ti chiederei di far riscrivere la lista delle istanze di sinistra al Piddì (sempreché voglia rimanere un partito di sinistra, beninteso), perché adesso c’è una gran confusione.
Il lavoro, la sua sicurezza economico-contrattuale e fisica, la ricostruzione e il rafforzamento del welfare state, una più equa e progressiva tassazione, il primato del pubblico nell’istruzione e nella sanità sono temi che devono ritornare nel loro alveo politico-ideologico naturale, non più oggetto di contesa mediatica per slogan, urlati alla bisogna (sempre per quella storia dell’audience) da partiti la cui storia è andata – fino a ieri – in altra direzione.
(Mmh, questo paragrafo sembra scritto da Landini.)
Poi rimangono ancora i temi della cittadinanza, dell’integrazione, della legge Zan, dell’estensione dei diritti civili ...
Vabbe’. La chiudo qui. Per quel che mi riguarda, già non ero fan delle festività stagionali invernali (mi adeguo alla lessicologia politicamente corretta comunitaria), ma da quest’anno odierò ogni altra festa, per il fatto di ricordarmi tempi migliori, da me ormai persi per sempre.
Per quello che riguarda Voi Lettori, beh, Vi auguro almeno serenità e tanta salute (le migliori forme di felicità) e tanta pazienza ancora.
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Tra i miei lettori, molti che mi seguono amano il porno. Non ho niente contro, ma non sono più riuscita a farlo dopo essermi lasciata. Sarò io che sono strana o meglio di altra epoca. A me piace scoprire una persona in tutti i sensi, conoscerla non portarmela a letto così. Ho provato ad essere come voi,ma non è roba per me e la cosa peggiore è che di sto passo amerò ancora di più la solitudine. Mi sono allontana da una persona schifosa, lui ha buttato tutto e da quel giorno mi sono abituata a passare più tempo da sola che con gli altri, la cosa peggiore è il vuoto dentro e quella sensazione che non se ne va mai.
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alephsblog · 4 months
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“Gli effetti collaterali di quel vaccino sono quelli noti dal 2021, e non vi è nulla di sostanzialmente nuovo; soprattutto, in nessun punto dei documenti EMA o di quelli di AstraZeneca si evidenzia alcun nesso tra quegli effetti collaterali, la cui incidenza era così scarsa da rendere favorevole il rapporto rischio/beneficio quando il vaccino era efficace, e il suo attuale ritiro dal mercato. Ma i titolisti hanno bisogno di attirare lettori, e gli antivaccinisti di sentirsi riconosciute come giuste le fregnacce che sostengono; e dunque non resta che denunciare la scorrettezza dei primi, e lasciare gli altri alle loro farneticazioni.”
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weirdesplinder · 6 months
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Uscite vampiresche in libreria
Un breve post per segnalarvi alcune uscite recenti in libreria che reputo interessanti se siete amanti dei romanzi con vampiri. Purtroppo sono quasi tutti romanzi YOUNG ADULT (YA) o NEW ADULT (NA), quindi con protagonisti massimo ventenni se non adolescenti. Questo mi riempe un tantino di tristezza, sembra quasi che il genere paranormal o fantasy venga considerato in Italia roba da giovani e non si pubblichino opere del genere per adulti perchè non venderebbero. Idea a mio avviso sbagliatissima.
Comunque ecco cosa potete trovare in libreria:
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Bride, Ali Hazelwood (NA)
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Trama: Misery Lark, l'unica figlia del più potente Consigliere dei Vampiri del Sud-ovest, è ancora una volta un'emarginata. I suoi giorni nell'anonimato tra gli Umani sono finiti: è stata chiamata a sostenere una storica alleanza per mantenere la pace tra i Vampiri e i loro più acerrimi nemici, i Lupi, e non vede altra scelta che arrendersi allo scambio. I Lupi sono spietati e imprevedibili e il loro capo, Lowe Moreland, non fa eccezione. Governa il suo branco con severa autorità, ma non senza giustizia. E, a differenza del Consiglio dei Vampiri, non senza sentimento. È chiaro, dal modo in cui segue ogni movimento di Misery, che non si fida di lei. Se solo sapesse quanto ha ragione… Perché Misery ha i suoi motivi per accettare questo matrimonio di convenienza, motivi che non hanno nulla a che vedere con la politica o le alleanze, e tutto a che fare con l'unica cosa che le sia mai importata. Ed è disposta a qualsiasi cosa pur di riavere ciò che le appartiene, anche se questo significa una vita nel territorio nemico… da sola con il lupo.
La mia opinione: la trama è trita e ritrita, esistono innumerevoli romanzi americani dove lei vampiro deve sposare lui licantropo, sul serio (o lui vampiro lei licantropa ma più raramente) e con piglio più d'azione, o più sexy, non dico questa non sia carina come versione, ma è semplicemente per niente rivoluzionaria e molto semplice.
Cuori, vampiri, e altre promesse infrante, di Margie Furston (YA)
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Trama: Victoria e suo padre condividono la passione per i vampiri dal giorno in cui uno di loro si è dichiarato in diretta TV. A oltre dieci anni da quella rivelazione, le creature della notte sono tornate a vivere nell'ombra e molti mettono in dubbio la loro esistenza. Non Victoria e suo padre, che continuano a sognare di poterne incontrare uno. Quando però al padre viene diagnosticata una malattia terminale, il viaggio che avrebbero dovuto fare insieme alla caccia di vampiri si trasforma in una missione disperata, in cui l'unico obiettivo di Victoria è quello di diventare un immortale per poterlo salvare. Armata delle informazioni raccolte in anni di lettura dei blog di appassionati e accompagnata dal suo ex-migliore amico Henry, va a New Orleans, il luogo dell'ultimo avvistamento di un vampiro. Lì incontra Nicholas, un giovane misterioso che potrebbe darle ciò che desidera, a condizione che lei gli dimostri di amare la vita abbastanza da voler vivere per sempre. Ma vivere davvero, mentre il padre sta morendo, sembra il più grande dei tradimenti e Victoria può solo sperare che Nicholas mantenga la sua promessa… perché l'alternativa è davvero impossibile da immaginare.
La mia opinione: young adult per lettori molto giovani siete avvertiti e che verte sul lutto.
Shanghai immortal, di A. Y. Chao
(credo questo abbia protagonisti adulti, ma non ho trovato notizie certe, aggiornerò il post dopo averlo letto)
Link: https://amzn.to/3v8OevO
Trama: Venduta dalla madre al Re dell'Inferno quando era bambina, Lady Jing è mezza vampira, mezza spirito-volpe hulijing. Come protetta del Re, ha passato gli ultimi novanta anni a svolgere commissioni, evitare le frecciatine dei maliziosi cortigiani hulijing e cercare di controllare la sua esplosiva irascibilità, con risultati altalenanti. Ma quando Jing scopre che alcuni cortigiani tramano per rubare una preziosa perla di drago al Re, coglie l'occasione per smascherarli, una volta per tutte. Con l'aiuto di Mr Lee, un mortale incaricato di creare la Banca Centrale dell'Inferno, Jing intraprende una folle corsa alla ricerca di informazioni, prima nell'Inferno e poi nella Shanghai mortale. Ma quando le sue bravate mettono in pericolo Mr Lee, deve decidere cosa è più importante: vendicare la sua perdita di prestigio o abbandonare il suo approccio cinico alla vita per avere la possibilità di provare tenerezza e trovare anche l'amore.
La mia opinione: gli autori asiatici hanno uno stile tutto loro che può piacere o meno, ma certamente hanno una visione dell'universo paranormal molto diversa da noi occidentali che perciò può risultare molto interessante perciò questo libro è già finito nella mia lista di romanzi da leggere. Nel 2025 uscirà un suo sequel Paris Celestial. Quindi diverrà una serie.
Hidden. I vampiri di Marchwood, di Shalini Boland
Primo libro della trilogia Vampires of Marchwood, di cui è già disponibile in italiano anche il secondo libro Taken
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Trama: Ribelle e tenace, Madison Greene ha sempre dovuto lottare per sé e per il fratello Ben, dopo che sono rimasti soli al mondo. Ma il giorno del suo diciassettesimo compleanno tutto cambia: qualcuno ha lasciato in eredità a lei e a Ben una fortuna, che comprende una quantità di denaro inimmaginabile e Marchwood House, una grande dimora piena di fascino e mistero. La condizione per ottenere tutto quanto? Madison e Ben dovranno trasferirsi nella nuova casa e viverci stabilmente. Basta poco perché si rendano conto che Marchwood House nasconde mille segreti. Esplorando la tenuta tentacolare, Madison trova alcune casse polverose e, incuriosita, decide di dare una sbirciata al contenuto. All'interno ci sono delle statue e una di queste ritrae il ragazzo più bello che abbia mai visto. Quando lui all'improvviso apre gli occhi e le svela la sua vera identità, Madison capisce di essere perduta. Potrà davvero donare il suo cuore a qualcuno che è tanto sexy quanto letale?
La mia opinione: questa è una trilogia conclusa già dall'autrice nel lontano 2016, ha una sua età il primo libro è del 2011, non so perché arrivi solo ora in Italia. Ma questo non è un male, erano anni buoni per i paranormal e la trama mi sembra interessante, purtroppo è uno young adult siete avvertiti e ad un certo punto tutto si complica con viaggi nel tempo.
The scarlet veil. La cacciatrice e il vampiro, di Shelby Mahurin
Primo libro di una nuova serie, spin off della serie Serpent&Dove la strega e il cacciatore, della stessa autrice
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Trama: Sono passati sei mesi da quando Célie ha sfidato la tradizione e, lasciando tutti a bocca aperta, ha preso i sacri voti per unirsi agli chasseur, prima cacciatrice in una confraternita di soli uomini. Con il suo fidanzato Jean Luc al comando, è decisa a portare avanti la propria missione e a proteggere Belterra, ma il passato non le dà tregua: misteriosi sussurri la perseguitano e un nuovo male risorge dall’oscurità, lasciando dietro di sé una scia di cadaveri con due punture gemelle nel collo. Ora Célie ha un nuovo motivo per temere il buio, perché qualcosa – qualcuno – la sta cercando. E nonostante i confratelli e Jean Luc cerchino di proteggerla, non c’è magia né spada che possa tenerla al sicuro da un mostro che si nasconde dietro belle parole e sorrisi taglienti. Se non vuole cadere preda delle tenebre, Célie deve trovare il modo di fermare la minaccia che avanza, ma più quel mostro si avvicina, più rischia di cedere ai suoi inquietanti desideri… e ai propri.
La mia opinione: non ho letto questo libro e non intendo leggere questa serie perché non è adulta come piacciono a me, io lo catalogherei al massimo come new adult sinceramente. Inoltre non avendo apprezzato la serie precedente dell'autrice abbandonata da me al primo libro, già so che non mi piace il suo stile. La consiglio solo a chi ha amato le serie di Sarah J. Maas come genere e stile.
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Agenzia per appuntamenti, di Andie M. Long
Unico volume che raccoglie ben 6 romanzi (la serie completa) brevi paranormal romance ironici e per adulti con protagonisti adulti:
Il vampiro cerca moglie Appuntamento con il diavolo Appuntamento con il lupo Il nostro futuro Appuntamento con il re Guerra e pace
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Trama: Gestire un’agenzia di incontri può essere mortale… Shelley Linley è stufa di avere a che fare con clienti squilibrati. Un altro burlone ha fatto domanda alla sua agenzia di incontri, dicendo di essere un vampiro e vuole l’aiuto di Shelley per trovare una moglie. Malgrado tutto, quando decide di incontrarlo per una seconda intervista, Shelley scopre che lui non ha idea di quello che vogliono le donne. Peccato perché è super sexy, divertente e ha molti amici single a cui potrebbe consigliare la sua attività, anche se dice che sono lupi mannari e demoni. Se solo riuscisse ad ignorare le sue allucinazioni, potrebbe sicuramente aiutarlo ad incontrare qualcuno. Tutto precipita quando l’algoritmo del programma di incontri afferma che è proprio lei la sua compagna ideale e questo la mette davanti a due possibilità, dare una possibilità a quel vampiro affascinante o scappare a gambe levate.
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cycktok · 11 months
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Mi piacerebbe avere una collezione di badge Tumblr. Sì, esatto quel trofeo accanto al mio nome in alto, quello è una sorta di premio, probabilmente ottenuto per aver postato più di tot volte. Sarei motivato a diventare il più grande blog della zona se solo ci fossero obiettivi raggiungibili; ma ehi, avrò zero lettori sul sito blu, e di questo mi dispiace abbastanza. Insomma ehi, sono simpatico, le mie cazzatine, sono divertenti, perché non ho più seguito??? D'altronde i visitatori mensili ne ho sempre avuti parecchi, solo ultimamente sono in netto calo, non come nei fasti in un tempo. Cavoli, d'altronde non basta aprire una pagina Google su come diventare uno scrittore per diventarlo effettivamente. In questo momento sto ascoltando musica di sottofondo lo fi, immaginando di abitare in una casa bolla sott'acqua, troppo tipo Black Mirror, i pesci nuotano e li osservo dalla grande vetrata. Ma perché bisogna uscire di casa per forza? Voglio vivere delle cazzate che scrivo ,appunto in una bolla sott'acqua, senza necessità di spostarsi per acquistare cibo e varie robe. Ormail il Maleva è roba vecchia, non mi diverte più, forse perché ci sono andato da solo per 4 mesi di fila lol lol xdxdxd. Devo imparare ad aumentare il tempo in cui non mi si abbassi la soglia dell'attenzione, perché ora come ora sono veramente giù. Il divano non dovrei nemmeno vederlo, impariamo a leggere tanto e scrivere.
Che poi vi ricordate da cosa è nato tutto questo?? ah loll io si, troppo ridere se ci ripenso. Dietro di me la stufa a legna finalmente è accesa, dai suvvia ammettiamolo, l'inverno/autunno sono le stagioni migliori!! Alla ricerca di una serie tv bella bella da vedere d'un fiato; ce l'ho MANIAC; ormai mi conoscete, le cose Psyco mi piacciono un sacco! Mi ci rivedo abbastanza negli strizzacervelli un po' fuori fase. Alla ricerca di un sito che mi faccia guadagnare scrivendo e basta, non credo esistano, ma aprire il pc con questo intento è abbastanza divertente; mi sono messo anche le pantofole ai piedi! Sono proprio in modalità poltrire e scrivere a più non posso!. Domenica è domenica, in casa al calduccio.
Raga domandone: ma se un'infatuazione dura tipo per oltre un anno, è tipo innamoramento?? chiedo per un amico
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aitan · 2 years
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(In questa ulteriore parentesi mi viene da osservare che, in ogni modo, girano per i libri, per le riviste e per la rete decine e decine di filastrocche di qualità molto superiore a decine di migliaia di liriche di “poeti laureati” in cui non scorre né il sangue né la ragione: sprechi di tempo, carta e spazi fisici o digitali che avrebbero fatto meglio a restare nella mente dei loro creatori, ma che magari hanno dato loro la soddisfazione effimera di un parto indolore e improduttivo. Fuffa né vera, né utile, né dilettevole, né interessante. Metafore di seconda mano, discorsi inutili, forme incerte e concetti consunti dal tempo. Poesie/sveltine, versi facili facili che danno il piacere, a lettori poco avvezzi all’arte amatoria, di aver goduto anche loro di una storia d’amore con la poesia. Ma in genere si tratta di roba che genera poco altro che un fenomeno editoriale o qualche intervista su qualche giornale che leggono in pochi o nessuno e che è destinato a durare lo spazio di un mattino).
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Viene sempre dalle mie considerazioni sull'utile e il dilettevole nella composizione poetica, che potete leggere qua in versione integrale, anziché a pizzichi, mozzichi e pinzillachere.
aitanblog.wordpress.com/2023/02/21/lutile-e-il-dilettevole/
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occhidibimbo · 2 years
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Il carretto di Max fa parte di una collana scritta dagli autori Barbro Lindgren ed Eva Eriksson. In questa serie di storie incontriamo un giovane bambino biondo di due anni alle prese con avventure quotidiane. In particolare, in questo racconto, vediamo il protagonista Max che vuole andare a fare un giro col suo carretto. Iniziando dal salotto, girovaga per casa raccattando tutto ciò che più gli sta a cuore, l’orsacchiotto, il cane, la macchina… forse ha acchiappato troppa roba, perché man mano che si dirige verso il giardino varie parti gli cadono. Fortuna che c’è il cane, da bravo aiutante, raccoglie volta dopo volta tutto ciò che Max perde, persino un biscotto anche se… dov’è finito il biscotto?!? Una storia divertente e simpatica, rappresentata con immagini dai colori pastello, contornate da un tratto nero sottile, su uno sfondo bianco. Il tutto incorniciato e racchiuso in un cartonato piccolo e maneggevole. Dalla forma quadrata con le punte arrotondate, è adatto alle mani dei lettori più giovani. La struttura narrativa è semplice e lineare dove il disegno prevale sulle scritte. La collana che racchiude questo libro è quella dei Bohemini-maxi rivolta ai bambini dai 15/18 mesi di età in su. Questa serie riprende una vecchia collezione svedese e ne riprende l’obbiettivo, ovvero quello di accompagnare i più piccoli alla scoperta del mondo attraverso un percorso fatto di libri. Sono albi come questi, con storie semplici basate sulla loro realtà in miniatura che aiutano i nostri figli ad aumentare il proprio lessico e la loro capacità di linguaggio. I bimbi di quest’età vengono coinvolti in un ambiente caloroso e familiare che si ripete avventura dopo avventura, prendendo confidenza con questo universo fatto di calore, gesti spontanei, sguardi buffi e animali domestici. ____________________ ByStefania Questo articolo è stato realizzato grazie al progetto Leggére storie da leggere – In merito al bando per la promozione della lettura nella prima infanzia: Leggimi 0-6. Promosso dal Centro per il libro e la lettura – Selezione libri a cura de La Vetrina centro di documentazione della Provincia di Brescia
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virginia-dara · 7 years
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#pagina69 luglio: buona partenza (e buona vita) con solo bagaglio a mano
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A Naju, in Corea del Sud, si può assistere alla cerimonia della propria morte: è un modo "estremo" per rendersi conto di cosa resta di ognuno di noi dopo il grande passo. E le cose che restano sono cose che entrano comodamente in un “Solo Bagaglio a mano”.
Il prezioso saggio di Gabriele Romagnoli è il mio consiglio di lettura per luglio. Scoprite perché con #pagina69 su We Smile.
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der-papero · 3 years
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lI napoletano wannabe
Attenzione: questo post potrebbe contenere tracce di pensieri costruiti in tantissime ore, per deliziare i lettori (almeno spero).
C'erano una volta tre personaggi delle fiabe, @der-papero, @ross-nekochan e @pyxisminor.
@der-papero era un umile volatile della bassa provincia, che aveva avuto tanto dalla vita, tranne la cosa che sognava di più, ovvero quella di somigliare al suo eroe preferito, il Gigante Buono dalla Lacrima Facile.
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Questa cosa lo segnò al punto tale da nascondere le sue vere origini, e si spacciò quindi per l'emigrante ca' se chiagne 'a mamm, figura retorica molto in voga nella Terra dei Possenti Rutti, un posto dimenticato da Dio, colpito da una maledizione che impedisce alle persone di offrire un caffè ... anzi, non c'è manco il caffe, quindi un cazzo da offrire.
Tutto il mondo se l'era bevuta, fino al giorno in cui apparve la Strega Trappista @ross-nekochan, che, facendo capo alla stessa Tribù dei Caffè Patriesi, svelò al mondo intero le vere sembianze del Nostro, utilizzando gli incantesimi contenuti nelle canzoni di un certo Liberato, in pratica un disoccupato eretico nullafacente, che aveva rubato, anni or sono, le parole della nonna di @der-papero, ci aveva messo una base unz-patatum-zum-zum sotto e aveva fatto 'e sord.
Ma un antico incantesimo, figlio extra-coniugale della cazzimma, la superchiaria, li aveva uniti indissolubilmente, nel tentativo di metter 'a copp, e fu così che, in un caldo pomeriggio di Dicembre, @der-papero si recò con @ross-nekochan nella sua città, nel tentativo vano di essere quel Gigante Buono che tanto sognava.
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E fu qui, invocato dal potere della Trap, nella magica Stazione Statt Accuort 'o Scalin,
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che apparve l'Elfo @pyxisminor, con in regalo due graffe napoletane 🧡🧡🧡🧡,
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che avevano il potere di tramutare anche un valdostano in uno scugnizzo. Il Nostro Elfo possedeva la Conoscenza Urbana, un dono che permette di attraversare posti meravigliosi e fatati,
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a patto che abbiate vesciche abbastanza capienti. L'Elfo raccontò tante storie lungo il cammino verso La Pizza, anche di antichi fantasmi napoletani, e Papero, col cuore pieno di gioia partenope, esultò verso @ross-nekochan al grido "io lo so dove è il Monastero di Santa Chiara GNE GNE GNE!".
Ma la Nostra Strega Trappista, esperta di sedi universitarie, per evitare che @der-papero potesse ingannare l'Elfo @pyxisminor, tramutava 'a dispiett le zeppole di San Giuseppe in babà con la crema e i Maradona in San Gennaro, promettendo di punirlo con la più grave delle maledizioni, il Cuppino Conguaglio, una roba che mette i brividi solo a sentirla.
Fortuna che la Magica Pizza Napoletana™ tramutò tutte le peripezie dei nostri eroi in un grandissimo abbraccio e la voglia di rivedersi, e @der-papero ritornò nella Tribù dei Caffè Patriesi con @ross-nekochan, viaggiando col potere della Velocità Arancio-Smodata e al grido VA CHIAAAAAAAAN!
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corallorosso · 3 years
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Sciopero generale, Gad Lerner attacca Repubblica: ‘Nemmeno una riga, giornale di ex progressisti’ Nono solo attaccato prevedibilmente da Confindustria, mal digerito dalla componente medio-progressista del Governo, lo sciopero generale di oggi deve anche subire l’ostracismo dei grandi media, più zelanti del dovuto. E in questo contesto fa un certo scalpore l’edizione odierna di Repubblica che ignora completamente la manifestazione dei lavoratori. E infatti non tardano le reazioni, la prima, dura, imemdiata, è quella del giornalista Gad Lerner che sui social commenta duramente la linea editoriale del quotidiano: “La consegna del silenzio. Su Repubblica di oggi neanche una riga dedicata allo sciopero generale. Gli scioperanti son considerati roba d’altri tempi, come del resto i lettori di giornali (ex) progressisti. P.S. Sul Corriere si sono sforzati di mettere un trafiletto a pagina 16”. Kulturjam
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falcemartello · 3 years
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C’era una volta l’economia politica neoclassica: un corpus filosofico-politico monolitico, che è in grado di spiegarti matematicamente che, data una distribuzione delle risorse iniziale, il rispetto dei contratti e la certezza dei diritti di proprietà, ogni risultato sociale ed economico è letteralmente il migliore dei mondi possibili. Ovviamente nessuno ci credeva davvero, e lo stato continuava a legiferare e regolamentare secondo i cazzi suoi: la morale, la volontà di potenza, l’interesse nazionale, la pace sociale. Un po’ dell’uno, un po’ dell’altro – a cazzo di cane – e l’omo campa.
Ma nelle università continuavano a studiare la matematica, e si sono accorti che nel corpus c’era un buco. Infatti, quando c’è una cosa chiamata “esternalità”, il risultato “di mercato” non è più il migliore dei mondi possibili, ma può (anzi deve) essere migliorato grazie all’intervento statale. A quel punto i governi hanno smesso di far finta di ascoltare gli economisti, e hanno drizzato le orecchie. DIMMI DI PIU’! A proposito, questo è uno dei tanti motivi per cui vogliamo chiudere le università.
L’esternalità è l’effetto secondario di una attività economica, il quale costo ricade su chi è estraneo alla transazione. Banalmente l’allevamento di maiali che puzza e, quando tira scirocco, disturba il bed and breakfast 400 metri più a nord sulla strada provinciale. In un mondo sano a nessuno fregherebbe un cazzo di studiare questa roba: l’allevatore e l’oste si farebbero i dispetti per anni, fino a finire a Forum davanti al giudice Santi Licheri. Giudice che proporrebbe all’allevatore di donare all’oste venti kg di salsicce ogni volta che tira vento da Sud. Puzza di merda? Facciamoci una bella grigliata. Letteralmente la mia ideologia.
Purtroppo a un certo punto, e invito i lettori ad aiutarmi a ricostruire i fatti, l’esternalità è diventata il peccato originale della nostra società, in seno alla nuova religione progressista. Deve esser stato in concomitanza con l’aumentare del benessere, il declinare del Cristianesimo e il conseguente non avere più un cazzo di meglio a cui pensare. Nessuno è potuto sfuggire al martellamento dei coglioni costante delle beghine dell’esternalità. Non finisci pasta e lenticchie? Un bimbo africano muore di fame. Non dicevano proprio così, ma il collegamento era evidente, e soprattutto si abituava a pensare che ogni azione governata dal capriccio individuale avesse conseguenze catastrofiche sul prossimo.
Fatto sta che, di pari passo con questa nuova religione del peccato di esternalità, l’azione governativa andasse di pari passo nel regolamentare l’attività umana, ovviamente per scopi totalmente benefici. Ed ecco quindi che le accise su alcool, tabacco e benzina da banali e volgarissimi dispositivi fiscali per fare cassa sfruttando domanda inelastica, diventano nobili dispositivi pedagogici e di riduzione delle esternalità. Dice: passi l’inquinamento, ma che cazzo di esternalità provoco se mi fumo la marlboro dopo il caffè? Fumi, ti ammali di cancro, muori. E costi soldi al SSN. Quanti? Boh. Tu intanto paga, peccatore. L’imposta sull’esternalità trova la sua ragione economica ragionieristica: si tassa il consumo di un bene nocivo, e il gettito lo si usa per pagare i danni. Imposta “pigoviana”, la chiamano sui libri. Ma l’illusione di libertà è salva: Humphrey Bogart con la sigaretta in bocca può sbiascicare la Marsigliese in Casablanca, in culo ai nazisti!
Ecco però che l’esternalità passa da fenomeno tangibile, diretto come la puzza di cacca, a indiretto, fumoso, sostanzialmente non quantificabile se non da esperti non precisati che fanno calcoli basati su assunzioni arbitrarie. Ad essere depositaria del peccato di esternalità è ovviamente la Scienza, quella istituzione non contestabile in alcun modo per definizione. Ma la sete di redenzione delle beghine non può essere placata da una tassa. I beni nocivi continuano ad essere consumati, la foresta amazzonica continua ad arretrare, divorata letteralmente dalle coltivazioni di soia. I mari continuano, boh, ad aumentare di livello nei modelli dei climatologi pagati da grants per lo studio dell’innalzamento dei mari. I neonati continuano a consumare pannolini. Non basta tassare, non può bastare. I rompicoglioni dei “liberali” si oppongono alla sugar tax, figuriamoci a una accisa di cinque euro al litro sulla benzina. E inizia quindi il bombardamento a tappeto mediatico per colpevolizzare il consumo. Tutto il consumo. Tutta la vita. Homo Sapiens contemporaneo è una macchina che produce CO2, quindi gradi, quindi uragani ed eventi climatici estremi. Si chiama “egoista” chi mette al mondo figli, si colpevolizza chi segue una dieta onnivora bilanciata tradizionale, si deplora chi si muove con mezzi propri.
Siamo passati in 30 da un mondo dove si fumava nelle sale da biliardo a un altro dove ti dicono che “se non ti vaccini sei un pericolo per te e per gli altri”. E domani ti diranno serissimi “la tua libertà di andare a mangiare gli spaghetti con le telline al secondo Cancello in una assolata domenica di marzo finisce dove inizia la mia di non morire per colpa di un uragano” (cit. RM).
Non so come andrà a finire per noi miscredenti delle esternalità comandate dalla Scienza: non sappiamo se prevarrà la volontà di mantenere l’illusione di libertà, e quindi accettare di vivere da dhimmi pagando un obolo, oppure saremo discriminati col greenpass, isolati e infine sterminati nel corso di qualche pogrom perché è piovuto troppo, o troppo poco. (Birbo)
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