Tumgik
#è stata una lunga giornata
spettriedemoni · 2 years
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Le ultime parole famose
Oggi vado a letto presto…
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vaerjs · 5 days
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Vivo costantemente in una dimensione di aspettative altissime e fatico a tirarmene fuori.
Quando ero la figlia maggiore dovevo dare il buon esempio, assumermi compiti e responsabilità genitoriali che non mi sarebbero dovute competere, fare da mamma, sorella e figlia contemporaneamente. Con la preoccupazione che un mio sbaglio potesse fare crollare il castello in mille pezzi.
Ho lavorato, mi sono pagata l'università, almeno quel poco che mi è servito ad entrarci. E per farlo ho sopportato un capo viscido e molesto, con la mano lunga e e le nausee ogni mattina prima di uscire di casa, sapendo che non avrei avuto altra scelta: era l'unica azienda che aveva risposto a tutti i miei curriculum - ed erano amici della parrucchiera della mamma, non avrei mai potuto farle fare una brutta figura.
Poi sono arrivate le borse di studio. Ho lasciato il lavoro perché per ottenerla e mantenerla è fondamentale dimostrare di poter superare un certo numero di esami all'anno e con valutazioni alte per non perdere posizioni nelle graduatorie. Un solo sbaglio, un esame andato male, una giornata nera a laboratorio mi avrebbero lasciata in mezzo a una strada, senza soldi e senza posto letto, anche a metà anno.
Ho fatto l'Erasmus e sono riuscita a trovare un contatto in una scuola nella città che volevo io, per la prima volta. Così sono diventata il punto di riferimento e l'esempio a cui la mia tutor coordinatrice ha indirizzato chiunque volesse sperimentare la stessa esperienza. Ancora una volta la mia possibilità d'errore è stata messa sotto i riflettori, pronta ad essere amplificata a dismisura.
Ora lavoro a scuola e ho la fortuna di essere rimasta nello stesso istituto e nello stesso interclasse dell'anno precedente. La collega che ho affiancato lo scorso anno ha pregato in tutti i modi per ri-avermi con lei: a causa dei suoi improvvisi problemi in famiglia mi sono trovata da sola ad accompagnare una quinta pronta e preparata alla secondaria.
Quest'anno la situazione non è molto diversa. È finito il ciclo, siamo in classe prima - probabilmente la più impegnativa di tutte - con una docente in meno. Ho un posto sul sostegno, quello che speravo, ma mi trovo a occuparmi di tutto. Ho spiegato alla ragazzina a cui hanno assegnato la supplenza sulla classe per qualche settimana tutto quello che doveva fare e in che modo, non la posso lasciare da sola perché è la sua primissima supplenza e non si sa muovere a scuola. Ho preparato le attività della classe e raccolto, schedato e archiviato tutti i materiali perché la collega in cattedra ha ancora una situazione instabile in famiglia e non può dedicare tutto il tempo che vorrebbe alla scuola. Mi hanno assegnato un bambino complesso di cui voglio occuparmi nel miglior modo possibile nonostante la sua rete di professionisti non sia allineata nelle modalità di intervento e mi sia da subito sembrato di trovarmi tra due fuochi, con la mamma in balia di consigli contraddittori. Mi hanno affidato anche la commissione continuità "per il gran lavoro fatto l'anno scorso nelle quinte" che sarebbe bello replicare questo e i prossimi anni.
Ho chiamato i miei fratelli perché non li sentivo da un po', sono stata troppo stanca e mi sono sentita in dovere di giustificarmi per la mia vita raffazzonata. Sono molto stanca, e credo di sentirmi così a terra anche perché ancora non ho il privilegio di poter sbagliare senza che il mondo crolli.
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pettirosso1959 · 8 days
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C'ERA UNA VOLTA LA GERMANIA, UNA POTENZA ECONOMICA, INDUSTRIALE E DI INNOVAZIONE SOCIALE. UNA VOLTA, PERO', PERCHE' I VERDI E LE SINISTRE DEMOCRATICO-PROGRESSISTE AL POTERE HANNO DISTRUTTO IL SOGNO DI MILIONI DI GIOVANI, CHE OGGI SI RIBELLANO, ANCHE A GRETA...
La popolarità dei Verdi e dei Socialisti tedeschi è al collasso, così come le infrastrutture della Germania.
Una parte di un importante nella città sassone di Dresda, un ponte, è misteriosamente crollato. L'incidente evidenzia la negligenza della Germania nei confronti delle proprie infrastrutture, mentre incanala decine di miliardi di euro in progetti verdi dubbi in patria e all'estero. Il crollo del ponte di Dresda è una metafora dell'attuale situazione della Germania.
"Parte del successo di AfD può essere attribuito alla sua politica economica. I tedeschi chiedono la fine dei sussidi governativi che distorcono il mercato dell'energia elettrica e rendono costosa l'energia, quindi la fine della costosa transizione energetica verde del paese e, soprattutto, un'inversione dell'attuale deindustrializzazione. Se questa politica economica moderata viene abbandonata dai centristi al potere, allora gli elettori guarderanno altrove".
Una volta votati i Verdi, i giovani sotto i 18 anni si sono spostati in massa a destra. Lo scorso mese di agosto, in Turingia, in un sondaggio è stato chiesto a 9000 giovani di età inferiore ai 18 anni per chi avrebbero votato. Il vincitore con un ampio margine è stato il partito di destra AfD, che ha ottenuto il 37,4% dei voti, più del doppio rispetto al 16,5% ottenuto nel 2019. I Verdi, d'altra parte, hanno perso un'enorme quota, circa l'83% dei loro sostenitori.
I giorni di Fridays for Future, guidati da Greta Thunberg, sono scomparsi più velocemente di una palla di neve in una calda giornata estiva. In effetti, i giovani hanno mantenuto la loro promessa "vi terremo d'occhio" e, ironicamente, odiano ciò che stanno vedendo ora: uno sgretolamento del loro paese e del loro futuro.
Ora stanno guidando una ribellione silenziosa ma potente. Le bugie sul Covid e sui vaccini, le bugie sulla guerra contro la Russia e il sabotaggio palese del gasdotto North Stream 2 che ha reso l'energia elettrica ed il gas in Germania costosissimi, ma i giovani si stanno rendendo conto di come l'Occidente sia tutto tranne che libero e democratico.
I dissidenti sono stati messi a tacere mentre la censura si diffondeva sulle principali piattaforme di social media. In Germania, e altrove in Europa, le persone che esprimevano opinioni diverse si sono trovate calunniate e criminalizzate. I leader dissidenti sono stati persino arrestati e imprigionati. Migliaia di account di social media sono stati sospesi.
Nel luglio 2024, la rivista tedesca di "estrema destra" Compact è stata perquisita dalle forze speciali tedesche e chiusa dall'eccessivamente zelante ministro dell'Interno socialista, Nancy Faeser.
Il fondatore del servizio di messaggistica istantanea Telegram, Pavel Durov, è stato arrestato dalle autorità francesi. Il suo crimine: fornire libertà di parola. I giovani ora si rendono conto di come la "libertà di parola" in Occidente sia solo uno scherzo.
L'uccisione di tre persone (e molte altre ferite) da parte di un rifugiato siriano durante un festival ha evidenziato una lunga serie di crescenti violenze da parte degli immigranti. L'opinione pubblica ha reagito mettendo in discussione a gran voce le politiche europee sulle frontiere. Nonostante una serie di grandi promesse, i politici non hanno intrapreso alcuna azione concreta per arginare l'ondata di migranti dal Medio Oriente e dall'Africa, provocando l'indignazione di tutti, soprattutto proprio dei giovani.
Il crimine e la violenza hanno reso insicure molte parti della Germania, e i giovani si stanno rendendo conto che il loro paese sta potenzialmente andando all'inferno; in nome dell'accoglienza, in nome della guerra, in nome dell'energia verde e di false promesse, ormai palesemente bugie di Stato.
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libero-de-mente · 2 months
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Caro diario,
siamo a fine luglio con temperature di fuoco. Oggi, poi, è anche lunedì. Questa mattina al risveglio, nonostante l'afa, non ho avuto nessun sintomo di morte. Ed è già una bella cosa.
In città ho incontrato quattro persone, ma ne ho percepite dodici.
Ora sono nella sala d'attesa dal mio medico, siamo in tre ad aspettare, ma anche qui ne percepisco nove. Leggo i social per distrarmi, ci sono persone che si lamentano della loro solitudine. Non sanno quanto siano fortunate, spero per loro che lo comprendano velocemente. Tra gli esami che voglio farmi prescrivere ci sono una serie di esami oculistici. Devo comprendere bene cosa ho visto in alcune persone. Mah. In questo periodo di Olimpiadi noto che di olimpionico c'è molto disagio. Sono in tanti a meritarsi l'oro.
Una delle tre persone in attesa, una donna, vedendomi accaldato ha attaccato bottone con me. La mia lamentela sull'afa è stata vana, tanto che a un certo punto lei mi ha detto: "goditi queste temperature, che in inverno le rimpiangerai". Ho sorriso. Le ho sorriso. Ho sorriso anche agli altri che mi guardavano. Ho sorriso a me stesso per calmarmi, per non esplodere e mandarla a quel paese. Ci sono persone pesanti come l'afa. Ma la cosa che più mi stupisce, in generale, è quella di come la stragrande maggioranza delle persone accetti l'ingiustizia che si palesa chiaramente davanti a loro. Anzi, in alcuni casi la giustificano. Quasi a convincersi che sia cosa buona e giusta.
Ieri sera ho imboccato mia madre con la pastina che le avevo preparato, ha tossito. Non sono stato bravo come Neo in Matrix a fermare i pezzi di pastina. Eppure la mano davanti a me l'avevo messa, evidentemente non sono l'eletto. Non ho i suoi poteri.
Tra tutta quest'ansia sociale ho tanto bisogno di una persona. Vorrei che fosse qui, con lei al mio fianco tutti diventerebbero più simpatici, ne sono sicuro. Perché sarei felice.
Sono alla ricerca di quelle parole che la maggior parte della gente non ascolta. Credo che la mia salvezza si trovi in esse.
Ti saluto caro diario, la giornata è ancora lunga e ardente.
Io sono ar dente, cioè sono già cotto al punto giusto.
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elenascrive · 3 months
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Sembrava una giornata qualunque quella odierna ma così non è stato, poiché L’Amore puro ed incondizionato ha trovato il modo di sorprendermi all’ennesima potenza per l’ennesima volta. Torno a casa da lavoro e sul tavolo della cucina trovo un sacchettino del bar poggiato accanto alla Mia tazza, che sapevo già cosa contenesse. Il croissant al pistacchio, il Mio preferito, amorevolmente acquistato da Mio fratello prima che potessi rincasare. Non è nuovo a questo genere di sorprese dolci e golose, lo fa spesso infatti, sapendo quanto adori fare colazione in questo modo. La sola vista mi ha immancabilmente riempito gli occhi di fortissima commozione, poiché trovo tenerissimo il Suo particolare modo di coccolarmi e di viziarmi, soprattutto quando mi ritrovo in momenti non particolarmente esaltati. Non c’è bisogno che gli dica nulla, Lui capisce ed agisce per farmi stare meglio. È veramente Unico in questo. Perciò quando comincio a sentirmi sfortunata, Lui mi rimette subito in careggiata per farmi capire l’esatto contrario. Avere una Persona accanto così premurosa ed affettuosa è la ricchezza più grande che potessi desiderare di avere in questa vita. Se dovessi descrivere cos’è L’Amore sarebbe proprio così: sentire i bisogni dell’altro senza nemmeno la necessità di parlare, semplicemente ascoltando con attenzione il Suo cuore. Del resto si sa, sono i piccoli gesti quelli in grado di fare la differenza in qualsiasi tipo di circostanza. Ed è difficile immaginarmi accanto ad un Uomo con caratteristiche diverse, quando sono stata abituata così bene!
Inutile concludere che gustarmi questo delizioso cornetto ha migliorato di gran lunga il Mio umore e così anche la Mia giornata. Ci voleva insomma!
Che meraviglia sentirmi così importante ed amata.
Menomale che ci sei!
Grazie di cuore Bimbo Adorato!
Ti amo un casino! ❤️
Tua Elenuccia
@elenascrive
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Art: @clotildeboucard
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Ho fatto una lunga passeggiata, erano le otto e sono salita qui. Oggi è stata una giornata un po’ più difficile delle altre, così ho fatto un giro più lungo prima di tornare. Sicuramente fuori ci sono cose belle, persone da conoscere e altre cose da vivere ma io non ho chiuso col passato e questo si ripercuote in tutto.
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amore-perso · 9 months
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Era una sera invernale come tante, fuori era innevato e lui, un ragazzo che per tanti, troppi anni, aveva fatto parte della mia vita, a intermittenza s'intende, mi invitò a casa sua, accettai. Non è mai stato uno che soffriva il freddo, girava a maniche corte e pantaloncini, io, invece, rimasi con il cappotto anche una volta entrata al caldo, ero congelata. Voleva alleggerirmi e mi accese la stufa al massimo, mi riscaldai subito e appena appesi il cappotto alla sedia notai il suo sguardo addosso: mi guardava come non faceva da tanto, si sorprese della mia bellezza, che io percepivo sempre come minima. Quella sera ero struccata e scompigliata dopo una lunga giornata di lavoro, mi percepivo come orrenda, ma il suo sguardo mi mise a mio agio, mi calmai e non pensai più a nient'altro. Parlammo, ridemmo e scherzammo, si fece tardi, un po' troppo per tornare a casa, io ero così stanca che mi si chiudevano gli occhi, motivo per cui mi offrí il suo letto, uno di quelli piccoli, per gli ospiti, in una cameretta che forse una volta era stata la sua, piena di orsacchiotti e peluche. Lo ringraziai e cominciai a disfarlo, pronta per mettermici dentro per stare calda e morbida. Dietro di me vidi un'ombra, era lui, appoggiato alla porta che mi fece segno di mettermi a letto, "forse ricorda dei miei problemi ad addormentarmi e cerca di farmi rilassare il più possibile" pensai. Era solito venire a casa mia per farmi addormentare nelle notti in cui non riuscivo ad affrontare l'insonnia: mi abbracciava, mi raccontava una storia e andava via, lasciandomi dormire tranquilla. Pensai che quella sera il suo intento fosse lo stesso perché si mise accanto a me e mi abbracciò da dietro, gesto che ho sempre amato dato che mi faceva sentire protetta. Non parlò, allora mi preoccupai e gli chiesi il motivo di tanto silenzio, lui amava parlare, non dei suoi pensieri, sentimenti o emozioni, ma di molte cose in generale sì. Mi rispose che si stava concentrando su ciò che sentiva "e cosa senti?" -gli chiesi pronta- "cerchi sempre di indagare su ciò che pensano gli altri, perché non me lo dici tu?". Rimasi di pietra, io non provavo nulla. Non provavo nulla perché avevo provato troppo per lui in passato ed era sparito spesso ogni volta che io mi ero lasciata andare nei suoi confronti, ritornando poco dopo cercando di riconquistarmi. Era il suo intento ogni volta, per cui poteva funzionare massimo due volte, non di più, motivo per cui ogni volta rimanevo disponibile per lui senza mai farmi coinvolgere totalmente, perché mi piaceva passare il tempo in quel modo, a flirtare con lui, sentirmi desiderata e sfidarlo in continuazione senza sentirmi oggetto del suo piacere, ma giocando al suo gioco.
Si schiarí la voce- "non ti sembra pazzesco questo nostro stuzzicarci? Continuiamo a corteggiarci come il primo giorno a distanza di 10 anni" -rimasi sorpresa ma ancora in silenzio, ero troppo stanca per avere la mia solita capacità di rispondere a tono anche a qualcosa di così semplice e continuò- "quando ho saputo che eravamo nella stessa città ho fatto di tutto per vederti perché sentirti è l'unico regalo che voglio". Approfittai di questo appiglio per fargli notare che un regalo è qualcosa che si dona totalmente perché poi appartiene a quella persona, di risposta "e tu a chi vuoi appartenere?". Cominciò a diminuire il sonno e in tono dissi "a chi mi sappia tenere", ed ecco che cominciava il nostro flirt fatto di botta e risposta in tono di sfida quando lui disse "ho dei lacci morbidi, meravigliosi fatti di rispetto, eros, feeling, fiducia e poesia...". Era tutto vero, lui era tutto quello, la fiducia mancava da parte mia, ma quelle erano le sue qualità, mi accendeva un fuoco dentro e la mente si fermò subito all'aggettivo morbido. Quanto mi conosceva, ricordava del mio tenere senza stringere, lacci morbidi, appartenere senza togliere libertà, poesia, pensieri... La conversazione, l'intimità di parlare a letto abbracciati, la tranquillità della notte e del sonno che mi cullava, tutto mi stava inebriando e lui lo notava "non è meraviglioso che dopo anni tu ti sorprenda ancora delle mie frasi?" - "è solo perché sono attenta ai dettagli, sono quelli che mi sorprendono" - "ed è questo che ti rende speciale"- cominciò con il suo essere classicista- "sai cosa significa speciale?" - "so che vuoi spiegarmelo tu con le tue parole" - "ma le mie parole hanno un effetto particolare su di te". Anche qui aveva ragione, le parole avevano un potente effetto su di me, mi davano un input da cui partire con la fantasia e la mia mente ci lavorava a più riprese rendendole eterne. "Non vorrei sprecare tutto ora" -continuò- "puoi considerarlo come l'amo che mi farà abboccare anche questa volta" -gli dissi- "peccato che resto infilzato io" -rispose. Non avevo mai notato la sua fragilità, in quella frase si mise a nudo, è come se avesse gettato la sua armatura fatta di flirt, sfide e risposte a tono per parlare seriamente.
Continua...
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mynameis-gloria · 6 months
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Pasquetta che non è stata pasquetta, passata a riposare e prepararmi fisicamente e mentalmente in vista della settimana lavorativa che sarà super movimentata. In cui il tempo è passato molto molto lentamente ed io mi sono lasciata cullare da questa calma e da questo ozio, con il sole che andava e veniva, i tuoni in lontananza e la pioggia pazzerella, che poi ha deciso di ritornare e illuminare di un caldo arancione le case solamente alle 19:00. E la giornata è sembrata ancora più lunga, già simile a quelle che avvengono d'estate e mi è venuto da sorridere. A pranzo ho cucinato una pasta con gamberi e zucchine in cui ad ogni forchettata erano amore e piacere sulle papille gustative e mi son concessa pure una fetta della colomba avanzata da ieri al cioccolato. Seconda camminata della giornata, e stavolta la pioggia me la son presa. Gocce grandi come noci che picchiettavano sull'asfalto, qualche parola scambiata in audio, il mio passo che aumenta il ritmo per non bagnarmi troppo, il fiume colmo e marrone, ed attorno solo alberi. Tornata a casa mi sono docciata, prestando più cura, rallentando i movimenti, spalmandomi la crema sulle gambe e poi mi son tuffata nel letto e senza nemmeno rendermene conto ho chiuso gli occhi. Svegliata due ore dopo, solo dalle voci familiari provenienti dal salotto e da una chiamata sul cellulare scambiata per sveglia. Il mio corpo un po' intontito, scritto pensieri e letto qualche pagina e poi era già ora nuovamente di mettersi a tavola. Per il mio appetito è bastata un'insalata . La fretta nel ritornare nella tana, sotto le coperte, piccolo rifugio di oggi, a lasciar vagare la mente, immaginare carezze, momenti e rilassarmi ancora per qualche oretta.
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be-appy-71 · 6 months
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Una stanza d'albergo, lì dobbiamo incontrarci. Mi apri la porta, vestita di niente...quasi niente.
Non abbiamo nulla da dirci, l'attesa di questo incontro è stata lunga.
E lunga, lunghissima è stata la nostra giornata, mi hai travolto con la tua passione e mi hai lasciato libero di esprimere tutta la mia trasgressione.
La mia complice in tutti i miei desideri. Non c'è mai stato un no.
Ci siamo goduti tutto, più il gioco era trasgressivo più ti piaceva.
Hai un diavolo in corpo, e quel diavolo è mio. Lo dovrò stuzzicare ancora, perché so che c'è altro che vuol farmi vedere... ♠️🔥
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ScM
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gcorvetti · 6 months
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Punti di vista.
Stamane mentre prendevo il caffè, in realtà una mezz'ora fa :D, sono passati dei tizi con un camioncino e dal megafono dicevano "Raccolta ferro vecchio, qualsiasi cosa di ferro la prendiamo", giorni fa più o meno la stessa cosa ma non l'ho visto è passato l'arrotino, ho sentito un megafono che annunciava "Arrotino, ammola fobbici e cutedda" (traduco, arrotino affila forbici e coltelli), penso che era dalla fine degli anni 70 che non sentivo tale annuncio, quando vivevamo al borgo e i tempi erano estremamente diversi. Lavori che tornano in auge in un periodo di crisi, come un caro amico che vive a Torino ed è diventato calzolaio, si torna all'arte di arrangiarsi visti tempi.
Ieri ho passato una giornata fuori, prima ad aiutare mio zio che aveva problemi ad inviare alcuni documenti urgenti via whatsapp e via mail (ha 86 anni ed è tanto che è tecnologico), pranzo da loro e poi inizio a camminare, incontro un amico e passo parte del pomeriggio con lui, poi ricevo un messaggio di un'amica che mi invita ad unirmi a lei e il fidanzato per vedere una jam session, non torno neanche a casa, mangio un arancino ed una cipollina e li raggiungo. Poi visto che anche loro erano a piedi, vado a prendere il bus che teoricamente doveva partire alle 23:06, è arrivato dopo un'ora ed è partito a mezzanotte e mezza, normale amministrazione in una città poco puntuale come questa, oppure forse sono troppo abituato agli orari precisi che ci sono negli altri paesi (Estonia e Londra), alla fine sono tornato a casa comunque anche se ero quasi partito per farmi questa lunga camminata tutta in salita verso casa, poco male.
Stamane sono stato svegliato da un sogno orribile, già, le paure nonostante la giornata passata in relax mentale e compagnia non vanno via in una giornata, ma ci sto lavorando su e penso di aver trovato la strada giusta, almeno credo. Oggi? Non so, c'è una bellissima giornata di sole, magari faccio un giro zona mare che mi rilassa il suono delle onde.
Un amico argentino, che vive qua a Catania, un cantante molto bravo tecnicamente e con una bella voce, peccato si sia trasferito qua, posta un video di Geolier o come si scrive, il rapper napoletano, che canta senza base, o almeno dal video si vede che ha i celentanini (gli auricolari da palco, come li denominava Fiorello anni fa), ma il risultato è afono e dimostra scarsa tecnica e una voce poco intonata, copio e incollo il mio commento "La mediocrità c'è sempre stata in ogni campo artistico e in ogni periodo storico, la differenza forse che ora è accettata perché così la massa si può avvicinare a quello che gli artisti fanno, mentre una volta per noi gli artisti erano inarrivabili." Beh ci sarebbe tanto da dire sia sul video che sul mio commento, lo so, ma sto fortemente pensando di aprire il famoso blog dove parlo solo di musica, in ogni caso penso che ci siano così tante distorsioni sul mondo dell'arte in generale in questo periodo storico e tanti che si innalzano a sapientoni o esperti del settore che è anche difficile intavolare un dialogo aperto senza poi finire in un litigio, cosa che trovo molto infantile soprattutto quando si parla d'arte che è soggettiva, come per esempio la jam session jazz di ieri, si bravi per carità, ma dopo 3 brani basta, l'interesse si perde se non c'è innovazione anche nella performance che diventa un'auto celebrazione di scale e assoli poco improvvisati triti e ritriti, almeno per me. Fino ad ora e per quel poco che ho sentito, dal vivo, il migliore resta Palumbo, il tizio un pò dadaista che ho postato un pò di tempo fa e che mi è veramente piaciuto in toto dai brani alla performance in se, nonostante la scarsa preparazione tecnica che cade in secondo piano quando si hanno degli argomenti migliori di fare vedere quanto si è bravi a fare le scale.
La giornata è lunga e troppo bella per chiudersi in casa, quindi faccio la mia routine per il fisico ed esco, buona giornata.
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P.S. Si lo so, devo aprire il blog musicale.
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pettirosso1959 · 1 month
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Ero arrivato all'indirizzo e avevo suonato il clacson. Dopo aver aspettato qualche minuto, suonai di nuovo. Visto che quella sarebbe stata la mia ultima corsa del turno, pensai di andarmene, ma invece misi la macchina in parcheggio, mi avvicinai alla porta e bussai. 'Un attimo,' rispose una voce fragile e anziana. Sentii qualcosa trascinarsi sul pavimento.
Dopo una lunga pausa, la porta si aprì. Davanti a me c'era una piccola donna sui novant'anni. Indossava un vestito a fiori e un cappellino con un velo appuntato, come qualcuno uscito da un film degli anni '40.
Accanto a lei c'era una piccola valigia di nylon. L'appartamento sembrava disabitato da anni. Tutti i mobili erano coperti da lenzuola.
Non c'erano orologi alle pareti, né soprammobili o utensili sui ripiani. In un angolo c'era una scatola di cartone piena di foto e oggetti di vetro.
'Potresti portare la mia valigia alla macchina?' disse. Presi la valigia e la portai al taxi, poi tornai ad aiutarla.
Mi prese per il braccio e camminammo lentamente verso il marciapiede.
Continuava a ringraziarmi per la mia gentilezza. 'Non è niente,' le dissi. 'Cerco solo di trattare i miei passeggeri come vorrei che trattassero mia madre.'
'Oh, sei un bravo ragazzo,' disse. Quando salimmo in taxi, mi diede un indirizzo e poi chiese: 'Potresti passare per il centro?'
'Non è la strada più breve,' risposi rapidamente.
'Oh, non importa,' disse. 'Non ho fretta. Sto andando in un hospice.'
Guardai nello specchietto retrovisore. I suoi occhi luccicavano. 'Non ho più famiglia,' continuò con voce dolce. 'Il dottore dice che non mi resta molto tempo.' Spensi il tassametro in silenzio.
'Quale percorso vuoi che faccia?' chiesi.
Per le successive due ore, guidammo attraverso la città. Mi mostrò l'edificio dove aveva lavorato come operatrice di ascensori.
Passammo per il quartiere dove lei e suo marito avevano vissuto da novelli sposi. Mi fece fermare davanti a un magazzino di mobili che un tempo era stata una sala da ballo dove andava a ballare da ragazza.
A volte mi chiedeva di rallentare davanti a un particolare edificio o angolo e restava a fissare nel buio, senza dire nulla.
Quando l'alba iniziava a intravedersi all'orizzonte, disse improvvisamente: 'Sono stanca. Andiamo ora.'
Guidammo in silenzio fino all'indirizzo che mi aveva dato. Era un edificio basso, simile a una piccola casa di riposo, con un vialetto che passava sotto un portico.
Appena arrivammo, due inservienti uscirono dal taxi. Erano premurosi e attenti, osservando ogni suo movimento. Dovevano aspettarla.
Aprii il bagagliaio e presi la piccola valigia. La donna era già seduta su una sedia a rotelle.
'Quanto ti devo?' chiese, mettendo mano alla borsa.
'Niente,' dissi.
'Devi guadagnarti da vivere,' rispose.
'Ci sono altri passeggeri,' replicai.
Quasi senza pensarci, mi chinai e la abbracciai. Mi tenne stretta.
'Mi hai regalato un piccolo momento di gioia,' disse. 'Grazie.'
Le strinsi la mano e poi mi allontanai nella luce fioca del mattino. Dietro di me, una porta si chiuse. Era il suono della chiusura di una vita.
Non presi più passeggeri per quel turno. Guidai senza meta, perso nei miei pensieri. Per il resto della giornata, riuscii a malapena a parlare. Cosa sarebbe successo se quella donna avesse avuto un autista arrabbiato o impaziente di finire il turno? E se avessi rifiutato la corsa, o avessi suonato il clacson una volta, poi me ne fossi andato?
Ripensando a tutto, non credo di aver fatto nulla di più importante in vita mia.
Siamo abituati a pensare che le nostre vite ruotino attorno a grandi momenti.
Ma spesso i grandi momenti ci sorprendono, splendidamente avvolti in quello che altri potrebbero considerare un piccolo gesto.
LE PERSONE POTREBBERO NON RICORDARE ESATTAMENTE COSA HAI FATTO, O COSA HAI DETTO MA RICORDERANNO SEMPRE COME LE HAI FATTE SENTIRE.
In fondo a questa grande storia c'era una richiesta di inoltrarla - ho eliminato quella richiesta perché se hai letto fino a questo punto, non avrai bisogno di essere invitato a passarla oltre, lo farai spontaneamente...
La vita potrebbe non essere la festa che speravamo, ma mentre siamo qui possiamo anche ballare...
Da Marco Gigli.
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archivio-disattivato · 11 months
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L’attacco da Gaza ci ha terrorizzato, ma dobbiamo interrogarci sul suo contesto
Fonte: +972Magazine, 7 ottobre 2023.
Il 7 ottobre 2023 resterà, con ogni probabilità, nella storia: Hamas ha dato il via, dalla Striscia di Gaza, a un attacco a sorpresa senza precedenti sul territorio di Israele, con il lancio di migliaia di razzi e vari blitz di terra su insediamenti civili e strutture militari israeliane in prossimità della Striscia. Nel corso di queste azioni sono stati uccisi almeno 1200 israeliani e 130 sono stati presi in ostaggio, mentre sarebbero circa 1.500 i miliziani di Hamas uccisi. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha annunciato una durissima rappresaglia, presentandola alla cittadinanza come “guerra” e mobilitando migliaia di riservisti, mentre il Ministro della Difesa, Yoav Gallant, ha annunciato un “assedio totale” su Gaza, definendo i militanti palestinesi come “animali umani” con cui è impossibile trattare. Attualmente la Striscia di Gaza, in cui vivono più di due milioni di persone, è senza forniture di elettricità, acqua e medicinali, ed è sotto il fuoco israeliano: finora sono almeno 950 i palestinesi uccisi e 5000 i feriti. Tra i numerosi articoli letti in questi giorni, abbiamo scelto di ripubblicare e tradurre quello che segue: è stato scritto da Haggai Matar, israeliano, obiettore di coscienza, giornalista pluripremiato e direttore esecutivo di 972 – Advancement of Citizen Journalism, un’associazione senza scopo di lucro impegnata per i diritti umani, la democrazia, la giustizia sociale e la fine dell’occupazione israeliana. Contrariamente all’opinione di molti connazionali, ma anche di molti media e politici occidentali, l’autore ricorda che l’attacco guidato da Hamas è radicato in una lunga storia di oppressione subita dai palestinesi sotto il regime israeliano di occupazione militare. Se, da una parte, partecipa al dolore e all’angoscia della sua comunità sotto attacco, dall’altra parte, Matar invita a riflettere sul contesto e sul fatto che gli israeliani stiano vivendo in questi giorni quello che i palestinesi vivono da decenni, privati non solo della prospettiva di libertà e indipendenza politica, ma anche della mera possibilità di vivere in modo degno. In controtendenza rispetto alle voci di odio e vendetta, che invocano la distruzione totale di Gaza e chiudono a qualsiasi negoziato con Hamas e col fronte palestinese, l’autore invoca la necessità di perseguire una pace giusta e duratura. Non esiste una soluzione militare al conflitto israelo-palestinese e l’uso della violenza contro i civili è, in ogni circostanza, una violazione del diritto internazionale umanitario. L’unica soluzione, afferma l’autore in conclusione, è quella di “porre fine all’apartheid, all’occupazione e all’assedio e lavorare per un futuro basato sulla giustizia e sull’uguaglianza per tutte e tutti noi”.
di Haggai Matar
Il 7 ottobre è stata una giornata terribile. Dopo esserci svegliati con le sirene aeree, sotto una raffica di centinaia di razzi lanciati sulle città israeliane, abbiamo saputo dell’attacco senza precedenti dei militanti palestinesi provenienti da Gaza alle città israeliane confinanti con la Striscia.
Le prime notizie – in continuo aggiornamento – parlano di almeno 700 israeliani uccisi e di centinaia di feriti, oltre ai molti rapiti portati a Gaza. Nel frattempo, l’esercito israeliano ha già avviato la propria offensiva sulla Striscia sotto assedio, con la mobilitazione delle truppe lungo la recinzione e attacchi aerei che, finora, hanno ucciso e ferito centinaia di palestinesi. Il terrore delle persone che vedono militanti armati nelle loro strade e nelle loro case, o la vista di aerei da combattimento e carri armati in avvicinamento, è inimmaginabile. Gli attacchi contro i civili sono crimini di guerra e il mio cuore va alle vittime e alle loro famiglie.
Però, contrariamente a quanto dicono molti israeliani, e nonostante l’esercito israeliano sia stato chiaramente colto del tutto alla sprovvista da questa invasione, non si tratta di un attacco “unilaterale” o “non provocato”. La paura che gli israeliani provano in questo momento, me compreso, è solo una parte di ciò che i palestinesi provano quotidianamente sotto il regime militare decennale in Cisgiordania e sotto l’assedio e i ripetuti attacchi a Gaza da parte di Israele. Le reazioni che sentiamo oggi da molti israeliani – che chiedono di “radere al suolo Gaza”, perché “questi sono selvaggi, non persone con cui si può negoziare”, “stanno assassinando intere famiglie”, “non ci sono margini di discussione con queste persone” – sono esattamente quelle che ho ascoltato innumerevoli volte dai palestinesi sotto occupazione riguardo agli israeliani.
L’attentato di questa mattina ha anche contesti più recenti. Uno di questi è l’orizzonte incombente di un accordo di normalizzazione dei rapporti tra Arabia Saudita e Israele. Per anni, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha sostenuto che la pace può essere raggiunta senza parlare con i palestinesi e senza fare loro alcuna concessione. Gli Accordi di Abramo hanno privato i palestinesi di una delle loro ultime carte di scambio e basi di sostegno: la solidarietà dei governi arabi, nonostante tale solidarietà sia stata a lungo discutibile. L’elevata probabilità di perdere forse il più importante degli stati arabi potrebbe aver contribuito a spingere Hamas al limite.
Nel frattempo, i commentatori avvertono da settimane che le recenti escalation nella Cisgiordania occupata stanno conducendo a sviluppi pericolosi. Nell’ultimo anno sono stati uccisi più palestinesi e israeliani che in qualsiasi altro anno dalla Seconda Intifada dei primi anni 2000. L’esercito israeliano effettua regolarmente raid nelle città palestinesi e nei campi profughi. Il governo di estrema destra sta dando mano libera ai coloni per creare nuovi insediamenti illegali e lanciare operazioni di vera e propria pulizia etnica in città e villaggi palestinesi, con i soldati che scortano i coloni mentre uccidono o mutilano i palestinesi che cercano di difendere le loro case. Nel mezzo delle festività, gli ebrei estremisti stanno sfidando l’accordo in vigore sull’accesso al Monte del Tempio/Moschea di Al-Aqsa a Gerusalemme, sostenuti da politici che condividono la loro ideologia.
A Gaza, nel frattempo, l’assedio in corso continua a distruggere la vita di oltre due milioni di palestinesi, molti dei quali vivono in condizioni di estrema povertà e deprivazione, con scarso accesso all’acqua pulita e circa quattro ore di elettricità al giorno. Questo assedio non ha una fine programmata; anche un rapporto del Controllore di Stato israeliano ha rilevato che il governo non ha mai discusso di soluzioni a lungo termine per porre fine al blocco della Striscia, né ha preso seriamente in considerazione alcuna alternativa ai ricorrenti cicli di guerra e morte. L’assedio è, letteralmente, l’unica opzione che questo governo ha sul tavolo, in continuità con i suoi predecessori.
Le uniche risposte che i successivi governi israeliani hanno offerto al problema degli attacchi palestinesi da Gaza sono stati dei palliativi: se verranno via terra, costruiremo un muro; se passano attraverso i tunnel, costruiremo una barriera sotterranea; se lanciano razzi, installeremo un sistema anti-missile; se stanno uccidendo o hanno ucciso alcuni dei nostri, ne uccideremo molti di più. E così avanti, all’infinito.
Niente di tutto questo può essere invocato per giustificare l’uccisione di civili, una pratica intrinsecamente sbagliata. Ma serve a ricordarci che c’è una ragione per tutto ciò che sta accadendo oggi e che – come in tutti i casi precedenti – non esiste una soluzione militare al problema di Israele con Gaza, né alla resistenza che emerge naturalmente come risposta alla violenza dell’apartheid.
Negli ultimi mesi, centinaia di migliaia di israeliani hanno marciato per “la democrazia e l’uguaglianza” in tutto il paese, e molti hanno addirittura affermato che avrebbero rifiutato il servizio militare a causa delle tendenze autoritarie di questo governo. Ciò che questi manifestanti e soldati di riserva devono capire – soprattutto oggi, mentre molti di loro hanno già annunciato che interromperanno le loro proteste e si uniranno alla guerra contro Gaza – è che i palestinesi lottano per quelle stesse richieste e lo fanno da decenni, affrontando un Israele che nei loro confronti è già, ed è sempre stato, del tutto autoritario.
Mentre scrivo queste parole, sono seduto a casa mia a Tel Aviv, cercando di capire come proteggere la mia famiglia in una casa senza riparo e senza nessuna “stanza sicura”, seguendo con crescente panico le notizie e le voci di eventi orribili che hanno avuto luogo nel territorio israeliano. Le città vicino a Gaza che sono sotto attacco. Vedo persone, alcune delle quali miei amici, che chiedono sui social media di attaccare Gaza più ferocemente che mai. Alcuni israeliani dicono che ora è il momento di spianare completamente Gaza, invocando nei fatti un vero e proprio genocidio. Nonostante tutte le esplosioni, il terrore e lo spargimento di sangue, parlare di soluzioni pacifiche sembra loro una follia.
Eppure ricordo che tutto ciò che sento adesso, che ogni israeliano deve condividere, è stata l’esperienza di vita di milioni di palestinesi per troppo tempo. L’unica soluzione è quella di sempre: porre fine all’apartheid, all’occupazione e all’assedio e lavorare per un futuro basato sulla giustizia e sull’uguaglianza per tutte e tutti noi. Non è nonostante l’orrore che dobbiamo cambiare rotta: è proprio per questo.
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i-am-a-polpetta · 2 years
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la ricerca di se stessi.
credo di essermi persa o forse sono sulla buona strada per ritrovarmi o forse per perdermi ancora di più ma oggi, oltre alle brutte notizie, mentre stavamo uscendo dal gommista greco erry ha detto "kla tu non hai idea di quanto sia bello andare via con te che rimani calma anche davanti alle situazioni più brutte e non ti perdi d'animo ma anzi ti attivi per risolverle. mi piace tanto andare via con te, si sta proprio bene".
ho sorriso e non ricordo cosa ho risposto ma sicuro è stato qualcosa di stupido perché io i complimenti non li so accettare.
è stata una giornata lunga e lavorare su stessi è proprio difficile.
oggi ho imparato una cosa, ovvero che quando cresci internamente come persona puoi sempre fare la sciocca e fingerti infantile per far ridere, ma quando ti rifiuti di crescere come persona, non stai fingendo di essere infantile, la sei e basta.
mi ritrovi dove sai kla.
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conte-olaf · 1 year
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Luglio insorgo quando voglio
La nostra rabbia tocca il cielo
Spiccare il volo o cadere
1. Siamo stati contattati dalle istituzioni. Ci hanno detto che "la cassa è stata sbloccata" e "mercoledì arrivano i pagamenti". Questo di per sé ancora non vuole dire nulla. E dimostra che Prefettura e Ministero del Lavoro sulla nostra vicenda non capiscono niente o fanno finta di non capire. Abbiamo chiesto un incontro stamattina in Prefettura per delineare il complesso della situazione e delle nostre richieste. Ci è stato detto che l'incontro sarà possibile quando scendiamo dalla Torre.
2. Atteggiamento grave, gravissimo, da parte di chi tollera da 8 mesi un sequestro di diritti. Non siamo in un film e questo non è un gioco. Sono stati muti e inoperosi di fronte a famiglie senza stipendi e ora dettano condizioni. L'azione sulla torre prosegue e finisce come e quando decidiamo.
3. Il tema è avere certezza di questi pagamenti, ma non solo. Di quali mensilità stiamo parlando? Qf consegna le buste paga? Paga tutto il dovuto? In una frase, la violenza di Qf verso questo territorio deve cessare.
4. Qf trattiene in maniera indebita i giorni di cassa integrazione dall'1 al 9 ottobre. Sono una frazione della precedente cassa (11 ter) che Qf ha dichiarato di avere anticipato ai lavoratori. Ma questo non è vero per il periodo 1-9 ottobre. Sono soldi Inps diretti ai lavoratori che Qf sta trattenendo.
5. Non esiste solo la cassa integrazione ma tutta la quota parte di giorni lavorativi, elementi contrattuali (ferie, benefits, permessi ecc) che Qf non sta pagando. Per impedirci di accedere al nostro credito, Qf non consegna le buste paga da dicembre.
6. Prefetto e ministero del lavoro devono attaccarsi al telefono e chiedere perché una azienda non consegna le buste paga degli ultimi sei mesi.
I casi infatti sono due: o l'azienda non è in grado di fare delle buste paga o le trattiene indebitamente.
Nel primo caso, se una azienda non è in grado di fare le buste paga, vuol dire che non è una struttura di impresa. È evidentemente una struttura con altre finalità.
Se invece non le consegna per scelta, questo è un crimine sociale e l'ispettorato del lavoro deve iniziare una azione, con risvolti penali.
7. Convocare immediatamente un tavolo regionale che faccia il punto sulla reindustrializzazione, a partire dallo scouting pubblico e dal progetto di reindustrializzazione operaio.
8. Ricapitoliamo:
- pagare 1-9 ottobre
- sbloccare tutti i flussi per fare avere ai lavoratori tutta la cassa integrazione arretrata
- pagamenti certi
- consegnare le buste paga ai lavoratori
- pagare tutte le spettanze
- fare partire la reindustrializzazione subito: tavolo regionale e sostegno pubblico al progetto di reindustrializzazione operaio
- reintegra di coloro che sono stati costretti a licenziarsi, messa a disposizione dello stabilimento della reindustrializzazione portata dallo scouting pubblico e dal progetto elaborato dal comitato tecnico scientifico del Collettivo di fabbrica
9. Sarà un'altra lunga giornata. Degna di essere vissuta. Per la fabbrica socialmente integrata, per ricreare 400 posti di lavoro, per le produzioni ecologicamente e socialmente avanzate.
10. A luglio insorgo quando voglio. Non ci sarà una sola azione risolutiva ma un altro capitolo di questa caparbia lotta operaia. La nostra rabbia ora tocca il cielo. Spiccare il volo o cadere.
In ogni caso ci vediamo poi tutte e tutti l'8 e 9 luglio di fronte ai cancelli della Gkn
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danilacobain · 2 years
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Ossigeno - 23
23. La chiamata
Svegliarsi accanto a Zlatan fu la cosa più piacevole che le era capitata da un po' di tempo a questa parte. Oltre a fare l'amore con Zlatan, ovviamente. E baciarlo. Be', era Zlatan la cosa più bella che le fosse capitata ultimamente. Sentiva il suo respiro regolare dietro di lei, le teneva un braccio intorno alla vita, probabilmente stava ancora dormendo. Si girò nel suo abbraccio per poterlo guardare e scoprì che in realtà era sveglio. Il sorriso che le rivolse fu così bello che le fece battere forte il cuore le illuminò il mondo. «Ciao» disse lui. «Ciao» rispose Sveva. Si sporse verso di lui e gli diede un bacio. Zlatan la strinse in un abbraccio, schiacciandola contro il proprio corpo. «Sai, pensavo che magari oggi potremmo fare un giro in barca. Io e te da soli.» Sveva gli sorrise. «Hai intenzione di rapirmi per tutta la vacanza?» Lui rise ma il suo volto divenne presto serio. «Non so se avrò a disposizione altri giorni.»
Lei gli accarezzò il volto. «È per via del trasferimento?» «Sì. Mino sta trattando con la dirigenza del PSG. » «E non vorresti goderti questi giorni anche con i tuoi amici? Non fraintendermi, mi piacerebbe molto trascorrere una giornata con te in barca e averti tutto per me. Solo che... magari anche Ignazio vorrebbe trascorrere del tempo con te.» Zlatan sciolse l'abbraccio e si distese sulla schiena. Si passò una mano tra i capelli e sospirò. «Hai ragione. Però stasera ho intenzione di prenotare la piscina dell'albergo solo per noi due.» «E io non ho intenzione di oppormi a questa magnifica idea.» Zlatan si portò su di lei e le diede un bacio. «Ah, sei irresistibile, lo sai?» Sveva lo guardò con aria sognante. No, era lui ad essere irresistibile. Perché gli aveva suggerito di rimanere con gli amici? Non aveva nessuna voglia di lasciare quella stanza. Non aveva voglia di staccarsi da quelle labbra, di privarsi della sensazione di beatitudine che provava stando accoccolata tra le sue braccia. Ma non poteva essere egoista. Gli diede un ultimo bacio e si alzò. Zlatan protestò ma fece lo stesso. Raccolse i suoi vestiti e dopo averla riempita di baci uscì dalla camera e raggiunse la propria.
Mezz'ora dopo, erano insieme agli altri ragazzi a fare colazione. Zlatan quel giorno si sentiva triste. Nonostante i bei momenti trascorsi con Ignazio e soprattutto con Sveva, non era riuscito a goderne appieno. Dentro di sé c'era una piccola parte che continuava a ricordargli che presto avrebbe dovuto lasciarli. Presto Milano non sarebbe stata più la sua casa e il lavoro lo avrebbe tenuto lontano anche dai suoi amici. E da Sveva. La bellissima donna con cui aveva fatto l'amore due notti di fila e che voleva continuare a trovare nel letto accanto a lui ogni mattina. Era stato molto bello quel momento. E per Sveva com'era stato? La guardò un secondo mentre faceva finta di ascoltare Mark e Ignazio. Lei stava bevendo una spremuta d'arance e non si accorse della sua occhiata. «Com'è andata la cena, allora?» La domanda di Ignazio lo strappò dai suoi pensieri. Questa volta, quando guardò di nuovo nella direzione di Sveva, lei lo stava guardando raggiante. Che bella che era. Dio, stava per allungarsi e darle un bacio. Era l'unica cosa che desiderava in quel preciso momento. Si costrinse a rimanere seduto e a voltarsi verso Ignazio. «Bene» rispose. «E dove siete andati?» Un lieve rossore comparve sulle gote di Sveva e Zlatan non poté fare a meno di sorridere. «In un ristorante dall'altro lato dell'isola.» Ignazio ridacchio. «Così lontano? Temevate che saremmo venuti a rompervi le scatole?» «Già. Ed è esattamente quello che stai facendo adesso.» Ignazio tirò un pugno sul braccio di Zlatan e risero insieme. Mark accennò un sorriso e guardò Sveva. Un'occhiata lunga e intensa. Poi tornò a rivolgere la sua attenzione ai ragazzi, senza dare molto peso allo sguardo truce di Zlatan. Era geloso, glielo leggeva in faccia. E lo capiva benissimo, perché lui provava lo stesso. Solo che, a differenza di Zlatan, lui era un uomo sposato e Sveva non gli riservava quegli sguardi pieni di amore e desiderio che invece rivolgeva all'altro. Zlatan non sapeva quanto fosse fortunato.
Dopo la colazione, il gruppo si spostò in spiaggia. Sveva giocò un poco col nipotino e poi andò a fare il bagno. Zlatan stava per seguirla ma si era appena alzato dal lettino quando il suo cellulare cominciò a squillare. Lo prese e si pentì immediatamente di averlo fatto. Era Mino. «Pronto?» «Zlatan, è fatta. Prendi il primo aereo per Parigi, domani ti aspettano per la firma del contratto.» Fu una doccia gelata. Per qualche secondo non disse niente. Sperava di riuscire a finire almeno la vacanza a Milo prima di partire. E invece... ora doveva lasciare Sveva. «Zlatan, mi hai sentito?» «Sì. Ti chiamo quando arrivo in aeroporto. » «Va bene, a dopo.» Zlatan ripose il cellulare e si voltò a guardare Ignazio e Mark. «Mi ha chiamato Mino. Devo andare a Parigi.» Mark e Abate parlarono quasi all'unisono. «Adesso?» «Sì.» «Quindi... è fatta, te ne vai...» Zlatan non riuscì a sostenere lo sguardo di Ignazio. Guardò verso la riva, dove c'erano dei bambini che costruivano castelli di sabbia e altri che correvano schizzando acqua sui passanti e ridendo spensierati. Oltre, in acqua, c'era Sveva che nuotava da sola. «Vado a salutare Sveva» mormorò. Si fermò sul bagnasciuga, l'acqua fresca gli fece venire i brividi. Guardò Sveva per qualche minuto, poi quando si era deciso ad entrare in acqua, la vide avvicinarsi. «Ehi! Non hai il coraggio di entrare? Non è molto fredda...» Si strizzò i capelli e gli sorrise. Piccole gocce d'acqua le percorrevano il corpo. Zlatan ne seguì qualcuna, poi riportò lo sguardo sul suo volto. Sveva si accorse che c'era qualcosa che non andava nella sua espressione e una parte del suo sorriso svanì. «Che hai?» «Sto per partire.» «Vuoi dire... adesso?» Zlatan fece un cenno di assenso con la testa e prima ancora che Sveva potesse parlare la prese per un braccio e l'attirò contro il suo corpo. Si chinò su di lei e le diede un bacio. Nel momento in cui le loro labbra si toccarono, il mondo attorno a loro scomparve. Niente più grida di bambini, niente più voci. Solo loro due e il leggero ondeggiare del mare. Sveva lo baciò con trasporto, sorpresa di come il suo cuore avesse reagito alla notizia che Zlatan stesse per andare via. Quando lo avrebbe rivisto? Cosa avevano significato quei due giorni per lui? Cosa ne sarebbe stato di loro due? Con quel bacio forse Zlatan le stava dicendo addio? No, Zlatan le stava dicendo che non sarebbe voluto partire. Glielo lesse negli occhi quando si staccarono. Intrecciò le dita alle sue e senza dire niente camminarono insieme e raggiunsero gli altri. Zlatan raccolse le sue cose e si avviò in albergo. Sveva lo accompagnò e lo aiutò a preparare la valigia. Prima di scendere Zlatan la baciò a lungo e quando andò via, lei si sentì persa.
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lapisgialloenero · 2 years
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Ho un quadro nel corridoio di casa mia. Ci sono io da piccola, il giorno del mio Battesimo, tutta bellina vestita di rosa. Il vestito me lo aveva comprato il mio babbo. Ultimamente quando sono seduta sul divano in salotto mi viene da guardare quella foto e scoppiare a piangere di brutta maniera, guardo la piccola Me e tutti quei desideri che avevo da piccola, andati tutti in frantumi, un completo disastro. Un po’ come un uragano che quando passa distrugge tutto. Ecco questa sono io. O meglio sono il risultato di tutte le scelte del cazzo che ho intrapreso, tutte quelle volte che ho ho scelto di essere seconda, o tutte quelle volte che ho dato retta al cuore e ora mi ritrovo così, ferita disorientata e delusa, da me e da chi ha fatto promesse a cui poi non ha saputo mantenerle. Piango arrivo fino a tossire quasi a vomitare, strizzo gli occhi così che le lacrime salatissime scendono come lasciando sulle guance delle strisce che frizzano tantissimo. Apro gli occhi mi riguardo e piango e piango ancora, mi sento in colpa con me stessa, ho mancato di rispetto a me stessa tantissime volte. Ho fatto credere a quella bambina piccolina di esaudire ogni suo desiderio e invece a 31 anni suonati sono una catastrofe umana. Vorrei trovare una persona che sia innamorata di me tanto quanto me, che mi ascolti e che mi sappia ascoltare. Ho bisogno di trovare quella persona che stia con me sul divano dopo una giornata di lavoro a guardare la tv e parlare. Ho bisogno di essere amata davvero. Il 2022 era iniziato particolarmente bene ma poi è stata una lunga e tortuosa discesa di merda piena di ostacoli e dolore e il mio cuore infranto, a tal punto da diventare come sabbia e poi polvere. Mi piacerebbe trovare l’amore vero, quello che mi fa ridere invece anziché piangere, quell’amore che travolge che sconfigge le paure e che curi tutte le insicurezze. Forse sto chiedendo troppo? Ma sono sicura che sicuramente un ragazzo, un compagno così esiste. Sicuramente. Ho voglia di tornare a sorridere e vorrei tanto rendere orgogliosa di me quella bambina bellissima piccolina, in quella bellissima foto.
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