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#è tutto uno scherzo
stellacadente · 16 days
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forse sono una brutta persona ma a volte non mi va giù che gli altri passano brutti periodi e quindi fanno cazzate a lavoro e io le devo sistemare e va bene così perché eh è un periodo difficile come se io stessi bene e fossi sereno e la mia vita fosse fantastica
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omarfor-orchestra · 1 year
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Anche io non capisco tutta questa acredine verso il cast di shake... Dami spicca è evidente, ma gli altri non sono così tremendi, ricordo alcuni attori di skam più meno allo stesso livello se non peggio
In generale, ho notato che è una mania che ricorre spesso quella di buttare merda sugli altri per esaltare il proprio prefe, ecco perché evito di entrare su twt
Io cani veri ne ho visti nelle altre miniserie di Raiplay, tra cui (l'ho detto all'epoca e resto coerente) Nicolas in nudes in cui il livello era proprio basso in generale e boh, forse lui si è adeguato.
Io finita la serie sono andata su twt per vedere un po' i pareri (e gli screen) e leggevo solo veleno, anche nel tag ufficiale. Gente che si lamentava della recitazione, delle scene, pure dello slow motion e, cito non ricordo chi "avere solo 2 attori bravi su 8 mi sembra un po' poco". Damiano e Greta spiccavano perché sono gli unici più conosciuti, ma gli altri ragazzi erano preparati, concentrati e bravi quanto loro. Lamentarsi del "piattume" (piattume di cosa, poi? Che dovevano fare, inventarsi le scene d'azione quando è una miniserie sulla vita quotidiana di adolescenti?) solo per sottolineare quanto il protetto sia il più bravo del mondo mi sembra esagerato, e parlo io che Damiano lo metterei a fare qualsiasi cosa eh
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ricorditempestosi · 6 months
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il primo aprile è un giorno come un altro quando la tua vita è uno scherzo tutto l'anno
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kon-igi · 1 month
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QUESTO MONDO NON MI RENDERÀ CATTIVO (ma un po' incazzato sì, dai)
Un veloce recap delle puntate precedenti:
TI AMO ERIKA DI NOVI LIGURE - Ventitré anni fa una sedicenne ha fatto a fette mamma e fratellino con l'aiuto del moroso diciassettenne, dando poi la colpa agli albanesi. La sera in cui la Lega stava per fare una fiaccolata a base di torce e forconi per scovare i responsabili e linc... assicurarli alla giustizia ops no, scusate ciabbiamo judo. Quella frase del titolo l'avevo vista scritta su un muro nel 2003 e a quei tempi le mie figlie erano troppo piccole perché capissimo le nostre colpe e le nostre responsabilità.
TUTTO D'UN PEZZO - Non leggo più e non guardo serie tv o film. Sono mesi e mesi che la sera faccio binge watching di One Piece, un anime da più di mille episodi, e a momenti mi metto in pari ma non ho idea quanto il mondo del cinema e dell'editoria sia andato avanti mentre ero distratto.
DUE METRI DI TERRENO - L'altro giorno ho assistito a un'accesa discussione su conti correnti, parenti serpenti e carichi pendenti, quando a un certo punto non ce l'ho fatta più e ho urlato un haiku ispirato dal tenore livoroso dell'argomento
Soffi di vento, l'attimo prima spiri e dopo spiri
DI QUESTO TI PUOI FIDARE - Ho ripreso a forgiare - caldo per caldo che sia un caldo fruttuoso - e sono a metà strada nel progetto ambizioso di un'arma inastata che nel Giappone feudale usavano le donne per proteggere casa.
MEDICE, CURA TE IPSUM - Una persona mi ha detto che mi invidia perché se sento male da qualche parte ne conosco subito le cause. Certo... contusione del piatto tibiale sx a opera dei condili femorali con infiammazione da stiramento dei legamenti crociati, rachialgia lombare a sbarra con irradiamento gluteo da compressione del plesso femorale dx a livello di L5-S1 da bulging discale, epicondilite dx con rizartrosi e mialgia del flessore del pollice, corda colica, bruxismo e reflusso gastro-esofageo. Che culo.
MUORE GIOVANE CHI È CARO AGLI DEI - Piccola pausa di ferragosto dal masteraggio su Discord di una campagna di Call of Cthulhu ambientata nel 1983 nel mio quartiere viareggino. Se non sapete cosa sia una Baldoria è inutile vi racconti la trama.
INTERCAMBIABILITÀ DI FACCIA E CULO - Qualche anno fa vidi uno scherzo in cui un critico veniva invitato alla premiere di una proiezione cinematografica d'essai (volutamente orribile) e a tutti i suoi colleghi era stato chiesto di parlarne in modo entusiasta, mentre lui si guardava attorno con sconcerto crescente. Sono 10 mesi che io ho quell'espressione tutte le volte che i mezzi di informazione parlano del genocidio del popolo di Gaza utilizzando perifrasi e litoti che tanto mi ricordano 'allergia al piombo' e 'la scuola non c'è più a causa di eventi esterni'.
NOTTE PRIMA DEGLI ESAMI - Ciao Laura... Ti ricordi quando ti sono venuto a prendere in macchina per andare a fare gli orali della maturità? La mia non fu solo la gentilezza di un compagno di classe ma che tu l'avessi capito o meno non importa... non ho avuto il coraggio di dirtelo e così la storia che avevo immaginato è sopravvissuta luminosa al mondo che è andato avanti.
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idettaglihere · 1 month
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Ultimamente sono circondata da tante piccole cose negative che messe insieme mi provocano un senso di malessere non indifferente. Paradossalmente non sono nemmeno cose personali, bensì che mi colpiscono e che la mia mente non riesce a cancellare. Uno dei clienti che conosco da quando lavoro lì, è ricomparso dopo un mese di assenza ed è irriconoscibile. Mi ha raccontato di aver fatto un frontale con il camion (camionista di professione) a causa dell'altro camionista che ha avuto un malore ed è morto. Lui l'hanno operato in qualsiasi parte del corpo e ora non riesce nemmeno a parlare normalmente. Due sorelle e la madre che vengono sempre alla mia cassa mi raccontano che il fratello è morto fra le braccia di una di loro, dopo aver girato ogni ospedale della zona senza essere presi in considerazione perché quest'uomo era obeso, quindi non un'urgenza agli occhi dei medici. Un signore, sulla 60 ina, tutto d'un pezzo, ci scherzo sempre, oggi si è messo letteralmente a piangere davanti a me raccontandomi che la madre ha rotto entrambi i femori in un anno e non ha nessuno che lo aiuti nella gestione della sua ripresa. Si scusava per le lacrime, dicendo che non merito di vederle. Questa mattina girando in macchina ho visto due soccorritori caricare sull'ambulanza una anziana che mi ha ricordato terribilmente mia nonna, quando prima di metterla sule ho infilato il suo golfino perché aveva freddo e paura. È stata l'ultima volta che è riuscita a restare seduta. Una delle colleghe alle quali sono particolarmente legata ha avuto un comportamento che mi ha ferito ma non ho il coraggio di farglielo presente. Non dormo bene da settimane e niente riesce a calmarmi, di fatti la psichiatra insiste che io riprenda con lo xanax. Penso a quanto vorrei costruire una famiglia ma allo stesso tempo penso di essere inetta all'amore e in generale ho così tanta rabbia immagazzinata che ho paura di non riuscire a crescere un figlio senza scaricarla su di lui. Cerco un appoggio, una spalla sulla quale piangere o semplicemente posare la mia testa e non sentirmi in dovere di ricambiare. Tra un mese faccio 26 anni, sono più vicina ai 30 che ai 20, sono una adulta, ma in me vive ancora una bambina che cerca spiegazioni, amore, comprensione.
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diceriadelluntore · 2 months
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Storia Di Musica #333 - Elvis Costello & The Attractions, Get Happy!!, 1980
Quando, in una sera del 1976, gli venne l’idea di presentarsi con un nome d’arte omaggio alla sua nonna, pensava forse che sebbene volenteroso, il suo vero, Declan Patrick Aloysious McManus, sarebbe stato preso per uno scherzo. Quella sera si presenta come D.P. Costello, che cambierà nel definito Elvis Costello, come omaggio al Re del Rock’n’Roll. Occhialoni alla Buddy Holly, look che esibiva orgogliosamente il suo essere fuori moda, a metà degli anni ’70 Costello è un giovane arrabbiato che ha le carte in regole per dire la sua, in modo interessante, oltre il nichilismo furbetto del punk. Quando Nick Lowe, suo amico e collaboratore, gli trova un ingaggio per la Stiff Records, lui non essendo in totale fiducia decise di non abbandonare il proprio posto da operaio nella ditta di cosmetici Elizabeth Arden (a cui dedicherà una stupenda canzone, I’m Not Angry). In effetti non erano tempi da cantautori, ma bastano i primi guizzi di My Aim Is True (1977) per sgombrare il campo: l’offensiva antifascista di Less Than Zero unite a doti melodiche di alto livello (la mitica Alison, suo pezzo culto) presentano al pubblico un nuovo modo di raccontare musicalmente i tempi. La seconda prova è ancora meglio: This Year’s Model (1978) lo vede insieme ai The Attractions, il gruppo di Stevie Nieve (alle tastiere) e Bruce Thomas (basso) e Pete Thomas (batteria, i due non erano parenti), e in un disco multiforme, dai testi lunghissimi, sciorina la sua bravura in canzoni stupende come I Dont’ Want To Go To Chelsea, Pump It Up (altro inno di quegli anni), Little Triggers e Night Rally. È richiestissimo e parte per Tour in Europa e Stati Uniti. Nelle pause delle date, scrive sull’onda dell’entusiasmo altre canzoni, che compongono il terzo disco in tre anni, Armed Forces (1979): segnato dallo stress e dai primi, evidenti eccessi di vita, è un disco ansiogeno e un po’ frettoloso, che alle belle e ormai garantite belle canzoni aggiunge riempitivi. Sarebbe tutto normale, ma le cose stanno prendendo una brutta piega: le dipendenze da alcool e droga lo rendono nervoso e aggressivo e durante il tour americano, a Columbus, in Ohio, si incontrò con Stephen Stills nel bar dell’Holyday Inn. Qui in preda a deliri alcolici sbiascica pesantissimi insulti razzisti a James Brown e Ray Charles, litiga fino alle mani con la cantante Bonnie Bramlett (che era diventata famosa nel duo con il marito Delaney & Bonnie) e vede in un attimo disintegrarsi la sua reputazione negli Stati Uniti. Ci furono ulteriori polemiche poiché la vicenda fu quasi semi oscurata dai giornali britannici. Le successive scuse in una goffa conferenza stampa non servirono a nulla. Torna in patria e nel 1979 produce il primo, storico, album degli Specials, fa l’attore in Americathon (semisconosciuto film di Neil Israel, dove Costello si esibisce cantando Crawling In the USA). Durante la produzione del disco degli Specials, scrive e suona da solo tutti gli strumenti per del nuovo materiale nei piccoli studi di registrazione Archipelago (scritto così) di Pimlico, nei sobborghi londinesi. Costello ha la necessità di dare un taglio al suono precedente e per il nuovo si ispira alla musica afroamericana degli anni ’60, allo ska, e ha tantissime cose da dire.
Get Happy!! (che esce nel 1980) prende il titolo dalla canzone omonima composta da Harold Arlen, con i testi scritti da Ted Koehler, negli anni ’30 del ‘900, che riprendeva un testo di tipo evangelico. Fu portata al successo da Judy Garland e negli anni è divenuto uno standard per centinaia di artisti. Registrato tra Londra e i Paesi Bassi, a Hilversum, prodotto da Nick Lowe e Roger Béchirian, è un disco-mondo dove Costello mette 20 brani, molti dei quali brevissimi, meno di 2 minuti. È una prova di amore per quella musica, e anche di liberazione in un certo senso (nonostante anche durante le sessioni perdureranno i problemi con alcool e droghe). Ci sono due cover: I Can't Stand Up For Falling Down di Sam & Dave e I Stand Accused dei Merseybeats come omaggio al mai abbandonato amore per il suono di Liverpool. Per il resto, l’enormità (per l’epoca dove esistevano solo i vinili) dei 18 pezzi rimanenti passano dagli omaggi fin troppo sfacciati (Temptation è in pratica la Time Is Tight di Booker T & The MG’s con un testo diverso),a canzoni stupende come Love Me Tender (che apriva il disco), Possession, King Horse fino ai capolavori come New Amsterdam elegia sulla selvaggia New York, High Fidelity, doloroso e drammatico affresco sulle delusioni dell’amore e Riot Act, canzone scritta sui fatti di Columbus. L’omaggio alla musica r’n’b è evidente nella copertina: dalla grafica e dai colori cari alla Stax di Memphis, vedeva tre foto identiche di Costello sfalsate in colori acidi, e aveva una particolarità: l’effetto vissuto del cerchio bianco proprio al centro, a imitare il consumo dell’uso eccessivo. Tra l’altro le prime edizioni avevano la scaletta scritta al contrario, con Riot Act primo brano e Love Me Tender ultima, e valgono di più nel mercato dei collezionisti.
Il disco all’epoca fu accolto con grande favore dalla critica e dal pubblico: numero 2 in Gran Bretagna e un sorprendente numero 11 negli Stati Uniti. Negli anni il disco ha guadagnato ancora più favori, sottolineando la scelta niente affatto facile di Costello di distaccarsi sempre con intelligenza dai generi imperanti per la ricerca di una via personale alla sua necessità di musica. Scriverà un altro disco capolavoro, Imperial Bedroom (1982) che è una grande prova di pop d’autore, che aprirà le porte ad una nuova trasformazione verso un colto, raffinato, ma un po’ meno eccitante, modello di voce-pianoforte che diventerà il modulo classico della maturità costelliana. Ne ha fatta di strada in decenni quel tipo con gli occhialoni che prese in prestito dalla nonna il suo nome d’arte per la celebrità.
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ideeperscrittori · 10 months
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LUI
Stavo pensando a una cosa. Prima del femminicidio di Giulia Cecchettin abbiamo seguito sui giornali il caso di Giulia Tramontano.
Ho fatto uno sforzo per richiamare alla mente quella vicenda. Ho scritto qui il nome della donna uccisa, ma devo confessare che non lo ricordavo. Mi è servita una ricerca su Google per farlo riemergere dalla nebbia. Eppure è passato poco tempo. Eppure per qualche giorno quel nome era rimasto impresso nella mia mente. Ma l'avevo dimenticato.
Invece ricordavo perfettamente il nome di lui. Ma perché la memoria mi ha fatto questo scherzo?
Forse perché dopo il delitto si parla della vittima all'inizio, ma poi il vero protagonista diventa lui. C'è un racconto mediatico a più voci che sommerge ogni cosa e mette lui al centro dell'inquadratura: cos'ha fatto, cos'ha detto, come si comporta, le sue giustificazioni, le sue ricerche su Google, la sua vita, le sue azioni, la sua freddezza, le strategia difensiva, le dichiarazioni dell'accusa, l'intervista al vicino, il collega di lavoro che non ha notato niente di particolare, la ricerca di qualcosa di strano nella sua vita (perché qualcosa di strano deve pur esserci), la nostra rabbia nei suoi confronti, la gente che chiede la pena di morte, le lettere che lui riceve, i giornalisti che intervistano sua madre, la madre che lo perdona, la madre che non lo perdona.
Lui riempie lo schermo e oscura tutto. Non c'è spazio per la vittima e neppure per analisi sociologiche. E ho la sensazione che nell'interesse per lui ci sia il desiderio di guardarlo in faccia per cercare quell'anomalia psichica (o addirittura fisica, sulla scia di Lombroso) capace di farlo apparire come una creatura completamente diversa dalle altre. Ci piace l'idea di un difetto di fabbrica a cui si può porre rimedio eliminando il prodotto difettoso.
Per una curiosa coincidenza (che coincidenza forse non è), in molte affermazioni che respingono riflessioni sul patriarcato troviamo proprio questo concetto, chiaro e tondo, espresso alla luce del sole. Ci dicono che non bisogna parlare di questioni sociali e mentalità da combattere, perché non è quello il problema: il problema è lui, solo lui.
Ci dicono: non parliamo della condizione femminile, parliamo di lui.
Ci dicono: non diamo spazio alle dichiarazioni di Elena Cecchettin, parliamo di lui.
Voltare pagina è una preoccupazione diffusa. Si cerca di preparare il terreno per dimenticare tutto e parlare d'altro, prima che a qualcuno venga la tentazione di guardare oltre la finestra (o addirittura dentro di sé) e notare cose che non vanno per il verso giusto.
Dicono che non c'è nessun problema, a parte lui. Ma ora lui è in gabbia. Tutto risolto. La palla passa ai collegi giudicanti. Perché lui è l'eccezione, è l'anomalia.
L'idea che trasforma lui nella rara aberrazione di un sistema quasi perfetto è stranamente rassicurante, ti rimbocca le coperte prima di dormire sonni tranquilli. Lui non è come il nostro vicino. Non ha niente in comune con noi. I problemi sociali non esistono. Esiste lui, ma a questo si può porre rimedio. Non dobbiamo farci domande. Non dobbiamo cercare di cambiare.
Ecco ciò che tanta gente vuole sentirsi dire.
[L'Ideota]
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pettirosso1959 · 5 days
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C'ERA UNA VOLTA LA GERMANIA, UNA POTENZA ECONOMICA, INDUSTRIALE E DI INNOVAZIONE SOCIALE. UNA VOLTA, PERO', PERCHE' I VERDI E LE SINISTRE DEMOCRATICO-PROGRESSISTE AL POTERE HANNO DISTRUTTO IL SOGNO DI MILIONI DI GIOVANI, CHE OGGI SI RIBELLANO, ANCHE A GRETA...
La popolarità dei Verdi e dei Socialisti tedeschi è al collasso, così come le infrastrutture della Germania.
Una parte di un importante nella città sassone di Dresda, un ponte, è misteriosamente crollato. L'incidente evidenzia la negligenza della Germania nei confronti delle proprie infrastrutture, mentre incanala decine di miliardi di euro in progetti verdi dubbi in patria e all'estero. Il crollo del ponte di Dresda è una metafora dell'attuale situazione della Germania.
"Parte del successo di AfD può essere attribuito alla sua politica economica. I tedeschi chiedono la fine dei sussidi governativi che distorcono il mercato dell'energia elettrica e rendono costosa l'energia, quindi la fine della costosa transizione energetica verde del paese e, soprattutto, un'inversione dell'attuale deindustrializzazione. Se questa politica economica moderata viene abbandonata dai centristi al potere, allora gli elettori guarderanno altrove".
Una volta votati i Verdi, i giovani sotto i 18 anni si sono spostati in massa a destra. Lo scorso mese di agosto, in Turingia, in un sondaggio è stato chiesto a 9000 giovani di età inferiore ai 18 anni per chi avrebbero votato. Il vincitore con un ampio margine è stato il partito di destra AfD, che ha ottenuto il 37,4% dei voti, più del doppio rispetto al 16,5% ottenuto nel 2019. I Verdi, d'altra parte, hanno perso un'enorme quota, circa l'83% dei loro sostenitori.
I giorni di Fridays for Future, guidati da Greta Thunberg, sono scomparsi più velocemente di una palla di neve in una calda giornata estiva. In effetti, i giovani hanno mantenuto la loro promessa "vi terremo d'occhio" e, ironicamente, odiano ciò che stanno vedendo ora: uno sgretolamento del loro paese e del loro futuro.
Ora stanno guidando una ribellione silenziosa ma potente. Le bugie sul Covid e sui vaccini, le bugie sulla guerra contro la Russia e il sabotaggio palese del gasdotto North Stream 2 che ha reso l'energia elettrica ed il gas in Germania costosissimi, ma i giovani si stanno rendendo conto di come l'Occidente sia tutto tranne che libero e democratico.
I dissidenti sono stati messi a tacere mentre la censura si diffondeva sulle principali piattaforme di social media. In Germania, e altrove in Europa, le persone che esprimevano opinioni diverse si sono trovate calunniate e criminalizzate. I leader dissidenti sono stati persino arrestati e imprigionati. Migliaia di account di social media sono stati sospesi.
Nel luglio 2024, la rivista tedesca di "estrema destra" Compact è stata perquisita dalle forze speciali tedesche e chiusa dall'eccessivamente zelante ministro dell'Interno socialista, Nancy Faeser.
Il fondatore del servizio di messaggistica istantanea Telegram, Pavel Durov, è stato arrestato dalle autorità francesi. Il suo crimine: fornire libertà di parola. I giovani ora si rendono conto di come la "libertà di parola" in Occidente sia solo uno scherzo.
L'uccisione di tre persone (e molte altre ferite) da parte di un rifugiato siriano durante un festival ha evidenziato una lunga serie di crescenti violenze da parte degli immigranti. L'opinione pubblica ha reagito mettendo in discussione a gran voce le politiche europee sulle frontiere. Nonostante una serie di grandi promesse, i politici non hanno intrapreso alcuna azione concreta per arginare l'ondata di migranti dal Medio Oriente e dall'Africa, provocando l'indignazione di tutti, soprattutto proprio dei giovani.
Il crimine e la violenza hanno reso insicure molte parti della Germania, e i giovani si stanno rendendo conto che il loro paese sta potenzialmente andando all'inferno; in nome dell'accoglienza, in nome della guerra, in nome dell'energia verde e di false promesse, ormai palesemente bugie di Stato.
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6 settembre
Comunque ancora mi stupisco di come io riesca ad essere più considerata dai ragazzi che dalle ragazze.
Stasera avevamo un compleanno e a cena stavo (fortunatamente!) vicina di posto con 3 dei suoi amici, gli unici 3 con cui ho più confidenza e una ragazza, E la quale sì ci vado d'accordo ma spesso sta per le sue o preferisce la compagnia maschile. Quindi mi sono messa a chiacchierare più che altro con loro 3, tra cazzate, gossip e battute, lei se stava lì e difficilmente era coinvolta nella conversazione, ma tanto si vedeva che stava già scazzata di suo molto probabilmente, premetto che spesso e volentieri abbiamo interagito ma da parte sua non ho mai visto tanto interesse nell'approfondire la nostra conoscenza eh, quindi. Poi ci spostiamo nella loro sede e praticamente mi sono trovata a lanciare burrito di gomma e avocadi ad un altro ragazzo (tra l'altro quello che mi diede il tso perché non ho amiche), il quale mi nascose pure la borsa mentre mi ero allontanata e rientrando gli ho tipo detto che me ne ero accorta, insomma ho riso e scherzato con lui.
Ho ritrovato una parte della vecchia me, sono uscita allo scoperto finalmente, ho fatto un po' la cretina come ai vecchi tempi con le mie ex amiche, e la cosa più brutta, sicuramente, è che nessuno lo sa, nessuno sa che non ero così da anni, Riccardo non mi ha detto nulla, non mi ha vista diversa, non ha notato che emanavo luce dalle mie risate e mi dispiace. Mi vede spesso cupa e triste e quando sono allegra pare che non ci faccia caso, perché per lui è una cosa scontata, perché lui non deve mica dirmelo che lo ha notato nonostante sappia che mi faccia piacere sapere che nota certe cose. In effetti ci sono stata molto poco con lui mentre eravamo in compagnia... Io glielo ho anche detto tutto ciò, che mi sono sentita un po' più me stessa stasera ma non mi ha risposto nulla. Mi dispiace tanto per questo.
Mi sono divertita con questo ragazzo, mi son sentita considerata, le altre ragazze hanno fatto gruppetto fra loro, in 3, mentre un'altra dormiva e l'altra appresso a quello che le piace e che non se la fila e io mi son messa a giocare con questo qua e ogni tanto ci si metteva in mezzo un amico di Ric, uno con cui mi ci trovo "bene". Riccardo avrà fatto 2 o 3 lanci poi non mi sono manco accorta cosa stesse facendo.
Dico io, è così difficile avere questo tipo di rapporto con una ragazza? Che poi quelle 3 sono state un po' criticate per il casino che facevano, io invece le capivo (per quanto ormai mi siano andate sui coglioni), io sapevo benissimo come si sentivano e avrei voluto essere criticata anche io per il caos che avrei combinato. Ma mi escludono, loro direbbero che sono io ad escludermi però io stavo lì quando tutte e tre si sono prese a braccetto per andare alla giostra, ero lì quando se ne andavano alla "riunione in bagno", ero lì in tante occasioni. Mi hanno considerata per fare il disegno sul biglietto del festeggiato, almeno quello è stato molto apprezzato, almeno quello...
Io ho ancora questo carattere vivace, allegro, spensierato, fastidioso, caotico, giocherellone, divertente. Però non tutti me lo vogliono tirare fuori e io non sono così sfacciata da metterlo alla mercé di tutti ma solo con chi mi sa ricambiare.
Che poi ok scherzo e mi diverto di più coi ragazzi ma comunque nessuno di loro è mio amico eh.
Boh, come ho già detto, meglio sola al momento, risolvo i miei problemi e torno. Ma un po' di divertimento non guasta ogni tanto...
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unfilodaria · 6 months
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Non amo il mio posto di lavoro. Non credo di averlo mai amato. Eppure ci sono indissolubilmente legato. Ho 58 anni quasi 59, e frequento il mio ufficio da quanto ne avevo 3 di anni. Mio padre lavorava lì ed è morto lì. E per un macabro scherzo del destino vi ci sono stato catapultato dentro all’età di 19 anni, perché una legge regionale consentiva ad un figlio di subentrare al proprio genitore, dipendente morto sul luogo di lavoro. Ci lavoro ormai da 38 anni e a volte mi domando perché. Odio il luogo di lavoro, odio a volte anche le persone che ci lavorano. Rubano ed occupano le mie giornate, la mia vita. Eppure, da folle, gli dedico tutto il mio tempo nel nome del “senso del dovere”, un’altra macabra eredità da parte di mio padre, oltre al lavoro. Nessuno può capire quello che provo, a volte neanche io lo capisco. É come il senso di attaccamento alla maglia. Quelle quattro mura le sento mie più di qualunque altro. Ed odio chi ha reso quel luogo di lavoro, uno spazio chiuso e claustrofobico, peggio di un acquario. Odio e amo, ma più odio. Eppure difficilmente tradisco. E più passano gli anni e più l’attaccamento alla maglia ed il senso del dovere, mi attanagliano, mi soffocano. Odio e amo. E non vedo più speranza di salvarmi. Odio e amo.
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evrensadwrn · 5 months
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𝒔𝒆𝒊 𝒎𝒊𝒐 𝒇𝒓𝒂𝒕𝒆𝒍𝒍𝒐 ( 𝒂𝒏𝒄𝒉𝒆 𝒔𝒆 𝒎𝒊 𝒊𝒓𝒓𝒊𝒕𝒂𝒏𝒕𝒆 )
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paura di uscire, anche se non accade | trans mtf!gianna d’antonio
⟢ a/n: la mia prima volta a scrivere in italiano scusate se ci sono errore :[
version on ao3 for quick translation | wc: 1090 | divider by @/benkeibear
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Il buio gelido della mezzanotte che albeggia sulla casa della Famiglia D'Antonio, l'odore della polvere depositata su ciottoli e marmi, la puzza di un qualcosa di dolce, l'odore del mare che circonda l'Italia. Un mare freddo di notte. C'è un sentimento, quello disgustosamente opprimente dell'empatia. Non essere spietati per qualcuno, nientemeno che per Gianni stesso. Gianni D’Antonio. Il figlio d’oro. Il favorito della famiglia.
Santino è avido, è sempre stato un uomo avido, avido. Tutto quello che voleva, e anche di più, lo pretende da tutti gli altri. Lui è così.
Vuole tutto e ancora di più. Lui, è avido. Ma mantiene una facciata di elequonza.
"Gia", chiama Santino bussando alla stanza del fratello. La risposta? Silenzio. Santino bussa ancora, prima di decidere di aprire la porta a se stesso. “Gianni?” La stanza è buia, fredda. Molto freddo. L'odore del profumo—
Aspetta.
Profumo? Santino si guarda intorno nella stanza del fratello. Profuma di ciliegie e di odori dolci e femminili. Qualcosa che Santino si aspetterebbe dalle sue ragazze— e non dalla stanza di Gianni. Oro e ornamenti finemente lavorati sono sparsi ordinatamente per la stanza. Alle pareti sono appesi quadri, la collezione d'arte privata di Gia.
Santino invidia Gianni, da cose semplici a una comprensione molto più complessa. Il suo aspetto, la sua sicurezza, il suo carisma, il modo in cui si comporta; Santino vuole sentire che, la falcata sicura di Gia.
Un’altra cosa: è differente. Più morbida. Le coperte che drappeggiano il letto sono morbide, foderate di pizzo insieme ai cuscini. Fiori in vaso: sul comodino, nell'angolo, accanto all'armadio.
Ora che è qui, forse può rubare l'auto di Gianni per un'ora o due. Santino apre uno dei cassetti di Gia sulla scrivania per le chiavi dell'auto. Lo trova quasi subito, ma sotto c'è un piccolo quaderno. Suscita il suo interesse, così lo raccoglie rapidamente e si siede sul bordo del letto di Gia."Non gli dispiacerà se ho dato un'occhiata ai suoi pensieri,” Santino pensa che mentre sfoglia le pagine. Le parole non lo interessano, poiché si tratta soprattutto di come Gia racconta la sua giornata e le cose che ha fatto. A Santino non importa nulla della sua vita.
Ma c'è qualcosa che cattura lo sguardo di Santino.
‘Non mi piace essere un uomo. Vorrei essere una donna. Prima a Roma ho comprato degli oggetti che mi aiutano a sentirmi meglio.’
“Santino!” Santino ha appena il tempo di accorgersi che Gianni è tornato nella sua stanza. Rapidamente, Gia strappa il taccuino a Santino. “Cosa hai letto?”
“Niente!” Santino promette, mentre prende le chiavi della macchina e le infila in tasca. “Posso avere la tua auto?”
“Non dirlo è papà, per favore, Santino.” Gia sa che Santino sa. “Qualunque cosa leggiate qui, non diteglielo.”
Santino è silenzio, la sua lingua diventa secca. Gia espira pesantemente.
“Perché?” Santino chiede. Santino ridacchia a mezza voce. “E’ uno scherzo, vero?” Gia è silenzio stavolta. “No..?” La voce di Santino si disperde mentre guarda Gianni, osservando l'espressione del volto del fratello.
“No, Santino.” Gianni dice. “No. Vorrei che fosse uno scherzo. Vorrei. Così posso ridere con mia madre quando chiedo di andare in altri posti. Ma non. Fa male desidare qualcosa che non si avvererà.”
Santino guarda Gianni con attenzione, in attesa di qualcosa. Non si sa bene cosa stia aspettando, ma tra i due fratelli c'è silenzio. Sorella? Forse.
Schiocca la lingua prima di passare silenziosamente davanti a Gianni per andarsene. Santino non aveva intenzione di fare nulla. Ma ora lo fa. Gli costerà molto, ma non gliene importerà nulla.
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Sono passate quattro o cinque ore da quando Santino è tornato alla villa e ora è di nuovo qui!
“Quello stronzo ha preso la mia macchina.” Gia sussurrò sottovoce mentre vede Santino scendere dalla sua auto. “Cazzo,”
Quel coglione sta tornando a casa dal garage con le borse in mano. Probabilmente un regalo per la sua nuova ragazza. Esibizioniste.
Gia ha un sapore amaro in bocca mentre guarda Santino che torna verso la porta d'ingresso della villa. Il palmo della mano sotto il mento, guardando con i suoi occhi verdi. Gia sospira, la mano gli accarezza la testa mentre lui sbuffa per lo stress. È in difficoltà. Il suo cuore batte forte e i suoi pensieri corrono più veloci dei cavalli in fuga. E se Santino lo avesse detto al padre? E se lo avesse detto a tutti? No, no, no. Cazzo. Non avrebbe dovuto scriverlo, non avrebbe dovuto—
“Gianni!” La voce di Santino è forte dall'altra parte della porta bianca. Bussa, con forza.
“Vattene.” Gia grida dall’altra parte. “Vattene, Santi, Vattene.”
“Le chiavi…?” Santino dice di entrare. Si lascia convincere e Gia ci casca. “Le chiavi dell'auto, le ho prese io. Se non apri questa porta, la tua macchina è mia!”
“Questo fastidioso parassita…” Gia borbotta sottovoce. “Mio dio,” Gia apre la porta, ma Santino entra a forza con un sorriso fastidioso. “sei irritante, Santino.”
“Sì, lo so, cara sorella.” Gia deve ammettere che quelle parole di essere chiamata sorella le hanno dato un po' di felicità.
Santino ha in mano delle borse. Gia è un po' preoccupata per l'interno delle borse. "Santino, che cazzo hai in quelle borse?" Gia chiede, indicandole.
"Sei molto eccitata, Gia." Un'osservazione sarcastica e sciocca di Santino, che si siede sul letto di Gia come se fosse suo. Santino apre la borsa che ha, prima di richiuderla e lanciarla a Gia perché la prenda. “Ho graffiato la tua auto. Non voglio pagare i danni.”
“Certo che hai danneggiato la mia macchina, insolente, disordinato, irritante stronzetto....” Quando gli occhi di Gia guardano la borsa, le sue parole svaniscono mentre elabora ciò che sta vedendo e che suo fratello le ha appena comprato (sacrificando la nuova verniciatura della sua auto). “Cosa?”
L'incredulità colpisce Gia.
“Cos’è questo, Santi?” Gia chiede a Santino che sta scegliendo delle scarpe di Gia che molto probabilmente vuole portare con sé.
“Ha?”
“La borsa, Santino.”
“Sì, è?”
“Gli abiti di seta sono per le donne.”
Gia dice, mentre Santino raccoglie le scarpe— "Non toccarle.” Lei dice severamente.
“Non ti ho ancora comprato un vestito o dei tacchi. Dato che potresti dover iniziare dal primo livello. Bisogna entrarci lentamente.” Santino fa spallucce.
"Non so cosa dire" Dice Gia mentre si siede e guarda l'accappatoio.
“Grazie mille?”
“Benvenuti,” Gia dice che è un modo per colpire Santino.
“Dovrebbe essere il contrario, Gia.” Santino dice.
“Hmmm….. no.” Dice Gianna prima di lanciare un paio di scarpe a Santino. "Ora vattene"
“Hey!” Santino osserva le scarpe. “Puttana.” Sussurra prima di andarsene, posando le chiavi sul letto di Gia.
( wickblr pride anon if you see this i love you )
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canesenzafissadimora · 5 months
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Ogni tanto la natura fa uno scherzo, mette insieme una donna speciale, incredibile. Cioè, guardi e non ci puoi credere. Tutto è un movimento ondulatorio perfetto, come l'argento vivo, come un serpente, vedi una caviglia, un gomito, un seno, un ginocchio, e tutto si fonde in un insieme gigantesco, provocante, con magnifici occhi sorridenti, bocca leggermente piegata in giù, labbra atteggiate in modo che sembrano scoppiare in una risata alla tua sensazione di impotenza. E sanno vestirsi, e i loro lunghi capelli incendiano l'aria. Troppo di tutto, accidenti.
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Charles Bukowski
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arcobalengo · 1 year
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"Spogliare la Grecia è stato uno scherzo.
Aeroporti, qualche isola, industrie zero, terre poche, risparmi privati ridicoli, demanio interessante.
Comunque la Grecia aveva un Pil inferiore alla sola provincia di Treviso.
È bastato un sol boccone.
PER L’ITALIA È DIVERSO:
Un capitale assolutamente enorme.
Secondo al mondo in quanto a risparmio privato, primo come abitazioni di proprietà, terre di valore assoluto e coste meravigliose.
Quinta potenza industriale al mondo prima dell'euro, ottava oggi.
Il Made in Italy è ancora oggi il marchio numero uno al mondo, davanti a Coca Cola.
Biodiversità superiore alla somma di tutti gli altri paesi europei.
Come capitale artistico monumentale, non ne parliamo neanche: è superiore a quello di tutto il resto del mondo.
Francia e Germania, più qualche fondo americano, cinese o arabo hanno fatto la spesa da noi a "paghi uno e prendi quattro".
Tutto il lusso e la grande distribuzione sono passati ai francesi insieme ai pozzi libici passati da Eni e Total.
Poi anche Eni è diventata a maggioranza americana.
Anche il sistema bancario è passato ai francesi insieme all'alimentare.
I tedeschi si sono presi la meccanica, e il cemento.
Gli indiani tutto l'acciaio.
I Cinesi si son presi quote di TERNA, e tutto PIRELLI agricoltura.
Se ne sono andate TIM, TELECOM, GIUGIARO, PININ FARINA, PERNIGOTTI, BUITONI, ALGIDA, GUCCI, VALENTINO, LORO PIANA, AGNESI, DUCATI, MAGNETI MARELLI, ITALCEMENTI, PARMALAT, GALBANI, LOCATELLI, INVERNIZZI, FERRETTI YACHT, KRIZIA, BULGARI, POMELLATO, BRIONI, VALENTINO, FERRE’, LA RINASCENTE, POLTRONA FRAU, EDISON, SARAS, WIND, ANSALDO, FIAT FERROVIARIA, TIBB, ALITALIA, MERLONI, CARTIERE DI FABRIANO, ..... Ma...non hanno finito.
Ci sono rimaste ancora le case e le cose degli italiani.
E I LORO RISPARMI. CIRCA 3.000 MILIARDI DI EURO.
ORA VOGLIONO QUELLI.
Ecco chi ha chiamato Mattarella e gli ha "intimato " di procedere a sbarrare la strada a chi poteva mettere a rischio la prosecuzione della spoliazione.
I fondi di investimento, i mercati, che, come ricordavo raccolgono i soldi delle mafie, tutte, grandi e piccole, dei traffici di droga, di umani, di truffe internazionali, di salvataggi bancari, del "nero" delle grandi multinazionali, siano esse del commercio, dei telefonini, della cocaina o delle armi, questi fondi di investimenti dicevo, non hanno finito.
Ora tocca alle poche industrie rimaste, ai fondi pensioni, ai conti privati, agli immobili. Ora tocca a noi.
Ecco perché non serve a nulla mediare, arretrare un po'.
Non si placheranno, l'abbiamo già visto. BISOGNA FERMARLI ORA.
Ogni generazione ha il suo Piave. Questo è il nostro."
~ Gian Micalessin, giornalista indipendente
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kon-igi · 10 months
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VITTIMA DEL MATRIARCATO
Dovevano essere i primi anni ottanta e credo di essere stato in quinta elementare o al massimo in prima media, quando un pomeriggio di Agosto in spiaggia a Viareggio mentre tra amici guardavamo una partita di calcetto tra nuvole di sabbia, qualcuno vicino a me indicò una ragazza in bikini bianco, di uno o due anni più grande di noi e mi chiese a bruciapelo 'Quella lì te la tromberesti?'.
Io rimasi un po' spiazzato dalla domanda ma visto che si trattava di una risposta per forza dicotomica e comunque dell'argomento sapevo giusto giusto le basi teoriche, ovviamente risposi di sì.
Il tipo (che non era proprio un amico ma piuttosto una di quelle conoscenze estive estemporanee) sghignazzò e in men che non si dica si avvicinò alla suddetta ragazzina e indicandomi le disse qualcosa a bassa voce.
Dobbiamo dire che allora (come ora) io per le cose mondane non ero certo il più sveglio della cucciolata e quindi non riuscii a collegare quanto avevo detto al tipo poco prima con l'espressione furiosa e sconvolta della ragazza, che con le lacrime agli occhi corse verso il gruppo dei genitori sotto gli ombrelloni, tra cui c'era anche mia madre.
Dovevano essere le tre del pomeriggio ma io posso ancora ricordare che a un certo punto era sera (c'era la mezza luna in cielo) e mia madre non smetteva ancora di urlarmi contro PER LA COSA SCHIFOSA CHE AVEVO DETTO A QUELLA RAGAZZA E CHE MI DOVEVO VERGOGNARE PERCHÉ LEI DI SICURO DI VERGOGNAVA DI AVERE UN FIGLIO COSÌ.
Quando mio padre rientrò a casa ricominciò tutto da capo ma in stereo, con lui a braccia conserte che scuoteva la testa e mi diceva che ERO STATO UNA GROSSA DELUSIONE E CHE QUELLA RAGAZZA AVREBBE SOFFERTO MENO SE LE AVESSI DATO UN PUGNO NELLO STOMACO.
La cosa strana è che non provai nemmeno a difendermi spiegando che in realtà non le avevo detto proprio nulla... ho accettato il fatto di essere stato beccato mentre ballavo il tip tap in un campo minato e il giorno dopo continuai a fare quello che facevo fino al giorno prima ma diffidando di più della gente che faceva le domande stupide.
Vedete, il fatto è che io sono stato cresciuto in un ambiente familiare davvero molto aperto e inclusivo, dove c'era poco spazio per il giudizio frettoloso verso il diverso, il fragile e l'emarginato, quindi quell'episodio più che ingiusto mi parve strano... davvero c'era gente che andava in giro a dire alle donne che le voleva trombare? Ma dov'erano i genitori di queste persone?
E più tardi capii che erano proprio loro a dire queste cose e i figli semplicemente imparavano.
E ne ho conosciuto davvero tanti di figli così (che, per inciso, sono i genitori di oggi da cui altri figli imparano) e a volte non c'è nemmeno stata una responsabilità genitoriale diretta nell'aver insegnato loro certi comportamenti... a volte basta non dare peso, sorridere a certe battute e derubricare certi comportamenti a scherzi presi troppo sul serio.
Perché poi, alla fine, è sempre questione di saper stare allo scherzo, no?
E fatevela 'na bella risata invece di stare sempre a pensare a cose macabre tipo che una donna viene uccisa ogni quattro giorni!
No?
No.
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angelap3 · 7 months
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"Poi la porta si spalancò. Ed entrò quella donna. Tutto quello che posso dirvi è che ci sono miliardi di donne, sulla terra, giusto? Certune sono passabili. La maggior parte sono abbastanza belline, ma ogni tanto la natura fa uno scherzo, mette insieme una donna speciale, incredibile. Cioè, guardi e non ci puoi credere. Tutto è un movimento ondulatorio perfetto, come l'argento vivo, come un serpente, vedi una caviglia, un gomito, un seno, un ginocchio, e tutto si fonde in un insieme gigantesco, provocante, con magnifici occhi sorridenti, bocca leggermente piegata in giù, labbra atteggiate in modo che sembrano scoppiare in una risata alla tua sensazione di impotenza. E sanno vestirsi, e i loro lunghi capelli incendiano l'aria. Troppo di tutto, accidenti".
(Charles Bukowski, da "Pulp", romanzo postumo, 1994)
Lontano dalle atmosfere tenebrose delle ordinarie follie, "Pulp", ultimo libro di Bukowski, è il testamento spirituale di uno scrittore che non ha mai esitato a immergersi nel degrado della società contemporanea. È un libro incredibile che, pur lasciando invariato e riconoscibile il suo stile, si discosta per molti aspetti dalla sua produzione ordinaria, a partire dal genere che è quello pulp. Tornando all' autore, il 9 marzo 1994 ci lasciava Charles Bukowski, e probabilmente alle celebrazioni di questa ricorrenza avrà guardato con sarcasmo, soprattutto quelle corredate da luoghi comuni sul suo conto. Di essere uno dei grandi scrittori americani del Novecento, lo sapeva e non fingeva di negarlo. Anche perché scrivere era ciò che, oltre al bere e all'amore per le donne, lo definiva e lo salvava. Scrittore puro, senza sforzo né costruzione: ogni notte a ticchettare sui tasti della macchina da scrivere insieme a una bottiglia e alle sue sigarette. Bukowski è stato se stesso e ha raccontato il suo mondo, con quello che è stato definito "Realismo sporco", quel realismo senza abbellimenti e senza pudore, come sentiva di voler fare. A qualcuno non piace, come se davvero i suoi scritti si limitassero a parolacce e a racconti di abbuffate di sesso e alcol, compiacendosi della propria gratuita sgradevolezza. La produzione di Bukowski è, invece, costante e grandiosa alternanza di dramma e ironia. Storie di dolore, sconfitta e rassegnazione, che portano il lettore a toccare il fondo insieme ai personaggi e poi lo fanno scoppiare in una sonora risata poche pagine dopo.
(Fonte web)
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t-annhauser · 1 year
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I cessi della Freccia del Sud
Stamattina, per qualche strano scherzo della memoria a lungo termine, mi è giunto chiaro e vivido il ricordo dei bagni dei treni a lunga percorrenza che mi portavano a Scalea, quell'inconfondibile puzzo di piscio e di merda dei cessi delle "Frecce del Sud" sul finire degli anni '70, roba che a brevettarlo oggi ci si potrebbero fare i soldi vendendolo all'Ucraina come arma batteriologica e sconfiggere l'invincibile armada russa nel giro di una mezza giornata. A un certo punto si rendeva semplicemente necessario andare in bagno, non c'erano alternative, mamma mi portava dentro per fare pipì e la prima cosa che vedevo era la grata sul pavimento, "falla lì" (perché il cesso era regolarmente intasato dal materiale organico depositato dagli altri passeggeri), e io, frastornato da tutto quello sballottamento e dal puzzo che mi assaliva da tutte le parti come in una vasca di fermentazione, tiravo timidamente fuori il mio cosino cogliendo attraverso il groviglio di interiora metalliche del vagone delle acciaierie Breda dei brandelli di binari che correvano veloci sotto i miei piedi, se mi esce adesso qualcosa dalle tasche, pensavo, non lo vedrò mai più, sarà perduto per sempre, e mi pareva di essere perduto per sempre anch'io inghiottito da quella grata, colando come urina sui binari in uno sperduto tratto ferroviario fra le stazioni di Agropoli e di Battipaglia. Dite che potrei chiedere i danni morali a Trenitalia?
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