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#sentiero azzurro
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The Sentiero Azzurro (Blue Path) in Cinque Terra
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scorcidipoesia · 4 months
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Come stai amica mia ? Male lo so. Ma la primavera è dura e dobbiamo resistere. La primavera ci mette dentro quell 'ingordo desiderio di felicità e bagliore. Ci fa chiudere gli occhi al primo sole che ci sferza in una giornata di vento e ci fa spalancare le braccia come se questo vento lo potessimo imprigionare e stringere. Non lo possediamo amica mia. La sola cosa che possediamo è volontà di andare e continuare questo sentiero che presto sarà azzurro di lavanda. È dura amica mia sanare i buchi dell'infelicita' e creare vuoti spaventosi dove immergere le nostre speranze fraintese. Solo procedi nella tua debolezza facendo attenzione a dove posi i piedi. Dove adesso vedi rovi forse un giorno spunteranno fiori di campo. E in quel campo troverai la felicità. Tatiana Andena 2016
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sciatu · 1 year
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OASI DEL GELSONMINETO
Oggi abbiamo visitato il paradiso. Abbiamo lasciato Siracusa scendendo verso sud. Volevamo trovare una di quelle lunghe spiagge dalla sabbia rosa e il mare di un azzurro trasparente. Superiamo Fontane Bianche e scendiamo ancora più a sud. Ad un certo punto lungo la strada vediamo dei turisti con ombrelloni e asciugamani scendere da una strada laterale bianchissima. Ci fermiamo anche noi parcheggiando a lato della candida strada. Un sentiero ci porta verso una stradina sterrata che passando sotto la statale, immette in campi vastissimi che ospitano piccoli ulivi e sono circondati da alti pini o grandi acacie che ne segnano il bordo. Camminiamo per quasi dieci minuti e malgeado i filari di ulivi e le recinsioni, sembra di camminare in una savana. Si sentono solo le cicale qualche uccello che chiama di albero in albero ed il ento che smuove le cime delle acacie. Un lungo sentiero porta in prossimità della spiaggia nascosta da delle siepi di alberelli e di pini messi sul limitare a proteggere i terreni retrostanti dove venivano coltivati filari di profumati gelsomini. La spiaggia è di sabbia finissima ricolma di detriti di alberi portati dal mare e l’acqua è caldissima. La piccola baia è delimitata da due promontori. Quello a sinistra ha sulla punta un bunker della seconda guerra mondiale, quello a destra degrada lentamente verso il mare. Vedo che su quest’ultimo che molti bagnanti salgono scomparendo nella fitta macchia fatta da palme e cespugli di oleandri e alberelli di yuka. Li seguo per curiosità e inaspettatamente vi trovo un sentiero che costeggia un muro di pietre a secco , passa sulla cima del promontorio e quindi ne mostra l’altro lato, quello non visibile dalla spiaggia. Arrivato su quel lato ho una visione incredibile, dove la scogliera scende scoscesa e frastagliata in un mare color smeraldo dalla perfetta trasparenza. Si sente solo il mare entrare e uscire dalle grotte che ha scavato alla base della scogliera ed il vento urtare la roccia frastagliata e disperdersi tra la fitta vegetazione. Niente di umano appare tra gli scogli o lungo il sentiero. Non vi è plastica vetro o avanzi umani di una qualsiasi civiltà, esiste solo il vento, il mare ed il sole così come era dall’inizio dei tempi. Resto incantato ad ascoltare parlarsi il mare e il vento ed il mio stupore diventa una tangibile emozione, si cristallizza in un prezioso, unico ricordo. Questa è la Sicilia che mi brucia nel cuore, questa l’origine di ogni bellezza che riconosco, questo il senso di ogni verso che vorrei scrivere. Questo è il mio paradiso.
Today we visited paradise. We left Syracuse going south. We wanted to find one of those long beaches with pink sand and a transparent blue sea. We pass Fontane Bianche and go further south. At one point along the way we see tourists with umbrellas and towels coming down froma white street. We also stop by parking at the side of the white road. A path takes us towards a dirt road which, passing under the Provence road, leads into vast fields that host small olive trees and are surrounded by tall pines or large acacias that mark the border. We walk for almost ten minutes and past the rows of olive trees and the fences, it feels like walking in a savannah. You can only hear the cicadas, some birds calling from tree to tree and the sound that moves the tops of the acacias. A long path leads near the beach hidden by hedges of small trees and pines placed on the edge to protect the lands behind where rows of fragrant jasmine were grown. The beach is of very fine sand filled with debris from trees brought in by the sea and the sea water is very warm. The small bay is bordered by two promontories. The one on the left has a World War II bunker at its tip, the one on the right slopes slowly towards the sea. I see that on the latter many bathers go up disappearing into the thick scrub made up of palm trees and oleander bushes and yuka trees. I follow them out of curiosity and unexpectedly find a path that runs along a dry stone wall, passes on the top of the promontory and then shows the other side, the one not visible from the beach. Arriving on that side, I have an incredible vision, where the cliff drops steeply and jagged into an emerald sea with perfect transparency. You can only hear the sea flowing in and out of the caves it has dug at the base of the cliff and the wind hitting the jagged rock and dispersing among the dense vegetation. Nothing human appears between the rocks or along the path. There is no glass plastic or human remains of any civilization, there is only the wind, the sea and the sun as it was from the beginning of time. I am enchanted listening to the sea and the wind talking to each other and my amazement becomes a tangible emotion, it crystallizes in a precious, unique memory. This is Sicily that burns in my heart, this is the origin of every beauty I recognize, this is the meaning of every verse I would like to write. This is my paradise.
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lunamagicablu · 1 year
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Il giorno in cui il peso sulle tue spalle si attutisce e inciampi, possa l'argilla danzare per bilanciarti. E quando i tuoi occhi si congelano dietro la finestra grigia e il fantasma della perdita entra in te, possa uno stormo di colori, indaco, rosso, verde e azzurro venire a risvegliare in te un prato di gioia.
Quando la tela si sfilaccia nel ricciolo del pensiero e una macchia di oceano si annerisce sotto di te, possa venire attraverso le acque un sentiero di gialla luce lunare per portarti sano e salvo a casa.
Possa il nutrimento della terra essere tuo, possa la chiarezza della luce essere tua, possa la fluidità dell'oceano essere tua, possa la protezione degli antenati essere tua. E così possa un vento lento avvolgere queste parole d'amore intorno a te, un mantello invisibile per badare alla tua vita.
John O'Donohue art by Jungsuk Lee ********************* The day when weight on your shoulders you soften and you stumble, may the clay dance to balance you. And when your eyes they freeze behind the gray window and the ghost of loss enter you, may a flock of colors, indigo, red, green and blue come to awaken in you a meadow of joy.
When the canvas frays in the curl of thought and a patch of ocean it blackens under you, may come through the waters a path of yellow moonlight to bring you home safely.
May the nourishment of the earth be yours, may the clarity of the light be yours, may the fluidity of the ocean be yours, may the protection of the ancestors be yours. And so may a slow wind wrap these words of love around you, an invisible cloak to look after your life.
John O'Donohue art by Jungsuk Lee 
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Una donna risolta la riconosci subito. Che poi da risolta a risoluta ci passa giusto lo spazio di una vocale. La riconosci dal bagaglio a mano di consapevolezze che si trascina dietro. Di quelli leggeri quanto basta da non ostacolare il cammino, capienti quanto serve per portare con se tutto ciò di cui ha bisogno.
Un bagaglio che odora piacevolmente di passato con il suo repertorio di giorni andati e di ricordi sbiaditi, di faticose conquiste e di piacevoli contrattempi, di prevedibili coincidenze e di sconsiderati cambi di programma. Con i suoi amori platonici, quelli appena sfiorati e quelli consumati fino all’ultima lacrima. Quando rincorreva a tutti i costi l’artificioso finale del “vissero felici e contenti” e il Principe Azzurro non era ancora diventato la caricatura di qualche spot pubblicitario.
Un bagaglio in cui è possibile scorgere l’antica reverenza adolescenziale per quello specchio che spaventava, seduceva, abbagliava e impartiva ordini ma non rifletteva mai l’immagine desiderata. Quando l’inadeguatezza era un vestito cucito su misura e il suo biglietto da visita era scritto con le aspettative altrui. Quando a furia di cercare confini rassicuranti, tracciava perimetri sempre più ristretti sui quali finiva inevitabilmente con l’inciampare.
Un bagaglio custode di ferite che hanno rischiato di trasformarla in qualcosa di diverso da quello che ha scelto di diventare. Di monologhi che riecheggiavano nelle stanze vuote quando la notte sembrava eterna e il calore del sole sembrava un ricordo sbiadito. Di lettere scritte per legittima difesa e di promesse fatte per ingannare l’attesa. Di passi lenti e di instancabili corse. Di corsi, ricorsi e appuntamenti mancati.
Un bagaglio in cui si nascondono furtivi i_baci
della buonanotte e i sogni d’oro che qualche volta diventano incubi e altre volte solo un sentiero su cui l’immaginazione disegna una storia diversa dalla realtà. Quando per sfuggire alle tristezze basta rifugiarsi dentro a un sogno e allargarcisi dentro, come in un vecchio maglione o in un cuore malandato.
Un bagaglio che custodisce i ricordi che avrebbe voluto archiviare e i frammenti di una fotografia che avrebbe voluto ricomporre. Proprio come si fa con le persone che si sentono disperse in mille pezzi, quando con un abbraccio, le si vorrebbe teneramente rimettere insieme.
Le vacanze al mare, la voglia di nuotare e la paura di affogare. Quando, nonostante i più collaudati sistemi di salvataggio, la sensazione di annegare sulla riva prendeva il sopravvento sul coraggio di provare a tuffarsi ancora una volta.
La paura del buio che non è mai timore di ciò che non si vede ma smarrimento per ciò che non si sa. E la paura non ti lascia scelta: o fuggi o attacchi. Oppure ti crogioli per sempre nel dubbio se essere amata sia più sicuro che essere temuta.
Un bagaglio straripante di accuratissime scelte. Talmente accurate, selezionate, sottoposte a verifica, da rivelarsi terribilmente sbagliate. Di prezzi troppo esosi e sconti inaspettati. Permessi autorizzati e divieti da trasgredire. Notti dense e giorni da riciclare. Presenze silenziose e assenze assordanti. Solitudini consapevoli e vorticosi giri di giostra.
Una donna risolta la riconosci subito perché il proprio bagaglio lo trascina con fierezza. Che lo faccia su sensuali tacchi a spillo o su comode ballerine, fasciata in un elegante tubino nero o nascosta in una tuta due taglie più grandi, procede a testa alta, un passo alla volta. Senza elemosinare amore o mendicare rispetto. Immune a facili gratificazioni narcisistiche e rispettosa dei propri bisogni emotivi. Innamorata delle imperfezioni faticosamente conquistate e consapevole della propria femminilità. Incapace di barattare le proprie fragilità con maschere sbiadite e comodi alibi a basso costo.
Dott.sa Annarita Arso psicologa
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danilacobain · 2 years
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Selvatica - 39. Un pizzico di incoscienza
C'era un bel sole quel pomeriggio. Ante aveva deciso di portare Corinna al mare, dopo la mattinata passata a fare fisioterapia e allenamento. Se avessero avuto più tempo avrebbe preso un motoscafo e l'avrebbe portata a fare un giro in mare aperto, magari avrebbero pranzato su uno dei tanti isolotti disseminati lungo la costa. Ma aveva deciso di portarla in un posto altrettanto bello, non facile da raggiungere.
Si inerpicarono su un promontorio, imboccando un sentiero che iniziava a scendere sulla costa, tra la vegetazione rigogliosa. Corinna era radiosa. Più la guardava e più sembrava perfetta immersa in quella natura aspra e ruvida, ma piena di sentimento, poetica, stupefacente.
Non ci si abituava mai a tutta quella bellezza, lui non si abituava mai alla bellezza di Corinna. Ogni giorno gli sembrava di vederla per la prima volta, ogni giorno sembrava scoprire particolari meravigliosi. Come quella mattina, quando si era alzato e non l'aveva trovata nel letto ma in cucina con sua madre. Cercavano di comunicare a gesti ed erano così buffe, ma quell'immagine gli aveva scaldato il cuore al pari di come glielo scaldava il sorriso di Corinna. Lei gli aveva preparato la colazione con l'aiuto di sua madre e lo aveva sgridato per essersi alzato, perché avrebbe voluto portargliela a letto.
Anche lui avrebbe voluto portarla a letto e baciarla, e toccarla, e amarla lentamente. Corinna era felice, felice come non l'aveva mai vista. E anche lui era felice.
Sbucarono su un'altura. Da lì la distesa azzurra scintillava sotto ai raggi del sole, l'acqua cristallina era increspata dalla brezza leggera.
Corinna si riempì i polmoni di aria salmastra. «È meraviglioso.»
«Già.» Ante la prese per mano e la guidò verso una scala ricavata nella roccia, fino ad arrivare al limitare dell'acqua. Corinna si accovacciò per bagnarsi le dita.
«Deve essere bellissimo d'estate fare il bagno qui.»
«Perché aspettare l'estate? Facciamolo adesso un bagno.» Ante si tolse le scarpe.
«Scherzi?»
«No. Siamo qui adesso... l'acqua è bellissima, tu hai voglia di fare il bagno, facciamolo. Anzi, ho un'idea migliore. Buttiamoci da lì sopra.»
Corinna sollevò lo sguardo verso il costone roccioso che le stava indicando Ante. Rimase a bocca aperta, forse credendo che lui non dicesse sul serio. Invece lui era serissimo e per di più vedeva che oltre l'apparente timore anche lei era entusiasmata dall'idea.
«Sei pazzo.»
Ante allungò la mano verso di lei, il palmo rivolto verso l'alto in attesa. «Ti fidi di me?»
Corinna ebbe solo un attimo di esitazione, poi gli strinse la mano e insieme si arrampicarono sulla roccia, dal lato opposto rispetto a quello da cui erano arrivati. Non era altissimo, forse tre metri, e l'acqua sotto di loro era calma e placida, azzurro chiaro, li chiamava ammaliandoli con la sua bellezza.
Ante intrecciò le dita a quelle di Corinna. «Ti tengo.»
Si guardarono negli occhi. Ante leggeva nelle iridi marroni di Corinna una completa fiducia nei suoi confronti e una connessione senza pari, una connessione di intenti, di desideri. In quel momento, Corinna avrebbe assecondato tutte le sue follie e lui avrebbe fatto lo stesso. D'altronde era già successo, aveva assecondato la sua effrazione al giardino chiuso al pubblico a Milano. Ed era stato bellissimo.
Corinna lanciò un urletto quando i piedi si staccarono dal suolo. L'impatto con l'acqua fredda non fu così traumatico, ma li fece staccare. Ante sbucò fuori per primo e prese un bel respiro. Osservò Corinna uscire dall'acqua e ridere.
«È freddissima.» Si scostò i capelli bagnati dal volto e si avvinghiò a lui. «Ante, è stato pazzesco!»
Lui la strinse, tremava tutta e non riusciva a smettere di sorridere. «Sapevo che ti sarebbe piaciuto.»
«Voglio rifarlo.»
Sgusciò via dal suo abbraccio e nuotò verso la parte rocciosa che emergeva dall'acqua. Ante la seguì, disorientato e divertito dalla reazione di Corinna. «Aspetta!» le disse, ma lei cominciava già ad arrampicarsi per raggiungere lo spiazzo dal quale si erano gettati poco prima.
Lo aspettò in cima, i vestiti grondavano acqua e avevano formato una piccola pozza ai suoi piedi, si teneva le mani strette al corpo, infreddolita ma ancora desiderosa di sentire l'adrenalina di quei pochi secondi di vuoto, di percepire la forza di gravità attrarla verso il basso a una velocità crescente. E poi l'impatto con l'acqua, una spirale che li avrebbe risucchiati verso il fondo e poi spinti fuori.
Corinna gli prese la mano. «Sei pronto?»
Ante annuì. Pochi secondi, il vento sulla pelle bagnata lo fece rabbrividire, poi l'acqua li accolse di nuovo. Corinna lo baciò con trasporto, per poi aprire gli occhi e fissarlo. «Hai gli occhi dello stesso colore del mare.»
Lui sorrise. «Vuoi farne un altro?» Passò la lingua sulle labbra di lei, che scosse la testa e aprì la bocca per far sì che le loro lingue si incontrassero.
Uscirono, adagiandosi sulla roccia riscaldata dal sole. Si tolse i vestiti e li tolse anche a lei. Corinna si accoccolò al sole, la pelle bianca e delicata sembrava luminosa e eterea sotto i raggi caldi. Ante le accarezzò le gambe, baciandola sulla bocca, sul collo e lungo lo sterno. Sapeva di sole e mare. I capelli sembravano tentacoli avvinghiati al collo, alle spalle, al viso. Li scostò, sentendo le mani di Corinna che lo liberavano dagli slip bagnati e lo indirizzava tra le sue gambe. Ante si spinse dentro, abbassando la testa sulla sua spalla. Corinna gliela prese tra le mani, alzandola affinché potessero guardarsi negli occhi.
«Ti amo, Ante.»
Il tempo sembrò congelarsi. In quel momento Ante non poté dire niente, era così pieno di sentimento che le parole non riuscivano a venire fuori, sovrastate da quello che stava provando e che era la stessa cosa che gli aveva appena detto Corinna. Anche lui la amava, la amava così tanto che gli faceva male il cuore.
Gli occhi di lei si chiusero un attimo, reclinò la testa indietro, sotto le spinte di Ante. La guardò per tutto il tempo, le labbra socchiuse, i sospiri sommessi, non voleva perdersi neanche un secondo di lei, del suo piacere, dei loro corpi appiccicati. Si perse nei suoi occhi marroni, tra le sue gambe. Smarrì la ragione, ogni dubbio, ogni più piccola reticenza.
Rimasero in silenzio a fissare il mare, Corinna con le gambe incrociate e la schiena poggiata al petto di Ante, seduto dietro di lei, baciati dal sole che pian piano moriva oltre l'orizzonte e accarezzati dal vento.
«Vorrei poter stare tutta la vita così.»
Ante percepì un velo di malinconia nella voce. «Chi dice che non si può?»
«Le responsabilità. Il lavoro, l'università...»
«Anche qui ci sono i musei, sai.» Corinna si girò per guardarlo negli occhi, Ante le sorrise.
«Ma anche tu vivi in Italia.»
«Per adesso, poi chissà. Noi calciatori siamo nomadi. Alla fine tornerò sempre qui, nella mia terra. Se questo posto ti fa stare così bene potrebbe diventare anche casa tua.»
Corinna spostò la testa verso il suo braccio, tornando a guardare il mare, lasciandogli un bacio morbido sulla pelle. «Solo se mi prometti che saremo sempre così spericolati, che conserveremo sempre un pizzico di incoscienza.»
Ante sentiva il cuore martellargli nel petto e la malinconia che aveva sentito un attimo prima nella voce di Corinna si insinuò anche in lui. Non voleva che quel momento finisse. Poggiò la testa accanto a quella di lei. Non stava finendo niente e di momenti come quello ne avrebbero vissuti parecchi. Lasciò scivolare via quel sentimento e ne accolse un altro, la gratitudine. Ringraziò il destino che li aveva fatti incontrare.
«Corinna, ti amo anche io.»
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rexalqeldroma · 2 years
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Incipit
La vita è molto più simile all'attraversamento dello spazio con un'astronave che a un sentiero su di un prato verde, sotto un cielo azzurro. Siete lì, in plancia di comando, consci di essere circondati dalle tenebre solo apparentemente eterne dell'universo. Intorno a voi ci sono le luci delle stelle e degli altri corpi celesti. Dalla plancia il vostro sguardo si perde verso quelle luci, cercando la rotta per la vostra destinazione. E ogni tanto, in tutte quelle tenebre che anelano allo splendore, in tutto quell'orrore cosmico fatto di buio, vi godete pure il viaggio. A volte esplorate, deviando dalla rotta. A volte vi perdete o l'astronave va in avaria. Ma continuerete a guaradre le stelle per trovare quella rotta.
Tra le tante cose che possono capitarvi in questa esplorazione, c'è anche la possibilità di rischiare di essere risucchiati da un buco nero.
Tutto quello che avete, la vostra nave spaziale, il vostro equipaggio, la vostra rotta e la vostra meta, possono essere messi in pericolo da una singolarità gravitazionale pronta a inghiottirvi senza pietà. E questa potrebbe essere seriamente la vostra ultima esperienza in questo universo. Quando siete in vista di un oggetto del genere, allora, credendo di avere ancora tutte le armi per sfuggirgli, vi avvicinate ancora di più per il solo gusto dell'esplorazione, perché sapete che abbiamo così poche informazioni su quel tipo di fenomeni e la vostra curiosità è tale, che dovete avvicinarvi sempre di più, raccogliere quante più informazioni possibile, e poi allontanarvi alla massima potenza o verrete ridotti a un infinito spaghetto cosmico prima di sparire completamente come se non foste mai esistiti. Serve parecchia fortuna, oltre a una gran dose di consapevolezza, per sopravvivere. Sfortunatamente, non tutti riescono a comprendere in tempo l'orrore in cui rischiano di essere annientati e quei pochi che riescono a sfuggire in tempo all'orizzonte degli eventi prima che sia troppo tardi, potrebbero doversi fermare più o meno a lungo per riparare la propria nave e ricostituire il proprio equipaggio.  A volte, però, i danni sono irreparabili e ti metti a lanciare segnali d'aiuto nella speranza che qualcuno ti salvi. Ma lo spazio è immenso e le possibilità che qualcuno risponda sono minime.
Non sto parlando di astronavi o fantascienza: la stessa cosa può succedere quando vi avvicinate alla persona sbagliata, parlo di quella veramente sbagliata, e la fate entrare nella vostra vita.
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lauraruetta-author · 24 days
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PASSEGGIATA PRIMAVERILE
Passeggiavo sotto un limpido cielo azzurro,
cosparso di vaporose, candide nuvole
screziate di un rubicondo roseo torpore.
Le leggiadre rondini volavano qua e là,
fra i tetti rossi della città.
Gli usignoli cantavano allegri
la dolce melodia della Primavera.
Sorridevo alla loro armoniosa melodia.
Le campagne aride e incolte riposavano,
abbandonate al gracchio delle cenerine cornacchie,
le padrone delle brune terre.
Fra gli alti steli d'erba,
sbucava una miriade di vermigli papaveri,
conservavano le sfumature del tramonto,
ondeggiavano soavi all'aria.
Camminavo adagio, beandomi della fresca fragranza cumarina
dell'erba appena recisa, che gridava aiuto.
Il vento accarezza la pelle secca e cerea,
avvolgendomi in una tiepida coccola.
Tra una via e un'altra,
ammiravo e contemplavo i giardini brulicati di vita.
Le chiome degli olmi e dei pioppi brillano verdi e rigogliosi.
Le gazze ladre nascondevano tesori rubati.
Le fronde ondose e ombrose riparano gli stagni delle graziose ninfee.
Un pesce rosso guizzava fuori dall'acqua.
Una libellula baciava la guancia di un grasso rospo.
L'albicocco era un alveare trapuntato di bianco.
Il ciliegio era un abito di zucchero filato.
I prati erano un arcobaleno di fiori variopinti,
dai petali setosi e delicati
Le ambrate farfalle svolazzavano incontro alla fugace libertà della vita.
Le api ronzavano, bramavano il mielato nettare dai gonfi pistilli.
Voltai lo sguardo,
una luce abbagliò la vista.
Un calore riscaldò l'anima.
Una moltitudine di vanitosi narcisi,
mi accolse nel loro splendore,
mostrando l'orgogliosa dorata corolla.
Il profumo inebriò i sensi di amore e meraviglia.
Dietro una siepe smeraldina,
un cane dal pelo color vaglia riposava beato.
I pavoni misero in mostra le corone di piume blu.
Il sonoro paupolare echeggiava nella estesa pianura.
Arrivai alla fine del sentiero.
Una pioggia di coriandoli viola glicine si posò come un mantello sul mio corpo.
Innamorata della natura,
felice del viaggio,
aspettavo solo l'estate.
-La Mia Sola Poesia (Laura Ruetta)
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walkswithmycamera · 24 days
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Italian Escapade: revised aka Plan 'B'
If you follow my account on X (formerly known as Twitter), you may recall I mentioned we were doing some juggling of our itinerary...
Plan 'B' image source: Unsplash
The accommodations are booked!
NOTE: links to information in the blog post are in blue.
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The Arrival 🇫🇷
NCE Airport, one night due to a late arrival and in readiness for the Flixbus journey to Genoa 🇮🇹 the next morning. It takes approximately 3 hours, depending upon your chosen departure time.
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Next Stop: Genoa
Flixbus terminates close to the Piazza Principe train station in the centre of the city and from here, we make our way across (probably by Metro) to Piazza de Ferrari with its fabulous fountain.
Arriving in Genoa a little after 13:00hrs, means we should arrive at our next accommodation in perfect time to check-in to our private room with an internal bathroom at Marathon Beds and Beer Hostel.
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We've never stopped in hostel accommodation even though we have been travelling together since the early 1990s.
It took me 2 days before I showed it to my husband - but we both agree it seems to have a good vibe and it's in the perfect position for the short time we have in the city.
We made our reservation through Booking.com but it's also listed on Hostel World too.
As I'm writing my 'Trip Plan' I just came across this Free guided tour on Get Your Guide.
It lasts approximately 2hrs and, I believe the process of free tours is the participants are expected to leave the guide a Tip at the end.
It sounds interesting but we will do some more reading on it, before coming to a decision.
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We will depart Genoa around lunchtime the following day for our next destination (this is the Plan 'B').
The hostel is a few minutes walk from Brignole train station, which is very handy as our next stop is a direct route by rail.
Day 3: Rapallo (5 nights) 🇮🇹
Finally, we arrive at the destination where we will explore Cinque Terre (5 Lands), famous for their multicoloured buildings which line the rugged Ligurian coastline and are scattered over a fairly short distance from each other along a popular hiking trail.
We changed our plans completely for this part of our trip as we had originally booked to stay in La Spezia for the Cinque Terre.
We began to realise we were overstretching ourselves to make the journey directly back to the Cote d'Azur, before taking our flight back home.
It would have impacted the overall enjoyment hence, ruling out La Spezia.
So, we decided to treat ourselves to an accommodation in a most scenic spot 👇
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We completed our reservation using Hotels.com as part of the OneKeyCash rewards scheme.
Here's what TripAdvisor says about the Hotel Italia e Lido:
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What is the Cinque Terre?
A series of storied coastal towns on the untamed Italian Riviera coastline is known as Cinque Terre.
The five towns that comprise the Cinque Terre: Rimaggiore, Manarola, Corniglia not accessible by boat, Vernazza and Monterosso were first fortified settlements during the Middle Ages. Each was shielded from Saracen raiders by a castle that overlooked the sea. You can expect to see vibrant colourful houses and vineyards clinging to steep terraces in each of the five towns; fishing boats moor in the harbours; and trattorias serve up seafood specialties and pesto, the region's signature sauce. The Sentiero Azzurro hiking trail connects the villages and provides panoramic views of the sea or; you can opt to visit most of them by boat.
What Else?
Well, we're not entirely all planned out day by day, we like to make things up as we go along. 'Travel' for us - is not all about schedules and ticking boxes of 'must see' places.
But, we do know we want to pay a visit to Portofino - mainly caused by a TV period drama series a year or so ago "Hotel Portofino."
We hope to reach Portofino by one of the local ferry routes, but a lot will depend upon the seasonal weather, which will dictate the sailing operational times. If not, there's always a bus!
Back to GENOA:
Oh yes, we haven't quite said 'arriverderci' to Genoa just yet.
We've bagged ourselves a rather nice 2 bedroomed apartment, via Booking.com even though we were really looking at budget accommodation for this part of the trip - but our hearts were stolen by places we wanted to live in - permanently!
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And this my friends, is why we've steered quite clear of Italy for many years - we absolutely know, it's going grab a tight hold and not let go. We're assuming there will be lots of revisits in between our other trips.
So perhaps we will get to experience that 2 hour guided tour after all... We will be located in the Centro Storico area of Genoa, which means heaps of wonderful building architecture to feast our eyes upon!
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Final Days:
We finish up back in Nice, on the Promenade des Anglais where we will have a couple of days to explore an area that will be a 'first' for us both.
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It provides us with the opportunity to wander along the promenade, or travel on the trams into the Nice Ville and Vieux Nice as well.
Nice is the second-largest French city on the Mediterranean coast and the second-largest city in the Provence-Alpes-Côte d'Azur region after Marseille. It's situated at the base of the French Alps, on the French Riviera, the southeast coast of France on the Mediterranean Sea.
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It's also around 13kms distance from Monaco, which I have visited, but many years ago when I was in my early 20s.
If we like, it's an easy enough destination for us to reach from our favourite UK airport - so we can always hop on a two and a half hour flight whenever the fancy takes us.
That's all folks and thank you for reading.
The next updates will arrive during and after our travels.
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luigifurone · 8 months
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1. (Splatter)
Avevo deciso di fare una passeggiata, nel fresco della mattina. Chiudermi dietro la discussione della sera prima, starmene ad ascoltare solo la purezza dell’aria mischiata all’odore dell’erba. Ecco. Solo.
Appena fuori dall’abitato, che poi era molto piccolo, esplodeva meravigliosa la montagna. Lasciai subito il sentiero per perdermi nei campi. Cercavo proprio la parte meno battuta, se possibile. Era una specie di trucco che mi portavo dietro da ragazzo. Quando mi sentivo angosciato, niente di meglio che l’ignoto per riavermi. All’epoca mi buttavo a caso nelle strade, in quelle più strette e che non conoscevo, del centro storico, nella città dove studiavo. Più una via mi suggeriva un che di spiacevole, più ci entravo deciso.
Qui era un po’ diverso. Sentivo la natura amica, non matrigna. Forse indifferente, ma non cattiva. Indifferente nella sua giustizia, nelle sue distribuzioni strane ed imparziali. Cosa mi sarebbe potuto succedere, qui? Una vipera. Un morso di qualcosa cui non avrei potuto rispondere nulla. Una bella fregatura, certo. Una stronzata. Morire qui per voler fare due passi. In città una coltellata, qui un morso. E alla fine avrei preferito il morso. Mi sembrava più naturale, per l’appunto.
I passi cominciavano ad andare da soli. Intorno a me una bella giornata di sole, il cielo azzurro come una lacca, le narici piacevolmente stuzzicate. Un po’ di pace. Impercettibilmente, il resto cominciava ad essere distante. Bene. Era quello che volevo.
Una piccola vallata. Ero arrivato da quell’altra parte della realtà, alla mia destinazione. Avrei potuto camminare per giorni, ora, senza stancarmi, solo confuso col resto. In quest’orgia di colori e ronzare di insetti e schiuma di corolle. I pensieri tacevano, era questa la destinazione, i pensieri tacevano e la mente s’era aperta alla stupore.
Improvvisamente, un odore, forte, mi toccò il naso. Mi svegliò, in pratica. Un odore forte e caratteristico, come ogni tanto si sente in campagna, quando si passa vicino ad una carogna. Sì, era proprio quel tanfo. Non che avessi paura, solo non mi andava di vedere carne morta. Non riuscivo però a capire da dove provenisse. Nei dintorni solo prati, l’erba abbastanza alta da impedire lo sguardo, gli alberi a chiudere la valle in fondo.
L’odore diventava più forte. Ero un po’ preoccupato. Che mi saltasse davanti agli occhi all’improvviso una carcassa, o peggio, che me la trovassi sotto i piedi. Che schifo. Pestare tessuti disfatti, magari portarmeli appresso, sotto le suole. O caderci sopra. Roba che marcisce. Camminavo più accorto. Poi mi fermai. Ero teso. Potevo solo tornare indietro, perché procedendo oltre pareva andassi proprio verso la fonte del fetore. Mentre mi ero deciso a fare dietrofront, le vidi.
Tra fili d’erba ancora alti e altri schiacciati innaturalmente a terra, sbucavano le punte nude di due piedi, un paio di metri avanti a me. Il sangue mi salì come un colpo alla testa e il cuore gli andò appresso. Non era qualcuno che dormiva. No, l’odore era troppo forte. Non sapevo che fare. C’era un cadavere davanti a me e non sapevo che fare. Male non m’avrebbe fatto, ma innanzi tutto sapevo che m’avrebbe fatto senso.
Pensai che potevo almeno dare una occhiata, fare ancora qualche passo e poi andare via. Avrei avvisato qualcuno.
I passi andavano lenti, il più legati possibile. Sotto ai miei occhi passarono le caviglie e poi i polpacci. Avevo paura di guardare. Dai polpacci partivano delle linee scure. Poteva essere sporco. Sembrava piuttosto un liquido denso. Ma certo, era un liquido rappreso. Ma certo, era sangue.
Ero spaventosamente attratto da quella visione. Mi tappai il naso. Ero in subbuglio. Quella persona era morta, non volevo vedere, eppure volevo vedere. Non volevo, ma volevo capire. Poteva essere una donna, giovane. Il vestito strappato la toccava solo per un lembo, giaceva sul prato accanto alle sue gambe. Strappato in fretta e buttato dove capita. Guardai sopra le ginocchia. Mi sentii morire. Dalle ginocchia partiva un taglio, uno per entrambe la gambe. Si vedeva l’osso sottostante. Qualcuno le aveva aperte, quasi a voler lasciare i femori in evidenza in mezzo alla carne profanata. Sulla carne martoriata le mosche. Era una donna. Anche il sesso era stato aperto a metà e di lì l’apertura seguiva la linea mediana del corpo arrivando fino al collo. Potevo distinguere la gabbia toracica. Gli organi che conteneva erano stati massacrati, come se qualcuno avesse voluto mescolarli, maciullarli.
Non ero più io a guardare.
Dovevo vedere ancora la testa, che era coperta da un ciuffo d’erba più fitto. Intravedevo solo del bianco come se sul capo ci fosse stato un fazzoletto. Ma non era un fazzoletto. La testa era ridotta al teschio. Dal collo in su tutto era stato strappato, tirato via. Il cranio era ripulito quasi perfettamente. Mi venne il vomito. Mentre mi stavo piegando per dare di stomaco distinsi chiaramente che di lato il teschio era stato sfondato. Si vedeva il vuoto. Da quel buco di sicuro era stato tolto il cervello ed il resto. Gli insetti ci camminavano attraverso come fosse una galleria. C’erano vermi, formiche, mosche e, strano a dirsi, una infinità di grilli.
No, quella cosa non mi piaceva affatto.
Non mi sono mai piaciute le ragazze con troppi grilli per la testa.
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scorcidipoesia · 4 months
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Come stai amica mia ? Male lo so. Ma la primavera è dura e dobbiamo resistere. La primavera ci mette dentro quell 'ingordo desiderio di felicità e bagliore. Ci fa chiudere gli occhi al primo sole che ci sferza in una giornata di vento e ci fa spalancare le braccia come se questo vento lo potessimo imprigionare e stringere. Non lo possediamo amica mia. La sola cosa che possediamo è volontà di andare e continuare questo sentiero che presto sarà azzurro di lavanda. È dura amica mia sanare i buchi dell'infelicita' e creare vuoti spaventosi dove immergere le nostre speranze fraintese. Solo procedi nella tua debolezza facendo attenzione a dove posi i piedi. Dove adesso vedi rovi forse un giorno spunteranno fiori di campo. E in quel campo troverai la felicità. Tatiana Andena
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personal-reporter · 11 months
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Escursioni e trekking autunnali: Le migliori mete naturali in Italia
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L'autunno è una stagione meravigliosa per fare escursioni e trekking in Italia. Le temperature sono miti, le giornate sono ancora lunghe e i colori della natura sono mozzafiato. Dove andare L'Italia è un paese ricco di paesaggi naturali, con montagne, colline, foreste e coste. Ecco alcune delle migliori mete naturali per escursioni e trekking autunnali: Alpi e Dolomiti: Le Alpi e le Dolomiti sono tra le catene montuose più belle del mondo. Offrono un'ampia scelta di percorsi per tutti i livelli di esperienza, dai semplici sentieri per famiglie ai percorsi impegnativi per escursionisti esperti. Percorso consigliato: Sentiero 401 da Malga Ciapela al Rifugio Rosetta. Il percorso ha una durata di circa 3 ore e un dislivello di 600 metri. Il sentiero si snoda tra fitti boschi di faggi e abeti, e offre panorami mozzafiato sulle Dolomiti. Appennino: L'Appennino è una catena montuosa che attraversa l'Italia da nord a sud. Offre una varietà di paesaggi, dalle cime innevate alle foreste di querce. Percorso consigliato: Sentiero CAI 507 da Sant'Agata del Tronto a San Gabriele. Il percorso ha una durata di circa 4 ore e un dislivello di 700 metri. Il sentiero si snoda tra boschi, pascoli e borghi medievali, e offre panorami suggestivi sul Gran Sasso. Colli e colline: L'Italia è un paese ricco di colline e colline. Offrono paesaggi idilliaci, ideali per escursioni tranquille. Percorso consigliato: Sentiero CAI 501 da Montepulciano a San Quirico d'Orcia. Il percorso ha una durata di circa 3 ore e un dislivello di 300 metri. Il sentiero si snoda tra vigneti, oliveti e boschi, e offre panorami mozzafiato sulla Val d'Orcia. Foreste: L'Italia ospita diverse foreste, tra cui la Foresta Umbra in Puglia, la Foresta Casentinesi in Toscana e l'Oasi di Castel di Guido a Roma. Percorso consigliato: Sentiero Natura 10 da Monte Sant'Angelo a Pietramontecorvino. Il percorso ha una durata di circa 2 ore e un dislivello di 200 metri. Il sentiero si snoda tra boschi di faggi e querce, e offre la possibilità di osservare la fauna selvatica. Coste: L'Italia ha una costa lunga e frastagliata, con spiagge, scogliere e sentieri costieri. Percorso consigliato: Sentiero Azzurro da Camogli a Portofino. Il percorso ha una durata di circa 3 ore e un dislivello di 200 metri. Il sentiero si snoda tra scogliere, pinete e borghi marinari, e offre panorami mozzafiato sul Golfo del Tigullio. Quali percorsi scegliere Quando si sceglie un percorso per un'escursione o un trekking autunnale, è importante considerare il proprio livello di esperienza e la durata dell'escursione. Per i principianti, è consigliabile scegliere un percorso facile, con un dislivello moderato e una durata di poche ore. Per gli escursionisti esperti, è possibile scegliere percorsi più impegnativi, con un dislivello maggiore e una durata più lunga. Cosa portare Quando si va a fare escursioni o trekking, è importante indossare abiti e scarpe comodi e impermeabili. È inoltre consigliabile portare con sé: Un cappello e occhiali da sole per proteggersi dal sole; Una giacca impermeabile per proteggerersi dalla pioggia; Una borraccia d'acqua; Snack e cibo; Un kit di pronto soccorso; Una mappa o un GPS. Consigli Ecco alcuni consigli per un'escursione o un trekking autunnale sicuro e piacevole: Informarsi sulle condizioni meteorologiche prima di partire; Partire presto al mattino per evitare le ore più calde; Seguire i sentieri segnalati; Rimanere entro i limiti del proprio livello Read the full article
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ufficiosinistri · 1 year
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Yeah, I went with nothing, nothing but the thought of you
Il versante della Valle Antrona è ripido, frastagliato da nevai e bocciaie. Un susseguirsi così, di paesaggi ostili. I nevai sono sporchi, le bocciaie arse dal sole. Sono slavine vecchie di secoli, che ogni tanto si muovono verso le conche più a valle, dove ancora la gente riesce a camminare. Dal Cingino, cioè da quando finiscono i boschi di larici, si inizia a salire e le tracce del sentiero non sempre si vedevano, venticinque anni fa. Si notavano solo dei segni gialli e rossi dipinti sulle rocce, come se fossero tante piccole bandiere spagnole, ma niente più. Dovevi stare attento, altrimenti rischiavi di smarrire la strada.  Alle volte ci si perdeva, col lago lasciato alle spalle, in tutta la sua profondità e i suoi iceberg che si scioglievano solo a luglio. Il percorso sino al Passo dell’Antigine è tutto così, un disastro. Ci si mettono cinque o sei ore dalla macchina, e spesso arriva la pioggia a coglierti alla sprovvista, perché le nuvole si fermano dietro a Crestarossa e non se ne vanno più via sino a quando non scaricano un po’ di pioggia, che cade battendo sulle frane e sporca ancora di più i nevai che stanno morendo.
Dal versante svizzero, invece, cambia tutto. Il paesaggio è sempre brullo, data l’alta quota, ma più dolce. Si arriva al passo con più facilità e la vallata è meno severa. Qualcuno arriva sino quasi al passo in Mountain Bike, ho visto delle foto. Anche da quel versante ci si lascia alle spalle un lago, nella salita. Ma è un lago molto grande, si chiama Mattmark. Come quelli italiani, è un lago artificiale, e la diga è enorme. Sembra un diamante azzurro incastonato nelle montagne, vedendolo dall’alto. Lo si raggiunge passando da Saas Almagell, dopo che la strada si biforchi a Saas Grund e si possa andare a Saas Fee, la località di montagna più bella nella quale sia mai stato. A Saas Fee hai a portata di mano i quattromila metri che si vedono dal Cavalcavia della Ghisolfa a Milano. Li puoi toccare, puoi contare i seracchi e controllare dove la neve sia fresca ad occhio nudo, dal paese, seduto a berti una birra. Sono limpidi, ammansiti dal sole e dai tre secoli di alpinismo che li hanno solcati. A Saas Fee, ci si può arrivare solo lasciando la macchina al bivio di Saas Almagell e prendendo in seguito un treno alpino che ti porta su. Non ci sono automobili agli incroci, non ci sono gli ingorghi stradali che puoi incontrare nella valle accanto, la Valle del Cervino dei Caran d’Ache e di Zermatt.
Sembra tutto perfetto, ma sono morte delle persone, degli operai, in questi luoghi, negli anni ’60, quando stavano costruendo l’imponente diga di Mattmark. Un pezzo intero di ghiacciaio scivolò verso l’invaso e trascinò via i dormitori pieni delle persone che lavoravano in quella valle. Persone che arrivavano da tutta Europa, sin da Cosenza. Immaginatevi, un ragazzo che da Cosenza, per lavorare ed avere una dignità nel mondo dell’industrializzazione, arriva a Mattmark, nel Vallese, dove le macchine sono targate VS, dopo aver fatto un viaggio in treno sino a Milano e poi sino a Briga o Sion.
Uomini che con i loro viaggi e i loro abbandoni hanno scritto la storia. Significa sacrificio, significa emigrare. Portandosi sempre appresso qualcosa di significativo, anche nella sofferenza, come faceva Sebastian Abreu, che indossava sempre la maglia numero tredici in praticamente ogni squadra nella quale abbia militato, in onore del suo idolo e connazionale Fabian O’Neill, stella mai pienamente compresa del Cagliari de sudamericani e mai, purtroppo, padrone della sua carriera sui campi da calcio. Abreu ha giocato, in tutta la sua carriera, in più di venti squadre di club, ritornando, ogni due o tre anni, sempre al Nacional di Montevideo, anche per pochi mesi, come se dovesse fare il pieno dell’aria di casa e dell’atmosfera che si respirava negli spogliatoi della squadra che ha sempre tifato sin da bambino. Come se da emigrante, non avesse mai tagliato i rapporti con casa sua, distante interi emisferi.
Lui, che è stato l’ultimo calciatore ancora in attività ad aver giocato contro Maradona, della cui maglia si impossessò quando giocava nel San Lorenzo, ha avuto come patria il mondo intero, letteralmente. Dai prati della Galizia, dove apprese da un certo Djalminha la tecnica dello scavetto su calcio di rigore, che ripropose ai Mondiali in Sudafrica contro il Ghana, ai quartieri militarizzati di Gerusalemme, dalle radici italiane dell’Audax in Cile alla Macedonia greca. 
La storia del Loco (soprannome che peraltro non ha mai del tutto gradito) è una storia che poteva finire in una decadenza senza fine, continuando imperterrita verso rovina e indecenza, ma che nonostante la sua infinitezza si è conclusa con migliaia di ricordi e simboli di appartenenza, a volte persino dolci. In lui e nei suoi tifosi, che l’hanno, ovunque, idolatrato, e trattato come un campione di più remunerativa fama. L’esultanza al Cruz Azul indossando la Calaca messicana, le medie impressionanti di reti segnate con Botafogo e Real Sociedad, l’attaccamento a qualsiasi maglia abbia indossato come da vero lavoratore errante, riconoscente nei confronti di ogni luogo che l’abbia accolto.
“Dall’altra parte della valle del Rodano, ci sono i posti più turistici, ma se vuoi andare a vedere le vere montagne, allora devi andare nella Valle dei Saas. Non gli interessa, loro, degli inglesi in mocassini o dei treni a cremagliera.”
“Cos’è una cremagliera?”
“È come un treno, ma per salire sulle montagne funziona meglio, perché al posto delle rotaie i vagoni sono incastrato in una rotaia che li porta su. Per arrivare al Passo del Furka, c’è un treno a cremagliera, ma è una cosa da turisti. Gli alpinisti vanno a Saas Fee.”
Sebastián Abreu aveva davanti a sé una carriera da cestista, comunque. Era stato persino convocato nella nazionale giovanile dell’Uruguay, ma durante una libera uscita della squadra, in ritiro per disputare un torneo, tornò molto dopo l’orario prestabilito e venne multato. Gli dissero che avrebbe dovuto pagare, e che le regole andavano rispettate. Per tutta risposta, lui decise che no, non gli andava più di far parte di quella squadra e di giocare a basket. Abbandonò il ritiro, tornò a casa sua, a Minas, e comunicò la sua decisione a suo padre. Di solito succede che quando sei da solo, in una città sconosciuta, lontano da casa, inizia a chiamare “casa” l’albergo dove alloggi, e ad orientarti con i bar o i negozi in prossimità di questo albergo in modo da non sentirti più tanto solo e poter affrontare la sofferenza e la distanza.
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Perché è di sofferenza e distanza, che Abreu ci ha parlato durante tutta la sua carriera. Una sofferenza comune a tutti coloro che in nome di una morte crudele si sono immolati, senza ricevere in cambio in prebende o facili vittorie.
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lunamagicablu · 11 months
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Tutto passa e tutto resta, però il nostro è passare, passare facendo sentieri, sentieri sul mare.
Mai cercai la gloria, né di lasciare alla memoria degli uomini il mio canto, io amo i mondi delicati, lievi e gentili, come bolle di sapone.
Mi piace vederle dipingersi di sole e scarlatto, volare sotto il cielo azzurro, tremare improvvisamente e disintegrarsi… Mai cercai la gloria.
Viandante, sono le tue orme il sentiero e niente più; viandante, non esiste il sentiero, il sentiero si fa camminando.
Camminando si fa il sentiero e girando indietro lo sguardo si vede il sentiero che mai più si tornerà a calpestare.
Viandante non esiste il sentiero, ma solamente scie nel mare…
Un tempo in questo luogo dove ora i boschi si vestono di spine, si udì la voce di un poeta gridare «Viandante non esiste il sentiero, il sentiero si fa camminando…»
Colpo dopo colpo, verso dopo verso…
Il poeta morì lontano dal focolare. Lo copre la polvere di un paese vicino. Allontanandosi lo viderono piangere. «Viandante non esiste il sentiero, il sentiero si fa camminando…»
Colpo dopo colpo, verso dopo verso…
Quando il cardellino non può cantare. Quando il poeta è un pellegrino, quando non serve a nulla pregare. «Viandante non esiste il sentiero, il sentiero si fa camminando…»
Colpo dopo colpo, verso dopo verso.
Antonio Machado ********************************* Everything passes and everything remains, but ours is to pass, pass along paths, paths on the sea.
I never sought glory, nor to leave to memory of men my song, I love delicate worlds, light and gentle, like soap bubbles.
I like seeing them paint themselves of sun and scarlet, fly under the blue sky, tremble suddenly and disintegrate… I never sought glory.
Wayfarer, they are your footsteps the path and nothing more; traveller, there is no path, the path is made by walking.
By walking you make the path and looking back you see the path more than ever we will return to trampling.
Wanderer there is no path, but only trails in the sea...
Once upon a time in this place where now the woods are covered in thorns, a poet's voice was heard shouting «Wanderer there is no path, the path is made by walking..."
Blow after blow, verse after verse…
The poet died far from the hearth. The dust of a nearby town covers it. As they walked away they saw him crying. «Wanderer there is no path, the path is made by walking..."
Blow after blow, verse after verse…
When the goldfinch can't sing. When the poet is a pilgrim, when he is of no use praying. «Wanderer there is no path, the path is made by walking..."
Blow after blow, verse after verse.
Antonio Machado 
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donnadilanga · 1 year
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In cammino sul Sentiero Verde Azzurro di nome e di fatto. #cotedazur #catalonia #rivieraligure #levanteligure #cinqueterre #scapetravel @sloways_travels #viaggintreno #barcellonafirenze #traintrip #vacanzeintreno (presso Vernazza) https://www.instagram.com/p/CrHRMloI2Cj/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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aneurinlarsen · 1 year
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Getting to Know the Cinque Terre
There are few points that can wipe out anxiety and fret like a getaway in Italy. Possibly the initial Mediterranean country that enters your mind when you take into consideration the perfect blend of society, heritage, sunshine as well as leisure, there actually is nothing quite like a getaway in Italy. You could invest weeks just going from village to town the whole time the stretch of shoreline discovering the seaside communities. With the blue waters of the Mediterranean Sea as your background, capitalize on the place and also spend a couple of days strolling in between the villages of the Cinque Terre, or unwind and also take in the sunlight on the Island of Capri.
Cinque Terre
Converted literally as "the 5 Lands", the Cinque Terre is a group of 5 towns on the eastern coastline of Italy in the province of Liguria. Cinque Terre is consisted of Monterossa al Mare, Vernazza, Corniglia, Manarola, as well as Riomaggiore, communities which all cling to the cliffs along a tough shore. With a background that goes back to the 11th century, and a society that boasts being the birthplace of pesto (among other points of course), it is no surprise that the five villages as well as the surrounding locations are protected as UNESCO Globe Heritage Sites.
Albergo economico la spezia
One of the most delightful things to do while you are on a holiday in Italy in the area of Cinque Terre, is to travel between the towns on foot utilizing the Sentiero Azzurro, or the "Light Blue Route" that leads in between them. Don't stress if you are not feeling up to walking all the way, there is likewise a train that can take you from one to the various other, or you can miss directly to the magnificent coastlines of Riomaggiore at the back of the route.
The Stunning Island of Capri
Hotel economico la spezia
Not fairly situated in the Mediterranean Sea, the sensational Island of Capri is actually situated in the Tyrrhenian Sea, just southern of Naples. According to old history and also geological proof, Capri was once part of the landmass and has actually been inhabited given that the earliest times. The island is a best place for a getaway in Italy, whether you are wanting to remain right on the water or up on the picturesque higher components of the island.
Divided into Capri as well as Anacapri, the amazingly blue waters that border the island are cozy and also welcoming. While you are on the island, be sure to travel around the coastline and right into heaven Grotto, which is among the famous icons of Capri. When you head right into heaven Underground chamber by watercraft, it is pitch black, yet when the watercraft reverses inside the cavern, the sunlight mirroring off the white limestone floors shines up in a brilliant blue color. You should likewise see to it you enjoy the magnificent seafood the island is so popular for - after all, you're on vacation!
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