Tumgik
#vive le stress
laggam · 2 years
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Quand j’ai racheté du forcapil après que la pharmacienne me dise de consulter un médecin et dermatologue, en constatent que j’ai très probablement une pelade sur la tempe.
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ross-nekochan · 6 months
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Ieri notte ho pianto un po'. Dovrebbe essere una bella notizia, dato che non lo faccio mai per colpa del mio cervello che mi obbliga a reprimere tutte le emozioni perché devo per forza essere forte e basta. Sarà forse stato il ciclo, che anche stavolta mi è arrivato dopo 40gg, forse (ancora) per colpa dello stress del lavoro.
Ultimamente mi sento sola e dimenticata dal mondo e a volte penso che morire qui sarebbe perfetto per sparire nel nulla facilmente. Tanto chi mi verrebbe a cercare? Nessuno. Basterebbe fare in modo che nessuno trovi il mio corpo e lasciare che marcisca così che nessuno possa essere avvisato e sparirei senza lasciare traccia.
Non so cosa fare. Né adesso né in futuro. Sebbene lavorare mi ammazzi lo spirito, in teoria non avrei di che lamentarmi: il leader è gentile, il lavoro non è difficile e ingestibile, posso vestirmi come voglio. Eppure mi sembra tutto vuoto. Guardo i dipendenti della multinazionale dove lavoro... saranno ricchi sfondati, eppure sicuramente anche loro avranno da lamentarsi, quindi ha veramente senso fare carriera? Che poi, anche se volessi, in che cosa potrei farmi una carriera? Una parte di me sta seriamente pensando di continuare in questa strada, specializzarmi in qualcosa di tecnico e diventare un'arrivista come tutti gli altri, solo per i soldi. Dall'altra... riuscirei a perseverare in questa decisione, io che non so nemmeno sicura se voglio davvero quello che ho deciso di mangiare a colazione? In questa società non posso servire a niente perché non ho studiato ingegneria, business, finanza, giurisprudenza. Mentre piangevo pensavo a mia madre, la persona che più odio e amo sulla faccia della terra e che una volta mi ha detto:"Perché vorresti dire che i tuoi esami sono più difficili di quelli di tuo fratello?!". Solo perché ho studiato umanistica e non ci sono numeri. Chi studia le materie STEM spesso viene additato e si sente uno sfigato. E invece i veri sfigati siamo noi, perché tanto è tutto facile. Quante volte l'ho sentita dire che mio fratello "ha fatto i sacrifici" - mai sentita una cosa del genere per me, nonostante è dalla triennale quando avevo 20 anni, che mi sveglio alle 6:30 per prendere il bus per raggiungere Napoli, mentre mio fratello andava comodamente in auto senza manco cambiare provincia; mai sentita per me nonostante abbia deciso di andare a studiare fuori, ma quello l'ho deciso io e quindi non vale come sacrificio. In più, ho ricevuto più soldi per vivere fuori - come se qualcuno avesse impedito pure a lui di farlo. Ha fatto tanti di quei sacrifici da non aver mai avuto bisogno di cucinare da solo, lavarsi la biancheria e spazzare a terra. Ora vive già con uno stipendio da pascià, un sacco di ferie, senza pagare quasi niente e lavorando da casa, con l'unico sacrificio di aver studiato 5 anni per laurearsi - come se avesse studiato solo lui. Vabbè ma si sa, ingegneria è più difficile...
Io continuo a fare sacrifici persino oggi, senza che mi venga riconosciuto da nessuno, sola come un cane e senza che io riesca a vedere la fine di tutto questo, mai. E se lo vai a dire a qualcuno, sai che rispondono? Lo hai deciso tu di trasferirti quindi non ti lamentare. Non posso nemmeno pensare: se mi sacrifico tot anni, dopo potrò finalmente riposare e godere dei frutti del mio sacrificio... perché questo supplizio potrebbe non avere mai fine. Solo perché non ho nessuna skill di valore da poter vendere nel mercato del lavoro.
Non mi posso lamentare del lavoro che faccio adesso eppure la sua vuotezza e sterilità mi porterebbe a volerlo cambiare. Ma per cosa? Esistono altre cose per me, laureata di merda senza skills importanti, che sono più stimolanti o quanto meno più remunerative? Forse no e quindi forse piuttosto che fare l'arrivista, sarebbe meglio abbassare la testa e continuare a fare la schiava del sistema.
Un sacco di volte mi sono lamentata del fatto che mi sveglio presto col mio coinquilino italiano e lui ha risposto:"Almeno tu lavori in ufficio, non ti lamentare. Io lavoravo in officina senza aria condizionata d'estate e senza riscaldamento d'inverno". Siamo arrivati a questo, alla guerra tra poveri. Mi devo sentire in colpa pure se non ho lo smartworking.
Tra l'altro sto notando di una cosa comune nella nostra generazione. Infatti lui, come l'altro coinquilino, dopo tot anni di lavoro e di soldi accumulati hanno deciso di venire qui per imparare la lingua e fare una sorta di investimento su se stessi. La mia amica pure, laureata in arte contemporanea, dopo un paio di anni di lavoro in un negozio di abbigliamento, dice che vuole perseguire la sua passione per il disegno e seguire un corso ad hoc.
Se penso a me, nemmeno questa cosa potrei farla. Che corso farei? Quale stravolgimento della vita potrei fare? Nessuno. Non ho altri interessi al di fuori della conoscenza in generale e nessun corso specifico che possa aiutarmi a migliorare la mia situazione o il mio status.
Sono vuota, persa, sola... vedo solo il buio davanti a me.
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donaruz · 9 months
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✨I POTERI MAGICI DEL GATTO 🐈‍⬛
✨L’aura del gatto è così grande, che racchiude e ingloba non solo il singolo individuo, ma anche la sua famiglia, la casa e il territorio in cui vive.
✨Il gatto non si limita a proteggere la casa da possibili entità che possono entrare ma protegge anche la casa da energie negative che risiedevano lì prima che arrivasse in casa.
✨🐈La presenza di gatti ti proteggerà anche da qualsiasi malocchio e maledizione. Ma al fine di proteggerti da un malocchio, o durante una conversazione con una persona che sospetti sia “pesante” a livello energetico, è necessario tenere le mani sul gatto, la mano sinistra accarezza il collo, e la destra accarezza la coda.
✨🐈‍⬛I gatti sono condotti di energia cosmica e pertanto la possono portare in casa contribuendo al benessere e alla prosperità di tutta la famiglia.
IL COLORE DEL GATTO IN BASE AI TUOI BISOGNI...
✨🐈Questa breve lista è anche per chi desidera un gatto ma non sa quale gatto scegliere (anche se sono convinta che a prescindere è lui che sceglie te)
✨Nero: stregoneria, poteri occulti, protezione, magia profonda! Nonostante tutte le superstizioni, l’energia negativa viene rimossa dalle difficoltà delle famiglie, garantiscono saggezza e discernimento!
✨Red (rosso): potere maschile, potere del sole, energia Yang. Non importa il sesso del gatto, questo colore porta la magia di ricchezza, denaro, messa a fuoco.
✨Blu (grigio, grigio fumo): Il Gatto di questo colore porta Amore, Felicità, fortuna, così come stabilità emotiva e pace!
✨Bianco: magia lunare, hanno potenti poteri di guarigione! Da’ alle persone un senso di bellezza e di ammirazione, allevia lo stress, dona la guarigione e la ricarica di energia! In America è considerato di buon auspicio.
✨“Colorpoint” (siamese), il colore reale! I gatti di questo colore portano fama e successo, longevità, aiuto nella magia solare, energia Yang!
✨Tre colori: La suprema dea. Solitamente nero, bianco, rossiccio .- marroncino. Questo colore è associato alla triplicità. Portano fortuna sulla terra e in mare, tengono al sicuro la casa e la famiglia dai pericoli, donano felicità e prosperità!
✨Bicolore (bianco e nero, arancio e bianco, grigio e nero): secondo la leggenda, i gatti bicolori sono i più amichevoli. Posseggono l’energia della saggezza, comprensione e buon senso!
✨Tartarugato: la magia delle donne perché questo modello di colore è ereditato solo dalle femmine. Rappresenta il bambino, la pura magia, la chiaroveggenza, la guarigione.
✨Oro, marrone dorato (come l’Abissino): giocoso, saggio, regale, che conferisce la grazia, aiuta a padroneggiare la saggezza antica, magia solare.
✨Strisce: conferisce la fortuna, luce, atteggiamento allegro alla situazione, anche la più critica, ha un umorismo energizzante, divertimento!
( una ricerca mia , giá pubblicato il 7 Aprile 2021!)
🌿Pietre: Bosco e Magia
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gcorvetti · 3 months
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Aggiornamento e novità.
A più di un mese dal mio arrivo in Trinacria è ora di tirare una linea e fare i conti con il presente e con il futuro. Sono venuto qua innanzitutto per rilassarmi e cambiare aria, non mi sono rilassato per niente, anzi, direi che è stato stressante ma in maniera diversa dallo stress estone, i motivi li ho già scritti in alcuni post di questo periodo, la condizione di mia madre che vive da sola da anni e che ha tutta una serie di routine che a lei vanno bene, anche se non sono salutari, e che soprattutto non prevedono la presenza di altre persone, come quella di tenere la tv accesa a qualsiasi ora a un volume esorbitante, sia per il fatto che non ci sente tanto più bene sia perché al piano di sotto e al piano di sopra non c'è nessuno quindi non disturba. Questa cosa a me invece disturba tantissimo perché odio la tv e per il volume, visto che io ci sento fin troppo bene. Ero riuscito quasi a convincerla di evitare la notte anche perché non la fa dormire bene, ma è durato poco, molto poco. Altre piccolezze ma poco rilevanti del suo comportamento perché pazienza è molto anziana le posso anche capire, ma quella della tv no. Poi c'è la città, Catania, che come sempre è bella ma trattata male ma quello che mi ha dato più noia è il comportamento delle persone, c'è anche la mia abitudine a vivere in un posto dove le persone sono così calme e ligie alle regole che qua sembra di vivere in un manicomio a cielo aperto, oltre al caos di automobili a qualsiasi ora, ai clacson che strombazzano quasi continuamente (sembra il Cairo) e a quella strafottenza catanese che c'è sempre stata ma che nel 2024 mi sembra eccessivamente da incivili. Poi la musica, quella è centellinata come a Tartu, poche esibizioni, spesso cover, ma la differenza è che la città è molto più grande quindi almeno uno o due a settimana ci sono, esempio, domani vado ad un concerto rock'a'billy, una vita che non ne vedo uno. Poi c'è il periodo che per me non è il massimo, quindi se miscelo tutto assieme ho la stessa sensazione che avevo nel 1998, cioè di andare via il prima possibile.
Allora vista la situazione e anche se occupatissima con questa Turandot, ho quasi obbligato la mia compagna a parlare, lo so che non è il massimo ma avevo bisogno di capire e di sapere, dato che sono andato via proprio per il suo comportamento e se qualcuno ha letto alcuni post precedenti la mia partenza parlavo addirittura di una separazione. In realtà siccome sia io che lei siamo cambiati in questo ultimo anno definitivamente in nuove persone non ci siamo ritrovati più, allora ho preso l'iniziativa di ripartire da zero con una nuova vita di coppia. Non è facile, lo so, ma è stata accettata e adesso siamo pronti, con la calma dovuta, a sperimentare questo nuovo futuro. In parole povere ritorno in Estonia, Spock c'è restato un pò male, non tanto perché vado via, ma perché gli dicevo che volevo fare tante cose e che mi serviva tempo, ma francamente non me la sento di stare qua a queste condizioni da manicomio e poi ho una forte mancanza di lei, si si anche lei di me, non sono egoista. Mi prendo questo fine settimana ancora e poi inizio ad organizzarmi per il rientro. Forse l'unica cosa che mi ha fatto bene è stato il sole e il mare e l'Etna, per il resto rimango dell'idea che è una follia vivere in una città che ha ancora una mentalità retrograde in molte cose.
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dolphin1812 · 1 year
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This chapter really reminds me of the barricades, so I don’t think I’ll be able to save that discussion for just one section.
To begin:
“Conscious that they were about to die, they shouted, “Vive l’Empereur!” History records nothing more touching than that agony bursting forth in acclamations.”
Just as at the barricades later on, the men here accept that they’re about to die and welcome that sacrifice as an expression of their political beliefs. “L’Empereur” is exchanged for “la République,” but the attitude remains. Here, though, Hugo specifies that there was “agony” in this cry; even though their decision is glorified to an extent, that decision to face death is still ultimately tragic, and the men making it must have felt fear and despair then.
The use of light in this chapter is also interesting. The barricades are “a tomb all flooded with dawn,” but the battle of Waterloo is dark until sunset, when the light of dusk finally becomes visible. If the barricades are the light of the future, then, Waterloo is the end of an era. At the same time, even the light of dusk illuminates. The actions of those at Waterloo are remembered, even if as part of the past.
This attitude is present at the barricades as well, but it also stresses Hugo’s attention to regular people:
“The soldier in that troop was as much of a hero as the general. Not a man was missing in that suicide.”
The names mentioned in this chapter are mainly famous figures, but Hugo makes sure that the reader knows that every soldier at the battle demonstrated as much courage/skill as the more well-known generals did.
Ney’s fate is also extremely similar to Enjolras’:
“Ney, bewildered, great with all the grandeur of accepted death, offered himself to all blows in that tempest. He had his fifth horse killed under him there. Perspiring, his eyes aflame, foaming at the mouth, with uniform unbuttoned, one of his epaulets half cut off by a sword-stroke from a horseguard, his plaque with the great eagle dented by a bullet; bleeding, bemired, magnificent, a broken sword in his hand, he said, “Come and see how a Marshal of France dies on the field of battle!” But in vain; he did not die. He was haggard and angry. At Drouet d’Erlon he hurled this question, “Are you not going to get yourself killed?” In the midst of all that artillery engaged in crushing a handful of men, he shouted: “So there is nothing for me! Oh! I should like to have all these English bullets enter my bowels!” Unhappy man, thou wert reserved for French bullets!”
Like Enjolras, he keeps fighting furiously and without fear of death, even daring the English to shoot him. Both of them specifically fight with broken weapons at the end as well (Ney with his sword, Enjolras with the barrel of his rifle). Ney isn’t invulnerable in the same way that Enjolras is (he’s wounded), but the fact that he can’t seem to die does lend him a similar quality. His ultimate death (by French firing squad) is the same as Enjolras’ as well, although his is more personally unfortunate in the sense that he would have preferred the battlefield (while Enjolras was resigned to death at the barricades and had a moment of hope before he died). 
Of course, the major point of contrast comes from the first line of the chapter: “Every one knows the rest.” Waterloo is one of the most famous battles in European history; les Amis “barely missed becoming historic.” Maybe the specific stories of peasants and shepherds that Hugo includes weren’t well-known, but Waterloo itself, as well as all of these generals, is. The fighters at the barricades were not, with Hugo’s work serving as a call to remember them and to act like them.
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jelepermets · 8 months
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They heard a manly voice cry out, 'Vive la France! Long live the future!' They recognize Prouvaire's voice. There was a flash and an explosion. Silence reigned again.
It's interesting to see what is most stressed about each member of Les Amis as they die. That Jehan's is a call still towards the future, it just breaks me so much. Combined with the chapter title of 'The End of Jean Prouvaire's Rhyme' we see this idea of death and life.
Jehan knows that he himself has failed and is about to die. But he trusts in the future of France so much that he calls out to it in his final moments.
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e642 · 3 months
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Pour apporter une lecture positive de ce que je lis il me semble que l'intelligence émotionnelle, ou la maturité émotionnelle, c'est justement de parvenir à diminuer l'amplitude des émotions ressenties. En bien comme en mal, l'un ne va pas sans l'autre, c'est par exemple le principe neuropsy de gestion du stress, on ne peut pas être moins stressé dans son boulot par ex. si on n'accepte pas en parallèle d'être aussi moins galvanisé par les bonnes nouvelles, ca marche symétriquement. Et il me semble que plus on progresse dans la gestion des émotions plus on arrive à vite retrouver notre homéostasie rapidement.
J'ai eu un type dans mon groupe de thérapie qui partageait qu'il se sentait distant du monde, moins impliqué qu'avant - il lui semblait qu'il avait difficulté à faire contact - et finalement lors du dernier week-end il a partagé qu'il se sentait enfin serein, cette distance lui permettait de se placer dans une espèce de lieu plus sûr / ancré et j'ai senti combien ca lui avait permis de déployer un rapport plus généreux aux autres, parce que la saine distance émotionnelle qu'il a mis en place l'empêche d'être avalé par ses émotions comme il pouvait l'être avant et lui permet d'être plus juste dans ses interactions. Et j'ai vu l'effet incroyablement positif que ça avait sur le groupe dans son ensemble et la plupart des membres individuellement. C'était très émouvant à constater.
Bref c'est une histoire de calibrage je crois. Vive intensément. Puis trop peu. Puis trouver l'espèce de distance juste il me semble. Mais passionnant de lire tout ça en tout cas !
(Je ne sais pas s'il y a une question mais juste une remarque finalement 😅)
Bonjour,
Merci beaucoup pour ce retour d'expérience riche qui complète ce que je disais. C'est bien l'homéostasie/la symbiose avec soi qui doit être trouvée et qui est propre à chacun. Je ne pense pas que la distance émotionnelle en soi soit quelque chose de mauvais c'est ce qu'on en fait et comment on la vit le réel enjeu. Pour faire le parallèle avec moi, je suis en paix avec cette distance seulement elle ne plaît pas à tout mon entourage car on a tous une conception de l'amitié, l'amour, les relations, la distance, les émotions qui est différente. Et heureusement d'ailleurs. Moi ça me va, je le prends maintenant plus comme une manière de vivre à part entière qu'une protection que je me fais subir. Seulement des fois, voir le décalage de conception des autres peut nous faire paraître pas sain ou étrange mais je pense que ça me convient et c'est bien l'important.
Et je suis très d'accord avec ton premier paragraphe sur une certaine dualité émotionnelle et sur la gestion du stress.
Merci encore super intéressant cette participation !
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awadalmawlirp · 1 year
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Califfato (in svedese: Kalifat) è una serie televisiva svedese di genere thriller e drammatico. Ha debuttato il 12 gennaio 2020 su Sveriges Television. È diventata la serie più vista di sempre su SVT Play.
Trama:
La storia inizia con Pervin, una giovane donna musulmana svedese che vive sotto il dominio dell'ISIS a Raqqa, in Siria, con il marito Husam, membro dello Stato Islamico, e la loro figlia neonata Latifa. Delusa dalla vita a Raqqa controllata dall'ISIS, Pervin vuole tornare in Svezia. Dopo aver ottenuto un cellulare dalla sua vicina e amica Tine (che viene trascinata via dalla casa di Pervin, dove si era nascosta per sfuggire all'obbligo di risposarsi dopo la morte del marito), contatta Dolores, una sostenitrice anti-radicalizzazione in Svezia. Dolores mette Pervin in contatto con Fatima, un'agente del servizio di sicurezza svedese. Fatima è in contrasto con la leadership a causa di un precedente incidente con "Lorentz". Fatima inizia a parlare con Pervin al telefono e cerca di ottenere informazioni su un attacco terroristico che si sta pianificando in Svezia, in cambio di un ritorno sicuro in Svezia per Pervin e sua figlia.
Pervin racconta a Fatima di "Al Musafir" o il Viaggiatore, che si trova in Svezia e sta pianificando l'attacco. Al Musafir è Ibrahim "Ibbe" Haddad, che lavora come assistente di un insegnante in una scuola superiore, mentre recluta altre persone per l'attacco terroristico. Ha già reclutato con successo due fratelli: Jacob, ex detenuto e alcolizzato, ed Emil, il fratello minore, sensibile e mentalmente disabile. I due hanno un rapporto teso con la madre, che favorisce chiaramente Emil e guarda male a Jacob non solo per il suo passato ma anche per la sua conversione all'Islam. Sotto un'altra identità, Ibbe recluta anche Miryam, cresciuta a Baghdad, promettendole il matrimonio in cambio del suo contributo ai suoi piani.
Allo stesso tempo, Ibbe cerca di radicalizzare le ragazze del liceo condividendo video di reclutamento e propaganda dell'ISIS. Riesce a reclutare Sulle, un'attivista palestinese, e la sua amica Kerima, entrambe quindicenni che iniziano a indossare l'hijab e a seguire le lezioni sulla Sharia. Alle ragazze vengono mostrate immagini di palazzi e viene detto loro che se si fossero trasferite nel Califfato islamico, avrebbero potuto vivere nel lusso e far parte di qualcosa di speciale sposando combattenti jihadisti. I genitori di Sulle si rendono conto della radicalizzazione della figlia e cercano di fermarla minacciando di darla in sposa a un parente in Giordania. Sulle trascina inavvertitamente la sorella tredicenne Lisha nell'ideologia dell'estremismo islamico, le cui implicazioni saranno pienamente comprese solo più avanti nella serie. A casa, Kerima subisce abusi fisici da parte del padre alcolizzato, che soffre di un disturbo da stress post-traumatico dopo aver combattuto nella seconda guerra cecena; perseguitandola, Ibbe porta Kerima nella sua casa per indottrinarla ulteriormente.
Fatima non rivela la sua fonte (Pervin) ai suoi superiori, ma rivela vaghi dettagli su un complotto terroristico. I suoi superiori le dicono di abbandonare l'indagine e la fanno sospendere per aver consumato cannabis. Rimane in contatto con il suo fidanzato, Calle, anche lui nel Servizio di Sicurezza, e continua a condividere informazioni con lui. Continua a raccogliere informazioni da Pervin e cerca di ricostruire i dettagli del complotto. Si mette sulle tracce di Jacob ed Emil quando indaga sulle informazioni fornite da Pervin su un poligono di tiro abbandonato. Jacob prende la sua targa e la rintraccia.
Quando Dolores vi si reca, viene pugnalata da un aggressore e muore. Quando Fatima arriva, è stato emesso un avviso di cattura e lei pensa di fuggire. Va a casa di Dolores per prendere soldi e provviste, ma entrano anche due poliziotti. Li chiude in una camera da letto sotto la minaccia di una pistola, prima di fuggire e diventare oggetto di una caccia all'uomo. Trova rifugio nella casa di un collega del padre.
Pervin diventa oggetto delle attenzioni di Ahmed, uno dei colleghi di Husam. Una sera arriva a casa sua e la sorprende a parlare con Fatima. La violenta e sta per ucciderla quando lei lo pugnala a morte. Getta il suo corpo nel pozzo dei suoi vicini. Husam, sotto l'effetto di farmaci per dormire, entra in cucina e vede il sangue sul pavimento, ma Pervin lo convince che sta sognando. Non lo dimentica mai e si convince di aver ucciso Ahmed, finché Pervin non gli dice la verità.
Fatima cerca aiuto per liberare Pervin e viene messo a punto un piano per portarla via da Raqqa. Nel frattempo, Sulle e Kerima hanno i biglietti aerei per andare in Turchia e vengono prelevate da Ibbe e dalla donna che ha insegnato loro l'Islam. All'ultimo momento, Lisha, la sorella minore di Sulle, si unisce a loro in macchina e partono per l'aeroporto. Sulle ha mentito ai suoi genitori dicendo che sarebbe andata a una partita di basket. Suo padre Suleiman, che non ama la religione, finisce di lavorare presto e decide di andare a vedere la partita, ma vede che lo stadio è vuoto. Chiama Calle, che lancia un allarme alle autorità tedesche e turche. Credono di aver rintracciato le ragazze in viaggio verso Istanbul, ma si accorgono che i loro passaporti sono stati scambiati e che le ragazze si trovano in realtà ad Ankara. Decidono di intercettare il veicolo di trasporto al confine tra Turchia e Siria. Riescono a salvare tutti tranne Lisha, che è in viaggio verso la Siria.
Calle convince Fatima a chiedere aiuto a Pervin per salvare Lisha. Pervin e sua figlia hanno raggiunto il loro veicolo di trasporto quando Fatima la convince a tornare a casa e a salvare Lisha. In cambio, Fatima sarebbe venuta personalmente in Siria per salvare tutti. Pervin convince Husam a prendere Lisha come seconda moglie.
Prima di partire per l'attacco, Jacob pugnala a morte la madre nella loro cucina. Fatima segue Jacob ed Emil, ma perde le loro tracce dopo aver scambiato l'auto a casa della madre. Fatima viene a conoscenza dei tre obiettivi terroristici pochi minuti prima che la polizia si avvicini alla sua posizione e viene presa in custodia prima di poter condividere qualsiasi informazione. In cambio delle informazioni, promette di liberare Husam insieme a Pervin e Lisha. Tutti e tre gli attacchi terroristici vengono comunque fermati dal Servizio di Sicurezza che, si scopre, ne è sempre stato a conoscenza. Hanno tenuto Fatima all'oscuro perché non si fidavano di lei. In cambio del suo silenzio, viene rilasciata dal carcere. Ibbe fa esplodere una bomba in un garage e riesce a fuggire per un pelo travestendosi da donna.
Fatima si reca in Siria per salvare Pervin, Lisha e Husam. Pochi minuti prima del suo arrivo, Omar, il collega di Husam, arriva per portare Husam a compiere un attentato suicida. Husam cerca di guadagnare tempo, ma Lisha, completamente radicalizzata (ancor più di quanto lo fosse sua sorella) e non disposta a tornare in Svezia, rivela a Omar il loro piano di fuga. Omar spara a Pervin alle spalle e sta per sparare a Husam, quando Fatima arriva e lo uccide. Si spostano rapidamente verso l'auto, mentre Lisha, impazzita, si rifiuta di unirsi a loro e la lasciano indietro. Riescono a uscire da Raqqa, ma Pervin muore subito dopo il posto di frontiera. Una Fatima sconvolta aiuta l'altrettanto sconvolto Husam a trasportare la figlia e riescono a tornare in Svezia.
Dolores e Ibbe sono a un incontro anti-radicalizzazione quando Ibbe esce per parlare con Jacob. L'ospite mostra un video dell'ISIS e indica un tatuaggio sull'avambraccio di uno dei terroristi. Più tardi, in un caffè, Dolores vede il tatuaggio sul braccio di Ibbe. Dopo che Ibbe l'ha accompagnata, chiama Fatima per dirle che ha un'informazione importante e le chiede di incontrarla a casa di Fatima.
Sulle e Kerima vengono interrogate dal Servizio di Sicurezza. Una pentita Sulle rivela l'identità di Ibbe nel tentativo di salvare sua sorella Lisha. Kerima tenta di suicidarsi e viene portata in una struttura di salute mentale dove mette le mani su un telefono cellulare e avverte Ibbe che la sua copertura potrebbe saltare. Calle si reca a scuola per prendere in custodia Ibbe, ma quest'ultimo scappa. Kerima si incontra con Ibbe e decide di partecipare a un nuovo attacco a un concerto di ragazze. Kerima deve indossare un giubbotto suicida bloccato in modo da non poterlo rimuovere una volta indossato. Ibbe convince Kerima che anche lui e Sulle faranno parte dell'attentato e indosseranno giubbotti suicidi simili. Una volta al concerto, dopo aver indossato il giubbotto suicida, Kerima manda un messaggio a Sulle; solo per scoprire che Ibbe aveva mentito e Sulle non è affatto coinvolto nel piano. Nei bagni della struttura del concerto, Kerima tenta brevemente di rimuovere il giubbotto, ma non ci riesce; avverte invece alcuni dei presenti, che fuggono, e aspetta che la bomba esploda mentre ha un ultimo scambio di battute con Sulle, in lacrime, al telefono. Ibbe innesca la bomba.
Descrizione di Omar Soudani:
Said William Legue nel ruolo del generale Omar Soudani
Trama libera:
Il 18 dicembre, Omar sostituisce Musa Abdullah Ghani come emiro dell'ISKP afghano essendo stato ucciso di recente dalle forze speciali talebane afghane di Jalal Haqqani e si rifugia a Stockholm in Svezia facendo attenzione a non farsi catturare dalla polizia o estratto al governo talebano afghano dove inizia a lavorare segretamente come pizza chef presso la pizzeria svedese Giro per prendere denaro e facendo attenzione a non farsi scoprire dalla polizia svedese sulla sua vera identità.
Il 7 gennaio 2023, Omar arriva a Genoa city in Wisconsin dove ha ricevuto una nuova missione dai fratelli Ibrahim al-Badri e Juma al-Badri uccidendo il fratellastro di Charles Foster, Carl Foster sparandolo a colpi di pistola e fece ritorno poi a Stoccolma in Svezia.
Il 24 gennaio, Omar accetta gli ordini del suo collega Ibrahim al-Badri e pianifica il rapimento e come torturare Felix Foster che assomiglia fisicamente al dittatore e criminale fascista Benito Mussolini sebbene non si tratta della stessa persona ma simile.
Il 26 gennaio, Omar rinuncia a continuare il piano pianificato con Ibrahim sia perché Felix Foster è molto protetto e sostenuto dal leader tunisino Marwan Ibn Youssef, sia perché soffre di demotivazione sia perché Felix sta avendo molto successo nella popolazione tunisina di origini italiane.
Il 7 febbraio, Omar dopo aver ricevuto ordini dal suo collega e amico Ibrahim al-Badri invia uomini per fare rapire e uccidere i mafiosi Nathan Vince Johnson,Renesmed Moore e i loro figli Grace,Luddy e Chad.
Il 6 marzo, Omar riceve ordini dal califfo dello Stato Islamico,Juma al-Badri di rubare i dati della polizia di Miami e di inviare un attentatore contro Felix Foster come tentativo di istigare il governo libico di Muhammad al-Husseini di cadere in una società fondata soltanto sulla paura.
Il 9 marzo, Omar si trasferisce a Waymart in Libia insieme al suo collega Amir al-Mawli e inizia a lavorare come pizza chef presso una pizzeria di Waymart per guadagnare i soldi.
Il 13 marzo, Omar si trasferisce a Berlino in Germania raggiungendo i suoi colleghi Amir al-Mawli e Adel Sayyid.
Crimini commessi:
-Tentato di convincere il suo collega Husam El-Khaddouri di compiere un attentato
-Sparato e ucciso Pervin El-Khaddouri
-Tentato di uccidere Husam perché non si fidava più di lui
-Sparato e ucciso Carl Foster
-Tentato di pianificare di rapire e ferire fisicamente gravemente Felix Foster
-Rapito Nathan Vince Johnson,Renesmed Moore e i bambini Grace,Luddy e Chad tramite gli uomini che aveva inviato
-Secondo tentativo fallito di uccidere Felix Foster sempre a causa del fatto che lo Stato Islamico ha perso le città libiche Sirte e Benghazi
Descrizione fisica:
-Rasato in testa
-Occhi marroni scuri
-Barba corta nera
-Armato e pericoloso
Grado nello Stato Islamico:
-Generale militare
Data di nascita:
4 maggio 1982
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justforbooks · 3 months
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Le Crookie 🥐🍪
It was 3 February when the queues started forming at Boulangerie Louvard in Paris. Even in the sort of downpour that usually empties streets, clued-up teenagers gathered outside the family-run bakery in the 9th arrondissement, desperate to get their hands on one thing: its owner Stéphane Louvard’s invention, le crookie.
It’s a crisp croissant filled with American-style cookie dough, then baked to achieve a soft, gooey centre, and a video of the Frankensteined pastry had gone viral on TikTok.
Arriving a decade after the New York-based French pastry chef Dominique Ansel revealed the recipe for his cronut, the crookie is the latest in a long line of hybrid croissant offerings to cause international fervour. “We were very surprised,” says Louvard, who now sells up to 2,200 crookies per day. “We had to hire two additional people to be able to produce the necessary quantities. It was a little stressful.”
Bakeries across Paris have now started selling them. “My local is doing it, even though it’s not very trendy at all,” says Houssine Bouchama, director of Time Out Paris. Meanwhile, from Singapore to Toronto, copycats are making their own versions. Cookie Crumble, a micro-bakery in London, has been getting orders from across the country. Rhiain Gordon, founder of Babyfaced Baker in Edinburgh tells me it’s “unusual to see any left by 10am”.
To say that cross-bred takes on classic breakfast pastries have captured public imagination is an understatement. In 2013, when Ansel first brought the cronut, with its glazed doughnut outside and flaky pastry inside, to New York, they sold out so quickly that a black market arose on advertising website Craigslist. By the time it landed in the UK in 2016, it was with so much fanfare that Londoners skipped work to try it.
A muffin-croissant hybrid, the cruffin, was next, causing such a stir at Mr. Holmes Bakehouse in San Francisco that in 2015 the recipe was reportedly stolen. Then came the croloaf (croissant dough baked in a bread tin, debuted by M&S in 2016). There have been tacros (pulled pork filled taco-shaped croissants created by San Francisco’s Vive La Tarte) and cretzels (salted pretzels made with croissant dough, by Seattle’s Coyle’s Bakeshop).
Since the global launch of TikTok in 2017, the appetite for these hybrid snacks has accelerated. In 2022, the suprême – a spiral of croissant dough stuffed with the pastry creme-filling of an Italian bomboloni doughnut – became a global sensation. Next came the croffle; croissant dough pressed in a waffle machine, popularised in South Korea by cafe chain Aufglet.
What is it about hybrid croissants that have captured global public imagination for so long? Meg Palmer, a research manager at market research agency Verve, thinks it’s because “there’s something about the merging that makes it more permissible to be indulgent”.
Pastries are also perfect for TikTok, she explains, because they look and sound great. “[In videos of] the crookie you see hands breaking through the croissant. You hear that initial crunch, and you see whether it’s got filling if it oozes out. It’s very sensorial.”
She ties the constant invention of hybrids to small businesses trying to stand out on social media. “They’re always thinking ‘what can be our hook?’ People do latch on to these trends, and they don’t just want a flat white and a croissant any more.”
Bouchama has seen the impact of this in Paris. “There’s an Americanisation of French patisserie going on; the desire to reach an international audience on TikTok,” he says.
Bakery Philippe Conticini in Islington is London’s main purveyor of novelty croissants. The chain launched in London in 2020 with classic French patisserie, but found it hard to survive.
“We’ve found we have to be creative all the time and follow the trends,” says Ludovic Carassi Del Villar, operations manager. The shop soft-launched its £5.90 crookie last week and is already getting calls demanding more.
Back in Paris, TikTokers are already moving on, says Bouchama: “Some bakeries are now experimenting with the pain au chocolat-brownie.”
Daily inspiration. Discover more photos at Just for Books…?
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Alya
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Dans la vie de tous les jours, Alya, c'est la fille vive, joviale, (parfois un peu trop enthousiaste), avec du caractère.
Dans Origines, contrairement à Marinette qui a du mal à avoir confiance en elle et qui n'arrive pas à tenir tête à Chloé, Alya s'impose immédiatement et naturellement dans la classe et devient la meilleure amie de Marinette, une nouvelle alliée qui faisait cruellement défaut à notre héroïne. (Car même si on ne sait pas exactement comment Marinette était intégrée dans la classe avant cet épisode, on a quand même l'impression qu'elle n'avait pas beaucoup d'amis. My headcanon c'est qu'avec tout le bullying que lui fait subir Chloé depuis qu'elles sont en 6ème, Marinette a toujours été un peu mise à l'écart. Même si les autres membres de la classe l'appréciaient, ils ne devaient pas non plus être très proches d'elle avec l'ombre de Chloé qui planait sur elle. Et à côté de ça, le harcèlement scolaire peut créer beaucoup de dégâts chez quelqu'un, notamment des problèmes de confiance en soi et du mal à faire confiance aux autres. Dans la S4, lorsque Marinette est convaincue que "Personne n'écoute Marinette mais tout le monde écoute Ladybug", non seulement ça fait mal au cœur pour elle, mais ça montre aussi à quel point elle se dévalue alors que nous, spectateurs, savons que c'est loin d'être le cas et que Marinette aussi a une voix qui est entendue. (Mais je digresse)).
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Pour en revenir à Alya, quand on la voit partir en courant sans hésiter à la suite de Cœur de Pierre dans Origines, on a tendance à penser comme Marinette : cette fille aime tellement les super-héros, elle est téméraire, n'a peur de rien... elle ferait une super-héroïne parfaite. (Par la suite, Alya nous donnera raison, mais sous les traits de Rena Rouge) (je précise, c'est important pour la suite). Du coup, dans la relation Marinette/Alya, c'est Alya qui a tendance à avoir "l'ascendant", le plus fort caractère.
(Et j'avoue que moi aussi j'aurais peut-être été tentée de lui refiler mon Miraculous le premier jour).
C'est là que Ladybug entre en scène : la super-héroïne coccinelle respire la confiance en elle, elle est forte, ingénieuse, et sort victorieuse de chaque combat. Alya la vénère littéralement, elle la trouve géniale, la met sur un piédestal. Les rapports sont inversés.
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L'épisode Sapotis commence à amorcer un virage : Alya devient réellement une super-héroïne. Un de ses rêves les plus fous est enfin comblé. Elle fait ses preuves, nous conforte également dans l'idée que les super-héros et elle, c'est une affaire qui marche, et elle nous démontrera au fil des épisodes à quel point elle est astucieuse et courageuse. (L'épisode Sentibulleur montre toute l'étendue de son talent : son plan était magistral !)
(Et quand je dis que Alya est une parfaite super-héroïne sous les traits de Rena Rouge, c'est parce que tout comme Mister Bug avant elle dans Reflekdoll, Scarabella a découvert dans l'épisode Hack-san à quel point être Ladybug n'est pas si simple. Dès le moment où Alya met les boucles d'oreilles, elle stresse et est constamment sur le qui-vive, soudain écrasée par cette responsabilité. C'est là qu'on voit que Maître Fu savait parfaitement ce qu'il faisait en confiant les boucles d'oreille à Marinette).
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Mais l'épisode Sapotis montre aussi que Alya commence à prendre la confiance avec Ladybug : elle se sent certainement sur un pied d'égalité à présent qu'elle est elle-même une super-héroïne, et tente de défier un peu l'autorité de Ladybug en voulant garder son Miraculous (très certainement un forshadowing de la S4, au final).
Puis à partir du moment où Marinette a révélé son identité à Alya, les rapports se sont inversés. Marinette était tellement sous pression au début de la S4 que de partager son secret lui a fait le plus grand bien. Mais du coup, les deux filles sont retombées dans un rapport Marinette/Alya, et Ladybug se fie au jugement de Rena Rouge plutôt que de se fier à ses propres instincts comme elle le faisait depuis le début.
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On le voit dans l'épisode M. Pigeon 72 : Marinette se repose beaucoup plus sur Alya (ce qui est normal à présent qu'elle n'est plus autant sous pression et seule dans son rôle qui commençait à l'étouffer), Alya lui fait prendre du recul, lui ouvre les yeux sur certaines choses (les Magical Charms et l'étude du grimoire par exemple).
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Mais malgré tout, à partir d'Optigami, Alya commence également à commettre des erreurs : dans cet épisode, elle prend une initiative qui aurait pu leur coûter très cher (donner son Miraculous à Nino alors que Ladybug ne lui avait pas demandé). Puis dans Larme Ultime, elle tente de mentir à Nino puis ment à Ladybug qu'elle a menti à Nino (vous suivez toujours ?), ce qui va causer une belle surprise à tout le monde dans l'épisode final.
On comprend qu'Alya souhaite tout partager avec Nino, elle ne veut rien lui cacher pour ne pas trahir sa confiance, mais le problème, c'est qu'en voulant préserver son couple, elle met Ladybug et son secret en danger. Le Papillon a déjà compris que Alya était très importante pour Ladybug (d'ailleurs, comment est-ce qu'il n'a pas fait le rapprochement avec Marinette qui est sa meilleure amie ? Encore un mystère #peopleareblind).
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En tout cas, il est clair que Ladybug n'aurait jamais dû leur donner leurs Miraculous au même moment : le fait qu'ils connaissent tous les deux les identités secrètes alors qu'ils sont autant liés l'un à l'autre, est bien trop dangereux. (Et Nino qui lâche leurs identités secrètes à Adrien juste parce qu'il est jaloux de Chat Noir, no comment). Bref, ils sont humains, et réagissent très humainement (ce qui est cool) (sans oublier qu'ils n'ont que 14 ans), mais ce n'est pas compatible avec une vie de super-héros malheureusement.
Ladybug fait aussi des erreurs, mais elle a compris l'importance des identités secrètes, au détriment de sa vie sociale, familiale et amoureuse (On a un gros pincement au cœur pour elle quand elle explique aux kwamis qu'elle doit faire un trait sur Luka et Adrien, ou encore lorsqu'elle dit à Alya que ça fait des mois qu'elle n'a pas joué aux jeux vidéos avec son père. Et d'autant plus quand, quelques épisodes plus loin, on voit Alya montrer à Marinette avec excitation ses selfies en Rena Furtive (qui traînent donc sur son portable qu'elle utilise tout le temps). Elle qui est plutôt sensée d'habitude, rien que le fait qu'elle suggère vouloir les mettre sur le Ladyblog, on se dit qu'elle n'a rien compris. (J'ai d'ailleurs trouvé Alya un peu "out of character" dans cet épisode à cause de ça)).
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Par contre, son copinage avec Lila me pose toujours problème. OK, Marinette est rarement objective lorsqu'il s'agit d'Adrien, mais de là à ne pas la croire uniquement parce qu'elle pense que c'est de la jalousie alors que Marinette ne fait que répéter que Lila ment comme elle respire ? Son âme de journaliste devrait être en alerte rouge et vérifier ses sources. (Je me demande si Alya va découvrir que Lila est Volpina et que c'est elle qui a Trixx à présent, j'espère que ça va saigner ^^) (Enfin, je suppose que le Papillon va faire revenir Volpina). Maintenant qu'on a vu le final (#MLBS4Spoilers), Alya doit sacrément regretter d'avoir rendu son Miraculous juste avant le drame, même si c'était la meilleure chose à faire pour elle. Mais comme elle le dit si bien "Pas besoin d'être une super-héroïne pour être ton amie", ce n'est pas ça qui va l'arrêter pour continuer à aider Marinette à récupérer les Miraculous et vaincre le Papillon, bien au contraire.
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laggam · 2 years
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Je voulais m’attacher les cheveux aujourd’hui mais le seul truc qui ressort c’est le trou que j’ai sur la tempe gauche…
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bikewalden · 7 months
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ADOZIONI PROBLEMATICHE
Intervista a Mariagrazia La Rosa Realizzata da Luciano Coluccia
IL LATO OSCURO DELL'ADOZIONE
Le difficoltà che nel 20-30 per cento dei casi si manifestano nelle famiglie con figli adottivi, dovute, spesso, a un’infanzia, nelle famiglie d’origine, segnata da solitudine, abusi, anaffettività; lo stress a cui sono sottoposti i genitori adottivi e l’utilità dell’allontanamento temporaneo, comunque deciso da un giudice; la funzione delle comunità terapeutiche dove accogliere i ragazzi caduti in una qualche dipendenza. Intervista a Mariagrazia La Rosa.
Mariagrazia La Rosa vive a Milano. Ha lavorato, come responsabile commerciale e manager, in alcune aziende multinazionali di informatica. Attualmente è impegnata nella consulenza per l’innovazione digitale. È mamma naturale e adottiva e nel confronto quotidiano con altre mamme adottive ha incontrato tante storie diverse. Ha così raccolto le storie più complicate in due libri, raccontando il “lato oscuro” dell’adozione attraverso le conversazioni di chi ogni giorno lo affronta. Da queste esperienze sono nati i libri M.a.d. Mamme Adottive Disperate-Storie complicate di adozioni difficili, da cui è stato tratto l’omonimo spettacolo teatrale, e M.a.c. Mamme Adottive Coraggiose-Cercando l’uscita del tunnel.
Una Città n° 273 / 2021 marzo
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medatnks · 1 year
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¡hola, mi gente! aquí dejo las presentaciones de mis hijas (e hijo) ♥︎
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✧ andrómeda black tonks, 24 años, dueña de una cafetería muggle, civil.
andrómeda lleva todo este tiempo haciendo lo mismo que lleva haciendo años: dedicándose a su familia ( ted y dora ) y a su café, que básicamente lo heredó del dueño anterior después de que se los dejara a ella y ted cuando se retiró. además, igual ha estado trabajando en sus traumas ( que tiene muuuuuuchos ). Eso mismo la ha llevado a pensar si no debería estar haciendo algo más, con todo lo que está pasando en el mundo. se le ha despertado curiosidad de ayudar de alguna forma, aunque no sabe cómo ( considerando que ya estuvo en la orden y se salió para no exponer a dora, a pesar de que igual están expuestas ). empezó a leer y a preguntarse si no será muy tarde para aprender algo útil para el contexto, como medimagia o algo así.
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✧ daisy hookum, 25 años, escritora y empleada en una editorial muggle, civil.
daisy es una bolita de miedo, con la tensión aumentando en el mundo mágico y sintiendo que podría perder seres queridos en cualquier momento. quiere poder defenderse sola, poder hacer algo, pero no sabe muy bien qué. en este tiempo empezó a colaborar con El Oráculo, ayudando desde su propia trinchera: escribir la verdad. también ha empezado a explorar ideas para escribir un libro, aunque no ha decidido nada aún.
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✧ molly prewett weasley, 34 años, ama de casa, civil
molly lleva este tiempo constantemente al borde de un paro cardiaco entre los siete chamacos, sus hermanos ( que ella sabe que andan metidos en algo, solo no sabe en qué y se preocupa ) y por todo en general, porque ni toda la distracción con los niños la hace despegarse de la realidad en la que vive y sabe que todos están en riesgo. en resumen: she's stressed, she needs a chill pill.
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✧ james potter, 24 años, desempleado, parte de la orden del fénix.
james está dedicado a dos cosas: su familia y la orden. cuando no está entrenando o en misiones, está en casa con harry ( que es la razón por la que le pone tanta dedicación a las misiones de la orden, solo quiere proteger a su hijo y darle un mundo mejor ).
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✧ emmeline vance, 25 años, empleada en el departamento de accidentes mágicos y catástrofes del ministerio de magia, parte de la orden del fénix.
emmeline sigue trabajando en el ministerio de magia, pero eso no es lo que más ocupa su tiempo. aunque es buena cuando tiene que pelear, su verdadera fortaleza es su mente y, por eso, en estos últimos meses comenzó a trabajar en la parte estratégica de las misiones. se ha hecho bastante valiosa en las filas de la orden por lo mismo, porque desde esa oposición, ha podido ayudar a planear misiones exitosas. también usa su espacio en el ministerio para reunir información en caso de ser necesario.
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✧ andrea prewett, 23 años, desempleada, civil.
andrea it's pretty much the same, she needs to grow up, pero aún no lo hace, más que nada porque no sabe cómo y es muy orgullosa pa andar pidiendo ayuda.
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rusticpotatoes · 2 years
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Coucou ! J'aime trop ton Tumblr ! Ça fait combien de temps que tu colles ? C'est quoi ta meilleure anecdote à ce sujet ?
Han t'es adorable, j'aime beaucoup le tien aussi !
Du coup ça fait genre 3 ans (un peu plus) et j'ai plein de souvenirs, que ce soit des coups de stress ou des fous rires.
mon pref c'est quand on a joué au chat et à la souris avec les flics. on était plusieurs groupes dans plusieurs secteurs de la ville et les groupes se faisaient choper les uns après les autres. nous, irréductibles, on était dans le secteur de la rue de la soif et on se met à faire notre dernier collage ("pas une de plus"). des gros lourds viennent nous parler à base de ''pas une de plus quoi ?" "et pourquoi pas un de plus?" "et pas tous les hommes hein" bref on les balaie vite fait, on finit, on range et on se dit bon let's go on a mérité un verre. Et 15 secondes plus tard on voit les flics débouler, hop on s'est fondues dans la foule ni vu ni connu et vive les bars pour se cacher.
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inbiancamagliadortiche · 11 months
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[...] "I segreti della mente non includono soltanto le nostre esperienze di vita personali, ma anche quelle che inconsapevolmente portiamo dentro di noi: ricordi, sentimenti e traumi che ereditiamo da generazioni precedenti” che non sono riuscite a mentalizzarli, simboleggiarli ed elaborarli adeguatamente"
“Le esperienze troppo dolorose per essere interamente comprese ed elaborate vengono trasmesse alla generazione successiva. Questi traumi indicibili e troppo dolorosi perché la mente possa digerirli, diventano la nostra eredità e influenzano i nostri figli e  iloro figli, in modi che non riescono a comprendere o controllare".
Un fenomeno che la professoressa Yolanda Gampel, della Tel Aviv University, ha definito “radioattività del trauma”, una metafora presa in prestito dalla fisica nucleare per descrivere come la radiazione emotiva, al pari di quella fisica, “si diffonde nella vita delle generazioni successive, manifestandosi in forma di sintomi fisici ed emotivi, reminiscenze del trauma [non sperimentato personalmente] e in un diffuso attacco alla propria vita”
A partire dagli anni Settanta, le neuroscienze hanno confermato quanto scoperto dalla psicoanalisi, ovvero che il trauma dei sopravvissuti e persino i segreti più oscuri, ma svelati a nessuno, influenzano davvero le vite dei figli e dei nipoti. Questi studi, relativamente recenti, si focalizzano sull’epigenetica, sull’impatto non genetico e sulle variazioni dell’espressione genetica; analizzano il modo in cui i geni vengono modificati nei discendenti dei sopravvissuti al trauma e studiano le modalità tramite cui l’ambiente, e il trauma in modo particolare, possono lasciare un’impronta chimica nei geni di una persona, impronta che viene trasmessa alla generazione successiva. Questa ricerca empirica evidenzia il ruolo fondamentale degli ormoni dello stress nello sviluppo del cervello e, quindi, nei meccanismi biologici attraverso cui il trauma si trasmette di generazione in generazione”
La possibilità e l’importanza di allargare lo sguardo alla storia familiare delle persone che ci troviamo di fronte nella stanza d’analisi permette talvolta di “affrontare il lutto e l’elaborazione del dolore che i nostri genitori non sono riusciti a sopportare e favorisce la cessazione dell’identificazione con quelli che hanno sofferto”, un’operazione delicata e difficile ma preziosissima perché “quando impariamo a identificare l’eredità emotiva che vive dentro di noi, le cose iniziano ad acquisire un senso e le nostre vite iniziano a cambiare”.
L’eredità emotiva. Una terapeuta, i suoi pazienti e il retaggio del trauma, Galit Atlas
Fonte: Stralci dall'articolo Ereditare il trauma, di Moreno Montanari, Doppiozero
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physio-slytherin · 1 year
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A toi, mon petit papa.
Je sais que tu ne comprends pas pourquoi je m’inflige ça. Encore. Encore une fois. Que malgré le stress qui m’empêche de manger, les crises de paniques qui me volent le sommeil et malgré toutes les fois où j’ai vomi à cause de ça, je continue à m’infliger ça. Ca. La PACES. Tu penses probablement que je ne fais pas suffisamment attention à moi, que je n’ai pas le mental pour. “Tu devrais faire infirmière” tu me dis souvent. Bon, je sais que là dessous se cache quelques propos sexistes de ton époque, mais tu ne comprends pas. 
Tu ne comprends pas que je me rends malade moi. Moi, parce que cette chose, ce concours, cette voie, c’est la seule chose que j’arrive à projeter depuis des années. Parfois, quand je retourne chez maman, et que je vois toutes mes anciennes peluches recousues, je me rappelle que je n’ai pas réellement choisi. Ca a toujours été ça, même quand j’avais cinq ans. Mes peluches jouaient au foot et poum, il y avait une fracture, alors il fallait que je fasse un trou, que j’enlève toute la mousse et que je la remette avec du journal dedans. Ensuite, je descendais les escaliers et je me faufilais dans le bureau pour fouiller dans la boite à couture. J’avoue, je me suis souvent piquée avec les aiguilles. Mais c’était ça le jeu. 
Tu ne comprends pas que ça fait partie de moi, et c’est tellement important à mes yeux, parce que c’est mon identité que je suis en train de jouer, j’ai peur. Je suis effrayée. Pour moi. Mais pour toi aussi. 
Parce que je sais comment tu ignorais mes pleurs l’an dernier et que tu es revenu ce jour là en me disant tout simplement que ce n’était pas grave et que tu étais fier de moi. Mais je veux que tu sois réellement fier de moi. Pour de vrai. Pas juste pour que je me sente un peu mieux. Je veux te rendre cet honneur. Quand j’avais dix ans et que tu m’as amené à l’hôpital par la main et que ton docteur m’a montré des reins de cochon pour m’expliquer ta maladie, je t’ai dit que je te soignerai. Maintenant je sais qu’il y ait peu de chance que ça arrive. Et même si cela arriverait, tes années seraient toujours comptées. On dit que ce qui motive les progrès en médecine de nos jours, c’est la peur de la mort. Je ne fais pas exception, hormis que j’ai peur de ta mort. 
Papa, tu es mon meilleur ami. Et comme un père, comme un ami, j’aimerai que tu me suives toute ma vie, parce que je ne peux m’imaginer sans tes yeux gris souriants et ton mauvais caractère. Je ne te le dis pas, mais dès qu’un numéro que je ne connais pas m’appelle, j’ai toujours peur pour toi. Mais pour moi. Pour moi sans toi, plutôt. Tu fais partie de l’une des rares personnes a qui je tiens réellement, pour qui je pense à te faire don d’un organe. Je veux que tu vives toute ma vie, que tu m’accompagnes quand je me marierai, que tu m’applaudisses à mon doctorat, que je puisse t’appeler quand ma voiture fait un bruit bizarre. Je veux pouvoir t’appeler tard le soir, et t’entendre me raconter quelle soupe tu as mangé. 
Mais tout ça, peut-être qu’on ne le vivra pas. Peut-être que je ne serai plus là. Peut-être que tu ne seras plus là. Et si tel est le cas, j’aurais besoin de ça. De ce travail omniprésent. De quelque chose à faire pour ne plus penser à toi, papa. Pour les années qu’on n’aura peut-être pas, je veux que tu sois là quand on m’appelera ce matin là. Que tu m’accompagnes, que tu sourisses et que tu m’applaudisses. Pour les années qu’on n’aura peut-être pas, j’ai besoin de ça. 
Donc oui, tu ne comprends pas, parce que tout ça je ne te le dis pas. Je le fais pour moi. Et pour toi. A cause de toi. Grâce à toi. 
Cette fois, tu seras réellement fier de moi, mon papa. Finalement je serai fière de moi. 
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